@Kinginthenorth
Davvero molto bello il tuo racconto e carico di immagini di grande effetto. L'idea di uno scontro, una sorta di torneo, tra le incarnazioni dei vari vizi è intrigante e la protagonista sembra davvero decisa a portare a termine la sua scalata. Il duello con la personificazione dell'accidia è interessante perché, ovviamente, ogni vizio ha le sue peculiarità ed i suoi punti di forza. L'accidia rispetto ad altri può sembrare debole, invece ha dalla sua il potere di trasmettere l'indolenza a qualsiasi cosa capiti nel suo raggio d'azione. Da non sottovalutare.
E' solo facendo appello alla sua grande forza di volontà che la nostra "eroina" riesce a superare questa prova.
Sarebbe davvero interessante scoprire se alla fine riesce ad arrivare in vetta.
grazie erin! 
ho pensato al fatto che l'ira a volte può essere un "vizio" più forte del lasciarsi andare.. pensandoci bene l'essere umano quando subisce un torto innanzitutto può essere portato a deprimersi e non far niente per porvi rimedio, poi subentra l'ira più potente (in realtà mi serviva una scusa in modo che yakael dovesse per forza vincere lo scontro ahahhaha XD) e poi ci calmiamo e ragioniamo (in teoria :P) per il seguito, ci sto lavorando su 
Poi il seguito ci sto lavorando su...
Evvai!!! Sagaaaaaaaaaaaaa 
" />
Che spettacolo, dopo i pirati di Eddard, il popolo alato di Erin, si preannunciano le saghe di Ygritte(vero???) e di King(!!!) Ottimo direi.
Erin, grazie anche a te per il commento, e si, Cheddu mi ha proprio dato la sensazione di un nome sardo, per quello il diminutivo ho scelto di metterlo " />
il numero 7 ha tantissime coincidenze " />, spesso coi nani ci va a nozze, "sette anelli" " />
Oddio poi ci sarebbero i 7 samurai, i sette giorni della settimana, sette spose per sette fratelli...
ah vecchia barzelletta sui sette nani.
sette nani entrano in un bar, e siccome non arrivano al bancone, si mettono uno sull'altro, finché quello più in alto, appena appena visibile dalla punta del naso in su, chiede cortesemente: "sette the"
e il barista: "cucù!"
" />
Dopo minuti e minuti di tagli, taglione e tagliuzzi, ecco anche il mio racconto. C'è una parte forte ma non troppo. Spero apprezziate (niente Immis e Qembris, per ora li rimando a un altro contest). Novità.
Contest di Scrittura Creativa
Tema: I sette vizi capitali
Titolo: La guardia paziente
Caratteri (spazi inclusi): 4832
“Resta dove sei. Abbi pazienza.” si ripeté nella sua mente Maest Magmir.
Lo faceva sempre. Era costretto a farlo.
Dentro di sé era infelice e a volte esternava questa sua tristezza con un atteggiamento serio e un po’ burbero.
Quello che odiava non era tanto essere una guardia reale, costretta a eseguire qualsiasi ordine anche controvoglia, ma esserlo di re Rierthart.
“Uno dei peggiori re.” pensava Maest ogni volta che lo vedeva.
Un ubriacone, devoto più al vino che agli dei, e, come se non bastasse, un gran pu****iere: questo era, ormai, il re. Ancora non stava conoscendo la vecchiaia: era robusto, malgrado l’età, capelli neri e lunghi fino alle orecchie, e in faccia un eterno sorrisino sarcastico.
“Una faccia da prendere a pugni fino a rompere tutti i denti.” pensò Maest, mentre osservava il re nel suo bel trono.
Voleva dimenticare cos’era successo il giorno prima, ma non ci riusciva in nessun modo.
Nella sala del trono c’erano solo il re, Maest e una giovane ragazza dai capelli biondi e ondulati, con qualche lentiggine in faccia.
Rierthart non si era neanche sforzato di chiederle in nome.
