Allora, il calcolo effettuato in classe porta ad un costo del kWh di circa 3-3,5 centesimi di euro. Il costo medio in Italia è circa il doppio, tanto per portare un esempio. Coiante tira solo acqua al suo mulino perchè, guarda caso è dirigente del settore fotovoltaico dell'ENEA...penso male e non mi interessa di fare peccato. I calcoli non li riporto primo perchè non ho voglia e secondo perchè non mi sembra il caso di intasare il forum con pagine di numeri.
Non so quanti anni di costruzione saranno per la centrale finlandese, fatto è che altre centrali commissionate ad Areva o GE o chi altro sono costruite in tempi standard di 4 anni, ad esempio per le ultime centrali cinesi entrate in funzionamento. La Cina attualmente ha 9 centrali, tutte di nuovissima produzione, e mi devo correggere..ha piazzato 4 ordini per i prossimi 5 anni, 16 per i prossimi 10 e 30 per i prossimi 20.
Ancora, i processi di arricchimento eccetera..necessitano di energia non di CO2 e quindi, con una produzione massiciamente non dipendente dai combustibili fossili la questione è risolta alla sorgente.
il calcolo effettuato in classe porta ad un costo del kWh di circa 3-3,5 centesimi di euro. Il costo medio in Italia è circa il doppio, tanto per portare un esempio. Coiante tira solo acqua al suo mulino perchè, guarda caso è dirigente del settore fotovoltaico dell'ENEA...penso male e non mi interessa di fare peccato. I calcoli non li riporto primo perchè non ho voglia e secondo perchè non mi sembra il caso di intasare il forum con pagine di numeri
Il che è nel tuo diritto; ma non avertene a male se tra un articolo ragionato e argomentato, e un numero buttato lí senza portare basi, credo all'articolo. Anche perché mi viene da chiedermi come mai il settore nucleare dell'EDF richieda contributi statali per andare in pari (nonostante, non esistendo ancora i siti definitivi per le scorie, questi costi non siano ancora stati affrontati), se il nucleare è tanto conveniente. Senza contare che Coiante non ha solo scritto quell'articolo, ma ha anche risposto a tutte le mie domande in merito, facendo poi un secondo articolo di aggiornamento/approfondimento. Non servirebbe nemmeno intasare il forum: anche tralasciando la funzione di anticipazione (comoda per mettere pagine di numeri senza che allunghino il messaggio ai non interessati), potresti per dire girarmelo via mail.
Comunque, seguendo il tuo ragionamento guardacaso a sostenere l'economicità del nucleare sono persone pro-nucleare, tu stesso studi ingegneria nucleare (e quindi penso auspichi a una ripresa in Italia e/o a un continuamento/aumento nel resto del mondo, magari a un lavoro nel campo); sempre per il tuo ragionamento, a questo punto dovrei pensare male, e considerare inaffidabile quanto dici.
Tra parentesi, Coiante sarà il dirigente del settore fotovoltaico dell'ENEA, ma ha lavorato anche in ambito nucleare, quindi se non altro conosce l'argomento.
i processi di arricchimento eccetera..necessitano di energia non di CO2 e quindi, con una produzione massiciamente non dipendente dai combustibili fossili la questione è risolta alla sorgente
Vero, né l'articolo dice il contrario; il che però richiede "una produzione massiciamente non dipendente dai combustibili fossili", cosa che a oggi non mi risulta esserci, e quindi a oggi non corrisponde al vero dire che l'utilizzo del nucleare azzera le emissioni di anidride carbonica: al massimo, "in futuro forse azzereranno", ma è diverso.
Io studio Ing. Nucleare e spero/auspico e tutto il resto ovviamente. La differenza fra me e Coiante è che io quello che scrivo e studio lo faccio per passione, lui lavora ed entrano nel discorso i denari. Fermo restando che lui è laureato in fisica, quindi posso permettermi di dire che la tecnologia nucleare la conosca non più di quanto la conosca io.
Il discorso sulla CO2 emessa è un cane che si morde la coda, se non comincia a produrla l'energia in maniera CO2-free non la avrai mai...quindi corrisponde al vero dire che azzera (ok quasi azzera) l'emissione, perchè la parte prodotta da quella centrale sarà CO2-free. Se poi se ne costruiranno altre eccetera eccetera e il discorso sviluppa. Facendo nulla le cose non migliorano.
