Eccomiiiiiiiiii tutta contenta e pimpante " />
Ovviamente, come sempre, si tratta di pareri e percezioni esclusivamente personali e non di giudizi assoluti!
Non so se riesco a fare tutti i commenti insieme, per ora inizio e vedo dove arriviamo:
@hacktuhana:
la poesia è pure più difficile da commentare della prosa...
Mi è piaciuta molto: le immagini sono belle, trasmette emozione e ho apprezzato figure retoriche qua e là. Insomma, le cose che cerco e mi piacciono nelle poesie ci sono tutte.
In un'ottica di voto, non mi sento di votarlo perchè non posso metterlo sullo stesso piano degli altri lavori, in quanto si tratta di due cose diverse, dunque non riesco neanche a fare "confronti di gradimento".
@Lady Robin Snow:
Mi piace la storia, mi piace il tema, mi piace la svolta finale nella trama, mi piacciono i toni quotidiani e delicati con cui è raccontata, perfettamente adeguati.
Trovo qualche "imprecisione" qua e là: il punto che meno "mi convince" credo sia la frase centrale "Sorrise pensando quanto Chiara fosse diversa: totalmente estrema nel suo essere di sinistra, totalmente atea, totalmente contraria al perbenismo: votare una destra moderata, andare a chiesa tutte le domeniche mattina, a Natale e Pasqua, assecondare la propria famiglia, per poi fare di nascosto quello che di norma veniva proibito". A parte i due doppi punti, la prima volta ho dovuto rileggerla due volte per comprenderla bene.
Ho trovato anche qualche piccola ripetizione (tanto per citarne una: "con la persona con cui") e punti in cui personalmente avrei scelto una punteggiatura differente.
E' tra i miei preferiti. Però, dovendone scegliere solo due, mi trovo a dover far pesare anche le piccole imprecisioni come queste.
@dario snow
E' una bella idea, è un bel flusso di coscienza, le frasi scivolano via facili... ma non si possono ignorare tutti quegli errori. Semplicemente non riesco ad accettare che si scelga di partecipare a un contest (per quanto informale esso possa essere) senza accenti, apostrofi, maiuscole dopo il punto e altro ancora. In più, anche in questo caso, non riesco a considerarlo un racconto perchè non c'è una trama vera e propria, è un breve flusso di coscienza/una riflessione su un fatto puntuale.
@Erin
Mi piace, lo trovo stilisticamente buono... ma effettivamente è un po' troppo didascalico e questo rende il tutto macchinoso e meno godibile.
@Ygritte
E' carino. Apprezzo la scelta del tema (ho fatto il tifo per il signore asiatico sin dall'inizio) e lo stile è pulito e scorrevole come sempre. Però l'ho trovato... privo di mordente, se così possiamo dire. Non mi ha colpita. In parte credo sia stato perchè ho intuito da subito come sarebbe andata a finire, in parte forse perchè ho trovato i dialoghi un pelo stereotipati. Non so, però... non mi ha colpita.
@Metamorfo
Ecco, questo sì che mi ha colpita, a partire dalla prima frase, che cattura immediatamente l'attenzione e ti mette addosso la curiosità di scoprire di cosa parlerà. Senza dubbio è il mio preferito e gli assegno anche il primo voto.
Mi ha quasi commossa (e tu aspiravi al premio Bolton?), l'ho trovato di una delicatezza splendida. La scelta delle immagini, delle espressioni, del linguaggio.. non c'è niente di banale ed è tutto perfettamente coerente e coeso.
@Albert Stark
Mi piace! Come nel caso precedente, mi piacciono le immagini che scegli nei tuoi racconti, e si vede che pensi le storie come sceneggiature: mi piace la struttura del racconto, come si distribuisce nei vari paragrafi, mi piacciono le singole scene. E' anche più curato del precedente e lo apprezzo.
Una perplessità mi nasce dal fatto che il racconto è interamente all'indicativo, cosa che personalmente non mi entusiasma, penso che la prosa ne perda di... "movimento".
@EmmaSnow
Mi piace molto lo stile, ancora una volta pulito, scorrevole. E' vero che resta piano tutto il tempo, però, considerata l'atmosfera, non l'ho trovato un fatto negativo in sè e per sè. Mi è piaciuto il finale, questa volta non me l'aspettavo, o comunque il racconto è scivolato via talmente liscio che non ho avuto tempo di farmi domande, ero troppo impegnata a lasciarmi prendere " />
Forse un po' si sente che è stato sfoltito, ma trovo che renda bene anche così.
Adesso mi sa che devo fermarmi, purtroppo, ho dormito 4 ore stanotte e la stanchezza inizia a farsi sentire " />
Domani finisco, giuro! e ufficializzo i voti (il secondo si trova nella prossima tornata di commenti in realtà)
@Erin
ti ringrazio tanto del commento 'caloroso' dedicato a Tersite, mi ha fatto molto piacere leggerlo..
