OK...Oh, ma sono due cose molto diverse...
Nel primo caso lei non crede ancora che il lampadario abbia davvero parlato. Cerca di convincersi che in realtà lui è solo un oggetto inanimato e non c'è di che aver paura.
Nel secondo lei ha accettato il fatto che il lampadario parla. Si riferisce piuttosto al fatto che lui non vuole, e anche se volesse non potrebbe (non perchè inanimato, ma perchè legato!), farle del male.
Complimentissimi...racconto fantastico che si era meritato il mio voto " />" />
questa volta la Dama prova a commentare un po' per volta.
mariateresa: triste, romantico, smielato... stucchevole... Alla prima lettura il tuo brano non le era piaciuto un granchè, ma forse non era dell'umore adatto per un simile brano, così oggi ha provato a rileggerlo... No, continua a non piacerle: il tema sa di già sentito, alcune frasi cadono davvero nella banalità. L'unica parte che le ha dato qualcosa è stata la "Nota del traduttore", e nemmeno tutta...
Come detto da altri sembra davvero il riadattamento di qualcosa di più ampio, precedentemente scritto. Solo tu puoi sapere se è così o meno, per cui solo tu puoi sapere se rientra nel regolamento o no, ma questa è l'impressione che dà... " />
Aryasnow: a parte la prima e l'ultima frase è un bel racconto... In alcuni punti (la Dama dovrebbe rileggerlo con maggior attenzione per indicarti con precisione quali, ma non sono molti) forse avendo maggior tempo avresti trovato alcune espressioni più felici, e alcuni dei suggerimenti di Tyrion sarebbero davvero stati più opportuni (inclusa l'allitterazione della "S" che a te non piace). Bella invece la scelta della frase ambigua sulla tranquillità: dà davvero l'impressione che possa riferirsi alla voce e alla bambina e alla Dama piace questo effetto di ambiguità che viene chiarito solo esaminando bene la frase!
Seetharaman Toral: (prima o poi la Dama si ricorderà come si scrive il tuo nick senza dover fare ogni volta copia-incolla!) splendido, davvero! Anche lo stile a tratti "bambinesco" è molto in carattere e anche se in effetti da un certo punto in poi si capisce che almeno un mostro è rimasto, il finale riesce comunque... Complimenti! " />
uh, che bello, stavolta il mio pezzo quasi quasi piace pure ad Aryasnow (/me va a controllare che non stia arrivando il diluvio universale)
@Tyrion Hill: quel racconto che dici non l'ho letto, magari a settembre mi giro un po' le biblioteche per vedere se lo trovo da qualche parte (o me lo vado a leggere a scrocco in qualche feltrinelli " /> )
a essere sincera la prima versione del mio pezzo risale a qualche anno fa, e in occasione di questo contest gli ho fatto un pesante lavoro di editing sia per farlo rientrare nel limite dei caratteri, sia per correggere errori vari e sistemare la nuova forma e soprattutto dargli un incipit decente. Del vecchio è rimasta inalterata giusto qualche frase, perè essendo il progetto originale precedente al contest, devo considerarlo fuori gara " /> ?
L'ho "riciclato" perchè l'idea miera sempre piaciuta molto, in pratica ho notato che ognuno da bambino aveva i suoi mostri personali ma più o meno tutti avevano il mostro sotto al letto, perciò avevo fatto questa storiella dove la sua esistenza si rivelava fondata e non una fantasia come gli altri " />
se però non va bene, vedo di farne un altro " />
nel frattempo ho cominciato a leggere gli altri racconti postati..
mariateresa: concordo con quanto detto da lysmaya riguardo la forma, su quel versante non m'è piaciuto proprio. Sul fatto che sia stato estrapolato da un'altra opera non so, però si sente che il tema del mostro vi è stato infilato forzatamente: dà l'impressione di essere un racconto scritto per altri motivi che sia stato sistemato alla bell'e meglio per farlo rientrare nel contest, e comunque si vede che l'intento del tuo pezzo era un altro.
Credo che tu possa fare di meglio, d'altronde ce n'è anche il tempo, perchè non provi a scrivere un brano dove il tema del "mostro" sia pianificato fin dall'inizio? Valido o no, rimane un pezzo mal riuscito, a mio parere
Un'idea mi è venuta intanto commento gli altri partecipanti, poi provo a scrivere il mio.
