Secondo me ci sta bene. Per il semplice fatto che non lo vedo come un pilastro che cerca di tenere su la storia, ma come un dolce epilogo che mostra come (e anche da fonti certe) anche chi dà la caccia soffre quando la preda è davanti ai suoi occhi....
/me dubbioso on: giusto?
Brava Erin, bellissimo! I temi storici sono sempre quelli più emozionanti
ps:comunque anche il primo racconto è carino...mi sono sbellicata dalle risate " />
Secondo me ci sta bene. Per il semplice fatto che non lo vedo come un pilastro che cerca di tenere su la storia, ma come un dolce epilogo che mostra come (e anche da fonti certe) anche chi dà la caccia soffre quando la preda è davanti ai suoi occhi....
/me dubbioso on: giusto?
Per quanto concerne le ultime frasi le ho messe come epilogo. Mentre scrivevo il racconto mi è sembrato normale aggiungere questa conclusione perchè mi dava l'impressione che il racconto restasse mutilo (tipo "si va bene...sta scappando da Cesare...e poi?")
In particolare la citazione di Plutarco sulla reazione di Cesare (my love " /> ) è stata la prima cosa che ho aggiunto perchè mi ha sempre colpito molto sin da quando la lessi al liceo. E in qualche modo ci ha anche fatto vedere il punto di vista del suo nemico...che alla fine, sono certa, non l'avrebbe mai ucciso.
(e questa perla di uomo me l'hanno ucciso...maledetti congiurati " /> ....ok, basta)
Comunque sono molto contenta che sia piaciuto a livello di stile e scrittura...significa che sto migliorando almeno un pò ^___^
... e poi, chissenefrega! " /> Il "momento" di meditazione e' bello in se'. L'epilogo distrae dalla centralita' di questo momento.Per quanto concerne le ultime frasi le ho messe come epilogo. Mentre scrivevo il racconto mi è sembrato normale aggiungere questa conclusione perchè mi dava l'impressione che il racconto restasse mutilo (tipo "si va bene...sta scappando da Cesare...e poi?")
Whahahahah! Anche per me!In particolare la citazione di Plutarco sulla reazione di Cesare (my love )
Eh, lo so... E' dispiaciuto anche a me! (Beninteso, io sono ignorantissimo in storia romana - se mi capita di sapere qualcosa delle vicende di Cesare e Pompeo e' solo perche' ho visto "Roma" (HBO)... comunque sapevo anche prima che Cesare era stato ucciso... alle idi di marzo... ho letto anche Shakespeare... " /> ).è stata la prima cosa che ho aggiunto perchè mi ha sempre colpito molto sin da quando la lessi al liceo. E in qualche modo ci ha anche fatto vedere il punto di vista del suo nemico...che alla fine, sono certa, non l'avrebbe mai ucciso.
(e questa perla di uomo me l'hanno ucciso...maledetti congiurati " /> ....ok, basta)
Mah, per me il miglioramento e' enorme. I tuoi primissimi racconti non mi erano piaciuti molto, ma gli ultimi due sono davvero ottimi. Anche se, a differenza di AryaSnow, io preferivo il precedente (che non ho trovato per niente infantile).Comunque sono molto contenta che sia piaciuto a livello di stile e scrittura...significa che sto migliorando almeno un pò ^___^
Il nuovo tema è interessante e mi è già venuta in mente un'ideuzza... piuttosto banale, ma se viene fuori come spero dovrebbe essere carino lo stesso. Ci lavorerò però al mio ritorno, perchè dubito fortemente che domani avrò tempo. Non ho avuto tempo nemmeno per leggere i racconti già postati e me ne rammarico: farò tutto dopo il 20.
Buon contest ragazzi, spero di trovare tanti bei racconti interessanti al mio ritorno! " />
Finlandia arrivooooooooooooo
Perdonatemi,ma..come faccio a "iscrivermi"? " />
Non devi iscriverti, quando vuoi posta il tuo racconto e basta
Buon viaggio Idriel (se non dovessimo sentirci più) " />
... e il regolamento e' qui.Non devi iscriverti, quando vuoi posta il tuo racconto e basta " />
Idrilli, mi mancherai!Buon viaggio Idriel (se non dovessimo sentirci più) " />
Contest di Scrittura Creativa: La Fuga
Il tronco d'un albero caduto gli si parò davanti.
-Merdosi alberi- pensò, scavalcandolo con foga.
La vegetazione si stava infittendo; rami secchi e arbusti spinosi lo graffiavano, facendolo sanguinare. Marcus non rallentò la corsa e si fiondò laddove la foresta era più scura.
