2 ore fa, Metamorfo ha scritto:Non capisco perchè abbiate questa fissazione riguardo "l'essere ricordato" per la saga.
Probabilmente a Martin non interessa (che quando uno è morto...è morto e non conta quello che pensa la gente) e pensa a godersi gli ultimi anni di vita, non ad arrovellarsi su cosa penseranno della sua opera quando lui non esisterà più. E da questo punto di vista, fa pure bene.
A Martin può non fregargliene nulla, ma per un lettore di libri e appassionato di fantasy come me e penso molti altri forumisti la questione riveste un certo interesse, certo non così elevato ma rimane comune una curiosità accademica se vogliamo. Credo non ci sia nulla di male a chiedersi, anche solo oziosamente, come sarà ricordato Martin nei prossimi decenni, perché certi altri paragoni con mostri sacri della letteratura fantasy e non vengono spontanei, soprattutto quando Martin stesso si è più volte paragonato a Tolkien.
40 minuti fa, Ser Balon Swann ha scritto:qual è l'ostacolo all'uso di ghost writer? L'atteggiamento geloso "nessuno tocca i miei personaggi, NESSUNO" tradisce un interesse abbastanza marcato alla sua legacy
Ottimo punto. Che Martin abbia una certa considerazione di sè e di ASOIAF è fuori di dubbio. Ma questo sano orgolgio per il suo lavoro si è sfasciato contro un'ostacolo che forse neanche Martin aveva previsto: che della sua opera magna si è stufato - o non vuole saperne di concluderla perchè è troppo bello continuare a nascondere indizi ed enigmi qua e là e a giocare con l'araldica, la storia e la politica di Westeros.
E, benchè sia, o si veda come, un "Maestro" osannato da un mucchio di gente (che mi dà l'impressione di non aver letto molto altro in vita propria oltre ad ASOIAF ) deve comunque sottostare a certi impegni presi (e legalmente vincolanti, ritengo), deve continuare la commedia de "ci sto ancora lavorabdo su".
Si può parlare di tutto, si può parlare anche della fama post mortem di Martin.
Dico che è inutile immaginare che a lui debba importare così tanto, e mi stupisco di chi si stupisce che lui se ne freghi, o meglio, abbia come priorità i “godimenti” finchè è in vita.
Voi, a 73 anni, passereste diciamo i prossimi 7 davanti al pc, da solo, a sforzarvi per finire una storia su cui lavorate da 30 anni, cui tanti colpi di scena sono stati già spoilerati dalla serie tv, abbandonando gli altri progetti…oppure vi divertireste a creare idee per nuove e vecchie storie (senza la fatica di doverle scrivere), a parlarne con sceneggiatori, produttori, a scambiare idee, inventare modi per trasporli in tv (oppure dialogare con altri scrittori, per trovare modi di portare in tv i loro di romanzi), divertirvi a leggere e editare altre saghe fantastiche, giocare con un vostro cinema personale, e a fare le altre mille cose che gli piace fare (oltre alla lettura, altri hobby, spendere tempo con la moglie, ecc.)?
Lui, da creativo, ha sempre voluto fare altro oltre a scrivere ASOIAF: prima ha scritto altre cose ambientate in quel mondo poi, appena ha potuto, si è buttato sui progetti televisivi ed editoriali.
Questo non per giustificarlo*, ma per dire che ormai è andata, gli errori che ha commesso lo hanno portato ad un punto in cui è estremamente comprensibile che viva e lavori come fa, e a noi non resta che lasciare andare l’illusione che la storia avrà una compiutezza (anche se giustamente non fa per niente piacere).
*che di errori ne ha fatti tantissimi: la lentezza ingiustificata di quando era più giovane e non aveva nemmeno la scusa di altri progetti; l’estremo perfezionismo (alla fine pure quello ingiustificato, secondo me); i tanti scritti accessori alla saga principale (che è quello che ai lettori è sempre interessato di più, ma evidentemente non a lui); la vendita dei diritti a HBO e poi il cazzeggio senza finire la saga e creando problemi alla serie e a se stesso; la mancanza di consistenza e di pianificazione, non soltanto nella scrittura; i continui cambi di idea (basti ricordare i vari messaggi, tipo quando nel 2016 giurava che avrebbe abbandonato ogni altro progetto finchè non avesse terminato TWOW, che qualche anno dopo disse si sarebbe fatto rinchiudere se non avesse finito entro il 2020), ecc.
Riguardo ai punti di Balon:
1) Come detto, preferisce vivere quegli anni in un ambiente lavorativo più stimolante a livello creativo e sociale, che rinchiuso nella sua cameretta davanti a un pc. E se questo significhi essere Balotelli e non Ronaldo, credo se ne faccia una ragione.
