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Contest di scrittura creativa
Q di Qhorin Halfhand
creato il 11 giugno 2009

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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 25 giugno 2009 16:23

Beh siccome nessuno si decideva a iniziare, mi sono buttato io <img alt=" />

 

Stiamo pensando, Khal... <img alt=" />

La maggior parte il racconto l'ha gia' scritto, e lo sta lasciando riposare per rileggerlo fra qualche giorno.

A me, l'ombra di un'idea e' venuta solo oggi. Me ne sto innamorando piano piano, ummmm... &gt;_&gt;

 

AGGIUNTA: Letto il racconto di Khal. Porca miseria. E' davvero stupendo. E scritto benissimo, per giunta. Santo cielo, continuate a stupirmi con la vostra bravura...


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Erin
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Erin
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Inviato il 25 giugno 2009 16:30

Bene, e dopo qualche ripensamento, vi propongo il mio brano <img alt=" /> Sfortunatamente per voi, ancora una volta non sono riuscita a scostarmi dall'ambiente fantasy &gt;_&gt; ma spero vi piaccia lo stesso

 

Contest di scrittura creativa: Tradimento

 

Il vecchio giaceva per terra, gli occhi sbarrati nell’istante della morte, la bocca aperta nell’ultimo rantolo. A guardarlo non incuteva alcun timore, solo pietà: le mani scheletriche artigliavano il pavimento mentre il volto scavato veniva in parte nascosto da ciocche di scomposti capelli bianco opaco. Tutto quello che rappresentava era sparito con la morte: non era vero che i cadaveri conservano parte della compostezza o autorità che i loro proprietari hanno avuto da vivi. Dov’era la potenza? La saggezza? Il timore che avevano suscitato gli occhi azzurri fino a qualche giorno prima? Tutto sparito in un attimo.

Ecco quello che sei veramente – pensò con maligna soddisfazione il giovane mentre fissava il corpo senza vita – un’inutile vecchio…tradito dal tuo corpo, dalla tua senilità.

L’avevano tradito i suoi occhi, ormai vecchi e stanchi: non avevano visto il pugnale.

L’avevano tradito i suoi riflessi: non avevano fatto in tempo a parare il colpo.

L’aveva tradito la memoria: non aveva ricordato in tempo la magia

L’aveva tradito la vecchiaia…perché l’aveva fatto fidare di chi non doveva.

Dirk osservò per un ultima volta il volto del vecchio maestro e poi si mise a frugare nella scrivania: sapeva che era da qualche parte. Alla fine lo trovò: un medaglione incastonato con pietre preziose, con delle rune scritte intorno. Il ladro non sapeva quanto alto fosse il suo valore (eccezion fatta per le pietre, anche se ne aveva visto di migliori), ma quello che gli pagavano era tanto.

Aveva compiuto la sua missione.

 

La giovane promessa nella cerchia dei maghi fissava con orrore la figura davanti a se. La ferita che aveva al ventre non gli lasciava scampo: aveva cercato di curarla, ma essa era insensibile a qualsiasi incantesimo. Come era stato possibile che un ladro di strada, per quanto abile, potesse ferirlo a morte così facilmente?

Dirk era davanti a lui e puliva con eleganza il pugnale sporco di sangue. Fissò il giovane morente.

“Non mi riconosci Aril?-sorrise amabilmente-Su, fai uno sforzo…come quando recitavi le formule davanti a me…”

Aris impallidì ancora di più, mentre il dolore scompariva per far posto all’orrenda consapevolezza. Gli occhi del ladro abbandonarono l’illusione e da castani diventarono azzurri. Vedendo che il riconoscimento era stato effettuato, Dirk si scostò la tunica, mostrando il medaglione.