Con il braccio sinistro alzato si difendeva gli occhi, mentre con la mano destra si proteggeva i testicoli. Per il resto quei fottuti arbusti potevano martoriarlo quanto volevano.
-Controlla il respiro-.
Due falcate, prendere fiato. Due falcate, prendere fiato. L'universo si riduceva a un'unica, semplice azione: respirare.
Le gambe ormai non le sentiva più da alcuni minuti; mulivano come impazzite da più di mezz'ora, superando sassi, guadando fiumiciattoli e saltando piccole depressioni nel terreno.
L'ululato dei mastini era vicino, a poche centinaia di metri.
-Merdosissimi mastini..- voleva piangere, voleva gridare. Non voleva morire.
La battaglia era finita in un lampo. I due eserciti si erano affrontati alla pari per tutto il pomeriggio, poi Lord Hubert era stato sbalzato da cavallo e la sua testa era finita a decorare lancia di un cavaliere nemico.
Un istante dopo l'armata di Lord Hubert era andata in rotta,come un castello di carte che crollava.
La cavalleria aveva caricato sul fianco e i molossi erano stati liberati, sbavanti e ansiosi di pasteggiare con i fuggitivi.
Marcus non aveva esitato. Si era liberato di scudo, elmo e lancia e aveva seguito centinaia di suoi commilitoni nel bosco.
Che fosse la Guardia Dorata a resistere fino alla morte. Pazzi esaltati. Lui doveva sopravvivere. Lui voleva sopravvivere. Per rivedere i sui amici, i suoi genitori. Per rivedere Val.
Marcus passava in rassegna tutti gli alberi che superava.
I suoi occhi saettavano disperati, individuando di volta in volta il più adatto per arrampicarvisi. Erano tutte coniferere. Pessimi alberi sui quali arrimpicarsi.
Maledisse i merdosi abeti e anche i fottuti pini, ma nossignore, non sarebbe finito sbranato dai mastini, a costo di scorticarsi le mani e le cosce e cavarsi un occhio.
Il respiro era affannoso. Marcus terrorizzato cercò di risucchiare più aria che poteva.
Non aveva senso. Lui era un montanaro, tutti i giorni scendeva di corsa nella città a valle, e sempre di corsa tornava a casa carico di provviste.
Stava correndo solo da un'ora, forse qualcosa di meno. Troppo poco per rimanere senza fiato.
La falcata si fece sempre più lenta, macchinosa.
Marcus si guardo le gambe: forse una ferita di cui non si era accorto... gli stivali erano fradici e ricoperti di fango. Non seppe se ritenenersi sollevato o preoccupato.
La palude era vicina.
Questo voleva dire che i cani difficilmente avrebbero potuto fiutarlo.
Ma voleva anche dire sabbie mobili e serpenti.
"E anche cose peggiori" mormorò una vocina nella sua testa.
- 'fa***lo i mostri della palude. Tutte balle -.
Le sabbie mobili si potevano evitare, e i serpenti era più facili da ammazzare che i mastini.
Certo non quei bestioni lunghi sei-sette metri che aveva visto una volta alla fiera, ma aveva sentito che erano rari così grossi. Sarebbe stata una vera sfortuna finire tra le loro spire.
Marcus controllò di avere la daga ancora appesa al fianco. Strinse forte l'elsa e si incamminò nell'acquitrinio, mentre il sole tramontava dietro le colline a ovest.
La notte portò con sè la bruma.
Marcus avanzava tra i cannetti, l'acqua stagnante che gli arrivava all'inguine. Si fermò titubante; proseguire senza punti di riferimento era un follia, e le storie sulle creature che vivevano nel cuore della palude non gli sembravano più così fantasiose.
Decise che ormai era fuori pericolo, almeno per quanto riguardava i mastini e i cavalieri che di certo stavano rastrellando i boschi alla ricerca degli ultimi sbandati.
Si arrampicò su un piccolo rilievo di terra solida, ricoperto da felci.
La stanchezza e la tensione accumulate nelle ultime ore esplosero tutto d'un tratto, lo colpirono a tradimento, pensò Marcus mentre si accasciava, piangendo, ridendo, maledicendo e ringraziando Dio.
Pensava di addormentarsi immediatamente, ma nella sua mente turbinavano immagini mustruose, diaboliche, partorite dai rumori oscuri e dalle ombre che lo circondavano, e dal ricordo della sua fuga nei boschi.
