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GoT - Mentori ed Evoluzioni Parte I: Jon Snow
di Iceandfire
creato il 22 novembre 2019


Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 08 dicembre 2019 11:28

Tyrion è, forse, il mentore definitivo di Jon Snow. È impressionante la circolarità dell'interazione Jon-Tyrion, almeno in GOT (in ASOIAF dobbiamo ancora vederla completarsi): dal primo incontro in Grande Inverno, con un Jon ancora acerbo, all'ultimo incontro nelle prigioni, in circostanze ben più drammatiche e con un Jon ben più maturo. Ci sarebbe da parlare anche dell'evoluzione subita da Tyrion nel lungo percorso subito, ma sarebbe OT.

Dico solo che, ancora una volta, Tyrion diventa catalizzatore di emozioni che già albergano in Jon. Nell'ultimo incontro Tyrion spinge Jon verso una decisione drastica, ma Jon ne ha piena consapevolezza. È il Jon Snow definitivo, che tiene conto di tutti gli insegnamenti precedenti, fino alla fine e fino al sacrificio finale.


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Lyra Stark
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Lyra Stark
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Inviato il 08 dicembre 2019 15:24

Eh ma me lo sono perso per strada io o manca Eddard Stark? Pensavo che lo avreste trattato prima o poi perché più che un padre per Jon è stato veramente un mentore, forse più nei gesti che con le parole. 


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 

Iceandfire
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Inviato il 08 dicembre 2019 15:52 Autore


Beh si è pensato di escludere Eddard perché non è un mentore in senso stretto (nel primo post ho inserito la definizione di mentore ) .

Ned è il padre ,il vero padre di Jon ,quello che gli ha dato l’imprinting di base per il quale Jon non commetterà mai atti che vanno contro il proprio onore .

Ma Jon ha una mente molto recettiva e sa adattarsi .

Per esempio combattendo contro il killer di fondo delle pulci ,confratello GdN ,impara che in un duello all’ultimo sangue si può e si deve ricorrere anche a mezzucci  poco onorevoli per lui pur di salvare la pelle .

Ed infatti nella 4x9 ammazza il

thenn ricorrendo ad un mezzo che il Jon di GI non avrebbe usato mai.

Del resto nella vita tutto fa crescere se si fa tesoro dell’esperienza fatta altrimenti si resterebbe bambini magari accusando gli altri delle proprie sconfitte .Jon ha avuto dei supporti importanti per diventare quello che è.

Tornando a Tyrion è stato il primo mentore che ha insegnato a Jon a non star male perché gente di nessun valore umano ,certamente invidiosa e gelosa del fatto che Ned lo aveva tenuto con se ,lo chiamava bastardo e da bastardo quale egli era considerato dal padre Tywin,gli consiglia di farsi come una corazza contro gente che lo offende ed ha perfettamente ragione perché nella vita conta quello che si è davvero e quello che si fa ,non i pettegolezzi infimi delle persone invidiose e gelose o i loro presunti sferzanti giudizi .

Ed è l’ultimo mentore di Jon quando gli ricorda che deve difendere le sue sorelle da chi sta attentando alla loro vita in primis e Jon ama molto le sue sorelle perché è uno Stark ,la lealtà ed il rispetto e l’attaccamento alla sua famiglia fatta persona 

 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


the neck
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Inviato il 09 dicembre 2019 1:18

