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Energia nucleare...
Y di Yaenrhys
creato il 09 agosto 2004

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Sareste favorevoli a una reintroduzione dell'energia nucleare in Italia? 146 votanti
Sareste favorevoli a una reintroduzione dell'energia nucleare in Italia?
54.8% (80 voti)
No
30.8% (45 voti)
Non so
13.7% (20 voti)
Le votazioni sono chiuse
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Mornon
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Inviato il 26 maggio 2006 23:43
Per le nuove centrali, avevo sentito dei nuovi progetti approvati, ma come dici si tratta di un investimento solo a breve termine, che non prende in considerazione il futuro

 

Dipende molto da quanto sono grandi le scorte mondiali di gas, e da quanto è stabile la fornitura (sotto questi aspetti, non sarebbe male il carbone); non conosco precise stime di durata, ma se non ricordo male avevo letto che sarebbero comunque superiori a quelle del petrolio.

Per il futuro, al momento a parte che sul nucleare non saprei dove andare, ma ci sarebbero vari problemi (non ultimo che vorrei sapere quanto ci metteremmo ad averla, non tanto per problemi tecnici, quanto piuttosto per problemi sociali - vedi TAV), compresi i costi, soprattutto se è vera la stima secondo cui smantellare una centrale nucleare costerebbe tre volte il costruirla.

 

 

Riguardo al gas, è vero, un po' ne abbiamo, ma ricordo che quest'inverno si era parlato delle nostre scorte naturali ancora non sfruttate, in piena crisi per il gas russo. In sostanza, di gas ne avremmo anche, ma poco sfruttabile: i costi dell'estrazione non compenserebbero i vantaggi dell'uso

 

Al momento dovremmo coprire il 10÷15% del nostro fabbisogno naturale: non molto, come detto, ma nemmeno cosí poco.


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Inviato il 26 maggio 2006 23:49 Autore

Giusto, il carbone non sarebbe una cattiva scelta dal punto di vista di scorte e sicurezza delle forniture. E cmq sempre meglio il metano del petrolio.

 

Il punto è che son d'accordo se queste misure (nuove centrali ecc.) sono volte a fronteggiare un fabbisogno a breve, ma sono pericolose se diventano strutturali.

Il problema energetico non si risolve se lo si rinvia. Se al momento (ma a quanto ho letto sembra che questo scenario sarà immutato anche in futuro) la soluzione è il nucleare, prima o poi ci dovremo mettere in testa che passando da una fonte fossile all'altra infileremo solamente la testa in una buca di sabbia diversa.


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Inviato il 27 maggio 2006 0:09

A quanto ne so al momento il nucleare sarebbe l'unica fonte che, oltretutto con le giuste tecnologie, potrebbe garantire produttività elevata, basse emissioni, sicurezza (quantitativa) del combustibile. In futuro potrebbe uscire altro (fusione fredda?), al momento però a parte il termoelettrico classico, con tutti i problemi legati al combustibile, per la generazione di massa non è che ci sia molto... Notate però una cosa: la fonte piú stabile in quanto a forniture dovrebbe essere il carbone, non l'uranio, in quanto il secondo viene fornito principalmente da zone politicamente instabili.


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Inviato il 27 maggio 2006 0:27

In passato non siamo MAI stati a 50-50, e questo è un fattore d'instabilità molto più preoccupante di quanto non si possa credere. Anche se molti non se ne rendono conto, siamo nella stessa situazione della ex Jugoslavia alla vigilia del referendum che portò alla guerra civile che noi tutti conosciamo.


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Inviato il 27 maggio 2006 14:18 Autore

Non saremo mai stati spaccati in due in proporzioni così speculari, in compenso ritengo la situazione attuale di gran lunga migliore di uno scenario nel quale il Partito Comunista poteva raggiungere il 34,4% (Elezioni Europee del '76). ;)

Inoltre, nel 1984, si verificò una parità quasi perfetta tra PCI e DC: 33,33% vs 32,97%. Come si vede, la contrapposizione bipolare non è un fenomeno del tutto nuovo.

