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Energia nucleare...
Y di Yaenrhys
creato il 09 agosto 2004

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Sareste favorevoli a una reintroduzione dell'energia nucleare in Italia? 146 votanti
Sareste favorevoli a una reintroduzione dell'energia nucleare in Italia?
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Inviato il 06 giugno 2008 12:13

Da me (in Friuli, io abito a meno di 40km dal confine) la protezione civile è sempre in linea diretta con quella slovena e nemmeno la loro protezione civile era stata messa in allarme, erano stati solamente avvisati della cosa con un comunicato nel quale si dichiarava che l'incidente sulla base di questa scala

 

IAEA (scala INES - International Nuclear Event Scale)

 

* Livello 0 (deviazione): Evento senza rilevanza sulla sicurezza.

* Livello 1 (anomalia): Evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, né rilascio di contaminazione, né sovraesposizione degli addetti.

* Livello 2 (incidente): Evento che riguardi malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lasci copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulti in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porti alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richieda azione correttiva.

o esempio: l'incidente di Civaux, Francia 1998

* Livello 3 (incidente serio): Un incidente sfiorato, in cui solo le difese più esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti, o infine rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di decimi di mSv.

* Livello 4 (incidente grave senza rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o più addetti che risulti in elevata probabilità di decesso, e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di pochi mSv.

* Livello 5 (incidente grave con rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi con attività dell'ordine di centinaia di migliaia di TBq come 131I, e che possa sfociare nell'impiego di contromisure previste dai piani di emergenza.

o esempio: l'incidente di Three Mile Island, USA (1979) e l'incidente di Windscale, Gran Bretagna (1957)

* Livello 6 (incidente serio): Evento causante un significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure, comunque meno rischioso dell'incidente di livello 7.

o esempio: l'incidente di Kyshtym, URSS (1957)

* Livello 7 (incidente molto grave): Evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio.

o esempio : L'incidente di Chernobyl, URSS (1986)

 

 

era di livello 1. Quindi tutto ciò che la protezione civile era tenuta a fare era rassicurare la popolazione.

L'allarme che ha suscitato tanto scalpore è partito dall'Unione Europea, in quanto le procedure di sicurezza comunitarie prevedono la comunicazione immediata all'ENEA ed agli altri enti preposti di qualsiasi problema verificatosi in una qualsiasi centrale di qualsiasi paese comunitario, qualunque sia il grado dell'incidente (anche il grado 0). Sempre per la suddetta procedura, la direzione europea è tenuta ad avvisare tutti i paesi membri dell'accaduto ed allertarli.

Com'è ovvio la stampa appena riceve anche solo l'odore di una simile notizia si scatena ingigantendo l'evento e lanciando allarmi ingiustificati.


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 06 giugno 2008 19:31

Le misure cui facevo riferimento sono state fatte dall'ARPA, e la notizia è apparsa almeno sul sito dell'ANSA e su Il Messaggero Veneto.

 

Su Yucca Mountain: http://www.latimes.com/news/nationworld/na...0,5309730.story.

 

Sull'uranio: ho letto che secondo l'IEA (rapporto 2001?) il picco dell'uranio si avrebbe nel 2035; sapete qualcosa in merito?

 

Poi, ho trovato questa lista di incidenti nucleari, non esaustiva, da cui ho già provveduto a eliminare quelli relativi a sottomarini e simili, e quelli che ai fatti non sono stati incidenti (spero non me ne sia sfuggito nessuno :unsure: ); sapete qualcosa in merito? Se anche un decimo fosse vero, anche ignorando quelli non riportati, la fuoriuscita (e sottolineo che ho detto "fuoriuscita", senza indicazioni né sulla volontarietà, né sulla gravità) mi parrebbe ben piú probabile di quanto detto in precedenza :D

Su Three Mile Island, se è vero il rilascio "nell'atmosfera [di] gas radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq)" (cosa che troverebbe corrispondenza anche nella scala mandata nel messaggio precedente), con seguente evacuazione di 3 500 persone, non mi pare esattamente un rilascio controllato senza conseguenze.

