trovo che la pensata del referendum del 1986 e la conseguente chiusura delle tre centrali sia stata disastrosa, e uno dei peggiori errori commessi nella storia dell'Italia. Sull'onda della paura, si è rinunciato alla possibilità di un'indipendenza energetica e l'unico risultato sono state centrali nucleari sicure ed efficienti sul confine francese, da cui acquistiamo tuttora energia a peso d'oro.
Condivido pienamente questa affermazione e sarei favorevole ad un ritorno dell'Italia al nucleare: credo sia indispensabile una seconda stampella energetica che possa affiancare concretamente i combustibili fossili e le fonti alternative, almeno per ora, sembrano ben lontane dal poter sostituire su larga scala petrolio, gas naturale e carbone.
Contiamo anche che non necessariamente bisonga dirigere tutta la produzione elettrica sul nucleare.....si può semplicemente inserire qualche nuova centrale per alleggerire il carico sugli altri tipi di energia, continuando ovviamente la ricerca sulle fonti rinnovabili .......fino a quando e se mai potranno essere usate come sorgente primaria
il costo del "combustibile" è zero
Si è vero, ma il costo del pannello in termini di denaro e danno ambientale è qualcosa di spaventoso. Un impianto con potenza massima 3 chilowatt (il che significa che forse a giugno a mezzogiorno senza nuvole ti dà 3 chilowatt, ma di media ti dà molto ma molto meno) costa più o meno 20-25 mila euro. Inoltre la costruzione del pannello inquina tantissimo; infatti "spalmando" l'inquinamento prodotto nei circa 20 anni di funzionamento del pannello si inquina 48,5 gCO2/MWh.
se mai potranno essere usate come sorgente primaria
L'unica fonte rinnovabile che può essere utilizzata senza i problemi "tradizionali", ovvero aleatorietà, poca potenza e produzione discontinua, è l'idroelettrica. I siti idroelettrici in Italia sono esauriti, uno dei paesi al mondo che può usare solo l'idroelettrico è il Canada...ma ha laghi immensi. Credo che una scelta simile possa farla la Finlandia ma tendo ad escludere altre nazioni. Per il resto o inventiamo un sole artificiale (tipo quello di spiderman 2 :victory: :singing: ) oppure ci convinciamo finalmente ad ascoltare quello che dicono gli scienziati del mondo: le fonti solare ed eolica sono destinate ad INTEGRARE il sistema elettrico, per la produzione massiccia sono necessarie centrali a vapore o nucleari. Già un turbogas o un combinato non possono essere paragonate alle prime due per la taglia raggiungibile dalle centrali.
Comunque, forse converrebbe continuare almeno la discussione sulle fonti non nucleari sull'altra discussione, sia per questioni tematiche, sia per avere tutto consultabile in un unico posto :victory:
Ottimo commento... recepisco&trasferisco.
mentre in Francia hanno regolarmente applicato nuovi standard qualitativi e di sicurezza, qui siamo ancora al tempo di Chernobyl
Sottolineo solo una cosa: Chernobyl non è frutto di carenze tecnologiche, ma di carenze costruttive e gestionali nella centrale stessa. Intanto, rettifico quanto da me detto: attorno al nucleo di Chernobyl non c'era solo una delle due cupole protettive. Non ce n'era nessuna. Ovvio poi che in caso di incidente esca tutto, non essendoci nulla a tenerlo dentro.
Inoltre, l'incidente si è scatenato per mancanze del personale, manovre errate, cose provate sul campo e non semplicemente simulate, ecc.
Precidsissimo, Mornon: in effetti la frase si poteva travisare.
So che Chernobyl è esplosa per una manutenzione e sicurezza degni di chi ha come addetto Homer Simpson, ma nel messaggio precedente intendevo solo: "di tecnologie vecchie di vent'anni".
Chiudo e a rileggerci sul topic delle fonti energetiche.
