la fuoriuscita di Three Mile Island innanzitutto era valutata nell'ordine dei criteri di sicurezza americani e del 1979, quindi nulla di comparabile con i livelli di sicurezza internazionali stimati ad oggi 2008 con 30 anni di ricerche fisiche e mediche in più
E io che ho detto? ;) Non ho detto che per le conoscenze dei tempi sia stata una scelta sbagliata, o che per i tempi erano bombe a orologeria, ma che se a oggi (si spererebbe che con l'avanzare della tecnologia vengano aggiornati un minimo anche i sistemi di sicurezza delle centrali vecchie) hanno un rischio di 1/20, a fronte di un rischio di una centrale nuova di 1/10^14, allora sono bombe a orologeria. Come ho esplicitamente detto, questa teminologia è dovuta a una differenza di rischio dell'ordine di milioni o miliardi di volte, se non vi piace sostituitela con "(1) le centrali costruite in passato hanno a oggi un rischio di fuoriuscita superiore di 5 000 000 000÷5 000 000 000 000 di volte". Inoltre, non ho mai negato che "ciò che venne rilasciato nell'ambiente venne volontariamente rilasciato", sto semplicemente dicendo che, se si parla di probabilità di un rilascio, vanno considerati anche i rilasci volontari, in quanto di fatto un problema che abbia come soluzione in rilascio volontario aumenta la probabilità di rilascio; in termini terra terra, un rilascio volontario è comunque un rilascio.
Inoltre, il fatto che ai tempi non fosse considerato grave non significa che realmente non lo fosse: se è vero, come ho letto, che i limiti sono dell'ordine delle decine di migliaia di Bequerel; e è se vero che, come riportato in quella lista, il rilascio è stato dell'ordine di 15 000 TBq; onestamente cosí leggero non mi sembra.
ciò che venne rilasciato nell'ambiente venne volontariamente rilasciato dopo una valutazione ed il conseguente ordine del NRC, in quanto per l'ente la contaminazione derivante da quel rilascio non era, per i parametri dell'epoca, così grave
Aspetta: una cosa è dire che per i parametri dell'epoca non era considerato "cosí grave" (che comunque implica qualche effetto), un'altra è dire che non ha alterato nemmeno la radioattività naturale locale, e quanto sostenuto è la seconda, non la prima. E, se pur con i piú stringenti criteri odierni si dice che non ha avuto nessun effetto, nemmeno sulla radioattività naturale locale, allora il discorso non è piú sui criteri americani del 1979.
Purtroppo il punto focale è che queste centrali, con tutti i loro problemi, errori e tecnologia superata, verranno smantellate nei prossimi anni, dato che come già detto la vita media di una CN è di 10-15 anni. Quindi, tutta la casistica che hai riportato serve a valere da monito per il futuro, ma tecnicamente non serve a nulla. Se negli ultimi 50 anni ci sono state perdite, esplosioni, fusioni e varie, per il discorso che qui stiamo facendo non ce ne importa un fico secco, dato che i problemi riguardavano quasi tutte centrali di I generazione o di II ma con progetti datati. Attualmente i più diffusi sono quelli di II generazione che, tra l'altro, sono in via di smantellamento perché dal 1996 sono iniziate le costruzioni di reattori di III generazione. E' di questi che dovremmo preoccuparci perché se verranno costruite delle centrali nucleari in Italia saranno questi a venire utilizzati, non quelli vecchi che spariranno entro una decina d'anni.
Il target in termini di sicurezza per questi reattori è di 10^8 anni/reattore senza incidenti con danneggiamento grave del nocciolo, in altri termini un reattore costruito all'epoca della scomparsa dei dinosauri in teoria avrebbe meno del 50% di probabilità di essere soggetto ad un guasto di entità tale da causare un disastro ambientale.Tra le migliorie progressive si possono elencare alcuni sistemi di sicurezza passiva e di sicurezza attiva nel circuito refrigerante, come p.es l'introduzione di tubazioni concentriche interne a giunti saldati (per assorbire la dilatazione termica), contenute all'interno di tubi in acciaio più spessi, con una intercapedine di acqua naturale, e con le giunzioni delle tubature esterne serrate da viti.