Come sempre:
T = TECNICA (qualità della lingua e struttura del racconto),
C = CREAZIONE (trama e ambientazione),
E = EMOZIONE (impatto che ha avuto il racconto su di me)
Il giudizio finale non per forza è una media matematica tra i tre.
mariateresa: T discreto: insomma, ci sono alcuni errori di battitura e lo stile è pesantissimo, ma non ci sono errori grammaticali evidenti, ma la brevità è un pregio. C sufficiente: si vede che c'è background, e non è soffocante né superficiale (OK la nota storica); ma in certi tratti è troppo banale, per esempio gli elfi che lasciano i luoghi mi ricorda troppo Tolkien, e... non puoi chiamare Edain un'umana! Sarebbe come chiamare Theos il dio di una cultura simil-greca! personalmente, mi sembra una bruttissima scelta: se volevi fare un omaggio a JRRT, mi pare malriuscito. La trama del racconto, di per sé, è vaga. E insufficiente: capisco che tu volessi fare un omaggio a una persona... ma non è il genere di cose che mi piacciano. Insomma, questo racconto m'è piaciuto molto meno della fiaba dello scorso, quindi non vado oltre la sufficienza... " /> Inoltre, se anche mi piacesse non so se lo voterei, è un po' forzato il tema del mostro.
AryaSnow: a prima lettura non ho capito niente, troppo criptico, e questa è una penalizzazione. Fantasia ce n'è da riempire le caraffe (C buono), tecnica sempre meglio (T discreto-buona) ma se il lettore non capisce niente come fa ad apprezzare un testo? Sempre che il lettore la pensi come me, ovviamente (E insufficiente, troppo criptico). Poi inizio ad essere un po' stufo del genere favoletta noir surreale. In complesso, ti darei un quasi discreto. Mi aspetto un miglioramento per il prossimo, se riesci a capire il problema dei tuoi racconti e risolverlo ti candidi a un "buono" costante " />
Seetharaman Toral: grande. T buona, qualitativamente, e adeguata al racconto. C molto buona, efficace colpo di scena, efficaci descrizioni dei mostri e del mondo che circonda il ragazzino. E molto buona-ottima, un racconto tra quelli più gradevoli dall'inizio del contest, per me. Che dire? hai idee che mi piacciono molto, ogni volta, e migliori costantemente nell'espressione. Unica pecca: il finale ha un che di spoileroso, potresti fare di meglio. Continua così, come sulle pagelle delle elementari. Voto complessivo: molto buono, e sarà un miracolo se qualcuno ti toglie il voto a questo giro. (non solo per il fatto che per ora c'è solo un altro racconto in gara, e nemmeno pienamente)...
(p.s. ho sentito dire che i miei commenti per l'ultimo contest sono risultati impopolari, uno in particolare. Terrei a precisare che ero in serata di malumore e stress, avevo poco tempo e ci tenevo a scrivere di tutti; quindi è probabile che mi sia espresso male, e chiedo scusa se sono stato indelicato)
Per me lo si misura qui: "Poi le dimostrava che in fondo le voleva bene, anche se quei gesti affettuosi le lasciavano una strana sensazione addosso". Che la bambina decida di appiccare un incendio è sicuramente un gesto forte, ma ci sono cose molto peggiori, per quanto meno appariscenti; per esempio, una bambina talmente maltrattata dal padre da veder annichilito il suo amor proprio, da mantenere quell'istinto all'obbedienza persino quando si è separata da lui. L'incendio del divano fa vedere che non è stato abbastanza mostro da spezzarla.quanto sia davvero cattivo (il vero mostro) lo si misura solo alla fine, e tramite la decisione della bambina di andarsene appiccando un incendio
Per contro, quel pezzo mostra cosa fa il padre e perché è un mostro, e lo fa in un modo velato; non solo: riesce a far passare la cosa come una dimostrazione d'affetto e riesce a convincere la bambina che è lei a sbagliare, con quella strana sensazione che prova, lui le dimostra solo che le vuole bene.