“Maestro…”rantolò Aris

“Ero vecchio e i miei riflessi, come la mia vista e la mia memoria mi tradivano…vero? Sì, è uno degli inconvenienti della vita. Ma ho aggirato questo piccolo problema. Quanti anni aveva il nostro giovane ladro al quale tu avevi chiesto di uccidermi e rubare il medaglione? Venti? Ventuno? Mi aspettano molti e molti anni ancora, prima di sentirmi di nuovo tradire dal mio corpo”

“Maestro…non volevo…”

“Non volevi? L’avevo capito subito, piccolo ambizioso, che aspettavi che il mio ascendente fosse in declino. Notevole caparbietà, lo ammetto…ma davvero pensavi di tradire così qualcuno che ha più di mille anni?”

Fu con soddisfazione che vide il giovane sgranare ancora di più gli occhi, mentre il sangue continuava a fiottare dalla sua ferita. Ormai gli restavano pochi minuti di vita. Non valeva nemmeno aspettare che morisse.

Dirk, perché ora si chiamava così, lanciò un ultima occhiata alla sua vittima e poi uscì sui vicoli della città, pronto a ripartire, come aveva fatto più di una decina di volte nella sua esistenza.


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SadSong
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SadSong
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S

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Inviato il 25 giugno 2009 18:02

Ho letto entrambi i testi.

Il tuo Khal è davvero molto bello e scritto benissimo, complimenti *-*

Io ovviamente nn so resistere alle domande riguardo la storia, ma lo metterò sotto spoiler xD 6d891880d5083ed0435f187824477c13'6d891880d5083ed0435f187824477c13

Ma Merustar davvero era un traditore? O semplicemente Notaras era davvero un paranoico? Sono più per la seconda :P

 

 

Erin, anche questo testo mi è piaciuto molto, bravissima *-* l'unica cosa, e forse sono io, è che ho fatto fatica a capire la second aparte del racconto °°

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Ma quindi il vecchio maestro non è morto, ha ucciso il vero Dirk e gli ha praticamente rubato l'immagine, lasciando a lui quella del vecchio maestro? Scusa ma sono lenta a capire xDD

 



AryaSnow
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Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 25 giugno 2009 18:03

Impressioni alla prima lettura...

 

Sicuramente due racconti validi.

 

Khal: è quello che mi è piaciuto di più dei due. Buono, dai. Nella metà (o poco più) iniziale ci sono IMHO un po' di imperfezioni a livello di stile, ma niente di grave. L'ultimo paragrafo l'ho trovato molto migliore nella forma e la svolta è stata un colpo di scena (era più scontato aspettarsi che sarebbe stato Merustar ad uccidere). La scena dell'uccisione, compresi i pensieri del protagonista è ben fatta e riesce ad emozionare.

 

Erin: mi è piaciuto un po' di più del precedente (nemmeno quello mi dispiaceva). Lo sviluppo mi ha probabilmente sorpreso di più e in generale come racconto mi sembra strutturato meglio. Nella forma... un po' di cose da segnalare, ma non è male... Molto carino.


A
Alekseij Targaryen
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Alekseij Targaryen
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Inviato il 25 giugno 2009 19:52

Io avrei pronto un testo, ma davvero non riesco a tagliarlo più di quanto non abbia già fatto... Spazi inclusi consta di 4117 caratteri. Posso pubblicarlo oppure non mi è consentito farlo? Chiedo soprattutto ai partecipanti che hanno già pubblicato un loro lavoro <img alt=" />



AryaSnow
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Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 25 giugno 2009 19:59

Quello che ho provato a buttare un po' giù ieri sforava pure di un centinaio circa. Poi sono riuscita a restringerlo un po'.

Ma lo avrei pubblicato comunque, non penso sia un problema così grosso. Boh...