 

7 ottobre 1957 -Sellafield (Gran Bretagna) (scala Ines 5). Nel complesso nucleare di Windscale in Gran Bretagna, dove si produce plutonio per scopi militari, un incendio nel nocciolo di un reattore a gas-grafite (GCR) genera una nube radioattiva imponente. I principali materiali rilasciati sono gli isotopi radioattivi di xenon, iodio, cesio e polonio. La nube attraversa l'Europa intera. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato.

Settembre 1957 - Kyshtym (Unione Sovietica) (scala Ines 6). In una fabbrica di armi nucleari negli Urali, una cisterna contenente scorie radioattive prende fuoco ed esplode, contaminando migliaia di chilometri quadrati di terreno con una nube di 20 milioni di curie. Il rilascio esterno di radioattività avviene a seguito di un malfunzionamento del sistema di refrigerazione di una vasca di immagazzinamento di prodotti di fissione ad alta attività. Vengono esposte alle radiazioni circa 270mila persone. Si stimano per le conseguenze dell'incidente oltre 100 morti.

3 gennaio 1961 – Idaho Falls (USA). A seguito di un incidente in un reattore sperimentale di Idaho Falls negli Stati Uniti, muoiono tre tecnici.

5 ottobre 1966 – Detroit (USA). Il nucleo di un reattore sperimentale situato in un impianto vicino a Detroit si surriscalda a causa di un guasto al sistema di raffreddamento.

17 ottobre 1969 – San Laurent (Francia). Un errore nelle procedure adottate per la gestione del combustibile provoca una fusione parziale a un reattore nucleare raffreddato a gas.

1974 – Mar Caspio. Fonti di stampa segnalano un'esplosione in un impianto atomico sovietico a Shevchenko, nel Mar Caspio.

Inverno 1974/75 – Leningrado (URSS). Una serie di incidenti viene segnalata nell'inverno tra il 1974 e il 1975 presso la centrale nucleare di Leningrado, in Unione Sovietica. Tre morti accertati.

7 dicembre 1975 – Lubmin (Repubblica Democratica Tedesca). Un cortocircuito nell'impianto della Centrale di Lubmin, sul litorale baltico nella Germania Orientale, provoca una parziale fusione del nucleo del reattore.

28 marzo 1979 - Three Mile Island (Harrisburgh, Usa) (scala Ines 5). Il surriscaldamento di un reattore, a seguito della rottura di una pompa nell'impianto di raffreddamento, provoca la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq). Vengono evacuate 3.500 persone.

7 agosto 1979 – Tennessee (USA). La fuoriuscita di uranio arricchito da una installazione nucleare segreta provoca la contaminazione di oltre 1.000 persone. Vengono registrati nella popolazione valori di radioattività fino a cinque volte superiori alla norma.

Agosto 1979 – Erwin (USA). Oltre 1.000 persone vengono contaminate a seguito di una fuga radioattiva in un centro di ricerca nucleare, fino ad allora rimasto segreto, a Erwin, negli Stati Uniti.

Marzo 1981 – Tsuruga (Giappone). 280 persone vengono contaminate a causa di una fuga di residui radioattivi nella centrale di Tsuruga, in Giappone. Un mese dopo le autorità comunicano che 45 operai sono stati esposti a radioattività nel corso delle operazioni per la riparazione della centrale.

Novembre 1983 – Sellafield (Gran Bretagna). Lo scarico di liquidi radioattivi nel Mare d'Irlanda provoca la reazione di cittadini ed ecologisti, che sollecitano la chiusura della centrale nucleare di Sellafield, in Gran Bretagna.

6 gennaio 1986 – Oklahoma (USA). Un operaio muore e altri 100 restano contaminati a seguito di un incidente che si sviluppa in una centrale atomica in Oklahoma, negli Stati Uniti.

26 aprile 1986 - Cernobyl (Ucraina) (scala Ines 7). L'incidente nucleare in assoluto più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento provoca la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo, che sotto forma di una nube pari a un miliardo di miliardi di Bequerel si disperde nell'aria. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto nella vicina Bielorussia, sono costrette a lasciare i territori contaminati. L'intera Europa viene esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei aumenta il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono ancora oggi dati ufficiali e definitivi sui decessi ricollegabili alla tragedia.