Concordo comunque che è un bel racconto (cosí come quello di Seetharaman Toral) " />
Intanto, per rallegrare il tema, propongo questo video, in onore di Seeth! " />
Salve a tutti, scusate la mia assenza durante l'ultimo contest ma sono stato davvero molto preso... Complimenti a tutti come sempre " />
Interessante la traccia scelta per il 4° contest, vedrò di partecipare! " />
Per me quando una cosa "si supera", vuole dire che viene risolta, annullata, ridimensionata.Così come primo commento, per AryaSnow: NON sono assolutamente d'accordo con Tyrion, preferisco quei pezzi come sono in originale. Ma tanto sei fuori concorso... " />
Quando invece una cosa "supera se' stessa", vuole dire quasi esattamente il contrario. Ovviamente "si capisce lo stesso" quello che intendeva dire Arya, ma non e' questa la ginnastica cui dovrebbe essere sottoposto un lettore, secondo me. Il lavoro mentale che si deve far fare a un lettore e' quello proposto da Seeth, e non quello cui si viene costretti da un uso approssimativo o persino scorretto del linguaggio.
Poi: Se questa bambina era stata "stupida prima", il lettore pensa alla prima volta che la bambina si e' data della stupida: ma non e' quella volta li', oh no, e' vero, e' una cosa completamente diversa... Si capisce. Lo stesso non vedo perche' uno debba essere costretto a girare in tondo a vuoto. Poi ora vedo che "stupida prima" e' stato cambiato in "sciocca prima", e questo mi pare sicuramente un miglioramento... almeno il richiamo fonetico e' stato eliminato.
Infine, il dito "ancora puntato" mi disorienta, perche' non ricordo di avere letto che fosse mai stato puntato; allo stesso modo, una voce "tornata" tranquilla quando tranquilla non lo e' mai stata, oltre a disorientare, e' sbagliato da un punto di vista puramente oggettivo: quando queste cose le fa la Troisi, APRITI CIELO!, la Troisi non sa scrivere - che schifo...
Non capisco sinceramente perche' Arya non accetti queste critiche per quello che sono - cioe' dei piccoli aiuti (non perche' io sia piu' bravo o fico, ma semplicemente perche' quattro occhi vedono meglio di due), e oltretutto aiuti richiesti: per commentare il suo racconto mi ero limitato a usare la parola "geniale", mi ero sperticato in lodi, e morta li'. Ma se uno mi chiede delle critiche, e poi si offende e le rifiuta dopo che lo ho fornite, mi passa la voglia di criticare. Io non critico "per fare dispetto".
Non ce l'ho con te, Neshira, ma la reazione di AryaSnow mi ha disturbato.
Dovrebbe essere giusto anche come scritto, "si supera" non significa necessariamente "è stata risolta/annullata/ridimensionata: "Si è superata la fantasia" significa "la gente ha/noi abbiamo/ecc. superato la fantasia"; "la fantasia si è superata" significa "la fantasia ha superato sé stessa", il "si" vale "sé stessa".Per me quando una cosa "si supera", vuole dire che viene risolta, annullata, ridimensionata.
Quando invece una cosa "supera se' stessa", vuole dire quasi esattamente il contrario
La differenza è tra una cosa che si supera quando la cosa è soggetto e quando è oggetto: se io dico "Questa volta ti sei davvero superato", intendo "hai davvero superato te stesso", non "Ti sei ridimensionato".
Ma tu stesso hai detto che di norma ti convince, è in questo caso che, non sai perché, ma non ti convince; non penso che sia per le motivazioni che dici qui, altrimenti non avresti detto che altre volte ha fatto bene a farlo. Mi pare piú una questione di gusto personale che di tecnica (ipotizzando che in effetti la bambina, per quanto non sia stato detto, avesse il dito puntato verso l'alto da prima); o sei riuscito a focalizzare perché tecnicamente non ti convince?il dito "ancora puntato" mi disorienta, perche' non ricordo di avere letto che fosse mai stato puntato; allo stesso modo, una voce "tornata" tranquilla quando tranquilla non lo e' mai stata, oltre a disorientare, e' sbagliato da un punto di vista puramente oggettivo
No, certo: grammaticalmente è correttissimo. Ma il punto qui non è fare il compitino da prima media, dove la cosa più importante è che non ci siano errori di grammatica e di ortografia: il punto è scrivere in modo che la lettura non sia ostacolata, ma agevolata. Oltretutto, questa è esattamente la ragione per cui l'espressione "ha superato se' stesso" è stata coniata: per evitare l'ambiguità e la faticosità della frase a doppio significato, "si è superato".Dovrebbe essere giusto anche come scritto, "si supera" non significa necessariamente "è stata risolta/annullata/ridimensionata: "Si è superata la fantasia" significa "la gente ha/noi abbiamo/ecc. superato la fantasia"; "la fantasia si è superata" significa "la fantasia ha superato sé stessa", il "si" vale "sé stessa".