Inutile dire che anche io sono un grande appassionato di miti.
Omero in particolare ha accompagnato tutta la mia infanzia... Da bambino, Ulisse per me è sempre stato al primo posto, addirittura sopra l'uomo ragno o Ken il Guerriero...
@Albert Stark e @robin snow
vi ringrazio tanto del voto.... " />
Ygritte: prendo ogni giorno l'autobus... hai reso benissimo quell'atmosfera! dentro quelle 4 mura su 4 ruote la diffidenza verso l'altro regna sovrana e, a volte, vi cedo anch'io. Le si stava appannando la vista, già non del tutto limpida per via delle lacrime. è come se questa frase spezzasse un po' la concitazione della scena. tutto qua.
Grazie Aeron, mi premeva molto rendere bene l'atmosfera, dopo anni e anni di pendolarismo! Sulla frase che spezza la scena, probabilmente hai ragione, avevo cercato di trattenere ancora un po' l'ondata finale di disperazione della protagonista, ma non sono riuscita come avrei voluto.
@Ygritte
E' carino. Apprezzo la scelta del tema (ho fatto il tifo per il signore asiatico sin dall'inizio) e lo stile è pulito e scorrevole come sempre. Però l'ho trovato... privo di mordente, se così possiamo dire. Non mi ha colpita. In parte credo sia stato perchè ho intuito da subito come sarebbe andata a finire, in parte forse perchè ho trovato i dialoghi un pelo stereotipati. Non so, però... non mi ha colpita.
Ti ringrazio del commento, sicuramente si intuiva tutto già all'inizio anche se io non l'ho visto come difetto, perchè in questo caso non volevo scrivere un racconto che colpisse per il colpo di scena o per qualche mistero svelato alla fine, volevo che a colpire fosse la quotidianità, vissuti che tutti i giorni abbiamo davanti, e forse proprio per questo ci siamo abituati a vedere e non ci fanno più effetto.
@Laren Dorr la tua atmosfera cupa mi è piaciuta, anche se ho trovato un po' fumoso il racconto, poco chiaro e con pochi riferimenti ai luoghi, però hai reso bene l'angoscia del protagonista.
@Idriel il tuo racconto l'ho trovato scritto bene, ma non mi ha colpito molto, probabilmente per la scelta del tema fantascientifico che non è nelle mie corde.
Ok, io parto con la prima tornata di commenti...
Questo volta ho deciso di dividere i commenti in 'bicchiere mezzo pieno' e 'bicchiere mezzo vuoto'.
Il 'bicchiere mezzo vuoto' lo ho messo sotto spoiler, così ognuno può decidere per se, se oltre a quello che ci ho visto di buono, vuole anche sapere che cosa secondo me, poteva essere migliorato...
Ovviamente quello che dico, sono solo opinioni.
@Hackuana
Che dire? Ho letto la tua poesia più e più volte, solo per il piacere di seguire lo scorrere delle parole.
Non ho gli strumenti per dare un opinione tecnica. Ci ho letto dentro diversi messaggi, senza però essere sicuro di avere percepito il messaggio che tu volevi dare. Ma forse il fascino della poesia sta proprio nella sua libera interpretazione.
Se devo darti la frase che mi è rimasta impressa di più e stata quella che dice: 'Sono rimasto vestito di te, e nient'altro.' Non so perché, ma come frase mi colpito già dopo la prima lettura.
Niente critiche da fare.. Continua così, che il mondo ha bisogno di poeti. " />
@Robin Snow
Mi è piaciuta la tematica. Purtroppo l'omofobia è un fenomeno molto diffuso nel nostro paese, è un bene che si parli di omosessualità, ma sopratutto è bello se ne parli con questa naturalezza. La tua, prima di tutto, è una storia d'amore. Giusto così, dal momento che l'omosessualità non è altro che questo.
Anche se poi nel testo emergono anche altre tematiche. Tra le righe ne emerge una forte insofferenza verso il 'perbenismo'. La storia di una donna che nello scoprire il proprio 'essere Gay' trova anche una liberazione, la possibilità di staccare dalla routine, tornando in qualche modo a vivere.
È vero che il tuo testo è un po descrittivo, ma tenendo conto il tipo di storia che volevi raccontare (e le poche battute a disposizione), credo che tutto sommato tu abbia fatto la scelta giusta. Anche il linguaggio si adatta al tipo di storia.
Mi chiedo se non avresti potuto ottenere un effetto migliore rivelando la vera identità del nuovo 'amante' solo sul finale. Forse avresti potuto sviare il lettore per poi sorprenderlo...
@Dario Snow
Una prova di coraggio per non essere più solo un 'altro', ma parte del gruppo. Ho apprezzato la brevità del racconto (cosa per niente banale, rimanere sintetici), e ho apprezzato la frase finale, che un po ribalta tutto il testo.
ciò nonostante, il tuo testo resta molto descrittivo. Ho fatto fatica a 'visualizzare' la scena, ho colto i pensieri del protagonista, ma non li ho 'visti' ne 'sentiti'. Dal momento che avevi ancora molte battute a disposizione, un racconto un po' più articolato, tanto per dare al lettore qualche coordinata in più, ci poteva stare.
