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Caterina e la sperimentazione animale
di Lord Beric
creato il 29 dicembre 2013

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Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 29 dicembre 2013 16:59 Autore

Penso che l'argomento non abbia bisogno di presentazioni.

 

Tutto nasce con l'appello contro Telethon del presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fucelli, che esorta a boicottare la nota fondazione.

Caterina Simonsen, padovana ventiquattrenne, studentessa di veterinaria a Bologna, affetta da immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi frenici, prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroesofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune (copioincollo dal CorSera), si sente in dovere di replicare.

 

E lo fa con un primo video, un hashtag #ioesisto e soprattutto con una foto che la ritrae con un cartello in cui scrive che senza le sue medicine, ricavate anche grazie alla sperimentazione animale, sarebbe morta a nove anni (a latere, in quello stesso video denuncia Stamina come ciarlataneria).

 

Viene subissata da repliche di un'ostilità sconcertante, fa denuncia alla polizia postale che conta oltre trenta minacce di morte e cinquecento offese.

 

Caterina replica con un ulteriore video, in cui ribadisce la sua posizione, mostrandosi attaccata al respiratore (è stata nuovamente ricoverata a Padova poco prima di Natale a causa di un riacutizzarsi delle sue crisi) e mostrando le medicine che è costretta a prendere per sopravvivere.

 

Sottolineo, a titolo personale, che Caterina difende la sperimentazione sugli animali non in quanto tale, ma come strumento necessario in assenza di strumenti migliori.

 

Il caso diventa - manco a dirlo - politico.

Matteo Renzi neosegretario PD, e Carlo Giovanardi sono stati tra i primi a schierarsi con Caterina.

Michela Vittoria Brambilla, nota animalista, pur dissociandosi dagli insulti e dalle minacce rivolte alla ragazza, si schiera contro la sperimentazione animale facendo proprie le parole della dottoressa genovese Susanna Penco, affetta da SLA.

Al di là dell'opportunismo politico, il tema ha una sua rilevanza perché a gennaio 2014 si dovrà votare il recepimento delle norme europee in materia, e la questione, controversa, è ben descritta qui.

 

 

E voi come la pensate in merito?

 

Premesso che stiamo parlando di sperimentazione medica e non cosmetica, qual è la vostra posizione? :)


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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ValarMorghulis
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Inviato il 29 dicembre 2013 17:19

Personalmente, parlo da assoluto nemico delle medicine. Cerco di assumerne il meno possibile, e solo in casi di estrema necessità. Sono convinto che la maggior parte dei problemi di salute che possano presentarmisi, siano risolvibili, in modo del tutto naturale e fisiologico, in qualche ora, o qualche giorno. Detto ciò, e anche ritenendo le case farmaceutiche non proprio delle associazioni benefiche, mi rendo conto che alcune medicine siano di vitale importanza per molte persone, e aiutino moltissimi ad alleviare sofferenze che altrimenti li accompagnerebbero per tutta la vita. La logica conseguenza di questo ragionamento è che la sperimentazione è fondamentale, e che senza di essa non esisterebbero medicine. Si potrebbe sperimentare su esseri umani (consensienti e non), ma sono sicuro che più di qualche organizzazione umanitaria, nonchè una o due religioni, potrebbero avere da ridire. La sperimentazione animale è, per ora, l'unica via. Almeno finchè non muteranno gli scenari mondiali a livello di considerazione dell'essere umano come essere padrone di questo pianeta. Ma non credo che ciò possa accadere molto presto.


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Lochlann
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Inviato il 29 dicembre 2013 18:41

Il mio punto di vista è esaustivamente espresso dall'editoriale di Michele Serra di oggi su La Repubblica.

 

Ripropongo solo la frase conclusiva, che riassume bene:

 

Il rispetto per gli animali (boicottando, per esempio, gli allevamenti intensivi) è una manifestazione di pensiero evoluto. L'animalismo isterico una devoluzione patologica della cultura umana.