i valori di ned rimangono, sono le fondamenta per il jon ragazzo, che in seguito attinge da tutti questi personaggi e ne emerge come un uomo profondamente disilluso ma tenace nel ritenere il suo dovere e la sua lealta verso la famiglia le priorita, per quanto durante il suo percorso ci siano state situazioni che avrebbero potuto allontanarlo dalla via(l'amore per ygritte, il rispetto per mance che odiava le limitazioni cui era sottoposto tra i guardiani, il tradimento dei suoi confratelli, il trattamento che sansa gli ha sempre riservato, l'amore per daenerys), lui sapeva da sempre quale fosse il suo compito, anche se chi gli stava intorno ogni tanto aveva la funzione di ricordarglielo a suo modo e in funzione di situazioni differenti(anche stannis con il suo smisurato senso del dovere, seppur il rapporto tra i due presenti una connotazione diversa), e tyrion lo mette davanti a una sorta di "prova finale", la piu difficile, conosce jon anche perche conosceva di fama ned e di persona jeor mormont, riconosce in lui la caparbieta di chi sa cosa serve vada fatto quando va a roccia del drago, e jon fino all'ultimo mettera se stesso in subordine, un eroe senza gloria, un uomo che attraverso lo svolgimento del suo dovere risulta spesso nella serie piu monotematico di quello che è(soprattutto nei libri), ma che alla fine ricopre il ruolo di vero protagonista di GOT, parallelamente con daenerys...

Modificato il 05 July 2024 17:07

" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "

 

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Figlia dell' estate
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Inviato il 09 dicembre 2019 12:06

Tyrion emerge come mentore per Jon ancor di più rispetto ai libri, grazie alla fusione con Donal Noye. Tyrion insegna a Jon che non esiste il suo dolore, ma anche quello degli altri, che é facile lamentarsi dello stigma sociale all'interno di un castello, che se si vuole l'uguaglianza allora bisogna cominciare a non trattare gli altri come inferiori. La stessa lezione che, in maniera doversa, Book!Tyrion riceverá da Penny.

É interessante notare che il rapporto tra Tyrion e Jon attraverso le stagioni e regge anche alla prova piú grande: l'amore di Tyrion per Dany. Dall'ultima puntata (e da alcuni script delle scorse stagioni) sappiamo che Tyrion e Jon erano rivali in amore, eppure il primo ha deciso di farsi spontaneamente da parte. Il suo conflitto interiore si puó notare dal modo in cui Tyrion pronuncia quella frase nella 8x4:

"Lui la ama e lei ama lui"

(Per me Peter si meritava l'Emmy che ha vinto solo per questo).


"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);

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Inviato il 10 dicembre 2019 18:46

Arrivo in ritardo perchè ho avuto altri impegni, ma mi permettete un mio ultimo post su Beric?



Il rapporto tra Jon e Beric si presta, penso, a due livelli di lettura. Il primo è evidente, ovvio e certo; il secondo è più una mia interpretazione, uno spunto che mi appare suggestivo ma non pretende certo di essere vero; eppure avrei piacere di condividerlo (poi, liberissimi di considerarlo una sciocchezza :)  )  .

Allora, il primo livello: Jon, pur da non credente, stima Beric perché, oltre a vedere in lui i suoi stessi ideali (a volte due percorsi diversi, quasi antitetici, possono portare allos tesso punto di arrivo) ne riconosce l’altezza morale. Inoltre, Beric risponde agli interrogativi esistenziali di un Jon sempre più amareggiato, ferito,  roso dal dubbio che tutto ciò che ha dato e sta dando di sé sia un sacrificio vano, in una battaglia impari, senza speranza alcuna.

Su come Jon sia giunto alla fase del dubbio e degli interrogativi, anche se non dirò nulla di nuovo rispetto alle osservazioni belle e profonde che sono già state fatte, anzi, ne sarò molto al di sotto, se vi va una sorta di riepilogo, facciamo qualche passo indietro, riassumendo una piccolissima parte di quanto emerso in questa discussione.

