Per Tolkien (per me) ha fallito in quello che ritengo il compito primario di ogni scrittore SHOW DON'T TELL
La penso anche io così. Non capisco molto di epica, ma se considero SdA come un romanzo fantasy, di difetti ne trovo tanti. Lo stile è quello che è, la lotta bene/male è abbastanza schematica. Molto più che in altre opere pure precedenti e pure appartenenti all'epica. L'idea del potere che corrompe, della lotta intima di ciascuno contro il proprio egoismo e brama di potere è quello che ho apprezzato di più leggendo, credo che uno dei personaggi più riusciti sia Gollum, che poi è uno dei pochi personaggi "grigi" della storia.
La sua fortuna, come detto da tanti, è proprio nell'ambientazione, e nell'aver tracciato alcune immagini e ideali che sono stati apprezzati poi nel tempo.
La fortuna di un'opera non è sempre proporzionale alla sua qualità, ci sono un'insieme di fattori che vanno valutati; robe come "I promessi sposi" conosciutissime più per meriti storici che per bellezza dell'opera... Credo che in parte sia così anche per SdA.
C'è solo un modo di sapere chi è il migliore: una battaglia a colpi di rap.
non si sceglie fra mamma e papà
Leggendo Il Silmarillion l'ago della bilancia pende ancora di più dalla parte di Martin. Sarà epico e ricco di riferimenti culturali ma è proprio scritto male, sto facendo una fatica boia ad andare avanti
Non è che sia "scritto male", è che è un poema epico scritto con una prosa quasi arcaica, come ci si aspetterebbe da un poema antico.
Sì, si fa una fatica tremenda, ma penso che se fosse scritto diversamente perderebbe metà del suo fascino.
Io penso che Tolkien sia così lontano stilisticamente da qualunque altro scrittore fantasy che conosciamo da rendere impossibile il confronto con uno come Martin. Sarebbe come confrontare un brano delle Cronache a uno dei Promessi Sposi e lamentarsi che il secondo è meno scorrevole del primo e risulta più pesante e quasi "scritto male' se paragonato all'irresistibile scorrevolezza di Martin. Ma penso che siamo tutti d'accordo nel riconoscere che un meccanismo del genere sia, per quanto naturale, scorretto. Non credo che Tolkien scrivesse per il gusto di incantare il lettore con la propria abilità narrativa quanto per trasmettere la propria filosofia e, forse ancora di più, dare sfogo al suo folle amore per la Storia creando un proprio macrocosmo fin nei minimi dettagli. È per questo che ISDA a me pare quasi un romanzo "accademico" più che d'intrattenimento. Poi per carità, io ho fatto un fatica immane a leggerlo, ma ASOIAF non si può definire un'opera dello stesso spessore.
Ps: con questo non sto assolutamente negando che anche in Martin si trattino temi importanti con implicazioni non da poco e che da ciò traspaia anche la visione che l'autore ha del mondo, ma Tolkien si spinge più in profondità. Poi è ovvio, è solo la mia opinione
Il 25/4/2018 at 20:11, Euron Gioiagrigia dice:Leggendo Il Silmarillion l'ago della bilancia pende ancora di più dalla parte di Martin. Sarà epico e ricco di riferimenti culturali ma è proprio scritto male, sto facendo una fatica boia ad andare avanti
Aveva ragione Menevyn: ora che lo sto rileggendo da capo con calma (sto al capitolo 14), devo dire che è un'opera ricca di fascino, anzi direi monumentale. Dico il contrario di quanto detto da me due anni fa: l'asticella si è mossa pesantemente verso Tolkien.
Quindi Gioiagrigia dobbiamo ringraziare te e il tuo cambiamento di prospettive se in questo periodo un asteroide sta puntando verso la Terra?