2) Si può essere gelosi della propria opera anche senza essere concentrati sulla legacy. E' venuto a patti con il fatto che la saga principale non la finirà e gli va bene così, quindi non è costretto a farla scrivere ad altri. Ora associa il suo nome a delle serie tv, e opere più brevi (F&B, D&E), e gli va bene.
3) Di questo ho già scritto. E' una questione di priorità. Le consolazioni da letto di morte o postume vengono dopo quelli che vengono giorno dopo giorno.
Infine, visto che c'è ancora chi pensa che vorrebbe scrivere ASOIAF ma non lo fa perchè impelagato, perchè non sa come andare avanti con la trama...No: non la scrive perchè non gli va: è un lavoro troppo faticoso (perchè scrivere è faticoso), palloso (perchè ci lavora da un trentennio), e poco remunerativo (in termini di gratificazione immediata e monetaria) rispetto alle altre cose che può fare.
Intanto è stata annunciata l'uscita a Ottobre di The Rise of the Dragon, Vol. 1, la versione ridotta e illustrata di F&B1 realizzata da Elio & Linda:
https://georgerrmartin.com/notablog/2022/03/17/the-rise-of-the-dragon
Dubito che ci possa essere grande interesse per questa opera, a parte per i completisti e per chi vedrà HOTD a digiuno dei libri, ma tant'è.
2 ore fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:soprattutto quando Martin stesso si è più volte paragonato a Tolkien.
Più che paragonarsi a lui, Martin ha parlato spesso dell'influenza di Tolkien su ASOIAF e delle differenze.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
1 ora fa, Metamorfo ha scritto:Voi, a 73 anni, passereste diciamo i prossimi 7 davanti al pc, da solo, a sforzarvi per finire una storia su cui lavorate da 30 anni, cui tanti colpi di scena sono stati già spoilerati dalla serie tv, abbandonando gli altri progetti…
Io avrei assunto tranquillamente, ma proprio a cuor leggero, al più tardi (e sottolineo al più tardi) nel 2016/2017 - cioè nel momento in cui ero stracarico di soldi, osannato da critica e pubblico ma ho avuto la TERZA e dico TERZA conferma che ogni nuovo libro presenta difficoltà crescenti - un bravo ghost writer (o pure 2 o 3).
Lo avrei istruito a dovere su cosa scrivere e come scriverlo, e gli avrei fatto scrivere i capitoli diciamo "di riempitivo" (ovviamente correggendo e in costante confronto), riservandomi l'onore e il piacere di scrivere di mio pugno, in gelosissima esclusiva, quei 12-15 capitoli gloriosi e decisivi, quelle scene che ho immaginato da anni (es. l'equivalente delle nozze rosse, la morte tywin, il duello clegane-vipera, jon eletto lord comandante, i capitoli della redenzione di theon ecc.) e che rendono la mia opera memorabile. Che rendono l'opera... LA MIA.
Brienne che gira a caso, Areo che fa il piccione guardone, il tredicesimo sclero di Cersei, Jon che conta le pagnotte per l'inverno, Tyrion che ci spiega il bicameralismo perfetto di Norvos, Dany che sogna di scoparsi qualche bel manzone unto... rumore di fondo che può scrivere (o aiutarmi a scrivere facendo il 90% del lavoro palloso e di puro "legarsi alla sedia") qualunque bravo professionista del settore.
3 ore fa, Metamorfo ha scritto:Questo non per giustificarlo*
Insomma, alla fine leggendo quello che hai scritto la tua sembra comunque una giustificazione
3 ore fa, Jacaerys Velaryon ha scritto:Più che paragonarsi a lui, Martin ha parlato spesso dell'influenza di Tolkien su ASOIAF e delle differenze.
Ha fatto pure i paragoni, GRRM Marillion mica l'ho scritto io eh , e il suo problema è che li ha fatti avendo pure da ridire sul lavoro degli altri. Lui...
Comunque ormai ogni commento si spreca. Io a mio tempo ho già dato, e adesso non posso che leggervi sorridendo
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
30 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Ha fatto pure i paragoni, GRRM Marillion mica l'ho scritto io eh , e il suo problema è che li ha fatti avendo pure da ridire sul lavoro degli altri. Lui...
Proprio a quello pensavo. Quando fai paragoni così pesanti ed impegnativi devi anche essere pronto ad essere spernacchiato quando non consegui il risultati prefissati nei tempi giusti.