I precedenti mentori di Jon hanno disegnato per lui un percorso, un filo sottile ma che corre con precisione millimetrica attraverso il groviglio e il caos di Westeros e della vita.
Edd (per un quadro completo del percorso di Jon includo anche lui, anche se, come avete detto, egli non è esattamente un "mentore") gli ha fornito le radici necessarie perché l’albero possa crescere, i valori fondamentali che lo guideranno per tutta la vita, le fondamenta salde e sane su cui costruire se stesso. Noyle e Maestro Aemon lo hanno aiutato nella sua crescita come individuo: il primo nei rapporti umani e il modo di interfacciarsi con gli altri (con, in sovrappiù, un primo insegnamento più introspettivo, su come gestire e controllare la rabbia, la frustrazione e il dolore che Jon ragazzo si porta dentro); il secondo nei dilemmi morali, interiori. Ser Mormont, Stannis e Mance gli hanno fornito degli esempi come capo, tra cui lui ha potuto scegliere,  attingere, estrarre il meglio per costruirsi il suo modo di essere guida e condottiero.  

Attraverso queste figure e questi anni Jon ha costruito se stesso, cogliendo da ciascun mentore e, in parallelo, dal proprio cuore,  dalla propria indole e dal proprio vissuto, per comporre qualcosa di soltanto suo. Come abbiamo già detto, Jon è ben più della somma delle singole parti, di ciò che gli hanno trasmesso i suoi mentori. Loro gli hanno porto ciascuno un colore: Jon è il pittore, che usando questi colori crea il dipinto di sé, unico e nuovo, maggiore e altro rispetto alla somma delle singole componenti. Ma, nel frattempo, ha anche attraversato tanto dolore, tante perdite, tanta assoluta disillusione da aver perso il fondo portante, quello che dà un senso a tutti questi elementi, a tutto il suo percorso di crescita: il perché di tutto questo. Perché? Perché questo peso è stato posto sulle mie spalle? Perché devo soffrire tanto, ancora e ancora? Non mi sono mai sottratto alla chiamata, anche quando andava contro i miei desideri di individuo e di essere umano: ma perché l'ho fatto e lo sto facendo anche adesso, se ormai tutto appare perduto?

Jon è colmo di domande, e domande tanto dolorose quanto ormai urgenti, laceranti, necessarie; impossibili da ignorare. Non può andare avanti oltre, come un automa nelle mani del caos, del fato o di qualche Dio in cui neanche crede: al punto a cui è giunto, Jon ha bisogno di una risposta. Ormai, dopo aver perso quasi tutto ciò che poteva perdere, dopo che tutto il mondo che conosceva e amava e credeva sicuro è andato a pezzi, nel cuore dell’orrore mentre lo scontro finale è ormai incombente, lo respiri nell’aria e lo senti come un brivido nella schiena, in ogni fibra del tuo corpo, Jon è la domanda. L’interrogativo fondamentale, non solo suo ma di tanti, nell'esistenza reale, meno eclatante ma, talvolta, altrettanto eroica: perché la vita mi ha dato tanto dolore? Perchè mi ha caricato di un tale compito? Perché mi chiede così tanto?

 

E Beric è la risposta.

 


Ma alla domanda“perché?” si può rispondere in due modi: causale e finale. Jon ha già posto lo stesso interrogativo a Mel; ma ne ha ricavato una risposta soprattutto causale: perché il nostro Dio vuole così. E una risposta causale, credo, non è quasi mai una risposta soddisfacente, per un adulto che sta soffrendo. Anche nella vita reale, chi si chiede “perché esisto?” o “perché mi è toccato questo, questa malattia, questa perdita; perché proprio a me? O perchè proprio alla persona che amo, e che mai e poi mai ha meritato questo?”, se non lo sta cercando nella fede, in realtà non credo stia cercando un perché causale. “Hai il cancro perché sei portatore del gene tal dei tali”: grazie tante; ma perché? Vorremmo -e non abbiamo, non avremo mai, credo, se non, di nuovo, nell'ambito della fede- un perchè finale. Ciò che vorremmo sentirci dire -e non ce lo sentiremo dire, mai, semplicemente perchè, se si esce dall'ambito della fede, non è così- è "perchè la tua sofferenza ha un fine e un'utilità; perchè avrai un bene maggiore in cambio, perchè dal tuo dolore scaturirà, magari non per te, magari per altri, qualcosa di buono e bello" e così via. O anche, più banalmente: quando seguiamo i nostri principi nonostante mille voci intorno a noi ci dicano che è non ne vale la pena, che è un comportamento ingenuo e fuori dal mondo, che il compromesso sarebbe tanto più facile, possiamo dirci "lo faccio perchè questi sono i miei valori e la mia morale e non ho intenzione di allontanarmi da essi". Ma questa motivazione, a meno che si possieda una forza interiore enorme, lascia sempre un fondo di amarezza. Quanto sarebbe più appagante e rasserenante, potersi dire "lo faccio perchè, se agisco così, qualcuno mi seguirà raccoglierà il testimone; o perchè contribuisco a costruire un mondo migliore" e così via.