Il discorso della Francia è diverso, loro hanno esagerato perchè percentualmente hanno circa l'80% da nucleare. Ora un discorso simile l'ho già fatto in questa discussione ma lo riprendo brevemente, la richiesta di energia varia molto durante le 24 ore della giornata tipo..mentre una centrale a gas (tanto per dire) non risente molto in termini di vita utile per quanto riguarda il carico (mentre il rendimento risente), una centrale nucleare ne risente. Quindi, come devo aver già spiegato, l'ideale è coprire il 50-55% del carico con nucleare che funzia al massimo 24/7. Il resto con quanto disponibile, sperabilmente idroelettrico, termovalorizzazione, eolico e al limite gas naturale. Ad esempio la svizzera copre il suo fabbisogno con soli nucleare ed idroelettrico (e poi ne vende anche a noi). Quindi a seguito di questa esagerazione EDF deve sostenere costi notevoli.
Io studio Ing. Nucleare e spero/auspico e tutto il resto ovviamente. La differenza fra me e Coiante è che io quello che scrivo e studio lo faccio per passione, lui lavora ed entrano nel discorso i denari. Fermo restando che lui è laureato in fisica, quindi posso permettermi di dire che la tecnologia nucleare la conosca non più di quanto la conosca io
Non dico di no, resta il fatto che da un lato ho un articolo che calcola il costo secondo criteri accettati dall'IEA stessa, spiegando tutte le ipotesi fatte e argomentadole (articolo sostenuto tra l'altro anche di altre persone, tra cui docenti universitari, che non lavorano nel campo delle fonti rinnovabili); e dall'altra ho un "Il costo è minore, l'ho calcolato a lezione; quell'articolo è una buffonata", senza spiegazioni del come e perché si raggiungerebbe quel costo, né del perché l'articolo sarebbe una buffonata. Ripeto: non avertene a male, ma in questa condizione sono portato a credere all'articolo (che comunque penso rileggerò).
Il discorso sulla CO2 emessa è un cane che si morde la coda, se non comincia a produrla l'energia in maniera CO2-free non la avrai mai...quindi corrisponde al vero dire che azzera (ok quasi azzera) l'emissione, perchè la parte prodotta da quella centrale sarà CO2-free. Se poi se ne costruiranno altre eccetera eccetera e il discorso sviluppa. Facendo nulla le cose non migliorano
Perfettamente d'accordo, ma se è vero (come riportano quelle pagine) che l'emissione sarebbe paragonabile a quella di una centrale a ciclo combinato allora non è nemmeno "quasi azzera"; poi, concordo anch'io che da qualche parte si dovrà iniziare (e sarebbe interessante sapere se una centrale nucleare sarebbe in grado di generare tanta energia da soddisfare sé stessa, il carico e la produzione di combustibile), ma a oggi dire che non emetta anidride carbonica non è corretto, perché ignora una parte del ciclo (è analogo agli incentivi per le auto: sí, una Euro4 inquina meno di una Euro5; ma se considerando l'intero ciclo, produzione e smantellamento compresi, l'inquinamento di cambiare auto è superiore a quello di tenere quella vecchia, allora il cambiamento non riduce l'inquinamento).
Tieni presente che questa discussione è letta anche da persone non preparate in materia, che se leggono "Non produce anidride carbonica" pensano che il ciclo di generazione nucleare sia pulito; io stesso, pur avendo considerato la costruzione, ho per un po' tralasciato la produzione del combustibile.
Ora un discorso simile l'ho già fatto in questa discussione ma lo riprendo brevemente, la richiesta di energia varia molto durante le 24 ore della giornata tipo..mentre una centrale a gas (tanto per dire) non risente molto in termini di vita utile per quanto riguarda il carico (mentre il rendimento risente), una centrale nucleare ne risente. Quindi, come devo aver già spiegato, l'ideale è coprire il 50-55% del carico con nucleare che funzia al massimo 24/7. Il resto con quanto disponibile, sperabilmente idroelettrico, termovalorizzazione, eolico e al limite gas naturale
Conosco le caratteristiche delle varie centrali, quello che stavo dicendo è che ci sono diverse situazioni che sembrerebbero (e sottolineo "sembrerebbero") mostrare che il nucleare non è conveniente; accanto a questo, ci sono calcoli, ecc., ti rimando alla prima parte di questa risposta.
