Non lo so... E' da tanto che non si sente. Mi spiace!
Cmq il nuovo libro tradotto in italiano di Tolkien dovrebbe uscire il 17 Settembre edito dalla Bompiani!
speriamo bene purtroppo la cosa orribile della bompiani sono le copertine...
Ma quelle dell'edizioni rivedute non mi sembravano male, anzi...
Il Nain-Chin-Hurin è molto buono...
Ayia Gilgalad Erenion,elen sila lumen omentielvo!
Anche io sono un fanatico Tolkieniano,ma purtroppo non avendo un ottimale padronanza con l'inglese ho letto solo i volumi editi in italiano e qualche traduzione arrangiata dalla History.
Mi potresti cortesemente parlare della Seconda Profezia di Mandos,inerente alla Dagor Dagorath?
Conosco i fatti principali,ma speravo che tu potessi raccontarmi qualcosa di più...
Anar caluva tyelianna!
chi, io? ....mi documento bene e te la spiego...appena mi libero di un paio di esami XD
posto qui sotto un articolo di Marca Gorra.....
Premessa: arrivare in fondo a La leggenda di Sigurd e Gudrún, agile prosimetro di fresca pubblicazione a firma John Ronald Reuel Tolkien, è impresa per pochi. De La trasmissione del pensiero e la numerazione degli elfi si annoterà solo che, una volta procuratosi il volume, era pressoché impossibile leggerlo se non davanti al computer, onde poter tenere costantemente sott’occhio almeno una sintassi Quenya. Quanto allo stare dietro alle varie genealogie di racconti perduti, incompleti, ritrovati, dimenticati, postumi, ritagliati, rievocati e resuscitati nulla si dirà, essendo semplicemente impossibile per chiunque capire qualcosa nella galassia di riedizioni accatastatesi nei decenni.
Detto questo, che l’infaticabile Christopher Tolkien - Ilùvatar lo abbia in gloria - continui a sfornare a uso ciclostile roba di paterna attribuzione è da ritenersi poco meno che una benedizione. Perché se è vero che la nicchia di mercato in questione è composta da gente psichicamente dissestata che scambia il feticismo per erudizione e che, ci fosse scritto sopra Tolkien, comprerebbe anche le liste della spesa del Maestro, però è anche vera un’altra cosa. Ovvero che la nicchia - lodevole esempio di platea di consumatori in grado di rinnovare la domanda indipendentemente dall’esistenza di un’offerta - altro dalla vita non chiede. Il tolkieniano medio (che il più delle volte, farci caso, ascolta musica rock, ossia è uno che trova normale ricomprarsi un disco in edizione giapponese perché lì c’è una bonus track con il testo diverso) non ne ha mai abbastanza. Il tolkieniano medio è uno che, in mancanza d’altro, si rilegge per la tredicesima volta il Silmarillion, così ripassa pure la sequenza dei re di Nùmenor (viene prima Tar Minastir o Tar Telperien?) per farci all’occorrenza bella figura con gli amici, abbrutiti peggio di lui.
Sì, quello di Tolkien è un lettore tendenzialmente fanatico, capace persino di farsi una ragione se la traduzione è sciatta e di non perdere il sonno pensando che probabilmente Lui di pubblicare quella roba non aveva la minima intenzione. Compra, legge e gode. Generalmente gode prima di avere letto, sulla fiducia. Il lettore di Tolkien in testa ha una specie di verme solitario, che più mangia e più ha fame. Non è un caso che, della produzione recente, il libro che ha avuto maggiore successo tra gli affezionati sia stato I figli di Húrin, ossia la versione extended della storia di un personaggio universalmente idolatrato: monumento di sublime autoreferenzialità, il massimo picco risultando nel vedere dove ha tenuto le frasi uguali e dove invece ha cambiato gli avverbi. Logico poi che il famoso sistema, trovandosi tra le mani soggetti così, voglia spremerli come limoni propinando loro la qualunque, che tanto se la comprano.
Atteggiamento - e anche per motivi tutt’altro che abietti - esecrabile. E ci sta che chi di potere si adombri per la cialtroneria dell’operazione invocando un minimo di rigore filologico, checcacchio. Qui tuttavia si vuole muovere una sola, rispettosa supplica. Intanto che vi scannate sulle traduzioni, lasciate che esca ogni bozza, ogni incompiuto, ogni lacerto, ogni fondo di cassetto. Ci piacerà, statene certi. Di modo che, mentre si discute, almeno avremo da leggere.
Già stiamo col metadone. Anche quello volete toglierci?
commenti?
Bwahaha! Geniale! ">">">commenti?
Detto questo, che l’infaticabile Christopher Tolkien - Ilùvatar lo abbia in gloria. [...] Ovvero che la nicchia - lodevole esempio di platea di consumatori in grado di rinnovare la domanda indipendentemente dall’esistenza di un’offerta [...] Il tolkieniano medio è uno che, in mancanza d’altro, si rilegge per la tredicesima volta il Silmarillion, così ripassa pure la sequenza dei re di Nùmenor (viene prima Tar Minastir o Tar Telperien?) [...]