Se poi ricordiamo che i partiti dell'epoca contavano su formazioni paramilitari più o meno conosciute (Gladio, formazioni comuniste pronte a dare manforte ad un eventuale invasore sovietico, ecc.) ne esce un panorama non eccessivamente stabile >)

 

Detto questo, avremo anche una divisione dell'elettorato simile a quella che si riscontrò in Jugoslavia, ma non dimentichiamo che essa aveva un minimo di instabilità latente, dovuta sia alla presenza di non so quante etnie sparpagliate sul territorio, tra le quali non correva certo buon sangue, che alla solita miseria che regnava oltre la Cortina di Ferro.

 

OT mostruoso, ma mi ricollego all'argomento centrale: L'Italia è divisa politicamente, nè più nè meno di Germania o Stati Uniti. E con questo? E' ciò che si verifica naturalmente in una democrazia che si avvia alla maturità.

Mi sfugge il nesso tra tutto ciò e la "necessità" di rinviare al futuro i progetti di indipendenza energetica.


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Inviato il 31 maggio 2006 16:48

La discussione è capziosa,poichè l'Italia (unico paese al mondo) dopo aver bloccato i suoi programmi nucleari (creati a suo tempo da Mattei,grande uomo) dopo l'infausto Referendum fatti sull'onda della paura creata da Chernobyl,ha SMANTELLATO le sue centrali e tutto il personale specializzato (mio nonno era fra questi) si è dovuto arrangiare,per maggior parte buttandosi sul petrolio.

Ci vorrebbero almeno 15 anni per ricreare il personale e le strutture perse,e anche di più rimettersi in pari con la Francia.

Non avendo più gente del livello di Mattei,non vedo chi avrebbe il coraggio,la lungimiranza e la volontà politica di mandare avanti un simile progetto.


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Inviato il 31 maggio 2006 17:00
ha SMANTELLATO le sue centrali

A quanto ricordo, vero in parte: le centrali non sono piú in funzione, ma dovrebbero ancora esistere non solo in quanto a strutture, ma anche in quanto a costi: eventualmente cercherò conferme, ma quelle centrali (o almeno una parte di esse) ancora oggi dovrebbe costarci qualcosa.

 

 

Ci vorrebbero almeno 15 anni per ricreare il personale e le strutture perse,e anche di più rimettersi in pari con la Francia

Le strutture, ipotizzando che non ci siano impedimenti politico-sociali, tecnologicamente parlando in quattro÷cinque anni si potrebbero creare, e per il personale non so se effettivamente servirebbero quindici anni...


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Inviato il 31 maggio 2006 17:04

Le strutture non ci sono più,tutto cio che resta sono le scorie di quando venivano usate.

Per la formazione:bisogna ricreare da zero un'intera generazione di tecnici e fisici nucleari.almeno 10 anni.

senza parlare del ritardo rispetto agli altri paesi


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Inviato il 31 maggio 2006 19:09

Per la formazione:bisogna ricreare da zero un'intera generazione di tecnici e fisici nucleari.

 

Ma ci sono, solo che non lavorano più in Italia o lavorano in altri settori. Inoltre direi che ben più importanti a questo punto sono ingegneri nucleari e, anche di quelli ce ne sono (anche se non molti), tipo la nostra biscia di Dorne...


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Inviato il 31 maggio 2006 19:12

Considerando chi studia ingegneria energetica, cui vengono fatti seguire anche i corsi sul nucleare, non so se sarebbero cosí pochi; magari ci vorrebbero degli approfondimenti, ma da raggiungere dieci anni... non saprei.

Sulle strutture, cercherò informazioni.


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Inviato il 31 maggio 2006 20:10 Autore

Ma scusa Scuoti, e se anche fossero dieci anni?

Si tratta di un investimento a lunga scadenza, destinato a spalmare frutti positivi su un arco temporale molto esteso.

Non dimentichiamo inoltre che, in caso di reintroduzione del nucleare da noi, si verrebbe a creare un indotto notevole, a livello di tessuto produttivo high-tech e di formazione avanzata. In sostanza, un settore socio-economico interamente nuovo.

Non poco direi.

