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J. R. R. TOLKIEN
G di GIL GALAD
creato il 17 maggio 2003


Lord Beric
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Lord Beric
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Guardiani della Notte

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Inviato il 17 giugno 2004 15:03

http://www.hinaworld.it/labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/sbav.gif <img alt=" /><img alt=" /><img alt=" /> ^_^ <img alt=" />

 

Ma cosa rappresenta esattamente? Taniquetil, Tirion e Alqualonde???


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Dany Snow R.
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Dany Snow R.
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Inviato il 17 giugno 2004 15:56

non mi piace, me l'immaginavo diversa Aman.


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Lewyn Martell
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Lewyn Martell
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Inviato il 28 giugno 2004 11:10

O sommo e potente GIL GALAD: ho due domande che mi assillano:

- il racconto della caduta di Gondolin lo trovo in "racconti perduti"?

- cosa puoi dirmi sull'incontra tra Melkor e Ungoliante?


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GIL GALAD
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GIL GALAD
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Inviato il 28 giugno 2004 19:35 Autore

Si la Caduta di Gondolin in versione lunga la trovi nei Racconti Perduti. Quanto all'incontro tra Melkor e Ungolinate ti posso postare un testo tradotto tratto dal Later Quenta Silmarillion (Volume X Morgoth's Ring).

 

L'OSCURAMENTO DI VALINOR

 

 

$55 Accadde che i Valar erano seduti innanzi ai cancelli

di Valmar, temendo l’avanzata delle ombre, quando giunsero

i messaggeri di Finwe. Subito Orome e Tulkas

balzarono in piedi, ma proprio mentre stavano partendo, altri messaggeri

giunsero con notizie da Eldanor. Melkor era fuggito attraverso il

Kalakiryan, gli Elfi lo avevano veduto dalla collina di Tuna

passare come una nube di tempesta. “Dunque”, dissero, “egli si è rivolto

a nord, e i nostri congiunti ad Alqualonde riferiscono che la sua

Ombra è passata oltre il loro porto diretta verso Araman”.

In questo modo Melkor fuggì da Valinor, e per un certo periodo

i Due Alberi scintillarono di nuovo senza oscuramento, e la terra fu riempita

di luce; eppure, come una nube lontana che si profila alta, portata

lentamente da un vento gelido, ora un dubbio inquinava la gioia degli abitanti

di Aman, che temevano di non conoscere quale male ne sarebbe potuto giungere.

$55a) Quando Manwe udì la strada che Melkor aveva preso,

gli sembrò chiaro che egli volesse rifugiarsi nelle sue antiche

roccaforti nel nord della Terra di Mezzo, poiché questo era davvero

il percorsi più probabile. Sebbene avessero poca speranza,

Orome e Tulkas, insieme a molti del loro popolo, partirono rapidamente

verso nord, cercando di raggiungerlo; ma non

trovarono tracce o notizie di lui oltre le rive

dei Teleri, e nelle lande disabitate che confinavano con i Ghiacci

non ricevettero notizie nemmeno dagli uccelli. Per questo

ritornarono, ma raddoppiarono la guardia lungo tutto

il confine settentrionale di Aman.

$55b) E questo in effetti Melkor si era aspettato; ma egli aveva

altre cose da fare prima di ritornare nella Terra di Mezzo, e prima

che l’inseguimento cominciasse, prima persino che i messaggeri giungessero a Valmar,

egli si era voltato indietro e con gran segretezza si era diretto a Sud.

 

Perché Melkor era sempre uno dei Valar, e poteva sempre

(anche se con gran dolore) mutare la sua forma, o andare in giro spogliato,

come i suoi fratelli; anche se quel potere lo avrebbe presto perduto per sempre.

$55c) In questo modo egli giunse non visto infine alla regione che un tempo

era chiamata Avathar,* alle pendici orientali dei Pelori;

era diventata questa una terra stretta, consumata dal mare, e

a lungo dimenticata. Lì le ombre erano le più scure e fitte del mondo

Ad Avathar, nascosta e sconosciuta a tutti fuori che a Melkor,

dimorava Ungoliante, ed essa aveva preso la forma di un ragno,

e tesseva reti oscure. Non si conosce da dove lei fosse venuta,

ma tra gli Eldar si dice che in una età passata essa fosse

discesa dalle tenebre che circondano Arda, quando Melkor

guardò per la prima volta con invidia il regno di Manwe.