Comunque, ci sono da considerare anche altre cose: per l'incenerimento, dovrebbe essere l'ultimo stadio di un processo che diminuirebbe molto la quantità di rifiuti, e teniamo sempre presente che la quota di rinnovabile non controllabile non può comunque superare una certa quota del carico, pena l'instabilità.
Io non ne ho a male, ribadisco ancora una volta che la mia fonte è sicura come anche dimostrato dalla validità di tutte le informazioni che ho postato in precedenza. Poi su internet possiamo trovare di tutto e di più, spendendo 20 secondi con google si trova questo pdf: http://www2.ing.unipi.it/~d0728/GCIR/Costi.pdf con una bibliografia molto recente. Il calcolo fatto in classe ricalca all'incirca quelle cifre, fermo restando che è molto cautelativo, ad esempio considera una vita media di 30 anni e un rendimento del 30% quando potremmo tranquillamente usare 50 e 33%.
L'unico processo del ciclo veramente molto energivoro è l'arricchimento, anche se con le nuove tecniche la cosa può migliorare. Un impianto di arricchimento consuma tantissimo, credo (ma non sono sicuro) che servano 3000 MW; teniamo presente però che negli USA esiste un solo impianto e serve a produrre materiale per 104 centrali nucleari, quindi un equivalente di molto più di 3000 MW.
Lo so che la discussione la leggono anche i "non addetti" ma è una discussione appunto, e ogni volta riprendere quanto ho già detto nei post precendenti mi scoccia; molte cose le ho spiegate in maniera esauriente e basta un po' di pazienza per cercarle e rileggerle.
Il carico giornaliero medio può essere coperto bene, in italia ad esempio con 50% nucleare e il resto con l'idroelettrico che (putroppo) ha saturato i siti disponibili ma comunque porta un 15% (circa). I picchi di richiesta possono essere coperti con poche turbogas: piccole, di facile gestione e che ben si "sposano" con una certa percentuale di eolico (che spero aumenti in fretta) che comunque difficilmente vedo oltre il 10-12%. L'instabilità arriva con percentuali superiori al 20% da fonti aleatorie (Danimarca insegna).
ribadisco ancora una volta che la mia fonte è sicura come anche dimostrato dalla validità di tutte le informazioni che ho postato in precedenza
Anche le informazioni che Coiante mi ha dato sono sempre state valide, quindi sempre sulla base del tuo ragionamento anche le sue fonti dovrebbero essere sicure quanto le tue; non contesto la validità dei conti cui fai riferimento, ma non avendo possibilità di prenderne visione, sembrandomi quello di Coiante valido, non sapendo per quali motivi lo definisci "buffonata", e avendo avuto pareri positivi in merito da persone preparate in materia, personalmente non ho elementi per considerarlo non veritiero. Proprio per questo le due domande che ho fatto: conoscere i conti che hai tu e le basi mi permetterebbe di ragionarci sopra; e sapere il perché del tuo parere sul documento di Coiante mi permetterebbe di discriminare tra quanto da te detto e quanto da lui detto.
Poi leggerò il documento che segnali, ma al momento non è che abbia elementi per screditare il lavoro di Coiante...
Lo so che la discussione la leggono anche i "non addetti" ma è una discussione appunto, e ogni volta riprendere quanto ho già detto nei post precendenti mi scoccia; molte cose le ho spiegate in maniera esauriente e basta un po' di pazienza per cercarle e rileggerle
Vero; ma sulle emissioni da produzione di combustibile a memoria non era stato detto nulla, e il mio commento cui rispondi era relativo al fatto che dire "azzera le emissioni" nasconde (non sto dicendo fosse volontario, sia chiaro) il fatto che a oggi le emissioni ci sono (e secondo quel documento non trascurabili).
