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Stato della fantasy in Italia
Q di Qyburn
creato il 14 aprile 2009

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cnebbia
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cnebbia
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Inviato il 25 maggio 2009 23:01

Dopo matura riflessione sono giunto alla riflessione che chi riesce a pubblicare fantasy in Italia vi riesce per puro e semplice c..o. O perché fa parte di certe combriccole e confraternite. In Italia pubblica solo...chi è già stato pubblicato e i concorsi letterari li vince solo...chi ne ha già vinto qualcuno. Avete presente i professori universitari che hanno come successori i propri figli e nipoti? Beh, nel fantasy italiano succede la stessa cosa.

...

Qyburn, concordo pienamente con la tua sconsolata analisi ed ecco perchè, non facendo parte di nessuna delle due categorie, decisi di accettare una proposta di pubblicazione con contibuto.

Nel 2004 inviai il manoscritto del mio romanzo di fantasy ad una decina di case editrici attive in questo settore, selezionate con l'aiuto di un'agenzia letteraria.

Dopo un anno ricevetti la prima proposta: cinquemila euro a fondo perduto: rifiutai. Passarono sei mesi ed arrivò una proposta più onesta: acquistare un certo numero di copie, rivendendole avrei recuperato le spese: accettai, vincendo la mia avversione.

Devo dire che ne è valsa la pena. E' vero, alcuni mi considerano uno scrittore di serie B solo per questo motivo, un sito fantasy molto famoso mi ha rifiutato in extremis la recensione già concordata con un suo collaboratore facendomi sentire un lebbroso, ho dovuto sbattermi per vendere le mie copie.

Però ho avuto il piacere di venire a contatto con lettori appassionati del fantasy, con alcuni di questi ho stabilito rapporti di amicizia, qualche lettore mi ha anche fatto i complimenti, bontà sua.

Certo, il mio sogno di pubblicare senza contributo è rimasto nel cassetto, ma il mio libro no.


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Seetharaman Toral
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Inviato il 30 maggio 2009 21:11

io se fossi uno scrittore in erba piuttosto che pubblicare a pagamento metterei online gratis tutto quanto...

comunque il problema delle grandi case editrici tipo mondadori è che cercano il libro giusto da vendere al momento giusto, al monete se qualche giovin persona italica scrivesse una qualche sorta di twilight sarebbe pubblicato al volo, come un paio d'anni fa si pubblicava qualsiasi cosa fosse anche lontanamente simile al codice da vinci.

 

dato però che sono una persona ottimista, faccio gli auguri a chiunque voglia pubblicare un libro, penso sempre che se quello che scrivete è davvero valido qualcuno ve lo prenderà ^_^

Il fantasy è un genere bistrattato ma che anche si bistratta da solo, mi pare anche normale che le case editrici grandi non ci puntino più di tanto, o lo facciano giusto quando c'è qualche moda.


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Tyrion Hill
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Inviato il 30 maggio 2009 22:44

io se fossi uno scrittore in erba piuttosto che pubblicare a pagamento metterei online gratis tutto quanto...

... a patto che, naturalmente, non sia un autore che dice di voler scrivere per esprimere la sua "anima", le sue "emozioni", la sua "arte", ma uno che dice: "Scrivo perché spero di vendere, e di farci un pacco di soldi".


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Seetharaman Toral
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Inviato il 31 maggio 2009 4:13

motivo per cui comunque non consiglierei mai a nessuno di scegliere l'arte come professione, ma solo come secondo lavoro...penso che passare la vita a cercare di guadagnare a tutti i costi con libri, disegni o che sia frustarnate, a meno che non si abbia già la tranquillità economica.


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Tyrion Hill
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Inviato il 31 maggio 2009 22:14

Parole santissime, Seetharaman Toral! :figo:

Comunque, se uno vuole scrivere per soldi non gliene faccio una colpa: mi basta che non pretenda poi di farlo "per l'arte". :huh:


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sharingan
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Inviato il 31 maggio 2009 22:34

Parole santissime, Seetharaman Toral! :figo:

Comunque, se uno vuole scrivere per soldi non gliene faccio una colpa: mi basta che non pretenda poi di farlo "per l'arte". :huh:

 

Quindi quando Leonardo dipingeva per il Re di Francia non era arte?


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Seetharaman Toral
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Inviato il 31 maggio 2009 23:01

Parole santissime, Seetharaman Toral! :figo:

Comunque, se uno vuole scrivere per soldi non gliene faccio una colpa: mi basta che non pretenda poi di farlo "per l'arte". :huh:

sempre che lo sconsiglierei, lo trovo un lavoro troppo precario...anche a chi volesse fare addirittura il ghost writer.