@erin
Come stile narrativo, anche questa volta il tuo racconto è tra i miei top.
Questa volta poi, sono riuscito a 'vedere' la scena molto meglio, rispetto al tuo racconto precedente.
Anche la costruzione del racconto l'ho trovato più che azzeccata. Ci sta quella prima parte in cui il narratore parla in seconda persona (cosa che si vede raramente) preparando il lettore alla storia vera e propria, e ci sta anche quello che racconti dopo. Questa volta non sei caduta nella trappola di usare frasi o termini troppo generici.
due punti, secondo me, un po deboli,
Uno: confusioni nella scelta del narratore, in alcuni passaggi.
Purtroppo per spiegarti meglio, dovrei dilungarmi in una spiegazione 'da manuale' del tuo testo. Si tratta di nozioni sulle quali non riesco ad essere sintetico. Se ti interessa, fammi sapere che posso vedere di scrivere giù qualche riga per spiegarti cosa secondo me non va, sotto questo punto di vista. Sennò ti invito ad andarti a riguardare concetti come 'narratore immerso' e 'narratore omniscente', che ne vale la pena.
Due: il contesto del racconto.
La prima domanda che sono arrivato a farmi è stata: 'Ma di quale guerra si tratta?'
Dal momento che i nomi dei protagonisti sono americani (o inglesi), immaginavo o il vietnam, o l'Iraq o l'Afganistan. Poi si dice però che Andrew proviene dalla stessa cittadina che hanno appena attaccato. Dunque? Che storia c'é dietro? Andrew è un iracheno immigrato negli States per diventare un marine? O è scoppiata la guerra civile negli USA?
Scherzi a parte, da lettore, questo tipi di perplessità le ho avute.
Il messaggio base è passato, ma il contesto ha la sua importanza in termini di credibilità, specie nei racconti di guerra.
Credo che se anziché scegliere un nome americano, avessi scelto per lui uno siriano o arabo o da altra 'zona calda' del pianeta, il problema si sarebbe risolto in buona parte e il tutto sarebbe risultato più verosimile. Se inserito nel contesto giusto, il tuo racconto potrebbe guadagnare punti sotto diversi punti di vista. Potrebbe anche diventare un testo con una sua attualità politica.
@Ygritte
Una storia che parla di pregiudizio e razzismo 'quotidiano'. Un vecchietto di un altro paese, che la protagonista Lisa preferisce ignorare, si rivela essere la chiave per tirarla fuori dai guai. In se, rispecchia gran parte della società italiana, che nonostante le belle parole, sotto sotto resta una molto razzista ( io la vedo così). Quello che mi è piaciuto di più e proprio il modo in cui affronti la tematica. I nostri pregiudizi che ci spingono a vedere solo quello che vogliamo vedere, adattando il mondo esterno alle nostre convinzioni personali. (Anziché mettere in discussione le nostre 'certezze' in base a quello che vediamo).
La prima parte che si svolge in pullman è poi scritta bene
Le seconda parte invece, secondo me, poteva essere scritta meglio.
Ho da fare delle critiche su due punti in particolare.
Uno: Descrizioni dell'ambiente.
Secondo me, nel descrivere l'ambiente, nella seconda parte, hai scelto dettagli poco funzionali ai fini della storia. Cosa che paga sempre il suo prezzo, in narrativa, ma lo paga ancora di più in un racconto breve.
Secondo me, avresti fatto meglio ad enfatizzare particolari in grado di esprimere un senso di 'quartiere disagiato' o 'poco sicuro', dal momento che poi la protagonista subisce un aggressione. In modo da anticipare tra le righe al lettore che qualcosa potrebbe succedere. (in tecnico viene anche chiamato foreshading)
anziché una macchina generica che sfreccia lungo la strada, avresti potuto fare passare una camionetta della polizia con sirene spiegazzate, ad esempio, oppure descrivere la fermata dell'autobus imbrattata di graffiti o la vetrata devastata da un vandalo, le siringhe lasciate ai bordi dei marciapiedi, (se ce ne sono). In questo modo avresti potuto portare avanti il gioco del 'pregiudizio'. I personaggi avrebbero potuto, tra le righe, mentre parlano, dare la colpa agli immigrati....
In questo modo avresti potuto sviare il lettore, e l'aggressione sarebbe forse apparsa più come un 'colpo di scena', senza però essere percepita come un improvvisata dell'autore.
Giusto come spunto.
Due: la scena dell'aggressione, secondo me, poteva essere scritta in modo più coinvolgente. Un linguaggio più 'cinematografico', in quel frangente ci poteva stare.
Purtroppo anche qui, per spiegarti meglio dovrei fare un analisi più 'tecnica'...