Febbraio 1991 – Mihama (Giappone). La centrale riversa in mare 20 tonnellate di acqua altamente radioattiva

24 marzo 1992 – San Pietroburgo (Russia). A seguito della perdita di pressione nell'impianto di Sosnovy Bor nei pressi di San Pietroburgo, fuoriescono e si disperdono in atmosfera iodio e gas radioattivi.

Novembre 1992 – Forbach (Francia). Un grave incidente nucleare causa la contaminazione radioattiva di tre operai. I dirigenti dell'impianto vengono accusati l'anno successivo di non aver approntato le misure di sicurezza previste.

13 febbraio 1993 – Sellafield (Gran Bretagna). Fuga radioattiva nell'impianto di riprocessamento di Sellafield. La densità massima di radionuclidi dello iodio consentita viene superata di oltre tre volte.

17 febbraio 1993 - Barsebaeck (Danimarca). Uno dei reattori della centrale di Barsebaeck viene temporaneamente fermato a causa della fuoriuscita accidentale di vapore radioattivo.

Aprile 1993 – Siberia (Russia). Un incendio nel complesso chimico di Tomsk-7 colpisce un serbatoio di uranio. Risultano contaminati circa 1.000 ettari di terreno. La nube radioattiva si dirige verso zone disabitate.

23 marzo 1994 – Biblis (Germania). Centrale nucleare di Biblis: una falla nel circuito primario di un reattore fa uscire liquido altamente contaminato.

Novembre 1995 – Cernobyl (Ucraina) (scala Ines 3). Un'avaria al sistema di raffreddamento del reattore n.1 di Cernobyl causa un incidente nel quale la radioattività si disperde e contamina gli operai impegnati nella manutenzione.

8 dicembre 1995 – Monju (Giappone). Due tonnellate di sodio liquido e altro materiale radioattivo fuoriescono dal reattore nucleare prototipo di Monju nella prefettura di Fukui a causa di un malfunzionamento al sistema di raffreddamento. L'impianto è costituito da un reattore autofertilizzante a neutroni veloci FBR.

Febbraio 1996 – Dimitrovgrad (Federazione Russa). Un addetto causa la rottura della valvola di sicurezza di uno dei reattori del centro di ricerche atomiche di Dimitrovgrad. Fuoriesce una nube radioattiva contenente soprattutto radionuclidi di manganese.

Marzo 1997 – Tokaimura (Giappone). Un incendio e un'esplosione nel reattore nucleare nell'impianto di ritrattamento nucleare di Tokaimura contamina almeno 35 operai.

Giugno 1997 – Arzamas (Russia). Un incidente nel centro ricerche di Arzamas porta i materiali radioattivi sull'orlo di una reazione a catena. Si sviluppa una nube radioattiva a seguito della quale muore il responsabile dell'esperimento.

Luglio 1997 – La Hague (Francia). Il comune di Amburgo denuncia presenza di radioattività nell'acqua scaricata nella Manica dall'impianto di trattamento francese di La Hague. La Francia smentisce, ma il presidente della Commissione di controllo si dimette.

30 settembre 1999 - Tokaimura (Giappone) (scala Ines 4). Un incidente in una fabbrica di combustibile nucleare attiva una reazione a catena incontrollata. Viene accertato che si tratta di un errore umano: due operai hanno trattato materiali radioattivi in contenitori non idonei. Tre persone muoiono all'istante, mentre altre 439, di cui 119 in modo grave, vengono esposte alle radiazioni. Vengono ricoverati in 600 ed evacuati 320mila abitanti della zona.

4 ottobre 1999 – Wolsong (Corea del Sud). Una fuoriuscita di acqua pesante durante lavori di manutenzione della Centrale di Wolsong causa l'esposizione alle radiazioni di 22 operai impiegati presso l'impianto.

8 ottobre 1999 - Rokkasho (Giappone). Una piccola quantità di materiale radioattivo fuoriesce da un deposito di scorie a Rokkasho, nella prefettura giapponese di Aomori. Le radiazioni provengono da due fusti arrivati dalla centrale nucleare di Ekushima.

27 gennaio 2000 – Giappone. Un incidente a una installazione per il riprocessamento dell'uranio in Giappone provoca livelli di radiazione 15 volte superiori alla norma in un raggio di circa 1,2 miglia. Funzionari locali segnalano che almeno 21 persone sono state esposte alle radiazioni.