 

xsharingan: credo che tyrion non intendesse che essere pagati per fare arte sia sbagliato, quando intendere libri&co solo un modo per fare soldi. A chi scrive un buon libro o che certo che gli auguro di guadagnarci qualcosa, essere ricompensati anche economicamente è un'ottima cosa, e mi fa piacere sapere che un po' di finanze vadano ad autori validi.

Non sono una persona che pensa che chi faccia arte debba farlo per forza gratis e per il bene di tutti, diciamo che se io fossi un autore mettere gratis on line l'ebook e chiederei soldi solo a chi volesse l'edizione cartacea, che sicuramente uno scrittore non può andare in giro a regalare. Stessa cosa se fossi musicista, farei scaricare l'album gratis in mp3, e chi prprio vuole si potrebbe comprare una bella versione in digipack ^_^


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Tyrion Hill
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Inviato il 31 maggio 2009 23:06

Parole santissime, Seetharaman Toral! :figo:

Comunque, se uno vuole scrivere per soldi non gliene faccio una colpa: mi basta che non pretenda poi di farlo "per l'arte". :huh:

Quindi quando Leonardo dipingeva per il Re di Francia non era arte?

Leonardo (e tutti gli artisti che ovviamente intendi indicare con "Leonardo") hanno fatto sicuramente un pacco di soldi, ma la loro resta arte, non c'è dubbio. Si vedono i risultati. Ovviamente mi stavo riferendo a questo triste costume odierno del "Eh, ma se la Troisi ha veduto due milioni di copie, perché non anch'io?". Mi riferisco a questa assenza di reale passione - tipicamente accompagnata da una totale assenza di talento (che, per l'appunto, visto il successo della Troisi pare che "non serva"). Sono convinto che in Leonardo, e in molti artisti di successo del passato (e anche, accidentalmente, di oggi), ci fosse una reale passione, e un reale talento. Oggi pare che uno si mette a scrivere sperando di fare il botto alla lotteria.

 

In ogni caso, non ho detto che farlo per soldi implichi che non sia "arte": può esserlo. Comunque, se si fa esclusivamente "per l'arte", allora perché non pubblicare i propri lavori su internet come suggerisce Seetharaman Toral?


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Seetharaman Toral
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Inviato il 01 giugno 2009 1:09

Sono convinto che in Leonardo, e in molti artisti di successo del passato (e anche, accidentalmente, di oggi), ci fosse una reale passione, e un reale talento. Oggi pare che uno si mette a scrivere sperando di fare il botto alla lotteria.

Più che altro recentemente pubblicare sta diventando una priorità rispetto al contenuto. Non credo che i vari troisi&co non amino quello che facciano, mi sembra solo che ci sia troppo fretta di pubblicare, la smania di vedersi arrivare in qualche modo sugli scaffali, che il voler condivere con tutti la propria opera passi in secondo piano.

Un mio conoscente ha appena pubblicato il suo libro d'esordio a pagamento, prima di quello aveva solo scritto una obbrobrio illegibile (era scritto malissimo, la storia non so nemmeno quale fosse perchè leggerla era davvero ostico, ci ho provato ma non ce la feci), e mi chiedo quanto possa essere migliorato il suo stile, se solo pochissimi anni prima scriveva così male. E la trama di questo nuovo fa davvero pietà, quindi mi chiedo proprio che senso abbia avuto la sua scelta.

 

In ogni caso è anche per questo che consiglio agli scrittori o ai musicisti di mettere online copie gratis delle proprie opere, tanto se vuole uno se li scarica illealmente comunque, ma a distribuirli in prima persona ci si guadagna molto di più in visibilità: io sinceramente non mi arrischio quasi mai a comprare libri di esordienti in edizioni da quasi 20 euro visto che schifezze ultimamente si pubblicano, se invece avessi a portata mano un link sicuro dove procurarmi tutto e decidere se l'acquisto vale, leggerei molto più fantasy italiano (ma non solo). Per una questione di correttezza se poi il libro mi piace andrei a comprarlo, almeno io coi cd faccio così... me li ascolto via internet, se poi l'album mi piace davvero e non solo un paio di tracce me lo compro.


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Inviato il 01 giugno 2009 2:44

Più che altro recentemente pubblicare sta diventando una priorità rispetto al contenuto. Non credo che i vari troisi&co non amino quello che facciano, mi sembra solo che ci sia troppo fretta di pubblicare, la smania di vedersi arrivare in qualche modo sugli scaffali, che il voler condivere con tutti la propria opera passi in secondo piano.

Proprio cosí.