1 ora fa, Lyra Stark ha scritto:GRRM Marillion
Sarà la terza volta che lo scrivo, ma secondo me era ironico: faccio fatica a ritenere GRRMarillion una cosa detta seriamente. Penso scherzasse sul fatto che Fire & Blood è un testo di approfondimento storico come il Silmarillion*, fatte presenti le grandi differenze tra le due opere.
*nel caso del Silmarillion sarebbe più opportuno parlare di epica
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
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1 ora fa, Jacaerys Velaryon ha scritto:*nel caso del Silmarillion sarebbe più opportuno parlare di epica
Decisamente più opportuno. F&B col Silmarillion non c'entra niente.
Non è l'unico esempio. Martin si è pure permesso di criticare che il finale non era verosimile (qualche ciancia sul modo in cui Aragorn avrebbe potuto riscuotere le tasse) oppure la scelta di far risorgere Gandalf, una semidivinità, lui che nei suoi libri fa risorgere gente quasi da tutte le parti
Queste uscite fanno capire che cognizione di causa ci sia dietro e quindi non mi sorprendo che il GRRMarillion sia una sparata con fondamento e non tanto per scherzare. Oltretutto da uno che si chiama come si chiama sempre per ispirarsi.
L'intento mi pare piuttosto evidente. E per carità liberissimo, ognuno poi però è ugualmente liberissimo di trarre le sue conclusioni.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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1 minuto fa, Lyra Stark ha scritto:qualche ciancia sul modo in cui Aragorn avrebbe usato per riscuotere le tasse
Me l'ero scordato! Demenziale, sotto certi aspetti...
Fa di nuovo capire quanto abbia colto il senso dell'opera.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
E anche dove stia il nocciolo del problema coi ritardi di TWOW - e le irritanti perdite di tempo con F&B...
Le due critiche a Tolkien relative ad Aragorn e a Gandalf non sono robe campate per aria, o "demenziali", ma sono coerenti con lo stile decostruttivo di Martin: da un lato c'è la demitizzazione del concetto di re sommamente giusto, che in F&B si traduce nella storia di Jaehaerys I (sovrano retto, ma anche astuto e violento all'occorrenza, maschilista, dalla vita familiare complicata e i cui pochi errori hanno posto le basi per una guerra terribile), dall'altro la trasformazione della resurrezione in un evento che, anziché comportare un upgrade del personaggio coinvolto (da Gandalf il Grigio a il Bianco) risulta essere gravemente traumatico se non peggiorativo (Beric, Stoneheart, Jon?)
In quelle critiche c'è parte della poetica martiniana. E comunque, non penso che Tolkien debba essere ritenuto una divinità intoccabile. Io, per esempio, non sono mai riuscito ad apprezzarlo particolarmente, pur riconoscendo la sua immensa importanza nel fantasy. Avrà Martin, che peraltro è un grande estimatore di Tolkien, il diritto di fare qualche considerazione critica, o no? Non credo che Martin sia il primo che passa per strada, anche se così lo si vuole dipingere...
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
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Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
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In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
11 ore fa, Jacaerys Velaryon ha scritto:In quelle critiche c'è parte della poetica martiniana. E comunque, non penso che Tolkien debba essere ritenuto una divinità intoccabile. Io, per esempio, non sono mai riuscito ad apprezzarlo particolarmente, pur riconoscendo la sua immensa importanza nel fantasy. Avrà Martin, che peraltro è un grande estimatore di Tolkien, il diritto di fare qualche considerazione critica, o no? Non credo che Martin sia il primo che passa per strada, anche se così lo si vuole dipingere...
Anche io sono consapevole dei limiti di LOTR e di sicuro non si tratta di un'opera che va accettata acriticamente. Il problema è che Martin per criticare dei capisaldi fantasy del passato dovrebbe per prima cosa aver finito la sua opera, in modo che il lettore possa dedurne il senso e magari, perché no, anche arrivare alla conclusione che nel complesso ASOIAF potrebbe essere più interessante di LOTR o quantomeno allo stesso livello del lavoro di Tolkien. Invece dai suoi post pare che si occupi di tutto tranne che di concludere ASOIAF, attività che invece dovrebbe occupare il grosso della sua giornata lavorativa, per cui questo suo atteggiamento un po' supponente risulta, almeno a mio avviso, fastidioso ed ipocrita e rende la situazione ancora più ridicola.
Quanto alla faccenda del GRRMarillion, secondo me George non era ironico ma ci credeva veramente perché tutto si può dire di Martin ma non che abbia una bassa opinione di sé stesso, e forse si è anche fatto suggestionare dai critici letterari americani che l'hanno paragonato a Tolkien.