S
Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 25 giugno 2009 20:05

per me un limite di 4000 mila caratteri circa significa "basta che non si arrivi a 5000", quindi non mi sembra un problema. Considerando pure che si trtta di un contest senza alcun premio o che, direi che possiamo permetterci di essere belli elastici <img alt=" />

 

io sto preparando un pezzo, però non so se riuscirò a finirlo in tempo...il 2 ho l'esamone, quindi non posso dedicarmici più di tanto al contest <img alt=" />


Q
Qhorin Halfhand
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Qhorin Halfhand
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Inviato il 25 giugno 2009 20:14 Autore

Io avrei pronto un testo, ma davvero non riesco a tagliarlo più di quanto non abbia già fatto... Spazi inclusi consta di 4117 caratteri. Posso pubblicarlo oppure non mi è consentito farlo? Chiedo soprattutto ai partecipanti che hanno già pubblicato un loro lavoro <img alt=" />

 

 

Ovvio che lo puoi postare lo stesso!!

 

Come ha detto Seethamaran, data la natura puramente iperludica della cosa, il limite del 4000 è stato dato come metro indicativo.

Sforare di un centiaio di caratteri o più non comporta nessuna penalizzazione <img alt=" />


A
Alekseij Targaryen
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Alekseij Targaryen
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Inviato il 25 giugno 2009 20:49

Ok allora posto <img alt=" /> Premetto solo che sono in periodo d'esami, quindi non ho avuto modo di riguardare criticamente il testo facendo riferimento ai suggerimenti che mi avete dato la volta scorsa... Spero non sia uscito uno schifo! <img alt=" />

 

 

Tema: IL TRADIMENTO

 

Gaio Giulio Cesare Germanico era un uomo facilmente irritabile: lo era sempre stato, ma quella mattina aveva un motivo in più per esserlo. Dopo sei lunghi giorni di festeggiamenti, giungevano al termine anche i ludi palatini. L’imperatore ne era scontento non tanto per i giochi in sé, così insulsi e ripetitivi, quanto per il conseguente ritorno alla vita di palazzo. “Palazzo che diventa sempre più simile ad una bettola, col continuo andirivieni di quegli idioti listati di porpora e delle loro bal*****he di mogli”.

Seduto scomodamente sullo scranno, da più di mezz’ora ascoltava il berciare di Lucio Cornelio Silano, uno dei tanti idioti a cui prima si erano rivolti i suoi pensieri. Di corporatura robusta, il calvo senatore stava blaterando qualcosa riguardo alle spese della corte. Al princeps era parso di intendere un riferimento riguardo alla nuova stalla che aveva fatto costruire per il suo stallone, ma non ci avrebbe scommesso. “Ciò di cui sono però sicuro è che il mio cavallo merita più di questo vecchio il titolo di senatore. In effetti potrebbe essere un’idea…”

Tediato ed assolutamente disinteressato a ciò che stavano udendo le sue regali orecchie, si alzò di scatto e uscì dalla sala, lasciando Cornelio Silano nel bel mezzo del discorso, ammutolito e con la bocca aperta come un rombo al mercato del pesce.

 

Milonia era seduta su una panca di pietra, sotto il grande colonnato prospiciente ai giardini. Nonostante fosse solamente la fine di gennaio, un tiepido sole luccicava lontano nel cielo. Seduta accanto a lei, una bambina dallo sguardo imbronciato faceva dondolare ritmicamente la gambe grassocce.

L’imperatore poggiò una mano sulla spalla della donna. «Caligola», disse la donna voltandosi verso il marito. Caligola: era quello il soprannome affettuoso che gli avevano dato da piccolo i soldati di suo padre. Milonia era l’unica persona cui veniva concesso di chiamare così il princeps. “L’unica a parte quella crisalide ambulante di mio zio Claudio”. A volte si chiedeva cosa lo trattenesse dal farlo sgozzare. Dopotutto, brutto e stupido com’era, restava in vita solo per fungere da zimbello: eliminarlo sarebbe parso un atto di pietà non solo agli uomini, ma anche agli Dei.

«Giulia Drusilla ha graffiato in volto la figlia del pretore Giunio Cassio. Secondo quanto dice la madre, voleva addirittura cavarle gli occhi».