Un mio conoscente ha appena pubblicato il suo libro d'esordio a pagamento, prima di quello aveva solo scritto una obbrobrio illegibile (era scritto malissimo, la storia non so nemmeno quale fosse perchè leggerla era davvero ostico, ci ho provato ma non ce la feci), e mi chiedo quanto possa essere migliorato il suo stile, se solo pochissimi anni prima scriveva così male. E la trama di questo nuovo fa davvero pietà, quindi mi chiedo proprio che senso abbia avuto la sua scelta.

Non sarà mica Le Chiavi del Fato, per caso? :figo:

In ogni caso è anche per questo che consiglio agli scrittori o ai musicisti di mettere online copie gratis delle proprie opere, tanto se vuole uno se li scarica illealmente comunque, ma a distribuirli in prima persona ci si guadagna molto di più in visibilità: io sinceramente non mi arrischio quasi mai a comprare libri di esordienti in edizioni da quasi 20 euro visto che schifezze ultimamente si pubblicano, se invece avessi a portata mano un link sicuro dove procurarmi tutto e decidere se l'acquisto vale, leggerei molto più fantasy italiano (ma non solo). Per una questione di correttezza se poi il libro mi piace andrei a comprarlo, almeno io coi cd faccio così... me li ascolto via internet, se poi l'album mi piace davvero e non solo un paio di tracce me lo compro.

Sottoscrivo in pieno - anch'io faccio cosí. E funziona: casa mia è stracolma di CD e DVD (legali, ovviamente), tanto che non so più nemmeno dove metterli! :huh:


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 01 giugno 2009 12:04

Più che altro recentemente pubblicare sta diventando una priorità rispetto al contenuto. Non credo che i vari troisi&co non amino quello che facciano, mi sembra solo che ci sia troppo fretta di pubblicare, la smania di vedersi arrivare in qualche modo sugli scaffali, che il voler condivere con tutti la propria opera passi in secondo piano.

Proprio cosí.

 

Io, invece, credo sia il contrario. Secondo me alcuni autori, non tutti certamente, vedono nella pubblicazione l'unico modo per creare un contatto sicuro con un vasto pubblico. Credo che abbiano un'urgenza psicologica nel voler comunicare agli altri alcune emozioni, un messaggio, un contenuto, indipendentemente dalla forma approssimativa. Perciò tentano la pubblicazione molto prima di essere maturi magari perchè reputano la distribuzione cartacea che solo un grande editore può fare, l'unico mezzo per raggiungere le persone. Ci sarà pure chi dice "voglio guadagnarci con quello che scrivo" ma mi sembra anche logico che se uno scrive 6-10 ore al giorno ogni giorno per poter pubblicare un libro, voglia vedersi retribuito il minimo indispensabile per campare (12000-15000 euro annui, atenerci bassi?). Avete citato anche Leonardo ma come lui tutti gli intellettuali fino al '500 se non oltre facevano lo stesso, eppure nessuno si è mai sognato di mettere in discussione la loro arte.

 

Bisogna sempre considerare, secondo me, il motivo per cui un artista scrive.

- Per se stesso? Allora non pubblicherà niente, mai.

- Per dimostrare di essere il migliore o per il piacere di essere al centro dell'attenzione? Scriverà il suo capolavoro e poi lo pubblicherà, senza farsi condizionare dagli editori. Se nessuno lo vuole fare potrebbe distribuire la sua opera gratituitamente e parteciperà ai vari premi letterari.

- Per lanciare un messaggio? Cercherà il modo di raggiungere più persone possibile. Secondo me è per il momento la pubblicazione con un grande editore. Tra qualche anno potrebbe essere la diffusione dei contenuti via internet. faccio solo un esempio. Gomorra di Roberto Saviano avrebbe venduto più di un milione e mezzo di copie senza mondadori alle spalle, senza le interviste in tv, ecc? Io dico di no. Tutto imho, ovviamente. :figo:


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 01 giugno 2009 13:39

 

Non sarà mica Le Chiavi del Fato, per caso? :figo:

mai sentito sto libro, che sarebbe :huh: ? Comunque quello del mio conoscente è uscito da pochissimo, immagino ancora nessuno se ne sia accorto...più che altro ha una trama che accettando una cospicua mazzetta potrei definire banale.

 

Io, invece, credo sia il contrario. Secondo me alcuni autori, non tutti certamente, vedono nella pubblicazione l'unico modo per creare un contatto sicuro con un vasto pubblico. Credo che abbiano un'urgenza psicologica nel voler comunicare agli altri alcune emozioni, un messaggio, un contenuto, indipendentemente dalla forma approssimativa. Perciò tentano la pubblicazione molto prima di essere maturi magari perchè reputano la distribuzione cartacea che solo un grande editore può fare, l'unico mezzo per raggiungere le persone

 

sì ma...se io domani mi mettessi in testa di scrivere un romanzo e lo facessi, e uscisse (chiaramente) una cosa da poco...perchè pubblicarla, e soprattutto difenderla a spada tratta a ogni critica, soprattutto se si è ancora ai primi "allenamenti" di scrittura? Nel caso del mio conoscente si tratta di un mio coetaneo, tempo di fare pratica, di elaborare una bella trama ne ha a iosa.