La camera del reattore nucleare è contenuta dentro un doppio contenitore: uno interno metallico che permette la cessione passiva di calore dalla camera del reattore ad una intercapedine esterna, e spruzzatori (di emergenza) di acqua che irrorano dall'esterno questo contenitore in acciaio (ma in alcuni progetti è rinforzato con strati in titanio e carburo di boro, in modo che, nell'eventualità dell'interruzione di tutti i circuti refrigeranti, si possa asportare passivamente il calore del reattore per convezione ed evaporazione.
Tra il contenitore interno e quello esterno vi è una intercapedine dove può circolare l'aria per raffreddare passivamante il contenitore metallico interno.
In molti progetti (ad.es EPR) il contenitore esterno è progettato come una doppia parete in cemento armato molto spesso, rinforzata con contrafforti, ed i loro progettisti le ritengono in grado di resistere sia ad impatti di aerei di linea che a terremoti della più elevata intensità.
Questi reattori incorporano sistemi di pompe ridondanti (modelli molto ben conosciuti e collaudati), scambiatori di calore avanzati in lega inconel, ed altri componenti che sono stati migliorati negli anni. Hanno un doppio circuito di raffreddamento ad acqua, uno interno ad alta pressione, a contatto con il reattore ed un altro esterno ad acqua bollente, che diventando vapore d'acqua fornisce pressione a delle turbine avanzate. Hanno bisogno di grandi quantità d'acqua per i condensatori delle turbine e spesso si trovano nei pressi di fiumi o laghi.
In generale la III-Generazione, comportando investimenti più elevati, fonda la sua competitività economica più sulla capacità di bruciare maggiori quantità di combustibile producendo meno scorie, ricavando dunque più energia dal singolo kg di uranio inserito- che dal contenimento dei costi di costruzione.
Il Reattore EPR infatti, a fronte di un costo capitale molto più elevato (più del doppio), garantisce però in fase operativa il doppio dei MW per ogni tonnellata di uranio inserito (il burn-up passa infatti da una media nei reattori odierni di 35.000 MWd/t a un livello pari a 70.000 MWd/t) riducendo al contempo di quasi il venti per cento la quantità di scorie emessa.
Purtroppo il punto focale è che queste centrali, con tutti i loro problemi, errori e tecnologia superata, verranno smantellate nei prossimi anni, dato che come già detto la vita media di una CN è di 10-15 anni. Quindi, tutta la casistica che hai riportato serve a valere da monito per il futuro, ma tecnicamente non serve a nulla. Se negli ultimi 50 anni ci sono state perdite, esplosioni, fusioni e varie, per il discorso che qui stiamo facendo non ce ne importa un fico secco, dato che i problemi riguardavano quasi tutte centrali di I generazione o di II ma con progetti datati. Attualmente i più diffusi sono quelli di II generazione che, tra l'altro, sono in via di smantellamento perché dal 1996 sono iniziate le costruzioni di reattori di III generazione. E' di questi che dovremmo preoccuparci perché se verranno costruite delle centrali nucleari in Italia saranno questi a venire utilizzati, non quelli vecchi che spariranno entro una decina d'anni
Hai ragione, ma il punto è semplicemente uno: innanzitutto, liquidare un evento come quello di Three Mile Island con un semplice "Non ha avuto nessuna conseguenza, neppure sulla radioattività naturale locale", nonostante i suoi 5/7 di gravità e i suoi 15 000 TBq di radioattività mi lascia quantomeno dubbio, e se avesse avuto conseguenze mi parrebbe un sottostimare il problema.
Poi, se consideriamo la vita media di una centrale di 25÷30 anni, aumentabile con opere di ringiovanimento (dati che ho io integrati con le aggiunte di Blackfyre fatte qui e in altra sede), la finestra temporale si amplia non di poco.