Per l'instabilità, la percentuale non è fissa, dipende da diversi fattori, non ultimo la rete: non essendo la nostra rete quella della Danimarca, non è necessariamente detto che le percentuali valide là lo siano anche da noi; a me erano stati forniti dati del 5÷10% massimo, con a memoria un estremo del 15%; raggiungere il 20%, in Italia, potrebbe quindi essere già causa di potenziale instabilità.
Proprio per questo le due domande che ho fatto: conoscere i conti che hai tu e le basi mi permetterebbe di ragionarci sopra; e sapere il perché del tuo parere sul documento di Coiante mi permetterebbe di discriminare tra quanto da te detto e quanto da lui detto.
Il concetto è molto semplice: io, che ho una conoscenza approfondita della materia, posso giudicarla una buffonata; spiegare ad un terzo non è possibile, soprattutto se non ha conoscenza in materia. Te Mornon hai una cultura scientifica buona, ma non conosci la materia quindi non posso spiegartelo. Il documento contiene tante piccole anomalie, senza contare che lui stesso in fondo ammette che anche il suo calcolo arriva a quel valore di circa 3 centesimi considerando dei parametri in maniera ragionevole invece del modo "terroristico" in cui li considera lui.
La rete italiana non è il massimo della vita, però non fa neanche così schifo. Dipende essenzialmente dalla zona in cui si produce, se questa è magliata o meno...senza contare che se la potenza è bassa allora si collega direttamente alla rete di distribuzione invece che quella di trasmissione. Senza contare che difficilmente supereremo il 10-12% in Italia.
io, che ho una conoscenza approfondita della materia, posso giudicarla una buffonata; spiegare ad un terzo non è possibile, soprattutto se non ha conoscenza in materia
Prendo atto, anche se ti chiedo se sarebbe impossibile o solamente lungo; ma se non ho elementi per scartare un lavoro rispetto a un altro non vedo perché dovrei scartarlo: va bene, tu mi dici che è una buffonata, ma altre persone preparate mi dicono altrimenti. Nulla di personale, ma su che base dovrei preferire quanto da te detto (in parte senza spiegazione) a quanto detto dagli altri, scartando un lavoro piuttosto che l'altro? Soprattutto a fronte di altri lavori (vedi dopo) che sembrano indicare costi che, per quanto inferiori a quelli di Coiante, sono superiori a quelli da te indicati, e che nel documento da te fornito sono pure indicati come conservativi.
Anche perché, come detto, Coiante non è l'ultimo arrivato in materia (sí, è un fisico, ma se non vado errato ha lavorato in campo nucleare, in centrali, e ha approfondito la materia), e diverse altre persone hanno giudicato il lavoro valido.
Comunque, ti segnalo uno studio sul costo del nucleare, in cui si arriva a calcolare 0,083÷0,111 $/kWh (mi è stato segnalato come "molto dettagliato", ma non l'ho ancora letto; scorrendolo ho trovato questo: The NJFF participants reviewed a number of studies that evaluated the lifecycle levelized cost of future nuclear power.2 We also relied on our own spreadsheet model to analyze the sensitivity of costs and price to certain factors. We found that a reasonable range for the expected levelized cost of nuclear power is between 8 and 11 cents per kilowatt-hour (kWh) delivered to the grid): come detto, minori di quelli di Coiante, ma maggiori di quelli del documento da te segnalato, che li segnala come molto conservativi.
Tra l'altro, sai da quanto sia, a oggi, la vita piú lunga registrata di una centrale nucleare?
lui stesso in fondo ammette che anche il suo calcolo arriva a quel valore di circa 3 centesimi considerando dei parametri in maniera ragionevole invece del modo "terroristico" in cui li considera lui
Non ho chiara la questione dei "lui", mi pare che si riferiscano a due persone diverse... il primo sarebbero gli autori del documento da te dichiarato, il secondo Coiante?
Comunque, premesso che sto rileggendo anche il suo documento, a memoria non mi pare usi un modo terroristico: ricordo che per la densità energetica dell'uranio usa fonti dell'ingegneria nucleare, e per il costo di costruzione prende costi intermedi di centrali costruite/in costruzione. Non mi sembrano modi terroristici.
