Ygritte:
Colpo di scena alla fine in stile Martin(o così penso io)e il fatidico mostro che non si vede ma si sente secondo me rendono il racconto bellissimo(lo era già)
e che penso sia la gravidanza che avanza,e la voglia del padre(o della madre o di entrambi non so,poi dimmi tu) di avere un figlio più forte,forse della madre,motivo per la quale era così silenziosa e buona con lui
Emma:
Bel racconto,colpo di scena alla fine un po' scontato secondo me
o almeno pensavi che finisse male
comunque l'ambientazione in un futuro nel quale non conoscono
la nutella
è un futuro un po' squallido e riguardo al tema del contest penso che sia tutto oltre il limite dell'immaginazione
Hacktuhana:
Racconto emozionante,subito non pensavo a quei bambini come
autistici
e già di per sè il fatto che ci sia qualcuno
che li aiuta
rende il racconto bello...poi il colpo di scena finale
il motivo per il quale non vuole tornare a casa e non parla
è stato un colpo di genio
Scusate,essendo qui da poco non lo so...ma ogni anno è così difficile scegliere il racconto migliore??
Rispondo sotto spoiler a nonno Hacktuana e a Re del Nord, per dare un minimo di spiegazione alle mie scelte.
E' chiaro che poi chi legge ha una sua interpretazione della storia, ma può anche essere che sia andata fuori tema io, o non mi sia fatta capire affatto.
Nella scelta della storia da raccontare ho pensato alla situazione peggiore che possa accadere ad una madre (io ho una bimba piccola, come già ho scritto, ed è stato facile per me immedesimarmi). Ho pensato che il limite estremo per una madre sia quello di dimenticarsi di quanto ama suo figlio. So che quel limite spesso viene superato e ne leggiamo sui giornali, quando sentiamo parlare di madri che in un momento di follia dimenticano tutto l'amore per i propri figli, (ed io sono sicura ci sia, almeno nel 90% dei casi). Un amore smisurato che viene cancellato dalla follia. Ecco, questo per me è il limite più doloroso, e quindi volevo tentare di scriverne. Non so se ci sono riuscita.
Rispondo sotto spoiler a nonno Hacktuana e a Re del Nord, per dare un minimo di spiegazione alle mie scelte.
E' chiaro che poi chi legge ha una sua interpretazione della storia, ma può anche essere che sia andata fuori tema io, o non mi sia fatta capire affatto.
Nella scelta della storia da raccontare ho pensato alla situazione peggiore che possa accadere ad una madre (io ho una bimba piccola, come già ho scritto, ed è stato facile per me immedesimarmi). Ho pensato che il limite estremo per una madre sia quello di dimenticarsi di quanto ama suo figlio. So che quel limite spesso viene superato e ne leggiamo sui giornali, quando sentiamo parlare di madri che in un momento di follia dimenticano tutto l'amore per i propri figli, (ed io sono sicura ci sia, almeno nel 90% dei casi). Un amore smisurato che viene cancellato dalla follia. Ecco, questo per me è il limite più doloroso, e quindi volevo tentare di scriverne. Non so se ci sono riuscita.
Ygritte, nipote, ti rispondo sotto spoiler, e facciamo tutto di nascosto " />
Si ci sei riuscita benissimo, è che la situazione si presta anche a spiegazioni similari, tipo il volere un'altra maternità come dice Re del Nord, a cui non avevo pensato, oppure, come pensavo io, un male incurabile(il cancro) della madre, che la fa impazzire... facendole uccidere il figlio, che perderà comunque, oppure per portarlo con se... insomma, una spiegazione più razionale, se di razionale si può parlare
Comunque la tua spiegazione è più che congrua, e senza stare a chiedersi troppi perché, risponde decisamente al gesto finale, per me, mozzafiato.
Ossia, anche senza la tua precisazione, il racconto è completo e completamente comprensibile!
Ecco i miei commenti
@Ygritte
oh wow... lo uccide? sono rimasta spiazzata, insomma si capiva che il bambino era debole e con dei problemi e che di questo in qualche modo risentiva la sua famiglia, ma non mi aspettavo un finale così tragico. Eppure è anche una cosa tremendamente attuale con quello che si sente troppo spesso nei telegiornali. Povero piccolo, sono davvero entrata in empatia con il suo mondo infantile, con le sue debolezze, con il trovare sempre conforto nella madre che, ahimè, gli farà fare quella brutta fine. Tremendamente attuale
Peppa pig comunque è il male... è solo una piccola precisazione u.u
@Emma
Non ho potuto far a meno di ricollegarmi all'ambientazione Orwelliana di 1984 mentre continuavo a leggere il tuo racconto.