Inoltre, quella casistica, come detto, serve a spiegare ulteriormente il perché dei miei dubbi sul rischio di 10^-14, e nello specifico mi chiedo se sia realistico che il rischio sia diminuito di 5 000 000 000÷5 000 000 000 000 di volte, o, detto in altri termini, che con un simile salto qualitativo nella sicurezza non si sia riusciti a rendere le centrali vecchie piú sicure, rispetto a quel 1/20, non dico di un simile fattore, ma di un fattore mille. Anche perché il dato fornito da Blackfyre sulle centrali classiche è di 1/10^5, e anche questo mi fa strano, in relazione a un rischio sulla sola fuoriuscita di 1/20 (con le considerazioni già fatte).
In definitiva, è l'analisi comparata dei dati, con inoltre la serie storica, che mi lascia perplesso sulla realtà dei numeri forniti; poi magari saranno veri, ma il dubbio resta.
Sottolineo nuovamente, per chiarezza, una cosa: l'articolo che hai mandato parla di "meno del 50% di probabilità di essere soggetto ad un guasto di entità tale da causare un disastro ambientale", mentre il discorso qui affrontato parla di fuoriuscita, e le due cose sono abissalmente diverse.
Parentesi su Three Mile Island: forse la comparazione estesa fa capire meglio il mio dubbio: Uomo di 70 kg, 8 000 Bq; limiti europei (sempre se il riferimento, trovato sul sito della Zanichelli, a quella direttiva del 2000 è reale), 10 000 Bq; su un documento dell'istituto Belrad ho letto che i limiti per un bambino sono 70 Bq/kg, e per un adulto 200 Bq/kg; questi valori sono all'incirca sostenuti anche da Bandajevsky (ex rettore dell'Istituto di medicina di Gomel) e da Nesterenko (direttore dell'Istituto di Energia Nucleare dell'Accademia Nazionale delle Scienze a Belarus); Three Mile Island, 15 000 000 000 000 000 Bq. Possibile che un simile divario non abbia avuto il benché minimo effetto? Che senso hanno allora limiti cosí bassi (tutti i limiti che ho trovato, al momento, hanno al massimo un ordine di grandezza di 10^4)?
No..allora..o io scrivo in maniera incomprensibile o non lo so..
Ho scritto 1/20 per far capire che il tuo calcolo non era sensato. Quelle fughe, gran parte delle quali di quantità irrisorie, vanno valutate sugli anni di servizio e soprattutto anche con le altre 400 centrali che non hanno mai avuto problemi. E questo è il punto primo.
Punto secondo, il livello di sicurezza delle centrali di generazione II (grande maggioranza di quelle operative oggi) è valutato in 1/10^5. Il dato potrebbe essere stato in partenza ottimistico ma poi gli inteventi già effettuati, soprattutto su quelle centrali a cui sono stati licenziati altri 10-20 anni di servizio, lo hanno riportato certamente a quei livelli.
Punto terzo, ripeto ancora una volta che è inutile paragonare centrali progettate con calcolatori degli anni '60 e con i calcolatori di oggi..e penso che questo punto sia chiaro..oggi non si approssima come allora, oggi si simula tutto quanto il vessel insieme eccetera.
Punto quarto, i limiti di assorbimento sono talmente bassi che con il solo fondo terrestere dovremmo in teoria essere tutti considerati come lavoratori esposti..detto questo, quei limiti mi stupiscono. Il corpo umano regge senza problemi livelli di 0,2-0,3 Curie, dove 1 Cu = 3,7x10^10 Bq..vogliamo scendere di 3 ordini di grandezza? Ok ma restiamo sempre su 10^6 Bq. Ora, a TMI la fuoriuscita non è stato niente di catastrofico (e ripeto le zero conseguenze) appunto perchè controllata. Non so cosa ci sia di strano nel dire che una uscita controllata è migliore..l'operatore sceglie come, dove e quando rilasciare queste sostanze e quindi il danno è minimo (il danno è zero).
come già detto la vita media di una CN è di 10-15 anni
La vita media che era stata prevista in partenza per una centrale è di 30 anni, poi molte sono state licenziate per 45-50 anni di attività.
