Ho votato l'ombra di Melisandre che uccide Renly...
Ma anche tutto quello che riguarda le vicende "magiche" di Dondarrion mi ha infastidita un po'...specialmente la resurrezione di Catelyn...Ma se Martin l'ha inserita avrà una sua funzione nella storia e non sarà fine a se stessa spero, o della serie "è tornata solo per vendicarsi". E, detto per inciso, credo che alla fine Catelyn non resterà così, ma "morirà" di nuovo o qualcosa di simile.
Per quanto riguarda la lunghezza delle stagioni...Bè, quella non è propriamente "magia", no? Secondo me si tratta di vedere il mondo di Martin come un mondo parallelo/pianeta in un diverso sistema solare in cui le stagioni durano anni invece che mesi e il tempo è scandito diversamente... " />
Invece per quanto riguarda le vicende che avvengono oltre il Mare Stretto (come i Draghi) e soprattutto sulla Barriera e al Nord (Estranei, Portale, Corno di Joramun), quelle le tollero perfettamente, perché quelle terre sono più "impregnate" di magia.
Chiaramente, ASoIaF è un romanzo fantasy, quindi, come in tutti i romanzi fantasy, è lecito aspettarsi che ci sia della magia; ma Martin ha sempre fatto un uso limitato della magia...quindi, nell'ottica di questo romanzo fantasy in particolare, accetto la magia più nei luoghi che Martin ha fatto apparire più antichi, più magici (come la Barriera, appunto, dal primo libro circondata da un'aura magica più forte che non, ad esempio, Approdo del Re) rispetto a quelli più vicini alla "storia" e alla "realtà", come Westeros.
Il "filo motivazionale" c'e', ci deve essere, ma non deve necessariamente essere nei fatti narrati in se' - ed e' questo che King intende. Lo scopo di quel racconto di King non e' quello di esaminare il fenomeno del dito che spunta dal buco del lavandino e di spiegarlo, ma appunto (come dice Joramun) quello di esprimere una certa idea di "cosa inspiegabile che accade", una allegoria della vita e di quello che ci puo' capitare, ecc.
E' l'autore che decide dove situare il "filo motivazionale". In un romanzo di fantascienza in genere lo troveremo piu' spostato sui fatti narrati, sulle tecnologie esistenti, ecc. In un romanzo fantasy potrebbe situarsi nella "costruzione di un mondo immaginario", con tutte le sue popolazioni, le sue lingue, la sua storia, ecc., e le vicende narrate hanno solo la funzione di "dar vita" a questo mondo.
In generale pero' le opere piu' grandi non danno alcuna rilevanza a questo livello fattuale, ma si limitano ad usarlo come supporto per esprimere idee piu' grandi, piu' sublimi. In altre parole, sono i fatti a essere funzionali alla narrazione, e non viceversa. In tal senso, "spiegare" e "giustificare" i fatti non ha alcun bisogno di essere fatto. Anzi, sarebbe fuorviante farlo.
Come King, Martin scrive per lo piu' a questo secondo livello. Non e' tenuto a spiegarci in dettaglio il mistero delle uova di drago, o dei morti viventi, perche' il suo scopo - l'effetto che vuole ottenere - e' su un altro piano. Qual e' l'immagine piu' spaventosa dell'Angelo Vendicatore che si possa immaginare? E' Catelyn - e questa e' la sola cosa che conta veramente. Perdersi in dettagli tecnici sulla biochimica del sistema respiratorio o circolatorio di uno zombie, in questo caso, significherebbe perdere la vera ragione di esistenza delle Cronache, a mio parere.
Io voto la Casa degli Eterni, non tanto perchè non abbia apprezzato la scena (anzi), ma piuttosto perchè è l'unica magia delle Cronache che trovo..."incompleta", "insensata", o meglio, l'unica non spiegata: non ho scorto infatti traccia nè delle sue origini nè del suo motivo d'esistere (in senso interno al mondo vivo martiniano, non certo di trama).
Ad ogni buon conto, analizzo le magie imputate:
Le stagioni interminabili: E' il più tangibile e presente segno di non normalità del mondo martiniano; al di là del suo funzionamento astronomico, è indispensabile in quanto continuo memento al lettore dell'anormalità intriseca di questa Terra.