Marcus si mise in ginocchio, il volto tra le mani, e pensò a Val. Si riempì la mente con il suo volto, con le sue risate.
E sfuggì anche ai terrori della notte.
Ser Balon Swann: va bene, e' bellissimo. Il finale, poi, e' da genio assoluto, dico sul serio. Ho sentito vari brividi di emozione, e il piu' grande e' stato proprio l'ultimo. Una fuga persino piu' difficile di quella descritta nel racconto e' quella dai "terrori della notte". Mah.... davvero stupendo.
Pero' mi ha dato fastidio notare che il pezzo e' stato scritto frettolosamente. Ci sono molti errori banali (anche di ortografia) qui e la'. Quel "merdoso merdosissimo" ripetuto in continuazione, anche se il suo senso ce l'ha, potrebbe essere eliminato. Siccome so che tu sai scrivere benissimo, ignorero' tutto questo nel mio voto finale: ma visto che abbiamo tempo fino alla fine di agosto, non avresti potuto rileggerlo e limarlo - diciamo - per una decina di volte? Il risultato sarebbe stato fantastico. E' proprio questo che mi infastidisce: che tu non ti sia preso questo tempo. Non avrei nulla in contrario se tu tornassi a editare il testo che hai postato, diciamo per un altro paio di giorni, per poi annunciare che e' davvero finito. A meno che tu non sia in partenza per le ferie, ovviamente! " />
Ci provo? ci provo.
Mi scuso in partenza nel caso in cui ci dovessero essere dei gravi errori. E' da tanto che non scrivo niente...
Sesto contest di scittura creativa: la fuga.
All'alba di una qualsiasi isola in un qualsiasi mese, giorno o anno di questo fottutissimo mondo.
E' ovvio.
Delirava, ecco cosa faceva. Delirava.
Sono quasi certo che aveva la febbre o una qualche malattia che limita le capacità della ragione.
Eppure mi sento ancora così confuso, affannato.
Il petto che si gonfia e si svuota. Irregolare.
Alcune vampate di calore mi fanno scordare l'aria fredda e umida di una qualsiasi alba.
Se quello che è stato detto...
Se la voce uscita dalle sue labbra meschine era reale...
La chiamano legge, impertinente e rumorosa come il ruggito delle onde dell'Oceano che investono la muraglia di cemento sotto il mio naso.
Ma forse è meglio così.
Ma si...pensa, “cosa ho ancora da condividere con questo mondo?”.
Anni interi passati a marcire dietro a queste mura fredde e umide.
Settimane o forse mesi a concimare il verme che mi bucava le cervella..che mi diceva di farla finita.
Hahahahaha
Nevrosi isterica
violenza carnale
delirio mistico...fottetevi.
V
E
R
M
I
nel mio cervello. Nessun movente.
Non ricordo più l'odore dell'amato sangue giovane.
Non so più cosa sia un emozione, il piacere di avere il metallo freddo a contatto della pelle.
Uno sguardo che si spegne, deliziose viscere...
Nemmeno le pareti della mia cella d'isolamento mi parlano più.
Condannato finalmente ad una pena migliore.
Intrappolato, consumato, annullato.
Forse è un dolce sogno quello di una rovente sedia elettrica o chissà: una profumata camera a gas.
Ma si, è certamente meglio così. Non ci sono più.
Per questa overdose di atarassia la morte sarà la mia unica via di fuga.
Balon: il brano, come trama e descrizione delle situazione, è carino. Però sì, la forma mi sembra troppo frettolosa. Ci sono troppi difetti facilmente aggiustabili, inoltre mi dà un po' fastidio questo andare a capo troppo spesso. Anche secondo me avresti potuto limarlo di più, quello precedente era scritto molto meglio.
Purtroppo terrò conto di questo nella votazione perchè è giusto così, devo votare il brano e non l'autore. Così come devo tener conto della prima versione postata.
Va bene, lo ammetto: qui hai ragione tu.Purtroppo terrò conto di questo nella votazione perchè è giusto così, devo votare il brano e non l'autore.
... ma qui sei davvero troppo tassativa! " /> Diamogli il tempo di metterlo a posto, suvvia... Mica siamo agenti delle tasse.Così come devo tener conto della prima versione postata.
talismano: beh, mi ha colpito. Originale, interessante... Non ho capito perche' VERMI e' scritto tutto da una parte - c'e' una ragione precisa? Fa impressione, comunque. Ho anche dovuto andare a guardare sul dizionario che cosa vuol dire "atarassia". Probabilmente lo votero'.