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GoT - Mentori ed Evoluzioni Parte I: Jon Snow
di Iceandfire
creato il 22 novembre 2019

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JonSnow;
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JonSnow;
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Inviato il 03 dicembre 2019 22:02
50 minutes fa, Stella di Valyria dice:

Non l'avevo notato! Vero, è curioso come
SPOILER SETTIMA STAGIONE
 

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(forse al di là della volontà di D&D) il "bend the knee" di Daenerys, così ribadito fin quasi alla noia e apparentemente persino fuori luogo, acquisti finalmente un significato convincente, pieno, evocativo e ricco di suggestioni. Lo stesso gesto che era stato richiesto a Mance... Jon si trova a passare per la stessa strettoia in cui questi ha perso clamorosamente l'appoggio scivolando disastrosamente, e dimostra di aver imparato anche da lui, ma di non essere lui. Con un comportamento che è una di quelle "deviazioni dal percorso" che, paradossalmente, sono proprio quelle che ti permettono di tornarci, sul tuo percorso, e proseguirlo. Apparentemente, visto da fuori, un compromesso, ma in realtà un adattamento, un adeguarsi alle circostanze. (Che cosa fa la differenza tra un compromesso ed un adattamento, mi sto chiedendo? Le motivazioni per cui agisci, immagino. Il progetto più ampio, alungo termine, in cui questo gesto rientra). Jon non si genuflette per sè -anche se l'infelice idea della love story tra lui e D, sommata a dialoghi a mio gusto da far cascare le braccia, purtroppo ti porgono su un vassoio d'argento altre letture, tipo tracollo zerbinesco da obnubilamento ormonale- ma perchè comprende, come non ha compreso Mance, che l'unico modo per salvare il popolo che rappresenta è unirsi contro il Nemico comune, superare le antiche divisioni così come il proprio orgoglio personale. Violando, almeno sul breve periodo, la fiducia ed il volere di quelle genti del Nord che lo hanno acclamato suo rappresentante: con la stessa spregiudicatezza ed autonomia di pensiero con cui Mance ha gettato la cappa di GDN, o meglio -bellissima immagine metaforica, questa di Martin- l'ha fatta rattoppare con pezzi di stoffa di altri colori, a romperne il nero e completarlo con qualcos'altro.
Interessante - e, trovo, di grande eleganza narrativa, che proprio la spregiudicatezza ed autonomia che Jon ha in comune con Mance e verosimilmente ha in parte appreso da lui, paradossalmente lo portino a una scelta antitetica alla sua. Perchè -e si torna al solito discorso- Jon non è Mance. Esattamente come non è Stannis o Maestro Aemon: Jon è una sintesi del meglio di ognuno di loro. Estrapolato e rielaborato personalmente, sommato a qualcosa che solo Jon possiede, che solo Jon è. Fino a delineare, prima incerta, poi sempe più netta e luccicante, nell'opaco groviglio del Caos, la sua personalissima, nuova via.

P.s. Chiedo scusa per i moltissimi errori -di battitura ma a volte anche peggio- del mio post precedente. E' stato scritto in frettissima, in una pausa sul lavoro. Ora ho corretto :)

 

Concordo completamente.

 

Qui ritorna anche la distanza emotiva di Jon Snow da qualunque rivendicazione di potere. Egli è essenzialmente funzionale come leader poiché tra i pochissimi a ragionare nel lungo termine, in grado di approcciarsi ad una visione complessiva, esente dall'influenza individuale e del mero tornaconto. Motivo per cui elementi quali titoli onorifici, cariche e il puro possesso divengono per lui ciò che sono sempre stati: cornici prive di contenuto, svuotate di ogni significato pragmatico ed ideologico. Di conseguenza l'unico momento in cui Jon Snow è disposto a rinunciare a parti del proprio Io, ad una dimensione di individualità, è quando deve esercitare, appunto, la propria funzione: la salvaguardia del collettivo e di coloro che egli ama. Perciò anche in questo senso Mance diviene una contrapposizione da cui assorbire ciò che andava assorbito, e introiettarlo invece in ciò che il Lupo Bianco è.

 

Alla fine egli è costretto a scegliere tra un improduttivo orgoglio, che confermi nel breve il suo potere, e una sofferta rinuncia, che confermerà però la salvezza collettiva nel lungo. Vi è quindi l'emergere di istanze speculari. Jon Snow riesce a cogliere che a nulla sarebbe servito preservare un titolo difatti vuoto e disfunzionale, e che il potere che ne sarebbe derivato sarebbe stato solo illusorio e fallace. A nulla serve essere Re del Nord, se non si è in grado di difendere il proprio popolo né di avere la forza necessaria per arrestare l'avanzata dei Non Morti. Il suo è dunque un atto necessario, contrario alla decisione presa invece da Mance.