Gli Estranei ed i loro Non Morti: Già molto utili come contrapposizione maligna al Regno dei Giusti irrinunciabile per il Fantasy classico, a mio avviso essi acquisiscono ulteriore senso e peso in contrapposizione a R'hllor; infatti essi a questo punto divengono un'entità magico-religiosa che affronta il mistero della morte sconfiggendo l'Oltretomba, dando vita nella morte. Il peso filosofico intriseco del concetto credo giovi molto al senso stesso delle Cronache.
La nascita dei draghi e le uova fossilizzate: Come già sottolineato da molti, i draghi e le loro peculiarità si completano in sè, in quanto nelle Cronache appaiono come messaggeri d'un mondo magico che sembrava perduto, se non addiritura mai esistito. L'esagerazione delle loro peculiarità credo quindi che sia pienamente giustificata entro un'ottica messianica.
L'uccisione di Renly da parte di un'ombra: Al di là dell'utilità che l'atto ebbe per la trama, l'episodio è pienamente accettabile alla luce delle peculiarità del culto di R'hllor. La nascita di un'ombra (la quale, Melisandre docet, esiste solo in presenza di luce) attraverso un parto rituale è infatti un evento simbolicamente pregno dei simbolismi magico-religiosi che contraddistinguono il culto di R'hllor; anche in visione della contrapposizione agli Estranei, il superamento del mistero della morte tramite il calore e la rinascita perpetua viene così esaltato in senso assoluto.
La quasi immortalità di Dondarrion: Oltre alla mistica di R'hllor esaminata qui sopra, il valore di questo caso consiste nel fatto che, beh...paradossalmente, Dondarrion non è immortale: R'hllor semplicemente non lo lascia morire finchè non ha finito con lui, ma quando vuole può farlo cadere da cavallo e negargli la resurrezione. La sua magnificenza sta quindi nell'essere la più tangibile manifestazione del potere e del capriccio divino in Martin, un memento alla non autosufficienza umana nemmeno per quanto riguarda se stessi.
La resurrezione di Catelyn: Come per Dondarrion, c'è un forte simbolismo destinistico dietro, e questo rende accettabile l'intera situazione: per la gioia dei suoi detrattori, infatti, Catelyn se ne andrà non appena R'hllor avrà finito con lei, senza disturbare oltre.
La Casa degli Eterni: Capitolo prezioso per la trama, m'ha lasciato sconcertato a causa della magia degli Eterni: essi hanno conoscenza del passato (visioni sui Targaryen), presente (la rosa blu che sboccia dal ghiaccio) e futuro (predizioni a Daenerys), questo perchè sono morti. Tutto questo sfugge però ad ogni logica mistico-filosofica (ma anche d'ogni tipo): un immortale in quanto defunto può benissimo avere conoscenza del passato e del presente, ma non del futuro che ha ancora da non-vivere; anche ipotizzando che si limitino a tirare le somme dopo aver analizzato ciò che è successo finora, infatti, dubito che possano azzeccarci granchè. Il dono della profezia non a caso viene sempre attribuito ad una divinità (direttamente od indirettamente), questo perchè un dio vive al di fuori del tempo umano; un mortale (anche se non-morto) secondo logica non dovrebbe uscire da tale confine, e gli Eterni non paiono essere votati ad alcuna particolare divinità.
Le trasformazioni di Jaqen H'Gar: Il trasformismo è una comune abilità umana, anche se nella realtà è artificiale; non vedo quindi quali problemi ci siano, in un mondo simile, ad accettare così poca cosa.
Il Portale delle Tenebre che trova Sam: Questo episodio è stato qui molto criticato, e devo dire che non suscita nemmeno il mio entusiasmo; nonostante ciò, però, lo trovo sufficientemente sensato da non criticarlo: la Barriera - è noto e pure logico, dati gli Estranei - è colma di potenti incantesimi protettivi, perciò non c'è da stupirsi se i suoi passaggi sono salvaguardati da tali Portali. Certo, il portinaio da club privè non entusiasma, ma è una protezione come un'altra.
Il Metamorfismo: Discorso simile al trasformismo: la paratelepatia è un fenomeno psicologico realmente esistente (anche se solo a livello d'autoconvincimento), ed un'estensione simile non la considero affatto una rozzezza.