15 febbraio 2000 – Indian Point (USA). Una piccola quantità di vapore radioattivo fuoriesce dal reattore Indian Point 2 vicino alla cittadina di Buchanan sul fiume Hudson, località a circa 70 chilometri da New York. La perdita di gas radioattivo costringe la società che gestisce l'impianto a chiudere la centrale e a dichiarare lo stato di allerta. La perdita è di circa mezzo metro cubo di vapori radioattivi.

10 aprile 2003 – Paks (Ungheria) (scala Ines 3). L'unità numero 2 del sito nucleare di Paks (costituito da quattro reattori è l'unico in Ungheria a 115 chilometri da Budapest) subisce il surriscaldamento e la distruzione di trenta barre di combustibile altamente radioattive. Solo un complesso intervento di raffreddamento scongiura il pericolo di un'esplosione nucleare, limitata ma incontrollata con gravi conseguenze per l'area intorno a Paks.

9 agosto 2004 – Mihama (Giappone). Nel reattore numero 3 nell'impianto di Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo, una falla provoca la fuoriuscita di vapore ad alta pressione che raggiunge i 270 gradi provoca quattro morti tra gli operai. Altri sette lavoratori vengono ricoverati in fin di vita. E' l'incidente più tragico nella storia nucleare del Giappone. La centrale viene chiusa.

9 agosto 2004 – Shimane (Giappone). Scoppia un incendio nel settore di smaltimento delle scorie in una centrale nella prefettura di Shimane.

9 agosto 2004 – Ekushima-Daini (Giappone). L'impianto viene fermato per una perdita d'acqua dal generatore.

Aprile 2005 – Sellafield (Gran Bretagna). Viene denunciata la fuoriuscita di oltre 83mila litri di liquido radioattivo in 10 mesi a causa di una crepatura nelle condotte e di una serie di errori tecnici.

Maggio 2006 – Laboratori Enea di Casaccia (Italia). Fuoriuscita di plutonio, ammessa solo quattro mesi dopo, che ha contaminato sei persone addette allo smantellamento degli impianti.

Maggio 2006 – Mihama (Giappone). Ennesimo incidente con fuga di 400 litri di acqua radioattiva nella ex centrale nucleare di Mihama.

7 ottobre 2006 – Kozlodui (Bulgaria). Viene intercettato un livello di radioattività venti volte superiore ai limiti consentiti e le verifiche portano a scoprire una falla in una tubazione ad alta pressione. La centrale, che sorge nei pressi del Danubio, scampa a una gravissima avaria. Secondo la stampa locale la direzione cerca di nascondere l'accaduto e di minimizzarlo nel rapporto all'Agenzia nazionale dell'Energia Atomica.

16 luglio 2007 – Kashiwazaki (Giappone). La centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande del mondo che fornisce elettricità a 20 milioni di abitanti, viene chiusa in seguito ai danneggiamenti provocati dal terremoto. L'Agenzia di controllo delle attività nucleari giapponesi ammette una serie di fughe radioattive dall'impianto, ma precisa che si tratta di iodio fuoriuscito dal una valvola di scarico. Il direttore generale dell'AIEA, Mohammed El Baradei, dice che il sisma: "è stato più forte di quello per cui la centrale era stata progettata". Il terremoto provoca un grosso incendio in un trasformatore elettrico, la fuoriuscita di 1.200 litri di acqua radioattiva che si riversano nel Mar del Giappone e una cinquantina di altri incidenti. Si teme che la faglia sismica attiva passi proprio sotto la centrale.


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nymerios
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Inviato il 06 giugno 2008 19:52

Su Three Mile Island, se è vero il rilascio "nell'atmosfera [di] gas radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq)" (cosa che troverebbe corrispondenza anche nella scala mandata nel messaggio precedente), con seguente evacuazione di 3 500 persone, non mi pare esattamente un rilascio controllato senza conseguenze.

 

difatti Three Miles Island è stata classificata come incidente di livello 5.


