A me dispiace tantissimo perché mi piace come AryaSnow ha affrontato questo DM, ma stavolta il mi voto va a Tori Amos.
Non credo che l'ultima donna rimasta in gara ce la farà, ma come promesso, il mio voto è per lei.
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Oh che p****e questa storia dell'ultima donna in gara
State facendo diventare antifemminista persino me, e ce ne vuole :-P
Vendesi voto siori e siore, vendo vendo vendo! " />
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
La maledizione di Odino non lascia scampo ai bolliti Dire Straits, che se non hanno qualcuno che fa i doppi salti mortali per loro risvegliando i morti pigliano DIECI voti di meno, soccombendo miseramente.
Avanti così, come dicono i Metallica "Giustizia è fatta" " />
Ahah, ma io non la voto in quanto ultima "femmina". Ho promesso che l'avrei votata a The Nameless One, che mi aveva chiesto il voto prima. Ripeto: io non nessuno per chi tifare.. ricambio favori e faccio cortesie. Ho solo un girone ancora in cui sono indeciso.. e attendo richieste. Il primo che mi chiederà il favore avrà il mio voto (sempre che mi abbia aiutato in passato con le kara e che si sia comportato bene con me). Tu, AryaSnow, avresti meritato il mio voto se fossi arrivata prima a chiedermelo.
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Oh che p****e questa storia dell'ultima donna in gara
Infatti si, chissenefrega che è l'ultima.
Detto questo voto i King Crimson.
Grazie a tutti quelli che hanno votato.
Non credevo che saremmo riusciti ad arrivare in semifinale (sembro un pò l'allenatore dei PJ).
Siamo ancora vivi.
Mi sa che Odino è bravo in maledizioni ma non in matematica XD.
Comunque mi segno tutti i commenti 'i Dire Straits non vanno votati perchè si sono sciolti / sono vecchi / spazio al nuovo' e li posto al prossimo DM se chi gli ha votato contro si azzarda a sostenere SPOILER CRONACHE DA LPRIMO LIBRO
Ned o un altro morto
KING CRIMSON
Beh sciolto sciolto c'è solo
Viserys
Voto i King Crimson, perché non si può ascoltarli e restare gli stessi di prima.Ho sempre evitato di mischiare l'aspetto ludico e quello personale nel gioco. Mi sento qui tuttavia di chiedere apertamente il voto per i King Crimson per portarli in semifinale come gesto di amicizia e affetto, visto che non potrò sostenerli come meritano nei prossimi giorni.
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Correva l'anno 1971, ed i King Crimson, reduci dal successo di Lizard, compiono il loro miracolo pubblicando Islands.Islands è probabilmente la vetta artistica - anche se non di successo in termini di vendite - del gruppo e a mio parere persino del progressive. Il disco è altrettanto ricercato del precedente, ma in qualche modo emozionalmente più diretto e ricco di pathos.Il disco è un'incredibile stratificazione di letture, in cui voce e musica si fondono letteralmente tra di loro e concorrono in maniera paritaria nella ricerca del significato ultimo dell'opera.Il disco consente a tutti, profani compresi, di essere ascoltato e anche apprezzato, ma si disvela appieno solo dopo un lungo lavoro di ascolto e analisi: un disco complesso, in un certo qual modo un disco per intenditori.Islands, dicevamo, è il titolo del disco. Così, al plurale. Isole come frammenti di materia nell'oceano del nulla è quindi il tema portante dell'album, che declina metaforicamente il tema più e più volte.In primo luogo naturalmente la copertina (ufficiale), su cui campeggia nientemeno che la Nebulosa Trifida nella costellazione del Sagittario. Stelle che nascono, vivono e muoiono separate da spazi siderali immensi eppure interconnesse tra loro da forze invisibili.Poi isole musicali senza dubbio, con un disco strutturato su un certo numero di elementi armonici che periodicamente affiorano nel mare strumentale, ma anche isole vocali, con testi rarefatti, eterei, che si