Ma torniamo a Mel: rispondendo al dilemma di Jon, non solo gli offre una risposta causale, oltre che, già in sè, sconfortata e sconfortante (in sostanza, "questo Dio, di fatto duro, lontano e incomprensibile, è l'unico che abbiamo"), ma fa ancora di peggio: ella gli dà una risposta totalmente fondata sull’esistenza di tale Dio, indissolubile da essa. E per Jon, che negli dei ha smesso di credere da tanto, questa non è una risposta.

Mel è una sacerdotessa, e anche Beric è un uomo di fede. Eppure, a differenza di Mel, Beric tocca Jon, profondamente e nel vivo. Perché gli dà una risposta finalizzata (“Diamo la nostra vita per chi verrà dopo di noi”). E perché questa risposta non richiede, per avere senso e significato, che si condivida la sua stessa fede: lui l'avrà maturata, probabilmente, all’interno di essa; eppure è una risposta dal contenuto profondamente umano. Che non perde una briciola di significato, valore e potenza anche se le si sottrae completamente l’idea di un Dio.

 


Fin qui, il primo livello di lettura. Ma ce n’è un altro, più fantasioso e che non so se riuscirò ad esprimere chiaramente, su cui ho riflettuto in questi giorni. Pensavo a Beric, e chissà perché mi è venuta in mente la conclusione di una poesia di Stefano Benni: “Dio è ciò che si fa in suo nome”. Venuta fuori proprio per caso, forse perchè contiene la parola "Dio" e Beric è un credente; ma a parte questo non c'entrava proprio nulla. Ma ho provato a collegarla a lui... e qualcosa ne è venuto fuori.

Intanto, quando ho letto questa frase, tempo fa, mi ha colpita moltissimo. Mi sono chiesta spesso cosa intendesse e ho in mente varie possibili interpretazioni; ma ce n’è una che mi pare suggestiva in questo contesto: che Dio è una creazione dell’uomo (con un ruolo consolatorio; o  per una ricerca di significato o fine ultimo;  o per debolezza, incapacità di guardare a viso aperto la gratuità del dolore, l’inconsistenza delle nostre esistenze e la cieca casualità della vita, totalmente priva di significato... com’era quella frase di Shakespeare, se non mi sto confondendo con chissà chi altro? La vita è un racconto narrato da un idiota, che non significa nulla; qualcosa del genere): pertanto, in sé, Dio non esiste. Ma acquista una sorta di esistenza dal momento in cui gli uomini agiscono in suo nome, seguendo i precetti che a questo Dio hanno attribuito. Perché le azioni, su questo non c’è dubbio, sono reali.   Azioni crudeli costruiranno un Dio crudele, sanguinario. Ma –ed è questo il nostro caso, non di Mel ma di Beric – azioni di un altruismo e generosità di sé altissime, eroiche, in un certo senso “creano” il Dio da cui sono ispirate. Nel senso che gli danno una tangibilità, una concretezza; una sorta di realtà. Certo, non è il Dio a cui pensa il credente. E’ un dio molto terreno e ben misero, costruito dall’uomo, povero essere mortale, incatenato al suolo, per nulla divino. Un Dio costruito come mera illusione dall’essere umano, dal suo smarrimento, dalla sua disperazione e debolezza, per riempire un deserto di vuoto; ma poi costruito una seconda volta, concretamente, dalle azioni di uomini come Beric e da quanto, ispirati da quell’idea di Dio, sanno fare. Da quanto di sè sanno donare al loro prossimo.
 