Ci aveva pensato la ragazza stessa: <<Sono Admàra, vostra grazia, dall’Estremo Nord.>>
<<Oh, benissimo.>> aveva risposto il re <<Ora, però, togliti le tue cose.>>
<<Non ho armi con me, vostra grazia.>>
Il re si era lasciato andare in una sonora risata, quasi interminabile. <<No, cara. I vestiti. Adesso.>>
<<S-sire, mi vergogno.>>
<<I bambini non si sentono a disagio quando sono nudi. Fai finta di essere una bambina.>>
<<Non ci riesco.>>
<<Sai chi sono, fanciulla? Sono il re. Bisogna obbedire ai mie ordini. Togliti i vestiti. Se non lo farai, ci penserò io e ti assicuro che non sarò delicato.>>
Maest aveva dovuto stringere i pugni e i denti più forte che poteva.
“Resta dove sei.” si era ripetuto.
“Sei fortunato ad essere il mio re” avrebbe voluto urlargli. “Se non lo fossi, ti avrei già strappato quella tua lingua da serpe o lo avrei lasciato fare a quella povera fanciulla. Poi l’avrei fatta mangiare a quel b*****do di tuo figlio.”
La ragazza, mentre piangeva a dirotto, si era tolta tutto. <<Vieni, donzella. Non sei contenta? Sei la prima popolana a giacere con me qui sul mio scranno.>>
Dopo un’ora di gemiti e incitazioni, la grande umiliazione del trono di Naurash era conclusa. La ragazza, ancora in lacrime, si era rivestita ed era uscita.
Il re, poi, aveva rivolto il suo sorriso verso Maest. <<Ah, Magmir! Che cosa assurda tutti questi giuramenti. Sei una guardia reale e hai giurato di non giacere con nessuna donna. Ah! Chissà come fai a resistere?>>
“La vera sfida è resistere al desiderio di ucciderti.” <<Difficile, sire. Tuttavia ho fatto questa scelta e ci ho fatto l’abitudine.>>
<<Capisco. Sciocchezze! Che uomo è uno, che può usare solo l’arma in mezzo alla bocca e quella dentro al fodero, ma non quella in mezzo alle gambe?>>
“Di sicuro uno migliore di te”
<<Non saprei.>>
<<Vorresti che richiamassi quella fanciulla?>>
<<Ma, vostra grazia, ho fatto un giuramento di fronte agli dei. Commetterei un grave peccato, se non lo mantenessi.>>
<<Fammi il favore! Una frase sentita fin troppe volte.>>
<<Altri ordini, sire?>>
<<Beh, visto che non ti va ti sc****ti quella ragazza, vai pure a dormire.>>
Maest, dopo aver fatto un breve inchino, se n’era andato nelle sue stanze.
Finalmente, dopo ore di attesa, gli ospiti erano giunti in città.
<<Aprite le porte del palazzo.>> ordinò il re.
La sala del trono era molto larga e spaziosa, per cui Rierthart aveva deciso di allestirci un banchetto. C’era un solo lungo tavolo.
Il re si posizionò a capotavola. Vicino a lui stavano suo figlio Magnaest e i lord Cemberash e Riermasum. Più in là sedevano gli ospiti, vicino ai quali c’erano lo zio di Maest, lord Nimadart e le loro mogli.
Maest si ritrovò seduto vicino a un ragazzo, che diceva di chiamarsi Dîmoit. Era di poche parole ma quelle erano sempre dette al momento giusto. Due ragazzi, Torath il Giovane e Minwes Phimmêre non fecero altro che elogiare la qualità del cibo.
Alcuni giullari si esibirono, saltando, danzando, facendo acrobazie, cadendo e facendo scompisciare dalle risate il re, che si era sporcato la tunica con il vino.
Torath Renwos, allora, si rivolse a lui: <<Vedo con piacere che siete di buon umore, Altezza.>>
<<Io sono sempre di buon umore, soprattutto con una coppa di vino in una mano e un bel paio di seni nell’altra.>>
“Sciocco. Il suo amato vino gli ha fatto appena rivelare la sua peggiore abitudine.”