Si noti come in quattro casi, in oltre 50 anni di esercizio, si siano avuti incidenti gravi con contaminazione esterna (e di questi, 3 abbiano riguardato la filiera gas-grafite, oggi obsoleta). Molto più numerosi e spesso poco noti sono gli incidenti anche gravi e con potenziale rischio esterno dovuti principalmente a errori umani e che tuttavia sono stati confinati all'interno delle centrali grazie alle misure di sicurezza ed in qualche caso anche grazie alla fortuna, come nel caso di Browns Ferry in cui un gruppo di tecnici provocarono un incendio nel tentativo di riparare una perdita d'aria da un tubo [25]. Continui e molto frequenti sono gli eventi di livello 0 e 1, sia in occidente che nel resto del mondo.
Scusa blackfyre, ho mal interpretato io questa affermazione:
Effetti sui materialiLa trasmutazione rende necessaria una attenta scelta degli acciai e delle leghe metalliche destinate ad operare in ambienti radioattivi, perché ne cambia la composizione chimica e può far loro perdere le necessarie caratteristiche di resistenza meccanica; anche il cemento va incontro agli stessi inconvenienti, seppure in modo meno marcato. Inoltre, i nuclei trasmutati sono in parte anch'essi radioattivi; perciò il materiale, se esposto in via permanente alle radiazioni, con il passare del tempo accumula al suo interno isotopi instabili e diventa sempre più radioattivo. Questo è il motivo principale per cui le centrali nucleari hanno un limite di vita operativa prefissato (alcuni decenni), al termine del quale devono essere smantellate.
Inoltre la radioattività è in grado di rendere inutilizzabile un circuito elettronico basato su semiconduttori, trasmutando gli atomi di silicio e alterando le deboli concentrazioni di elementi droganti da cui tali componenti elettronici derivano le loro capacità.
Ho scritto 1/20 per far capire che il tuo calcolo non era sensato
E io ho spiegato perché ho dato quel valore, pur sapendo che era approssimato; il punto è la distanza tra i due valori: la serie storica diventa paragonabile a 1/10^-14? Vista la storia passata, direi di no. Che sia 1/20 1/100 1/1 000 1/10 000 1/100 000, il senso resta quello; e restano le mie considerazioni, che per i motivi detti continuano a sembrarmi valide: o nei dati c'è qualcosa che non torna, oppure rispetto alle nuove le vecchie centrali sono bombe a orologeria (sette, otto, nove ordini di grandezza di differenza), con un'innovazione della sicurezza che onestamente non so quanto sia stata presente. Magari sbaglio, ma soprattutto se ipotizziamo che si siano fatti aggiornamenti alla sicurezza (e lo spererei, e quanto dici tu sembrerebbe confermarlo) una decina almeno di ordini di grandezza di differenza mi sembra un po' troppo.
quei limiti mi stupiscono. Il corpo umano regge senza problemi livelli di 0,2-0,3 Curie, dove 1 Cu = 3,7x10^10 Bq..vogliamo scendere di 3 ordini di grandezza?
Restiamo pure sul massimo, anche se resta ancora il dubbio dei limiti che ho trovato: 0,3·3,7·10^10, significa 11,1 GBq; a Three Mile Island sono stati 15 000 TBq; ossia, sei ordini di grandezza. Un milione di volte in piú. E se il limite dell'Uomo è quello, immagino che la radioattività naturale sia ancora piú bassa, e quindi la differenza con la fuoriuscita ancora piú alta. E l'effetto, anche sulla radioattività naturale, sarebbe stato pari a zero? Se non altro, mi tengo il beneficio del dubbio.
Non so cosa ci sia di strano nel dire che una uscita controllata è migliore
Nemmeno io. Mi citeresti dove avrei detto il contrario? ;) Torno a dire che il dubbio è su un danno nullo, su un mantenersi inalterato persino della radioattività naturale locale, che sono cose ben diverse dal negare che una fuoriuscita controllata sia migliore.
