6 ore fa, joramun ha scritto:Devo dire, molto belli e carichi di fascino questi funerali dei monarchi. Dovrebbero farli più spesso.
Speriamo tutti di aver capito male il senso della tua esternazione.
Personalmente mi sono trovata a riflettere oltre che sul senso di unità che questo genere di cerimonie porta con sè, anche su come fossero percepite in tempi passati da parte di chi vi assisteva.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
1 ora fa, Lyra Stark ha scritto:Parrebbe che Meghan abbia scritto una lettera formale a Carlo per chiedere un incontro a quattr'occhi.
Sarei veramente curioso di sapere se e come avverrà questo incontro.. Se fossi carlo le farei dare un appuntamento per le 06:00 di un qualunque giorno in un luogo lontano come la tenuta di highgrow.. In ogni caso penso che Carlo sia "in ferie" per qualche giorno per poi iniziare a fare il re. Avete presente il totonomine del dopo elezioni? In pratica ci sono una serie di nomi da piazzare nei royal household. Una volta scelti i capi ci saranno una serie di decisioni sui titoli e segretariati vari. Per dirne uno William al momento è maggiore onorario delle varie forze armate e ora probabilmente diventerà generale saltando qualche grado.. C' è anche da creare l' ordine familiare di Carlo III per camilla.
Archiviato il cerimoniale, qualcuno inizia a domandarsi "ma non avremo esagerato?". Da un articolo de' Il Post: https://www.ilpost.it/2022/09/20/regno-unito-lutto-regina-esagerato/?homepagePosition=20
Andando un po' più sul serio forse è arrivato il momento di affrontare l' "elefante nella cristalleria". La morte della Regina Elisabetta II ha infatti posto il tema dell'eredità storica lasciata dalla sovrana e diviso gli animi: da un lato, chi piange una donna dalla tempra ammirevole che ha attraversato 70 anni di storia europea e in qualche modo ne è diventata un simbolo; dall'altro, che "festeggia" il fine vita di una monarca in quante tale, ma soprattutto in quanto simbolo di alcune "perversioni" del regno britannico, prima tra tutte il colonialismo.
La domanda che vi giro: è possibile dividere le cose, la donna e la monarca, la regina e il regno, la personalità umana e la figura storica e così via?
Vi propongo anche un paio di articoli:
https://www.ilpost.it/2022/09/09/elisabetta-ii-colonialismo/
Per chi fosse abbonato a Il Post consiglio anche la puntata del 12 Settembre di Tienimi Bordone.
45 minuti fa, Maya ha scritto:Andando un po' più sul serio forse è arrivato il momento di affrontare l' "elefante nella cristalleria". La morte della Regina Elisabetta II ha infatti posto il tema dell'eredità storica lasciata dalla sovrana e diviso gli animi: da un lato, chi piange una donna dalla tempra ammirevole che ha attraversato 70 anni di storia europea e in qualche modo ne è diventata un simbolo; dall'altro, che "festeggia" il fine vita di una monarca in quante tale, ma soprattutto in quanto simbolo di alcune "perversioni" del regno britannico, prima tra tutte il colonialismo.
Ecco. Affronterei più questo discorso qui che le scaramucce tra vajasse in pelliccia d'ermellino.
In effetti 10 giorni di lutto sono anacronostici e controproducenti per la vita del regno. Probabilmente il prossimo funerale sarà fatto in maniera diversa. Diciamo che la cerimonia in se non è stata "esagerata" per un monarca come elisabetta ma la copertura mediatica forse si. Va bene dedicare molto spazio alla regina ma monopolizzare dentro e fuori il regno unito tutti i programmi anche no.. Mio padre mi racconta che quando morì papa Pio XII oltre ai giorni di lutto le trasmissioni radio e tv erano solo con i canti sacri..
Riguardo al colonialismo a me sembra che Elisabetta II sia il comodo parafulmine di una classe politica imperialista (per definizione) che ha operato per vari secoli. Le classi dirigenti inglesi erano fatte da figli cadetti esclusi dall' eredità di titoli e proprietà delle varie famiglie. Ancora oggi il figlio maggiore in parecchi casi eredita tutto escludento i fratelli e altri eredi. Queste classi dirigenti hanno voluto espandersi ovunque nel mondo. Elisabetta ha ereditato parecchi domini e mi sembra ingeneroso aspettarsi che il primo giorno di regno si dovesse disfare dell' impero. Con Carlo il commonwealth continuerà ad esistere ma i domini oltremare si ridurrano negli anni.