Ma, nello stesso tempo questo “Dio” inteso in senso lato, alla Benni, paradossalmente proprio per la sua miseria e proprio perché nasce dal povero, piccolo essere umano, con i suoi mille limiti, le sue mille debolezze, la sua disperata solitudine, a volte può essere qualcosa di maestoso, toccante, commovente.
E forse –lo so, sono in pieno volo pindarico, ma il mio modo di pensare e sentire funziona così- l’idea di un Dio, se buono e misericordioso, benchè (nella mente di Benni forse, e di Jon certamente ) inesistente, sublima l’Uomo, portandolo a coltivare e mettere a frutto il meglio di sé; a distillare, nella propria natura imperfetta e coesistente di bene e male, la parte più nobile. L’unico, scintillante frammento d’oro tra la vile ghiaia. Dio, inteso in questo modo, è una sorta di Stella Polare: indica il cammino, la direzione. Poi, sta al singolo se decidere di seguirla. Ma se la segue, azione su azione, gesto su gesto, la sua idea acquista un ruolo e una consistenza. Questa idea di Dio dà all'uomo la motivazione e la forza per superare i propri umanissimi limiti; portandolo –sto pensando a Beric, a come vada incontro al sacrificio estremo con un sorriso sulle labbra e una luce, evidentissima, nel cuore- a gesti di una altezza e bellezza che quasi trascendono la misera, fallace, opaca natura umana.

 

 

E questa sorta di Dio è qualcosa che può venire ammirata anche da un non credente, se non si è costruito intorno un muro di pregiudizi. Voglio dire, anche un ateo, se non è di quelli rabbiosi a priori contro chi, invece, ha scelto la fede, può ammirare il gesto di un Padre Kolbe (che, per inciso, in un campo di concentramento, morendo per una colpa mai commessa, di cui si era preso il peso per salvare la vita ad altri, al nazista che stava assistendo alla sua morte -non senza, si dice, provare ammirazione per quell'uomo così nobile e grande, anche se apparteneva alla categoria di persone che gli avevano insegnato ad odiare e non considerare nemmeno come esseri umani- ha pronunciato, come ultime parole della sua vita, qualcosa come "State sbagliando: l'amore vince, non l'odio". Quanto mi fa pensare alla frase di Beric, sul combattere per la luce; che parallelo c'è, tra questi modi di sentire ed agire... e Maximilian Kolbe non è un personaggio di fantasia in un colossale, affascinante romanzo incompiuto. Era un essere umano reale. Con le nostre debolezze, i nostri limiti, le nostre paure. Che ha compiuto il gesto più eroico possibile. E se l'idea di Dio lo ha aiutato, in questo agire, tuttavia l'eroismo e la generosità suprema sono state, comunque, soltanto sue.).
E Jon la coglie e la ammira, questa grandezza che l'Uomo, in rari casi, sa trarre da se stesso; pur vedendola dal di fuori ne riconosce l'altezza ed il limpido valore.  E, in un certo senso, forse riconosce la paradossale tangibilità di un Dio in cui, pure, non può credere e non crede. Un Dio che non abita l’alto del cieli o le profondità del fuoco, assiso su un trono “perché sì”: ma risiede, faticosamente costruito, pezzo per pezzo, nelle opere ed in ciò che, scrive Benni, l'essere umano fa in suo nome. Nel piccolo e insieme immenso eroismo di cui a volte è capace questa specie di insetto che un niente basta a schiacciare e spazzare via; questo piccolo, insignificante essere  chiamato “uomo”. 