Ma essa aveva rinnegato il proprio Padrone, desiderando essere

padrona della propria bramosia, tenendo tutte le cose per saziare

il vuoto in lei. A Sud era fuggita, sfuggendo agli attacchi

Dei Valar e ai cacciatori di Orome, poiché la loro vigilanza

era stata sempre rivolta a nord, mentre il sud era da lungo tempo

negletto. Da lì aveva strisciato verso la luce del Reame Beato,

poiché aveva brama della luce e la odiava allo stesso tempo.

$55d) Viveva in una forra tessendo le sue nere reti

nei crepacci dei monti. Inghiottiva la luce la tesseva

in scure reti tenebra. Ma ora era ridotta alla fame e in preda

al tormento; poiché ogni cosa vivente la sfuggiva

e le sue stesse reti precludevano ogni luce alla sua dimora,

sia dalle brecce delle mura di Aman, che dal cielo sopra di lei.

Eppure non aveva più né la forza né la volontà di partire da

quel luogo.

$56 Poi Melkor la cercò, e assunse nuovamente la forma

che aveva indossato come tiranno di Utumno: un Oscuro Signore,

alto e terribile. In quella forma poi rimase per sempre.

E quando Ungoliante lo vide arrivare ebbe paura, conoscendo il suo odio

per quelli che tentavano di sfuggirgli. Essa si ritirò

nel profondo della sua tana, tentando di nascondersi in nuove ombre;

ma l’oscurità che riuscì a tessere essendo così affamata non le servì da difesa

agli occhi di Melkor, Signore di Utumno e Angband.

$56a) “Vieni fuori!” disse egli. “Tre volte sciocca: prima per avermi lasciato,

poi per aver languito qui, quando un banchetto inaudito è a portata di mano, e infine per

sfuggirmi, il Datore dei Doni, la tua sola speranza! Vieni avanti e guarda!

Ti ho portato un anticipo promessa di grandi beni!”

 

(* [nota al testo] Le ombre (in antico Quenya).)

 

Ma Ungoliante non rispose, e si ritirò ancora più

nella tana. Allora Melkor si adirò, perché aveva fretta,

E aveva calcolato con precisione i suoi tempi. “Vieni fuori!”, gridò.

”Ho bisogno di te, e non sarò deluso. Se non mi servirai

Ti seppellirò qui sotto la nera roccia finché perirai!”

Poi improvvisamente sollevò tra le mani due gemme scintillanti.

Erano verdi, e in quel posto senza luce riflettevano la luce maligna dei suoi occhi,

come se qualche bestia affamate fosse venuta lì a cacciare. Così il grande Ladro

tese la sua trappola per il ladro minore.

$56b) Lentamente Ungoliante si fece avanti; ma mentre lei si avvicinava

Melkor tirava indietro la sua esca. “No, no”, disse lui. “Non ti porto

questi tesori elfici per amore o per pietà; devono servire a rinforzarti

qualora tu decida di obbedirmi".

"Quali sono i tuoi comandi, padrone?” disse lei, e i suoi occhi scintillarono vedendo le gemme.

$56c) E là nelle scure ombre, nascosti persino alla vista di

Manwe nelle sue aule altissime, Melkor e Ungoliante complottarono la sua vendetta.

Ma quando Ungoliante comprese il suo proposito, fu divisa tra

un grande desiderio e una grande paura. Non osava

sfidare i pericoli di Aman, o il potere dei Grandi Signori, senza

una grande ricompensa; temeva infatti gli occhi di Manwe e di Varda

maggiormente che l’ira di Melkor. Per questo Melkor le disse:

”Fa’ come ti dico, e se quando ci rincontreremo avrai ancora fame

allora giuro, ti darò qualunque cosa nella tua fame tu brami.

Sì, con entrambe le mani!” Fece questo voto a cuor leggero (come sempre faceva)

senza pensare a come lo avrebbe mantenuto, e rise nel suo cuore;

perché se lei avesse raggiunto il suo scopo, non pensava che avrebbe

avuto bisogno di ripagarla, né lei né alcun altro in Arda, grande o piccolo.

$56d) “Vieni, dunque!”, disse. “Ecco l’anticipo!” E le consegnò

le gemme, non solo quelle due, ma molte altre che aveva rubato a Valinor.