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Mornon
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Inviato il 06 giugno 2008 20:52

Lo so, mi riferivo appunto a messaggi come

 

A Three Mile Island non c'è stata fuga, è stato sfiatato in maniera controllata..che sono 2 cose diverse

e altri, che sembrano indicare quell'incidente come qualcosa in cui alla fin fine non c'è stato pericolo (a memoria, era anche stato detto qualcosa sul fatto che la fuoriuscita era stata minima, anche come effetti all'ambiente); per come è classificata lí, invece non mi pare un evento leggero.


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Inviato il 07 giugno 2008 0:34

Può anche essere che venga classificato a quel livello perché il danno ha necessitato di contromisure da livello 5 pur rimanendo controllato.

qui :unsure: il caso di TMI è spiegato molto bene Three Mile Island


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Inviato il 07 giugno 2008 1:25

L'incidente accaduto in Slovenia era di livello 0 sulla scala di pericolo, hanno intervistato il capo della Centrale che vive a 3 Km di distanza ed era tranquillissimo.

 

Un gran casino per nulla, tutto fumo negli occhi :unsure:


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Inviato il 07 giugno 2008 1:29

Come già detto, è stato l'allarmismo della stampa a sollevare un caso dove non c'era...


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Blackfyre
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Inviato il 07 giugno 2008 1:31
Lo so, mi riferivo appunto a messaggi come

 

(Blackfyre @ May 21 2008, 11:31 AM) *

A Three Mile Island non c'è stata fuga, è stato sfiatato in maniera controllata..che sono 2 cose diverse

 

e altri, che sembrano indicare quell'incidente come qualcosa in cui alla fin fine non c'è stato pericolo (a memoria, era anche stato detto qualcosa sul fatto che la fuoriuscita era stata minima, anche come effetti all'ambiente); per come è classificata lí, invece non mi pare un evento leggero.

 

E confermo quello che ho già detto..e l'evacuazione è una cosa normale in casi come questo..

 

Se anche un decimo fosse vero, anche ignorando quelli non riportati, la fuoriuscita (e sottolineo che ho detto "fuoriuscita", senza indicazioni né sulla volontarietà, né sulla gravità) mi parrebbe ben piú probabile di quanto detto in precedenza

 

Oh ma se vuoi paragonare il rateo di guasto di una macchina di inizio '900 con una di oggi fai pure..

La probabilità di fuga è quella che ti ho riportato, le fuoriuscite controllate non vanno conteggiate perchè significa che è l'operatore che sceglie (e quindi la tecnologia ha funzionato) di liberare consapevolmente al fatto che non ci saranno conseguenze.


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Inviato il 07 giugno 2008 12:24
E confermo quello che ho già detto..e l'evacuazione è una cosa normale in casi come questo

Non dico di no, ma per come presentato in quella lista (livello di radioattività - ben superiore ai limiti che ho trovato in Internet -, evacuazione, ecc.) mi pare ben piú grave di come presentato dalle tue risposte, almeno per quanto avevo capito io.

 

 

se vuoi paragonare il rateo di guasto di una macchina di inizio '900 con una di oggi fai pure..

La probabilità di fuga è quella che ti ho riportato, le fuoriuscite controllate non vanno conteggiate perchè significa che è l'operatore che sceglie (e quindi la tecnologia ha funzionato) di liberare consapevolmente al fatto che non ci saranno conseguenze

Intanto, dal 2000 a oggi quella sola lista conta undici incidenti, il che, anche ipotizzando che fossero tutti stabilmenti vecchi, significherebbe che gli aggiornamenti sulla sicurezza sono stati pari a zero (un simile rateo non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello dato da te)...

Sulla differenza di tecnologia ho già risposto, per il resto torno a dire che nella probabilità di rilasci va conteggiata anche quella di rilasci volontari (in maniera separata da quelli non volontari, ma comunque andrebbero controllati); e non sono io a dirlo, ma la procedura di calcolo di queste cose. E in passato tu avevi detto che infatti sono conteggiate; ora invece dici che non vanno conteggiate; non ho chiaro cosa vuoi dire, a questo punto.

Torno a dire che per quanto letto sinora le questioni di sicurezza non è che mi portino a essere contro il nucleare,, ma piú approfondisco la cosa e meno i numeri che hai dato mi convincono.