Pochi consigli e 'trucchi' da manuale, possono essere veramente un toccasana quando si tratta di scrivere scene 'forti'...
@metamorfo
che dire.... 'Il sorriso che è solo denti', e 'caldo da sudore' mi hanno aperto gli occhi.
Il tuo racconto mi ha fatto capire che cosa vuol dire spingere il proprio stile narrativo ad un livello superiore. Adattare il linguaggio alla tipologia della storia e del personaggio, senza che però questo linguaggio appaia forzato, ma al contrario, vero e naturale.
Io sono ben lontano da riuscire a fare qualcosa del genere, ma almeno adesso ho capito di avere tanto da imparare...
La frase con cui apri il racconto poi, è troppo azzeccata... costringe a proseguire con la lettura per forza.
Dunque niente critiche. Sorry. Il tuo racconto è geniale, anche la tematica. Io lavorerò sul mio stile... " />
@Albert Stark
Anche questa volta tu hai costruito una storia molto scenica, un po in stile Dylan Dog. Riti satanici, presenze dall'aldilà, killer seriali posseduti, ci hai messo tutto quello che deve avere un horror con tanto di inizio 'dentro la scena', mistero, crescendo, gran finale. La fantasia non ti manca, su questo non c'è che dire. Hai una buona capacità di creare delle storie nella mente, è questa è una qualità apprezzabile, con potenziale narrativo.
Tuttavia anche questa volta, quello che hai scritto io la vedo come una 'bozza', più che un testo definitivo. Sarebbe una base di partenza per scrivere un racconto carino, se ci si dedicasse del tempo, giocando sul ritmo delle frasi, snellendo, spezzettando i dialoghi etc etc. enfatizzando l'ultima scena con gli strumenti che si possono avere a disposizione (anche qui, nozioni tecniche da manuale sarebbero ovviamente utili).
Mi sembra di suonare come la mia maestra che sempre mi diceva. 'La testa ce l'avrebbe, ma non si applica....' " />
Scherzo, ovviamente anche i testi scritti di getto vanno bene, ma se devo dare un giudizio 'tecnico', mi ritrovo costretto a dire che potrebbe essere migliorato.
@Emma Snow
E ora passo ad Emma, la nostra autrice delle serie TV...
Quello che ho apprezzato di più del tuo racconto, è proprio la parte che si discosta dalla serie a cui ti sei ispirata. La protagonista che decide di riportare il suo ex alla tomba, e di (ri)seppellirlo una volta per tutte. Come nella vita reale, dove ogni tanto, quando si perdono i cari, è un bene imparare a 'lasciarli andare', prima o poi. Metterci una pietra sopra e guardare avanti, anziché farsi affliggere dal dolore della separazione per sempre. Come messaggio base ci ho visto quello e mi è piaciuto.
Ho anche notato dei miglioramenti nella ricerca del linguaggio. Questa volta ti sei limitata a riportare dettagli funzionali alla storia, è ciò è un bene.
Per quanto riguarda le critiche....
Ci sarebbero diverse considerazioni 'tecniche' che si potrebbero fare per migliorare il tuo racconto. Ma prenderebbero spazio, e non so mai quanto è il caso di spingersi in discussioni da manuale. Non vorrei tediare nessuno.
Ma giusto per darti almeno uno spunto, volevo prendere una delle tue frasi e aggiungere qualcosa sul discorso del 'Mostrare senza dire', (di cui in questi giorni si è già parlato).
(Danny) sembrava non avere più sentimenti né emozioni, nulla lo incuriosiva, era come un guscio vuoto..
Questo è un buon esempio di una frase che dice senza mostrare nulla al lettore. Il lettore questa frase la legge e basta, ma non 'vede' niente.
Per 'mostrare' al lettore che Danny è in qualche modo cambiato, avresti potuto cercare degli esempi più concreti in grado di fare intuire al lettore che c'è qualcosa che non va.
Il cane che un tempo lo adorava, potrebbe tutto ad un tratto mettersi a ringhiargli contro, (o potrebbe essere Danny a prendere a calci un cane), ad esempio. Anche senza andare sul troppo clamoroso, anche solo piccoli cambiamenti, di quelli che erano le sue abitudine quotidiane, come Danny che non mette più lo zucchero nel caffè... sono esempi un po stupidi, potresti trovarne di migliori, ma giusto per farti capire che nel descrivere anche solo una singola azione, pure banale, si può raccontare molto di più che non con frasi generiche che il più delle volte finiscono per essere percepite come sterili descrizioni.
Ci sarebbero poi altri aspetti, che potrebbero essere migliorati, come il ritmo, la costruzione, il crescendo e il climax..
Sono aspetti comunque non difficili da migliorare o gestire, con pochi nozioni da manuale...
