Grazie Maya e Cavaliere, crepi (o viva per noi Starkiani) il lupo "> e Idriel, buona fortuna anche a te!
@Lostdream, grazie del voto e grazie di avere letto il mio racconto. Mi fa piacere ti sia piaciuto. " />
Metamorfo: La cura
Alla fine del primo paragrafo, mi avevi già catturato. Un racconto bellissimo. Non ho altro da dire. Quindi, uso lo spazio per una domanda, visto che nei tuoi commenti hai citato manuali di scrittura, ne hai qualcuno in particolare da consigliare?
Mi fa piacere che i tu voglia provare a leggere qualcosa sulla scrittura. Vedrai che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, oltre ad essere interessanti e alcuni anche spassosi. Sono scritti da scrittori professionisti, che sanno come spiegare le cose senza annoiare, e usano molti esempi presi da famosi romanzi o racconti, per far capire meglio.
Quando leggi alcune cose, ti si apre un mondo.
Ce ne sono alcuni generici, che affrontano un po’ tutti i temi, ed altri che si focalizzano soltanto su temi precisi: personaggi ; dialoghi; trama; costruzione delle scene; ecc.
Ce ne sono anche di specifici per alcuni generi. Io ne ho letti 3 o 4 sul genere fantastico (fantasy e fantascienza –anche su argomenti particolari, per esempio la costruzione di mondi -).
Quelli che conosco io sono in inglese, ma so che almeno un paio si trovano anche in italiano.
Per iniziare, forse è meglio leggerne uno che spazia un po’ su tutti gli argomenti. Per esempio, “Come scrivere un romanzo dannatamente buono” di James N. Frey (che appunto è stato anche pubblicato in italiano). Se ti piace, puoi leggerti anche il secondo (stesso titolo col "II" finale. Ma non so se si trova in italiano).
Se sei interessato a un argomento specifico (personaggi, dialoghi, ecc.), dimmelo e ti indico altri libri, sperando che tu legga in inglese, o che esista la versione italiana.
Concordo sulla artificialità dei discorsi e ringrazio Metamorfo per il commento: la frase iniziale mi ha fatto penare per giorni e più la leggo più la odio, e i finali è risaputo che io non sappia scriverli. E' il secondo contest di fila che mi si dice che la frase finale poteva essere evitata... devo decisamente lavorarci. Quando dici "una conclusione di altra natura" per caso hai in mente qualcosa di più preciso da suggerirmi? E per quanto riguarda la mancanza di originalità la noti solo nella trama o proprio nell'intera realizzazione? (io punto decisamente sulla seconda!)
Riguardo la prima frase, secondo me, bastava anche solo spezzarla, trasformarla in tre frasi: metti un punto dove ci sono i due punti, e un punto dopo "guardie" (togliendo il "che" e ricominciando con "L'avevano").
La frase finale stona perchè ridondande, superflua. Va bene un qualsiasi altro finale, anche qualcosa di simile al messaggio che vuoi dare tu, ma senza spiattellarlo in faccia al lettore, come a dire "se non hai capito il messaggio, è questo". Per esempio, mostrare un'azione o un atteggiamento che comunichi la vergogna o il rammarico del personaggio.
Parlavo di originalità nella trama. Quella non è difficile, perchè di idee ce ne sono infinite.
Originalità nella forma è più complicato ottenerla, e non è necessaria. Una cosa nella forma che moltissimi principianti sbagliano è, ribadisco, il narrare piuttosto che il mostrare. Il mostrare fa immaginare, rivivere l'esperienza, coinvolge i sensi (possibilmente, negli scritti andrebbero inseriti riferimenti all'odorato, ai suoni, al tatto, ecc.) il raccontare no. Non raccontare uno stato d'animo, mostrare soltanto cosa fa, e dall'azione il lettore capirà. Al livello successivo, mostrare dettagli che non siano clichè.
Che ci vuole a scrivere Idriel è una ragazza timida. Lo sanno fare tutti. Scrivere Idriel arrossisce quando vede Gianni portare a spasso il cane, è meglio,perchè io posso immaginare la scena, ma non abbastanza, perchè l'arrossire è un clichè per mostrare. Cercare il modo di comunicare personalità, stati d'animo, filosofia di vita, con dettagli freschi e originali, con azioni: questa è una delle cose che possono fare la differenza.