Poi rapidamente Ungoliante cominciò a crescere e a riacquistare le forze.

Tessé attorno a sè un manto di tenebra:

una tenebra che divorava la luce, in cui le cose sembravano scomparire, e che lo sguardo

non poteva penetrare poiché era vuoto. Poi lentamente tessè le sue tele;

filo dopo filo, da roccia a roccia, da pinnacolo a pinnacolo, sempre più in alto,

strisciando e arrampicandosi, finché alla fine non raggiunse la cima del monte Hyarmentir,

la più alta montagna in quella regione del mondo, a sud del grande Taniquetil.

Qui i Valar non erano vigilanti;

infatti a ovest dei Pelori si stendeva una terra desolata nel crepuscolo,

fino al nord, dove si giungeva alle alte barriere delle

foreste di Orome; e ad est vi erano le montagne e la

dimenticata Avathar, solitaria sulle scure acque del mare

senza sentieri.

 

$57 Ma ora sulla cima del monte la nera Ungoliante giaceva.

Per un po’ rimase a riposare, e vide con gli occhi stanchi

lo scintillio delle stelle nella volta di Varda e la radianza

di Valmar in lontananza. Lentamente i suoi occhi si risvegliarono

e la sua fame aumentò, fino a soverchiare la sua paura. Silenziosamente

iniziò a introdursi nel Reame Beato.

$57a) Melkor rimaneva nelle tenebre, tormentandosi

tra il dubbio e la speranza; ma poi si alzò in piedi,

ponderando le sue scelte, per quanto glielo consentisse la sua fretta.

Si volse e scese verso la riva. Poi maledisse il Mare, dicendo:

”Fango di Ulmo”! Io ti conquisterò, ti ridurrò a una melma

maleodorante. Sì, presto Ulmo e Osse appassiranno

e Uinen striscerà come un verme ai miei piedi!”

Poi lasciò Avathar e se ne andò a compiere il suo volere.

$58 [vedi AAm $$109 - 10] Ora era tempo di festeggiamenti, come

Melkor ben sapeva. Ad Aman le stagioni e i climi dipendevano dal volere

Dei Valar, e non esisteva l’inverno crudele; ma tuttavia

ai Valar piaceva vestirsi nelle forme dei Figli di Iluvatar,* per poter mangiare

E bere, e raccogliere i frutti di Yavanna, e condividere la bellezza

della terra che avevano creato sotto la guida di Eru.

Perciò Yavanna fissò il tempo della fioritura e della maturazione

a Valinor: la semina, la crescita, il raccolta. E dopo la venuta dei

Primi nati, gli Eldar, facevano feste in cui tutti gli abitanti di Aman

si radunavano con gioia. La maggiore di queste era al primo raccolto, e si teneva

su Taniquetil; perché Manwe aveva decretato

che in quel tempo tutti dovessero unirsi alla lode di Eru Iluvatar,

e i popoli di Valinor, i Valar, i Maiar, e gli Eldar, riversavano la loro

gioia nella musica e nei canti.

$58a) Era dunque questo il giorno, e Manwe

aveva preparato un banchetto più grande di tutti quelli mai fatti

Dall’avvento degli Eldar in Aman. Perché nonostante la fuga di Melkor

preannunciasse sventure e dolori, e nessuno poteva sapere quali

ferite avrebbe inferto ad Arda prima di essere sottomesso nuovamente,

in quei giorni Manwe desiderava unire tutti i suoi popoli

nella gioia, guarendo tutto ciò che andava male, e rafforzandoli

con la benedizione di Eru, affinché tenessero sempre nel cuore la speranza di

Arda Intatta.Aveva invitato tutti, ma

in particolar modo i Noldor ; sperava infatti che venisse messo da parte

Il dolore che abitava tra i loro signori, e le menzogne del Nemico

fossero dimenticate. Perciò mandò un messaggero a

Formenos, dicendo: “Feanor figlio di Finwe, vieni e non rifiutare

il mio invito! Tu hai ancora il mio amore e sarai onorato

nella mia sala”.