@Maya
Sapevo che il tuo racconto non mi avrebbe deluso. Delizioso, dall'inizio alla fine, poi quando si scopre che si tratta di gatti... (io adoro i gatti)
Il dialogo scorre via bene, specie le prime battute hanno un qualcosa che spinge ad andare avanti.
È vero che l'espediente di descrivere gli essere umani dal punto di vista 'alieno' non è una cosa nuova.
Ciononostante, se scritto bene, rimane un espediente che funziona.
Tanto per citare un passaggio che mi ha fatto sorridere di gusto.
- [...]… trasuda, però, liquidi di diverso tipo -
- Per difesa?
Fantastico. Con due battute hai reso l'idea sul come, noi umani, possiamo effettivamente risultare 'strani'...
Altro passaggio che mi è rimasto impresso e quando uno dei gatti alieni dice che vorrebbe prendersi un umano per farsi grattare l'orecchio tutto il giorno. Una caratterizzazione efficace, (mi hai fatto venire in mente un gatto di mia conoscenza...)
Questa volta però ho dei ma.
Hai fatto un scelta coraggiosa. Hai puntato tutto su un dialogo in cui sono in gioco ben quattro (!) personaggi.
Purtroppo però la visualizzazione ha pagato parecchio non solo sull'ambientazione, ma sopratutto sui personaggi stessi. Ben presto io ci ho rinunciato a capire chi dice cosa, e per un racconto costruito sui dialogo, io lo vedo come un problema.
Mi rendo conto che la tua era una scommessa narrativa non da poco, dal momento che la natura dei personaggi è l'oggetto stesso del mistero... di certo non potevi rivelare troppo, avresti rovinato il finale.
Ma forse avresti potuto dare ai personaggi dei sopranomi 'visivi'. Ad esempio Persid il Nero, Tray Orecchio lungo, etc... o inventarti qualche altro espediente, fornire al lettore dei piccoli particolari, che rivelino qualcosa, ma non troppo, sulla vera natura dei personaggi. Tanto per dare al lettore quel minimo di coordinate visive in più per orientarsi tra i dialoghi.
Per ora mi fermo, gli altri li commenterò entro sabato sera...
@Maya
Sapevo che il tuo racconto non mi avrebbe deluso. Delizioso, dall'inizio alla fine, poi quando si scopre che si tratta di gatti... (io adoro i gatti)
Il dialogo scorre via bene, specie le prime battute hanno un qualcosa che spinge ad andare avanti.
È vero che l'espediente di descrivere gli essere umani dal punto di vista 'alieno' non è una cosa nuova.
Ciononostante, se scritto bene, rimane un espediente che funziona.
Tanto per citare un passaggio che mi ha fatto sorridere di gusto.
- [...]… trasuda, però, liquidi di diverso tipo -
- Per difesa?
Fantastico. Con due battute hai reso l'idea sul come, noi umani, possiamo effettivamente risultare 'strani'...
Altro passaggio che mi è rimasto impresso e quando uno dei gatti alieni dice che vorrebbe prendersi un umano per farsi grattare l'orecchio tutto il giorno. Una caratterizzazione efficace, (mi hai fatto venire in mente un gatto di mia conoscenza...)
Questa volta però ho dei ma.
Hai fatto un scelta coraggiosa. Hai puntato tutto su un dialogo in cui sono in gioco ben quattro (!) personaggi.
Purtroppo però la visualizzazione ha pagato parecchio non solo sull'ambientazione, ma sopratutto sui personaggi stessi. Ben presto io ci ho rinunciato a capire chi dice cosa, e per un racconto costruito sui dialogo, io lo vedo come un problema.
Mi rendo conto che la tua era una scommessa narrativa non da poco, dal momento che la natura dei personaggi è l'oggetto stesso del mistero... di certo non potevi rivelare troppo, avresti rovinato il finale.
Ma forse avresti potuto dare ai personaggi dei sopranomi 'visivi'. Ad esempio Persid il Nero, Tray Orecchio lungo, etc... o inventarti qualche altro espediente, fornire al lettore dei piccoli particolari, che rivelino qualcosa, ma non troppo, sulla vera natura dei personaggi. Tanto per dare al lettore quel minimo di coordinate visive in più per orientarsi tra i dialoghi.
Per ora mi fermo, gli altri li commenterò entro sabato sera...
@misterpirelli. Le tue analisi sono sempre precise e puntuali. Mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto, che tu mi dia fiducia a priori e soprattutto di non aver deluso le tue aspettative. Non nego che temevo di sentirmi dire, soprattutto da chi aveva apprezzato il primo racconto, "l'altro era meglio..." (però era meglio, diciamolo!), "dopo aver letto l'altro, questo mi ha deluso...". Tutto sommato, invece, quelli a cui è piaciuto l'altro, che pure era tanto diverso, non sono rimasti troppo delusi da questo.
Ma... ci sono i ma (chi è che ha detto "la parte importante è quella dopo il 'ma' " ?)...e sono ma molto corretti.