Quando in un film vediamo un personaggio che fa qualcosa, capiamo da quel che fa, il suo stato d'animo, la sua personalità, non c'è una voce fuori campo che ce lo dice. Se si scrivono i giusti dettagli, il lettore non ha bisogno di essere imboccato, e si gode la scena dinamica, qualcosa che succede, piuttosto che lo scrittore che gli dice frasi generiche che lui non riesce a immaginare. Non è una cosa semplice da fare, ma fa tutta la differenza del mondo. Leggiti un qualunque passo di un qualsiasi scrittore bravo, e scoprirai che fa così. (queste considerazioni sono generali, non espressamente rivolte a te).
Sto cercando di scrivere commenti un po per tutti, ma dal momento che δαηrys ci tiene così tanto, parto con il suo. Per lui lo ho scritto particolarmente lungo e dettagliato, così è contento. " />
Ho messo una parte sotto spoiler per semplici motivi di spazio, dal momento che l'ho scritto proprio molto lungo, e diventa piuttosto tecnico. (da patiti di manuale). così se lo legge solo chi se lo vuole leggere.
Ovviamente sto solo esprimendo opinioni.
@δαηrys,
che dire?
Anche questa volta, nonostante la tua giovane età, hai dato prova di una sensibilità e un talento linguistico non da poco. Anche il fatto che tu abbia chiesto esplicitamente critiche e non solo bei complimenti, la dice lunga sul tuo grado maturità. Sei giovane, ma su questo ragioni già come un adulto. (anzi a dire il vero, ci sono molti adulti che le critiche le evitano come la peste " /> )
Continua così.
Detto questo passo all'analisi del testo.
Intanto provo a dirti che cosa ho capito io, da lettore, del tuo racconto.
Il tuo testo parte con un viaggio mistico di una protagonista attraverso elementi, paesaggi, etc. sempre con la costante presenza di questa misteriosa Figura, che da un lato appare come un dio, ma sul finale risulta esserne la negazione, una sorta di entità delle tenebre (L'altro)
La costruzione te la sei pensata bene. Dopo la prima parte, dove racconti il viaggio della sacerdotessa, creando degli interrogativi nel lettore, nella seconda parte, il lettore trova (parziali) risposte.
Ho apprezzato le descrizioni ambientali nella prima parte, il modo in cui porti la sacerdotessa tra deserti, neve, valli etc. Sempre descrivendo l'ambiente del momento con piccole frasi, o meglio, descrivendo piccoli dettagli. Già qui hai fatto bene. Ti sei concentrato sui particolari, e non sei caduto in termini troppo generici. Un punto in tuo favore.
Sei anche riuscito ad alternare dialoghi e paesaggi con un buon ritmo. Altro punto in tuo favore.
Mi chiedo quale significato si nasconda dietro al fatto che la sacerdotessa vede tutti gli ambienti due volte. La prima volta nel loro stato naturale, la seconda volta nel loro stato stravolto. Il deserto che ora non è più deserto, ma un mare...
In ogni caso, hai fatto bene e come scelta mi è piaciuta. Il contrasto crea un senso di 'estraneità', da atmosfera al racconto ed anticipia l'oscurità del finale.
Mi è anche piaciuto il finale. Intendo le ultime due frasi sopratutto.
Questo è quello che ci ho visto di buono...
E ora passo alle critiche.... hehehe le volevi, ora pedala... " />
Primo punto: Non vedo il personaggio.
Lungo tutto il racconto, la protagonista per me rimane un entità non meglio definita.
Il racconto corre il rischio di perdere il lettore, se non riesci a dargli qualcosa di più sulla natura della protagonista.
È vero che nella seconda parte si capisce che la protagonista è una sacerdotessa. Ma solo questo e nulla di più. Non ho neanche un nome. (Non sottovalutare il potere dei nomi...). Addirittura, per tutta la prima parte usi solo il lei.
Il lettore medio, se non vede e sente il personaggio, si stufa. Purtroppo è così.