Tra l'altro: l'evacuazione di 3 500 persone e il rilascio di gas radioattivi pari a 15 000 TBq (come detto, ben oltre ai limiti che al momento ho trovato), non mi pare un "non ci saranno conseguenze"...


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Inviato il 07 giugno 2008 14:11

conta che per quanto aggiornata anche la centrale di Krsko è attiva dall'83 ed è a fine carriera, dato che per motivi proprio di sicurezza delle strutture la vita media di una centrale è attorno ai 10-15 anni.


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Inviato il 07 giugno 2008 14:18

Lo so, e ho anche già risposto su quello; il punto è (a parte le considerazioni su incidenti come Three Mile Island, e sui rilasci controllati) che il numero dato da Blackfyre è 1/10^14, otto (almeno) incidenti in sette anni significano 1,14; se il numero dato è esatto, allora la differenza è tale che (1) le centrali costruite in passato sono bombe a orologeria, e (2) le migliorie alla sicurezza fatte in quelle centrali con l'avanzare della tecnologia sono di fatto pari a zero.


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Inviato il 07 giugno 2008 14:53
E in passato tu avevi detto che infatti sono conteggiate; ora invece dici che non vanno conteggiate; non ho chiaro cosa vuoi dire, a questo punto

 

Io ho detto che quando c'è un rilascio volontario la tecnologia ha funzionato, e quindi non va conteggiato nelle probabilità perchè sono gli operatori a decidere di.

 

Tra l'altro: l'evacuazione di 3 500 persone e il rilascio di gas radioattivi pari a 15 000 TBq (come detto, ben oltre ai limiti che al momento ho trovato), non mi pare un "non ci saranno conseguenze"

 

Conseguenze non ce ne sono state, l'evacuazione è una misura cautelativa (legittima). Fra parentesi..15000 TBq possono sembrare tanti ma in realtà non sono una quantità così grande.

 

il numero dato da Blackfyre è 1/10^14, otto (almeno) incidenti in sette anni significano 1,14

 

Prima cosa devi contare, per ogni centrali, che in tutti gli anni precedenti non ha avuto incidenti. Quindi passiamo da 1,14 ad almeno almeno 1/20. Secondo, quel numero che ho dato io è relativo alle nuove centrali e tu continui ad applicarlo a centrali vecchie. E terzo una fuoriuscita di 400 litri o mezzo metro cubo è una perdita che assolutamente non comporta conseguenze. Vanno segnalate, perchè è così che si va verso il miglioramento, però mezzo metro cubo di vapori non è una perdita degna di nota..questo deve essere chiaro.


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Inviato il 07 giugno 2008 14:55

Considera anche che ad ogni anno che passa le centrali più vecchie vengono viste sempre più insicure. Per l'epoca e per gli standard di sicurezza sovietici la centrale di Chernobyl era nuova e quindi sicura.

Il reattore n°4 della centrale di Chernobyl, esploso nel 1986, era stato consegnato solamente tre anni prima, nel 1983 ( i primi progetti dell'RBMK-1000 risalivano comunque a metà degli anni '50 ed erano reattori per la produzione di energia e plutonio militare).

Il discorso è simile per Three Mile Island, il generatore n°2 era stato ultimato nel '74 e l'incidente avvenne nel '79, (anche se precedente di 10 anni il reattore PWR americano era comunque più sicuro ed avanzato di quello RBMK sovietico)solo che qui il problema fu solo il blocco di una valvola, a livello tecnico.


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Inviato il 07 giugno 2008 15:56
ho detto che quando c'è un rilascio volontario la tecnologia ha funzionato, e quindi non va conteggiato nelle probabilità perchè sono gli operatori a decidere di

Ricorderò male, ma come già detto in passato trovo che nel parlare di sicurezza della centrale anche quei casi andrebbero considerati: se io voglio calcolare la probabilità di fuoriuscita, in essa rientrano anche gli eventi la cui soluzione è una fuoriuscita controllata, perché di fatto questo aumenta la probabilità. Il che non significa automaticamente un aumento del rischio, che "È voluto, quindi non va considerato" non mi trova d'accordo.

Tengo se non altro il benefici che incidenti come quello di Three Mile Island non abbiano nemmeno alterato la radioattività naturale locale...