A me sembra strano che tanta gente non si renda conto di cosa stia cercando di pubblicare. A me va benissimo che un giovane autore cerchi di pubblicare, ma se si è prodotto qualcosa che palesemente non è nulla di che (anche solo per la trama, dello stile magari uno non se ne accorge nel proprio innamoramento)...perchè diffonderlo?


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 01 giugno 2009 16:43

sì ma...se io domani mi mettessi in testa di scrivere un romanzo e lo facessi, e uscisse (chiaramente) una cosa da poco...perchè pubblicarla, e soprattutto difenderla a spada tratta a ogni critica, soprattutto se si è ancora ai primi "allenamenti" di scrittura? Nel caso del mio conoscente si tratta di un mio coetaneo, tempo di fare pratica, di elaborare una bella trama ne ha a iosa.

A me sembra strano che tanta gente non si renda conto di cosa stia cercando di pubblicare. A me va benissimo che un giovane autore cerchi di pubblicare, ma se si è prodotto qualcosa che palesemente non è nulla di che (anche solo per la trama, dello stile magari uno non se ne accorge nel proprio innamoramento)...perchè diffonderlo?

Evidentemente tu sei già più "matura" del tuo coetaneo se non nella capacità, almeno nella critica letteraria. Nei casi che hai citato oltre a soffrire del classico "innamoramento per ciò che si è scritto" vi è anche "incapacità di critica nei riguardi di un proprio lavoro" perciò la decisione di procedere ad una pubblicazione senza questi due filtri è dettata dall'immaturità e dall'inconsapevolezza della qualità raggiunta. Perciò, da questo punto di vista, chi pubblica si accorge dei propri limiti solo in base alle critiche ricevute dopo la pubblicazione. Escludo i casi in cui uno è conscio di aver scritto una cosa orrenda ma lo pubblica ugualmente per guadagnarci su. Non credo sia questo il caso. :figo:


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Iskall Ytterligare
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Iskall Ytterligare
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Inviato il 01 giugno 2009 18:12

Per me le cause sono due:

- In Italia si parla troppo e si ascolta troppo poco. Allo stesso modo si scrive troppo e si legge troppo poco. E' l'unico paese ad avere un così alto numero di persone con il "libro nel cassetto", e infatti è un paese in cui tutti sono convinti di avere un sacco da dire.

- Per molti che nella vita non faranno mai niente di gratificante, poter dire agli amici: "Ho pubblicato un libro!" anche se a proprie spese è una tentazione irresistibile. C'è sempre un piccolo giro di amici entusiasti, copie autografate scherzando sul fatto che un giorno saranno ricercate, persone che pubblicizzano il libro solo perchè possono dire che conoscono l'autore. E' una cosa un po' povera e su piccolissima scala, però per molti che hanno solo una noiosa routine come prospettiva può risultare un'occasione affascinante.

 

Insomma l'umiltà di dire "mi piacerebbe ma non sono capace" si applica a pochi campi davvero difficili, senza rendersi conto che anche la letteratura richiede doti poco comuni. Qualunque cosa di buon livello richiede un talento e la maggior parte delle persone saranno felicissimi spettatori, ma chissà perchè questo viene percepito in campi come il canto lirico o gli scacchi ma non per la letteratura. Purtroppo il fantasy in particolare viene preso per letteratura molto facile.

 

Un altro punto è la responsabilità del gruppo intorno all'aspirante scrittore. Non tutti fanno come Seetharaman, che ha preso le cose per quello che sono e magari glie le dice anche in faccia. C'è sempre il coretto degli entusiasti che mette strane idee in testa al cosiddetto scrittore, e succede anche per le fanfiction o le proprie foto nei topic (il tipico "bella foto, che carina!" rivolto a persone comunissime) e perfino in campo musicale. Non so assolutamente quale sia il meccanismo, ma ci vuole una persona sia preparata che umile per contraddire tutti e dire: "Mi prendete in giro? Questa è una schifezza, faccio ancora qualche anno di pratica e ne riparliamo". Penso che i più grandi scrittori abbiano cestinato tante di quelle pagine, mentre oggi vengono difesi anche degli obbrobri...


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 01 giugno 2009 18:17
Penso che i più grandi scrittori abbiano cestinato tante di quelle pagine, mentre oggi vengono difesi anche degli obbrobri...

 

Non era stato proprio Hemingway a dire "Scrivere vuol dire riscrivere"?


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