18 ore fa, ziowalter1973 ha scritto:edward dovrebbe diventare duca di edimburgo come il padre. I figli a leggere wikipedia decideranno più avanti se lavorare per la firm oppure fare altro
Anche per la moglie c'è chi immagina un ruolo più di primo piano. Alla fine i Wessex sono il ramo familiare che ha dato meno problemi in assoluto alla corona, pare che Sophie stesse antipatica anche a Lady D per la facilità con la quale era entrata nelle simpatie della suocera pur avendo un'esposizione mediatica pari a zero. La Ditta farebbe bene a puntare su di loro.
3 ore fa, Maya ha scritto:La domanda che vi giro: è possibile dividere le cose, la donna e la monarca, la regina e il regno, la personalità umana e la figura storica e così via?
Nel caso specifico di EII direi di sì, almeno per quanto riguarda il colonialismo: è nata e salita al trono troppo tardi per poterle attribuire un qualche ruolo nella politica coloniale britannica - e comunque i monarchi britannici avevano perso prerogative esecutive da ben prima di lei; su questo ha ragione ziowalter.
Poi certo, resta il fatto che i Windsor sono, come ho già scritto, un simbolo sia di ciò che piace che di ciò che non piace, della parte migliore del mondo britannico e di quella peggiore. Di conseguenza, per una parte dell'opinione pubblica Elisabetta sarà innocente di qualunque cosa la monarchia britannica possa aver fatto prima di lei, mentre per altri sarà ugualmente parte del problema, se non proprio colpevole di qualcosa. Forse la verità sta nel mezzo...
2 ore fa, ziowalter1973 ha scritto:ma la copertura mediatica forse si
Oddio, forse è vero, ma al giorno d'oggi cos'è che non ha copertura mediatica, che non viene spettacolarizzato in modo eccessivo? EII "almeno" era un Capo di Stato, il cui regno ha attraversato quasi tre quarti di secolo e che aveva un legame molto forte col suo popolo e Paese, mentre per i non-britannici era comunque diventata un'icona popolare.
7 ore fa, Maya ha scritto:La morte della Regina Elisabetta II ha infatti posto il tema dell'eredità storica lasciata dalla sovrana e diviso gli animi: da un lato, chi piange una donna dalla tempra ammirevole che ha attraversato 70 anni di storia europea e in qualche modo ne è diventata un simbolo; dall'altro, che "festeggia" il fine vita di una monarca in quante tale, ma soprattutto in quanto simbolo di alcune "perversioni" del regno britannico, prima tra tutte il colonialismo.
La domanda che vi giro: è possibile dividere le cose, la donna e la monarca, la regina e il regno, la personalità umana e la figura storica e così via?
Ah così è? Chi la piange, piange la donna, invece chi ne festeggia la morte (e la augura pure), lo fa tra virgolette e contro il simbolo? Perversioni del regno britannico? Il colonialismo? Ma che? Chi ha stabilito tutte queste cose?
A maggior ragione Elisabetta campata così a lungo, ma tutti i Monarchi inglesi sono il simbolo del Paese e dell'orgoglio nazionale, della continuità delle sue istituzioni e tradizioni (Westminster, il "Governo di Sua Maestà", Her Majesty's Most Loyal Opposition, la Royal Navy), della sua storia ineguagliata di libertà e indipendenza (dalla Magna Carta al Bill of Rights alla sovranità del Parlamento; dall'Invincibile Armata a Napoleone a Hitler), della sua cultura (la bandiera, l'inno, la moneta ..). Storia, Cultura, Politica, Diritto, persino la Chiesa, ma tutto insieme.
Porsi il tema della sua eredità equivale a porsi il tema dell'eredità storica della nostra Democrazia (come durata siamo lì, qualitativamente un po' meno) sommata però alla eredità storica della Cultura italiana tout court. I Romani, il Rinascimento, il Risorgimento, ma senza essere separati da traumi e da totali stravolgimenti di regime e rivoluzioni copernicane. Qua non sono 70 gli anni in ballo, ma 700. Con la differenza che a noi e a pressappoco qualunque altra realtà del presente, manca un singolo simbolo che possa riunificare in se tutto ciò (quello che ci arriva più vicino sarebbe il Papa, che infatti è da sempre la figura "rivale" del Re d'Inghilterra). Una volta capito questo è più facile cogliere la loro prospettiva.