 

 

 

Spiace solo pensarla come Giovanardi, ma almeno mi solleva la posizione della Brambilla.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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Inviato il 29 dicembre 2013 23:30

Secondo la mia opinione, la sperimentazione sugli animali è un male, ma un male purtroppo necessario per conseguire importanti risultati a livello farmaceutico, dato che un altro modo per creare farmaci efficaci non esiste. E' quindi uno scegliere tra il migliore tra due mali, cosa spesso non giusta: ma c'è da dire che la giustizia assoluta non può esistere, e per questo sono assolutamente a favore della sperimentazione, in assenza di alternative

 

In ogni caso, trovo decisamente assurde le minacce di morte ricevute da questa Caterina: dopotutto siamo animali anche noi, ed uccidere un uomo per salvare un animale non è molto diverso dall'uccidere un animale per salvare un uomo, almeno in una prospettiva assolutamente anti-specista (anche se, dal lato umano, trovo molto più grave un omicidio che anche solo la semplice uccisione di un animale a scopo alimentare). Dal mio punto di vista, l'animalismo estremo c'entra poco con l'amore per gli animali: è solo un modo che le persone ignoranti hanno per esprimere il proprio odio per le persone, e per sfogare le proprie frustrazioni, esattamente come i pro-life ed i complottisti. Credere in qualcosa di così "forte", e supportarlo con la violenza, seppur solo verbale, è soddisfacente per loro, e poco importa se poi non riesco a rendere la loro posizione coerente e logica (mi chiedo quante di queste persone siano effettivamente vegetariane, ma non credo tutte).

 

Insomma, tra la ricerca scientifica e gli animalisti violenti io scelgo di gran lunga la prima, e non solo perché la violenza è sempre sbagliata e perché comunque la prima per me è una delle cose più importanti: la sperimentazione animale, per quanto sbagliata, è come ho detto il male minore, e va perciò supportata, rispetto al perdurare di orribili malattie che sarebbero ancor più deleterie. Questa la mia opinione.


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Manifredde
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Manifredde
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Inviato il 30 dicembre 2013 0:43

Io non mi reputo un 'animalista', per ragioni che qui non esporrò. Ma trovo ripugnante l'uso degli animali per questioni futili: l'altro giorno ho fatto una piccola offerta per una campagna contro le pellicce animali e la prima cosa che mi è venuta da chiedere al ragazzo che mi aveva fermato è stata: "ma perchè, esistono ancora"?.

 

Questo per dire che, a mio parere, esiste una scala: la vita di un animale è mooolto più importante della vanità delle persone. Quindi no cosmetici e abbigliamento, in una società che può disporre di 1000 alternative. Per la sperimentazione animale sono d'accordo, ma mi piacerebbe che ci fossero controlli specifici che:

1) limitino la cosa ad ambiti senza alternative.

2) obblighino chiunque faccia sperimentazione a rispettare le cavie sia prima che durante le sperimentazioni.

3) obblighino chiunque faccia sperimentazione a investire parte del denaro nella ricerca di possibilità alternative di sperimentazione.

 

La vita delle persone vale quella degli animali (lo facciamo di continuo con il cibo o con l'autodifesa), la vanità e l'avidità no.


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Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
Guardiani della Notte
8773 messaggi
Albert Stark
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A

Guardiani della Notte

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Inviato il 30 dicembre 2013 0:46

Il mio punto di vista è esaustivamente espresso dall'editoriale di Michele Serra di oggi su La Repubblica.

 

Ripropongo solo la frase conclusiva, che riassume bene:

 

Il rispetto per gli animali (boicottando, per esempio, gli allevamenti intensivi) è una manifestazione di pensiero evoluto. L'animalismo isterico una devoluzione patologica della cultura umana.

 

 

Sono pienamente d'accordo, la trovo un perfetto riassunto questa frase!!


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hacktuhana
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Utente
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hacktuhana
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Inviato il 30 dicembre 2013 7:13

La prenderò un po' più alla "larga", cercando di inquadrare la questione in un ambito più ampio, che, secondo me, poi, riconduce a due aspetti tanto diffusi quanto ordinari nella vita dell'intero pianeta.

 

Sperimentazione animale, generalmente sono contrario, soprattutto perché con questo procedimento ci si prefissa di "risolvere", trovare rimedi, a malattie di certo brutte, dolorose e fatte di una esistenza da "calvario", ma, a fronte di tanto dispiegamento di forze scientifiche e farmaceutiche, la prima vera causa di malessere umano, di morte, e considerabile parimenti a qualsiasi altra malattia, è la fame nel mondo, che, evidentemente non abbisogna ne di sperimentazioni e ne di spese di ricerca o chissà cos'altro.

 

Perché allora ci si ostina, a migliorare la vita, per quanto possibile, visto che c'è da dire che non vi è certezza di risultato nemmeno attraverso la sperimentazione animale, a poche migliaia, ma anche milioni di persone, per carità meritevoli di cure e attenzioni, mentre la stragrande maggioranza dell'umanità soffre sostanzialmente di "egoismo altrui" e non considerazione?

