Dunque...
Lo stile faccio fatica a giudicarlo in quanto semi-poetico (non so se è proprio giusto definirlo così, vabbè " /> ). Io non leggo quasi mai niente che non sia scritto in normale prosa e quindi non riesco a dare un parere un minimo decente. Non è il mio genere.
La figura della protagonista l'ho apprezzata.
Beh Tyrion, se il racconto ti ha suscitato tutto questo ambaradan significa che sotto un certo punto di vista è valido
e cmq anche io non "condivido" la cosa, ma che c'entra, per giudicare il racconto non è che dobbiamo giustificare o condannare la donna, imho..
Come non concordare...
Io sono del partito "arte svincolata il più possibile dalla morale e dalla simpatia".
Per giudicare il valore del brano non mi importa insomma se la tizia in questione ha ragione o ha torto, se è simpatica o meno, voglio che sia psicologicamente interessante (in un modo o in un altro). Bene venga quindi se è pazza, ben venga se non è troppo simpatica. Insomma, se mi avesse suscitato il nervoso che ha suscitato a Tyrion e Balon il racconto mi sarebbe piaciuto ancora di più " />
Per me il brano non è male, ho trovato la tizia un personaggio valido, credibile e addirittura complesso (per far essere parte di un brano così corto).
Il difettuccio è che ho apprezzato il brano solo dopo averlo finito e dopo averci pensato. Mentre lo leggevo, per buona parte della durata mi diceva poco. Inizia in maniera troppo generica e astratta, poco stimolante. Il primo paragrafo non mi piace tanto.
ma scusa, se hai sprecato tutta la tua vita come fai a rimediare? la puoi cambiare ancora una volta, ma non puoi tornare indietro no?
addiruttura sprecato... se credeva di essere ancora giovane, che la dovessero chiamare signorina, non avrà mica avuta 70 anni...
e comunque lo stesso... sei hai ancora energie perchè non provare a cambiare?
a livello razionale è un atteggimento assimilabile a un capriccio da bambina di 7 anni... voglio questa barbie, barbia-va-in-spiaggia, le altre barbie mi fanno schifo, non le voglio...
voglio una vita da gnocca giramondo, tutto il resto è uno schifo, non lo voglio...
non è una sensazione di nervoso, semplicemente ci rimango così " />
un appuntino su questa frase
Perché rischiare di perdere le proprie ore, e talvolta il cuore, quando le mani possono portare pesi ed i piedi,
quell' "ED" provoca un effetto singhizzo tremendo, se metti solo "E" è molto più fluido " />
Sull'idea in sè, non la trovo male e non si scade nel patetismo, però...va tutto troppo di fretta, sembra di star leggendo con l' "avanti veloce" attivato.
Questa è l'impressione che ho avuto, non sono un granchè però a descriverla a parole " /> .
Sulla questione del "signora": effettivamente anche a me pare strano che una persona reagisca così male, considerando che una donna che non si conosce passata anche solo la trentina la si comincia a chiamare così, quindi dovrebbe esserci abituata da un pezzo, a meno che questa a trent'anni non sia ridotta uno straccio " />
Lochlann ha centrato in pieno il senso, lei non si suicida, muore di Astinenza dal viaggio, dal cambiamento che le provoca assuefazione.
La sua vita è una fuga continua, pensa di liberarsi ma diventa schiava della vita adrenalinica che il treno le offre.
è prigioniera e non se ne accorge finchè una ragazza quale avrebbe potuto essere lei anni prima non la chiama signora, allora si accorge della variabile ultima: il tempo trascorso e riflette caoticamente (perchè non è abituata ad un pensiero che implica una presa di posizione) sulla sua vita e sulla totale assenza di senso del suo continuo fuggire.
La bellezza non centra nulla, la sua relativa perdita, svelata dal grigio nei capelli ,è solo per sottolineare l'età che lei ha trascurato e buttato via.
Il personaggio non mi piace, ma conosco persone che vivono realmente così....il brano è dedicato a loro ^^
Per me il brano non è male, ho trovato la tizia un personaggio valido, credibile e addirittura complesso (per far essere parte di un brano così corto).