L'uccisione di Renly da parte di un'ombra: Al di là dell'utilità che l'atto ebbe per la trama, l'episodio è pienamente accettabile alla luce delle peculiarità del culto di R'hllor. La nascita di un'ombra (la quale, Melisandre docet, esiste solo in presenza di luce) attraverso un parto rituale è infatti un evento simbolicamente pregno dei simbolismi magico-religiosi che contraddistinguono il culto di R'hllor; anche in visione della contrapposizione agli Estranei, il superamento del mistero della morte tramite il calore e la rinascita perpetua viene così esaltato in senso assoluto.
La quasi immortalità di Dondarrion: Oltre alla mistica di R'hllor esaminata qui sopra, il valore di questo caso consiste nel fatto che, beh...paradossalmente, Dondarrion non è immortale: R'hllor semplicemente non lo lascia morire finchè non ha finito con lui, ma quando vuole può farlo cadere da cavallo e negargli la resurrezione. La sua magnificenza sta quindi nell'essere la più tangibile manifestazione del potere e del capriccio divino in Martin, un memento alla non autosufficienza umana nemmeno per quanto riguarda se stessi.
La resurrezione di Catelyn: Come per Dondarrion, c'è un forte simbolismo destinistico dietro, e questo rende accettabile l'intera situazione: per la gioia dei suoi detrattori, infatti, Catelyn se ne andrà non appena R'hllor avrà finito con lei, senza disturbare oltre.
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Ma sinceramente Io tutta sta filosofia sul culto di R'hllor non è che l'avevo colta, né tantomeno la forza dei suoi sacerdoti, per me:
1. certe magie iniziano a funzionare, a volte anche con sorpresa da parte dei protagonisti (e Melly mi sembra solo la più scaltra e veloce a capire che qualcosa è cambiato), perchè sono comparsi i draghi veri portatori del potere magico nel mondo,
2. Dondarrion decide Lui di morire e passare la fiamma della sua immortalità a Cat, senza alcuna decisione divina,
poi se mi sbaglio non so. " />
per il resto Io sono con Iskall, posso accettare tutto ma nei limiti di un mondo con regole, non pretendo che ci sia un manule delle leggi magiche ma che come si è fatto per tanti eventi nelle cronache ci si spieghi quali sono i limiti. Poi è logico ognuno ha i suoi gusti.
A me la resurrezione di Catelyn e la non-motre di Dondarrion (anche se da quanto sente la Vergine di Tarth prima di morire lord Beric è in fin di vita perchè ha donato il suo "fuoco" a lady Stark
Io non ho votato nulla...secondo me non "stroppia", perché per essere un fantasy, la magia è molto accennata. Il romanzo è basato molto di più sugli intrighi di corte, la lotta per il trono, tutti i segreti che si annidano lì intorno, mentre invece ci sono storie come per esempio "Harry Potter" o lo stesso "Il Signore degli Anelli", che di magia sono veramente stra-colmi. Martin mi sembra equilibrato.
Premetto che preferisco nelle cronache, di gran lunga, la parte di intrighi e politica. Comunque Martin è bravissimo a inserire gli elementi magici col contagocce, in modo da non falsare troppo la credibilità degli eventi ( fare un fantasy credibile credo sia già un'impresa notevole)
Comunque , tra i vari episodi , quello che ho apprezzato meno e' la Resurrezione di Catelyn. Tra tutti gli episodi magici mi sembra quello più ardito, dato che
SPOILER ASOS
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E' passato troppo tempo tra la morte e il recupero del corpo con relativo "bacio della vita".
Trovo invece molto ben riuscito il capitolo sulla Casa degli Eterni e in generale tutte le parti delle profezie e i Sogni dell'Oltre.
EDIT: attenti: c'è un po' di spoiler dell'ultimo romanzo della saga.
Io non ho votato nulla. A me pare che nelle Cronache la magia rimanga qualcosa di oscuro, non alla portata di tutti, estraneo alla quotidianità; che, insomma, sebbene ci siano alcune situazioni o "giustificazioni" magiche, non si possa certamente dire che George R.R. Martin sta abusando o ha abusato, allo stesso modo della maggior parte degli scrittori di fantasy moderni, del "fattore magico".
