Una piccola aggiunta: mi affascina molto meno della canzone che ho già postato, ma per completezza cito anche questa. Per il semplice motivo che la coincidenza (anche nel senso di casualità) del testo con Lady Stoneheart è veramente singolare:
Giorno 2 - Catelyn Stark
Per lei, per la madre per antonomasia, scelgo un pezzo del cantautorato italiano, scritto da Ivano Fossati per Fiorella Mannoia:
Ho lacrime da donna cosmetiche e severe
e lacrime da uomo profonde e non meno sincere
e continuo a bussare alla porta di Dio
a passo di cane alla porta di Dio..
vengo a vedere per l’ultima volta il mio grande amore
vengo a trovare per l’ultima volta il mio compositore
col mio sguardo diritto
e i miei occhi speciali.
O capitano, mio capitano
anche se il viaggio è finito sento ancora tempesta annunciare..
Ho scelto questo brano perché parla d’amore, non solo dell’amore tra un uomo ed una donna, un sentimento chiaramente infelice e sbilanciato da una parte, quella dell’uomo; parla anche di un tipo di amore che scende a compromessi e che per questo porta chi lo prova ad odiare e detestare se stessi, che è quello che infine arriva a provare Catelyn Stark.
Parla del non riuscire più a pagare l’amore con l’amore perché si è andati troppo oltre, ed è quello che in fin dei conti ha fatto Cat.
Non ha perdonato a Ned il fatto di non avere mai avuto accesso ad una parte così profonda, intima e privata del suo cuore, quello dove custodiva il segreto della sorella Lyanna; non ha perdonato a se stessa di non aver saputo amare un bimbo senza madre, ne' ha saputo perdonarsi per essersi spinta troppo oltre con i Lannister, obnubilata dal dolore per quanto capitato a Bran prima ed a Ned poi, mettendo a rischio la vita di tutti i suoi figli, e pagando con la propria.
Un genere di amore, quello che prova Cat, che mescola al tempo stesso la dolcezza ed il senso di protezione propri di una madre con il desiderio di vendetta che consuma chi non è riuscito a scendere a patti con le proprie sofferenze e col proprio vissuto, attraversandole e venedone fuori, e che ha perciò come unico scopo quello di infliggere le medesime pene e sofferenze a chi gliele ha provocate.
Perché, è vero.. non con l’odio ma solo con l’amore, l’amore si paga.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
___
"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
___
"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
___
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Giorno 3 - Robb Stark
« Robb is gone. But House Stark is not. » - Jon Snow
Nella triste esternazione di Jon Snow, accompagnato nelle sale di Lyanna Mormont dalla sorella Sansa Stark, c'è tutta l'essenza del personaggio di Robb Stark.
Il Giovane Lupo è da sempre una figura tragica, tragica non solo per il suo triste destino, ma per quanto esso fosse narrativamente inevitabile. Il capobranco muore affinché gli altri lupi possano crescere ed evolvere, trovare una propria identità ed un proprio cammino, in una strada che fosse unicamente la loro. Perché se Robb fosse sopravvissuto, Bran, Rickon, Sansa e Arya avrebbero avuto come unico obiettivo il tornare sotto la sua ala protettrice, il ricongiungersi a lui, e non avrebbero avuto modo di compiere il cammino che hanno compiuto.
Il Giovane Lupo non c'è più, vittima di una società brutale, distopica, che quasi non ammette valori e che gode a profondere cinismo e opportunismo quali unici viatici. Egli ha lottato con tutte le sue forze, è stato succube del suo stesso onore, di quella figura paterna che su di lui aleggiava intramontabile. Egli ci ha provato con tutte le sue forze, perché sì, Robb ha sempre provato ad accontentare tutti, per quanti passi falsi abbia compiuto.
Ciononostante il mondo, quello stesso mondo così distopico e galvanizzato dalla brutalità profusa in ogni cosa, non si ferma per nessuno, nemmeno per il King In The North. Tutto è destinato, crudelmente, a proseguire. Casa Stark stessa, deve andare avanti, deve sopravvivere.
Robb Stark, come ricorda Freddy Mercury, è davvero another hero, e il suo brutale assassinio, per mano di soggetti subdoli, meschini, cospiratori, amorali, abbietti, è un another mindless crime.
Eppure, The Show Must Go On. (But The North Remembers).
Empty spaces, what are we living for?
Abandoned places, I guess we know the score, on and on
Does anybody know what we are looking for?
Another hero, another mindless crime
The Show Must Go On
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Giorno 3 - Robb Stark
Anyway the wind blows doesn't really matter to me.
Mama, just killed a man, put a gun against his head, pulled my tricker, now he’s dead.
Mama, life had just begun
but now I've gone and thrown it all again.
Mama, didn't mean to make you cry,
if I'm not back again this time tomorrow
carry on, carry on as if nothing really matters..