 

Secondo aspetto, direi abbastanza comico, perfino, per quanto si possa usare la parola "comicità" in un argomento del genere.

Ma i cosiddetti amati animali, noi della società occidentale, come li trattiamo? Non parlo di animaletti domestici e tanto carini e bellini, no parlo di tutti gli altri, quelli buoni da mangiare, da tradizioni di tavoloni imbanditi a crepapelle, e via dicendo?

Allora peggioriamo la situazione...

Siamo ipocriti(noi come società occidentale o "ricca" che dir si voglia), perché compartimentiamo(passatemi il termine), l'argomento senza una visione più ampia della cosa, ed in più, sempre in relazione alla suddetta fame del mondo, creiamo una quantità impressionante di scarti commestibili... che basterebbero a sfamare comunque gran parte del resto del mondo bisognoso in tal senso.

 

Ci vuole praticità, una piccola dose di cinismo anche, e soprattutto considerazione ad ampio raggio, prima di buttarsi a capofitto in considerazioni di natura soprattutto occasionale e politica, di circostanza e di possibilità di visibilità d'immagine.

 

ah... l'umanità... brutta bestia!

 

Scusate lo sfogo, amaro sfogo.



Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 30 dicembre 2013 8:30 Autore

Io non mi reputo un 'animalista', per ragioni che qui non esporrò. Ma trovo ripugnante l'uso degli animali per questioni futili: l'altro giorno ho fatto una piccola offerta per una campagna contro le pellicce animali e la prima cosa che mi è venuta da chiedere al ragazzo che mi aveva fermato è stata: "ma perchè, esistono ancora"?.

 

Questo per dire che, a mio parere, esiste una scala: la vita di un animale è mooolto più importante della vanità delle persone. Quindi no cosmetici e abbigliamento, in una società che può disporre di 1000 alternative. Per la sperimentazione animale sono d'accordo, ma mi piacerebbe che ci fossero controlli specifici che:

1) limitino la cosa ad ambiti senza alternative.

2) obblighino chiunque faccia sperimentazione a rispettare le cavie sia prima che durante le sperimentazioni.

3) obblighino chiunque faccia sperimentazione a investire parte del denaro nella ricerca di possibilità alternative di sperimentazione.

 

La vita delle persone vale quella degli animali (lo facciamo di continuo con il cibo o con l'autodifesa), la vanità e l'avidità no.

 

Il concetto - spero che intervenga qualche biologo per chiarire meglio il passaggio ed eventualmente correggermi - è che dapprima un principio attivo viene testato sulle colture cellulari --> studio il comportamento del principio attivo su distese di cellule che dovrebbero rappresentare tessuti polmonari, nervosi, muscolari, eccetera. Questo passaggio limita molto l'uccisione di cavie, perché da un unico esemplare posso far riprodurre generazioni e generazioni di cellule. Poiché però il nostro corpo è un insieme che in new age si chiamerebbe olistico, ovvero il tutto è più della somma delle parti, il test sulle colture cellulari non è sufficiente.

Si passa così al test sugli animali, scegliendo di volta in volta quello più adatto. Chiaramente più l'animale è geneticamente simile all'uomo più il test ha speranze di valere anche sull'uomo.

Infine, a farmaco ormai quasi definitivo, si passa a test su volontari umani, e infine si commercializza il prodotto.

 

Ora, eliminare le cavie dalla prima fase... certo, io posso donare il mio sangue, il mio midollo, una parte del mio fegato (che ha capacità rigenerative) per la ricerca... ma chi donerebbe parte del proprio cervello sano per farne colture cellulari? Qui non si tratta di donare alla scienza il proprio corpo post-mortem, ma di suicidarsi per studiare il funzionamento di un farmaco in stato embrionale.

Eliminare le cavie dalla seconda fase... sono convinto che i nazianimalisti si metteranno in fila per offrirsi volontari. :)

 

Questo per dire che ad oggi il processo è a grandi linee questo, e che fino a che non si riusciranno a produrre colture cellulari di ogni tipo senza uccidere o menomare irreversibilmente l'organismo donatore e fino a che i test non avranno tassi di affidabilità nettamente superiori agli attuali, sarà dura fare a meno degli animali.

 

La prenderò un po' più alla "larga", cercando di inquadrare la questione in un ambito più ampio, che, secondo me, poi, riconduce a due aspetti tanto diffusi quanto ordinari nella vita dell'intero pianeta.