ergono sulla base musicale.Lo stesso album è concepito simmetricamente come un'isola: le sei tracce appaiono in qualche modo speculari, con i due pezzoni di Formentera Lady e Islands ad aprire e chiudere l'opera in toni sfumati, l'oceano rappresentato dai due pezzi strumentali Sailor's Tale e Prelude: Song of the Gulls e l'isola vera e propria composta dai due pezzi centrali, The Letter e Ladies of the Road. Strutturalmente, quindi, Formentera Lady serve da anacrusi a Sailor's Tale, che è in legame diretto con Prelude: Song of the Gulls la quale a sua volta serve da anacrusi (inversa rispetto alla precedente) per Islands, che infine è concettualmente legata a Formentera Lady. È quindi un mare movimentato, in perenne fllusso e riflusso, quello che bagna le sponde di The Letter e Ladies of the Road, roccioso corpo centrale anche maggiormente strutturato nella consueta forma-canzone.Passando invece al significato insito dei titoli e dei testi delle canzoni, emerge in primo luogo con prepotenza il tema del viaggio, con espliciti riferimenti tanto all'Odissea (Circe e Ulisse sono anche espressamente citati in Formentera Lady) in senso stretto quanto, in maniera indiretta, all'Ulysses di Joyce.Scendendo poi dal visibile all'invisibile non è possibile non cogliere nelle isole rappresentazioni degli individui, separati ma interconnessi tra di loro.E infine, l'isola come ego, che emerge dall'oceano dell'inconscio.Un cantico di intimistica solitudine, di comunicazione e d'amore: ecco cos'è Islands.Il disco si apre con Formentera Lady, inno in chiaroscuro all'amore romantico e alla seduzione, ballata malinconica e per certi versi oscura. Tippet al piano e Collins al flauto danno origine ad un vivace gioco di inseguimenti fino alla cesura della canzone, quel giro di basso - spettacolare - che da il via ad un coro di voci spettrali (tra cui una soprano, Paulina Lucas), disseminato di inquietudini al sapore di sax.Così come si vedrà poi anche in Islands, la canzone gemella, Formentera Lady contiene elementri descrittivi dell'isola: qui vediamo case bianche, pini marittimi e cactus, salvia, strade sassose e assolate: è un clima mediterraneo, appunto di Formentera, quello che viene incontro all'ascoltatore, e la quiete e il caldo non possono che accompagnarsi all'iniziale ritmo languido, romantico. E poi lucertole, vecchie ruote abbandonate, alberi di una specie ibrida, inventata, tra il fico e la dracena (albero a sua volta dal forte significato simbolico ed esoterico) dove l'io della canzone "riflette sull'uomo".Prima invocazione all'amore, alla bella Formentera Lady: e come nelle classiche canzoni d'amore è alla voce dell'amata la prima invocazione dell'amante. Rovesciando il gioco, la malia d'amore passa prima dalla voce della seduttrice.Il giorno cede il passo alla notte - da notare come basti una sola parola, Lamplights, per celebrare il cambio di atmosfera - e l'amore assume forme diverse, adulte e misteriose: azzeccatissimo in tal senso il riferimento a Ulisse e Circe, a loro volta metafora dell'amore sessuale... e la bella Formentera Lady ora non canta più, ma danza, preludio a passioni ben più ardenti, mentre il sax di Collins si dedica a staccati troppo simili a grugniti, giusto per rendere evidente il legame con l'Odissea. Ed è proprio nel paragone con le disavventure di Ulisse che il gioco amoroso prende tinte oscure, che la malia di seduzione assume significati in qualche modo negativi ed ecco che la bella Lady non è più sweet, ma dark, mentre la canzone sfuma nell'inquietudine. Il leit-motiv del rovesciamento del tema, che da innocente e positivo assume valori disturbanti, ritornerà più avanti nell'album, in Ladies of the Road.
Time's grey hand won't catch me while the sun shine downUntie and unlatch me while the stars shine.Formentera Lady dance your dance for meFormentera Lady dark lover.