E io ho spiegato perché ho dato quel valore, pur sapendo che era approssimato; il punto è la distanza tra i due valori: la serie storica diventa paragonabile a 1/10^-14? Vista la storia passata, direi di no. Che sia 1/20 1/100 1/1 000 1/10 000 1/100 000, il senso resta quello; e restano le mie considerazioni, che per i motivi detti continuano a sembrarmi valide: o nei dati c'è qualcosa che non torna, oppure rispetto alle nuove le vecchie centrali sono bombe a orologeria (sette, otto, nove ordini di grandezza di differenza), con un'innovazione della sicurezza che onestamente non so quanto sia stata presente. Magari sbaglio, ma soprattutto se ipotizziamo che si siano fatti aggiornamenti alla sicurezza (e lo spererei, e quanto dici tu sembrerebbe confermarlo) una decina almeno di ordini di grandezza di differenza mi sembra un po' troppo.
Senti, libero di dubitare di tutto e tutti. Prendi un libro di fisica del reattore, vai alla parte relativa all'analisi di rischio e vedi che cosa ti dice. Prendi una statistica seria, con incidenti che siano davvero rilevanti e vedrai che i risultati combaciano. Prendi i documenti ENEA e del Generation IV forum e vedi cosa dicono.
Restiamo pure sul massimo, anche se resta ancora il dubbio dei limiti che ho trovato: 0,3·3,7·10^10, significa 11,1 GBq; a Three Mile Island sono stati 15 000 TBq; ossia, sei ordini di grandezza. Un milione di volte in piú. E se il limite dell'Uomo è quello, immagino che la radioattività naturale sia ancora piú bassa, e quindi la differenza con la fuoriuscita ancora piú alta. E l'effetto, anche sulla radioattività naturale, sarebbe stato pari a zero? Se non altro, mi tengo il beneficio del dubbio.
Senti ma..la parte dove ti dico che il rilascio controllato è stato fatto dove e quando ritenuto opportuno secondo te cosa vuole dire? Evidentemente tale rilascio è stato fatto in maniera sicura per ambiente e persone.
Mi citeresti dove avrei detto il contrario?
Non hai detto il contrario, ma da quello che scrivi sembra che li consideri come equivalenti quando evidentemente non lo sono.
Senti, libero di dubitare di tutto e tutti. Prendi un libro di fisica del reattore, vai alla parte relativa all'analisi di rischio e vedi che cosa ti dice. Prendi una statistica seria, con incidenti che siano davvero rilevanti e vedrai che i risultati combaciano. Prendi i documenti ENEA e del Generation IV forum e vedi cosa dicono
Faccio notare che ho detto anche cose nel caso i numeri siano giusti; in pratica sostieni che ci sono dieci ordini di grandezza tra il rischio di una centrale a oggi funzionante, e una ipotetica costruita oggi? Se sí, non ho detto che sia necessariamente falso, ma che (1) le centrali funzionanti oggi sono bombe a orologeria (nel senso detto), e (2) mi chiedo che interventi per migliorare la sicurezza siano stati fatti. Su queste cose non hai detto nulla, e non sono cose che si basano sul "I numeri che hai dato non sono veri", anzi al contrario.
la parte dove ti dico che il rilascio controllato è stato fatto dove e quando ritenuto opportuno secondo te cosa vuole dire? Evidentemente tale rilascio è stato fatto in maniera sicura per ambiente e persone
A parte che "in maniera sicura per ambiente e persone" non significa "effetto zero", e a parte che quanto era considerato sicuro dagli standard del 1979 non è detto che effettivamente lo fosse (oppure sostieni che l'anidride carbonica rilasciata durante la rivoluzione industriale non ha avuto effetti sul clima, visto che ai tempi non si sapeva?); a parte questo, se tu stesso dici che la radiazione che l'Uomo può sopportare è 0,3 Cu (da cui ipotizzo che la radioattività naturale sia inferiore); e Three Mile Island ha rilasciato 405 410 Cu; il dubbio sull'"Effetto zero" (sia sull'Uomo, sia sull'ambiente) mi pare quantomeno lecito, visto che il rilascio è 1 351 400 di volte superiore al limite che tu hai dato. C'è stato un effetto nullo? Bene, spiega il perché; "Perché è stato un rilascio controllato" non è una motivazione, visto che anche le cose controllate possono avere effetti.