La rete italiana non è il massimo della vita, però non fa neanche così schifo. Dipende essenzialmente dalla zona in cui si produce, se questa è magliata o meno...senza contare che se la potenza è bassa allora si collega direttamente alla rete di distribuzione invece che quella di trasmissione
Vere tutte e due le cose, ma un eccesso di fonte aleatoria può creare problemi ben oltre la zona in cui è collegata, in quanto tutta l'Europa è collegata: il black-out di due anni fa ha tra le sue cause un eccesso di eolico in Germania, eppure ha creato problemi in gran parte dell'Europa.
Inoltre la magliatura della rete italiana viene meno nel collegamento Nord-Sud, e anche questo è da considerare.
Io non dico che devi preferire la mia valutazione rispetto ad un'altra, io dò una mia considerazione e non la argomento primo perchè non si capirebbe quasi niente e secondo perchè non ho nè tempo nè voglia di scrivere 15-20 pagine. Detto questo, i paesi che utilizzano (massicciamente o meno) l'energia nucleare spendono meno nell'energia; e un motivo ci sarà.
Lo studio da te segnalato parte da un costo di impianto di 4000 $/MW senza tenere in conto i costi di smantellamento. I costi reali variano da 2000 a 2500, a seconda del numero di centrali commissionate. Per carità tutto è lecito, ma se parti da un costo di impianto doppio è ovvio che il risultato è quello.
Il "lui" è riferito a Coiante, in fondo al suo articolo dichiara qualcosa come "per arrivare a 3 centesimi occorre..".
La vita più lunga in particolare non la so, tuttavia posso dirti che negli USA e anche in Europa ce ne sono diverse che superano i 40 anni di servizio.
L'effetto domino di una rete elettrica non è evitabile con i controlli attuali, almeno su media scala (il black out del 2003 ce lo insegna). La magliatura nord-sud non è fondamentale per il caso italiano, la maggior parte dell'eolico comunque sarebbe prodotto nel sud e quindi non sarebbe necessario nessun potenziamento...anzi probabilmente migliorerebbe il traffico di corrente.
non dico che devi preferire la mia valutazione rispetto ad un'altra, io dò una mia considerazione e non la argomento primo perchè non si capirebbe quasi niente e secondo perchè non ho nè tempo nè voglia di scrivere 15-20 pagine
Non sto dicendo che tu vuoi che io preferisca la tua, sono io che vorrei avere mezzi per discriminare tra diversi lavori, e quindi argomentazioni in tal senso; anche senza scrivere una ventina di pagine, non c'è nulla di abbastanza breve/semplice da poter fare un paio di esempi sul cosa ti porta a considerare l'articolo di Coiante una buffonata? Non parlo di una disamina onnicomprensiva su ogni aspetto trattato, ma già con qualche esempio potrei cercare di farmi un'idea piú precisa.
Aggiunta: Per quanto riguarda le nazioni nuclearizzate, bisognerebbe cercare di capire la situazione al netto dei contributi statali; se non ricordo male, la proliferazione di impianti nucleari in diversi Stati (Stai Uniti?) è coincisa con la presenza di fondi statali/militari a finanziare.
Stabilità della rete elettrica: non nego quanto dici, ma comunque in caso di eccessiva percentuale si potrebbero comunque creare problemi; ho portato la magliatura Nord-Sud solo come esempio di una particolarità della rete italiana, che assieme ad altre considerazioni potrebbe far sí che le percentuali ottenute in altri Stati non siano applicabili al nostro caso. Resta da capire quale sia questa percentuale, che a me risulta essere del 10÷15% (unendo il massimo del dato piú basso e il dato massimo che mi sono stati forniti), reputo considerando anche un margine di sicurezza per non andare a filo della quota limite.
ma già con qualche esempio potrei cercare di farmi un'idea piú precisa.