 

Perciò anche nel cattivo esempio del mentore può esservi un'indiretta lezione: non ripetere in prima persona un comportamento sbagliato dopo averlo osservato allo stesso modo da terzi.

 

Riguardo il discorso zerbinamento, lì si entra in una dimensione aleatoria, fatta di percezioni e impressioni. Egli può aver dato tale parvenza, ma se ci si concentra con un approccio meramente asettico si riscontrerà che alla fine ha solo posto in essere i dettami sin lì assorbiti nel suo percorso, rimanendo fedele a sé stesso. Egli infatti compie solo la propria volontà, non è assoggettato a terzi. Non fa quel che vuole Sansa (non andare a Dragonstone, rimani a Winterfell), non fa quel che vuole Daenerys (non dire la verità alle tue sorelle, tienila per te).

 

Ps. Non è necessario utilizzare l'indicazione spoiler, il topic stesso presume l'analisi di tutto il percorso educativo di Jon, perciò tutte le Season.


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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

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Stella di Valyria
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Inviato il 03 dicembre 2019 22:34

Grazie, tolgo spoiler :) 


                              

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Stella di Valyria
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Stella di Valyria
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Inviato il 03 dicembre 2019 22:42
%d/%m/%Y %i:%s, Iceandfire dice:

Dargli dello zerbino è per me ingeneroso e non corrispondente alla realtà .


Certo che no non mi ero spiegata bene :) Non lo vedo certo così: intendevo che la love story con D., e soprattutto la situazione in cui Jon riconosce l'autorità di lei (se ricordo bene, lui a letto ferito, entrambi che, avendo scoperto ognuno l'eroismo, generosità e grandezza dell'altro, si guardano con occhi adoranti) potevano essere depistanti ed indurre lo spettatore a fraintendere quella decisione (il "bend the knee" figurato), interpretandola nel modo che ho scritto anzichè coglierne la grande profondità e portata.

(Sulla segnalazione spoiler: grazie, la tolgo)

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              


Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 04 dicembre 2019 14:23

Chiedo innanzitutto scusa se questo intervento può suonare banale e scontato o anche inappropriato, ma il meglio lo avete già detto tutto voi.

 

Mance Ryder è, in sostanza, una versione alternativa di Jon Snow. Quello che Jon Snow poteva diventare se fosse stato più individualista.

In ASOS e nella S3 è evidente come Jon Snow sia "tentato" dallo stile di vita bruto, soprattutto grazie a Ygritte e Tormund che (come ho già detto in precedenza) gli aprono gli occhi su un mondo nuovo. Ma Jon Snow ha i saldi valori molari insegnatili dalla famiglia e dai suoi mentori del Guardiani, e usa l'esperienza nei bruti per rimodellare la sua visione del mondo, senza cambiarla. Jon ha la capacità di essere permeabile, di assimilare tutto e usarlo a proprio vantaggio. 

Mance non è uno sprovveduto, tutt'altro: unificare il popolo bruto sicuramente non è stata un'impresa facile. In ASOS ha un certo punto è ad un passo dall'ottenere quello che vuole, ma viene fregato in extremis dall'arrivo di Stannis. A quel punto la partita è persa, ma in GOT se ne va in maniera coerente (sappiamo che in ASOIAF il suo destino è diverso).

 

Mance è un altro punto di riferimento importante per Jon: quello del leader popolare. Se Stannis è un leader militare che ha insegnato a Jon il carisma che deve ispirare il comandante, Mance insegna a Jon il carisma naturale sulle persone. Cosa che a Jon tornerà molto utile nelle stagioni più recenti.



Iceandfire
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Iceandfire
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Inviato il 04 dicembre 2019 14:28 Autore
1 minute fa, Euron Gioiagrigia dice:

Mance insegna a Jon il carisma naturale sulle persone. Cosa che a Jon tornerà molto utile nelle stagioni più recenti 

Affermazione molto centrata la tua quella sul carisma naturale .

Ci aggiungo che poi Jon impara che c’è carisma e carisma quando tocca con mano come Mance preferisca morire pur di non perdere la sua aura di leggendario capo del popolo libero vanificando tutti gli sforzi fatti per portare al sicuro il suo popolo :) 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 04 dicembre 2019 19:44
5 hours fa, Euron Gioiagrigia dice:

Chiedo innanzitutto scusa se questo intervento può suonare banale e scontato o anche inappropriato, ma il meglio lo avete già detto tutto voi.

 

Mance Ryder è, in sostanza, una versione alternativa di Jon Snow. Quello che Jon Snow poteva diventare se fosse stato più individualista.