Non hai detto il contrario, ma da quello che scrivi sembra che li consideri come equivalenti quando evidentemente non lo sono
Non ho mai detto che siano equivalenti, e se ho esplicitamente detto che, pur andando considerate entrambi, vanno considerate con le dovute differenze (a memoria, se vuoi cerco i messaggi), evidentemente non le considero equivalenti.
ragazzi, non vi pare di esservi fossilizzati sullo stesso diverbio da troppo tempo? non ne sta uscendo molto di costruttivo nei confronti di chi leggendo vorrebbe sapere qualcosa di più riguardo al nucleare. Dal 1945 quanti incidenti ci sono stati? 10? 100? 1000? va bene, sono successi. era quell'epoca e le conoscenze in materia erano relative all'epoca, ma se vogliamo parlare del futuro nucleare in Italia forse non dovremmo intestardirci sui rilasci di radiazioni e sulle norme di sicurezza negli Stati Uniti ed in Unione Sovietica tra gli anni '70 ed '80, ma dovremmo ragionare su cosa ci prospetta il futuro, sul nucleare che sta rinascendo nel mondo e che probabilmente nascerà anche in Italia. Le "bombe ad orologeria" sono ormai nella lista degli artificieri e destinate in tempi non troppo lontani a venire smantellate e rimpiazzate con impianti nuovi. Pensiamo a come sono messe a livello di sicurezza le centrali costruite da metà degli anni '90 e non a come stanno quelle costruite negli anni '50.
Dal 1945 quanti incidenti ci sono stati? 10? 100? 1000? va bene, sono successi. era quell'epoca e le conoscenze in materia erano relative all'epoca, ma se vogliamo parlare del futuro nucleare in Italia forse non dovremmo intestardirci sui rilasci di radiazioni e sulle norme di sicurezza negli Stati Uniti ed in Unione Sovietica tra gli anni '70 ed '80
Da parte mia sto solamente cercando di capire: ho preso i limiti dati da Blackfyre, ho guardato di quanto è superiore l'emissione nel caso di Three Mile Island, e, visto l'enorme divario, sto chiedendo perché non avrebbe avuto il benché minimo effetto. Questo non è una cosa passata, in quanto l'effetto (o la mancanza di effetto) avuto in passato lo avrebbe anche in futuro, e quindi potrebbe andare a influenzare normative, limiti, sistemi di sicurezza, ecc. Non mi pare una domanda assurda, nemmeno in relazione al futuro. Cosí come non mi pare assurdo l'interrogarsi sul perché di quei limiti (i 10 000 Bq citati).
Sulla questione delle "bombe" a orologeria, sto solamente cercando di capire come sia la differenza, se veramente ci siano quei dieci ordini di grandezza, se sí da cosa deriva: questo mi serve a valutare i numeri dati per le centrali future, e a capire se e quanto migliorie ai sistemi di sicurezza sono state fatte nel corso degli anni. Se una ditta non ne avesse mai fatte, e la stessa costruisse una centrale, il dubbio su come la gestirebbe mi pare lecito.
Da parte mia sto solamente cercando di capire: ho preso i limiti dati da Blackfyre, ho guardato di quanto è superiore l'emissione nel caso di Three Mile Island, e, visto l'enorme divario, sto chiedendo perché non avrebbe avuto il benché minimo effetto. Questo non è una cosa passata, in quanto l'effetto (o la mancanza di effetto) avuto in passato lo avrebbe anche in futuro, e quindi potrebbe andare a influenzare normative, limiti, sistemi di sicurezza, ecc. Non mi pare una domanda assurda, nemmeno in relazione al futuro. Cosí come non mi pare assurdo l'interrogarsi sul perché di quei limiti (i 10 000 Bq citati).