Sull'importanza di fare delle schede, o lavori preparatori, per ogni personaggio, se ne è già parlato in questi giorni. Ti consiglio di farlo. Prova ad immaginare il personaggio in ogni dettaglio, cosa mangia, che storia ha, prova a chiederti come mai è diventata sacerdotessa. Lo è diventata per propria scelta? Ci è stata costretta? Perchè? È giovane o vecchia? Introversa? Estroversa? Etc etc... Ovviamente non è che devi raccontare tutto al lettore, ma a te stesso si. Metti per iscritto quello che puoi. (io ogni tanto li disegno pure)
Altra cosa che nella seconda parte è venuto a mancare è il Dove? Nella prima parte, quando descrivi le visioni, hai dato al lettore tutte le coordinate per capire dove si trova la protagonista. Nella seconda no. È come se te ne fossi dimenticato, e il personaggio brancola nel buio.
Quindi stesso discorso di prima.
Prova ad immaginare il tempio, o palazzo in cui si svolge l'azione reale. Prova ad immaginarne ogni dettaglio, come sono fatte le colonne? Quanto grandi sono i saloni? Di pietra? Di marmo? Ci sono statue? Mosaici? Negli angoli c'è la muffa? Che odori ci sono? E così via...
Quando però poi costruisci il racconto, tiene sempre ben presente che il lettore vede solo quello che tu gli dici, tutto il resto, per lui, non esiste. Non importa quanto il tuo mondo immaginario tu lo abbia chiaro in testa, se poi non ti ricordi di mostrarne i giusti elementi. Starà a te scegliere che cosa vuoi mostrare al lettore, ma in genere ti consiglio di fare come nella prima parte del tuo racconto: concentrati sui particolari, ma cerca di trovare quelli più 'utili' per portare avanti la storia o per creare atmosfera.
Detto ciò vorrei farti notare alcune questioni più di natura 'stilistica', e partire da una tua frase da usare come esempio concreto.
La calma pioggia dissetava gli arbusti li vicino, bagnava la sabbia intorno ad essi e colpiva anche lei.
E ora vorrei invitarti a confrontarla con questa:
La pioggia dissetava gli arbusti, bagnava la sabbia e colpiva anche lei.
A me non interessa discutere su quale delle due frasi sia la più “bella”, può essere questione di gusti personali, o anche una scelta dovuta al contesto stesso del racconto.
Ma voglio farti comunque notare come la versione abbreviata, nella sua sostanza, non perde nulla del suo significato, pur essendo nella sua forma più snella e (forse) scorrevole.
Non sempre la frase più snella e la scelta migliore, dipende da cosa stai scrivendo, ma spesso lo può essere. Poniti sempre il problema. Parola per Parola, frase per frase, paragrafo per paragrafo.... di che cosa puoi fare a meno? Tagliare senza pietà, quando fai una revisione, di solito è una buona strategia.
In particolare presta attenzione agli aggettivi che di solito appesantiscono senza dire niente.
'La pioggia dissetava...' anziché 'La calma pioggia dissetava...'
Una pioggia che disseta, io come lettore, me la immagino già in se come 'calma', non c'è bisogno di specificarlo con un aggettivo. Se le disseta, di certo, quelle piante non le sta sommergendo...
Altro aggettivo che volevo farti notare:
Il caldo sole scaldava gli alveoli......
Lo sappiamo tutti che il sole è caldo. Bastava dire Il sole scaldava...
Stesso discorso vale ancora di più per gli avverbi: tutte queste parole che finiscono con -mente, una dopo l'altra, di solito non sono altro che delle palle al piede che frenano il ritmo del racconto.
…, chiese silenziosamente.
Perchè non limitarsi a dire: chiese. ?
Oppure, se proprio voglio enfatizzare che lei sta chiedendo in silenzio, perchè non provare a trovare un sinonimo (bisbigliò, sussurrò) o a combinare assieme altre parole (chiese con un filo di voce, chiese con un bisbiglio, etc.)