In ASOS e nella S3 è evidente come Jon Snow sia "tentato" dallo stile di vita bruto, soprattutto grazie a Ygritte e Tormund che (come ho già detto in precedenza) gli aprono gli occhi su un mondo nuovo. Ma Jon Snow ha i saldi valori molari insegnatili dalla famiglia e dai suoi mentori del Guardiani, e usa l'esperienza nei bruti per rimodellare la sua visione del mondo, senza cambiarla. Jon ha la capacità di essere permeabile, di assimilare tutto e usarlo a proprio vantaggio. 

Mance non è uno sprovveduto, tutt'altro: unificare il popolo bruto sicuramente non è stata un'impresa facile. In ASOS ha un certo punto è ad un passo dall'ottenere quello che vuole, ma viene fregato in extremis dall'arrivo di Stannis. A quel punto la partita è persa, ma in GOT se ne va in maniera coerente (sappiamo che in ASOIAF il suo destino è diverso).

 

Mance è un altro punto di riferimento importante per Jon: quello del leader popolare. Se Stannis è un leader militare che ha insegnato a Jon il carisma che deve ispirare il comandante, Mance insegna a Jon il carisma naturale sulle persone. Cosa che a Jon tornerà molto utile nelle stagioni più recenti.

 

Per nulla banale, ma funzionale nella sua essenza sintetica. Hai ragione, comunque. Mance può ascriversi come identità alternativa di Jon Snow, qualora egli avesse ceduto ad un senso di libertinaggio.

 

Eppure Jon Snow ha la tendenza a incamerare le regole quanto la medesima libertà, facendone tesoro e sfoggio in un equilibrio che anche se talvolta può rendersi imperfetto, permane stabile.

 

Ecco, la struttura degli insegnamenti di Mance non si discosta molto da questo. Prima della libertà della persona in sé, egli istruisce Jon al pensiero libero, dove per pensiero libero si intende un'analisi catarchica degli elementi circostanti, esente da filtri quali la morale o l'appartenenza a gruppi.

 

Questa rivalutazione della psiche e dell'intendere del singolo saranno cruciali nel percorso di Jon, perché potranno condurlo al giusto anche su strade considerate impraticabili ed errate dalle convinzioni del collettivo.


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Inviato il 05 dicembre 2019 22:54

Premessa: il mentore in questione è più che altro un'esclusiva dello show ed un azzardo. Abbiamo comunque ritenuto opportuno inserirlo, dato che il confronto con egli è cruciale per Jon Snow, di cui tale persona condivide la medesima esperienza e può dunque dargli la lettura necessaria a metabolizzare quanto gli è accaduto.

 

Mentore #6 Beric Dondarrion:

 

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« Porre il rebus sull'esistenza di Dio significa porre un quesito superato. Il quesito oggi non è se Dio esista, ma piuttosto perché dipendiamo da Dio. » - The Young Pope

 

Le parole del Cardinale Caltanissetta in The Young Pope conferiscono la percezione di quanto possa essersi evoluto il pensiero dell'essere umano e del suo rapportarsi alla sfera divina. Il quesito sull'esistenza di Dio finisce dunque col marciare inevitabilmente verso luoghi non meno irrisolti, sfociando in percorsi che inducono in modo potente e insindacabile alla ricerca di un senso insito nell'esistenza umana, ove il concetto di Dio non è che un filtro per confermare la propria collocazione e per associare sé stessi ad un corrispettivo di risposte razionali.

 

« He wants you alive.»

« Why? »

« I don't know. »

« That's all anyone can tell me. ''I don't know''. So what's the point of serving a God that none of us knows what he wants? »

«I think about that all the time. »

 

Sia Beric Dondarrion che Jon Snow sono esistenze dipendenti, la loro struttura emozionale e identitaria, avendo sperimentato la morte, avverte di riflesso sé stessa nella morsa di invisibili trame al di sopra di essa. Altrettanto consequenziale è per la loro psiche svincolarsi dal ''Movente di Dio'', ma invece rendersi partecipi di un incursione morale ed ideologica che li porti ad indagini profondamente esistenziali.

 

« I'm not fighting so some men or women I barely know can sit on a throne made of swords. I fight for life. Death is the enemy. The first enemy and the last.»

« But we all die.«

« The enemy always wins. But we still need to fight him. That's all I know. You and I will not find much joy while we're here. But we can keep others alive. We can defend those who can't defend themselves.»

 

Inevitabile il contrasto tra il passionale fatalismo del mentore e l'ormai apatico cinismo in cui il lupo bianco è rifugiato. Elementare contrapposizione della dimensione di chi ha da sempre cercato risvolti in concetti di fede e chi invece ha irrigidito sé stesso nel contesto umano e della mera analisi razionale. In tutto ciò l'essere investiti da un fenomeno sovrannaturale elargisce un meccanismo di sospensione tale da inficiare la stabilizzazione della propria sfera intima.