La differenza è tra una cosa che si supera quando la cosa è soggetto e quando è oggetto: se io dico "Questa volta ti sei davvero superato", intendo "hai davvero superato te stesso", non "Ti sei ridimensionato".
Ribadisco: non sto correggendo il compitino con matita blu e rossa: sto semplicemente dando le mie reazioni di lettore. Spesso non capisco nemmeno perché una cosa non mi funziona - e non sono nemmeno tenuto a fornirne una spiegazione. Se ho un'ipotesi la faccio, certo, ma questo è un di più. Da lettore posso solo dire quello che mi ha "funzionato", e quello che non mi ha "funzionato". È il migliore (e unico) feedback che posso fornire: non posso io insegnare ad AryaSnow come scrivere (non riuscirei mai a scrivere un racconto geniale come il suo), e tanto meno potrei insegnare a Martin come scrivere. Eppure sono in grado, da lettore, di dire anche a Martin che un certo passaggio proprio non mi ha "funzionato" - anche se non avessi la più pallida idea di come correggerlo.
Allora: dopo due giorni, delle "spiegazioni" del perché non mi convince mi sono anche venute in mente - e ora le ho date. Mi sembrano ragionevoli - ma che siano giuste o sbagliate, resta il fatto che quelle frasi sono disorientanti. Poi: quello che mi piace in uno scritto è la condensazione: ad esempio, quando in una sparatoria a un certo punto un personaggio "sanguina". Non occorre dire che quel personaggio è stato colpito da un proiettile, basta dire che "sanguina", e si capisce che è stato colpito da un proiettile. AryaSnow usa spesso questo tipo di trucco, e fa benissimo. Ma qui secondo me il "trucco" le è sfuggito di mano: ha osato troppo. In questo modo, semplicemente, non funziona - e credo che sia per le ragioni che ho dato.Ma tu stesso hai detto che di norma ti convince, è in questo caso che, non sai perché, ma non ti convince; non penso che sia per le motivazioni che dici qui, altrimenti non avresti detto che altre volte ha fatto bene a farlo. Mi pare piú una questione di gusto personale che di tecnica (ipotizzando che in effetti la bambina, per quanto non sia stato detto, avesse il dito puntato verso l'alto da prima); o sei riuscito a focalizzare perché tecnicamente non ti convince?il dito "ancora puntato" mi disorienta, perche' non ricordo di avere letto che fosse mai stato puntato; allo stesso modo, una voce "tornata" tranquilla quando tranquilla non lo e' mai stata, oltre a disorientare, e' sbagliato da un punto di vista puramente oggettivo
Avevo capito che dicessi altrimenti " />grammaticalmente è correttissimo
Ovviamente è solo la mia impressione, ma personalmente non mi ha causato confusione in tal senso (forse perché, ipotesi, inconsciamente ho fatto la distinzione detta), non mi è nemmeno venuto in mente l'altro significato.il punto qui non è fare il compitino da prima media, dove la cosa più importante è che non ci siano errori di grammatica e di ortografia: il punto è scrivere in modo che la lettura non sia ostacolata, ma agevolata
Neppure a me era venuto in mente: mi è venuto in mente dopo, cercando di capire perché non mi piacesse...Ovviamente è solo la mia impressione, ma personalmente non mi ha causato confusione in tal senso (forse perché, ipotesi, inconsciamente ho fatto la distinzione detta), non mi è nemmeno venuto in mente l'altro significato.
4° Contest di Scrittura Creativa: Il Mostro.
AVVERTENZA: questo pezzo fa parte di un'ambientazione più ampia, ma non è un estratto da un pezzo già scritto. (casomai avverrà il contrario)
"Isonomia"
Il corteo aveva attraversato la città al tramonto, come un serpente multicolore e molto arrabbiato. Le vie erano quasi deserte: ovunque negozi chiusi con assi di legno, finestre sprangate, transenne e polizia in assetto antisommossa, in attesa lungo il percorso.
Delfi sembrava ostile e chiusa, ma solo perché la gente era quasi tutta lì in corteo, attivisti locali, che avevano pianificato il percorso fino alla sede del summit tenendo conto delle eventuali vie di fuga. La polizia in Grecia era famosa per il trattamento riservato agli attivisti per i diritti civili.
La testa del corteo era occupata da un enorme striscione bianco e rosso, sorretto da un gruppo di daktyloi e centauri dai volti solenni. “ORA UCCIDETECI TUTTI” c'era scritto in greco e inglese.