Il punto è che magari mentre tutte le altre grandi nazioni europee hanno sfruttato a dovere il nucleare e ora possono investire nella ricerca di energie più sicure e meno dannose(cioè il solare,ecc.),l'Italia da quest'ottica è un fanalino di cosa perchè non ha,in questo senso,le spalle coperte.
Le altre nazioni europee intendono continuare a perseguire la strada del nucleare. I motivo sono pochi e semplici:
1- materia prima deicsamente abbondante, soprattutto per reattori veloci
2- materia prima non presente nelle mani esclusive di certi stati/zone come succede per il petrolio
3- energia prodotta a costi bassissimi
4- impatto ambientale nullo in termini di emissioni
Le altre fonti danno ora, e daranno poi contributi sempre e solo marginali questo dovuto alla loro natura intrinseca di aleatorietà. Una rete deve essere stabile e non può essere soggetta a oscillazioni legate al cielo nuvoloso o ad una giornata con poco vento. Credo che soprattutto questo ultimo concetto sia molto chiaro...
Dunque, nell'ambito di questa discussione invito tutti quanti a comprare "Le Scienze" di aprile. Ci sono ben 3 articoli a tema Chernobyl, reattori e scorie. Ancora non li ho letti ma vi metto una parte dell'editoriale:
-il Chernobyl forum ha ribadito le cifre già date dall'organizzazione mondiale della sanità alla FAO: tra il 1986 e il 2005 sono 58 le vittime realmente conducibili all'incidente.
-tempi di costruzione centrali eccellenti e sicure in Francia 4 anni e in Corea di 24 mesi...questo manco io lo sapevo...la disinformazione aveva colpito anche me con la storia dei 10 anni
-dichiarazioni di James Lovelock, padre dell'ambientalismo internazionale "le critiche al nucleare sono di natura quasi religiosa, basate sulla fede invece che su fatti scientifici"
Lovelock inoltre è stato a Sellafield dove gli inglesi stoccano le scorie; ha misurato la radiazione e sono inferiori alla cittadina della Cornovaglia dove lui abita.
Non appena leggerò gli articoli posterò
Ci si aggiorna
Serie di articoli decisamente interessante (grazie per la segnalazione :figo: ) e chiarificatrice sotto molti punti: direi chiara, mi pare fare un buon quadro della questione di Chernobyl, delle diverse tecnologie oggi esistenti, delle possibili soluzioni del problema delle scorie, della durata di tale fonte. Da leggere, indubbiamente.
Solo, mi ha lasciato due dubbi: perché vari stati stanno stanziando non so quanto per scavare luoghi dove immagazzinare definitivamente le scorie (ovviamente rendendone rendendone difficilissimo il recupero, se mai si vorrà fare), invece che applicarsi alle tecnologie per i reattori veloci?
Altro dubbio, si era detto che le scorie dei reattori veloci decadono in al massimo trent'anni, lí parla di trecento anni; ora, rispetto ai tempi degli elementi transuranici è comunque poco, si può riuscire a isolarli, e la non utilizzabilità nella costruzione di armi sicuramente ne diminuisce il pericolo. Ma trenta o trecento?
Parentesi:
l'uso di metalli per raffreddare inserisce componenti di rischio aggiuntive
Effettivamente, anche in quegli articoli ne accenna: per esempio, se per raffreddare si usa sodio liquido, un'ulteriore componente di rischio è che questo a contatto con l'acqua si incendia. Si sono già verificati infatti incendi di questo tipo, però non tali da pregiudicare né la funzionalità, né la sicurezza, dell'impianto, né la salute delle persone.
Dimenticavo, altro dubbio: il trattamento pirometallirgico quante volte potrebbe essere ripetuto, sul combustibile esausto dei reattori veloci e di quelli termici?
perché vari stati stanno stanziando non so quanto per scavare luoghi dove immagazzinare definitivamente le scorie (ovviamente rendendone rendendone difficilissimo il recupero, se mai si vorrà fare), invece che applicarsi alle tecnologie per i reattori veloci?