E allora, a donare un minimo di conforto al cuore straziato di Jon, a fargli intravedere un raggio di luce nelle tenebre in cui cammina, non è soltanto l’individuo, l’uomo Beric: è qualcosa mille volte più grande e potente. Qualcosa –un aspetto dell’essere umano, qualcosa che da lui nasce e si espande, si eleva verso l’alto- di cui Beric è rappresentante e portatore, ma che va molto oltre di lui. E che significa molto più delle parole che Beric dice a Jon. 


Perchè le parole, in fin dei conti, sono soltanto parole. Le idee, soltanto opinioni. Ma  Beric ricorda a Jon, nel momento più buio e disperato, la bellezza e nobiltà d' animo di cui l' essere umano é capace, così antitetica agli abissi di male e oscurità che Jon ha incontrato nel suo cammino.

E la consapevolezza che esistono uomini così (e che probabilmente Beric, benchè raro, non è l'unico), che al mondo non c'è solo il marcio delle corti corrotte, dei complotti e della ferocia, ma anche la parte più alta e luminosa di ciò che l' essere umano può fare o essere, la generosità di chi dona sè stesso per il bene di un'umanità futura che nemmeno conoscerà, l' agire e l' essere, più di mille parole, questo sì che ti scalda il cuore. E dà finalmente un perché al tuo sacrificio e al tuo dolore.

 

Facendoti pensare che sì, forse, nonostante tutto, la vita ha un senso.

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              


Iceandfire
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Inviato il 11 dicembre 2019 9:11 Autore
Il 9/12/2019 at 01:18, the neck dice:

i valori di ned rimangono, sono le fondamenta per il jon ragazzo, che in seguito attinge da tutti questi personaggi e ne emerge come un uomo profondamente disilluso ma tenace nel ritenere il suo dovere e la sua lealta verso la famiglia le priorita, per quanto durante il suo percorso ci siano state situazioni che avrebbero potuto allontanarlo dalla via(l'amore per ygritte, il rispetto per mance che odiava le limitazioni cui era sottoposto tra i guardiani, il tradimento dei suoi confratelli, il trattamento che sansa gli ha sempre riservato, l'amore per daenerys), lui sapeva da sempre quale fosse il suo compito, anche se chi gli stava intorno ogni tanto aveva la funzione di ricordarglielo a suo modo e in funzione di situazioni differenti(anche stannis con il suo smisurato senso del dovere, seppur il rapporto tra i due presenti una connotazione diversa), e tyrion lo mette davanti a una sorta di "prova finale", la piu difficile, conosce jon anche perche conosceva di fama ned e di persona jeor mormont, riconosce in lui la caparbieta di chi sa cosa serve vada fatto quando va a roccia del drago, e jon fino all'ultimo mettera se stesso in subordine, un eroe senza gloria, un uomo che attraverso lo svolgimento del suo dovere risulta spesso nella serie piu monotematico di quello che è(soprattutto nei libri), ma che alla fine ricopre il ruolo di vero protagonista di GOT, parallelamente con daenerys...

Concordo in toto con quello che affermi con grande lucidità ,perchè anche tu hai compreso bene il messaggio su Jon che gli showrunners ,sia pure confusamente hanno voluto far passare agli spettatori e cioè di un uomo perfettamente consapevole di quello che era  suo dovere compiere, perfettamente consapevole della solitudine e anche dell'infelicità che questo ruolo gli avrebbe portato,ma che accetta il suo destino perchè deve fare la cosa giusta : essere lo scudo  che difende i domini degli uomini,cosa a tratti disumana ma  umanissima  a ben vedere

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


Iceandfire
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Inviato il 11 dicembre 2019 9:17 Autore
Il 9/12/2019 at 12:06, Figlia dell' estate dice:

Tyrion emerge come mentore per Jon ancor di più rispetto ai libri, grazie alla fusione con Donal Noye. Tyrion insegna a Jon che non esiste il suo dolore, ma anche quello degli altri, che é facile lamentarsi dello stigma sociale all'interno di un castello, che se si vuole l'uguaglianza allora bisogna cominciare a non trattare gli altri come inferiori. La stessa lezione che, in maniera doversa, Book!Tyrion riceverá da Penny.

