Il 9/12/2020 at 14:16, Metamorfo ha scritto:Ieri, nella partita PSG - Basaksehir, il quarto uomo (il romeno Coltescu) avrebbe indicato l'assistente tecnico del club turco con una frase razzista.
Molti giornali riportano la parola "negro", ma sembra che abbia detto "this black guy" (anche qui tradotto dai giornali nostrani con la parola dispregiativa). Non mi sembra esattamente la stessa cosa.
Le squadre hanno lasciato il campo per protesta, e la partita verrà rigiocata con un'altra squadra arbitrale.
Un aggiornamento: Caso Psg-Basaksehir, l'ispettore Uefa: "L'arbitro Coltescu non fu razzista"
CitaNel rapporto si legge che "dalle prove video e audio disponibili, è stato stabilito che Coltescu e Sovre (il guardalinee, ndr) hanno usato le espressioni in lingua romena 'quello nero' e 'il nero', semplicemente per identificare il secondo allenatore del Basaksehir, Webo. Secondo il rapporto linguistico, le espressioni romene 'quello nero' e 'il nero' non hanno connotazioni discriminatorie o negative. Inoltre, la parola 'nero' è ampiamente utilizzata dalle organizzazioni antirazziste e dai loro milioni di seguaci proprio per combattere la discriminazione. L'ispettore designato per l'etica e la disciplina ritiene che l'indagine su un possibile comportamento razzista o discriminatorio sia terminata, senza la necessità di un'azione disciplinare per violazione degli articoli della legge Uefa".
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
43 minuti fa, Zelda ha scritto:La Disney, la HBO e più in generale il sistema che ruota attorno ad Hollywood ha come fine ultimo il profitto, ergo non farebbe mai scelte di immagine che possano provocarne una perdita (quantomeno volontariamente). Ogni tanto ci danno il contentino "fuori dagli schemi" che dura quanto il trend topic della settimana, ma poi finisce lì. Le grandi multinazionali, così come i personaggi del mondo dello spettacolo sostengono queste battaglie sociali (giustissime sia chiaro, che non mi si fraintenda) perché sono semplicemente una fetta di mercato ancora inesplorata e di conseguenza molto remunerativa, oltre che per mero personal brending.
Chiaro che le organizzazioni raramente vanno contro i propri interessi. Sono "organon", organismi, il cui fine ultimo è sopravvivere.
Detto questo, ci sono anche aziende e personaggi che ogni tanto portano avanti battaglie impopolari che gli possono costare care. Dobbiamo riconoscerlo. Pensiamo a quando Nike ha iniziato a sostenere apertamente Colin Kaepernick: una scelta pagata dall'azienda con un crollo delle vendite in uno dei suoi mercati di riferimento (consumatori US bianchi middle/upper class). Certo, ci sarà stato un guadagno in termini di immagine e, certo, è la stessa Nike che, qualche anno fa, faceva cucire i palloni ai bambini in Cina.
Sicuramente alcune mosse sono solo "politically correct" di facciata e azioni di marketing ben costruite. Tutto sommato però preferisco che il freno a chi esce dal seminato arrivi così, piuttosto che non arrivi affatto.
Ma anche quella è stata una scelta ben calibrata e studiata. Per tot bianchi privilegiati che non acquistano più ce ne sono tot in più di altre etnie che avranno acquistato in massa spinte dal nobile gesto con conseguente allargamento del mercato ed enorme ritorno economico in termini di pubblicità. Se la Nike non avesse avuto anche il minimo ritorno stai certa che non avrebbe mai preso posizione. Tutto ciò continuando a sfruttare manodopera a basso costo in qualche scantinato.
Ma alla fine un risultato c'è stato perché questa storia ha smosso molte coscienze, anche quelle di chi - e di solito sono tanti - non si schierano, non si interessano, non si preoccupano fintanto che un problema non lo vedono sulla propria pelle.
Per cui mi domando e vi domando: è davvero così importante che ci siano sempre onorevoli intenzioni no-profit dietro un'azione che supporta una giusta causa? Fa differenza la quota di ipocrisia che c'è dietro una scelta "politically correct" (il caso Nike-Caepernick, Disney-Carano, ecc.) se poi alla fine si ottiene come risultato di mettere in evidenza un problema , dare voce a una minoranza o contribuire a mettere a tacere la discriminazione, il razzismo, il sessismo? Vale il gesto in sé oppure vale solo se chi lo fa è anche "un puro della fede"?
@Mayama infatti il problema non è femminismo o meno. se si vuole davvero andare oltre queste questioni basterebbe giudicare/valutare le persone per quello cha fanno e per le loro responsabilità. nei casi separazioni/divorzi dovrebbe "pagare" chi abbandona la famiglia, indipendentemente se sia il marito o la moglie. ma non è così. anzi di solito l'abbandonato è quello che subisce. se poi sei un uomo sei cornuto e mazziato. poi una parte delle donne non so quanto voglia davvero tutta questa parità. io ho i miei dubbi derivati da quello che ho visto. ammetto che però mia opinione sul tema non è molto oggettiva.
poi se vogliamo dirla tutta gli avvocati sono dei distributori di benzina sul fuoco....senza di loro questi casi si risolverebbero più velocemente e senza perdite.