La risposta perciò è banale quanto la domanda : Certo.
Ma proprio a priori, prima ancora di incamminarsi lungo il sentiero. Sbaglierebbero, e non di poco, tutti quei qualcuni che non lo facessero.
20 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Speriamo tutti di aver capito male il senso della tua esternazione.
Ma non dargli corda ! "La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" diceva il Maestro, e in questo caso c'è pure l'aggravante della recidiva. Continuando a mancare provvedimenti, la cosa migliore che possiamo fare noi altri è ignorare i suoi soliti tentativi di polemica. "Tanto conosce i suoi polli" (e anche in quel caso, niente).
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
8 ore fa, Maya ha scritto:Andando un po' più sul serio forse è arrivato il momento di affrontare l' "elefante nella cristalleria". La morte della Regina Elisabetta II ha infatti posto il tema dell'eredità storica lasciata dalla sovrana e diviso gli animi: da un lato, chi piange una donna dalla tempra ammirevole che ha attraversato 70 anni di storia europea e in qualche modo ne è diventata un simbolo; dall'altro, che "festeggia" il fine vita di una monarca in quante tale, ma soprattutto in quanto simbolo di alcune "perversioni" del regno britannico, prima tra tutte il colonialismo.
La domanda che vi giro: è possibile dividere le cose, la donna e la monarca, la regina e il regno, la personalità umana e la figura storica e così via?
A me sembra che qui l'elefante nella cristalleria sia ben un altro.
Secondo me non è necessario postare chissà quali articoli per giustificare qualcosa che comunque negli anni 2022, quando dilaga il politically correct e si vogliono difendere i diritti civili, è comunque fuoriluogo (lo era anche da prima in realtà, lo è da sempre): che io sappia è sempre di cattivo gusto augurare il funerale a qualcuno indipendentemente dalla sua estrazione sociale o background, specialmente quando si è appena tenuto.
Così come era fuoriluogo Marco Rizzo che stappava champagne per la morte di Gorbaciov.
Così come credo lo sia l'appellativo vajasse, indipendentemente dal fatto che le destinatarie siano bianche, nere, ricche o povere, dato che le parole sono importanti.
Fatte queste debite premesse credo che appaia difficile condividere qualcosa di veramente serio sul tema in questo contesto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
7 ore fa, ziowalter1973 ha scritto:Riguardo al colonialismo a me sembra che Elisabetta II sia il comodo parafulmine di una classe politica imperialista (per definizione) che ha operato per vari secoli. Le classi dirigenti inglesi erano fatte da figli cadetti esclusi dall' eredità di titoli e proprietà delle varie famiglie. Ancora oggi il figlio maggiore in parecchi casi eredita tutto escludento i fratelli e altri eredi. Queste classi dirigenti hanno voluto espandersi ovunque nel mondo. Elisabetta ha ereditato parecchi domini e mi sembra ingeneroso aspettarsi che il primo giorno di regno si dovesse disfare dell' impero. Con Carlo il commonwealth continuerà ad esistere ma i domini oltremare si ridurrano negli anni.
5 ore fa, Menevyn ha scritto:Nel caso specifico di EII direi di sì, almeno per quanto riguarda il colonialismo: è nata e salita al trono troppo tardi per poterle attribuire un qualche ruolo nella politica coloniale britannica - e comunque i monarchi britannici avevano perso prerogative esecutive da ben prima di lei; su questo ha ragione ziowalter.
Poi certo, resta il fatto che i Windsor sono, come ho già scritto, un simbolo sia di ciò che piace che di ciò che non piace, della parte migliore del mondo britannico e di quella peggiore. Di conseguenza, per una parte dell'opinione pubblica Elisabetta sarà innocente di qualunque cosa la monarchia britannica possa aver fatto prima di lei, mentre per altri sarà ugualmente parte del problema, se non proprio colpevole di qualcosa. Forse la verità sta nel mezzo...
Concordo con entrambi.
E difatti il problema non era e non è Elisabetta II in quanto tale, che dalla sua ha anche l'attenuante di essersi trovata a regnare in un epoca in cui l'impatto dei monarchi sulla vita politica delle nazioni si è (fortunatamente) drasticamente ridotto.