$58b) [vedi AAm $111] Vennero dunque i Vanyar, e vennero

i Noldor di Tuna, e i Maiar si radunarono insieme,

e i Valar si rivestirono in tutta la loro bellezza e maestà;

cantarono davanti a Manwe e Varda nelle aule di

Taniquetil, danzarono e suonarono sulle verdi pendici della montagna

che guardavano a ovest verso gli Alberi. Quel giorno le strade di Valmar

rimasero vuote, e le scale di Tuna silenti, e tutta la terra dormiva pacifica.

Solo i Teleri oltre le montagne cantavano ancora sulle rive del mare;

Essi infatti calcolavano poco le stagioni, e non si davano pensiero del

Re di Arda, o dell’ombra che era caduta su Valinor;

essi infatti non ne erano ancora stati toccati.

$58c) [vedi AAm $112] Solo una cosa macchiava la felicità di Manwe.

Feanor era venuto, interpretando il messaggio di Manwe come un ordine;

Ma Finwe non voleva venire e rimase a Formenos,

e con lui i figli di Feanor. Così aveva detto Finwe:

“Finchè dura il bando su Feanor, mio figlio, ed egli non potrà andare a Tuna,

io mi riterrò deposto dal titolo di re, e non incontrerò il mio popolo”.

Feanor non giunse vestito a festa: non indossava ornamenti, nè oro,

né argento né gemme; e rifiutò ai Valar e agli Eldar la vista dei Silmaril,

lasciandoli a Formenos, chiusi a chiave in una stanza di ferro.

Ciò nondimeno incontrò Fingolfin davanti al trono di Manwe,

e scambiò con lui parole di riconciliazione. Fingolfin tese la mano e disse:

“Come promesso, così faccio. Ti lascio andare e dimenticherò l’offesa”.

Feanor prese la sua mano in silenzio; ma Fingolfin disse:

”Fratello a mezzo nel sangue, fratello intero nel cuore io voglio esserti.

Tu guiderai e io ti seguirò. Che nessun dolore ci divida!”

”Ti ho udito", disse Feanor. “Così sia!” Ma non conoscevano allora

il vero significato delle loro parole.

$58d) [vedi AAm $113] Si dice che mentre Feanor e

Fingolfin stavano al cospetto di Manwe, avvenne la mescolanza delle luci,

e i due Alberi scintillarono, e la città silente di Valmar

fu riempita di una radianza d’oro e argento. E in quell’ora

Ungoliante venne di fretta sui campi di Valinor.

Fame e sete la spingevano. Non strisciava, ma correva,

come l’ombra di una nube nera sulle flotte dei venti

Sulla terra illuminata dal sole.

Giunse poi sul verde tumulo di Corolaire,

e la sua Oscurità si alzò e giunse fino alle radici degli Alberi.

Poi con il suo nero rostro perforò la loro corteccia, lì ferì in profondità;

e la loro linfa sgorgò, e lei la bevve. Ma quando la linfa smise di scorrere

Essa avvicinò la bocca alle ferite, e succhiò fino a essicarli, e il

veleno della morte che era il lei penetrò nei loro tessuti e li fece appassire,

radici, rami, foglie. Ed essi morirono.

Ma Ungoliante aveva ancora sete; così andò ai Pozzi di Varda e bevve fino

a prosciugarli. E mentre beveva, emetteva neri vapori, e si gonfiò fino

a raggiungere una forma più grande e spaventosa di quanto mai avesse sperato

di raggiungere. Poi, sapendo che il tempo era breve, si allontanò

in fretta, verso nord, verso la ricompensa che Melkor le aveva promesso

e che non intendeva mantenere.

$58e) Fuori egli aveva atteso, fino a che l’oscuramento della Luce

gli aveva rivelato che Ungoliante aveva portato a termine il suo compito.

Poi attraverso il Kalakiryan, ora solo un tetro precipizio tra mura di tenebra,

egli tornò indietro, il Signore di Utumno, una nera sagoma di odio,

a visitare i luoghi della sua umiliazione animato dalla vendetta.

Tutte le terre caddero rapidamente nell’ombra della notte, mentre Melkor stava

dentro l’Anello della Sorte e lo malediceva; poi insozzò il trono di Manwe

e abbatté i seggi dei Valar.

$58f) Si recò dunque al suo secondo obiettivo, che aveva tenuto segreto;

ma Ungoliante lo notò, e cambiando direzione lo raggiunse sulla sua strada.