Il sovrano scoppiò in un’argentea risata. «Questa peste dimostra ogni giorno di più di essere sangue del mio sangue» disse poi, posando lo sguardo sulla piccola. Le sorrise, augurandosi che potesse avere una vita più felice di quella che aveva avuto lui. Caligola aveva perso entrambi i genitori, due fratelli e una sorella: troppe perdite in soli ventisei anni. A nessuno era mai importato del suo dolore, nessuno aveva mai avuto occhi per lui; ora invece, gli sguardi di tutti gli erano addosso, e molti lo chiamavano pazzo. “Pazzo perché come ogni sovrano elimino i miei nemici? O perché esigo il rispetto che è dovuto ad un imperatore? I faraoni egizi sono come Dei… Perché non dovrei pretendere di essere adorato quale discendente di Venere?”

 

Mentre la famiglia rientrava nel palazzo, un rumore di passi sempre più veloci cominciò ad echeggiare nel lungo corridoio che li separava dagli appartamenti imperiali. Alle loro spalle, qualcuno chiamava a gran voce il nome del sovrano. Non appena si voltò, l’imperatore li vide: i tribuni Cassio Cherea e Cornelio Sabino lo raggiunsero di corsa. Stava montando su tutte le furie, indispettito da quel modo di avvicinarsi alla sua augusta persona, quando un improvviso gelo metallico gli trapassò il ventre. Prima che le sue ginocchia cedessero, ebbe solamente il tempo di veder sopraggiungere una moltitudine di uomini avvolti in lunghi mantelli. “I pretoriani…” Una voce di donna gridò al tradimento, prima che una mano virile l’afferrasse per i capelli e che un’altra le strappasse la figlia dal seno. La vista gli si annebbiò, ed i suoi occhi furono in un attimo colmi di bianco e di scarlatto: i colori del marmo vergato dal sangue, delle toghe dei senatori che lo avevano abbandonato al suo destino, delle rose sacre alla divina Venere.


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 25 giugno 2009 21:56

Io avrei pronto un testo, ma davvero non riesco a tagliarlo più di quanto non abbia già fatto... Spazi inclusi consta di 4117 caratteri. Posso pubblicarlo oppure non mi è consentito farlo? Chiedo soprattutto ai partecipanti che hanno già pubblicato un loro lavoro :)

 

117 caratteri non sono nulla, posta! <img alt=" />

Erin: fantastico. Non ho capito bene, ma è fantastico lo stesso. Preferisco ancora Khal, almeno finché non me lo spieghi... <img alt=" />

 

AGGIUNTA: Sto ridendo di felicità a vedere quanti racconti stupendi state scrivendo. Alekseij Targaryen: meravigliosooooo!!!!! <img alt=" />


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Erin
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Inviato il 25 giugno 2009 22:08

Ok...forse è meglio che spieghi...metto sotto spoiler così non creo problemi a chi vuole leggere dopo.

 

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Dunque, Dirk è un ladro/assassino assoldato da Aril per uccidere il vecchio maestro e rubare il medaglione. In realtà il vecchio non muore veramente, ma tramite il medaglione distrugge l'anima del ladro e si impossessa del suo corpo. Indi compie le azioni della seconda parte <img alt=" /> Se ci sono ulteriori problemi chiedete pure <img alt=" />

 



AryaSnow
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Inviato il 25 giugno 2009 22:12

SPOILER RACCONTO ERIN92b28fc7ec7165c47009a6d430c892a8'92b28fc7ec7165c47009a6d430c892a8

Io leggendo attentamente avevo capito lo scambio di corpi, non avevo capito solo che c'era di mezzo il medaglione... <img alt=" />


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Tyrion Hill
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Inviato il 25 giugno 2009 22:19

Ok...forse è meglio che spieghi...metto sotto spoiler così non creo problemi a chi vuole leggere dopo.