Comunque va preso come un corpus di leggende e miti alla maniera antica, che poi è sempre stato l'obiettivo di Tolkien: creare un corpus mitico per l'UK. E mi dispiace che tu non possa apprezzare il lavoro sul comparto di linguistica (cioè tutta la creazione delle lingue elfiche o il lavoro dietro a determinati termini, finanche i cognomi) perchè è davvero monumentale ed una cosa mai vista prima (e neanche dopo direi) per l'accuratezza a livello accademico.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ciao a tutti, concordo che porre la questione in termini di "chi è meglio" non ha senso, non solo perché queste graduatorie non hanno senso in generale (è meglio Tolstoi o Dostojevski? Bach o Beethoven? Londra o Parigi?) ma per un motivo che personalmente ritengo fondamentale: ASOIAF non è finito. Che piaccia o meno un'opera letteraria è giudicabile solo quando è compiuta, perché il destino finale dei personaggi da il senso a tutto ciò che viene prima, ci chiarisce cosa realmente il suo autore ha voluto comunicare. Ora, non solo noi questo di Martin non lo sappiamo, ma manchiamo praticamente di un terzo dell'opera. Questo secondo me rende ASOIAF difficilmente valutabile, nel bene e nel male. Sul piano stilistico potrei dire che per quanto mi riguarda preferisco di parecchio Martin: non amo lo stile di Tolkien, lo trovo piatto, didascalico e nel complesso noioso. È chiaro che nella storia della letteratura ha un'importanza che Martin non ha, e forse non avrà mai. Ma se Martin riuscisse a finire degnamente ASOIAF sono convinta che in prospettiva se la giocherebbe. Ora come ora però sono parole al vento, purtroppo.
È interessante comunque notare che al momento il sondaggio è in perfetta parità.
Offro 50 euro a chi mi mette un voto su Tolkien perché così non si può vedere
Comunque è vero che senza la fine non si può giudicare perché non si capisce cosa ha voluto dire l'autore con la sua opera (e ci sarà chi dice che non tutti vogliono comunicare qualcosa ma è inevitabile). Ma già da quello che si può leggere si capisce che appunto c'è molta confusione in meritiamo scopo o messaggio che si vuole mandare (tirati in ballo continuamente tanti elementi e continue giravolte e stravolgimenti) e sicuramente non la stessa profondità quasi "accademica" come ha detto bene Corvina.
Ovviamente rimanendo incompleta la saga perderebbe ulteriormente punti.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Secondo me il fatto che le Cronache siano ancora incomplete (per quanto ancora, non lo si sa) non è un'elemento così decisivo nel confronto. E' ovvio, un'opera completa la si può apprezzare sotto molti più punti di vista e permette un giudizio più omogeneo, ma allo stato attuale le Cronache ci offrono abbastanza spunti su Martin da consentire un confronto con il Professor Tolkien sulla poetica delle loro opere, il loro talento di narratori, la proprietà del linguaggio, la loro fantasia eccetera. E per quanto io reputi Martin un bravissimo scrittore, non è ancora riuscito a raggiungere il livello di Tolkien.
14 hours fa, Phoenix dice:
Prego
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
17 hours fa, Lyra Stark dice:Offro 50 euro a chi mi mette un voto su Tolkien perché così non si può vedere
Comunque è vero che senza la fine non si può giudicare perché non si capisce cosa ha voluto dire l'autore con la sua opera (e ci sarà chi dice che non tutti vogliono comunicare qualcosa ma è inevitabile). Ma già da quello che si può leggere si capisce che appunto c'è molta confusione in meritiamo scopo o messaggio che si vuole mandare (tirati in ballo continuamente tanti elementi e continue giravolte e stravolgimenti) e sicuramente non la stessa profondità quasi "accademica" come ha detto bene Corvina.
Ovviamente rimanendo incompleta la saga perderebbe ulteriormente punti.
Concordo, ma credo che questo dipenda in larga parte dal fatto che non sappiamo cosa succede dopo, e quindi la pletora di "elementi, giravolte e stravolgimenti" ci sembra vuota di significato. Valuteremmo allo stesso modo i Miserabili se Jean Valjean e Cosette fossero ancora nascosti in convento? Anna Karenina se non sapessimo cosa succede e ci fossimo fatti una fanfiction in cui Vronskij è un marito e padre devoto e Karenin finisce sotto un tram?