 

Sperimentazione animale, generalmente sono contrario, soprattutto perché con questo procedimento ci si prefissa di "risolvere", trovare rimedi, a malattie di certo brutte, dolorose e fatte di una esistenza da "calvario", ma, a fronte di tanto dispiegamento di forze scientifiche e farmaceutiche, la prima vera causa di malessere umano, di morte, e considerabile parimenti a qualsiasi altra malattia, è la fame nel mondo, che, evidentemente non abbisogna ne di sperimentazioni e ne di spese di ricerca o chissà cos'altro.

 

Perché allora ci si ostina, a migliorare la vita, per quanto possibile, visto che c'è da dire che non vi è certezza di risultato nemmeno attraverso la sperimentazione animale, a poche migliaia, ma anche milioni di persone, per carità meritevoli di cure e attenzioni, mentre la stragrande maggioranza dell'umanità soffre sostanzialmente di "egoismo altrui" e non considerazione?

 

Secondo aspetto, direi abbastanza comico, perfino, per quanto si possa usare la parola "comicità" in un argomento del genere.

Ma i cosiddetti amati animali, noi della società occidentale, come li trattiamo? Non parlo di animaletti domestici e tanto carini e bellini, no parlo di tutti gli altri, quelli buoni da mangiare, da tradizioni di tavoloni imbanditi a crepapelle, e via dicendo?

Allora peggioriamo la situazione...

Siamo ipocriti(noi come società occidentale o "ricca" che dir si voglia), perché compartimentiamo(passatemi il termine), l'argomento senza una visione più ampia della cosa, ed in più, sempre in relazione alla suddetta fame del mondo, creiamo una quantità impressionante di scarti commestibili... che basterebbero a sfamare comunque gran parte del resto del mondo bisognoso in tal senso.

 

Ci vuole praticità, una piccola dose di cinismo anche, e soprattutto considerazione ad ampio raggio, prima di buttarsi a capofitto in considerazioni di natura soprattutto occasionale e politica, di circostanza e di possibilità di visibilità d'immagine.

 

ah... l'umanità... brutta bestia!

 

Scusate lo sfogo, amaro sfogo.

 

Hack, non vedo contraddizione ed esclusione tra l'adoperarsi contro la fame nel mondo ed eseguire sperimentazioni sulle malattie genetiche. <img alt=" />

Anzi, poiché come tu dici per combattere la fame nel mondo basterebbe semplicemente evitare certi sprechi, non è nemmeno una questione economica o di risorse: non è che sul pianeta c'è così tanta carenza di ratti da dover decidere se un certo ratto deve essere messo in un laboratorio o cucinato per una famiglia del Mali.

Ed è altrettanto chiaro che l'atteggiamento da tenere cambia a seconda del problema da affrontare.

 

Certo, per ogni persona come Caterina che oggi vive grazie a farmaci creati con sperimentazioni sugli animali ci sono diecimila (sparo a caso) persone che muoiono perché non hanno cibo in tavola, ma è mistificante pensare che si debba avere o l'una o l'altra cosa.

 

Quindi non trovo nemmeno corretto dire che sui grandi numeri persone come Caterina siano sacrificabili perché chi muore di fame è un numero maggiore di persone, sempre perché perseguire gli obiettivi di salvare entrambi i gruppi di persone non è un aut aut.

 

La tua considerazione può quindi valere per chi politicamente parlando è entrato nella questione, ma lascia intatta la domanda di fondo: se per trovare la cura ad almeno una delle malattie di Caterina serve il sacrificio di X ratti, Y cani e Z scimpanzé, ne vale la pena?

 

 

Abbiamo il diritto - biblico o di altra origine - di fare questo ad altri animali?


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The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
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Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
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We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
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Feanor_Turambar
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Feanor_Turambar
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Inviato il 30 dicembre 2013 10:37

Insomma, tra la ricerca scientifica e gli animalisti violenti io scelgo di gran lunga la prima, e non solo perché la violenza è sempre sbagliata e perché comunque la prima per me è una delle cose più importanti: la sperimentazione animale, per quanto sbagliata, è come ho detto il male minore, e va perciò supportata, rispetto al perdurare di orribili malattie che sarebbero ancor più deleterie. Questa la mia opinione.

 

Sostanzialmente la penso anche io così. Sono contrario alla sperimentazione su animali per cause futili come i cosmetici e alla loro uccisione per le pellicce, ma non quando si tratta di medicina, ossia di qualcosa che può permettere di salvare vite umane. Tra l'altro, è da secoli che l'uomo pratica la sperimentazione sugli animali ed è grazie ad essa che si sono conseguite conquiste come le vaccinazioni, l'uso dell'insulina per i diabetici, la dialisi renale, i trapianti, gli interventi a cuore aperto, i trattamenti per l'asma e la leucemia...