44 minuti fa, Zelda ha scritto:Tutto ciò continuando a sfruttare manodopera a basso costo in qualche scantinato.
ma vale anche per apple e tutte queste multinazionali. se fanno certe campagne è perchè ci guadagnano. poi trovo ridicolo farle nel momento che produci in cina o altri paesi a basso costo e vendi sempre a paesi dove dei diritti proprio se ne fregano. semplicemente per soldi. c'è un'ipocrisia insostenibile.
ottobre 2019 caso nba-cina-hk. lì si capisce tutto. parole parole ma tutti in ginocchio per non perdere milioni
7 minuti fa, Maya ha scritto:Per cui mi domando e vi domando: è davvero così importante che ci siano sempre onorevoli intenzioni no-profit dietro un'azione che supporta una giusta causa? Fa differenza la quota di ipocrisia che c'è dietro una scelta "politically correct" (il caso Nike-Caepernick, Disney-Carano, ecc.) se poi alla fine si ottiene come risultato di mettere in evidenza un problema , dare voce a una minoranza o contribuire a mettere a tacere la discriminazione, il razzismo, il sessismo? Vale il gesto in sé oppure vale solo se chi lo fa è anche "un puro della fede"?
Quoto.
Che poi è anche piuttosto singolare che sti distinguo arrivino dalla medesima area che poi, se sei un "puro della fede" si gioca la carta "eh, ma si tratta dei soliti discorsi utopisti e radicali fatti da gente incapace di scendere a patti con il reale e fare compromessi".
Il fatto è che - ok- sarebbe bellissimo avere un improvviso risveglio di massa delle coscienze o un profeta illuminato e saggio in grado di aprirci la mente. Siccome non vedo queste opzioni come realistiche, sono scesa a patti con la possibilità di contrastare le discriminazioni e aumentare l'inclusività anche una scatola di scarpe alla volta.
29 minuti fa, Maya ha scritto:
Per cui mi domando e vi domando: è davvero così importante che ci siano sempre onorevoli intenzioni no-profit dietro un'azione che supporta una giusta causa? Fa differenza la quota di ipocrisia che c'è dietro una scelta "politically correct" (il caso Nike-Caepernick, Disney-Carano, ecc.) se poi alla fine si ottiene come risultato di mettere in evidenza un problema , dare voce a una minoranza o contribuire a mettere a tacere la discriminazione, il razzismo, il sessismo? Vale il gesto in sé oppure vale solo se chi lo fa è anche "un puro della fede"?
Ti rispondo molto chiaramente, assolutamente si. C'è stato un tempo in cui le battaglie sociali si combattevano senza alcun ritorno economico. E poi ripeto in palese contraddizione con i propri sistemi produttivi.
È la stessa storia del Mc Donalds che ha avuto la "svolta ecologista" con i piattini e bicchierini riciclabili ma continua ad ingrassare allevamenti intensivi. Davvero a voi non da fastidio questa contraddizione?
Qui non si tratta di essere i "puri" della situazione, nessuno ha questa pretesa ma si parla di aziende che alla luce del loro potere economico avrebbero l'opportunità di cambiare davvero le condizioni di lavoro di quelle stesse persone che usano come slogan, ma preferiscono di gran lunga la pecunia quindi la lezione di moralità anche no.
Poi certo i compromessi vanno bene solo se sono gli altri a pagarne il prezzo.
8 minuti fa, Zelda ha scritto:C'è stato un tempo in cui le battaglie sociali si combattevano senza alcun ritorno economico. E poi ripeto in palese contraddizione con i propri sistemi produttivi.
Tipo?
Ma poi, qualora un'azienda non faccia nulla per cambiare davvero le condizioni di lavoro dei propri dipendenti, non ha senso che faccia qualcosa per ridurre l'impatto ecologico della propria attività? Cioè, se capisco, se non un'organizzazione non s'impegna 100% allora tanto vale non faccia assolutamente nulla in nessun senso?
15 minuti fa, Zelda ha scritto:È la stessa storia del Mc Donalds che ha avuto la "svolta ecologista" con i piattini e bicchierini riciclabili ma continua ad ingrassare allevamenti intensivi. Davvero a voi non da fastidio questa contraddizione?
No perchè da Mc Donalds la sensibilità che mi aspetto sul tema, in quanto multinazionale, è zero. Quindi se pure arriva uno 0.5, stentato e per motivi di immagine, per quanto mi riguarda è tutto un di più. Non è certo a McDonald che affido il compito di apportare cambiamenti in tema di tutela ambientale: sarebbe come aspettarsi che il papa desse il proprio vaticinio al Gay Pride. Se già smettono di usare la plastica nel loro packaging, per me hanno già fatto il loro.