Un gruppo di sidhe dipinti di blu suonava una marcia ipnotica con cornamuse, tamburi e violini, fianco a fianco con alcuni studenti dell'università di Atene che gridavano “Eleutheria, Isonomia, Parrhesia!”.
Poco più indietro l'associazione dei lavoratori coboldi inalberava una foresta di cartelli neri: su ciascuno c'era il nome di una fabbrica che teneva comportamenti discriminatori verso le persone non umane.
Ai margini del corteo alcuni ragazzi e ragazze attaccavano manifesti e distribuivano volantini ciclostilati in diverse lingue.
Ancora più avanti, gli angeli custodi del corteo, armati di walkie-talkie e scudi di plexiglas, avrebbero sostenuto per primi l'impatto delle cariche per permettere al resto del corteo di ripiegare su una via alternativa.
C'era nervosismo nell'aria, forse anche paura, ma dominavano rabbia e determinazione.
L'occasione era propizia: la risoluzione, scritta da Irlanda e Francia, era perfetta. Se solo Grecia, Germania e Inghilterra non avessero opposto il veto...
La speranza c'era, ma era cauta e mitigata dal timore che, pur di far firmare gli ultimi tre paesi, si sarebbe scesi a compromessi inaccettabili.
Per questo erano lì, giovani e meno giovani, di ogni specie, nazione e credo: avrebbero piantato le tende davanti alla sede del summit e non se ne sarebbero andati finché la risoluzione sui diritti delle persone non umane non fosse stata firmata.
Lo spiazzo davanti al palazzo del governo magico Greco sembrava immenso nelle cartoline, ma bastava a malapena per accogliere tutto quel popolo multiculturale e colorato.
Si erano seduti tutti per terra, e avevano iniziato a far girare bottiglie di vino e di birra e altri generi di conforto. In un angolo della piazza era stato montato una specie di palco, da cui parlavano i delegati, eletti dal movimento nei mesi precedenti, che stavano trattando per essere ammessi al summit.
“Le trattative si protraggono, non ci vogliono far entrare, perché hanno paura. Ma noi siamo stufi di subire. Non vogliamo tolleranza, perché tolleranza implica una concessione di un soggetto superiore ad uno inferiore. Noi vogliamo pari diritti e pari dignità!” diceva un goblin dalla pelle verde acceso. Era basso e rachitico ma aveva una voce possente e un'incrollabile fiducia nelle sue idee.
Dopo di lui prese il microfono un ragazzo bruno con le corna e un anello al naso. “Scusate l'intrusione, gente. Non sono un delegato, ma vi chiedo solo di guardare tutti là...” disse, sogghignando, e saltò giù dal palco.
C'era gente sul tetto del condominio indicato dallo sconosciuto e nel giro di qualche secondo la facciata fu ricoperta da uno striscione gigante. Le foto dei ragazzi morti nell'ultimo anno in manifestazione sorridevano al di sopra della scritta “CHI SONO I VERI MOSTRI?”, grandi abbastanza da essere visibili dai politici in riunione.
Dalla piazza si levò un immenso clamore, alcuni si alzarono in piedi agitando i pugni verso la polizia e poi qualcuno fece partire un coro, che si propagò a tutta la piazza: “VOGLIAMO DIRITTI, CI DATE POLIZIA! È QUESTA LA VOSTRA DEMOCRAZIA!”
Le trattative si sbloccarono quasi istantaneamente e i delegati del movimento entrarono a testa alta nel palazzo del governo. L'attesa fu lunga e snervante, ma nessuno si mosse, nemmeno in seguito alle pressioni della polizia, nemmeno quando gli agenti iniziarono a radunarsi ad un capo della piazza.
Verso le due di notte, il portone del palazzo del governo si aprì.
Una dei delegati, un'arpia, volò fuori e si appollaiò sulla cancellata.
“Hanno firmato!” esclamò, alzando il pugno al cielo, e la piazza esplose di gioia, musica e grida.
NOTE:
daktyloi= Folletti greci. vivono sottoterra e si dedicano alla costruzione di oggetti magici. hanno mani sproporzionate.
Eleutheria, Isonomia, Parrhesia = Libertà, Uguaglianza, Libertà di Espressione
4382 caratteri, note escluse.
Ecco cosa capita se un appassionato di fantasy ascolta troppo gli Ska-P... " />