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hacktuhana
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Inviato il 30 dicembre 2013 11:21

 

Io non mi reputo un 'animalista', per ragioni che qui non esporrò. Ma trovo ripugnante l'uso degli animali per questioni futili: l'altro giorno ho fatto una piccola offerta per una campagna contro le pellicce animali e la prima cosa che mi è venuta da chiedere al ragazzo che mi aveva fermato è stata: "ma perchè, esistono ancora"?.

 

Questo per dire che, a mio parere, esiste una scala: la vita di un animale è mooolto più importante della vanità delle persone. Quindi no cosmetici e abbigliamento, in una società che può disporre di 1000 alternative. Per la sperimentazione animale sono d'accordo, ma mi piacerebbe che ci fossero controlli specifici che:

1) limitino la cosa ad ambiti senza alternative.

2) obblighino chiunque faccia sperimentazione a rispettare le cavie sia prima che durante le sperimentazioni.

3) obblighino chiunque faccia sperimentazione a investire parte del denaro nella ricerca di possibilità alternative di sperimentazione.

 

La vita delle persone vale quella degli animali (lo facciamo di continuo con il cibo o con l'autodifesa), la vanità e l'avidità no.

 

Il concetto - spero che intervenga qualche biologo per chiarire meglio il passaggio ed eventualmente correggermi - è che dapprima un principio attivo viene testato sulle colture cellulari --> studio il comportamento del principio attivo su distese di cellule che dovrebbero rappresentare tessuti polmonari, nervosi, muscolari, eccetera. Questo passaggio limita molto l'uccisione di cavie, perché da un unico esemplare posso far riprodurre generazioni e generazioni di cellule. Poiché però il nostro corpo è un insieme che in new age si chiamerebbe olistico, ovvero il tutto è più della somma delle parti, il test sulle colture cellulari non è sufficiente.

Si passa così al test sugli animali, scegliendo di volta in volta quello più adatto. Chiaramente più l'animale è geneticamente simile all'uomo più il test ha speranze di valere anche sull'uomo.

Infine, a farmaco ormai quasi definitivo, si passa a test su volontari umani, e infine si commercializza il prodotto.

 

Ora, eliminare le cavie dalla prima fase... certo, io posso donare il mio sangue, il mio midollo, una parte del mio fegato (che ha capacità rigenerative) per la ricerca... ma chi donerebbe parte del proprio cervello sano per farne colture cellulari? Qui non si tratta di donare alla scienza il proprio corpo post-mortem, ma di suicidarsi per studiare il funzionamento di un farmaco in stato embrionale.

Eliminare le cavie dalla seconda fase... sono convinto che i nazianimalisti si metteranno in fila per offrirsi volontari. :)

 

Questo per dire che ad oggi il processo è a grandi linee questo, e che fino a che non si riusciranno a produrre colture cellulari di ogni tipo senza uccidere o menomare irreversibilmente l'organismo donatore e fino a che i test non avranno tassi di affidabilità nettamente superiori agli attuali, sarà dura fare a meno degli animali.

 

La prenderò un po' più alla "larga", cercando di inquadrare la questione in un ambito più ampio, che, secondo me, poi, riconduce a due aspetti tanto diffusi quanto ordinari nella vita dell'intero pianeta.

 

Sperimentazione animale, generalmente sono contrario, soprattutto perché con questo procedimento ci si prefissa di "risolvere", trovare rimedi, a malattie di certo brutte, dolorose e fatte di una esistenza da "calvario", ma, a fronte di tanto dispiegamento di forze scientifiche e farmaceutiche, la prima vera causa di malessere umano, di morte, e considerabile parimenti a qualsiasi altra malattia, è la fame nel mondo, che, evidentemente non abbisogna ne di sperimentazioni e ne di spese di ricerca o chissà cos'altro.

 

Perché allora ci si ostina, a migliorare la vita, per quanto possibile, visto che c'è da dire che non vi è certezza di risultato nemmeno attraverso la sperimentazione animale, a poche migliaia, ma anche milioni di persone, per carità meritevoli di cure e attenzioni, mentre la stragrande maggioranza dell'umanità soffre sostanzialmente di "egoismo altrui" e non considerazione?

 

Secondo aspetto, direi abbastanza comico, perfino, per quanto si possa usare la parola "comicità" in un argomento del genere.