 

La totale assenza di sgomento che predomina Beric determina un meccanismo di osservazione esterna altrettanto acuto. Anch'egli, come Qhorin prima di lui, ha predisposto sé stesso alla mutazione in funzione, ciononostante ha raggiunto in modo del tutto arbitrario l'ingresso in un mondo sospensivo. Egli ricorda a Jon Snow la limitazione da cui l'essere umano è afflitto, e gli offre la morte come elemento costitutivo e inscindibile dell'esistenza. La morte è nemico ma al tempo stesso funzionale ausilio, capace tanto di minacciare il costrutto dell'esistenza quanto di incrementare il valore.

 

Il Lord guercio è così definitivamente sereno nel sottrarsi ad ogni forma di giudizio e nell'allontanarsi dalla contesa di bene e male in tratti più ambigui. Egli è de facto un semplificatore dei due poli, riversandoli in esclusiva ai concetti di vita e morte, dove il bene è una consecutio della capacità di prosperare e il male è l'auto-determinata assenza della suddetta. Come Agostino d'Ippona, l'iniquitas è percepita esclusivamente come una negazione al bene e come una profonda mancanza, pertanto il desio e la morte non sono che una sottrazione di prospera esistenza.

 

Jon Snow, per quanto profondamente disilluso, non può che avvalersi di ciò che ha di fronte ed assimilare dunque una diversa condizione, sperimentando la sensazione di ritrovarsi ad essere un interlocutore limitato e poco più di una singola unità all'interno di una prospettiva tanto filosofica quanto ineluttabilmente morale, la cui portata tende a far evolvere le istanze racchiuse dentro di sé.

 

L'importanza del confronto con Beric cela un'ambivalenza costitutiva e fondamentale. Per quanto l'approcciarsi ad elementi così fatalisti e spirituali possa avvicinare al quesito di Dio, parimenti finisce con l'avvicinare ancor di più ad una dimensione umana e a quanto il contesto umano compie. La figura divina è così elemento secondario, come secondario è il suo silenzio e l'assenza delle proprie motivazioni. Se per Sun Myung Moon l'alienazione di Dio è un eccesso di bellezza e un sacrificio che il Divino compie per evitare contese in suo nome, il confronto tra la posizione cinica e l'abnegazione spirituale lasciano scaturire un riavvicinamento ad un ulteriore bellezza, qui rappresentata dalla vita umana.

 

Dondarrion si costituisce mentore di Jon Snow, ponte necessario al risveglio di consapevolezze mnemoniche e umane. E' l'ultimo, passionale filtro che riconcilia il fu Re del Nord alla bellezza dell'esistenza e a quanto essa vada preservata e onorata, destandolo in maniera netta e imprescindibile dall'apatia e dall'intorpidimento ideologico in cui egli era oggetto di stasi.

 

Nonostante la morte ci predomini e sia elemento tutt'altro che sovrastabile, la devozione verso il concetto di esistenza è un atto che l'essere umano deve a sé stesso.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Iceandfire
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Inviato il 05 dicembre 2019 22:57 Autore


Beric Dondarrion

Richard Dormer colui che ha interpretato il ruolo di Beric Dondarrion ha affermato in una sua intervista “Ho sempre saputo che Beric aveva uno scopo e, come abbiamo visto, finalmente l’ha raggiunto. È sempre rimasto al fianco di Arya. ““Credo che sia perché deve assicurarsi che Arya sia al sicuro. Una volta che la guarda negli occhi e sa che è sopravvissuta all’attacco, sa di aver fatto la sua parte e che ora può morire. Ciò che lo spinge ad andare avanti è quasi una forza spirituale sovrumana. È questo che lo porta ad attraversare la porta. È così che può entrare nella stanza, guardare Arya e sapere che è al sicuro”.


Il crudele Dio rosso quindi ha tutto programmato affinchè le tenebre fossero squarciate dalla luce e per questo l’uomo Beric è stato resuscitato sei volte , crudelmente per il dolore fisico provato,per la perdita ogni volta di una parte di sé,ma non del nucleo etico centrale, e perché ogni volta ha visto che oltre la morte non c’è nulla di quanto le religioni consolatorie per gli umani giusti promettevano (altro che cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, nei Campi Elisi cit Gladiator di Ridley Scott)

L’uomo Beric sa che queste resurrezioni non sono un capriccio gratuito perché l’importante per condurre una vita degna è darsi in qualche modo agli altri: un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi ( Massimo Decimo Meridio,Gladiator )e da questo atto trarre coraggio e forza di volontà.

R'hllor ha utilizzato zombi di fuoco per battere la sua antitesi,il dio dell’oscurità, il dio delle tenebre,del freddo e della morte:tutte le forze dell’oscurita, del gelo e della morte sono servi del Grande Estraneo.Il culto del Dio Rosso prevede una precisa escatologia, per la quale un giorno l’avvento di una figura messianica chiamata Azor Ahai, metterà fine a tutte le sofferenze del mondo. Due zombie di fuoco ci sono mostrati in GoT, essi a differenza degli zombies creati dal Re della Notte non sono carcasse non autonome spesso orrendamente mutilate ,consumate per il troppo uso, con occhi blu.Questi ultimi sono ogni volta resettati e rimessi in campo con un solo scopo:uccidere,uccidere e poi ancora uccidere visto che sono sempre riportati in vita per questo solo ed unico scopo.

Non hanno coscienza,non hanno volontà con relativo potere decisionale :dipendendo in tutto da chi li ha creati per uno scopo assolutamente malvagio.Se il loro creatore viene mandato in frantumi attraverso fendenti portati con spade di acciaio di valyria o ossidiana essi stramazzano al suolo come sacchi vuoti da bruciare.E come si ottiene l’acciaio di valyria o il vetro di drago ? Per il popolino il vetro di drago è generato dai draghi, secondo i Maestri sembrerebbe provenire dalle fiamme che bruciano al centro della Terra….E cosa è il fuoco,il rosso della fiamma se non vita e passione?Che è l’opposto del gelo e della morte?

Spade e ossidiana in cui per inciso ha avuto un ruolo chiave il fuoco,il fuoco magico dei draghi non a caso futuri alleati di Jon nello scontro finale a GI

Martin, durante un’intervista, ha parlato di Beric, che è morto ormai sei volte e sei volte è risorto, ispirando anche Melisandre, che si è cimentata nel rituale che ha riportato in vita Jon Snow.”Il povero Beric Dondarrion, che è stato pensato un po’ come il precursore di tutto questo, ogni volta è un po’ meno Beric. I suoi ricordi svaniscono, è pieno di cicatrici, il suo aspetto fisico continua a peggiorare perché non è più un essere vivente. Il suo cuore non batte più, non ha sangue che gli scorre nelle vene, è una creatura animata dal fuoco invece che dal ghiaccio. Ora torniamo a tutta la faccenda del fuoco e del ghiaccio“

"Il signore lo ha riportato indietro per uno scopo",dice Melisandre ad Arya dopo aver visto Beric esalare l’ultimo respiro. "Ora quello scopo è stato servito."

Ma Beric muore offrendo la sua sesta vita con grande serenità perché anche lui ha capito che è importante combattere contro un nemico imbattibile e cioè la morte,ma farlo con dignità affinchè altri umani possano vivere

Egli è mentore fondamentale di Jon Snow che non vorrebbe essere il burattino del dio rossso che ha reso possibile la sua rinascita tramite Melisandre e che ha paura di essere riportato chissà quante volte in vita fino a quando R'hllor non avrà quello che vuole.

Egli ha visto che dopo la morte non c’è nulla,tutto ciò lo ha sconvolto ed inizialmente reso apatico,lo ha spinto in un certo senso a gettare la spugna ma la precisa educazione ,in particolare militare avuta dai suoi mentori, comandante,guardiani della notte ,maestro Aemon e ben 2 re molto diversi ma di grande caratura uno militare l’altro umana ,per tacere dell’imprinting del suo vero padre , lo hanno portato a voler combattere fino alla fine una battaglia in cui è difficile vincere.

Per senso del dovere che deve annullare anche il proprio IO si attiva per essere di fatto lo scudo che protegge il dominio degli uomini .E’ la figura messianica più vicina a Cristo quello che ha detto : ama il prossimo tuo come te stesso e non a caso la scena in cui è deposto su un tavolo appena coperto da un panno ricorda il Cristo velato di Mantegna ( non Lezione di Anatomia come hanno detto i due showrunners ) dopo che Jon è stato più volte pugnalato sotto una croce ( con su scritto traditore) e Beric è il suo profeta in un certo senso,Profeta e mentore

Jon vorrà ovviamente compiere il proprio dovere perché, anche dopo che la morte ha vanificato il suo giuramento,egli continua a sentirsi un guardiano della notte e vuole adempiere ai suoi compiti in tutti i modi.

Ma Jon come tutti gli uomini, non può accontentarsi di lasciarsi vivere e di ben operare per sentirsi gratificato, ma ha bisogno di conoscere le ragioni del proprio operare, il significato del suo nascere e morire, delle gioie e delle sofferenze che fanno il tessuto della sua vita, ha bisogno di capire se la storia in cui è inserito può esigere il suo impegno o è un'avventura priva di senso.

E poi è davvero necessario che per avere un’etica gli esseri umani credano in un Dio? Legare la possibilità di un’etica all’esistenza di Dio comporta in primo luogo che si sia in grado di provarne l’esistenza. La tesi che solo Dio può esserne il fondamento adeguato riduce il comportamento etico di un individuo alla pura obbedienza a un comando, mentre il suo vero fondamento risiede nel CARATTERE AUTONOMO della scelta di un individuo di evitare quelle condotte che producono danni o sofferenze agli altri suoi simili .

Spostare l’attenzione al volere di Dio impedisce di prestare attenzione a quello che gli altri patiscono e subiscono, induce un’atrofia morale pericolosa e ostacola lo sviluppo di una effettiva sensibilità etica, spingendo ad attribuire una priorità a ciò che è stato decretato essere tale, anche se ormai corrotto e crudele (Eugenio Lecaldano : «Un’etica senza Dio»).

Ma San Tommaso dice che, davanti a un conflitto fra la coscienza e l’autorità, quale che essa sia, l’uomo morale deve seguire sempre in ultima analisi, la propria coscienza e nessun altro


Jon Snow: Allora perché servire un dio se nessuno sa che cosa voglia?

Beric Dondarrion: È una domanda che mi faccio sempre. Non credo che il nostro scopo sia capire. A parte una cosa. Siamo soldati. Dobbiamo sapere per cosa combattiamo. Non lotto per consentire a qualcuno che conosco appena di sedere su un trono fatto di spade

Jon Snow: Per cosa cosa combatti allora?
Beric Dondarrion: Per la vita. La morte è il nemico, il primo nemico… e l’ultimo.
Jon Snow: Tutti moriamo

Beric Dondarrion: La morte vince sempre ma dobbiamo combatterla. È tutto quello che so.

Ecco queste parole di Beric faranno accettare alla fine a Jon di essere il predestinato perchè,dio o non dio rosso , quello dei roghi umani propiziatori come quello atroce della figlioletta amatissima di Stannis,egli potrà e dovrà agire eticamente,facendo la scelta che ritiene giusta e vedremo che lo farà, eccome .


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

F
Figlia dell' estate
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Figlia dell' estate
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Inviato il 06 dicembre 2019 10:07

La funzione di Beric é quella di ricordare a Jon il suo giuramento. Nella sesta stagione Jon aveva disertato, giá da prima della lettera rosa e dell'incontro con Sansa, per andare in "posti più caldi":

"Hai giurato di proteggere i domini degli uomini!"

"Fino al giorno della mia morte, ed é quello che ho fatto!"

"E per tutte le notti a venire"

 

Da un lato l'assenza di vita oltre la morte, il nulla, dall'altro la resurrezione, evento che trascende la natura umana. Interrogarsi sul significato della propria resurrezione vuol dire anche interregorarsi sulla proprie responsabilitá, ed ecco che questa diventa un mero pretesto per svincolarsi dai giuramenti. E poi c'é Beric, che della resurrezione ha fatto una missione, che delle sue sei vite ha fatto dono ad altri.

Forse non é un caso che Jon scelga di inginocchiarsi a Daenerys proprio dopo l'incontro con Beric.

Modificato il 05 July 2024 17:07

"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".

 

Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S.  (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);


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Inviato il 06 dicembre 2019 10:42
11 hours fa, JonSnow; dice:

« The enemy always wins. But we still need to fight him.»

 

 

Questa particolare frase mi ha sempre fatto venire in mente l'amor fati di Nietzsche, ma non so se fosse effettiva intenzione degli autori citare il filosofo tedesco. 



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Inviato il 06 dicembre 2019 11:55 Autore
1 hour fa, Figlia dell' estate dice:

La funzione di Beric é quella di ricordare a Jon il suo giuramento. Nella sesta stagione Jon aveva disertato, giá da prima della lettera rosa e dell'incontro con Sansa, per andare in "posti più caldi":

"Hai giurato di proteggere i domini degli uomini!"

"Fino al giorno della mia morte, ed é quello che ho fatto!"

"E per tutte le notti a venire"

 

Da un lato l'assenza di vita oltre la morte, il nulla, dall'altro la resurrezione, evento che trascende la natura umana. Interrogarsi sul significato della propria resurrezione vuol dire anche interregorarsi sulla proprie responsabilitá, ed ecco che questa diventa un mero pretesto per svincolarsi dai giuramenti. E poi c'é Beric, che della resurrezione ha fatto una missione, che delle sue sei vite ha fatto dono ad altri.

Forse non é un caso che Jon scelga di inginocchiarsi a Daenerys proprio dopo l'incontro con Beric.

Si lo credo anche io 

Comunque il colloquio con Beric è fondamentale secondo me per la piena accettazione del ruolo che il crudele Dio rosso aveva  programmato per Jon .

Ripeto Jon dice a Melisandre che se fosse morto nella battaglia del giorno dopo ,non voleva essere resuscitato e che il suo dio che permetteva di resuscitare qualcuno era un dio crudele .Beric con le sue semplici ma chirurgiche parole fa capire che è necessario che lui si batta per la vita anche se alla fine la morte vincerà sempre.

Per inciso il Jon presunto zerbino delle sue sorelle ,entità impalpabile ma pur sempre fedele alla sua regina finché anche essa non porterà morte e distruzione ,secondo me 

è ben altro ,egli è il risultato di tutto il suo percorso in cui prende man mano consapevolezza di se stesso e decide di compiere il suo dovere ;in ogni caso  ,e lo si capisce, il suo substrato Stark ,potentissimo in lui sommato agli insegnamenti avuti dai vari mentori,non gli consentiranno di compiere atrocità vuoi per evitare le ingiustizie vuoi perché dopo la sua rinascita si nutre di forte empatia (che già peraltro aveva ma non così potente :vuole salvare il mondo e lo farà a 360 gradi sacrificando quello che credeva essere il suo amore)


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 


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Inviato il 06 dicembre 2019 12:00 Autore
%d/%m/%Y %i:%s, Euron Gioiagrigia dice:

 

Questa particolare frase mi ha sempre fatto venire in mente l'amor fati di Nietzsche, ma non so se fosse effettiva intenzione degli autori citare il filosofo tedesco. 

Anche se i due showrunners a volte hanno fatto sfoggio di una certa cultura ( vedi battaglia di Canne da loro citata nel dietro le quinte ) dubito che conoscano Nietzsche .A meno che la specializzazione in sceneggiatura non implichi anche corsi di filosofia .

Peraltro io sono del parere che nel seguire una serie e gli eventi in essa raccontati beh sia pure stimolante e interessante vedere riferimenti di vario tipo anche soggettivi.

E per inciso questo è il bello di GoT e cioè che ognuno in base alla propria cultura e sensibilità vede e recepisce input anche non voluti dagli autori :) 


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
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« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 06 dicembre 2019 20:02
9 hours fa, Euron Gioiagrigia dice:

 

Questa particolare frase mi ha sempre fatto venire in mente l'amor fati di Nietzsche, ma non so se fosse effettiva intenzione degli autori citare il filosofo tedesco. 

 

Questo è un parallelo molto interessante. Non credo comunque sia voluto dagli autori, quanto più l'involontaria conseguenza di una caratterizzazione evidente.

 

Se in Qhorin ci ritrovavamo, come facevo notare, a confrontarci con una forma di nichilismo attivo, in Beric possiamo trovare, come osservi, parte dell'abnegazione insita nell'Amor Fati di Nietzsche. Entrambi gli approcci si svuotano di qualsivoglia potere decisionale sul corso dell'esistenza. Per Qhorin si tratta di un'essenza astratta priva di meccaniche spirituali e romantiche, e trova il suo adempimento solo nel sacrificio al prossimo, riscoprendosi degna. Beric è invece un inno all'esistenza stessa in quanto tale, e la totale accettazione delle ombre che essa comporta. E' solerzia morale, puro spirito e consapevolezza verso meccaniche che possono apparire cicliche e devastanti. Nonostante dunque ci si ritrovi dinanzi ad un nemico imbattibile, l'atteggiamento dell'uomo non cambia, ma anzi trova ancor di più un risvolto catarchico nel rapportarsi alla nemesi stessa, come una sorta di danza filosofica in cui ricollocarsi.

 

L'accettazione dell'evento in relazione all'Io è dopotutto una costante del pensiero di Nietzsche, però non va intesa come una fatale rassegnazione. E' anzi solo una potente capacità di coscienza, di prendere atto, ma nonostante ciò continuare il proprio percorso, continuare l'identificazione nell'esistenza.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Euron Gioiagrigia
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Inviato il 07 dicembre 2019 11:28
15 hours fa, JonSnow; dice:

Nonostante dunque ci si ritrovi dinanzi ad un nemico imbattibile, l'atteggiamento dell'uomo non cambia, ma anzi trova ancor di più un risvolto catarchico nel rapportarsi alla nemesi stessa, come una sorta di danza filosofica in cui ricollocarsi.

 

Un pò come il mito di Sisifo citato da Camus, che non ha caso ha legami con la filosofia nietzscheana.


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Inviato il 08 dicembre 2019 9:56

Mentore #7: Tyrion Lannister

 

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« Man's main task in life is to give birth to himself» - Erich Fromm

 

La complessità responsiva enunciata dal poliedrico accademico tedesco non è che l'esternazione e il rimembrare dello sforzo dell'essere umano nel raggiungimento di un Io completo e formato, e di quanto sia importante virare quanto prima in una dimensione di auto coscienza, riuscendo a cogliere sé stessi e ad uniformarsi alla suddetta immagine, con un'accettazione serena e consapevole del proprio Sé. L'umano è quindi forzato inconsapevolmente al raggiungimento di un dovere che ha verso sé stesso, lo sviluppo, la conoscenza e la comprensione di tutto ciò che egli è.