Proseguo sul solco di Freddy Mercury e di quello che è considerato, non a torto, il suo brano più famoso e rappresentativo, nonché testamento artistico e spirituale del leader dei Queen.
In un canto malinconico, doloroso e disperato, che alterna generi musicali diversi, rock, pop e lirica, Freddy si rivolge alla madre, parlandole dolcemente e consolandola per quando egli dovrà andarsene.
Il Giovane Lupo ha commesso degli errori, di ingenuità e dovuti al ricoprire un ruolo che era più grande di lui e dei suoi anni, ma l’ha fatto sempre con grande onore, coraggio e dignità, cercando di ottemperare ai suoi doveri di re e sopratutto di figlio di Ned Stark.
Ha sconfitto molti uomini in battaglia, Robb Stark, ma ha dovuto ucciderne, giustiziandoli, altri, amici, tra le sue fila, logorandosi per questo, nel momento in cui tutti hanno perso la testa.
Ma la corona sul capo di un ragazzo, per quanto figlio dell’onorevole lord Eddard, è pesante, così come pesanti sono i fardelli, gli oneri e le responsabilità di cui egli si è dovuto fare carico.
"Mama, just killed a man, put a gun against his head, pulled my tricker, now he's dead."
La confessione di un figlio che sa molto di richiesta di perdono e di assoluzione, come del desiderio di far comprendere a chi l'ha messo al mondo la necessità di compiere un tale straziante gesto.
Dopo, è tutta una smisurata preghiera perché lei comprenda, accetti e lo lasci andare, lasci andare il suo corpo martoriato dall'efferatezza e la brutalità di chi, per non perdere tempo nel combatterlo, ha preferito tradirlo e trucidarlo; e perché ella lasci andare, anche e soprattutto, la sua anima, i suoi sogni ed il suo futuro solo accarezzato di figlio, marito, padre e lord, o re.
Amaramente ironico e crudele che Robb si rivolga idealmente, cercando di prepararla a alla sua prematura partenza e chiedendo perdono per il dolore inflittole, proprio a quella madre che perirà davanti ai suoi occhi, dilaniata dagli stessi suoi aguzzini.
Onore, onore a Robb Stark, mai dimenticato King in the North.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Giorno 3 - Robb Stark
Difficilissimo anche oggi. Pur essendo nella quartina dei miei personaggi preferiti non mi è facile trovare un titolo che si associ bene a Robb, anche considerando la differenza piuttosto consistente tra versione cartacea e trasposizione video.
Un brano che mi fa pensare molto a lui è Guerriero di Marco Mengoni, che nella quasi totalità del testo in realtà si adatterebbe meglio a Jon Snow (e difatti credo che la riproporrò quando sarà il momento perché questa canzone pare scritta per Jon Snow), ma che in una strofa del ritornello mi ricorda moltissimo Robb e, almeno per me, rappresenta quella che doveva essere la funzione apparente del personaggio nonchè la sua essenza, e probabilmente quello che lui stesso avrà pensato per gran parte della sua parabola. Di sicuro quelle che erano le mie aspettative fino all’inevitabile.
E amore mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai
Ma d’altronde come ha già sottolineato bene JonSnow; Robb è un personaggio che nasce segnato e che ha la chiara funzione di specchietto per le allodole per i sognatori idealisti come me. Ciononostante almeno per quanto mi riguarda è imprescindibile non affezionarcisi, forse anche per quella sorta di destino ineluttabile già scritto che gli grava sopra la testa.
@JonSnow;Accostamento particolare ma che in effetti ha un suo perché.
@porcelain.ivory.steel avevo pensato anche io alla stessa canzone!
Inserisco poi un ulteriore tributo, davvero strappacuore, tra quelli presenti su youtube e dedicati agli Stark.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
@Lyra Stark grazie, appena saputo di questo challenge la mia primissima associazione mentale personaggio/brano è stata questa!
Io mi riserverò la doppia scelta per il personaggio di domani, credo. Appropriato anche il tuo, sebbene Guerriero come ben dici si adatta a molti dei personaggi di ASOIAF di un certo spessore morale, ed è inoltre uno dei miei brani preferiti di Mengoni.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Per Robb Stark ho tentuto un brano bellissimo. Melodico, tragico, profondo. Il pezzo é di un gruppo di Metal sinfonico chiamato Kamelot, e parla di un re anziano che cerca il senso di quello che ha fatto in vita.
Giorno 3 - Robb Stark
Essendo io convintamente team Stark non posso non amare la figura di Robb Stark, un ragazzo su cui all'improviso è crollato il mondo addosso.Egli era stato cresciuto nella bambagia e nel calore di una famiglia vera che lo amava tanto da non fare neanche piani su di lui pensando ad un matrimonio politico che avrebbe potuto aumentare il potere della famiglia .E Robb vento grigio come il suo metalupo deve accettare la sua proclamazione da parte dei suoi alfieri a Re del Nord.