Se non si prende sul serio é veramente spassoso! Specialmente nella mia situazione (sto costringendomi a leggere l'appendice del SDA, e non so nemmeno perchè lo faccio.) ">
Io il Silmarillion l'ho letto una volta e m'è bastato " />
divertiti con le appendici! " />
L'articolo è divertente e fondamentalmente ha ragione, ma in definitiva scopre l'acqua bagnata..
Che certe cose se Tolkien non le pubblicava c'era il motivo si sapeva, onestamente.. " />
Che il figlio ci dia da mangiare per lui e per otto generazioni tolkeniane future, non mi da neanche tanto fastidio.. onestamente se c'è tutta questa "domanda" sarebbe un pirla a non farlo.. poi il discorso giusto/sbagliato è diverso, ma non capisco tutto questo fastidio, uno mica ti spara se non leggi certi "libri"..
Che ci sono i fanatici tolkeniani non mi stupisco, ci sono i fanatici di ogni cosa, siamo 6 miliardi in crescita costante eh.. comunque hanno più motivo loro di essere fanatici di molte altre categorie.. anche solo a livello letterario (naturalmente imho ^^) " />
L'unico discorso veramente serio è quello "strategico", cioè se si punta costantemente su certe cose palesemente di livello basso (o comunque illeggibili come in questo caso) il fantasy che piace a me vivrà sempre di due massimo tre autori veramente bravi, mentre il resto sguazzerà nella mediocrità.
Ma per fare un discorso del genere non serve il sarcasmo, e neanche l'indignazione. Serve far conoscere al grande pubblico quello che si reputa il meglio, per poter far cadere nel dimenticatoio il resto..
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
È un articolo divertente, ma mi infastidisce un po' pensando a quelli che potrebbero anche prenderlo sul serio. Insomma, potrebbe peggiorare ingiustamente un'opinione pubblica nel confronto del lettore di fantasy, e lo sappiamo noi se ci sia bisogno di peggiorarla.
M'è piaciuto l'accenno alla musica rock " /> magari intendeva riferirsi al metal... beh anche questo in fondo è un brutto modo di generalizzare e ridurre tutti a uno stereotipo.
(Sì, sono un lettore di Tolkien, conosc(ev)o a menadito le appendici e ascolto metal, ma non ho nessuna intenzione di comprare Sigurd e Quellalà e non mi compro un disco da anni... come mi vuoi classificare?)
A me invece l'articolo ha irritato non poco,perchè il tono umoristico che ci avete trovato voi io proprio non ce lo vedo;ci vedo,invece,un bel pò di snobismo intellettual(oid)e,condito da una certa superficialità di giudizio.
Se poi volete dire che è divertente proprio pre gli infondati sterotipi a cui si aggrappa, o per il pressapochismo del ragionamento....beh...non posso che essere d'accorod con voi.... " />" />" />
C'è anche da dire che libri come La Trasmissione del Pensiero e la Numerazione degli Elfi non sono esattamente narrativa; puntano invece ad approfondire la creazione di Tolkien.
Ovvio che, se lo prendi come un testo stile libro normale, ne uscirai deluso; così come se non ti interessa minimamente l'argomento.
Se poi è convinto di quello che dice, contento per lui; di generalizzazioni è pieno il mondo, una simile non cambia molto le cose.
Ho letto l'articolo e IMHO l'ho trovato un po' livoroso, forse frutto di una digestione non ben riuscita.
La figura del "tolkieniano medio" l'ho poi trovata piuttosto infelice, ingenerosa ma soprattutto inutile, perchè non aggiunge nulla alle idee illustrate nell'articolo.
Mi sembra che l'articolo nasconda un certo snobismo ed una certa aria di superiorità sotto la patina dell'umorismo: quell'accenno al "lettore medio di Tolkien" che "si legge e rilegge tutto per la tredicesima volta" (ci sono arrivato? fatemi rifare i conti... " /> ) mi ricorda tanto i profesori universitari che sanno tutto di una presunta letteratura, criticano tutto il resto, e poi si fanno prendere in castagna perché del "resto" in realtà sanno poco o nulla.
Posso condividere che con buona parte degli aderenti alla STI è pressoché impossibile parlare d'altro che non sia Tolkien, e che molti di loro siano convinti che solo Tolkien sia fantasy meritoria (è uno dei motivi per cui me ne sono staccato), non però che siano tutti dei fanatici descritti in quel modo.
Personalmente ho letto e riletto quasi tutti i libri di Tolkien (e pure in inglese), ma per il piacere che mi danno, appendici comprese. Non sono mai diventato scemo a farmi gli schemi delle famiglie di Nùmenor o a cercare di imparare l'elfico. Non ho criticato Christopher Tolkien per tutto il lavoro compiuto sulle opere del padre, anzi gli faccio tanto di cappello. Sigurdh e Gudhrun è nella mia lista delle prossime acquisizioni, ma non per la firma di Tolkien, che è comunque una garanzia in più: l'Edda di Snorri ed i testi sui miti vichinghi di Gianna Chiesa Isnardi sono entrati neklla mia biblioteca da anni e per conto proprio.
Che poi gli autori di certi articoli tendano a generalizzare tutto senza informarsi davvero...beh, non è una novità.