Il difettuccio è che ho apprezzato il brano solo dopo averlo finito e dopo averci pensato. Mentre lo leggevo, per buona parte della durata mi diceva poco. Inizia in maniera troppo generica e astratta, poco stimolante. Il primo paragrafo non mi piace tanto.
grazie per il commento Arya, l'inizio in effetti è deboluccio ma la storia è in crescendo, e riflette la focalizzazione del pensiero della protagonista che inizialmente ha un atteggiamento 'cicalesco' nei confronti della vita
..per la serie...prendi e porta a casa, Roby ç_çboh, anch'io non riesco a giudicare (a parte lo stile che è molto efficace)... per me è come leggere le farneticazioni di un pazzo.
ma se non ti accorgi del tempo che passa... immagina di entrare in coma a 15 anni e risvegliarti a 50, personalmente riterrei l'esperienza traumatica, lei è sotto l'effetto della droga/treno e quindi incapace di accorgersi del Tempo che scorre finchè un intervento esterno non squarcia il velo " />Sulla questione del "signora": effettivamente anche a me pare strano che una persona reagisca così male, considerando che una donna che non si conosce passata anche solo la trentina la si comincia a chiamare così, quindi dovrebbe esserci abituata da un pezzo, a meno che questa a trent'anni non sia ridotta uno straccio
Di tutto questo non avevo capito assolutamente nulla " />
Un po' troppo tra le righe, forse " />
A me il pezzo non è dispiaciuto sebbene debba dire, come Arya, che non mi piace molto questo stile semi-poetico.
L'idea mi è parsa carina ed è stata sviluppata abbastanza bene. Un discreto lavoro, direi ^^
Per quanto mi concerne...l'argomento proprio non riesco ad affrontarlo. Scrivo poche righe e poi le cancello " /> sono in piena crisi. Spero che entro il 7 mi arrivi qualche buona idea.
Anche a me il tema non ha attirato più di tanto.. spero mi venga un'idea passabile, altrimenti sarà per la prossima ^^
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Ma è esattamente il modo in cui ho interpretato il racconto... perché travisato? La stragrande maggioranza delle donne, oggi, è così: non mette radici, ha paura di farlo. Sognano di essere eterne ragazzine. Poi un giorno si ritrovano vecchie, magari senza figli, e impazziscono. Boh? Bella roba.[@Tyrion Hill] scusa però, può darsi che ho travisato completamente io il messaggio eh " /> , non penso che il senso del racconto sia quello che dici tu. mi pare invece che la donna, incapace a mettere radici, quando si sente chiamata signora e si vede invecchiata capisca di aver buttato via la sua vita invano, senza aver realizzato nulla e senza alcuna possibilità di recupero, e muore di dolore per questo.. " />
Oh, concorderei anch'io (credi che non ci abbia pensato?): se non fosse che, nel finale, c'è quella "notizia d'agenzia" che pare messa lì per strappare ulteriore pietà al lettore. "Morta di paura", poverina... E allora il messaggio è "sbagliato" (per me, ovviamente).Beh Tyrion, se il racconto ti ha suscitato tutto questo ambaradan significa che sotto un certo punto di vista è valido
Come non concordare...e cmq anche io non "condivido" la cosa, ma che c'entra, per giudicare il racconto non è che dobbiamo giustificare o condannare la donna, imho..
Ma anch'io, anch'io... Mi può piacere da matti anche leggere la storia di un membro della Gestapo - mi pasta che l'autore non cerchi di difenderlo di suo. Il racconto, fatto in toni quasi lirici, e con quel finale, mi ha dato l'impressione di voler risvegliare simpatia per il personaggio. E in questo, per quanto mi riguarda, ha fallito.Io sono del partito "arte svincolata il più possibile dalla morale e dalla simpatia".
Molto ben detto, Balon: concordo completamente con te (anche se, comunque, non c'entra molto col racconto).io non riesco proprio a concepire il suicidio fatto per motivi psicologici... tipo mia moglie mi ha lasciato, ho perso il lavoro, i miei compagni di classe mi prendono i giro.
Se la tua vita è così una me**a, perchè invece di terminare la vita prima non provi a cambiare vita? Della serie "mollo tutto e mi chiudo in convento/mi imbarco su un peschereccio giapponese".
insomma è come se mi ritrovassi con un paio di scarpe che mi impediscono di camminare, e invece di provarne un nuovo paio (o magari provare a girare scalzo) mi tagliassi i piedi... cioè, fuori di testa.