Nel vederla Melkor provò grande timore, poiché essa era divenuta ancora più mostruosa

e potente e bramosa, ed egli non poteva governarla da solo. Non poteva combatterla, anche

se ne avesse avuto il tempo; e non poteva fuggire. Lei lo avvolse nelle sue tenebre,

e insieme si recarono nell’unico luogo della terra dei Valar che egli le voleva tenere nascosto.

$59 [vedi AAm $114] Fu così che la grande Oscurità cadde su

Valinor. Dei fatti che avvennero in quei tempi molto è detto nel’ Aldude-

nie * che Elemmire dei Vanyar compose, ed è conosciuto a tutti gli Eldar. Ma nessun

canto o racconto può contenere tutto il dolore o il terrore che invasero allora il Reame Beato.

 

(* [nota al testo] il Lamento per i Due Alberi.)

 

La Luce si spense; ma l’Oscurità che seguì fu più che assenza di luce.

In quell’ora gli abitanti di Aman conobbero la Tenebra, che non era mancanza,

ma una creatura con vita propria, prodotta dalla malvagità mediante la Luce,

e aveva il potere di trafiggere l’occhio, penetrare nel cuore e nella mente e soffocare l'animo.

$59a) [vedi AAm $115] Varda guardò già dalla montagna Sacra, e vide

l'Ombra innalzarsi improvvisa in torri di Tenebra. Valmar fu cancellata,

e tutta la terra immersa in un profondo mare notturno. Presto rimase solo Taniquetil,

ultima isola in un mondo annegato. Tutti i canti cessarono. A Valinor ci fu silenzio,

e nessun suono si udiva, se non il lamento dei Teleri, simile al pianto dei gabbiani,

portato dal vento che da lontano fischiava attraverso i passi montani.

Dall’Est soffiava un vento gelido in quelle ore, e le vaste ombre del Mare si abbatterono

Contro le mura della costa.

$59b) [vedi AAm $116] Allora Manwe salì sul suo trono in cima alla montagna,

guardò giù, e i suoi occhi penetrarono la notte, e videro nel buio una tenebra che

non potevano oltrepassare, grande ma lontana, che si muoveva verso nord

con grande veolcità. E i Valar cominciarono il loro inseguimento;

presto la terra tremò sotto gli zoccoli dei cavalli dell’esercito di Orome, e le scintille

che sprigionarono gli zoccoli di Nahar, furono le prime luci che rischiararono Valinor.

Ma quando la truppa dei Valar raggiunse la Nube di Ungoliante

tutti furono accecati e presi da sconforto, e dispersi in tutte le direzioni,

poiché non vedevano dove andavano. Invano Orome

suonò il suo corno: il Valaroma era come intasato e non emise suono.

Tulkas fu preso dentro una nera rete, e rimase impotente a menare colpi vani nell’aria.

Quando la nube fu passata, era troppo tardi. Melkor se ne era andato.

Aveva ottenuto la sua vendetta.


Gil Galad - Stella di radianza





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Lewyn Martell
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Inviato il 29 giugno 2004 11:19

GRAZIE MILLE GIL!!!!

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Lewyn Martell
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Inviato il 04 luglio 2004 15:14

Erenion, figlio di Fingon, Stella di Radianza re dei Noldor della terra di mezzo dopo che Turgon figlio figlio di Fingolfin perì nel sacco di Gondolin, una domanda brevissima: qual'è staro il drago che cadendo ha distrutto i picchi di Thangorodrim? pensavo fosse Glaurung, ma non può essere perchè è stato ucciso da Turambar(Turin) da tutt'altra parte.... ti prego illuminami con il tuo sapere <img alt=" /><img alt=" />


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ALBIONE
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ALBIONE
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Inviato il 06 luglio 2004 12:47

Gil, devo chiederti una cosa via mail...

 

Mi scriveresti qui:

 

black.wizard@libero.it

 

Poi ti dico... Grazie! <img alt=" />


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GIL GALAD
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Inviato il 06 luglio 2004 19:36 Autore

Il Drago in questione è: Ancalagon

«Il Nero» Il più grande dei draghi alati di Morgoth, uscì da Angbad contro i Valar durante la Guerra d'Ira, ma Eärendil volando in cielo con Vingilot lo uccise ed egli cadde sulle montagne di Thangorodrim distruggendole. Viene menzionato anche da Gandalf all'inizio del SDA quando dice che neppure il fuoco di Ancalagon potrebbe distruggere l'anello.