Il banchetto si chiuse con una poesia di un cantastorie sui tempi remoti. La sua voce era imponente, piena di dolore, ma mai stonata.
Il testo parlava del fatto che non ci fossero più re coraggiosi e desti in guerra. Le grandi casate erano ormai sparite.
“Una poesia piena di verità. Specialmente con Rierthart.”
E bravo Eddard!
Peggio del peggior Martin, ci fa tribolare in attesa delle novità sulle sorti di Immis...
Però questo scritto mi piace!
Non succede niente! Tranne che tante considerazioni, che diventano il centro del racconto stesso.
Mi è piaciuto sia il ritmo che la scelta.
Continuo poi ad avere facile immaginario nei racconti delle tue storie, questo è un aspetto che non posso assolutamente sottovalutare.
Bravo!
Giovane pirata " />
Ecco qua, finalmente ce l'ho fatta!
Alla fine ne sono discretamente soddisfatta.
L'ho riscritto almeno cinque volte prima di trovare una visione che mi andasse bene.
XXVI Contest di Scrittura Creativa.
I sette vizi capitali.
Titolo: Ira e orgoglio.
Numero caratteri: 4955 (letter count)
“Papà, tu mi proteggi sempre, vero?”
“Certo, piccolino, non devi aver paura.”
“Se papà sta con Kirian nemmeno i tuoni fanno paura! Papà protegge sempre Kirian!”
I ricordi di quel temporale notturno sfrecciarono assurdi e impietosi nella mente di Keroy, uniti alla sensazione di calore che gli aveva dato aver quel corpicino stretto al proprio petto.
Si inginocchiò davanti al bambino, constatando con orrore la gravità delle ferite.
Ho promesso che ti avrei protetto sempre… figlio mio, perdonami! Perdonami!
“Kirian – mormorò – ti prego… sono papà, sono venuto a salvarti… io…”
Il piccolo emise un flebile pigolio mentre gli veniva sollevato il busto con delicatezza. Gli occhi restarono chiusi, il volto contratto per il dolore provocato dalle lacerazioni su tutto il corpo.
La mano che teneva la schiena andò delicatamente all’attaccatura delle piccole ali nere e Keroy sussultò quando si accorse che erano state in parte strappate, la sinistra unita al corpo solo da una lieve striscia di cartilagine.
“Oh no – balbettò con disperazione – questo non…”
“Papà, perché le ali di Kirian non sono come quelle della mamma?”
“Perché… ecco, perché tu sei speciale.”
“Vuol dire che Kirian un giorno vola in un modo speciale?”
“… vedrai, Kirian, tua madre ti curerà e volerai… certo che volerai – la voce quasi gli si spezzò nel fare quella nuova promessa – in un modo speciale, come sei tu… coraggio.”
“Lascia che esali gli ultimi respiri – una nuova figura entrò nella radura – o meglio, fammi terminare l’opera.”
Il signore della torre si irrigidì, gli occhi che diventavano freddi e spietati, mentre il viso assumeva un’espressione impassibile. La stessa che i suoi nemici vedevano pochi istanti prima di morire.
Con estrema calma e gentilezza depose il piccolo a terra, coprendolo col mantello. Solo dopo aver provveduto al figlioletto si alzò in piedi e si volse verso il suo avversario.
“Rasier.”
Maledetto, dovevo immaginare che c’eri tu dietro tutto questo.
“Tu e mia figlia non vi aspettavate davvero che lasciassi vivo un simile abominio – dichiarò il signore degli Aler, facendosi avanti alla luce del tramonto – il suo destino era morire già nel grembo materno: questi cinque anni che gli sono stati concessi sono anche troppi.”
L’orgoglio ed il disprezzo trasudavano dalla sua voce; gli occhi ambrati puntavano Keroy, ma non mancavano di andare a Kirian che ancora pigolava.
“Ed il grande signore degli Aler non si fa scrupoli ad attaccare un bambino indifeso, vero?”