Tieni conto che ad ogni nuovo incidente serio vengono rivisti i parametri di sicurezza internazionali, quindi le normative che rispetteranno le future centrali terranno conto della casistica di tutti gli incidenti avvenuti fino ad oggi (e non solo, dall11 settembre 2001 i nuovi progetti tengono conto anche di eventuali massicci attacchi terroristici), delle loro dosi di contaminazione e degli effetti biologici e sanitari documentati.
Sulla questione delle "bombe" a orologeria, sto solamente cercando di capire come sia la differenza, se veramente ci siano quei dieci ordini di grandezza, se sí da cosa deriva: questo mi serve a valutare i numeri dati per le centrali future, e a capire se e quanto migliorie ai sistemi di sicurezza sono state fatte nel corso degli anni. Se una ditta non ne avesse mai fatte, e la stessa costruisse una centrale, il dubbio su come la gestirebbe mi pare lecito.
Ho i miei dubbi che gli stessi ingegneri di Chernobyl se ne vadano tutt'ora in giro a dispensare progetti di centrali nucleari, e soprattutto che lo facciano senza tener conto di 20 anni di progresso...le modifiche a vecchi impianti poi sono relative all'impianto stesso, se oggi inventano un radioisolante con sistema di raffreddamento integrato montato come primo strato sull'esterno del vessel, cosa vorresti fare, smantellare tutta la copertura del reattore (attivo fino a 5 minuti prima) per metterci su la copertura nuova e poi rifargli la copertura in cemento sopra? Gli ammodernamenti possono avvenire, ma ci sono dei limiti, non puoi intervenire sulla struttura dell'impianto. Potrai montare delle pompe più recenti, dei sensori nuovi, dei sistemi di emergenza ausiliari integrabili a quello originale, ma non puoi rimettere una centrale a nuovo. Si interviene nei limiti del fattibile affinche tiri avanti fino al suo naturale pensionamento.
Tieni conto che ad ogni nuovo incidente serio vengono rivisti i parametri di sicurezza internazionali, quindi le normative che rispetteranno le future centrali terranno conto della casistica di tutti gli incidenti avvenuti fino ad oggi (e non solo, dall11 settembre 2001 i nuovi progetti tengono conto anche di eventuali massicci attacchi terroristici), delle loro dosi di contaminazione e degli effetti biologici e sanitari documentati
Vero; ma, come già detto, dire che non ha avuto effetto è diverso da dire che ha avuto un effetto trascurabile per gli standard dell'epoca, e il discorso qui fatto è "Non ha avuto effetti". Se mi si dice che non ha avuto effetti, ossia che ancora a oggi si considera che l'effetto di quell'immissione è stato nullo, considerando il rapporto tra la dose sopportabile dall'Uomo e quella immessa (oltre un milione) il dubbio su questo effetto nullo è quanto meno lecito, a mio parere. Ripeto che se il discorso è "Per gli standard dell'epoca l'effetto era accettabile" è una cosa, e posso anche accettarla; se il discorso è "L'effetto è stato nullo, non ha nemmeno cambiato la radioattività naturale locale [cosa che prescinde da standard]", invece è un'altra cosa.
le modifiche a vecchi impianti poi sono relative all'impianto stesso, se oggi inventano un radioisolante con sistema di raffreddamento integrato montato come primo strato sull'esterno del vessel, cosa vorresti fare, smantellare tutta la copertura del reattore (attivo fino a 5 minuti prima) per metterci su la copertura nuova e poi rifargli la copertura in cemento sopra?
No, infatti ho espressamente detto che non mi aspetto lo stesso ordine di grandezza; ma dieci ordini di grandezza di differenza? Mi pare un po' tanto, da cui il dubbio.
Calcola anche che anche i dati forniti sono del 1979 e ciò che possiamo fare noi al di là di questi è al massimo una stima. Se il rapporto dell'epoca dice che l'emissione era innocua possiamo solamente spettegolare sul concetto di innocuo dell'epoca, se all'epoca non hanno potuto/voluto approfondire l'analisi, a noi non resta che un pugno di mosche ed un po' di illazioni in mano...