Del resto i segnali ci sono tutti: cercare di ricollegarsi ad un passato che il sistema vuole che venga dimenticato, dove si era liberi di fare quello che si voleva (alienante pensare che persino mangiare nutella o cibi preferiti sia una cosa proibita perché tutto viene controllato dal sistema). Il sistema priva anche dei nomi, usando invece le lettere (meglio queste rispetto ai numeri, approvo la scelta), decide le attività e anche la morte delle persone.
Per come l'avevi impostato non mi aspettavo che Alpha decidesse di raccogliere l'eredità di omicron: pensavo che decidesse di far finta che niente fosse successo e continuare la sua vita imposta. Piacevole sorpresa, sono sempre felice quando la speranza non muore mai.
@hacktuhana
è stato davvero un piacere vedere che a questo giro ti sei allontanato dalla tua amata poesia per andare verso un racconto.
Devo dire che mi ha emozionato tanto: quello dei bambini autistici è un tema molto delicato da trattare e le tue descrizioni di ciascuno di loro mi hanno colpito al cuore. Angelo li conosce uno per uno, con le loro caratteristiche, i loro problemi. Oltre a Marco mi ha fatto una tenerezza incredibile il bambino che starnutisce per farsi dire "salute" in modo da rispondere che "l'altro è gentile".
Per quanto riguarda Marco fa davvero impressione immaginarlo così fragile e silenzioso, con quegli occhi che guardano oltre, forse capendo le persone più del previsto. E' una presenza silenziosa eppure assolutamente tangibile, capace di suscitare in Angelo tantissimi pensieri.
Complimenti per la scelta e per come hai trattato il tema. Mi sono piaciute queste immagini e dialoghi spezzettati, come tanti frammenti del giro quotidiano del pulmino per questi bambini speciali.
Inoltre ringrazio Ygritte per i complimenti
e ovviamente hacktuhana, sono arrossita quando ho letto il tuo commento, sul serio.
Diamine, mi avete fatto venire davvero voglia di fare una storia su Risa e Keroy
@hacktuana
Lacrimuccia!
Bravo nonno, mi hai fatto commuovere! Ho avuto un po' di difficoltà iniziale a capire chi parlava e quando, ma mi è venuto da piangere a pensare a quel volontario che dopo aver vissuto una giornata intensa con quei tesori, a chiedersi il senso di tante cose e a emozionarsi della vita stessa, torna a casa da qualcuno che non c'è più.
@Re del Nord
Non me lo aspettavo! Che fossero formiche, intendo! Mi ha fatto sorridere, molto carino il tuo racconto! Come hanno già detto la punteggiatura va un po' rivista, ma il viaggio lo hai reso bene e anche la suspence sull'identità dei viaggiatori!
@Eddard Greyjoy
Il tuo racconto mi fa pensare che tu non abbia avuto tempo di rivederlo, c'è una frase che ripeti a parti invertite nelle prime righe (quella sul fatto che è da quando aveva 15 anni che è protetto del lord) e risulta ridondante. La storia è molto carina e il fatto che alla fine Nwenâm paghi i suoi errori in maniera così drastica ha un suo fascino. Devo dirti la verità, ho pensato molto a Theon leggendolo!
@hacktuana
bene nonno, abbiamo fatto tutto sottobanco " />
grazie ancora per i tuoi commenti!
Ecco i miei commenti
@Ygritte
oh wow... lo uccide? sono rimasta spiazzata, insomma si capiva che il bambino era debole e con dei problemi e che di questo in qualche modo risentiva la sua famiglia, ma non mi aspettavo un finale così tragico. Eppure è anche una cosa tremendamente attuale con quello che si sente troppo spesso nei telegiornali. Povero piccolo, sono davvero entrata in empatia con il suo mondo infantile, con le sue debolezze, con il trovare sempre conforto nella madre che, ahimè, gli farà fare quella brutta fine. Tremendamente attuale
Peppa pig comunque è il male... è solo una piccola precisazione u.u
Erin grazie per il tuo commento
Si la madre alla fine lo uccide, ma non c'è una motivazione plausibile. La madre gli vuole bene, solo che ad un certo punto oltrepassa il limite in cui è madre per cadere nel raptus della follia. E' una donna con problemi, che si rispecchiano nel bambino. In effetti non è chiaro, ma il bambino non ha alcun problema di salute (a parte i soliti piccoli problemucci dei bimbi che vanno all'asilo), ma è ossessionato da voci che urlano, sicuramente ha sentito i genitori litigare più volte. Il padre non sa come trattare quella donna che gli sta svanendo accanto, si rende conto che la sua famiglia si sta disintegrando ma non sa come affrontare la situazione. E lei alla fine non è più lei, non è più madre.