Ho fatto anche io un revisionismo spinto, quando invece ad un certo punto avrei dovuto prendere le distanze dal testo. A quel punto, forse (e sottolineo forse, perché non è detto), avrei notato la scarsa, anzi nulla, definizione dell'ambientazione ed anche sentito la necessità di una maggiore caratterizzazione dei personaggi. La soluzione che mi proponi mi piace particolarmente, perché non volevo evidentemente rivelare che stavo parlando di gatti fino alla fine, scivolando negli stereotipi felini. Tuttavia, con "Persid il Nero ecc.", avrei ottenuto l'effetto con poche battute e senza rivelare molto. Ho decisamente estremizzato troppo una scelta che mi è tornata indietro come un boomerang.
Ti ringrazio ancora.
@Maya
comunque sia, contest, non contest, se credi che possa essere migliorato, io ti consiglio di riprenderlo in mano il racconto, magari tra qualche mese. Portalo alla perfezione che ne vale la pena.
@Maya
comunque sia, contest, non contest, se credi che possa essere migliorato, io ti consiglio di riprenderlo in mano il racconto, magari tra qualche mese. Portalo alla perfezione che ne vale la pena.
Sì, grazie, hai ragione ed infatti sto pensando di farlo.
@Maya
comunque sia, contest, non contest, se credi che possa essere migliorato, io ti consiglio di riprenderlo in mano il racconto, magari tra qualche mese. Portalo alla perfezione che ne vale la pena.
Sì, grazie, hai ragione ed infatti sto pensando di farlo.
se lo fai io sono sempre pronto a leggerlo e dirti cosa ne penso...
@misterpirelli
grazie mille per il tuo commento
per quanto riguarda la guerra a dire il vero non avevo in mente un'ambientazione reale o storica... era una guerra civile "random".
La scelta dei nomi è stata casuale a dire il vero, forse ho preferito questi inglesizzanti piuttosto che quelli italiani per rendere la cosa più "internazionale" x_x
Comunque se ti andrebbe di buttare giù qualche riga sulla questione del narratore ne sarei ben felice.
trovo le tue osservazioni molto costruttive
@Ygritte
Una storia che parla di pregiudizio e razzismo 'quotidiano'. Un vecchietto di un altro paese, che la protagonista Lisa preferisce ignorare, si rivela essere la chiave per tirarla fuori dai guai. In se, rispecchia gran parte della società italiana, che nonostante le belle parole, sotto sotto resta una molto razzista ( io la vedo così). Quello che mi è piaciuto di più e proprio il modo in cui affronti la tematica. I nostri pregiudizi che ci spingono a vedere solo quello che vogliamo vedere, adattando il mondo esterno alle nostre convinzioni personali. (Anziché mettere in discussione le nostre 'certezze' in base a quello che vediamo).
La prima parte che si svolge in pullman è poi scritta bene
Le seconda parte invece, secondo me, poteva essere scritta meglio.
Ho da fare delle critiche su due punti in particolare.
Uno: Descrizioni dell'ambiente.
Secondo me, nel descrivere l'ambiente, nella seconda parte, hai scelto dettagli poco funzionali ai fini della storia. Cosa che paga sempre il suo prezzo, in narrativa, ma lo paga ancora di più in un racconto breve.
Secondo me, avresti fatto meglio ad enfatizzare particolari in grado di esprimere un senso di 'quartiere disagiato' o 'poco sicuro', dal momento che poi la protagonista subisce un aggressione. In modo da anticipare tra le righe al lettore che qualcosa potrebbe succedere. (in tecnico viene anche chiamato foreshading)
anziché una macchina generica che sfreccia lungo la strada, avresti potuto fare passare una camionetta della polizia con sirene spiegazzate, ad esempio, oppure descrivere la fermata dell'autobus imbrattata di graffiti o la vetrata devastata da un vandalo, le siringhe lasciate ai bordi dei marciapiedi, (se ce ne sono). In questo modo avresti potuto portare avanti il gioco del 'pregiudizio'. I personaggi avrebbero potuto, tra le righe, mentre parlano, dare la colpa agli immigrati....
In questo modo avresti potuto sviare il lettore, e l'aggressione sarebbe forse apparsa più come un 'colpo di scena', senza però essere percepita come un improvvisata dell'autore.
Giusto come spunto.
Due: la scena dell'aggressione, secondo me, poteva essere scritta in modo più coinvolgente. Un linguaggio più 'cinematografico', in quel frangente ci poteva stare.
Purtroppo anche qui, per spiegarti meglio dovrei fare un analisi più 'tecnica'...
Pochi consigli e 'trucchi' da manuale, possono essere veramente un toccasana quando si tratta di scrivere scene 'forti'...
Misterpirelli grazie del tuo commento, molto approfondito. Ti dò pienamente ragione per quanto riguarda la descrizione dell'ambiente, nella mia testa risultava abbastanza degradato, ma mi rendo conto che potevo renderlo funzionale alla storia e non l'ho fatto, forse perchè nel mio immaginario i dettagli c'erano e la spiegazione la conoscevo, ma non ho fatto in modo che i personaggi ne avessero conoscenza o ne parlassero.
Per quanto riguarda il secondo punto, mi piacerebbe che approfondissi (volendo anche in pvt) il discorso delle scene forti, anche con esempi che mi sarebbero realmente utili di linguaggio cinematografico. Grazie ancora per la tua analisi.
Mi fa piacere che si sia innestato un maggiore coinvolgimento in critiche costruttive! Secondo me, già nei prossimi racconti si vedranno dei risultati.
Per chi volesse leggerli, mi permetto di fare un riassunto veloce dei principali suggerimenti (miei, ma anche di altri).
Una premessa importante: sono indicazioni valide sempre, ma mi rendo conto che in racconti molto brevi come questi, sono ancora più difficili da mettere in pratica.
1) Mostrare non raccontare. I flussi di pensiero in generale sono più confusionari e noiosi da leggere: il lettore si perde facilmente, non si crea l’immagine in testa, non viene coinvolto in un’esperienza. Meglio creare delle scene visualizzabili nella testa del lettore, che descrivano la personalità dei personaggi e portino avanti la storia. Soprattutto, che permettano al lettore di “sperimentare” la scena, e quindi entrarci dentro (l’esempio che facevo l’altra volta: Scrivere che Lisa è una ragazza timida e arrossisce quando vede un ragazzo…è raccontare. Mostrare una scena in cui Lisa sta portando a spasso il cane, vede arrivare Ugo e si tuffa a terra dietro un muretto pur di non incontrarlo…è mostrare. Il lettore immagina la scena, capisce da solo che Lisa è insicura, magari la scena gli comunica un’emozione - per esempio, gli strappa un sorriso o viene mosso a pietà, a seconda del modo in cui la scena è descritta).
Possibilmente, inserire dettagli che coinvolgano gli altri sensi oltre alla vista, aiuta molto nel mostrare. Che odori ci sono? Che suoni? Il tatto del personaggio? Il gusto? Il sesto senso (presentimenti, ecc.)?
Le descrizioni ambientali dovrebbero aiutare a creare l’umore (diciamo così) del racconto (tipo quando nei film piove se i personaggi sono tristi, ma qualcosa di meno stereotipato possibilmente). Soprattutto, le descrizioni dovrebbero essere dinamiche. Descrivere soltanto le cose che servono al proposito del racconto, e mentre il personaggio interagisce con loro.
2) Personaggi vivi che escano dall’anonimato, che si ricordino. Descrivere pochi dettagli fisici, movenze, pensieri e azioni che ne indichino la personalità. Dialoghi effettivi, che rappresentino quello che ogni personaggio direbbe, tenuto conto della sua specifica cultura, vissuto, personalità e umore del momento. Mettersi nella testa del personaggio, parlare con la sua voce, non far parlare il narratore attraverso di lui. Al tempo stesso, i dialoghi non dovrebbero essere realistici nel senso di riprodurre quelli che facciamo nella vita vera: parlando siamo confusionari, siamo banali, non ci vengono le battute giuste al momento giusto, non siamo al massimo della nostra intelligenza e sagacia; i personaggi devono esserlo. Ogni riga di dialogo dovrebbe essere fondamentale per mostrare qualcosa del personaggio o per far avanzare la storia.
3) Tematiche che colpiscano. Per qualsiasi motivo. Soprattutto nel caso di racconti così brevi. Non è necessario che ci sia un elemento fantastico o un twist finale. Vanno benissimo anche scene di vita quotidiana, però sarebbe meglio ci fosse qualcosa del quotidiano che normalmente è nascosto. Una ragazza sull’autobus? Magari ha fantasie sado-masochistiche verso il ragazzo che le sta davanti. Il marito che legge il giornale al mattino? Magari sogna i modi di ammazzare la moglie. Cose non per forza estreme, ma particolari, interessanti. Va bene anche mostrare anche cose poco interessanti di per sé, ma da una angolazione che le renda tali.
Se il racconto è scritto bene, il lettore recepirà il messaggio che contiene: esplicitarlo alla fine, può essere una caduta di stile.
@Emma Snow
E ora passo ad Emma, la nostra autrice delle serie TV...
Quello che ho apprezzato di più del tuo racconto, è proprio la parte che si discosta dalla serie a cui ti sei ispirata. La protagonista che decide di riportare il suo ex alla tomba, e di (ri)seppellirlo una volta per tutte. Come nella vita reale, dove ogni tanto, quando si perdono i cari, è un bene imparare a 'lasciarli andare', prima o poi. Metterci una pietra sopra e guardare avanti, anziché farsi affliggere dal dolore della separazione per sempre. Come messaggio base ci ho visto quello e mi è piaciuto.
Ho anche notato dei miglioramenti nella ricerca del linguaggio. Questa volta ti sei limitata a riportare dettagli funzionali alla storia, è ciò è un bene.
Per quanto riguarda le critiche....
Ci sarebbero diverse considerazioni 'tecniche' che si potrebbero fare per migliorare il tuo racconto. Ma prenderebbero spazio, e non so mai quanto è il caso di spingersi in discussioni da manuale. Non vorrei tediare nessuno.
Ma giusto per darti almeno uno spunto, volevo prendere una delle tue frasi e aggiungere qualcosa sul discorso del 'Mostrare senza dire', (di cui in questi giorni si è già parlato).
(Danny) sembrava non avere più sentimenti né emozioni, nulla lo incuriosiva, era come un guscio vuoto..
Questo è un buon esempio di una frase che dice senza mostrare nulla al lettore. Il lettore questa frase la legge e basta, ma non 'vede' niente.
Per 'mostrare' al lettore che Danny è in qualche modo cambiato, avresti potuto cercare degli esempi più concreti in grado di fare intuire al lettore che c'è qualcosa che non va.
Il cane che un tempo lo adorava, potrebbe tutto ad un tratto mettersi a ringhiargli contro, (o potrebbe essere Danny a prendere a calci un cane), ad esempio. Anche senza andare sul troppo clamoroso, anche solo piccoli cambiamenti, di quelli che erano le sue abitudine quotidiane, come Danny che non mette più lo zucchero nel caffè... sono esempi un po stupidi, potresti trovarne di migliori, ma giusto per farti capire che nel descrivere anche solo una singola azione, pure banale, si può raccontare molto di più che non con frasi generiche che il più delle volte finiscono per essere percepite come sterili descrizioni.
Ci sarebbero poi altri aspetti, che potrebbero essere migliorati, come il ritmo, la costruzione, il crescendo e il climax..
Sono aspetti comunque non difficili da migliorare o gestire, con pochi nozioni da manuale...
Grazie misterpirelli dei consigli Rileggendolo adesso in effetti vedo che avete ragione e noto anche io cosa avrei potuto migliorare... Ora che si è parlato un po' di nozioni tecniche eccetera cercherò di tenerle in considerazione, finora sono andata un po' "a braccio" perchè è la primissima volta in vita mia che scrivo qualcosa (escludendo il diario del cuore a 12 anni) ">
PS giuro che non faccio apposta a ispirarmi ai telefilm "> ma da grande appassionata ne seguo tantissimi e in qualche modo ne sono influenzata... La prossima volta cercherò di essere più originale!
@Albert Stark
Anche questa volta tu hai costruito una storia molto scenica, un po in stile Dylan Dog. Riti satanici, presenze dall'aldilà, killer seriali posseduti, ci hai messo tutto quello che deve avere un horror con tanto di inizio 'dentro la scena', mistero, crescendo, gran finale. La fantasia non ti manca, su questo non c'è che dire. Hai una buona capacità di creare delle storie nella mente, è questa è una qualità apprezzabile, con potenziale narrativo.
Tuttavia anche questa volta, quello che hai scritto io la vedo come una 'bozza', più che un testo definitivo. Sarebbe una base di partenza per scrivere un racconto carino, se ci si dedicasse del tempo, giocando sul ritmo delle frasi, snellendo, spezzettando i dialoghi etc etc. enfatizzando l'ultima scena con gli strumenti che si possono avere a disposizione (anche qui, nozioni tecniche da manuale sarebbero ovviamente utili).
Mi sembra di suonare come la mia maestra che sempre mi diceva. 'La testa ce l'avrebbe, ma non si applica....' " />
Scherzo, ovviamente anche i testi scritti di getto vanno bene, ma se devo dare un giudizio 'tecnico', mi ritrovo costretto a dire che potrebbe essere migliorato.
Grazie!!
Hai ragione, e non escludo che non riprenda in mano questi racconti per ampliarli...ma non in forma di racconto, ma di corto cinematografico o qualcosa di simile!!
Il punto è che non mi interessa molto ampliarli a livello letterario (credo perchè alla fin dei conti mi piace scrivere, ma non amo farlo), invece mi interesserebbe farlo nell'altro senso che ho detto (e li sarei molto pignolo xD), ma purtroppo non ho tempo...però in futuro chissà!! xD
continuo con un po' di feedback:
La Sposa del Re: abbiamo avuto la stessa idea, " /> ma il tuo racconto è decisamente più coraggioso e folle! lo scambio di battute trascina il lettore verso un finale che resta impresso.
Ser Lostdream: il tuo racconto copre un arco temporale di anni in poche righe e senza forzature. La depressione, l'altro che si annida dentro noi stessi, è un gran bel tema, sin troppo quotidiano ma poco trattato.
misterpirelli: mi è piaciuto tantissimo! mi ha fatto entrare in quel mondo di eroi e Dei e mi sono ritrovato a tifare per l'altro, l'ultimo, un vero anti-eroe. un personaggio davvero memorabile!