Non sono un fisico, né un ingegnere nucleare, quindi non so dirti in che ordine e grado siano avvenuti gli ammodernamenti. Però mi fido discretamente di Blackfyre (sei un ingegnere nucleare?) che si sta dimostrando molto preparato sull'argomento e con valide fonti ufficiali d'appoggio.
Calcola anche che anche i dati forniti sono del 1979 e ciò che possiamo fare noi al di là di questi è al massimo una stima. Se il rapporto dell'epoca dice che l'emissione era innocua possiamo solamente spettegolare sul concetto di innocuo dell'epoca, se all'epoca non hanno potuto/voluto approfondire l'analisi, a noi non resta che un pugno di mosche ed un po' di illazioni in mano
A parte che "innocuo" è diverso da "effetto nullo", sarà anche vero che possiamo fare solo una stima, ma penso che avendo i dati di partenza (emissione, radioattività naturale, ecc.) si possa impostare un calcolo, almeno per vedere se chi era lí ha subito qualche effetto, per vedere se almeno la radioattività naturale locale è cambiata; se questi calcoli non sono stati fatti, su che base si dice l'effetto nullo? Se sono stati fatti, come fa una simile discrepanza di radioattività a non fare nessun effetto, nemmeno sui valori locali? Non mi sembrano domande assurde.
Però mi fido discretamente di Blackfyre (sei un ingegnere nucleare?) che si sta dimostrando molto preparato sull'argomento e con valide fonti ufficiali d'appoggio
Studia ingegneria nucleare. Il punto non è fidarsi o non fidarsi di lui, ma che vorrei qualche motivazione al di là di "È stato controllato" a sostegno dell'affermazione che una fuoriuscita con oltre un milione di volte la radioattività naturale non ha nemmeno alterato i valori locali (cosí come vorrei una spiegazione dei limiti trovati, ma questo è un altro discorso). Poi magari sarò solo io che mi faccio molti problemi, ma un'affermazione come "La radioattività naturale è inferiore ai 0,3 Cu, a Three Mile Island c'è stata un'emissione di 405 410 Cu, ossia 1 351 400 di volte in piú; nonostante questo, non è nemmeno cambiata la radioattività naturale locale" mi lascia perplesso. Se tu riesci a crederci senza problemi va bene, io continuo a rimanere perplesso, e, sarà un mio limite, "Era un'emissione controllata" non basta a dimostrare l'effetto nullo; del resto, un'amputazione è una perdita controllata di un arto, e viene fatta per ridurre i danni, ma questo non significa che il suo effetto sia nullo. È meno dannoso di quello che si avrebbe altrimenti, questo sí, ma nullo è tutt'altra cosa.
La radioattività naturale è inferiore ai 0,3 Cu, a Three Mile Island c'è stata un'emissione di 405 410 Cu, ossia 1 351 400 di volte in piú; nonostante questo, non è nemmeno cambiata la radioattività naturale locale
Non ho mai detto una cosa simile, ho detto effetto zero che sono due cose diverse. La radioattività naturale varia, ovviamente, da zona a zona..e in passato (anche quando c'era già l'uomo e la vita) era più alta perchè una parte degli isotopi oggi stabili allora non lo erano. Detto questo, se ti fai una lastra non ti succede nulla di sgradito, l'effetto è zero. Se ti fai 2 lastre uguale. Se il rilascio è fatto in maniera tale che la quantità è modesta l'effetto è zero. Se rilasci una quantità di Bq in un volume adatto di gas non attivo l'effetto è zero. Non ci vuole molta immaginazione per fare ragionamenti di questo tipo.
Blackfyre (sei un ingegnere nucleare?)
Quasi >_>
Le "bombe ad orologeria" sono ormai nella lista degli artificieri e destinate in tempi non troppo lontani a venire smantellate e rimpiazzate con impianti nuovi. Pensiamo a come sono messe a livello di sicurezza le centrali costruite da metà degli anni '90 e non a come stanno quelle costruite negli anni '50.
Sono paginate che lo dico..