Sostanzialmente...nella formula per il calcolo del costo che non dimostra..per il caso del nucleare usa coefficienti maggiorati in un modo ingiustificabilmente alto. Poi ha scelto come prezzo per l'impianto da mediare, i valori più alti sia in preventivo che in consuntivo invece di prendere quelli medi. Ne risulta un costo maggiorato di oltre il 10%.
nella formula per il calcolo del costo che non dimostra..per il caso del nucleare usa coefficienti maggiorati in un modo ingiustificabilmente alto. Poi ha scelto come prezzo per l'impianto da mediare, i valori più alti sia in preventivo che in consuntivo invece di prendere quelli medi. Ne risulta un costo maggiorato di oltre il 10%
Ti chiederei perché sarebbero ingiustificabilmente alti... comunque, quanto dici significherebbe che il costo, corretto da una maggiorazione ipotetica del 100% (dieci volte di quanto hai detto), di 0,0515 €/kWh, comunque decisamente maggiore di quello da te indicato (circa il doppio). Ne deduco che o la tua stima del 10% è parecchio errata, o quanto indichi non sarebbe la componente di errore maggiore (e allora sarebbe interessante sapere qual è), o il costo di 0,03 €/kWh è parecchio sottostimato.
Comunque, sto cercando di fare un raffronto tra i due articoli, per capire le maggiori differenze (al momento c'è qualcosa sul costo del combustibile, in cui le fonti dei due differiscono sui MWh/kg, ma dovrebbe portare a una differenza di qualcosa come 0,0025 €/kWh); spero di avere tempo di farlo.
Sul finale dell'articolo di Coiante, l'ho riletto, e non mi pare che «lui stesso in fondo ammette che anche il suo calcolo arriva a quel valore di circa 3 centesimi considerando dei parametri in maniera ragionevole invece del modo "terroristico" in cui li considera lui»: anche tralasciando che in tale parte arriva a 0,042 €/kWh (considera le ipotesi necessarie per arrivare a 0,03 €/kWh ancora piú tirate di quelle usate per arrivare all'altro prezzo), quella parte mi pare decisamente sarcastica (indicativo il titolo, "La finanza creativa", e l'introduzione del capitolo, "A questo punto, però, entra in campo la finanza creativa"); anche viste le ipotesi che fa prima, non so quanto usare il prezzo dichiarato a preventivo lo trovi d'accordo. Riguardo all'articolo da te indicato, se è vero che il costo dichiarato della centrale finlandese è di 1875 €/kW (prima degli ultimi aumenti), ti chiederei se sai su quale basi quell'articolo arrivi a considerare un costo di 1400 €/kW, con un minimo di 1000 €/kWh...
Parentesi: non dimostrerà la formula, visto che si tratta di una articolo divulgativo e non scientifico, ma dice dove trovare la dimostrazione.
Aggiunta: Faccio un'aggiunta che forse chiarirà una cosa del mio pensiero: il mio punto non è "Se l'energia nucleare fosse costosa come/piú di quella classica allora non si dovrebbe usare": nella valutazione andrebbe anche l'impatto ambientale, la presenza di combustibile, ecc., e tutte queste cose (nell'ipotesi di costruzione di reattori di quarta generazione) potrebbero portare lo stesso a un giudizio complessivamente positivo (sia perché per ridurre l'impatto ambientale ci può stare di pagare un po' di piú, sia perché si spera che prima o poi considereranno efficaciemente le esternalità. Semplicemente non sono cosí certo che il costo del nucleare sia (cosí) inferiore a quello del termoelettrico classico, quindi preferisco tenermi il beneficio del dubbio e cercare di approfondire la questione.
Il 10% era relativamente al costo di impianto per megawatt, non al risultato totale. Ovviamente non è la componente di errore maggiore. In quei famosi coefficienti (e per inciso mi fido della formula, avevo scritto non dimostrata per chiarire bene a quale mi stessi riferendo)..lui li prende alti, troppo alti..e lo fa totalmente in maniera ingiustificata. La manutenzione di una turbina ha sempre lo stesso costo, i sistemi di sicurezza (che conteggia a parte) sono inseriti già nel costo per megawatt. In questo modo gonfia e rigonfia il costo.
Nel pdf che ho linkato io usa una procedura diversa, i 1000-1400 sono costi di impianto puro, infatti lo smaltimento finale e gli annessi e connessi sono conteggiati a parte. Inoltre nella nota specifica che il prezzo più basso è dovuto ad ordini multipli (tipo 3X2), e per inciso stessa politica esiste anche per l'acqua pesante il cui prezzo varia da 300 a 1000 dollari al litro a seconda delle quantità ordinate.