Robb si carica di un grande peso che accetta con rabbia perché ha un grande sogno che è quello di vendicare l'amatissimo padre il suo unico punto di riferimento,la sua roccia,la sua spalla forte.E si mostra davvero un genio militare dato che raccoglie successi su successi ,finchè quella che io chiamo l'onorite fulminante Stark non lo porta a compiere una serie di errori che gli hanno pure proccaciato le beffe dei soliti so tutto io , gli strateghi da tastiera.
Peccato che Martin non lo abbia incluso nei POV dedicati ai vari personaggi di peso,ma pare se ne sia pentito perché Robb è una grande figura tragica che ha dovuto combattere anche con una madre troppo emotiva e poco controllata ( come tutte le madri ,peraltro,in ambasce per i figli in pericolo)
E allora dopo aver molto cercato e valutato diverse canzoni ho scelto di dedicare a lui settore ASOIAF ,questa splendida canzone di Roberto Vecchioni ,profonda e commovente anche per tutti i sogni spezzati di un ragazzo uomo ucciso a tradimento in una orribile mattanza
Sogna, ragazzo, sogna -Roberto Vecchioni
Ma Robb è anche altro in GoT e cioè un personaggio che molto giovane ed inesperto e non pronto ad esserlo,si innamora di una donna,Talisa che, sempre causa onorite fulminante Stark decide di avere solo tramite un matrimonio che sarà esiziale e darà la scusa al miserabile Frey con cui Cat aveva pattuito un matrimonio, per essere il sicario anche del figlio Ned che Talisa aspettava.So che il personaggio di Talisa,anche causa interprete poco empatica e affatto simpatica,non piace ma io anche qui mi schiero,come sempre , con uno Stark e dedico a Robb una bella canzone dei
Pacebo – Because I Want You
Mentre la rabbia svanisce, questa casa non è più una casa,
Non rinunciare al sogno, non mollare il desiderio e tutto ciò che è vero.
Non rinunciare al sogno, non rinunciare al desiderio ...
Perché anch'io ti voglio
perché anche io ti voglio
perché anche io ti voglio
perchè ti voglio,
perchè ti voglio.
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Dato che è stato menzionato, mi pareva bello riproporre il monologo principe di Robb.
Dèi misericordiosi, per quale motivo un uomo vorrebbe diventare re?
Quando erano tutti ammucchiati in quella sala a urlare "re del Nord, re del Nord", ho detto a me stesso... ho giurato a me stesso di essere un buon re, onorevole come mio padre, forte, giusto, leale verso i miei amici, coraggioso nell'affrontare i miei nemici. Mentre adesso... non riesco più a distinguere gli uni dagli altri. Com'è possibile che tutto sia diventato così... confuso? Lord Rickard ha combattuto al mio fianco in mezza dozzina di battaglie. Per me, i suoi figli sono morti al Bosco dei Sussurri. Tion Frey e Willem Lannister erano miei nemici. Eppure, per vendicare questi nemici, adesso sono costretto a uccidere il padre dei miei amici morti.
Che grandissima figura tragica!
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
@porcelain.ivory.steel Anche io volevo attribuirgli Bohemian Rhapsody. Curioso che abbiamo pensato alla stessa canzone.
Pertanto ripiego su un genere diverso ma altrettanto iconico e che si può dire abbia lo stesso tema.
Mama, take this badge off of me
I can't use it anymore
It's getting dark,
Too dark to see
Feel I'm knockin' on heaven's door
(...)
Mama, put my guns in the ground
I can't shoot them anymore
That long, black cloud is comin' down
I feel like I'm knockin' on heaven's door
E' ora di mettere via il distintivo da Re, da eroe, Robb Stark. E' ora di smettere di combattere e arrenderti alla morte, ora che tutto è perduto.
Questa è l'unica Odissea: gli Argonauti partono in cerca della realtà per trovare, alla fine,
colui che la sta sognando. (Il pappagallo dalle sette lingue)
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. ( Virgilio - Eneide )
Tutte le fini sono il mio inizio, tutti i cammini sono il mio sentiero.
(benedettini disertori)
Non sono ancora riuscita a trovare una canzone giusta per Ned....intanto che i criceti corrono, mi riporto in pari con gli altri giorni......
Giorno 2 - Cathlyn Stark
Penso che i momenti più di pathos che riguardano Cat siano i vari lutti che deve sopportare e le nozze rosse.....
Per questo motivo ho scelto una canzone molto triste, ma che lascia trasparire anche una certa determinazione, che è una delle caratteristiche fondamentali di Cathlyn Stark.