Godetevi gli ultimi raggi di sole sul complimentoso Mulino Bianco del contest. Il gelo delle mie critiche arriverà presto.
Winter is coming.
Metamorfo ben vengano anche le critiche. Sennò poi ci si siede sugli allori eh!
Inviato dal mio GT-I8260 utilizzando Tapatalk
Nwenam aveva quindici anni quando divenne il protetto e per due anni fu allevato quasi come un figlio dal lord.
Ygritte, scusa, questa frase mi ero scordato di toglierla. Scusate, fate finta che non ci sia questa frase. Mi rivolgo a tutti. Mi ero dimenticato di tagliarla.
A proposito. posso andare a modificare tagliando quella frase citata prima o ormai devo lasciarlo così com' è il racconto?
Se non posso, fate finta che quella frase non ci sia (quella che ho messo sotto spoiler).
XXIV CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA
Traccia: oltre il limite
Titolo: una scatolina gialla
battute (spazi inclusi): 4997
Il giorno in cui la vita aveva bussato alla porta di Mary Rose, lei non l'aveva mica riconosciuta! Forse perché aveva l’aspetto di un bimbetto bianco con gli occhi blu ed il sorriso che riempiva tutta la faccia, ‘ché i bimbetti bianchi di solito non andavano mica a bussare alle case dei negri come lei.
-Buongiorno signora, li compri i miei biscotti?-. Mary Rose era rimasta in silenzio con la bocca aperta, che sua mamma le diceva sempre che così sembrava ancora più scema, “una grossa negra scema”, proprio così diceva. L’immensa figura di Mary Rose riempiva tutto l’ingresso della sua piccola casa.
-Sono buoni sai signora? Li ha fatti la mamma-, disse quello, porgendole una scatolina gialla. Nessun bianco aveva mai chiamato Mary Rose “signora”. Nemmeno i bianchi che servivano gli altri bianchi. Nemmeno i bimbetti con gli occhi blu ed il sorriso che riempiva tutta la faccia. Lei non si era mai chiesta il “perché” di questo. Mary Rose non si chiedeva mai il “perché” di niente, ‘ché tanto le risposte non le aveva mica. Era così e basta, pensava. Ognuno deve stare al posto suo e le cose te le prendi come vengono, senza chiedere niente. Così pensava Mary Rose. "Prega, lavora e sta zitta": sua madre glielo aveva ripetuto ogni giorno fino al giorno che poi era morta. E quel giorno lì la sua vecchia casa era stata piena di persone che erano venute a piangere e pregare. Proprio così era andata.
-Te li compri i biscotti signora?-, insistette il bimbetto bianco con gli occhi blu ed il sorriso che riempiva tutta la faccia. Mary Rose prese la sua borsa che stava proprio lì sul tavolo e tirò fuori una grossa moneta. –Grazie signora-, disse quello porgendole una scatolina e due monete più piccole per poi rimettersi in cammino, tirandosi dietro un carretto rosso pieno di scatoline gialle, tutte identiche a quella che Mary Rose teneva nelle sue grosse mani.
La strada che portava dalla casa di Mary Rose alla fermata dell’autobus non era tanta. Quando, come quel giorno, si trovava a passare le persone la salutavano con un sorriso, ‘ché anche se Mary Rose era proprio una negra enorme, era buona pure. Così lei pensava e lo pensavano anche tutti gli altri. Andava in chiesa la Domenica e pregava tutti i giorni e faceva sempre quello che le dicevano e non si metteva in testa le idee strane che c’avevano certi altri negri, specie da quando quella sull’autobus non si era voluta alzare per lasciare il posto all’uomo bianco. Se quello non era il posto dei negri, perché stava lì? Quella poi l’avevano arrestata e poi l’avevano fatta tornare a casa ed ora tutti parlavano di questo, sempre.
“Alle persone buone capitano cose buone, alle persone cattive capitano quelle cattive", diceva anche sempre sua madre. Le cose che capitavano a Mary Rose, le decideva il Signore, così pensava, mai lei non sempre le capiva, perché era solo una grossa negra scema di Montgomery, Alabama, proprio così pensava. Mary Rose non capiva le barzellette di Piccolo Tom, che tutti ci ridevano tanto. Non capiva le cose che Aibileen Bates le diceva di nascosto su bianchi e neri che sono uguali. A lei questa cosa qui mica sembrava tanto vera, ma Aibileen diceva che era proprio così invece!