É interessante notare che il rapporto tra Tyrion e Jon attraverso le stagioni e regge anche alla prova piú grande: l'amore di Tyrion per Dany. Dall'ultima puntata (e da alcuni script delle scorse stagioni) sappiamo che Tyrion e Jon erano rivali in amore, eppure il primo ha deciso di farsi spontaneamente da parte. Il suo conflitto interiore si puó notare dal modo in cui Tyrion pronuncia quella frase nella 8x4:

"Lui la ama e lei ama lui"

(Per me Peter si meritava l'Emmy che ha vinto solo per questo).

Verissimo , Tyrion da sempre buoni consigli a Jon nella serie, spogliandosi di ogni egoismo,in effetti egli è innamorato di Dany ma troppo lucido per non capire di non avere chances nel confronto con l'eroe stupido ( vedi dialogo con Dany vicino al fuoco )   e soprattutto che la sua amata aveva preso una via che avrebbe portato solo a distruzione.

Per inciso non credo che nei libri avverrà lo stesso,anzi credo che Tyrion,molto più dark in  essi rispetto alla serie, istigherà la regina dei draghi a bruciare KL memore anche di quanto ha patito nel processo per la morte di Joffrey.Ma ovviamente nella serie tutto è meno complicato e tragico direi


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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Inviato il 11 dicembre 2019 9:27 Autore
19 hours fa, Stella di Valyria dice:

.... ..Dio è una creazione dell’uomo (con un ruolo consolatorio; o  per una ricerca di significato o fine ultimo;  o per debolezza, incapacità di guardare a viso aperto la gratuità del dolore, l’inconsistenza delle nostre esistenze e la cieca casualità della vita, totalmente priva di significato... com’era quella frase di Shakespeare, se non mi sto confondendo con chissà chi altro? La vita è un racconto narrato da un idiota, che non significa nulla; o qualcosa del genere): pertanto, in sé, Dio non esiste. Ma acquista una sorta di esistenza dal momento in cui gli uomini agiscono in suo nome, seguendo i precetti che a questo Dio hanno attribuito. Perché le azioni, su questo non c’è dubbio, sono reali.   Azioni crudeli costruiranno un Dio crudele, sanguinario. Ma –ed è questo il nostro caso, non di Mel ma di Beric – azioni di un altruismo e generosità di sé altissime, eroiche, in un certo senso “creano” il Dio da cui sono ispirate. Nel senso che gli danno una tangibilità, una concretezza; una sorta di realtà. ....costruito una seconda volta, concretamente, dalle azioni di uomini come Beric e da quanto, ispirati da quell’idea di Dio, sanno fare. Da quanto di sè sanno donare al loro prossimo.
 


E forse –lo so, sono in pieno volo pindarico, ma il mio modo di pensare e sentire funziona così- l’idea di un Dio, se buono e misericordioso, benchè (nella mente di Benni forse, e di Jon certamente ) inesistente, sublima l’Uomo, portandolo a coltivare e mettere a frutto il meglio di sé; a distillare, nella propria natura imperfetta e coesistente di bene e male, la parte più nobile. L’unico, scintillante frammento d’oro tra la vile ghiaia. Dandogli la motivazione e la forza per superare i propri umanissimi limiti; portandolo –sto pensando a Beric, a come vada incontro al sacrificio estremo con un sorriso sulle labbra e una luce, evidentissima, nel cuore- a gesti di una altezza e bellezza che quasi trascendono la misera, fallace, opaca natura umana.