Ma i cosiddetti amati animali, noi della società occidentale, come li trattiamo? Non parlo di animaletti domestici e tanto carini e bellini, no parlo di tutti gli altri, quelli buoni da mangiare, da tradizioni di tavoloni imbanditi a crepapelle, e via dicendo?

Allora peggioriamo la situazione...

Siamo ipocriti(noi come società occidentale o "ricca" che dir si voglia), perché compartimentiamo(passatemi il termine), l'argomento senza una visione più ampia della cosa, ed in più, sempre in relazione alla suddetta fame del mondo, creiamo una quantità impressionante di scarti commestibili... che basterebbero a sfamare comunque gran parte del resto del mondo bisognoso in tal senso.

 

Ci vuole praticità, una piccola dose di cinismo anche, e soprattutto considerazione ad ampio raggio, prima di buttarsi a capofitto in considerazioni di natura soprattutto occasionale e politica, di circostanza e di possibilità di visibilità d'immagine.

 

ah... l'umanità... brutta bestia!

 

Scusate lo sfogo, amaro sfogo.

 

Hack, non vedo contraddizione ed esclusione tra l'adoperarsi contro la fame nel mondo ed eseguire sperimentazioni sulle malattie genetiche. <img alt=" />

Anzi, poiché come tu dici per combattere la fame nel mondo basterebbe semplicemente evitare certi sprechi, non è nemmeno una questione economica o di risorse: non è che sul pianeta c'è così tanta carenza di ratti da dover decidere se un certo ratto deve essere messo in un laboratorio o cucinato per una famiglia del Mali.

Ed è altrettanto chiaro che l'atteggiamento da tenere cambia a seconda del problema da affrontare.

 

Certo, per ogni persona come Caterina che oggi vive grazie a farmaci creati con sperimentazioni sugli animali ci sono diecimila (sparo a caso) persone che muoiono perché non hanno cibo in tavola, ma è mistificante pensare che si debba avere o l'una o l'altra cosa.

 

Quindi non trovo nemmeno corretto dire che sui grandi numeri persone come Caterina siano sacrificabili perché chi muore di fame è un numero maggiore di persone, sempre perché perseguire gli obiettivi di salvare entrambi i gruppi di persone non è un aut aut.

 

La tua considerazione può quindi valere per chi politicamente parlando è entrato nella questione, ma lascia intatta la domanda di fondo: se per trovare la cura ad almeno una delle malattie di Caterina serve il sacrificio di X ratti, Y cani e Z scimpanzé, ne vale la pena?

 

 

Abbiamo il diritto - biblico o di altra origine - di fare questo ad altri animali?

 

 

La contraddizione c'è eccome, e riguarda i soldi delle case farmaceutiche dati per la ricerca di nuovi farmaci atti a debellare o lenire malattie di pochi, a fronte della voce a "fame nel mondo" delle stesse che corrisponde a zero, d'altra parte a poco corrispondono anche le voci di malattie derivanti dalla malnutrizione, perché sempre per un discorso di logica di mercato, questo tipo di farmaci o similia, non danno la certezza di un bel niente alla voce ricavo.

 

Poi non ho certo detto che sia sacrificabile Caterina secondo la legge dei grandi numeri, ho detto invece che queste persone, Caterina compresa hanno diritto alle loro cure.

 

E critico proprio gli animalisti, in questo caso così agguerriti, in quanto fenomeno di un occidente contraddittorio, visto che poi si mangia in ogni modo possibile tanta carne di animale, maiale, per dirne uno, sul quale la sperimentazione potrebbe essere fatta in quanto di solito i risultati sono molto assimilabili a quelli che avrebbe l'essere umano.

 

Per cui, forse prendendo alla larga la questione non è chiaro quanto volessi esprimere, seppur mantenendo una certa polemica riguardante cosa è più importante, vista la quantità impressionante di morti che causa, con la seconda considerazione sul ricco occidente, va da se, che il mio intento e il mio pensiero è, si, curare una persona come Caterina, e malattie come quelle che la affliggono(anche cercare di farlo), lo ritengo giusto.

 

Non è un diritto, è un dato di fatto, perché siamo in grado di poterci provare come esseri umani, anche riuscendo a prendere le giuste precauzioni affinché certi animali non scompaiano dalla faccia della terra.

 

Poi se mi dispiace per il povero animale malcapitato? Si... ma il mondo non è perfetto.

 

Forse così è più chiaro...