Mary Rose non capiva le storie della Bibbia pure. E nemmeno le prediche del reverendo Jackson. E nemmeno aveva capito mai perché le cose che suo padre la faceva da piccola, a lei facevano tanto male. Gliela aveva detto pure una volta. Lui aveva risposto che era colpa sua se le faceva male e che non capiva nulla. Suo padre l'amore suo lo dava così! Mary Rose però si sentiva sempre triste di questo ed arrabbiata pure ed allora pregava molto forte, ‘ché sua madre diceva che proprio è un brutto peccato pensare male dei genitori.
Fu dopo aver superato la casa di Minnie Davis, che Mary Rose sentì quel lamento. Lei badava sempre ai fatti suoi, ma quella volta chissà perché invece no. Con quel suo passo lento e pesante, andò invece nel vicolo dietro la casa di Minnie. E lì vide che c’era un negro che non conosceva con i pantaloni abbassati. E c’era il carretto rosso. E c’erano tutte le scatoline gialle sparpagliate in terra. E c’era il bimbetto bianco con gli occhi blu come il cielo, ma il suo sorriso non riempiva più tutta la faccia. Piangeva invece ed aveva i pantaloni abbassati lui pure.
Il negro che Mary Rose non conosceva si voltò verso di lei: –Vattene via grassona!-. Lei però invece non si mosse. –Sei sorda oltre ad essere scema?-, chiese quello. Mary Rose era scema, sì, ma sorda, proprio no. Aveva sentito la voce del negro che non conosceva. E quella del bimbetto bianco con gli occhi blu che però non stava dicendo nulla. E anche un’altra voce che chissà da dove veniva.
Con una spinta buttò giù il negro che non conosceva. Gli montò addosso e con tutta la forza che poteva venire da quel suo corpo gigantesco iniziò a sbattere a terra la testa di quello, fintanto che tra la mani sue c’era solo più sangue e carne. E Mary Rose pensò allora che quel giorno avrebbe dovuto pregare molto, molto forte.
@Maya
Accidenti che bello!
Ho trovato bellissima quest'idea di "ribaltare la scena" e mostrare un bianco nel territorio dei negri (uso i medesimi termini tuoi).
Mary Rose è fantastica nella sua semplicità, nella sua ingenuità, nei suoi pochi e chiari concetti che ha nella sua vita: ho adorato come hai descritto i suoi pensieri, con il linguaggio adatto a lei (specie il 'che), è servito a farmi entrare nel suo mondo. La protagonista è chiusa nella quotidianità che le hanno fatto conoscere: non è coraggiosa o oppositrice del sistema, tutt'altro. Riconosce la differenza tra bianchi e neri e ritiene che se esiste un motivo c'è. E' una persona dalla mente semplice, senza porsi troppe domande: fai da brava e dio ti ripaga con cose buone... se ti comporti male prega tanto per avere il perdono.
Mi ha fatto tanta tenerezza quando ha parlato della sua famiglia, del padre che abusava di lei: quel non capire nemmeno quel dolore, come tante altre cose, mi ha davvero stretto il cuore. Una persona condannata ad accettare tutto questo, ma che nonostante tutto ha una bellissima purezza dentro di sé, una dolcezza ed ingenuità che la rendono simpatica a prima vista.
La scena finale mi ha colpito davvero tanto: non mi aspettavo una scena così cattiva, ma la reazione di Mary ci sta benissimo. Quel "non farsi gli affari suoi", sentire il pianto del bambino anche se non dice una parola non dico nemmeno che le danno la forza... semplicemente lei sente che è giusto fare così, anche se poi dovrà pregare per chiedere scusa.
Davvero bellissimo, mi è piaciuto un sacco
Anche stavolta ci sono diversi racconti che mi piacciono molto, e due spiccano (per mio gusto personale)
E forse ho una mezza idea...
Uu, ma che bel contest, adoro leggere racconti !!
Intanto ho letto i primi due, poi vedrò anche gli altri con calma^^
@La sposa del re: O mamma, il tuo racconto mi ha fatto troppo ridere (anche se il ripetersi di quella parola è anche eccessivo)!! E' scritto bene e ha comunque la sua morale^^
@Erin: sicuramente dovrò rileggerlo. La prima impressione è molto buona, un racconto commovente e toccante, che potrebbe essere sviluppato in grande. Solo da quelle poche parole mi vien voglia di saper molto di più di Risa e Keroy (chissà che mondo ti sei già inventata)!