Lo stesso vale per la Disney ed Hollywood tutta: prima, per soldi ed interesse, propagandavano modelli machisti, discriminatori, razzisti; adesso, sempre per soldi ed interesse, propagandano modelli paritari, inclusivi e di gender equality. Mi pare che il passo avanti sia evidente.
@MayaMa infatti sono attività di facciata, ovvero mera pubblicità, non riducono di certo l'impatto ambientale ne tanto meno gli interessa. Poi non critico la tua posizione che in parte condivido ma in generale mi da fastidio vedere queste multinazionali incensate per problemi che neanche lontanamente gli interessano.
3 minuti fa, joramun ha scritto:
No perchè da Mc Donalds la sensibilità che mi aspetto sul tema, in quanto multinazionale, è zero. Quindi se pure arriva uno 0.5, stentato e per motivi di immagine, per quanto mi riguarda è tutto un di più. Non è certo a McDonald che affido il compito di apportare cambiamenti in tema di tutela ambientale: sarebbe come aspettarsi che il papa desse il proprio vaticinio al Gay Pride. Se già smettono di usare la plastica nel loro packaging, per me hanno già fatto il loro.
Lo stesso vale per la Disney ed Hollywood tutta: prima, per soldi ed interesse, propagandavano modelli machisti, discriminatori, razzisti; adesso, sempre per soldi ed interesse, propagandano modelli paritari, inclusivi e di gender equality. Mi pare che il passo avanti sia evidente.
Si ma per quanto andrà avanti ? Quale sarà la prossima tendenza da portare avanti? Per me è un cane che si morde la coda.
31 minuti fa, Zelda ha scritto:Ti rispondo molto chiaramente, assolutamente si. C'è stato un tempo in cui le battaglie sociali si combattevano senza alcun ritorno economico.
Già nel V secolo ac gli spartani dicevano che nonostante tutti amino parlare dei bei vecchi tempi, questi in realtà non sono mai esistiti. Siamo tutti portati ad idealizzare il passato ma in realtà c'era la stessa melma che c'è adesso e francamente se possiamo contestare il messaggio portato avanti dall'azienda X perché "fa tutto per soldi" non vedo perché non dovremmo sminuire i primi movimenti femministi perché una parte consistente della loro attività era rivolta ad ottenere l'indipendenza economica delle donne e quindi "fanno tutto per soldi", lo so è un esempio stupido (anche se queste critiche erano presenti nel dibattito del secolo scorso) ma spesso la questione monetaria viene usata come passepartout per denigrare qualsiasi cosa, quindi facciamolo. Io la penso come @joramun e dalle multinazionali non mi aspetto chissà che, tuttavia ogni piccolo passo è ben accetto ed anzi proprio perché si son fatti i loro calcoli li rende ancora più graditi perché vuol dire c'è una base solida che li stabilizza.
Sì, esatto! Partendo da aspettative minime o pari zero... meglio di niente!
Dobbiamo anche stabilire quale siano la priorità: la coerenza? l'assenza di ipocrisia? Oppure il risultato che certe azioni di marketing, ipocritiche e poco coerenti, possono ottenere?
In un mondo in cui una bambina nera di 9 anni viene arrestata utilizzando lo spray urticante, in una persona ammazza la sorella perché ha una relazione con una persona trans, in cui alcune categorie continuano a essere sotto rappresentate oppure costrette in modelli offensivi e limitati, onestamente io ho smesso di pormi il problema di quanta coerenza o quanta ipocrisia ci sia alla base di una qualsiasi azione che ha sostanzialmente l'effetto pratico di condannare, contenere o punire una qualsiasi manifestazione razzista, sessista e così via ovvero di favorire l'inclusività. Mi pongo domande solo sulla reale efficacia di certe scelte, tipo i disclaimer.
1 ora fa, Il Lord ha scritto:Già nel V secolo ac gli spartani dicevano che nonostante tutti amino parlare dei bei vecchi tempi, questi in realtà non sono mai esistiti.
Buttavano pure i neonati considerati deboli o deformi dal monte Taigeto (pare) perciò non è che siano proprio il massimo esempio di progressista e inclusività, anche considerando l'ambito della discussione
Comunque concordo con @Zeldaper molti si tratta solo di tendenza, alcuni ci marciano e ci guadagnano, ma qualcuno magari ne trarrà beneficio. Il problema rimane sempre chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Ad ogni modo stiamo tornando indietro, anche nell'antica civiltà greca, quella omerica per intenderci, più che le leggi era la cultura della colpa a mantenere l'ordine, la fama e l'opinione pubblica potevano più delle punizioni.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi