Secondo me continua a mancare un passaggio. Un farmaco non è creato con la bacchetta magica di Harry Potter e poi direttamente testato sugli animali e quindi perchè non testarlo sugli uomini....
Ma avete idea della ricerca che ci va dietro alla creazione di un farmaco? Io in laboratorio usavo sangue UMANO preso da donatori volontari e nonostante questo avevo un corollario di "derivati animali" enorme da dover usare. Il problema è che il beagle e la scimmia toccano i cuori della gente, la placenta bovina o gli eritrociti di ratto no.
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Un farmaco è una sostanza o un’associazione di sostanze impiegata per curare o prevenire una specifica malattia.
Ma come si valuta se un medicinale è davvero efficace e, soprattutto, non arreca danni alla salute?
Per comprendere le sue proprietà, quantificare il rapporto tra gli eventuali rischi e i benefici che se ne traggono dalla sua assunzione, la molecola chimica che aspira a diventare un farmaco è sottoposta a una lunga serie di studi, condotti prima in laboratorio e su animali e poi sull’uomo. Queste ricerche, la cui durata oscilla in genere tra i sette e i dieci anni, sono a carico del “proprietario” del farmaco (il più delle volte un’industria farmaceutica) e si articolano in diverse fasi: studi “in vitro” e “in vivo” sugli animali (sperimentazione preclinica) e studi cosiddetti di fase 1, di fase 2 e di fase 3 eseguiti sull’uomo (sperimentazione clinica).
Da AIFA Agenzia italiana del farmaco.
Boh forse un'idea me la sono fatta... prima di venire a sparare parole per pagine e pagine.
Riguardo cosa tocchi il cuore della gente, è un problema secondario.
Dovrebbe toccare al cuore anzitutto "evitare di fare danni irreparabili".
Metterei al primo posto le ripercussioni sull'ambiente, sempre(in generale eh), poi la quantità di persone bisognose, e di conseguenza andare, caso per caso, a cercare le soluzioni, con mezzi efficaci e il più possibile responsabilmente controllati.
Per cui, poi, tendere a trovare un modo sostitutivo alla sperimentazione animale, non sarebbe male, sempre quando e se poi, arriverà il momento, di certo non prima, azzardando qualcosa che potrebbe causare danni ben più elevati e irresponsabili.
Mi sa che non mi sono espressa bene, chiedo scusa, perchè non mi sono fatta capire. Prima di fare un farmaco e testarlo bisogna capire e comprendere la malattia. La ricerca non è solo creo un farmaco e lo testo, questa è la parte finale. E' questo il problema. La gente crede che la rierca sia casa farmaceutica che paga ---> sperimento farmaco. La ricerca è comprendere il perchè, il per come, il quando, il modo, eccetera eccetera della presenza/assenza, dell'interazione, del diverso sviluppo, della diversa crescita eccetera eccetera di una o più molecole, composti, cellule eccetera eccetera. E tutte queste cose molti ricercatori le fanno "fini a se stesse" senza essere pagati da casa farmaceutiche o altro. Alimentano una banca dati mondiale da cui tutti possono attingere per cui io all'Università di Bologna ho verificato la non rilevazione di purine negli eritrociti di sangue umano e adesso grazie a questo lo sanno in tutto il mondo. Nessuna casa farmaceutica mi ha pagato per farlo nè a me nè al ricercatore che mi seguiva nè al mio professore. Adesso in Canada dove c'è un altro laboratorio di ricerche che studia quella rara malattia sanno che non ha senso cercare la causa nella presenza di purina negli eritrociti e fanno altri studi.
Le colture in vitro delle cellule non si alimentano di aria bisogna dargli un terreno di coltura.....
La sperimentazione animale non si elimina semplicemente facendo diventare cavia finale l'uomo e non l'animale.
Il fatto che il beagle e la scimmia spezzano il cuore umano è un dato di fatto e tutta l'economia "ambientale" si base su questo concetto. Hai mai visto gli animalisti incatenarsi per la scomparsa di rari lepidotteri, ormai estinti per colpa dei cinghiali europei, nel parco regionale del Corno alle Scale? No, ma sono tutti pronti a dar battaglia contro la caccia al cinghiale. Cercare di salvaguardare lepidotteri e cinghiali non è nell'interesse degli animalisti. Salvare solo il cinghiale si. Il Panda è un animale destinato all'estinzione, l'uomo ne ha "solo" accellerato il percorso, impossibile oramai da salvare perchè troppo specializzato eppure il wwf fa campagna fondi su di lui e non su molte altre specie che si potrebbero salvare e che si stanno estinguendo proprio perchè il panda ha gli occhioni dolci. L'uomo tende ad "antropomorfizzare" gli animali ed è più facile farlo con quelli con gli occhioni e l'economia ambientale l'ha capito da parecchio tempo...
I genetisti sterminano miliardi di moscerini e quando facevo i laboratori di genetica loro "scherzavano" sempre sul fatto che potevano fare ricerca tranquillamente perchè di quei moscerini non gliene fregava niente a nessuno.
Se parliamo di ripercussioni sull'ambiente, io ho studiato Gestione e Conservazione del Patrimonio Naturale, il più grande problema nel cercare di salvaguardare la biodiversità e i sottili equilibri degli ecositemi è dato proprio dall'interferenza degli animalisti che come detto prima non si curano di biodiversità ed ecosistemi perchè del lepidottero o del coleottero o del ranuncolo non gliene frega proprio niente ma dei cinghiali che hanno devastato il nostro territorio si.
Lady delle Gocciole Extra Dark
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Post di Lady Lyanna da incorniciare, lo quoto in toto. Detto questo.....
IMHO, la definizione dell'AIFA è errata, perchè (se ricordo bene la definizione del mio libro di neurofisiologia), "farmaco" è qualsiasi sostanza in grado di esercitare un effetto sull'organismo.
Ma... non è che ci si preoccupa di una fetta molto piccola di individui(il ricco occidente), tralasciando spudoratamente problemi ben più gravi e diffusi, seppur molto più semplici a livello farmaceutico(nutrizionale addirittura), da risolvere?
Non sarebbe più saggio, ad esempio, una volta conseguito il profitto(e che profitto), spendere una parte di questo in favore del terzo mondo?
Piuttosto che vedere organizzazioni volontarie più o meno serie e comunque lasciate a se stesse, o peggio, quasi meri strumenti di pubblicità e politica dell'immagine, sempre rivolta al ricco occidente(anche credulone), non sarebbe più efficace spendere un minimo di risorse in favore di un miglioramento della vita di tante, ma tante persone, che soffrono anche loro fin dalla nascita di un male incurabile? Che però è tale(incurabile), solo perché si è nati nel posto sbagliato?
Ma cosa c'entra questo con la sperimentazione animale??? Il discorso non è gia abbastanza complesso cosi, senza buttarci dentro anche ragionamenti terzomondisti che c'entrano come i cavoli a merenda?
Dovrebbe toccare al cuore anzitutto "evitare di fare danni irreparabili".
Metterei al primo posto le ripercussioni sull'ambiente, sempre(in generale eh), poi la quantità di persone bisognose, e di conseguenza andare, caso per caso, a cercare le soluzioni, con mezzi efficaci e il più possibile responsabilmente controllati.
Si ma alla fine di questo discorso non si capisce se ritieni la spetrimentazione animale un male, un bene, un "male necessario" o chessò io.....cioè il riassunto del tuo pensiero è: "siccome, a lungo termine, non sappiamo dove potrebbe portarci lo sterminare l'intera popolazione mondiale di beagle e topi (cosa che comunque non stiamo facendo, ma tant'è) , meglio tenerci la tubercolosi e la malaria"? Ho capito bene?
Allora, chiariamo un concetto tanto semplice eh.
Non sono animalista e nemmeno contro la sperimentazione animale.
Mi pareva di averlo già detto.
Lady Lianna:
Fare un farmaco... prima di fare un farmaco, c'è la ricerca, ok i ricercatori DOVE le fanno le ricerche? A casa loro? Non credo.
Università(parola magica), dove si svolgono la maggior parte delle ricerche fini a se stesse, e dove professori e ricercatori non ricevono soldi direttamente da case farmaceutiche, in quanto non c'è nessun farmaco ancora di cui entrare in possesso.
Banca dati che occorre praticamente a tutti i centri di ricerca, ancora meglio.
Spese di inizio ricerca pari a zero(non proprio direi... ma va bene), per le case farmaceutiche, che ovviamente preferiscono questo stato di cose, proprio per RISPARMIARE, non assumendo di fatto nessuno.
Sfruttare il naturale bisogno della ricerca scientifica di scoprire, invece, è poi quello che fa entrare in gioco, la Potente industria a scopo di lucro.
Non è una teoria del complotto, è la verità!
L'università di Bologna è statale? Bene, qualcuno la paga. Lo stato.
Altri centri di ricerca sono sovvenzionati, finanziati, e via dicendo, no? Si, evidentemente qualcuno paga, e mette da parte soldi per la ricerca scientifica, fine a se stessa.
Il momento in cui arriva l'interesse economico, è proprio quando un determinato principio attivo o molecola chimica, diventa farmaco sperimentabile. Di qui non si scappa, i diritti di proprietà sono evidenti, e le medicine si pagano, anche tanto.
A te Lady Lianna non ti ha pagato la casa farmaceutica, semplicemente perché non gli conviene farlo, vedrai che eventualmente la tua scoperta dovesse portare qualcun altro a sintetizzare una molecola... ecco che la casa farmaceutica si farà sentire, anzi, monitorando proprio su scala mondiale tutte le novità di ricercatori, si è in grado di decidere, poi, a chi dare soldi per ottenere un certo risultato. Ottimo modo per avere sotto controllo proprio tutta la ricerca scientifica, senza nemmeno sforzarsi più di tanto.
Andiamo avanti, la sperimentazione umana non elimina quella animale? Allo stato delle cose è ovvio che non può farlo, visto come si pone nel processo della sperimentazione.
Inoltre non ho parlato di sostituzione, ma casomai di efficacia, visto che di quella si parlava nel link(da me quotato eh, si Joramun il +1 te l'ho dato io), di Joramun inerente la possibilità ad oggi di sostituire la Sperimentazione Animale.
Sulla ripercussione sull'ambiente ci torno dopo, e comunque mi riferivo alla crescita di esemplari da allevamento... una piaga per l'ambiente, conclamata e messa proprio come punto fondamentale da risolvere per il bene di tutti, un po' come la benzina e gli ottani...
Joramun:
La definizione dell'Aifa è errata? Ok, andiamo alla lingua italiana e risolviamo il problema eh?
Farmaco: sostanza capace di provocare nell'organismo umano e animale modificazioni funzionali mediante un'azione chimica o fisica. Dal greco Pharmakon/medicamento.
Spero vada bene, questa definizione eh. sennò scrivi all'Aifa, e poi a Devoto e Oli, e vedi te insomma. Penso che il problema non sussista per me. Mi sta bene anche la tua di definizione, anzi...
Cosa c'entra quello che ho scritto terzomondista con la sperimentazione animale? Il topic se non sbaglio si chiama: CATERINA e la sperimentazione animale, implica cioè una serie di domande riguardanti perché, alcuni abbiano detto alla povera Caterina, nonostante il suo stato, che sta sbagliando, che...(lasciamo perdere gli imbecilli), o anche che è giusto, è comprensibile e via dicendo.
Ci si è posti per cui un bel problema MORALE ed ETICO.
Se permetti, io ci vedo entrare sto discorso terzomondista alla GRANDE sul problema etico e morale, quando si discute del diritto alla salvaguardia di una vita, anche mediante soluzioni che fanno discutere(a cui io per via dello stato attuale e anche presumibilmente a venire NON sono contrario), è più che inerente dire che il diritto alla vita ce l'avrebbero anche altre persone che con ben poco sforzo e senza assolutamente far porre alcun dubbio etico/morale (anzi), potrebbero essere salvate.
Il collegamento lo faccio proprio con i milioni di miliardi che il ricco occidente PAGA per avere i suoi farmaci curativi, e che non vanno a finire assolutamente, nemmeno in minima parte, a risolvere un problema che è anche medico, eccome se lo è.
E' difficile e complesso? Boh a me pare lampante e lineare.
Riprendo il discorso fatto da Lady Lianna sul WWF e il Panda... BRAVA! Ben detto!!! Proprio così, tutta politica dell'immagine rivolta ai creduloni(noi) ricchi, cui spillare soldi e fiducia per prestigio.
Il mio discorso finale è:
Anzitutto salvaguardia dell'ambiente e dell'ecosistema, altrimenti, addio umanità.
Si sa che l'aumento spropositato di animali da allevamento è uno dei danni più ingenti all'ambiente. Bisogna porre rimedio.
Si sa che la sperimentazione animale non danneggia l'ambiente, praticamente per niente, OK.
Bisogno delle persone, di cure, e che tipo di cure.
Prima di tutto la gente nel mondo muore di fame... si può sfamare sta gente?
Diverse malattie sono causa di morte ma anche vita disagiata, si possono curare o "lenire" almeno, ste malattie?
facciamolo.
Questi rimedi a loro volta cosa comportano?
Niente? bene!
Non sappiamo bene... sperimentiamo!
forse sono più dannosi del male che si intende curare... STOP!
Spero di essere stato chiaro adesso
Ho letto l'articolo. Fondamentalmente dice cose che già qui si dicevano e venivano prese per i fondelli. Le tecniche in silicio e in vitro stanno venendo sviluppate e i modelli che hanno alle spalle perfezionati. Non è detto che riusciranno a soppiantare del tutto i test sugli animali, ma già consentono di risparmiarne parecchi. Ad esempio permetterebbero di risparmiare ad un animale di amputargli una zampa per fare dei test su come reagisce la sua pelle a medicine cicatrizzanti e altre amenità del genere.
Invece, questi test continuano ad avvenire, ne era un esempio green hill. Per cui, i complottisti tutti i torti non li hanno.
Sul discorso degli animalisti che si battono per i i cuccioli e non per i moscerini... onestamente lo trovo un discorso di lana caprina la cui rilevanza nel contesto è piuttosto infima.
Un articolo interessante al riguardo, letto oggi su Il Fatto Quotidiano, che sottopongo alla vostra attenzione .
Non mi pare che dica niente di nuovo. Si discutono i metodi alternativi che, per ora, non possono soppiantare in toto la sperimentazione animale e umana.
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Interessante articolo sulle nuove limitazioni portate dalla legge appena approvata.
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Io ne mangio pure tre
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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Articolo interessante sulla poca utilità (giusto per usare un eufemismo) dei test sugli animali:
In sostanza tre sezioni:
- Dubbi etici
- Limiti scientifici, a sua volta:
-- Inaffidabilità dei risultati ottenuti sugli animali
-- Nove decimi dei farmaci che sembrano essere promettenti sugli animali falliscono nei test clinici sull'uomo
-- Fare affidamento sui test sugli animali può ostacolare/ritardare le scoperte
-- Studi fatti sugli animali sono viziati nella progettazione
- Alternative
E io che sulla pagina della società anti-vivisezione pensavo di trovare articoli a favore delle sperimentazioni animali... " />
Al di là di questo, l'articolo, pur corredato da fonti appartenenti ovviamente alla medesima galassia di pensiero, presenta qualche condizionale di troppo nei punti chiave, per quanto mi riguarda, e non scende a sufficienza nei dettagli scientifici. Diciamo un articolo-vetrina, un po' divulgativo alla Superquark, ma senza alcuna pretesa di dimostrare le proprie tesi.
A me, tuttavia, sembra che sfugga un passaggio, malgrado sia stato già riportato più volte: la ricerca.
Caso di esempio. Io voglio sintetizzare una medicina contro la malattia X.
Prima ancora di pensare a quali sostanze possono essere efficaci, io devo fare ricerca sulla malattia in questione. Devo capire quali sono le cause che la provocano, in che modo opera, in quali condizioni è maggiormente aggressiva, come si sviluppa. Ovviamente il tutto in termini biologici e chimici.
Ora, non mi risulta minimamente che un ricercatore possa avere accesso ad un numero a piacere di cavie umane colpite dalla malattia X, allo stadio di avanzamento desiderato in ciascuna occasione, e sulle quali io ricercatore possa sperimentare, forzando gli eventi a piacere per vedere come reagiscono le cellule malate. Non posso svegliarmi al mattino e dire "vediamo cosa succede se espongo delle cellule malate di un malato in stato terminale alla sostanza Y", e poi andare al laboratorio, farmi portare la mia cavia umana con le caratteristiche desiderate e fare l'esperimento.
E poiché si tratta di ricerca, non esiste nemmeno un simulatore che mi consenta di riprodurre la casistica al PC. I modelli si basano sull'osservazione della realtà: io vedo che se combino A con B allora ottengo C? Bene, programmerò il mio simulatore perché replichi questo fenomeno di trasformazione. Ma prima lo devo scoprire nel mondo reale. Lo devo sperimentare, e lo devo fare un numero di volte da darmi la ragionevole certezza che il processo avvenga sempre. Inoltre devo cambiare le condizioni al contorno in modo da capire quali sono i limiti di questa trasformazione. Ad esempio potrei scoprire che se combino A con B sotto i 30° ottengo C, ma se lo faccio sopra i 30° ottengo D. E se io non ho fatto questo esperimento variando la temperatura e ho programmato il mio simulatore solo con la versione sotto i 30°, commetterò un errore.
Non potendo usare cavie umane e non potendo usare modelli computerizzati perché se faccio ricerca per definizione sto cercando di scoprire qualcosa di nuovo, cosa resta? Le colture cellulari non possono, credo sia ovvio, replicare la complessità di un organismo vivente. È inutile che io trovi una sostanza miracolosa in grado di guarire le cellule con la malattia X se poi questa sostanza inibisce le valvole cardiache, per dire.
E allora il miglior livello di approssimazione possibile è - per quanto crudele - avere specie animali che sono sensibili alla malattia X e che so da esperimenti precedenti reagire in maniera analoga all'uomo a determinati trattamenti. Induco la malattia X nelle cavie, in modo da avere sempre a disposizione casistiche adeguate, e faccio esperimenti. Questa è ricerca di base. Forse l'1% di quello che esce da questo livello passa a fasi più avanzate di sintetizzazione, e forse l'1 per diecimila arriverà al mercato; questo per dire che il livello di incertezza in questa fase è enorme, ma è una cosa normale se stiamo parlando di ricerca, ovvero di scoperta di cose nuove.
Addirittura, spesso gli animali fanno da campione di confronto. Io faccio un esperimento con la sostanza Y su cellule umane malate della malattia X. Ottengo un determinato risultato, piuttosto incoraggiante. Bene. Chi mi dice che il mio esperimento sia stato condotto bene, che non ci siano stati inquinamenti esterni, o che semplicemente non abbia sbagliato qualcosa? Se io, da letteratura, so che la sostanza Y fa diventare blu il cervello di un topo, farò due esperimenti paralleli: applicherò la sostanza Y sia alle cellule umane malate di X sia al cervello di topo. Se l'applicazione della sostanza Y è quella attesa sul cervello di topo, significa che l'esperimento è stato condotto correttamente e che anche il risultato ottenuto sulle celllule umane è attendibile.
Chi verrà dopo di me, se non ha ragione di dubitare del mio risultato, non dovrà decervellare topi a sua volta, ma in fase di ricerca ogni esperimento fatto deve avere un campione di controllo per dimostrare che è stato condotto correttamente.
Questi sono concetti assolutamente basilari della ricerca, che non ho mai visto né smentiti né nemmeno messi in discussione da nessun articolo.
Soprattutto mi fa sorridere chi ripone speranze nei modelli biometrici al computer come se questi venissero fabbricati dal nulla. Non sono modelli matematici, dove a forza di teoremi e dimostrazioni puoi andare avanti a oltranza. Sono modelli sperimentali, sono simulatori, e il nome stesso dice che simulano la realtà. Questo significa che sono programmati in funzione di esperimenti fatti in precedenza. In sostanza, per avere un simulatore più preciso serve un maggior numero di esperimenti prima. Esperimenti che coinvolgono animali. E tra l'altro, poiché i virus e i batteri mutano in continuazione, molto spesso un modello anche accurato vecchio di cinque anni non serve più a nulla e deve essere rifatto da capo.
Sicuro che hai letto l'articolo?
Tratta proprio della ricerca e dei modelli. Gli studi fatti gli animali alla fine non costituiscono un modello valido per l'uomo e infatti la stragrande maggioranza dei risultati acquisiti sugli animali non sono utilizzabili per l'uomo.
Per cui, studio X che ha un effetto Y su Z, ma su T finisce per avere un altro effetto che inficia quanto visto su Z. Per cui, ci troviamo di fronte a torture pure inutili verso gli animali.
Problema identico per gli esperimenti (le torture) fatti sugli animali per avere un modello... ma modello di che che ha la validità su quell'animale ma non per l'uomo?
Certo che ho letto l'articolo, e anzi mi stupisco che non ti abbia suscitato gli stessi dubbi. È un articolo divulgativo, non un articolo scientifico, e mi sorprende che tu lo possa citare a esempio.
Entrando nel merito della parte di cui parlavo prima, ovvero quella della ricerca, sarebbe interessante proporre un'alternativa.
Vedi, se il vitro non è sufficiente a rappresentare la complessità di un organismo e il silico non è a disposizione perché stai studiando qualcosa di completamente nuovo... beh, o hai cavie umane di cui disporre a tuo piacimento, oppure devi accontentarti di approssimare.
Ovvero usare gli animali. Certo, lo fai in maniera ragionata. Se ti serve un gran numero di esemplari saranno topi e moscerini, se devi studiare qualcosa di legato al fegato sceglierei l'animale con caratteristiche epatiche più simili a quelle umane - credo il maiale - in altri casi sarà più indicato uno scimpanzé, e via dicendo.
Appena l'1% di un modello studiato in questo modo è applicabile all'uomo? Sono curioso di sentire alternative.
Questo inoltre non inficia l'uso degli animali come campione. Certo, può non essere sempre il cervello di topo; può capitare che sia sangue, o liquido amniotico, e che quindi non sia necessario uccidere l'animale. Ma il rapporto di uso esiste sempre.
Comunque mi piacerebbe discutere di eventuali alternative credibili, provando ad applicarle a situazioni non dico realistiche al 100% - a meno che non ci siano ricercatori in grado di raccontare le loro esperienze (anche se qualcuno in questo stesso topic lo ha già fatto spiegando come nella propria esperienza l'uso degli animali sia ad oggi insostituibile) - ma quantomeno plausibile.
Certo che ho letto l'articolo, e anzi mi stupisco che non ti abbia suscitato gli stessi dubbi. È un articolo divulgativo, non un articolo scientifico, e mi sorprende che tu lo possa citare a esempio.
Entrando nel merito della parte di cui parlavo prima, ovvero quella della ricerca, sarebbe interessante proporre un'alternativa.
Vedi, se il vitro non è sufficiente a rappresentare la complessità di un organismo e il silico non è a disposizione perché stai studiando qualcosa di completamente nuovo... beh, o hai cavie umane di cui disporre a tuo piacimento, oppure devi accontentarti di approssimare.