Io gli avverbi li sconsiglio (ma forse sono solo indottrinato io, dal momento che anche il manuale sul mio comodino li sconsiglia... " /> )
Prova, quando rivedi il testo, ad andarli a scovare uno per uno, avverbi e aggettivi, e chiediti sempre se non è meglio eliminarli e aggirarli, per guadagnarci di scorrevolezza e spesso anche originalità.
Ecco, tu volevi le critiche, io te le ho fatte...
Ovviamente nessuno ha la verità in mano, non devi credere a tutto quello che ti ho detto.
Ma spero comunque di essere riuscito a darti qualche spunto...
Mi fa piacere che i tu voglia provare a leggere qualcosa sulla scrittura. Vedrai che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, oltre ad essere interessanti e alcuni anche spassosi. Sono scritti da scrittori professionisti, che sanno come spiegare le cose senza annoiare, e usano molti esempi presi da famosi romanzi o racconti, per far capire meglio.
Quando leggi alcune cose, ti si apre un mondo.
@metamorfo
Su questo concordo in pieno. Io i manuali li divoro, e non capisco che cosa ci possa essere di noioso o limitante. Ogni tanto faccio talmente fatica a staccarmene da non scrivere niente per settimane.
Io finora mi sono formato dall intera collezione 'Io scrivo' uscita col corriere delle sera qualche anno fa. Non so se le conosci... forse non è il massimo, ma alla fine sono stati proprio quei manuali a convincermi di iniziare a scrivere.
Il libro che citi tu non lo conosco ma andrò a cercarmelo...
Potresti darmi gli altri titoli, quelli sui dialoghi e fantasy in particolare? Anche un manuale che mi spiega come costruire trame più complesse, progettare romanzi e roba del genere mi intereserebbe...
@metamorfo
Su questo concordo in pieno. Io i manuali li divoro, e non capisco che cosa ci possa essere di noioso o limitante. Ogni tanto faccio talmente fatica a staccarmene da non scrivere niente per settimane.
Io finora mi sono formato dall intera collezione 'Io scrivo' uscita col corriere delle sera qualche anno fa. Non so se le conosci... forse non è il massimo, ma alla fine sono stati proprio quei manuali a convincermi di iniziare a scrivere.
Il libro che citi tu non lo conosco ma andrò a cercarmelo...
Potresti darmi gli altri titoli, quelli sui dialoghi e fantasy in particolare? Anche un manuale che mi spiega come costruire trame più complesse, progettare romanzi e roba del genere mi intereserebbe...
In italiano ne lessi tre o quattro, ma non mi avevano convinto. Uno non male mi pare fosse "Scrivere un romanzo" (Donna Levi).
Meglio quelli americani. Te ne indico una decina:
Generico:
Stein on writing (Sol Stein)
Dialoghi:
Write great fiction dialogue (Gloria Kempton)
Shut up: he explained (William Noble)
Personaggi:
Dynamic Characters (Nancy Cress)
Characters & viewpoint (Orson Scott Card)
Trama:
20 master plots and how to build them (Ronald B Tobias)
Plot (Ansel Dibell).
Costruire una scena:
Make a scene (Jordan Rosenfeld)
Fantastico:
Worlds of wonder : how to write science fiction & fantasy (David Gerrold)
Writing Science fiction, Fantasy & horror (Christopher Kenworty)
@Metamorfo
grazie mille dei titoli, ora andrò subito a cercarmeli.. spero di trovarli online.
Mi sa che World of Wonder e 20 master plots saranno i primi che comprerò. Mi suonano bene.
Ygritte baciata dal fuoco: Pioggia e Lacrime
Anche questo racconto mi è piaciuto, in particolare la prima parte ambientata sull’autobus. Ho trovato invece un po’ troppo veloce il finale, quello del tentativo di violenza. Alla fine, mi è sembrato un po’ forzato, come se mancasse qualcosa tra l’incontro e come si è arrivati a quella situazione. Il limite di caratteri è una bella sfida e so bene le difficoltà con cui ci si deve confrontare. Rileggendo il racconto, forse è la frase “che Diego l'aveva attirata in una nicchia creata dai raccoglitori del vetro, dove le persone poco educate ammassavano anche altri generi di raccolta non riciclabili.” che non mi ha convinto (troppi dettagli) e mi ha bloccato dall’immergermi completamente nella storia e nell’atmosfera di pericolo del finale.