Giorno 3 - Robb Stark
Robb che è dovuto crescere prima del tempo, che era forse troppo giovane per essere "King in the North" e guidare in battaglia i suoi alfieri....troppo giovane per non commettere errori che poi gli sono risultati fatali.....ma degno figlio di suo padre che prende sulle sue spalle il destino del Nord e combatte prima per liberare Ned e poi per vendicarlo.
(in realtà questa canzone si sposerebbe meglio per
Rheagar e Jon Snow
.......ma, se prendiamo soltanto la seconda parte-quella principale- sta bene anche su Robb)
Giorno 3 - Robb Stark
Robb Stark è un personaggio che, pur non essendo POV, ha avuto un peso determinante in ASOIAF. Più che il personaggio in sé, è stata la sua tragica fine ad imprimere una svolta alla saga. Con le Nozze Rosse, il più prestigioso successo della coalizione Lannister-Frey-Bolton, inizia paradossalmente la fine di tale coalizione, come sarà chiaro in TWOW.
Questo è confermato da quanto avviene nella serie, visto che la famiglia Frey viene decapitata, i Bolton vengono sterminati e i Lannister anche sfiorano l'estinzione. Invece gli Stark escono, pur con perdite, sostanzialmente vincitori visto che il Nord guadagna l'indipendenza.
Per questo motivo mi sento di condividere un pezzo che rappresenti la metafora dell'inizio della fine per i nemici degli Stark: il branco è disperso e ha avuto delle perdite, ma è ancora pericoloso.
Giorno 3 – Robb Stark
Avete fatto delle scelte bellissime! Tutte, proprio tutte. Ma in particolare grazie a @Iceandfire per il mio amatissimo Roberto Vecchioni, con quella canzone potentissima e accorata, sulla limpidezza degli ideali che si hanno quando la vita è ancora nuova nuova, come un sole che si vede sorgere per la prima volta. E sulla capacità –e l’importanza- di crederci, a quella Vita, fino in fondo, almeno da ragazzi: perché solo allora lo si può fare con tanta forza e convinzione. Dopo sarà ancora possibile, ma non sarà mai più una fede così immacolata, priva di ombre, totale. L’ho ascoltata mille volte, eppure mi vengono i lucciconi agli occhi ogni volta, come mi venivano ogni volta che la suonavo alla chitarra.
E splendida anche la scelta di Bohemian Rapsody. Altra canzone immensa, degna della grandezza di Robb (o di Jon). Con un bonus extra: il suo esordio “Mama, I killed a man”, “Non volevo farti piagere”, quanto richiama il rapporto tra Robb e Cat, quando lui ha da poco preso il comando di un esercito? Robb è soltanto un ragazzo, che fino a poco prima portava ancora la spada di legno. La vita ha forzato i tempi, lo ha costretto a crescere, troppo in fretta. E Martin rende in modo mirabile quel suo continuo oscillare, nel primo periodo da comandante –ruolo che ha assunto con fierezza e decisione, ma dal quale lui per primo, a tratti, sembra sentirsi sorpreso e smarrito, come se si accorgesse, improvvisamente, di indossare un abito troppo grande, tagliato per un altro, ben più adulto ed esperto della vita- tra la sicurezza congenita di un capo e stratega naturale e la natura di figlio che ancora vorrebbe poter tornare a questo ruolo, protetto da una figura genitoriale, adulta. Con ancora un forte desiderio, o forse bisogno, di protezione, di guida, di qualcuno che lo sollevi dalle responsabilità immense che si è trovato a doversi assumere. Di una madre. Desiderio e bisogno che, lo sa bene, deve stroncare: perchè la responsabilità che gli è stata imposta lo obbliga a farlo. Ma che ogni tanto affiora. In un gesto infinitesimo che sfugge al controllo; in uno sguardo verso Cat che chiede approvazione e conferma.
E Martin rende questo contrasto, questo suo continuo oscillare tra due poli, questo essere in bilico su una corda sottilissima e, ogni tanto, guardare giù in basso, in modo magistrale, nei pov di Cat. Ma sentiamo chiaramente, attraverso quei POV, che questo è esattamente il sentire di Robb. Anch’io rimpiango dei suoi POV personali. Anche se, artisticamente, lasciarlo in un alone di indeterminatezza è sicuramente una scelta funzionalmente riuscita, che rende più affascinante il personaggio: quale meglior sfida -vinta egregiamente da Martin- che riuscire a farcelo amare visceralmente e insieme lasciarci eternamente con la domanda “Ma che cosa avrà pensato, sentito, incerti momenti?”?
Eppure, anche soltanto vedendolo dall’esterno, intuiamo nettamente almeno questo, di lui: come, almeno all'inizio, senta netto, straziante il bisogno di una figura adulta di riferimento, di una madre, ora che il riferimento per eccellenza, Ned, è lontano e in pericolo; ma sappia, come condottiero e capo, di non poter più concedere a se stesso questo bisogno, e di doverlo estirpare da sè. E' un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta, a strapparsi da dentro parti di se stesso per accollarsi responsabilità enormi che spezzerebbero la schiena a molti uomini fatti. Amara sorte, quella di Robb, già molto prima dello straziante epilogo.