Nessun umano avrebbe mai parlato così ad un Aler, ma a Keroy non importava. Sentiva un nuovo furore dentro di sé, completamente diverso dalla rabbia che lo pervadeva quando combatteva. Era un’ira più profonda e violenta, alimentata da ogni ferita di Kirian, da ogni respiro strozzato che emetteva, da quelle ali nere attaccate per miracolo alla schiena.
“Papà, tu mi proteggi sempre, vero?”
La mano andò alla spada ricurva che portava alla cintura: appena toccò l’elsa i poteri kantari iniziarono a scorrere verso l’arma in un flusso potente e rabbioso. Il sangue ribolliva nelle sue vene, poteva sentirlo rombare nelle sue orecchie e, per la prima volta in vita sua, non aveva alcuna intenzione di controllarlo.
“L’hai quasi ucciso.” sibilò.
“Ti sei intromesso una volta di troppo nelle faccende del mio popolo, umano. – ribatté l’Aler – Allontanati da quell’abomino o mi dimenticherò che siamo stati alleati.”
“La nostra alleanza è finita nel momento in cui hai attaccato mio figlio! Il tuo stesso sangue, tuo nipote! Quanto è prezioso questo orgoglio Aler, eh?”
Sguainò la spada, la lama che sembrava d’argento liquido per tutta la magia che vi fluiva dentro.
“Più di quanto tu creda… di certo più della tua vita.” Rasier spiegò le sue splendide ali bianche dai riflessi argentati e contemporaneamente protese le sue mani. Le unghie si allungarono assumendo la forma di artigli: non c’erano dubbi che fossero state quelle lame a ferire Kirian… sembrò quasi di vedere ogni singola unghia che lacerava il corpicino inerme.
Kirian…
“Papà…”
Un nuovo doloroso richiamo: non un pigolio, ma una parola ben chiara.
La mano divenne bianca per la presa che aveva sull’arma.
“Sciocco umano – sospirò Rasier, con quella che si poteva definire irritazione – quale debolezza ti ha spinto ad accettare un figlio deforme persino per la tua stessa gente?”
Ma Keroy non ascoltava quelle accuse proprie di una razza imprigionata in un feroce orgoglio, tanto da eliminare chi non era perfetto in una spietata selezione che non aveva niente di umano.
Tutta la sua persona era invasa dalla rabbia contro l’aggressore di suo figlio.
“Quale follia ti ha spinto per provocare l’ira del Signore della torre, detentore dei poteri kantari? – sussurrò, avanzando di un passo – Hai segnato il tuo destino, Rasier: il tuo prezioso orgoglio Aler cesserà di esistere in questa radura.”
Un nuovo pigolio, flebile e macabro segnale d’inizio per quello scontro all’ultimo sangue.
“Papà protegge sempre Kirian!”
Ancora Keroy e Kirian!!!
Ma porca miseria... la sfidaaaaaaaaaaaaaa uff... Martin vi ha plagiato!!!
Comunque che dire, se non ripetere che leggerti è sempre un piacere?
Beh si, una cosa, DEVI scrivere in ogni contest! " />
letti gli ultimi due
@Eddard
Questo è di nuovo quello che trovo migliore. E' scritto bene e mi piace come hai alternato parole e pensieri del protagonista. Si riesce ben ad inquadrare la scena ed i personaggi. Manca forse un po' un evento, un accadimento che - come si dice - porta la storia avanti e manca quindi un vero e proprio climax. Tuttavia, è interessante la descrizione del vizio visto da un occhio esterno, consapevole e critico. Bravo!
@Erin
Non mi puoi lasciare così!!! Cosa succede a Kirian??? Scritto bene, come sempre, le immagini sono suggestive. Il mondo degli Aler e la storia che è alle spalle, davanti e tutto intorno al racconto è molto affascinante. Rimane un po' quel senso di attesa, di uno scontro che ancora non c'è stato, di un esito che non si vede e non è così scontato ed in alcuni punti del dialogo tra Keroy e Rasier si fa un pochino fatica a distinguere le due voci. Comunque, di nuovo mi hai toccato il cuore. Complimenti e... mi raccomando vai avanti 'ché sono sempre più curiosa.