Gil Galad - Stella di radianza





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Dany Snow R.
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Dany Snow R.
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Inviato il 07 luglio 2004 17:00

Non nella versione edita, però, Gil Galad, perché Gandalf dice più o meno "solo il fuoco di un drago potrebbe distruggerlo, ma al giorno d'oggi non ne esistono più di abbastanza potenti"... a braccio eh


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Lewyn Martell
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Lewyn Martell
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Inviato il 08 luglio 2004 13:18

grazie mille gil!!!


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GIL GALAD
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Inviato il 09 luglio 2004 20:02 Autore

Dany nell'edizione vecchia del SDA della Rusconi mi pare che Ancalagon venga citato. Cmq cio' che conta è che nell'edizione originale viene menzionato come ti riporto fedelmente nel pezzo del brano a tal riguardo:

 

Gandalf laughed grimly. ‘You see? Already you too, Frodo, cannot easily let it go, nor will to damage it. And I could not “make” you - except by force, which would break your mind. But as for breaking the Ring, force is useless. Even if you took it and struck it with a heavy sledge-hammer, it would make no dint in it. It cannot be unmade by your hands, or by mine.

‘Your small fire, of course, would not melt even ordinary gold. This Ring has already passed through it unscathed, and even unheated. But there is no smith’s forge in this Shire that could change it at all. Not even the anvils and furnaces of the Dwarves could do that. It has been said that dragon-fire could melt and consume the Rings of Power, but there is not now any dragon left on earth in which the old fire is hot enough; nor was there ever any dragon, not even Ancalagon the Black, who could have harmed the One Ring, the Ruling Ring, for that was made by Sauron himself. There is only one way: to find the Cracks of Doom in the depths of Orodruin, the Fire-mountain, and cast the Ring in there, if you really wish to destroy it, to put it beyond the grasp of the Enemy for ever.’


Gil Galad - Stella di radianza





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Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 12 luglio 2004 18:45

In italiano Ancalagon viene citato allo stesso proposito sia nella Rusconi che nella Bompiani.


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Inviato il 05 agosto 2004 20:15 Autore

Materiali Usati Dai Fabbri Elfici

 

 

 

Adamante: costruito unicamente in Eregion, grazie all’abilità di Celebrimbor. È più duro del diamante e del Laen, ma può essere colorato durante la costruzione come il secondo ed essere sfaccettato come il primo. Somiglia al diamante, ed è trasparente e brillante, ma più luminoso. La gemma incastonato in Nenya è un adamante.

 

Laen: il nome (“Lungo Filo”) si riferisce alla struttura cristallina del materiale, tale struttura gli conferisce una incredibile resistenza. Il Laen diventa sempre più rigido e resistente all’aumentare della temperatura e si ammorbidisce abbassandola considerevolmente. Allo stato grezzo il Laen è nero o color fumo, ma può essere colorato con opportuni trattamenti.

 

Smeraldo: sono le gemme preferite dai Priminati, il loro colore verde è una caratteristica delle gioiellerie elfiche.

 

Opale: questa pietra opaca e dai riflessi iridescenti ha incontrato il favore di alcuni elfi, e viene spesso usata per gli anelli e le impugnature delle armi. L’Opale del Fuoco, il più raro, di color rosso-blu-violetto, è anche il più costoso. Ancor meno comune è il favoloso Opale Nero.

 

Zaffiro: la specie di zaffiro più apprezzata è quella di color azzurro puro (è la pietra di Vilya), ma anche la varietà gialla è apprezzata. Alcuni Fabbri prediligono lo Zaffiro Nero, di color nero-bluastro con sinistre sfumature.

 

Granato viola: è l’unico granato che i Noldor prendano sul serio, di color viola pallido, molto delicato e di bell’aspetto.

 

Rubino: altra gemma predilette (usata per Narya); i Fabbri preferiscono la varietà rosso scura.

 

Diamante: anche se questa gemma è considerata la più preziosa dalle altre civiltà, i Mìrdain ritengono che anche i più puri siano troppo opachi. Anche loro sono però attratti dalle rare varietà colorate, specie da quelle azzurre e violette.