 

 

Conseguenze non ce ne sono state, l'evacuazione è una misura cautelativa (legittima). Fra parentesi..15000 TBq possono sembrare tanti ma in realtà non sono una quantità così grande

I limiti di sicurezza che ho trovato finora sono dell'ordine di grandezza delle decine di migliaia di Bq (per un un Uomo di settanta chili ho trovato un valore naturale di 8 000 Bq); 15 000 TBq magari non saranno tanti, ma sono tanto di piú di quei valori. Sai quali siano esattamente i limiti di sicurezza (io ne ho trovati alcuni, ma sto cercando di capire se siano validi)?

 

 

Prima cosa devi contare, per ogni centrali, che in tutti gli anni precedenti non ha avuto incidenti. Quindi passiamo da 1,14 ad almeno almeno 1/20. Secondo, quel numero che ho dato io è relativo alle nuove centrali e tu continui ad applicarlo a centrali vecchie. E terzo una fuoriuscita di 400 litri o mezzo metro cubo è una perdita che assolutamente non comporta conseguenze

So che il mio discorso era approssimato, non ho approfondito perché il punto è che i numeri restano enormemente distanti; inoltre, io non continuo ad applicarle a quelle vecchie, se leggi bene il mio scorso messaggio troverai questo pezzo: "se il numero dato è esatto, allora la differenza è tale che (1) le centrali costruite in passato sono bombe a orologeria, e (2) le migliorie alla sicurezza fatte in quelle centrali con l'avanzare della tecnologia sono di fatto pari a zero". Il che non significa applicare quel numero a centrali vecchie, ma significa che, se quel numero è realistico, "(1) le centrali costruite in passato sono bombe a orologeria [la probabilità di fuoriuscita è 5 000 000 000 volte superiore, e considerate che ho tolto tre zeri per il fatto che 1/20 non è certo, il calcolo darebbe 5 000 000 000 000], e (2) le migliorie alla sicurezza fatte in quelle centrali con l'avanzare della tecnologia sono di fatto pari a zero [sempre per quell'enorme differenza di probabilità]".

Sul fatto che "una fuoriuscita di 400 litri o mezzo metro cubo è una perdita che assolutamente non comporta conseguenze"... tu hai dato 10^-14 come indicativo di guasto con fuoriuscita, e una fuoriuscita di mezzo metro cubo dovuta a un guasto è un guasto con fuoriuscita. Ora, a questo punto non so cosa intendessi, ma visto che si parlava di guasti con fuoriuscita, io consideravo guasti con fuoriuscita.

 

 

Considera anche che ad ogni anno che passa le centrali più vecchie vengono viste sempre più insicure. Per l'epoca e per gli standard di sicurezza sovietici la centrale di Chernobyl era nuova e quindi sicura

Non dico di no, ma se a oggi il rischio di una centrale costruita nell'83 è 1/20, e quello di una centrale nuova sarebbe 10^-14, allora vedi sopra.

 

 

Il discorso è simile per Three Mile Island, il generatore n°2 era stato ultimato nel '74 e l'incidente avvenne nel '79, [...] solo che qui il problema fu solo il blocco di una valvola, a livello tecnico

Lo so, ma questo non cambia che c'è stata una fuoriuscita.

 

Aggiunta: Leggo che "non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. [...] circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali [...] fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata"; vi risulta? Il problema della necessità d'acqua è mai stato analizzato? ;)


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Inviato il 07 giugno 2008 16:29

la fuoriuscita di Three Mile Island innanzitutto era valutata nell'ordine dei criteri di sicurezza americani e del 1979, quindi nulla di comparabile con i livelli di sicurezza internazionali stimati ad oggi 2008 con 30 anni di ricerche fisiche e mediche in più, in oltre la centrale in se contenne tutto il materiale radioattivo, ciò che venne rilasciato nell'ambiente venne volontariamente rilasciato dopo una valutazione ed il conseguente ordine del NRC, in quanto per l'ente la contaminazione derivante da quel rilascio non era, per i parametri dell'epoca, così grave, almeno non in confronto al rischio di esplosione della bolla d'idrogeno e gas radioattivi venutasi a creare sul cielo del vessel, nel caso avessero deciso di spurgarla in altro modo.


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