Ti ringrazio del commento, Ser Lostdream. Hai ragione sul fatto che ho dovuto accellerare per concludere il racconto, e volevo contemporaneamente dare un'idea della periferia per come la vivo io (che ci abito), per questo ho aggiunto qualche descrizione, forse inutile al fine del racconto stesso.
So che tendo a inserire molti dettagli, per questo di solito dedico molta revisione a sfoltire, ammetto che di solito ho una immagine chiara in mente e cerco di darne i connotati anche nel racconto. Cercherò di sfoltire di più
Voto Misterpirelli e Metamorfo
Io decido di astenermi dal voto!
Secondo voto a Misterpirelli.
Quindi riepilogo: Idriel Stark e Misterpirelli
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
In questi giorni di caos sto davvero perdendo i pezzi...
Volevo ringraziare per i commenti, le critiche, i suggerimenti fatti al mio racconto. Le apprezzo davvero ed oltretutto spesso confermano le mie impressioni a riguardo.
@Erin. Lieta di averti un po' spiazzata. Io credevo di aver scelto una trama originale, invece... Futurama. Anche io non lo seguo, ma resta comunque un precedente, quindi per molti il finale è stato “ah… sì… ok…”. Sono contenta che almeno qualcuno sia rimasto un po’ sorpreso.
@Lord Beric. Grazie comunque della medaglia di legno. Averti convinto almeno con lo stile non è poca cosa. Ho riflettuto molto sulla tua critica ed effettivamente mancano agganci chiari con l'ambientazione. E’ l’inaspettato risultato di una scelta (forse infelice) fatta in partenza: far vivere tutta la storia usando praticamente solo un dialogo. Presa da questo, temo di essermi persa per strada una migliore definizione dell’ambientazione. " />
@SerLostdream. Il fatto che tu mi dica che i dialoghi sono riusciti, vista la scelta di cui sopra, mi fa particolarmente piacere. Quanto mi dici sul messaggio, mi conferma che davvero sono stata poco chiara. Ohimé, io non volevo ribaltare il concetto di superiorità dell’uomo a favore degli animali!
I miei quattro personaggi incarnano quattro modi differenti con cui si può affrontare la riflessione su diversità, superiorità ed in estrema analisi sopravvivenza di una specie. C’è quello che è ancorato alle sue idee (Tray), quello eventualmente aperto ad un revisionismo (Cast), quello più superficiale (Persid), quello curioso che vuole sapere, conoscere, capire (Loryk). L’umano di Derlyn Stass è l’”altro” che esce dal paradigma costruito dall’”altro”, i gatti, qui nel ruolo di creatura non umana.
L’uomo di Derlyn è diverso da quello che i quattro consiglieri riconoscono come umano. Derlyn lo porta indietro con sé dalla sua missione, perché il “suo” umano sta morendo e lui è disposto a mettere in dubbio un pensiero profondamente radicato e diffuso tra i suoi simili, pur di salvare il suo amico, questo “altro” che lo ama.
Il messaggio era che un razza diversa ci potrebbe giudicare con un metro diverso, ma considerando solo un gruppo di individui ed assumendo che tutta una specie sia così (alcuni umani sono crudeli, tutti gli umani sono crudeli ecc.). Soprattutto, però, volevo dire che la chiave per superare l’ostacolo della diversità, per trasformare l’alterità in una ricchezza è la conoscenza ed in ultima analisi l’amore (alla fine sono una romanticona! ). In fin dei conti, importa ben poco se l’umano di Derlyn sia o meno un’eccezione, se questo fatto sarà o meno preso in considerazione dai consiglieri. La cosa importante è che Derlyn ha deciso comunque di portarlo con sé per salvarlo.
Devo ammettere che mentre scrivo ho sempre più il rimpianto di non aver dato maggiore evidenza al messaggio, ahimé!
Io mi astengo dal votare perché non ci riuscirei.
Adesso mi sparo... stavo finendo di recensire il penultimo dei racconti e per errore, invece di cambiare finestra ho chiuso tutto " />" />
" />
MA!