Quello di cui varrebbe la pena discutere è l'acritico processo di romanticizzazione ed assimilazione ad un certo immaginario "pop" delle monarchie cui si è assistito, in particolar modo nell'ultimo periodo, in particolar modo per i Windsor; processo che non sarebbe di per sè nemmeno un grosso problema se poi non si arrivasse spesso a determinare una quasi totale incapacità nel problematizzare alcuni dei passaggi storici più critici ed ambigui che hanno caratterizzato tanto la monarchia inglese quanto altre (penso a quello che hanno fatto i belgi in Congo, ad esempio).
Al punto che poi c'è chi arriva a negarne totalmente l'esistenza o la rilevanza, o chi si inalbera più in difesa della salma di un monarca straniero che in difesa del "nostro" 25 aprile.
Credo che "vajasse" significhi "domestica" in napoletano, però mi appello a chi sa il napoletano. Io la sapevo così.
Detto questo, @Lyra Stark, qui non si tratta di giustificar niente e nessuno, ma arricchire la conversazioni con altri temi. La discussione consente a me come a chiunque altro in questo forum di spaziare oltre la descrizione del cerimoniale per le esequie della regina Elisabetta (che per carità ci sta) e di introdurre un altro tema purché in topic. Se il nuovo argomento non è d'interesse - no Problem! - basta non partecipare, rimanere sull'argomento iniziale o ancora virare su un altro tema che si reputa più interessante. Questa sostanziale libertà è concessa a tutti indistintamente.
In ultimo, francamente da utente non capisco questa tendenza a ricercare nei singoli interventi alternative chiave di lettura, subdoli fini, significati reconditi. Lo trovo piuttosto estenuante.
1 ora fa, Mar ha scritto:Ah così è? Chi la piange, piange la donna, invece chi ne festeggia la morte (e la augura pure), lo fa tra virgolette e contro il simbolo? Perversioni del regno britannico? Il colonialismo? Ma che? Chi ha stabilito tutte queste cose?
Lo ha stabilito la rete. Ho infatti fatto un riassunto certamente non esaustivo di alcune delle posizioni che ho letto sui media nei giorni scorsi e forzato una dicotomia estrema per lanciare la discussione. Pensavo fosse chiaro.
3 ore fa, Maya ha scritto:Pensavo fosse chiaro.
Come mi auguro fosse abbondantemente chiaro che la mia frase di prima non fosse rivolta alla persona Elisabetta, ma al ruolo ricoperto e all'istituzione da essa rappresentata.
Il 20/9/2022 at 19:12, ziowalter1973 ha scritto:Se vogliono nuovi lavoratori reali i figli di anna potrebbero essere arruolati. Il cugino di elisabetta duca di gloucester prima di entrare nella firm era un architetto.
Data la linea di successione https://en.wikipedia.org/wiki/Succession_to_the_British_throne penso che ci saranno dei cambiamenti nei titoli:
- i cattivi dicono che ora che elisabetta II non c' è più andrea verrà spogliato degli ultimi titoli rimasti. Ci sono solo due casi di questo tipo tra i windsor e famiglie precedenti
- se andrea decade potrebbe trascinare con se le figlie togliendole dalla linea di successione. Le figlie sono da tempo nella lista nera di carlo..
- edward dovrebbe diventare duca di edimburgo come il padre. I figli a leggere wikipedia decideranno più avanti se lavorare per la firm oppure fare altro
- dubito fortemente che i figli di harry e meghan possano avere il titolo di principe e principessa visto che hanno mollato la firm.
- riguardo ai figli di anna gli servirebbe un titolo per non sfigurare nelle varie occasioni. Tutto questo se decidessero di lavorare per la firm.
Mi scuso se arrivo solo ora, anche se siete andati avanti con la discussione ma aspettavo di collegarmi da computer per facilità nelle citazioni...
Per questo se si dovesse rivelare necessario, saranno probabilmente Beatrice, Eugenie, Louise o James ad intervenire come working royals, più che Peter o Zara.
Il motivo per cui i cugini della regina, come Richard, furono chiamati ad aiutarla fu proprio perché lei era molto giovane, mamma di due bambini piccoli, e non c'erano molti membri disponibili, eccezion fatta per mamma e sorella. Effettivamente Richard, essendo più vicino in linea di successione rispetto ai Kent ad esempio, abbandonò la sua attività per aiutare la regina.