Mah... il pdv è della protagonista, quindi è anche normale che lei "simpatizzi per sè stessa".Ma anch'io, anch'io... Mi può piacere da matti anche leggere la storia di un membro della Gestapo - mi pasta che l'autore non cerchi di difenderlo di suo. Il racconto, fatto in toni quasi lirici, e con quel finale, mi ha dato l'impressione di voler risvegliare simpatia per il personaggio. E in questo, per quanto mi riguarda, ha fallito.
La parte finale sinceramente l'ho trovata neutra.
mah.. mah..Ma è esattamente il modo in cui ho interpretato il racconto... perché travisato? La stragrande maggioranza delle donne, oggi, è così: non mette radici, ha paura di farlo. Sognano di essere eterne ragazzine. Poi un giorno si ritrovano vecchie, magari senza figli, e impazziscono. Boh? Bella roba.
per me la stragrande maggioranza delle donne (quelle che ho conosciuto io, almeno) VUOLE ASSOLUTAMENTE mettere radici, prima o poi..
capisco cosa vuoi dire, ma messo come lo dicevi prima sembrava che la donna si era scoperta brutta e si era gettata sotto al treno! " />
condivido. cmq parlo parlo ma non ho espresso un giudizio " />Mah... il pdv è della protagonista, quindi è anche normale che lei "simpatizzi per sè stessa".
La parte finale sinceramente l'ho trovata neutra.
in definitiva il racconto non è male, si fa leggere abbastanza bene e la trama è originale, pur non entusiasmandomi, ecco.. ^^
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
La notizia d'agenzia non è sé stessa: è l'autore.Mah... il pdv è della protagonista, quindi è anche normale che lei "simpatizzi per sè stessa".
Sarà che sei più saggio di me (io cerco le pazze, evidentemente, e loro cercano me). Però... quanti anni hai? La mia ex-moglie potresti dire che non vedeva l'ora di mettere radici... ma quanto mi ha fatto penare, per il risentimento di averle messe. " />per me la stragrande maggioranza delle donne (quelle che ho conosciuto io, almeno) VUOLE ASSOLUTAMENTE mettere radici, prima o poi..
Beh, sì... vecchia, brutta... stessa cosa... " />capisco cosa vuoi dire, ma messo come lo dicevi prima sembrava che la donna si era scoperta brutta e si era gettata sotto al treno! " />
A me sembra azzeccato il ritmo frettoloso per una storia di treni, di dipendenza da treno, e, in sostanza, di fuga - in effetti è un racconto che avrei visto benissimo per quel tema lì :P. Nonostante questo il messaggio mi è sembrato piuttosto chiaro dall'inizio e con questa struttura non era facilissimo.
Mi piace molto poco invece il tono da mezza-poesia e stavolta non è solo gusto personale: è una cosa che si scontra con il messaggio di 'vita spericolata' e spezza, per chi legge, la spirale di dipendenza che dovrebbe soltanto accelerare verso la conclusione. Forse sarebbe stato meglio nel punto in cui lei 'realizza' che a metà del suo riepilogo
Per i giudizi etici sono d'accordo con voi, il personaggio non mi piace - anche se NON si suicida- , ma il fatto di riuscire a non piacere invece di restare neutro in poche righe è un pregio e non un difetto ^^.
EDIT: SU QUESTO LINK LA VERSIONE SISTEMATA IN SEGUITO
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Contest di scrittura: Il treno
La missione
«Signorina, deve mostrarmi la borsa».
Pur non avendo motivo di temere il controllo, Isel già avvertiva un formicolio lungo la schiena. Nascose la tensione dietro a una maschera di sorriso e obbedì.
L’uomo in uniforme aprì la cerniera, frugò tra i cosmetici, sottopose ogni centimetro al rivelatore tascabile. Una luce verde segnalò che tutto era regolare. L’apparecchio le venne passato anche sopra i vestiti, con lei che fingeva normale imbarazzo, quindi stabilì che non portava oggetti pericolosi.
«A posto, ora può andare,» e la borsa le tornò tra le mani.