Adesso farò finta che non è successo niente e proseguirò con i miei commenti, riprendendo da dove li avevo lasciati.
@daerys
La prima parte mi è piaciuta parecchio.
Ovviamente in 5000 caratteri si devono fare delle scelte e a volte l'ambientazione ne risente: trovarsi immediatamente immersi nella visione della protagonista è abbastanza spiazzante anche perché, forse volutamente o forse impressione mia, è un po' confusionaria (nel caso non avrei niente da dire perché una visione ha tutte le ragioni per esserlo, no?).
E' la seconda parte che mi lascia perplessa: ho pensato che fosse il punto di vista della protagonista che, nonostante sia mezzo priva di sensi dopo la visione, sente le voci di quelli che si avvicinano. Ma dopo c'è "Intervenimmo, aprimmo le porte e vedemmo quella figura bianca, piccola, morta." è cambiato improvvisamente il pov, per poi riprendere quello di lei. E' questo che mi lascia perplessa: c'è un cambio di persone troppo improvviso che mi spiazza e mi fa perdere il filo della lettura.
In ogni caso l'ho trovato molto suggestiva come idea e la prima parte era davvero bella.
@La sposa del re.
Anche qui manca l'ambientazione, ma ti dirò la cosa non mi crea molto fastidio. I dialoghi mi hanno subito trascinata in questo vortice di botta e risposta, incitandomi ad andare avanti per capire maggiormente cosa succedesse. E poi arriva il colpo di scena, con quella testata data allo specchio, spiazzandomi completamente (a proposito, ho adorato tantissimo la definizione "lama di specchio").
Forte, d'impatto, certamente una grande sorpresa da leggere.
@Ser Lostdream.
anche a questo giro hai toccato un bel tema anche se questa volta molto più quotidiano.
E' stato molto piacevole l'avvicendarsi di quei diversi momenti, con quella frase iniziale che lasciava già presagire qualcosa, anche se non si capiva ancora cosa. Ho molto apprezzato anche la parte finale: fa sempre piacere vedere che, nonostante tutto, l'altra persona sceglie di stare accanto a te e sostenerti, a prescindere da quello che è successo.
@misterpirelli
mitologia greca: un grande punto a tuo vantaggio considerato che l'adoro. E complimenti per aver tirato fuori il "fuori dal coro" dell'Iliade: caro Tersite, messo a tacere da Ulisse e qui da Isilea. Un pessimo guerriero di fronte a tutti gli altri grandi sovrani, prodi combattenti, elitari guerrieri destinati a far cadere Ilio. Ma lui è un pessimo guerriero perché va contro tutto questo, contro quella ricerca di gloria, quella guerra che li logora da dieci anni: ha il coraggio di far sentire la sua voce a prescindere dalle conseguenze: che importa se è brutto e storpio? Ha fatto sentire la sua voce di pessimo guerriero ai gradi sovrani.
Stanchezza, logoramento per quella guerra che non serviva ad altro se non ad accontentare l'ego degli Atridi (vabbè se poi leviamo la poesia c'era ben altro dietro, suvvia xD)
Molto molto bello!
@Cavalier Stampella
Ma dai, che bel racconto! Il punto di vista dei bambini è sempre tremendamente spiazzante e semplice.
Tutti i pregiudizi sono contro queste fantomatiche persone al di là del muro, definite "cattive" senza dare alcuna spiegazione particolare. Una cosa forse fatta apposta per parlare con il bambino, ma dall'altra fa anche capire come questo aggettivo "cattivo" non voglia dire assolutamente nulla nella sua vaghezza: nemmeno i grandi sanno in cosa consiste questa cattiveria perché in realtà non conoscono gli altri.
E ci vuole l'iniziativa di un bambino per oltrepassare quel muro e scoprire che in realtà sono proprio come loro.
Davvero carino.
@Laren Dorr
Certamente trasmette molta angoscia. Sentire come piano piano l'altro inizia a prevalere sulla propria vera personalità deve essere una sensazione veramente tremenda. E' come se fosse un grido disperato prima di essere completamente sommerso da un nuovo "io" completamente malvagio a cui è impossibile opporsi. Riesce a trasmettere una buona scarica di sensazioni, però in questo caso ci averi visto meglio un minimo di ambientazione perché mi ha lasciato una sensazione di vaghezza che gli fa perdere qualcosa.