"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)
@Eddard
trovo molto interessante la scelta di far vedere un vizio agli occhi di un personaggio esterno. Ancora di più salta agli occhi "l'essere vizio" se l'osservatore è una persona che ad esso ha rinunciato. Si sente tutta la tensione del protagonista nel dover assistere a quelle scene e a dover rispondere con cortesia alle provocazioni di quel sovrano che disprezza. Molto d'effetto e sicuramente originale
Grazie per i complimenti, nonno
Maya per quanto riguarda il tuo commento:
piuttosto che sul duello ho voluto porre l'attenzione sul momento in cui l'ira di Keroy cresce fino a diventare inarrestabile, alimentata da quanto è successo al bambino. In questo modo ho avuto anche occasione di rendere un po' più profonda la figura del padre di Kirian che fino a quel momento era rimasta in ombra rispetto a Risa (o almeno, questo era il mio intento 
" /> )
Il senso d'attesa per un combattimento dall'esito non certo scontato spero non sia un fattore troppo negativo, insomma è la suspance xD
Povero Kirian, lo so, quello che gli succede è davvero brutto 
" />
Li ho letti tutti :P e commentati tutti sul mio personalissimo e super segretissimo foglio word protetto da una password a 256 cifre più un codice captcha alfanumerico!
XD
Come al solito commenterò alla fine della fase di raccolta degli scritti
<br />Maya per quanto riguarda il tuo commento:<br />
<br />piuttosto che sul duello ho voluto porre l'attenzione sul momento in cui l'ira di Keroy cresce fino a diventare inarrestabile, alimentata da quanto è successo al bambino. In questo modo ho avuto anche occasione di rendere un po' più profonda la figura del padre di Kirian che fino a quel momento era rimasta in ombra rispetto a Risa (o almeno, questo era il mio intento " /> )<br />Il senso d'attesa per un combattimento dall'esito non certo scontato spero non sia un fattore troppo negativo, insomma è la suspance xD<br />Povero Kirian, lo so, quello che gli succede è davvero brutto " /><br />
<br /><br /><br />Assolutamente non negativo, il contrario<br /><br />
<br />Mi piace il fatto che non sia affatto evidente come andrà a finire, che l'happy ending non sia scontato, che il finale sia aperto. Si capisce che hai voluto puntare sulla frustrazione e sulla rabbia di Keroy. Solo sono curiosa di sapere come andrà a finire, ma è anche provare ad immaginare e quindi assolutamente non è un fattore negativo, anzi.
"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)
Il tempo scivola inesorabilmente... ce la farò a completare il mio racconto?
(questo è un post del tutto inutile che ha il solo scopo di riportare il topic in cima alla lista degli ultimi contenuti aggiornati. La caccia ai lettori è ufficialmente aperta ).
"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)
Il tempo scivola inesorabilmente... ce la farò a completare il mio racconto?
(questo è un post del tutto inutile che ha il solo scopo di riportare il topic in cima alla lista degli ultimi contenuti aggiornati. La caccia ai lettori è ufficialmente aperta
ma sono fiduciosa che posterai uno dei tuoi bellissimi scritti 
" />
Mi accodo al post dubbioso....riuscirò a scrivere in tempo per il contest? Ad oggi non ho nemmeno l'idea (quella inixiale ha fatto capolino ma è stata decisamente cassata) e la vedo molto molto male!
Dai dai che ancora ci son 6 giorni " />
Il tempo scivola inesorabilmente... ce la farò a completare il mio racconto?
(questo è un post del tutto inutile che ha il solo scopo di riportare il topic in cima alla lista degli ultimi contenuti aggiornati. La caccia ai lettori è ufficialmente aperta
ma sono fiduciosa che posterai uno dei tuoi bellissimi scritti
Allora, la buona notizia è che ho avuto un'ispirazione. La cattiva notizia è che un racconto molto trash.
"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)