M
Metamorfo
Confratello
Utente
10204 messaggi
Metamorfo
Confratello

M

Utente
10204 messaggi
Inviato il 30 dicembre 2013 11:25

 

Secondo aspetto, direi abbastanza comico, perfino, per quanto si possa usare la parola "comicità" in un argomento del genere.

Ma i cosiddetti amati animali, noi della società occidentale, come li trattiamo? Non parlo di animaletti domestici e tanto carini e bellini, no parlo di tutti gli altri, quelli buoni da mangiare, da tradizioni di tavoloni imbanditi a crepapelle, e via dicendo?

 

 

Io parlerei anche degli animali domestici.

Quanti sedicenti amanti degli animali, che magari passano la vita a dire "gli animali sono meglio degli uomini", poi prendono un gatto, lo castrano, lo ingozzano di cibo e lo tengono prigioniero in un appartamento, come un pelouche vivente, senza che quello possa mai più in vita sua correre su un prato, arrampicarsi su un albero, incrociare un altro della propria specie?

Oppure prendono un cane e lo tengono in uno stretto balcone? Oppure lo trattano quasi come un bambino o un fidanzato, irrentendolo in rapporto morboso, e creandogli problemi psicologici, tic, e disagi di vario tipo?

 

Riguardo la questione della sperimentazione, sono d'accordo con gli altri.

Se è necessaria per la creazione di medicinali fondamentali, è difficile rinunciare per motivi etici.

Quel che si può fare, è assicurarsi che non ci siano abusi e che non si sperimenti per qualcosa di non necessario.


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TheGoldfish
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Inviato il 30 dicembre 2013 13:14

Anche io sono d'accordo con quello che tutti voi avete detto finora. E, da amante degli animali, per quanto mi dispiaccia che le vite delle cavie vengano sacrificate, non vedo alternative per quanto riguarda l'ambito medico.

 

 

Insomma, tra la ricerca scientifica e gli animalisti violenti io scelgo di gran lunga la prima, e non solo perché la violenza è sempre sbagliata e perché comunque la prima per me è una delle cose più importanti: la sperimentazione animale, per quanto sbagliata, è come ho detto il male minore, e va perciò supportata, rispetto al perdurare di orribili malattie che sarebbero ancor più deleterie. Questa la mia opinione.

 

Sostanzialmente la penso anche io così. Sono contrario alla sperimentazione su animali per cause futili come i cosmetici e alla loro uccisione per le pellicce, ma non quando si tratta di medicina, ossia di qualcosa che può permettere di salvare vite umane. Tra l'altro, è da secoli che l'uomo pratica la sperimentazione sugli animali ed è grazie ad essa che si sono conseguite conquiste come le vaccinazioni, l'uso dell'insulina per i diabetici, la dialisi renale, i trapianti, gli interventi a cuore aperto, i trattamenti per l'asma e la leucemia...

 

inoltre, come dice Caterina, tanti farmaci non sono utilizzati solo dagli umani ma sono dati anche agli animali stessi, i nostri animali (il mio cane di medicine ne ha prese a volontà, senza certi farmaci avrebbe sicuramente sofferto molto di più. io mi curo se sto male, e curo i miei animali se soffrono.)

 

Se la domanda è "ne vale la pena", secondo me almeno per adesso, che non esistono alternative, la risposta è si.

 

L'unico piccolo piccolissimo OT :

 


Io parlerei anche degli animali domestici.

Quanti sedicenti amanti degli animali, che magari passano la vita a dire "gli animali sono meglio degli uomini", poi prendono un gatto, lo castrano, lo ingozzano di cibo e lo tengono prigioniero in un appartamento, come un pelouche vivente, senza che quello possa mai più in vita sua correre su un prato, arrampicarsi su un albero, incrociare un altro della propria specie?

Oppure prendono un cane e lo tengono in uno stretto balcone? Oppure lo trattano quasi come un bambino o un fidanzato, irrentendolo in rapporto morboso, e creandogli problemi psicologici, tic, e disagi di vario tipo?

 


 

in che senso lo castrano? per come la vedo io non c'è niente di male nel castrare un animale, se il pensiero è rivolto alla salute e alla tranquillità sua e degli altri animali, e pure degli umani :)

per il resto, completamente d'accordo. la gente invece di scrivere a Caterina cose come "non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per te" dovrebbe prima pensare al fatto che possiede un pesce rosso piazzato in una boccia di vetro.