Ma passiamo alla mia scelta. Che viene dal genere classico ed è un altro brano che amo visceralmente, incondizionatamente, forse il mio preferito in assoluto nella (poca) musica classica che conosco: l’immenso O Fortuna!, dai Carmina Burana.
Intanto, la “Fortuna” a cui si riferisce il testo non è la fortuna “buona”, quella del nostro linguaggio moderno. Ma il fato, o meglio, la casualità, l’assoluta mancanza di prevedibilità e logica dell’esistenza. Che si fa beffa di concetti quali giustizia e merito; nonché, ovviamente, dell’agire dell’essere umano e delle ragioni che lo muovono, giuste o sbagliate che siano. E mi pare davvero che questo brano, anche nel testo, si adatti perfettamente alla parabola del giovane Robb Stark. Alla sua ascesa travolgente ed alla sua immeritata, caduta. Una caduta che fa atroce scempio di ogni concetto di giustizia o merito. Ad un ragazzo accalmato Re Del Nord, riportando in vita una figura scomparsa da secoli ma che attraverso questi stessi secoli ha continuato ad esistere, silenziosa, nei cuori del grande Nord; ad un giovanissimo stratega naturale, che vincerà ogni battaglia eppure finirà ucciso con il più laido dei tradimenti, ed il cui cadavere sarà lacerato ed oltraggiato oltre ogni limite di umana pietà e decenza. Robb, che il suo nemico non è mai stato in grado di sconfiggere eppure morirà, in modo atroce. Robb la cui caduta in disgrazia inizia a causa di un atto di onestà, di un’ideale di giustizia la cui realizzazione, dando una lettura “in negativo” della meravigliosa canzone di Vecchioni, nei labirinti e trappole di cui la vita è disseminata si rivela poco più che un bel sogno.
In passato, in questo forum, mille volte abbiamo definito Jon “l’Agnello sacrificale”. Ma, a ben pensarci, il primo agnello sacrificale, quello necessario perché le cose andassero come dovevano andare, quello a cui la vita ha concesso soltanto un’effimera primavera e poi ha straziato, dilaniato, fatto a pezzi contro ogni giustizia, è proprio Robb.
Ma questo brano mi evoca alcuni momenti della vicenda di Robb anche musicalmente. Intanto, inizia in modo emozionalmente esplosivo: “dal centro”, dalla parte più potente, travolgente, di un'altezza da vertigini (ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo: un’esperienza indimenticabile, che ti porta vicinissimo al sublime. E’ di una bellezza quasi insostenibile... alla fine avevo le lacrime che scendevano lungo le guance. Ok, non faccio molto testo, perché ho un’indole molto emozionale: ma mi ero guardata attorno, e non ero l’unica). Questo mi richiama un momento di Asoiaf potentissimo per intensità ed emozione: l’acclamazione di Robb a Re del Nord. Questa carica ufficialmente scomparsa da tempo, cancellata da un uomo inginocchiato e, immagino, una firma su un trattato, ma che vive ancora nei cuori indomiti degli abitanti di quelle terre aspre e fiere, che ora risorge da un passato così lontano da essere quasi leggenda per posarsi sulle spalle di un ragazzom guidato soltanto da un naturale talento di stratega e dall’amore per il proprio padre. Ma soprattutto la fase successiva, quasi sussurrata; un pianissimo che non è dolce ma inquietante, come una minaccia in agguato, nel mio gioco di associazioni di idee per me rievoca un momento ben preciso, che per inciso amo moltissimo: l’attesa della battaglia nel Bosco dei Sussurri. (Piccola divagazione: quando ho iniziato al leggere Asoiaf, l’ho fatto con moltissima diffidenza, per motivi che non sto a raccontarvi. Man mano mi sono accorta, con sorpresa, che invece non sembrava affatto il fantasy di serie B che avevo temuto. Ma pensavo ancora che avrei saltato tutte le scene di battaglia, dato che, in genere, non mi interessano proprio. Poi sono arrivata al Bosco dei Sussurri e... mi sono trovata a leggere alcune tra le pagine più emozionanti, mirabili, perfette che avessi mai letto. In qualsiasi libro, di qualsiasi genere. Da lì in poi, per Asoiaf è stato amore assoluto).