21 ore fa, Menevyn ha scritto:Anche per la moglie c'è chi immagina un ruolo più di primo piano
In realtà sia Edward che Sophie hanno già un ruolo di primo piano nella famiglia reale, il problema è che membri tipo loro, o Anna o Camilla, non fanno scoop come Catherine... Se si vanno effettivamente a leggere le agende - disponibili per altro- è palese come William e Catherine facciano meno della metà dei quattro sopracitati, Anna è addirittura quella che ha più incarichi ufficiali di tutti, eppure fa raramente notizia. Per non parlare dei cugini della regina, che per ovvie ragioni hanno diminuito il numero di incarichi ma che quando ne svolgono, a malapena esce come notizia...
Io sono una grande ammiratrice di Camilla, Edward e Sophie da tempi non sospetti, e se si vuole informarsi veramente sulle attività e le cause che supportano si può cercare tranquillamente, ci sono account su instagram dedicati solo a loro per dire. Poi è ovvio che discutere dell'abito più o meno sotto il ginocchio di Catherine interessa sempre e colpisce di più di vedere Sophie che fa volontariato durante il Covid con il grembiule, ma alla stampa interessa meno, perché sa che venderebbe meno..
...Wild as a winter storm...
"Are we going home? [ ...] I want my horse. And I want applecakes and butter and honey, and Shaggy. Are we going where Shaggydog is?"
"Yes" Bran promised.
"Take me home!" Rickon demanded. "I want to be home!"
17 ore fa, joramun ha scritto:Quello di cui varrebbe la pena discutere è l'acritico processo di romanticizzazione ed assimilazione ad un certo immaginario "pop" delle monarchie cui si è assistito, in particolar modo nell'ultimo periodo, in particolar modo per i Windsor; processo che non sarebbe di per sè nemmeno un grosso problema se poi non si arrivasse spesso a determinare una quasi totale incapacità nel problematizzare alcuni dei passaggi storici più critici ed ambigui che hanno caratterizzato tanto la monarchia inglese quanto altre (penso a quello che hanno fatto i belgi in Congo, ad esempio).
"Totale" incapacità non direi; tanto in UK quanto in altri Paesi dal passato coloniale (monarchie e non, lo dico perchè l'Istituzione Repubblica non ha dato esattamente il meglio, in circostanze analoghe) l'indagine e la ricerca storica sulle conseguenze negative del colonialismo sono presenti e mi sembra procedano senza troppi intoppi, e la politica si è progressivamente mossa a riconoscere gli errori e i crimini commessi nelle loro ex-colonie, e così hanno finito per fare le dinastie stesse - in Belgio è stato il Re Filippo a rompere il silenzio e l'imbarazzo che c'è sempre stato sul tema (e il Beglio è un Paese internamente molto diviso e frammentato).
18 ore fa, joramun ha scritto:Al punto che poi c'è chi arriva a negarne totalmente l'esistenza o la rilevanza
Se poi parliamo di opinione pubblica, allora sì, c'è un problema innegabile, in UK che l'Impero sia motivo di orgoglio e di vanto, oltre che una cosa positiva anche per le colonie è opinione condivisa da una percentuale della popolazione che va dal 44 al 53%, contro il poco più del 20% di chi invece se ne vergogna e ne pensa male. In Belgio si preferisce proprio non parlarne, ed in Giappone l'argomento è un vero e proprio tabù. Ma non è che in Italia, dove manca un'istituzione paragonabile alla monarchia per continuità, longevità ed attaccamento popolare, l'atteggiamento verso i crimini commessi in Etiopia o Somalia sia tanto diverso. O in USA, dove la maggioranza è stata capace ed è capace di accettare, se non di giustificare Abu Ghraib, Guantanamo e la tortura.