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Inviato il 30 dicembre 2013 13:16

Sono contrario ad animali uccisi (torturati è il termine più giusto) per scopi cosmetici e di vestiario. Nel primo caso, è sufficiente ricorrere a cosmetici naturali di provata efficacia, fermando questa folle rincorsa ad apparire più giovani e più belli a tutti i costi: tanto se hai 60 anni si vedono eccome, è inutile rendersi ridicoli con miracolose (presunte) creme ringiovanenti. Nel secondo caso, la chimica permette già da tempo di ottenere pellicce sintetiche efficaci quanto e forse più di quelle naturali.

Per le stesse ragioni scientifiche, sono invece favorevolissimo alla sperimentazione sugli animali per la ricerca medica e scientifica, laddove non siano presenti alternative migliori. E poiché, come ricercatori da ogni parte del mondo sottolineano, l'uso di modelli di simulazione matematica e le colture cellulari non basta al momento ad escludere totalmente la sperimentazione animale, ben venga essa se serve a salvare vite umane. Nel momento in cui si troverà una soluzione che impedisca di sperimentare sugli animali, allora si potrà pure abbandonare la sperimentazione sugli animali. Fino ad allora, se uccidere 1000 topi mi fa salvare una vita umana, ben vengano quelle 1000 morti.


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Inviato il 30 dicembre 2013 14:31

I cosmetici naturali non sempre sono buoni per la pelle, possono creare fastidiosi disturbi allergici e sfoghi cutanei non indifferenti. Che male ci sarebbe poi a voler migliorare il proprio aspetto? Non penso sia la fine del mondo usare un fondotinta o un rossetto...
Molte volte le creme curano disturbi anche gravi, come l'acne. Non è solo questione di mera vanità femminile.
Restando in tema ho seguito "in diretta" gli attacchi nazi-animalisti di questi sedicenti amanti degli animali, mi sono vergognata di appartenere alla loro stessa specie.


Daenerys Armada

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Inviato il 30 dicembre 2013 14:36

 

 

Io parlerei anche degli animali domestici.

Quanti sedicenti amanti degli animali, che magari passano la vita a dire "gli animali sono meglio degli uomini", poi prendono un gatto, lo castrano, lo ingozzano di cibo e lo tengono prigioniero in un appartamento, come un pelouche vivente, senza che quello possa mai più in vita sua correre su un prato, arrampicarsi su un albero, incrociare un altro della propria specie?

Oppure prendono un cane e lo tengono in uno stretto balcone? Oppure lo trattano quasi come un bambino o un fidanzato, irrentendolo in rapporto morboso, e creandogli problemi psicologici, tic, e disagi di vario tipo?

 

 

in che senso lo castrano? per come la vedo io non c'è niente di male nel castrare un animale, se il pensiero è rivolto alla salute e alla tranquillità sua e degli altri animali, e pure degli umani :)

 

Senza nessuna implicazione personale o polemica, mi viene da pensare che questa sia una delle idee di cui parlavo a proposito di chi si professa amante degli animali e poi si scopre essere amante di se stesso e gli animali sono solo un mezzo per stare meglio, avere qualcuno per scambiare affetto o avere compagnia.

 

Suppongo che se, in gattese, prendi un gatto e gli dici "dai ciccio, ti tagliamo, che vuoi che sia: così siamo tutti più tranquilli, eh!", quello non ti risponda "Ma sì, anche se è innaturale, se è una mutilazione, se mi squilibra a livello ormonale e psicologico, mi fa ingrassare, anche se non potrò mai più accoppiarmi con una bella gattina, non potrò più battermi per averla, e fare le altre cose che fanno gli altri gatti...se la cosa fa stare più tranquilla te...allora facciamolo! Non c'è niente di male! Ah! A proposito, anche gli umani se li castri stanno più "tranquilli", perchè non ve lo fate anche voi?"

 

No, io penso che scapperebbe via a gambe levate.

 

Tutto questo lo penso da non amante degli animali, nel senso che non ho mai avuto un cane, soltanto una volta un gatto (gli davo da mangiare e qualche carezza e qualche gioco da cucciolo, ma per il resto lo lasciavo libero di andarsene in giro e fare tutto quello che dovrebbe fare un gatto).

Sarà perchè vedo le cose da fuori, ma non mi piace vedere gli animali imprigionati in appartamenti, trattati come pelouches, come surrogati di bambini o fidanzati, castrati...da parte di persone che si proclamano super-amanti degli animali, con la scusa che sia per il bene dell'animale, quando è palese che spesso è per il bene del padrone.

Per me, l'animale è rispettato ed amato quando è trattato da animale, nel senso buono del termine.


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