Poi di nuovo il fortissimo (quello che negli spartiti si indica con non solo una, ma tre “f”, immagino) , che può essere l’impeto di una battaglia vittoriosa nella quale noi parteggiamo per Robb. E infine, il finale: quale chiusura più appropriata, per il Re Del Nord, figlio di Ned, ucciso ingiustamente come il proprio padre, con il più vile degli inganni, oltraggiato persino dopo la morte? Quale grido di dolore potrebbe rendere meglio ciò che prova il lettore / lo spettatore? Lo strazio, l’enormità lacerante, il senso di intollerabile ingiustizia di quelle immagini laceranti, il desiderio di ribellarsi e gridare “no, non può accadere questo, non DEVE accadere” e la sensazione, insieme, che tutto stia crollando, che tutto stia esplodendo in mille pezzi?
Asoiaf continuerà; la Storia –non il romanzo, ma quella con la maiuscola- andrà avanti, anche senza Robb. Perché per la Storia i singoli, gli esseri umani, sono meno che nulla. Ma nello stesso tempo, quando leggi, o vedi, quella scena, la tua sensazione viscerale, irrazionale, è una sola: che dopo quel momento, dopo una simile atrocità e senza più Robb, nulla sarà più come prima.
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(Scelgo la traduzione di Wikipedia, che mi pare di gran lunga la più accurata tra quelle che ho trovato in rete)
O Fortuna,
come la luna
sei variabile (...),
sempre cresci
o decresci.
Vita detestabile!
(La Fortuna) ora indurisce
ed ora cura,
per giuoco (...);
miseria,
potenza,
dissolve come ghiaccio.
Sorte immane
ed inane,
tu ruota volubile,
(...)
sempre dissolubile,
obumbrata
e velata
pure me sovrasti.
(...)
il dorso nudo
reco del tuo scempio.
Sorte (...)
ora a me contraria,
(ogni uomo) è (da te) colpito
e prostrato,
sempre in schiavitú.
(...) per sorte
(la Fortuna) prostra un forte,
con me tutti piangete!"
Buon ascolto... e buona emozione.
Giorno 3 – Robb Stark
Avete fatto delle scelte bellissime! Tutte, proprio tutte. Ma in particolare grazie a @Iceandfire per il mio amatissimo Roberto Vecchioni, con quella canzone potentissima e accorata, sulla limpidezza degli ideali che si hanno quando la vita è ancora nuova nuova, come un sole che si vede sorgere per la prima volta. E sulla capacità –e l’importanza- di crederci, a quella Vita, fino in fondo, almeno da ragazzi: perché solo allora lo si può fare con tanta forza e convinzione. Dopo sarà ancora possibile, ma non sarà mai più una fede così immacolata, priva di ombre, totale. L’ho ascoltata mille volte, eppure mi vengono i lucciconi agli occhi ogni volta, come mi venivano ogni volta che la suonavo alla chitarra.
E splendida anche la scelta di Bohemian Rapsody. Altra canzone immensa, degna della grandezza di Robb (o di Jon). Con un bonus extra: il suo esordio “Mama, I killed a man”, “Non volevo farti piagere”, quanto richiama il rapporto tra Robb e Cat, quando lui ha da poco preso il comando di un esercito? Robb è soltanto un ragazzo, che fino a poco prima portava ancora la spada di legno. La vita ha forzato i tempi, lo ha costretto a crescere, troppo in fretta. E Martin rende in modo mirabile quel suo continuo oscillare, nel primo periodo da comandante –ruolo che ha assunto con fierezza e decisione, ma dal quale lui per primo, a tratti, sembra sentirsi sorpreso e smarrito, come se si accorgesse, improvvisamente, di indossare un abito troppo grande, tagliato per un altro, ben più adulto ed esperto della vita- tra la sicurezza congenita di un capo e stratega naturale e la natura di figlio che ancora vorrebbe poter tornare a questo ruolo, protetto da una figura genitoriale, adulta. Con ancora un forte desiderio, o forse bisogno, di protezione, di guida, di qualcuno che lo sollevi dalle responsabilità immense che si è trovato a doversi assumere. Di una madre. Desiderio e bisogno che, lo sa bene, deve stroncare: perchè la responsabilità che gli è stata imposta lo obbliga a farlo. Ma che ogni tanto affiora. In un gesto infinitesimo che sfugge al controllo; in uno sguardo verso Cat che chiede approvazione e conferma.
E Martin rende questo contrasto, questo suo continuo oscillare tra due poli, questo essere in bilico su una corda sottilissima e, ogni tanto, guardare giù in basso, in modo magistrale, nei pov di Cat. Ma sentiamo chiaramente, attraverso quei POV, che questo è esattamente il sentire di Robb. Anch’io rimpiango dei suoi POV personali. Anche se, artisticamente, lasciarlo in un alone di indeterminatezza è sicuramente una scelta funzionalmente riuscita, che rende più affascinante il personaggio: quale meglior sfida -vinta egregiamente da Martin- che riuscire a farcelo amare visceralmente e insieme lasciarci eternamente con la domanda “Ma che cosa avrà pensato, sentito, incerti momenti?”?