Ovvero usare gli animali. Certo, lo fai in maniera ragionata. Se ti serve un gran numero di esemplari saranno topi e moscerini, se devi studiare qualcosa di legato al fegato sceglierei l'animale con caratteristiche epatiche più simili a quelle umane - credo il maiale - in altri casi sarà più indicato uno scimpanzé, e via dicendo.
Appena l'1% di un modello studiato in questo modo è applicabile all'uomo? Sono curioso di sentire alternative.
Questo inoltre non inficia l'uso degli animali come campione. Certo, può non essere sempre il cervello di topo; può capitare che sia sangue, o liquido amniotico, e che quindi non sia necessario uccidere l'animale. Ma il rapporto di uso esiste sempre.
Comunque mi piacerebbe discutere di eventuali alternative credibili, provando ad applicarle a situazioni non dico realistiche al 100% - a meno che non ci siano ricercatori in grado di raccontare le loro esperienze (anche se qualcuno in questo stesso topic lo ha già fatto spiegando come nella propria esperienza l'uso degli animali sia ad oggi insostituibile) - ma quantomeno plausibile.
Se ti devi stupire allora mi stupisco anch'io che non hai avuto niente da obiettare quando gli articoli divulgativi erano a favore della sperimentazione sugli animali. - Due pesi due misure?
Per cui, la prima obiezione cade.
Ma a parte questo, oltre all'articolo divulgativo, ci sono pure gli studi e le ricerche, cui si fa riferimento, per cui cade anche la seconda obiezione.
Te ne riporto un esempio:
http://www.humaneseal.org/news/Matthews%202008%20(failed%20AE%20paradigm).pdf
Ovviamente con tutta la documentazione allegata.
Ti stupisci ancora o possiamo passare a ragionare?
PS e te ne dico pure un'altra: chi campa (ossia porta i soldi a casa) con la sperimentazione sugli animali (il che nella maggioranza dei casi si traduce con il torturarli) ha tutto l'interesse che si continui a farlo, per cui avrà tutto l'interesse a dire che la cosa è utile.
Mi dici dove ho citato come fonti certe degli articoli divulgativi, per favore?
Quanto al file che hai postato ora, che ha un carattere più prettamnte scientifico, ti prego di quotare e riportare qui tu stesso gli ultimi tre paragrafi del capitoletto delle conclusioni.
Quanto al passare al ragionare, io ho posto un esempio ben evidente. Devo studiare una malattia. Facciamo l'Alzhaimer. Devo studiare qualcosa di completamente nuovo per curare questa malattia. Ho bisogno di studiare come si evolve questa malattia, ho bisogno di cavie. So che il decorso della malattia sul pollo (sparo a caso) è simile al 50% a quello dell'uomo, a causa di esperimenti precedenti. Ho dei modelli matematici che mi dicono la reazione delle cellule malate di fronte a determinate sostanze.
Ora, io vorrei studiare una gamma di sostanze nuove. Non posso contare quindi sul modello matematico, e devo fare esperimenti per calibrare i giusti dosaggi per ciascuna fase della malattia. Inizialmente posso farlo su colture di cellule malate, ma ad un certo punto avrò bisogno di capire come queste sostanze interagiscono con un organismo vivente nel suo complesso. Metti caso che la sostanza abbia un buon effetto sulla malattia ma sia difficoltosa da smaltire per i reni, e quindi non sia adatta ad un nefropatico. Oppure che induca tachicardia, e sia quindi sconsigliata per un soggetto cardiopatico.
Avere a disposizione batterie di polli è attualmente l'unico mezzo che mi viene in mente per studiare queste nuove sostanze. I risultati saranno precisi al 20% al momento del passaggio all'uomo? Al 10%? Beh, mi sembra meglio che usare cavie umane, se non altro per la reperibilità delle medesime.
Questo è lo scenario attuale di come funziona la ricerca, e sto aspettando, dinanzi ad uno scenario del genere, un esempio di alternativa.
Tutto questo ovviamente trascurando l'utilizzo degli animali come campione per misurare la validità degli esperimenti, cosa sulla quale non ho sentito obiezioni e che quindi deduco sia in questo momento ritenuta indispensabile.