In quei famosi coefficienti (e per inciso mi fido della formula, avevo scritto non dimostrata per chiarire bene a quale mi stessi riferendo)..lui li prende alti, troppo alti..e lo fa totalmente in maniera ingiustificata. La manutenzione di una turbina ha sempre lo stesso costo, i sistemi di sicurezza (che conteggia a parte) sono inseriti già nel costo per megawatt. In questo modo gonfia e rigonfia il costo
Mi sto informando un po' in giro, al momento ti so dire che Coiante conosce quel documento, e dovrebbe anche averlo commentato; ho chiesto se è possibile avere il commento, resto in attesa di risposte.
Nel frattempo, so dirti che P (Pisa, il documento da te indicato; almeno è piú facile il riferimento, invece che "il documento da te indicato", "l'articolo di Coiante" :D ) dovrebbe usare un modello proprio dell'ENEL quando era ente pubblico esentasse, mentre C (Coiante) dovrebbe usare il modello proposto dall'IEA ai paesi dell'OCSE (tra parentesi: Coiante ha partecipato alla definizione di tale modello, come detto poi consigliato dall'IEA, quindi tanto digiuno in materia non deve essere), partendo dal VAN e considerando la centrale come qualunque altra impresa, senza incentivi e col pagamento di tasse.
Nel pdf che ho linkato io usa una procedura diversa, i 1000-1400 sono costi di impianto puro, infatti lo smaltimento finale e gli annessi e connessi sono conteggiati a parte. Inoltre nella nota specifica che il prezzo più basso è dovuto ad ordini multipli (tipo 3X2), e per inciso stessa politica esiste anche per l'acqua pesante il cui prezzo varia da 300 a 1000 dollari al litro a seconda delle quantità ordinate
L'ho letto, non volevo dire che implicasse 1000 €/kWh per centrale singola; però mi resta il dubbio, quante centrali sono state attualmente costruite a quei prezzi (1400 €/kWh per singola, 1000 €/kWh per multipla)?
Mi è stato segnalato questo documento, dove sono riportate diverse stime fatte nel corso degli anni.
L'articolo P ha una bibliografia recentissima; l'articolo C invece ha una bibliografia degli anni '90, probabilmente usa dei dati di partenza diversi..e i pochi che cita per fare le medie sono i peggiori, non i medi.
Non so quante centrali siano state costruite a quei prezzi, si tratta comunque di valori relativi ai nuovi progetti, quindi guarderei in Cina, Giappone, Corea e India per avere dei dati in merito. Soprattutto al Giappone direi.
Quell'articolo dice un mare di cose e dà un mare di dati. Ora, i dati disponibili oggi sono basati sulle centrali già costruite. Principalmente i dati sono relativi a quello che, ai tempi, era "di qua" dalla cortina di ferro..quindi USA, Regno Unito, Francia eccetera. Il fatto determinante, e che nessuno ha mai citato in nessun articolo, per il crollo del costo del kWh nucleare c'è stato nella seconda parte degli anni '70. Si è trattato di una lunga ricerca sperimentale, condotta dagli stati "di qua" per ridefinire con maggiore precisione le costanti nucleari...dalla sezione d'urto, al numero medio di neutroni per fissione eccetera. I calcoli precedenti erano stati fatti negli anni 40, inutile dire che con 30 anni di tecnologia in più i risultati non si sono fatti attendere: il costo è crollato. Inoltre per le prime centrali la produzione non era standardizzata..le stesse industrie italiane non avevano "pezzi standard" ma ogni centrale veniva progettata a sè, con le sue strutture studiate ad hoc.
Destino (o sfiga o incoscenza, chiamiamolo come vogliamo) ha voluto che pochi anni dopo la costruzione delle prime centrali con la ridefinizione delle costanti ci sia stato l'incidente di Chernobyl, che ha portato nel mondo occidentale un rallentamento enorme nello sviluppo degli impianti. I dati quindi sono relativi alle centrali vecchie, con i costi che vengono riportati ad oggi. La produzione standardizzata che viene proposta oggi, con centrali standard da "ricopiare" in tutti il mondo permette un ulteriore calo dei costi..e questo è stato dimostrato dall'industria di ogni settore. Per questo io non credo che il costo reale di una centrale sia molto lontano dai circa 1900 dell'EPR finlandese o dai circa 1500 segnalati da westinghouse.