Dal punto di vista musicale, questa canzone è declinata in mi minore fino all'attacco del coro, quando la tonalità si evolve in un la pentatonico che serve da introduzione alla canzone successiva.È infatti il la minore la tonalità dominante della strumentale Sailor's Tale, il racconto del marinaio ovvero la narrazione della tempesta, cavalcata trionfale e caotica di Fripp, quasi un unico, lungo assolo in progressione. Ad un'analisi più attenta, tuttavia, la canzone svela tutta la sua complessità, risultando composta da cinque sezioni distinte.Dapprima abbiamo una tempesta in raccoglimento sul mare: l'entrata è di cimbalo, con una struttura sincopata che vede l'alternanza croma / semiminima / croma / quattro semiminime, per poi accumulare tensione nel giro di basso che si assesta su scariche di crome: 3 / 3 / 2 / 2 / 2. Il basso salta di nota in nota la-do-la-sol-mi introducendo la seconda sezione.La tempesta si scatena, entra in gioco un'altra sezione strumentale con l'apporto fondamentale di sax e chitarra. Mentre il basso continua il tema dell'introduzione si aprono qui le diadi di chitarra, volte a completare gli accordi sostenuti dal basso. Chitarra e sax si inseguono in un climax ascendente in la maggiore tenuto per quattro battute prima di crollare di colpo: l'occhio del ciclone!Siamo nel centro del viaggio, un'isola (non a caso il termine) di pace nella tempesta, ed entra in scena lo strumento principe del progressive, il mellotron. Il tempo è in quattro quarti, e il tema si fa malinconico, richiamando in qualche modo alla mente The Rime of the Ancient Mariner di Coleridge. In particolare è la chitarra a gestire questo aspetto del tema, con effetti di eco a fare da shadowing alla linea melodica.Il viaggiatore si muove, o la tempesta si sposta, e la quiete relativa dell'occhio del ciclone viene abbandonata. Il quarto tema torna in sei quarti, e se musicalmente ricorda il secondo, ora archi e mellotron sostituiscono chitarra e sax: l'esperienza dell'occhio del ciclone in qualche modo contamina il ritorno nella tempesta, lasciando intendere come vi siano esperienze che impercettibilmente ma saldamente cambiano chi le vive, una volta e per sempre. La tonalità passa in re, alternativamente maggiore e minore, con riff di chitarra che illuminano le acque agitati come lampi folgoranti. Il tema sfuma alla fine nel la minore iniziale, e la tempesta lascia il passo alla quiete, e alla coda della canzone.Coda della canzone, quinta e ultima parte, che si pone senza un tempo musicale preciso, eseguita spesso ad libitum; il tema riprende l'apertura della canzone ma - come già visto in precedenza - è ora il mellotron a reggere la linea melodica, mentre altri strumenti oscillano tra il si bemolle ed il re: la tempesta si fa ancora udire in lontananza.Molto signiicativo in questo caso il paragone con Joyce: balza infatti all'occhio come strutturalmente questa caotica e movimentata canzone si accompagni al capitolo della discesa di Bloom e Stephen negli inferi.Nel paragone diretto con il poema omerico, invece, l'accostamento migliore è a Scilla e Cariddi.
Un pezzo che è un capolavoro.A terra, un'altra isola magari, è lo scenario di The Letters, canzone tristissima, quasi alienante. La canzone, in realtà, non è un inedito in senso stretto. I fan di Fripp già la conoscevano da anni come Drop in. Oltre tuttavia ad un nuovo testo, opera del genio di Sinfield, la nuova versione lima in certi aspetti anche la parte musicale, rallentando il ritmo, riducendo le cavalcate jazz e introducendo, nella parte conclusiva, il contrappunto tra flauto e chitarra che prelude al freddo finale.Due lettere: amante e moglie, in cui la prima - Circe? La Formentera Lady di prima? È probabile - scrive alla moglie come suo marito abbia giaciuto con lei.Da notare l'amaro contrappunto del verbo grace e la similitudine rovesciata della seconda strofa: come il volto di un lebbroso, la lettera orna la moglie di lacrime e nodi alla gola. Le parole sono ridotte al minimo, ma proprio per questo il loro effetto è tanto più potente.E assistiamo così alla scelta fredda, lucida e ragionata dell'addio della moglie, anch'esso narrato tramite lettera, a cui non resta che il suidicio, in quel contrappunto tra flauto e chitarra che definire gelido è dir poco.
I'm still, I need no lifeTo serve on boys and menWhat's mine was yours is deadI take my leave of mortal flesh.