Eppure, anche soltanto vedendolo dall’esterno, intuiamo nettamente almeno questo, di lui: come, almeno all'inizio, senta netto, straziante il bisogno di una figura adulta di riferimento, di una madre, ora che il riferimento per eccellenza, Ned, è lontano e in pericolo; ma sappia, come condottiero e capo, di non poter più concedere a se stesso questo bisogno, e di doverlo estirpare da sè. E' un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta, a strapparsi da dentro parti di se stesso per accollarsi responsabilità enormi che spezzerebbero la schiena a molti uomini fatti. Amara sorte, quella di Robb, già molto prima dello straziante epilogo.
Ma passiamo alla mia scelta. Che viene dal genere classico ed è un altro brano che amo visceralmente, incondizionatamente, forse il mio preferito in assoluto nella (poca) musica classica che conosco: l’immenso O Fortuna!, dai Carmina Burana.
Intanto, la “Fortuna” a cui si riferisce il testo non è la fortuna “buona”, quella del nostro linguaggio moderno. Ma il fato, o meglio, la casualità, l’assoluta mancanza di prevedibilità e logica dell’esistenza. Che si fa beffa di concetti quali giustizia e merito; nonché, ovviamente, dell’agire del piccolo, insignificante essere umano e delle ragioni che lo muovono, giuste o sbagliate che siano.
E mi pare davvero che questo brano, anche nel testo, si adatti perfettamente alla parabola del giovane Robb Stark. Alla sua ascesa travolgente ed alla sua immeritata, caduta. Una caduta che fa atroce scempio di ogni concetto di giustizia o merito. Ad un ragazzo accalmato Re Del Nord, riportando in vita una figura scomparsa da secoli ma che attraverso questi stessi secoli ha continuato ad esistere, silenziosa, nei cuori del grande Nord; ad un giovanissimo stratega naturale, che vincerà ogni battaglia eppure finirà ucciso con il più laido dei tradimenti, ed il cui cadavere sarà lacerato ed oltraggiato oltre ogni limite di umana pietà e decenza. Robb, che il suo nemico non è mai stato in grado di sconfiggere eppure morirà, in modo atroce. Robb la cui caduta in disgrazia inizia a causa di un atto di onestà, di un’ideale di giustizia la cui realizzazione, dando una lettura “in negativo” della meravigliosa canzone di Vecchioni, nei labirinti e trappole di cui la vita è disseminata si rivela poco più che un bel sogno.
In passato, in questo forum, mille volte abbiamo definito Jon “l’Agnello sacrificale”. Ma, a ben pensarci, il primo agnello sacrificale, quello necessario perché le cose andassero come dovevano andare, quello a cui la vita ha concesso soltanto un’effimera primavera e poi ha straziato, dilaniato, fatto a pezzi contro ogni giustizia, è proprio Robb.
Precisazione pignola: Non intendo dire che la vicenda di Robb abbia elementi di casualità: in essa, anzi, tutto é perfettamente consequenziale, logico, concatenato. Ma da un certo punto in poi, tutte le azioni di Robin sembrano ritorcerglisi contro: l'atto di giustizia verso i giovanissimi Lannister uccisi e il senso dell' onore per il quale sposa la giovane Westerling sono azioni il cui esito nefasto é prevedibile, ma sono anche, più che scelte, passi obbligati, per un uomo con uma morale alta e non disposta a compromessi; il tradimento di Theon, colui che appariva quasi come un fratello, non era prevedibile, o almeno era un rischio che era necessario correre. Ciò che il percorso del povero Robb rimarca é che, nonostante le nostre illusioni, la vita trascende e si fa beffe del nostro cercare di controllarla. Che, tra imprevisti (Theon) o scelte che non sono tali, perché di fatto obbligate (Karlstark e Jeyne), non abbiamo il controllo proprio di nulla.
Ma questo brano mi evoca alcuni momenti della vicenda di Robb anche musicalmente. Intanto, inizia in modo emozionalmente esplosivo: “dal centro”, dalla parte più potente, travolgente, di un'altezza da vertigini (ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo: é un’esperienza indimenticabile, che ti porta vicinissimo al sublime. E’ di una bellezza emozionalmente quasi insostenibile, da far quasi male... alla fine avevo le lacrime che scendevano lungo le guance. Ok, non faccio molto testo perché ho un’indole molto emotiva: ma mi ero guardata attorno, e vi garantisco che non ero l’unica).
Tornando al brano, l' apertura cosí imponente, quasi sovrumana,
mi richiama un momento di Asoiaf potentissimo per intensità ed emozione: l’acclamazione di Robb a Re del Nord. Carica ufficialmente scomparsa da tempo, cancellata da un uomo inginocchiato e, immagino, una firma su un trattato, ma che vive ancora nei cuori indomiti degli abitanti di quelle terre aspre e fiere. E ora risorge da un passato così lontano da essere quasi leggenda, per posarsi sulle spalle di un ragazzo guidato soltanto da un naturale talento di stratega e dall’amore per il proprio padre.