Devo essere sincero: non ho mai condiviso l'idea che nei romanzi fantasy "tutto debba essere possibile": secondo il mio parere, il troppo storpia. In effetti, quando la magia viene resa accessibile a tutti i livelli e a tutti i tipi di personaggi diviene necessariamente qualcosa di abitudinario e l'abitudine toglie alle cose il sapore del mistero.
Le capacità magiche, che filosoficamente possono essere intese come l'aquisizione di una conoscienza parziale del Divino, non possono essere ridotte a qualcosa di semplice e banale; così come l'esperienza del Divino causa inevitabilmente la perdita della memoria nella letteratura classica e moderna, cioè da sempre!, l'esperienza magica non può non cambiare TOTALMENTE la psicologia e la spiritualità dei personaggi coinvolti.
Ad ogni modo, ripeto, George R.R. Martin non banalizza affatto la magia. E, anzi, grazie ad essa tratta continuamente tematiche importanti come la religione. Non so se avete notato, ma ci sono moltissimi richiami alla storia medievale nelle Cronache. L'avvento della Religione dei Preti Rossi somiglia molto all'avvento del Cristianesimo, il quale ha soppiantato, nei luoghi dove ha attechito, le precedenti religioni politeiste, e proprio una religione politeista il culto dei Preti Rossi sta soppiantando: quella dei Sette Dei. E, proprio come il Cristianesimo, il culto del Dio Sole - richiamo non da poco, se vogliamo, pure al culto egizio - si sta avvalendo della forza di un sovrano che porta in alto il suo stendardo. Costantino per il Cristianesimo; il Baratheon rosikone per i Preti Rossi.
Sicuramente Martin non ha abusato della magia... anche se forse ai draghi avrei fatto tranquillamente a meno (non amando troppo i Targaryen XD)
Fino adesso trovo che la quantita' di magia sia al giusto livello perche' possa essere davvero considerato un romanzo fantasy (nel senso piu' classico) ma senza che la magia possa essere utilizzata come Deus Ex Machina. Niente scuole di magia dove chiunque possa impararne i segreti: gli incantesimi veri, cioe' non le mistificazioni che comunque vengono mostrate, sono qualcosa di esotico, raro, alieno tranne che in specifici contesti.
E io personalmente trovo che i draghi siano qualcosa a cui non avrei rinunciato: senza di essi il mito Targaryen, e la stessa contrapposizione Ghiaccio/Fuoco non avrebbe ragione di esistere (e scusate se e' poco).
Poi, per carita', trovo la maggio parte delle vicende relative a Dany tra le peggiori e piu' noiose presenti, quindi non e' che sento la necessita' di vedere sti draghi, ma mi piace che essi ci siano.
io ho votato l' uccisione di renly....oltre al fatto che mi ha infastidito l' uccisione in se, l' idea dello spettro mi è parsa un pò esagerata in una serie che tutto sommato non contiene molti elementi magici ( rispetto ad altre saghe fantasy)...riguardo agli altri punti:
le stagioni: un' idea brillante e molto metaforica
gli estranei: ci volevano dei personaggi così particolari, sono d' accordo
i draghi: un grande ritorno, perfetti
dondarrion: non mi disturba
catelyn: non saprei, ma in fondo ci voleva qualcuno che cominciasse a far giustizia/vendetta per conto degli stark
eterni: niente da dire, non mi è dispiaciuta l' idea
jaqen: mitico!!!
il portale: perchè i guardiani non dovrebbero avere anche loro la loro parte di magia? viva il portale " />
metamorfismo: vedi dondarrion
La resurrezione di Catelyn... Le altre cose secondo me bene o male ci stavano, questa invece mi è sembrata "esagerata"...
Visto che altri ne hanno parlato a me il romanzo più debole finora è sembrato "Il dominio della regina" ma è una questione di gusti personali.
La saga di Martin mi piace proprio perchè pur essendo fantasy la parte realistica (in cui ciascuno di noi si può rivedere) è molto più interessante ed appassionante della parte magica che resta comunque minima.