 

Mitrhil: (“Grigio Splendore”) il mithril puro è simile all’argento: bianco, brillante, molto malleabile, ma non si ossida e si lega con altri materiali con risultati eccezionali.

 

Celeb: (“Argento”) è solo un misero surrogato del mithril, ma i Noldor lo apprezzano ugualmente e lo usano per costruire utensili, coppe, piatti ed altri oggetti d’uso comune.

 

Ithilnaur: (“Fuoco di Luna”) è una lega straordinariamente forte di mithril, titanio ed altri metalli, che brilla come il mithril puro, ma è molto più resistente e mantiene benissimo il filo, pur essendo più flessibile. L’ideale per armi ed armature.

 

Ithildin: (“Stella-Luna”) metallo leggero ed argentato, inventato da Celebrimbor, che viene impiegato quasi esclusivamente per le iscrizioni. Durante il giorno appare opaco e privo di lucentezza, tanto che è spesso impossibile distinguerlo dal metallo circostante; sotto la luce della Luna e delle Stelle recupera tutta la sua luminosità argentata: anzi risplende anche più dell’argento, con toni bianchi e delicatamente luminosi.

 

Eog: (“Ferro di Eol”) è un metallo raro, una lega di mithril, durang ed altri materiali arcani. La lega risulta perfino più forte dell’Ardacer nanico e del mitico ithilnaur. Ha anche altre proprietà, come l’essere inibitore per alcuni tipi di incantesimi. I poteri dipendono dal colore, che può essere nero, rosso, bianco, blu o grigio.

 

Galvorn: (“Nero Brillante”) il metallo più raro nella Terra di Mezzo. Malleabile, resistente ai colpi di taglio e di punta. Se viene mescolato con certi elementi può formare le leghe più resistenti che si conoscano. Si narra che sia composto da ferro meteorico: un metallo incredibilmente denso piovuto dal cielo.

 

Mithrarian: (“Abisso dell’Alto Argento”) lega leggendaria costituita di mithril, eog e celebur (“argento infuocato”, uranio). Il materiale risulterebbe in grado di vincere la gravità di Arda e sarebbe refrattario a qualsiasi controincantesimo. Ideata da Annatar, non fu mai prodotta dai Fabbri.

 

Mal: (“Oro”) il supporto dei gioielli dei Fabbri, che conoscono ogni sistema per tagliarlo e modellarlo, mescolato con il Mithglin diventa oro-bianco; altri elementi consentono di rinforzarlo e di impiegarlo in armature e utensili vari. Notevolmente resistente alla corrosione, proprietà che si evidenzia mescolandolo con altri metalli nobili.

 

Mithin: (”Grigio Pallore”, berillio) metallo raro e resistente, anche se leggero. Viene usato soprattutto per gioielli.

 

Mithglin: (“Grigio Brillante”, titanio) raro, apprezzato per la lucentezza, anche se non è paragonabile al mithril.

 

Alcan: (“Stagno”) gli Elfi fanno uso di questo metallo, così come del paer, per rivestire le facciate o i tetti.

 

Ang: (“Ferro”) i Noldor lo usano principalmente per produrre borang

 

Borang: (“Acciaio”) metallo forte e duraturo, adatto a numerosi usi comuni.

 

Evyth: (“Bronzo”) gli Elfi amano questa lega con la quale rivestono colonne, porte e soffitti e che usano per realizzare statue. Tra i metalli comuni è il loro preferito.

 

Glanin: (“Bianco Lucente”, alluminio) malleabile, molto leggero e immune alla corrosione. Usato come materiale da costruzione.

 

Paer: (“Rame”) apprezzato come copertura di tetti e per condutture d’acqua.

 

Tasarang: (“Ferro-salice”) leggerissimo e flessibile, ma molto resistente. Usato per la fabbricazione di potenti archi.


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Inviato il 07 agosto 2004 10:54

Gil, mi sai dare qualche informazioni su coloro che governano l'Harad? Per esempio, un certo Saludan, è mai esistito??? <img alt=" /><img alt=" />


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Inviato il 07 agosto 2004 17:34 Autore

Mai sentito o letto di questo Saludan. Bo'??? Tutto cio' che so sugli Haradrim lo già scritto nel saggio sugli Uomini Oscuri che puoi trovare in qualche pagina indietro del Topic.


Gil Galad - Stella di radianza





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