Ma soprattutto associo a Robb la fase successiva, quasi sussurrata; un pianissimo che non è dolce ma inquietante, sospeso; come una minaccia in agguato. Non sai nemmeno dove sia nascosta o da dove stia per colpire, ma ne senti, in qualche modo, la presenza tangibile, la possenza solo momentaneamente contenuta: e un brivido ti corre lungo la schiena. E nel gioco di associazioni di idee a cui invitq questo bellissimo thread, questa fase per me rievoca un momento ben preciso, che per inciso amo moltissimo: l’attesa della battaglia nel Bosco dei Sussurri. (Piccola divagazione: quando ho iniziato al leggere Asoiaf, l’ho fatto con moltissima diffidenza, per motivi che non sto a raccontarvi. Man mano mi sono accorta, con sorpresa, che invece non sembrava affatto il fantasy di serie B che avevo temuto. Ma pensavo ancora che avrei saltato tutte le scene di battaglia, dato che, in genere, non mi interessano proprio. Poi sono arrivata al Bosco dei Sussurri e... mi sono trovata a leggere alcune tra le pagine più emozionanti, mirabili, perfette che avessi mai letto. In qualsiasi libro, di qualsiasi genere. Da lì in poi, per Asoiaf è stato amore assoluto).
Poi di nuovo il fortissimo (quello che negli spartiti si indica con non solo una, ma tre “f”, immagino) , che può essere l’impeto di una battaglia vittoriosa nella quale noi parteggiamo per Robb. E infine, il finale: quale chiusura più appropriata, per il Re Del Nord, figlio di Ned, ucciso ingiustamente come il proprio padre, con il più vile degli inganni, oltraggiato persino dopo la morte? Quale grido di dolore potrebbe rendere meglio ciò che prova il lettore o lo spettatore? Lo strazio, l’enormità inaccettabile, il senso di intollerabile ingiustizia di quelle immagini laceranti. Il desiderio di ribellarsi e gridare “no, questo non può accadere, non DEVE accadere!” e la sensazione, insieme, che tutto stia crollando, che tutto stia esplodendo in mille pezzi?
Asoiaf continuerà; la Storia –non il romanzo, ma quella con la maiuscola- andrà avanti, anche senza Robb. Perché per la Storia i singoli, gli esseri umani, sono meno che nulla. Ma nello stesso tempo, quando leggi, o vedi, quella scena, la tua sensazione viscerale, irrazionale, è una sola: che dopo quel momento, dopo una simile atrocità e senza più Robb, nulla sarà più come prima.
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(Scelgo la traduzione di Wikipedia, che mi pare di gran lunga la più accurata tra quelle che ho trovato in rete)
O Fortuna,
come la luna
sei variabile (...),
sempre cresci
o decresci.
Vita detestabile!
(La Fortuna) ora indurisce
ed ora cura,
per giuoco (...);
miseria,
potenza,
dissolve come ghiaccio.
Sorte immane
ed inane,
tu ruota volubile,
(...)
sempre dissolubile,
obumbrata
e velata
pure me sovrasti.
(...)
il dorso nudo
reco del tuo scempio.
Sorte (...)
ora a me contraria,
(ogni uomo) è (da te) colpito
e prostrato,
sempre in schiavitú.
(...) per sorte
(la Fortuna) prostra un forte,
con me tutti piangete!"
Scusate se scrivo un altro post, ma quello di prima era già lunghissimo, e non mi pare opportuno appesantito ancora.
Noto solo ora come "O Fortuna!" sia, in un certo senso, complementare a "Sogna, ragazzo sogna", e come entrambe insieme raccontino il percorso di Robb.
La canzone del grande Roberto è il "prima": la fase degli ideali, del dolore (la prigionia e la sorte incerta di Ned) che tuttavia si accompagna ancora ad una furente speranza, alla giovanile fiducia di poter ancora cambiare le cose. Magari con una probabilità su mille, ma a modo suo anche uno su mille è già qualcosa, è già tanto. Questa canzone proclama la convinzione, di nuovo, giovanile e per molti versi ingenua -seppure allo stesso tempo necessaria, come prima fase per formarsi come essere umano di valore e spessore- che la vita, in fondo, sia "come dovrebbe essere".
"O, Fortuna", constatazione dell'inutilità dell'agire umano, di come tutto sia in balia di una casualità cieca, volubile e senza giustizia nè significato alcuno, è il "dopo". Forse è un eccesso, in quanto a pessimismo: ma rende esattamente ciò che ti ritrovi a pensare a caldo, incredulo, attonito e sconvolto in ogni certezza, davanti alla conclusione di quella nona puntata, o subito dopo aver letto le Nozze Rosse.