A me non ha dato fastidio nessuno dei fatti proposti nel sondaggio, sarà che io tendo davvero a dare la minima attenzione alla parte magica della saga per concentrarmi su ciò che è reale.
per me funziona così: magie "troppo grandi", che sovvertono completamente le poche certezze che abbiamo (continuità del tempo, chi è morto resta morto, non si può essere in due posti diversi contemporaneamente) creano una frattura tra autore e lettore.
Finchè si parla di cose che conosco, o che posso se non altro concepire "mitizzando un po'" la mia esperienza (amore, odio, battaglie, rapporti di famiglia... ma anche sogni metalupeschi o stagioni sballate) c'è contatto tra me e martin: lui parla di cose di cui ho, più o meno, esperienza: leggendo capisco, ricordo, mi stupisco "ah è vero..." "sì è così che funziona" "questo comportamento non è plausibile" "ma davvero si può diventare un mostro del genere?" "ma come ha reso bene questo momento" eccetera...
quando invece vengono fuori viaggi nel tempo, morti che risorgono, isole che appaiono e scompaiono, il legame si spezza.
Verissimo ma per ora con Martin il legame non si è spezzato.
Spero vivamente che la saga di Martin non faccia la fine di Lost: tanto promettente all'inizio quanto deludente alla fine.
E aggiungo una cosa. Cat risorge ma non torna affatto uguale a prima. In realtà è come se ci fosse un nuovo personaggio che di quello precedente mantiene solo la memoria, ma che per tutto il resto è molto cambiato (anche fisicamente). Insomma se Cat tornava esattamente come prima era in effetti abbastanza ridicolo, ma non è così. I danni fisici che ha subito rimangono per esempio. Questo significa che, pur in un'evento eccezionale, Martin ha mantenuto una certa logica.
Sono d'accordo, Catelyn è andata, la persona che ha preso il suo posto non ha niente a che fare con lei, è come se fosse un altro personaggio appunto e questo è interessante.
Prima di sapere che fosse tanto cambiata avevo sperato che questo tempo in più che le è stato concesso servisse a farle sapere alcune cose e a farla morire in pace ma invece è di vendetta che si tratta e mi va bene lo stesso.
Di tutte le opzioni non mi da fastidio nulla, per ora, e nemmeno quello che si preannuncia, tipo SPOILER AFfC 224c6b9925dc073c7c905927806f1720'224c6b9925dc073c7c905927806f1720
l'uso del corno di Joramun e qualunque cosa facciano le candele di ossidiana
.
Ma a me l'highfantasy piace ^^.
Però voto 'altro' e non scheda nulla perchè non riesco proprio a spiegare il 'presagio' della metalupa con il corno di cervo. Quella non è magia, nel senso che (almeno così sembra finora) non è un evento con una causa, provocato da qualcuno con qualche potere per avvertire gli Stark o simile: Martin ce l'ha dato come un puro caso, e per essere un evento casuale senza fondamento si è avverato troppo, troppo esattamente.
No, anche nel fantasy mi piacciono le spiegazioni, e le coincidenze devono essere piccole in magnitudine...
In che senso non ti convince?
P.S.
Bellissima la firma dell'utente Starcatcher " />
Non mi convince nel senso che 'nessuno' l'ha causato. Tutto il resto della magia di Martin, è personale, ci sono personaggi che hanno visioni (richieste, cercate, o indotte da altre persone o cose), e nel caso di magia più fisica e meno aleatoria della divinazione, la cosa è anche più sentita:
ci sono sempre persone con poteri magici, od oggetti a cui alcune persone hanno dato poteri magici, dietro alla magia, ma non c'è una magia così, astratta. (Includo gli Estranei tra queste 'persone').
Ma mandare un cervo ad ammazzare una metalupa e poi farlo vedere proprio agli Stark prima che arrivi il Re...chi ha orchestrato tutto questo? Se non è stato nessuno, è stata una coincidenza abbastanza inspiegabile nel sistema magico di Westeros. E temo che sia così, se è vero che quella è la scena-ispirazione da cui giorgino ha fatto partire tutto.
Votato altro. Non è tanto un episodio specifico ad essere di troppo, ma l'impostazione che si sta dando per cui sempre più spesso la magia serve a giustificare bruschi cambiamenti di trama. Detto altrimenti, un utilizzo come deus ex machina in senso moderno.