@idriel
Anche qui viene ripreso il concetto del "li considero diversi ma alla fine sono uguale a loro". Ma devo dire che l'hai reso in un modo veramente efficace e carico di rabbia. Mi è arrivata tantissimo la sensazione di sentirsi animale in trappola, la furiosa umiliazione per essere considerato come animale di uno zoo: i pugni, i tentativi di ignorare, le reazioni più calme come il dito medio. Insomma ho tirato un sospiro di sollievo a non essere al posto suo. All'inizio pensavo che fosse questo: l'umano vs gli altri alieni che avevano ormai conquistato il mondo... ed invece arriva quell'ultima scena, così breve e così tremenda. Perché nemmeno nell'estrema umiliazione l'uomo non può fare a meno di essere incuriosito da una nuova sfortunata creatura che si comporta esattamente come lui il giorno prima... eppure a questo giro lui non si comporta diversamente dai suoi carcerieri.
Bene, alla fine ce l'ho fatta a commentare tutti i racconti, mi premeva.
Però per votare aspetterò domani quando li riprenderò tutti con calma, adesso proprio non ce la farei con lucidità, anche perché ce ne sono diversi che considero favoriti.
A questo giro ci devo pensare davvero bene, e lo trovo assai bello perché vuol dire che molti scritti mi sono piaciuti davvero tanto " />
In ogni caso congratulazioni a tutti/e
Io.Te.
Ho capito presto che si trattava di uno specchio. Forse, con una sorpresa finale mi avrebbe fatto un migliore effetto.
All’inizio i dialoghi sono ficcanti, un bel botta e risposta. Poi si banalizzano e diventano verbosi.
Aeron Plain: Io.Te.
Anche il tuo racconto mi è piaciuto. Ho trovato però più riuscita la prima parte che la seconda, dove il botta e risposta iniziale diventa secondo me meno efficace.
grazie davvero per i commenti, avevo molte perplessità su questo racconto. le seconda parte del dialogo è stata faticosa da scrivere per me, figurarsi da leggere per voi! Scusate " /> devo migliorare mooolto le resa dei dialoghi.
passo a un po' di "feedback" dei vostri racconti
Ygritte: prendo ogni giorno l'autobus... hai reso benissimo quell'atmosfera! dentro quelle 4 mura su 4 ruote la diffidenza verso l'altro regna sovrana e, a volte, vi cedo anch'io. Le si stava appannando la vista, già non del tutto limpida per via delle lacrime. è come se questa frase spezzasse un po' la concitazione della scena. tutto qua.
Metamorfo: il mio racconto preferito di tutta la rassegna. delicato, fiabesco, profondo, scorre verso l'amara fine senza fatica. anche la scelta dell'altro è tra le più originali.
Albert Stark: anche a me ricorda Supernatural, Dylan Dog e un po' anche ai confini della realtà, tutte cose che adoro! paradossalmente, la parte che ho trovato più interessante e originale è il rapporto fra i 2 evocatori e le brevi riflessioni del sopravvissuto.
Emma Snow: con il tema Zombie non so essere obbiettivo, mi affascina a priori! lo hai usato proprio bene come metafora per riflettere su cosa ci rende noi stessi. mi sarebbe piaciuto sapere di più sull'origine del risveglio, ma forse non era importante per il racconto in sé. la tristezza crescente della protagonista è davvero sentita.
Maya: avevo avuto anch'io la mezza idea di descrivere l'umanità attraverso gli occhi di un alieno, ma non sapevo come fare... invece tu ci sei riuscita bene! dialoghi coinvolgenti e divertenti, il finale sembra alleggerire un racconto il cui messaggio è invece molto profondo.
δαηrys: purtroppo non sono capace di dare commenti tecnici. ti posso dire che mi è piaciuto! il "totalmente altro" della figura divina è una variante del tema estremamente interessante. hai creato un culto oscuro e vivo e il tuo vocabolario è molto ricco, forse sin troppo a volte!