 

 

...E Jon la coglie e la ammira; pur vedendola dal di fuori ne riconosce la grandezza. E, in un certo senso, la tangibilità. Un Dio che non nell’alto del cieli, assiso su un trono “perché sì”: ma risiede, faticosamente costruito, pezzo per pezzo, nelle opere; nel piccolo eppure immenso eroismo di cui a volte è capace questa specie di insetto che un niente basta a spazzare via, questo piccolo essere insignificante chiamato “uomo”. 

E allora, a donare un minimo di conforto al cuore straziato di Jon, a fargli intravedere un raggio di luce nelle tenebre in cui cammina, non è soltanto l’individuo, l’uomo Beric: è qualcosa mille volte più grande e potente. Qualcosa –un aspetto dell’essere umano, qualcosa che da lui nasce e si espande, si eleva verso l’alto- di cui Beric è rappresentante e portatore, ma che va molto oltre di lui. E significa molto più delle parole che Beric dice a Jon. 


 

E la consapevolezza che esistono uomini così (e che probabilmente Beric, benchè raro, non è l'unico), che al mondo non c'è solo il marcio delle corti corrotte, dei complotti e della ferocia, ma anche la parte più alta e luminosa di ciò che l' essere umano può fare o essere, la generosità di chi dona sè stesso per il bene di un'umanità futura che nemmeno conoscerà, l' agire e l' essere, più di mille parole, questo sì che ti scalda il cuore. E dà finalmente un perché al tuo sacrificio e al tuo dolore.

 

Facendoti pensare che sì, forse, nonostante tutto, la vita ha un senso.

 

Bellissima considerazione finale la tua che scusami se ho sunteggiato.

Obbedire ai dettami di un Dio creato per esorcizzare  la paura della morte , Dio che premierà in una vita dopo la morte  i buoni e punirà i cattivi,fa si che l’ uomo che agisce bene lo faccia perchè costretto ,come una marionetta appresa ai fili di un puparo.Invece la scelta personale eticamente giusta è di gran lunga superiore perchè eleva l'uomo fatto di fango e gli da grande dignità e motivazione  .Ed in effetti Jon questa motivazione cercava inconsciamente e le parole di Beric lo rassenano in modo cruciale

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


Iceandfire
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Inviato il 11 dicembre 2019 9:35 Autore

 

 

Anche io ringrazio tutti i partecipanti che hanno animato la discussione ed in particolare  il mio sempre brillante "collaboratore" .

In effetti su quanto ci è stato mostrato in GoT ci sarebbe tanto ancora da valutare e discutere perchè a conti fatti si raccontano storie di uomini non di eroi di cartapesta avulsi dalla realtà.E nello specifico del tema trattato,  Jon è appunto un uomo che si fa eroe per dovere e perchè no ,amore per tutta l'umanità.


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


the neck
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Inviato il 11 dicembre 2019 12:28

anche secondo me quel messaggio gli sceneggiatori sono riusciti a mostrarlo abbastanza chiaramente, poi è ovvio che, analizzando la serie, qualche dialogo meno banale nell'ultima stagione avrebbe aiutato il personaggio di jon, anche se le due pecche principali sono state a mio avviso

 

1)la mancanza di qualsiasi accenno al metamorfismo, ma questo tratto è comune anche agli altri stark che non fossero bran

 

2)una maggiore introspezione dopo la scoperta sui suoi genitori(anche con uno sfogo o un momento di rabbia verso qualcuno), pensavo che la notizia non diventasse di pubblico dominio, ma non che avesse come scopo principale quello di avvicinare daenerys a una condizione sempre piu fragile, posto che il finale da villain me lo aspettavo da lei

 

in ogni caso complimenti a voi per aver creato questa discussione molto bella e molto profonda...

 

 


" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "

 

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