“Sono tempi turbolenti, dobbiamo occuparci della sicurezza,” Isel ripensò a quelle parole sentite per radio, mentre saliva sul treno reggendosi l’elegante cappello per lei così inusuale. Fu dentro, finalmente. Il pavimento era coperto da umide impronte di scarpe, ma le poltrone di prima classe si presentavano rosa e invitanti. Si accomodò a un posto libero. Sprofondata nella morbidezza dello schienale, volse lo sguardo oltre il finestrino, verso il cielo plumbeo che liberava goccioline. C’era ancora modo di rinunciare, se lo avesse voluto? No, troppo tardi: gli edifici iniziavano a slittare, il treno partiva. La pioggia colpiva il vetro in diagonale e le ricordò le notti trascorse sotto un tempo pure peggiore, durante lo squallido lavoro in strada. Adesso ci sarebbe stata una svolta, quel viaggio era anche verso una nuova vita: per la missione le avevano promesso più denaro di tutta la somma guadagnata in quegli anni.
Il cameriere passò con calici di spumante dorato, ma lei rifiutò. Meglio mantenere la lucidità.
Fermata: ecco la prima stazione. Si sentì irrigidire, guardò fisso di fronte a sé cercando di rallentare il respiro. Quando il treno sarebbe ripartito, lei si sarebbe diretta verso i servizi con la massima naturalezza possibile.
Nel bagno era stato spruzzato del profumo alla menta. Isel fece scattare il chiavistello. Si precipitò sul finestrino, le dita lasciarono impronte sopra il vetro; dovette appoggiarsi con tutto il proprio peso per abbassarlo e sentire l’aria gelida investirle il volto. Non ci fu da attendere molto prima che il treno subisse un nuovo arresto, questa volta più brusco e senza stazione. Tutto stava procedendo come pianificato. Sotto, un membro dell’organizzazione aspettava. Lei spinse fuori la borsa e ne ricevette un’altra di identico aspetto; l’uomo scomparve tra la vegetazione.
«Tutto a posto, signorina?» Fuori dal bagno, il cameriere le sfiorò un gomito.
«Solo un po’ di spavento. Questo guasto improvviso…»
«Già, l’ho vista molto turbata».
Isel ricambiò il sorriso e si diresse verso la poltrona. Tremava, faticava un po’ ad avanzare sui tacchi a spillo. Di nuovo seduta, strinse la borsa al petto, con la sensazione di aver addosso gli occhi di tutti passeggeri. Ma constatò che non sembravano curarsi di lei e l’anziano a fianco dormicchiava. Si passò il palmo sulla gonna, asciugandolo dal sudore. Un’altra fermata ancora…
Dopo che il treno ebbe ripreso a muoversi, fece scorrere ancora lo sguardo lungo la carrozza; poi aprì la cerniera, giusto lo spazio che le consentì di infilarci una mano, tastare la bomba a tempo e premere l’interruttore. Fece scivolare la borsa sotto il sedile. Emise un sospiro, cercando di sciogliere la pesantezza che aveva in gola. Sarebbe scesa alla prossima fermata, sarebbe sparita senza lasciare traccia, non si sarebbe voltata verso il vagone che ripartiva per esplodere pochi minuti dopo.
Un ampio cartello giallo le sfrecciò accanto, ma la scritta “GRAN PONTE” rimase congelata per diversi secondi nella sua mente. Doveva aver letto male.
Il cameriere…
«Scusi, questo treno si ferma a Gran Ponte?»
Il ragazzo esibì un’aria desolata. «No, signora, oggi abbiamo un programma diverso dal solito: saltiamo due fermate e puntiamo direttamente a Greyplace. Lo avevamo comunicato…»
Isel gli si aggrappò al bavero della giacca, le gambe sul punto di cedere. Dietro al cameriere, un passeggero si portava lentamente il sigaro alla bocca, un morbido filo di fumo si arricciava tra i sedili; anche gli alberi sullo sfondo sembravano scorrere a rilento. E dopo, la vista le si oscurò. Il treno sulle rotaie scandiva ritmicamente il tempo con un rumore malefico, tempo che aveva smesso di essere importante. Quella fu l’ultima cosa che percepì prima di perdere i sensi.
Bah, straordinario racconto di AryaSnow: ma credo che se lo aspettassero tutti. Brava, complimenti: mi ha lasciato senza fiato - e non solo al finale, ma per tutta la lettura. Scritto perfettamente, tranne per una sola cosa: l'espressione "cielo plumbeo" è forse la precotta che più odio in assoluto! " />
Non posso che accordarmi con quanto detto da Tyrion. E' un racconto davvero bello e il finale è riuscito a sorprendermi. Brava Anya ^^ " />