 

Un'affermazione come la tua può essere paragonata a quella di un'America restia ad introdurre le ferrovie perchè troppo costose e impegnative, e che continua a puntare sulle sue diligenze. >_>


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Inviato il 31 maggio 2006 21:52

Considerando chi studia ingegneria energetica, cui vengono fatti seguire anche i corsi sul nucleare, non so se sarebbero cosí pochi; magari ci vorrebbero degli approfondimenti, ma da raggiungere dieci anni... non saprei.

Sulle strutture, cercherò informazioni.

 

 

Ingegneri energetici non sono tantissimi: a Milano ingegneria energetica c'è da 6 anni, nel 2005 ci sono stati 120 iscritti. Meglio, meno concorrenza per me ^_^ ^_^ :D

Penso che il numero dei nucleari (per adesso nell'ordine delle poche decine all'anno a Milano) avrebbe un grande incremento in caso di in nuovo piano nucleare..


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Inviato il 31 maggio 2006 22:04

"Un'affermazione come la tua può essere paragonata a quella di un'America restia ad introdurre le ferrovie perchè troppo costose e impegnative, e che continua a puntare sulle sue diligenze"

 

No,mi hai frainteso,io sono per il nucleare,dico solo che non vedo nell'attuale classe dirigente qualcuno disposto a sostenere un simile sforzo.

 

Già l'inizio del nucleare italiano era stato osteggiato per non dare troppo potere a Mattei,perchè credevano che fosse un suo cavallo di tr**a per prendere il controllo dell'Enel infatti una volta avviato il progetto gli fu tolto.

Chi potrebbe farlo adesso?


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Inviato il 31 maggio 2006 22:33 Autore

"Un'affermazione come la tua può essere paragonata a quella di un'America restia ad introdurre le ferrovie perchè troppo costose e impegnative, e che continua a puntare sulle sue diligenze"

 

No,mi hai frainteso,io sono per il nucleare,dico solo che non vedo nell'attuale classe dirigente qualcuno disposto a sostenere un simile sforzo.

 

Già l'inizio del nucleare italiano era stato osteggiato per non dare troppo potere a Mattei,perchè credevano che fosse un suo cavallo di tr**a per prendere il controllo dell'Enel infatti una volta avviato il progetto gli fu tolto.

Chi potrebbe farlo adesso?

 

Giusto, mi rendo conto ora di aver male interpretato. Il tuo "bisognerebbe ripartire da zero" e "ci vorrebbero dieci anni" l'avevo considerato in senso disfattista. Effettivamente ci vorrebbe una decisione estremamente coraggiosa, che di questi tempi vedo difficilmente perseguibile da chicchessia.


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Inviato il 01 giugno 2006 18:38

"Un'affermazione come la tua può essere paragonata a quella di un'America restia ad introdurre le ferrovie perchè troppo costose e impegnative, e che continua a puntare sulle sue diligenze"

 

No,mi hai frainteso,io sono per il nucleare,dico solo che non vedo nell'attuale classe dirigente qualcuno disposto a sostenere un simile sforzo.

 

Già l'inizio del nucleare italiano era stato osteggiato per non dare troppo potere a Mattei,perchè credevano che fosse un suo cavallo di tr**a per prendere il controllo dell'Enel infatti una volta avviato il progetto gli fu tolto.

Chi potrebbe farlo adesso?

 

Giusto, mi rendo conto ora di aver male interpretato. Il tuo "bisognerebbe ripartire da zero" e "ci vorrebbero dieci anni" l'avevo considerato in senso disfattista. Effettivamente ci vorrebbe una decisione estremamente coraggiosa, che di questi tempi vedo difficilmente perseguibile da chicchessia.

d'altronde se vogliamo arrivare dobbiamo prima iniziare.....

durante la campagna elettorale non ho sentito molta gente parlare a favore del nucleare (soprattutto da parte della sinistra), l'unico che ha insistito più volte su questo punto è stato Casini, ma mi sembra molto difficile, ad essere ottimisti, una reintroduzione del nucleare in italia nei prossimi anni ^_^ ^_^


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