Ma, non saprei. Di Yucca mountain negli USA ero a conoscenza, ma delle soluzioni di Finlandia e Svezia non ne sapevo nulla. Indubbiamente le scorie in attesa dei riprocessamenti devono stare da qualche parte...penso che Svezia e Finlandia puntino a diminuire progressivamente il loro utilizzo del nucleare a favore dell'idroelettrico visti i laghi che hanno (soprattutto la Finlandia). Gli USA probabilmente lo useranno anche per metterci scorie da uso militare, tipo il combustibile esausto dei sommergibili e robe simili.
trenta o trecento?
Direi 30, i tempi sono segnalati così lunghi perchè le normative sono scandalosamente "cattive" per quanto riguarda le emissioni. Infatti la normativa italiana (e penso anche quelle degli altri paesi) permette fughe di radiazioni dai fusti di scorie che sono ben inferiori al livello naturale della radiazione terrestre. Che dire, la normativa è quella e di conseguenza i tempi si allungano.
pirometallirgico quante volte potrebbe essere ripetuto
Direi una volta sola
Indubbiamente le scorie in attesa dei riprocessamenti devono stare da qualche parte
Dubito però che sia in attesa di riprocessamenti, visto che allagheranno il tutto e lo chiuderanno con centinaia di migliaia di metri cubi di roccia e cemento -_-
Direi 30, i tempi sono segnalati così lunghi perchè le normative sono scandalosamente "cattive" per quanto riguarda le emissioni. Infatti la normativa italiana (e penso anche quelle degli altri paesi) permette fughe di radiazioni dai fusti di scorie che sono ben inferiori al livello naturale della radiazione terrestre. Che dire, la normativa è quella e di conseguenza i tempi si allungano
Mi è venuto il dubbio perché in tutti gli articoli si parla di centianaia d'anni... ma se dopo trent'anni i livelli sono scesi a quello medio terrestre, dopo trecento? :blink:
Mornon:pirometallirgico quante volte potrebbe essere ripetuto
Direi una volta sola
Quello dei reattori termici potrebbe essere trattato due volte, una all'uscita dal reattore termico, l'altra all'uscita dal reattore veloce?
Qualcuno ha letto l'articolo sul nucleare apparso sulla rivista della IEEE Power&Energy di questo mese? Per gli inge elettrici dovrebbe essere facilmente recuperabile in dipartimento. C'è un articolo proprio sul nucleare...
trovo che la pensata del referendum del 1986 e la conseguente chiusura delle tre centrali sia stata disastrosa, e uno dei peggiori errori commessi nella storia dell'Italia. Sull'onda della paura, si è rinunciato alla possibilità di un'indipendenza energetica e l'unico risultato sono state centrali nucleari sicure ed efficienti sul confine francese, da cui acquistiamo tuttora energia a peso d'oro.Condivido pienamente questa affermazione e sarei favorevole ad un ritorno dell'Italia al nucleare: credo sia indispensabile una seconda stampella energetica che possa affiancare concretamente i combustibili fossili e le fonti alternative, almeno per ora, sembrano ben lontane dal poter sostituire su larga scala petrolio, gas naturale e carbone.
l'idea di fare il referendum proprio nel 1987 e' stata proprio una scelta poco furba...la gente era spaventata,ma ora le cose sono diverse,siamo vicini a fare la fusione,un tipo di reazione a basse temperature e con produzione scorie pari a zero,dobbiamo metterci al passo perche' tra dieci anni circa (e non esagero) il petrolio sara' FINITO!
cosa faremo allora?fuoco nel camino? ^_^
non abbiamo piu' tempo,e nessuno fa niente,tutti hanno paura,in italia abbiamo quelle centrali non funzionanti,e non smantellate perche' smantellare costa piu' che costruire una centrale.... ^_^ e' una logica senza logica... ^_^ soldi nel ce**o a mio parere.... ^_^
ci vorrebbe un nuovo referendum...problema ;) ...al governo non interessano le e-mail,non le aprono nemmeno...che fare??? ^_^
io sono seriamente preoccupata per il futuro energetico del nostro Paese,anzi del genere umano....