17 ore fa, joramun ha scritto:acritico processo di romanticizzazione ed assimilazione ad un certo immaginario "pop" delle monarchie
E' un processo che non riguarda mica solo le monarchie, ma che arriva anche agli estremi opposti di quel mondo. Faccio sommessamente notare che anche Che Guevara ha subito la stessa acritica beatificazione. Un simbolo di libertà, coraggio e altissimi ideali che è diventato un modello per i giovani di ogni generazione, del quale però si tende ad omettere il ruolo avuto nella feroce repressione attuata a Cuba dopo la Rivoluzione; processi sommari (era lui che definiva le prove giudiziare un "antiquato dettaglio borghese"), circa 14.000 esecuzioni capitali, campi di lavoro e rieducazione per tutti coloro che erano considerati un pericolo per la morale e la rivoluzione, gli "indesiderabili", insomma, e dove finirono cattolici, dissidenti politici, persone reputate troppo vicine allo stile di vita americano (ed in maggioranza erano giovani) e anche omosessuali (ops! Chissà se ad Hollywood lo sanno, ora che è in produzione il biopic... ). Senza contare che da sue lettere e dichiarazioni emerge una personalità violenta e spietata.
Come vedi, non serve un'istituzione secolare e, sì, decisamente anacronistica come la monarchia per spingere la gente a disattivare la modalità critica. Magari sarà una banalità, ma penso che sia una cosa normale, quella di voler vedere solo il meglio, o comunque ciò che fa comodo, in quello o coloro che ammiriamo, per un motivo o per un altro.
18 ore fa, joramun ha scritto:o chi si inalbera più in difesa della salma di un monarca straniero che in difesa del "nostro" 25 aprile.
Per noi Italiani la Regina era una celebrità punto e basta, e mettere in relazione due cose così diverse, l'ammirazione per una "star" e il 25 aprile non mi sembra possa portare da nessuna parte. Perchè allora non dire che c'è chi difende la Regina mentre l'inflazione galoppa come non mai?
41 minuti fa, Menevyn ha scritto:
E' un processo che non riguarda mica solo le monarchie, ma che arriva anche agli estremi opposti di quel mondo. Faccio sommessamente notare che anche Che Guevara ha subito la stessa acritica beatificazione.
Sono molto d'accordo. Anche la rivoluzione francese esercita una fascinazione dimentica della parte che riguarda il regime del terrore.
La cosa che mi ha stupito nei giorni scorsi - che è anche la ragione che mi ha suggerito di proporre il tema - è l'estremismo tra chi la piangeva disperatamente (tanti anche non britannici( e chi invece ne festeggiava in maniera piuttosto vistosa la morte, sovrapponendo la figura di Elisabetta II a tutto quanto di peggio si possa imputare alla monarchia in generale e quella britannica in particolare.
Ora, personalmente posso dire che la morte della sovrana inglese mi ha colpito molto sia perché mi ero abituata - ovviamente con nessuna ragione di causa - a considerarla un punto fermo nella storia presente. Ho inoltre sempre provato sincera ammirazione per questa donna che è stata sovrana in 70 anni di regno e di storia non certo semplici, che ha governato e comandato in un mondo di uomini tenendogli testa e sentendosi alla pari, che ha fatto sentire la propria voce, ma ha anche saputo tacere nei momenti giusti. Posso non condividerne tutte le scelte, tutte le azioni, tutte le opinioni, ma non posso negare l'eccezionalità di questa persona.
Piccolo aneddoto: ricordo il discorso fatto da Elisabetta II alla nazione nel 2020, in piena pandemia. Dopo averla ascoltata, ricordo di aver pensato: "ecco, è così che parla un capo di stato alla popolazione".
1 ora fa, Menevyn ha scritto:E' un processo che non riguarda mica solo le monarchie, ma che arriva anche agli estremi opposti di quel mondo. Faccio sommessamente notare che anche Che Guevara ha subito la stessa acritica beatificazione.
Assolutamente si. Ma potrei aggiungerne tanti altri,eh. Pasolini, per dirne un altro.
1 ora fa, Menevyn ha scritto:Se poi parliamo di opinione pubblica, allora sì, c'è un problema innegabile, in UK che l'Impero sia motivo di orgoglio e di vanto, oltre che una cosa positiva anche per le colonie è opinione condivisa da una percentuale della popolazione che va dal 44 al 53%, contro il poco più del 20% di chi invece se ne vergogna e ne pensa male. In Belgio si preferisce proprio non parlarne, ed in Giappone l'argomento è un vero e proprio tabù. Ma non è che in Italia, dove manca un'istituzione paragonabile alla monarchia per continuità, longevità ed attaccamento popolare, l'atteggiamento verso i crimini commessi in Etiopia o Somalia sia tanto diverso.
Anche qui...sfondi una porta aperta.