 

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Dunque, Dirk è un ladro/assassino assoldato da Aril per uccidere il vecchio maestro e rubare il medaglione. In realtà il vecchio non muore veramente, ma tramite il medaglione distrugge l'anima del ladro e si impossessa del suo corpo. Indi compie le azioni della seconda parte <img alt=" /> Se ci sono ulteriori problemi chiedete pure <img alt=" />

 

 

OK, ora ho capito. Era ovvio, in effetti! È solo che sono un po' sul tonto. Bello! Scritto bene!


AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 25 giugno 2009 23:35

Bene, khal mi ha confermato che la storia del tradimento era solo una paranoia del protagonista. Non volevo pronunciarmi in merito perchè volevo la conferma certa.

Adesso posso dire che questo rende il racconto ancora migliore, perchè meno banale e con più ambiguità morale.


K
khal Rakharo
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khal Rakharo
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Inviato il 26 giugno 2009 0:32

khal Rakharo (io)

Io ovviamente nn so resistere alle domande riguardo la storia, ma lo metterò sotto spoiler xD e805a81ff487fed9b63b8f08a9bb7203'e805a81ff487fed9b63b8f08a9bb7203

Ma Merustar davvero era un traditore? O semplicemente Notaras era davvero un paranoico? Sono più per la seconda :P

 

 

Allora, 953c5fa14c5322bbb7c7bc070c65e644'953c5fa14c5322bbb7c7bc070c65e644

ci sono due possibilità. SECONDO ME Notaras s'è inventato praticamente tutto. La sua antipatia e invidia per Merustar, un re fisicamente floscio, modello "ragioniere con la pancetta", ma rispettato genio militare, lo hanno portato a vedere complotti e tradimenti e ingiustizie che l'altro, come ha rivelato in punto di morte, non ha mai tramato. Però è anche possibile che mentisse anche in punto di morte, e allora Notaras per quanto personaggio odioso avrebbe avuto ragione nel vedere un complotto; penso che nel racconto si possano vedere entrambe le interpretazioni. Io preferisco la prima, in cui... entrambi erano sinceri, Merustar un simpaticone e Notaras un impetuoso in buona fede.

 

<img alt=" /> Nota sull'ambientazione: sono a disposizione per qualsiasi domanda, intendo comunque restare in questo mio mondo anche per eventuali contest futuri. E non solo <img alt=" />

 

 

Passo ora a commentare gli altri racconti. Il miglior complimento da parte mia è quando non trovo difetti :) Scusatemi quindi se sarò crudo <img alt=" />

 

@ Erin e Alekseij: trovo che i vostri racconti si completino a meraviglia, le mancanze dell'uno sono i punti forti dell'altro...

Erin: un po' debole la narrazione. Insisti un po' troppo sul fatto del tradire, usi troppo spesso la parola. Interessante il racconto, mi è piaciuta l'idea. Nota di biasimo: veramente non si capisce il passaggio tra le due parti, nemmeno a posteriori è spiegata. Sarebbe bastata una frase, alla fine della prima parte, come "allungò la mano verso il medaglione..." per far capire molto di più cosa è successo, dopo aver letto il seguito.

Alekseij: eccellente narrazione, fluida e gradevole, bravo. Banale la storia, è il più scontato dei tradimenti, e appena leggi "Caligola" puoi immaginare la fine; manca di struttura (prime due parti descrivono Caligola e basta, non c'è racconto; succede tutto alla fine) e di pathos (compaiono i nemici, lo pugnalano, fine). Troppi secondo me i dettagli storici; sono convinto che siano tutti veri e reali, nomi e parenti e fatti. Gli accenni a Claudio e al cavallo, che ho riconosciuto, mi son piaciuti, gli altri mi hanno dato un senso di pesantezza: sembra un'ostentazione delle tue conoscenze di storia, all'interno della storia non hanno uno scopo.

 

 

e una nota generale: in generale penso che se i lettori capiscono male un passaggio la colpa sia del narratore, che non ha fatto passare il suo messaggio. Per cui non venitemi a dire che ho interpretato male :P


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