 

« Never forget what you are. The rest of the world will not. Wear it like armor, and it can never be used to hurt you. »

 

L'accettazione delle proprie debolezze, delle etichette sociali e di ciò che compromette un'empatia sensibile rappresentano gli insegnamenti al di sotto dell'invito che il terzogenito di Casa Lannister estende al bastardo di Grande Inverno. L'esortazione è nella fattispecie altisonante e fruttuosa, poiché induce il ragazzo a distanziarsi da una posizione di auto contemplazione, fondamentalmente vittimista, lasciando che cominci la sua adesione ad un senso di auto consapevolezza e conoscenza di sé e dell'ambiente circostante.

 

« To say of what is, that it is, or of what is not, that it is not, is true. » - Aristotele

 

Il concetto aristotelico ci rammenta l'importanza della verità e quanto sia impossibile slegarla dalle istanze dell'esistenza. Ella è un irreprensibile obiettrice, un potente distinguo tra una percezione di una realtà friabile e l'assimilazione di ciò che è autentico e costituito. Elemento imprescindibile poiché conduce a suddetta autenticità, accattivante e singolare emblema in cui cominciano discernimento e assimilazione di ciò che è per essenza strutturale veritiero. Un'osservazione non filtrata e un continuo scindersi da filtri è un'azione atta ad una distribuzione equa delle pulsioni del proprio Io verso l'esterno.

 

« Ah, rapers. They were given a choice, no doubt: castration or the Wall. Most choose the knife. Not impressed with your new brothers? Lovely thing about the Watch. You discard your old family and get a whole new one. »

 

Tyrion Lannister è quindi la prima funzione distruttiva dei filtri con cui Jon Snow tendeva a idealizzare l'ambiente circostante e uniformarlo alle proprie visioni idealiste. La stabilità di un atto onesto, prorompente, è qui sviscerata e rende possibile al giovane bastardo lo struggimento della comprensione. Egli è così per la prima volta invitato ad un'osservazione basica, rudimentale, non invalidata dal costrutto morale a cui il suo Sé era abituato. L'azione è profondamente cinica, a tratti irriverente, ma nasconde grazie al di sotto dell'ineluttabile utilità pratica.

 

« They hate me because I'm better than they are. »

« It's a lucky thing none of them were trained by a master-at-arms like your Ser Rodrik.»

 

Se inizialmente il Leone di Lannister è incline ad avvicinare il lupo bianco alla verità, nella fattispecie lo costringe a scinderla dall'esaltazione di sé. La fase mentorica è qui estremamente funzionale sul piano sociale, in quanto sospinge Jon a frammentare il suo punto di vista. L'inferiorità dell'altro non viene più recepita con sdegno e fastidio, ma diviene occasione per elevare l'altro alla propria altezza, e crescere di conseguenza con lui, trasformando la propria presunzione in atti generosi e costanti.

 

« You are the shield that guards the realm of men. And you've always tried to do the right thing. No matter the cost, you've tried to protect people. Who is the greatest threat to the people now? [...] And your sisters? Do you see them bending the knee? »

 

Tutto ciò che egli gli aveva precedentemente insegnato ritorna preponderante nelle fasi finali, ove ancora una volta Jon Snow è invitato ad una verità senza filtri, sradicata da una componente passionale che la rende ancor più atroce ed inaccoglibile. Attraverso tale dibattito il ragazzo, ora uomo, rammenta tutto il suo percorso e si riconcilia alla sua individualità, prescindendola dalla sfera sentimentale. Tyrion diviene dunque per la prima volta filtro ove è sempre stato distruttore di filtri. Egli non è che la proiezione dialettica e morale di ciò che Jon Snow già conosce, è una raffigurazione esterna della sua stessa coscienza, alla quale non può sottrarsi. Diviene dunque un conseguimento da respingere e raggiungere allo stesso tempo, in una contraddizione fatale e struggente, che per quanto dilaniante lo circoscrive di nuovo a ciò che egli è sempre stato: l'ultima e la più strenua difesa del popolo e della giustizia.

 

Dunque si consuma infine il sacrificio di Jon Snow, e il risultato di tutti i dettami ricevuti dalla moltitudine di figure che hanno incrociato il suo tortuoso e dilaniante cammino.

 

 

 

E così si conclude questo topic sui Mentori di Jon Snow.

Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato e se la sono sentita di lasciare un contributo, dimostrando che l'analisi proficua e sana dell'opera di Martin è ancora possibile, come che nonostante egli non si dia una mossa per TWOW e GoT si sia concluso per molti in modo deludente, ci sia comunque sempre qualcosa di tali opere che valga la pena analizzare e sul quale scambiare opinioni.

E ovviamente un grazie in particolare all'ideatrice del topic e di tale progetto, la grande @Iceandfire, che si è dimostrata ancora una volta creativa, abile e propositiva.


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