Nei campionari d'amore di cui questo disco si fa esponente, la gelosia è il posto di questa canzone, gelosia dell'amante desiderosa di celebrare la propria vittoria sulla moglie, gelosia della moglie che al tradimento del marito non ha risposta se non il suicidio, un suicidio mai così simile al martirio.Il lato B del disco - eh, già, stiamo parlando di un vinile! - inizia con Ladies of the Road, ovvero i Beatles scritti dai King Crimson. Un testo più lungo e almeno apparentemente meno criptico, un'atmosfera quasi gioiosa (che contrappunto dalla canzone precedente, proprio l'altro versante dell'isola strutturale dell'album), addirittura dei ritornelli, preludono all'amore sessuale protagonista della canzone.Il sesso viene qui vissuto come delizia e divertimento, ma alla fine queste signore della strada si rivelano non essere altro che sirene mangia-uomini; fossero i Pink Floyd ci saremmo addentrati in congetture psicanaliche sull'infanzia di Waters, qui non possiamo invece che assaporare l'ennesimo paragone omerico e joyciano, soprattutto nel descrivere le sirene come antropofaghe: l'accostamento tra cibo e sesso non è ovviamente un'invenzione di Fripp e soci, ma qui interessa più che altro osservare l'omaggio al Joyce dei Lestrygonians.Nell'economia dell'album alla perdita della bussola, della persona amata tradita per un'infatuazione romantica segue uno sbandamento fatto di sesso facile con ragazze di strada, le prostitute dei porti del marinaio viaggiatore, che però alla fine corre solo il rischio di finire divorato.
All of you know that the girls of the roadAre like apples you stole in your youth.All of you know that the girls of the roadBeen around but are versed in the truth.
Saranno i gabbiani, messaggeri celesti o semplici richiami della casa lontana che siano, a spezzare l'incantesimo delle sirene, come si vedrà tra poco.Il mood dell'album cambia radicalmente con la quinta canzone, Prelude: Song of the Gulls.La canzone è strumentale, ed occorre comprendere bene il titolo per potersi porre all'ascolto. I gabbiani sono i protagonisti della canzone, quindi malinconia, la malinconia della terraferma per il viaggiatore, malinconia di casa. E sono questi i sentimenti a spezzare le catenere gettate dalle sirene sul viaggiatore. E poi l'indicazione che la canzone altro non è che un preludio, quindi l'ascoltatore - ed è facile dimenticarlo, persi nell'ebbrezza della musica - non deve aspettarsi una risoluzione del tema in questa canzone, ma rimandare ogni cosa alla prossima traccia.Prelude: Song of the Gulls è un dolcissimo pezzo di musica classica a tutti gli effetti, realizzato per archi e oboe in tempo andante. L'ispirazione è chiaramente Vivaldi in questo caso, ma occorre osservare come la canzone sia la rielaborazione della Suite n°1 scritta da Fripp già nel 1967.Il pezzo catalizza energia, ci si aspetta da un momento all'altro l'esplosione come nella seconda traccia, ma l'esplosione non arriva. Sarà l'ultimo pezzo, Islands, a sciogliere tutti i nodi in sospeso.
Secondo capolavoro del disco.Per parlare di Islands, terzo e più grande capolavoro del disco, capolavoro dei King Crimson, capolavoro del progressive e della musica tutta, bisogna partire dal 1624, e dalle Devotions upon Emergent Occasions di John Donne. Leggiamo infatti (e i fan di Lost riconosceranno questi versi):
No man is an island, entire of itselfevery man is a piece of the continent, a part of the mainif a clod be washed away by the sea,Europe is the less, as well as if a promontory were,as well as if a manor of thy friends or of thine own wereany man's death diminishes me, because I am involved in mankindand therefore never send to know for whom the bell tollsit tolls for thee.
Partiamo da qui. Nessun uomo è isolato dagli altri, e per quanto crediamo di essere isole siamo tutti legati: lo scioglimento della tensione del disco - perché di scioglimento e non di risoluzione è lecito parlare - è quindi nell'amore universale, e qui la copertina del disco trova il suo ultimo e finale compimento.Di questa canzone occorre inserire il testo per intero per poterlo commentare.
Earth, stream and tree encircled by seaWaves sweep the sand from my island.My sunsets fade.Field and glade wait only for rainGrain after grain love erodes myHigh weathered walls which fend off the tideCradle the windto my island.Gaunt granite climbs where gulls wheel and glideMournfully glide o'er my island.My dawn bride's veil, damp and pale,Dissolves in the sun.Love's web is spun - cats prowl, mice runWreathe snatch-hand briars where owls know my eyesViolet skiesTouch my island,Touch me.Beneath the wind turned waveInfinite peaceIslands join hands'Neathe heaven's sea.Dark harbour quays like fingers of stoneHungrily reach from my island.Clutch sailor's words - pearls and gourdsAre strewn on my shore.Equal in love, bound in circles.Earth, stream and tree return to the seaWaves sweep sand from my island,from me.
