quell'immagine che hai postato è psichedelica " />
Voleva esserlo infatti.
Hai dato il tema? Quando si inizia col sedicesimo?
Hai dato il tema? Quando si inizia col sedicesimo?
Scusate, ho avuto qualche contrattempo " />
Sedicesimo contest di scrittura creativa!!! " />" />
La traccia scelta da triex, vincitore del concorso precedente, è la seguente:
Boom!
Gli elaborati potranno essere proposti a partire da domani, martedì 16, fino alla mezzanotte di giovedì 25 marzo.
Le votazioni si terranno da venerdì 26 a martedì 30 marzo.
A voi!! " />
Partecipanti: Seethamaran Toral, Tyrion Hill, Ilyn Payne, Metal Duchess, Lochlann (" />), Ser Lostdream
Mi raccomando il punto esclamativo
Triex suonatoooooooo! " />
No, scherzi a parte: ottimo tema. " />
non ho uno straccio di idea, ma m'ispira " />
A che serve il punto esclamativo? Un boom si presume che sia molto forte già da solo :-P
Bell'idea, comunque. Bisogna anche fare attenzione a non confondere "boom" con "bum" (che è diverso).
Oh my God! E ora che m'invento??
Ah haah ah triex, che idea! Complimenti!
Ma lo sai che ci avevo pensato? Metti le mani avanti e previeni eventuali discussioni sul significato di Boom! Ossessiva del cavolo! " />Bell'idea, comunque. Bisogna anche fare attenzione a non confondere "boom" con "bum" (che è diverso).
Alla fine m'è venuta solo questa di idea (che 'nzomma...c'è di meglio), come mio solito sono sommersa di studio arretrato quindi non aspetto di trovare qualcosa di meglio, speriamo bene " />
Sedicesimo contest di Scrittura
Traccia: Boom!
- Ehm… Buongiorno.
- Buongiorno a lei.
- Carino qui.
- Trova?
- Un po’ buio, forse.
- Ma ci sta bene.
- Sì, ci sta bene.
- E adesso?
- Adesso nulla. Si rilassi.
- Posso rimanere qui?
- Se lo desidera. La permanenza ha un prezzo, ovviamente.
- Quanto?
- Il suo corpo.
- E quanto durerà?
- Qualche mese sicuro. Magari anni.
- Ma non durerà per sempre.
- Oh, no. Anzi, molto meno che fuori di qui. Molto meno.
- Molto meno.
- Può andarsene quando vuole. Deve solo volerlo.
- Volerlo?
- Esattamente. E’ questo che trovano difficile, di solito.
- Se urlassi? Se mi gettassi contro una di quelle finestre e mi mettessi a fare segni ai passanti?
- Sarebbe inutile.
- Non mi sentono, vero?
- Certo che la sentono. Farà un gran bel casino. Quelli si avvicineranno a vedere cosa c’è che non va, la vedranno che si sbraccia da dietro quella finestra, e allora le faranno segni anche loro, le indicheranno la porta, le urleranno “di là, vada di là”. Ma è lei che non li sentirà. E quelli penseranno che si stia solo burlando di loro, o semplicemente si stuferanno. Alla fine se ne andranno tutti.
- Capito. Dipende da me, insomma.
- Solo da lei.
- Credo proprio che io e lei ci faremo compagnia per un bel po’ allora.
- Non c’è problema.
- Sa, penso che in pochi se lo aspettassero. Ciò che ho fatto, intendo.
- E’ sempre così.
- Davvero?
- Per lo più.
- Non sono molto originale.
- No. Ma avevo scommesso che l’avrebbe fatto prima.
- Fate anche le scommesse qui?
- Non c’è molto da fare.
- Ora che mi ci fa pensare effettivamente ci ho messo molto. Non saprei dire nemmeno quando sia cominciato tutto.
- Dev’essere stato molto tempo fa.
- E’ che… è sempre stato tutto così naturale per me, capisce.
- Perfettamente.
- Voglio dire, non è che mi sia mai successo qualcosa che zac ha fatto scattare la molla. Non mi è successo proprio nulla. Badi bene, non intendo che la mia fosse un’esistenza grigia e piatta.
- Lo so. Molti invidiavano la sua vita.
- Se avessero saputo…
- Lei ha sempre dissimulato molto bene.
- Non bene, benissimo. Ho cominciato presto, d’altronde. Ero solo un bambino.
- Le mancava un po’ di sano egoismo.
- Già. Mi è sempre venuto naturale adattarmi alle aspettative degli altri.
- Il mimetismo può essere utile, a volte.
- Ma io non ho fatto altro che mimetizzarmi. Essere quello che gli altri si aspettavano da me. Fare quello che si aspettavano da me. Alla fine ero davvero diventato la stessa maschera che indossavo.
- Situazione pesante.
- Molto. E diventava sempre più difficile da gestire. Ma avevo sempre fatto così, non m’era mai saltato in testa di dire basta, e allora continuavo. Stavo malissimo. Cerano periodi in cui ero paralizzato dal terrore di non farcela. Non dormivo, non mangiavo. Piangevo. Poi passava. Avevo un po’ di tregua, poi ricadevo. Succedeva sempre più spesso.
- Quello che si dice un circolo vizioso.
- Esatto. Star male non faceva affatto bene all’immagine che avevo, e allora stavo male per quello. E poi un bel giorno qualcosa ha fatto crack.
- Bel botto, se posso permettermi.
- Non ho sentito nemmeno il rumore.
- Io ci ho fatto l’orecchio.
- E’ qui da molto tempo?
- Se così sì può dire.
- Anche lei come…
- No. Io qui non sono un ospite.
- Mi scusi.
- Si figuri.
- E’ che non ho ancora capito bene cosa sia questo posto. Sembra…
- Una scatola di giocattoli rotti?
- Più o meno.
- Non è il primo che lo definisce così. Le va di fare un brindisi al suo arrivo?
- Di solito si brinda alle occasioni felici.
- Lo consideri un brindisi di benvenuto.
- Se è così…
- Cosa preferisce?
- Faccia lei.
- Questo potrebbe andarle bene?
- Benissimo.
- A lei.
- Grazie. Beh, brindiamo a…?
- Alla sua implosione, direi.
- Direi. Alla mia implosione!
Tin!
Seetharaman Toral ha fatto centro di nuovo? Mi sembra di sì. Il pezzo è impeccabile, tra il kafkiano e (di nuovo) lo sheckleiano. Il dialogo è tremendamente avvincente (lo stato di shock dell'uno, la stanca e formale gentilezza dell'altro).
Solo che non ho mica capito che cosa vuol dire... Capace che lo voto lo stesso! " />
Io invece (tanto per cambiare) non l'ho capito e messo così mi dice poco. Mi sa che è meglio se me lo spieghi, magari sotto spoiler per chi non vuole leggere " />