Come in Formentera Lady, abbiamo una forte connotazione descrittiva dell'isola, ma questa volta sono gli elementi naturali a farla da padrone: spiagge, scogliere, torrenti, ma anche cielo e nebbia sono i padroni dell'isola. Spogliata di ogni elemento umano, la canzone mette a nudo il raffronto dell'uomo con sé stesso - rappresentato dall'isola. Alberi, gatti, topi e gabbiani (gli stessi della canzone precedente, che consentono di connotare l'isola come casa) paiono essere gli unici esseri viventi, ma sono qui parte del paesaggio, e non attori attivi.Al di là di alcune metafore di pregevole fattura, tra cui la nebbia mirabilmente descritta come "il velo da sposa dell'alba" o il cielo definito "il mare del paradiso", possiamo distinguere momenti diversi nella canzone.Nel primo si evidenzia un atteggiamento di chiusura: la nebbia, le severe scogliere di granito, rovi spinosi, alte mura, sono le difese che noi stessi costruiamo per tenere lontani gli altri. Eppure, con la pazienza delle gocce di pioggia e delle onde del mare, il mondo esterno conunica con ciascuno di noi, e allora tanto vale aprirsi, come nella seconda parte della canzone, con moli che sono scure dita di pietra pronte a inviare e ricevere i doni che il mare trasporta, perle e angurie. Dare e ricevere, equal in love, bound in circles.Perché? Perché alla fine terra, torrenti e alberi ritorneranno al mare, all'inconscio primigenio, alla morte da cui un giorno nasceranno nuove isole, nuove individualità.E dall'ultima parola della canzone prende il via un crescendo musicale da brividi, un finale liberatorio, cosmico e universale, in cui mellotron e cornetta sfaldano meticolosamente tutti gli intrecci armonici della canzone e dell'album in un'apertura totalizzante e omnicomprensiva, l'Itaca di Ulisse che si scopre essere l'intero universo.Il viaggio è giunto al suo termine? La struttura armonica dell'album dice di no. Con una forma già usata da Beethoven, Brahms e Mahler, i giochi operati sulle tonalità del mi suggeriscono piuttosto un andamento circolare, quasi come se l'album chiedesse di essere ascoltato ancora. E ancora.E di sicuro non è tempo sprecato.La storia dei King Crimson non si ferma certo qui. Dopo Islands la line-up del gruppo cambierà completamente, in primo luogo con l'addio di Sinfield e dei jazzisti. Il Re chiamerà altri musici alla sua corte, vi saranno altri successi planetari, arriveranno Lark e Red, nuove sonorità si affacceranno nel panorama musicale e nuovi fan prenderanno via via il posto della vecchia guardia.Ma Islands resta sempre lì, per chi lo vuole imparare a conoscere ed apprezzare.
ww, un WOT niente male XD
Io voto subito subito per Tori Amos e mi tolgo il pensiero.
Uscirà sicuramente, garantito al limone così come sicuramente ci saranno in gara i Muse nel prossimo turno, quando io non potrò essere a PC per circa 24 ore " /> (e sarebbe la quarta volta che accade in questo MDM, c'ho una fortuna sfacciata per questo genere di cose!).
Dicevo .. uscirà, ma almeno avrò la coscienza a posto, ecco.
Mastro Architetto dei giochi
Indiscusso Campione dell'errore di battituraù
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"
(P.B.Shelley)
Ovviamente voto Tori Amos.
Tori Amos non va votata perchè è l'unica donna in gara, ma perchè è una tizia che con un pianoforte a coda ha scritto un pezzo di storia del pop/rock contemporaneo.
Una che scrive questa roba merita molto più riconoscimento di quanto non ne abbia mai ricevuto:
http://www.youtube.com/watch?v=lCWTEkcL1VQ
http://www.youtube.com/watch?v=OjTHJz_bgGY
Ed io aggiungerei anche questo:
http://www.youtube.com/watch?v=qYVpY8EqsKI
Ovviamente, voto Tori Amos.
Ovviamente voto Tori Amos.Tori Amos non va votata perchè è l'unica donna in gara, ma perchè è una tizia che con un pianoforte a coda ha scritto un pezzo di storia del pop/rock contemporaneo.
Vai Calinn, fai campagna per Toriiiiii!
The most phaigouluss campaeinn!
Mastro Architetto dei giochi
Indiscusso Campione dell'errore di battituraù
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"
(P.B.Shelley)