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Il nostro ordinamento e quello degli altri
S di Skie Lannister
creato il 16 agosto 2008

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Skie Lannister
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Inviato il 23 agosto 2008 18:53 Autore

mah...forse sì...anche se bisognerebbe quantificare una soglia ragionevole. qual è? 20% 30%? non saprei. forse un 40% sarebbe una buona soglia, si abbasserebbe il limite ma cmq tale quorum sarebbe ancora troppo alto per esagerare con i quesiti referendari.


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 23 agosto 2008 18:56

Abbassiamo il quorum e alziamo il numero di firme. Al giorno d'oggi un milione, un milione e mezzo di firme le raccolgono tutti....

 

Comunque l'astensione non è solo menefreghismo secondo me ma anche incapacità. Ai referendum non si chiede di votare per un partito ma di votare su alcuni quesiti che spesso sono piuttosto astrusi.... un esempio è quello sulla fecondazione assistita.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Skie Lannister
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Inviato il 23 agosto 2008 18:58 Autore

anche alzare il limite minimo di firme è un'idea


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Ser Balon Swann
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Inviato il 25 agosto 2008 15:30

nei casi in cui la pubblica amministrazione espropria un bene, deve corrispondere al proprietario un indennizzo.

Io sarei per un giusto indennizzo


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Inviato il 25 agosto 2008 16:59 Autore

nei casi in cui la pubblica amministrazione espropria un bene, deve corrispondere al proprietario un indennizzo.

Io sarei per un giusto indennizzo

 

in realtà la cassazione già da tempo ha stabilito questo principio. sono una serie di sentenze, adesso non ricordo quali, le ho studiate in diritto amministrativo. sono 3,4, forse. cmq il principio è che l'indennizzo non deve essere solo e semplicemente commisurato al valore di mercato del bene, ma deve tener conto del valore che ha per il proprietario, in termini di lavoro, ricchezza, abitazione ed altro, "sì da costituire un serio ristoro", e non un semplice compenso simbolico per l'atto d'imperio dell'amministrazione. ora però, onestamente, non so quanto tale principio sia applicato nei fatti...


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Mornon
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Inviato il 25 agosto 2008 17:03

Domanda: ho un terreno del valore di duecentomila Euro, lo Stato vuole espropiarmelo, e io posso dimostrare che stavo per venderlo a quattrocentomila Euro (non come truffa: entrambi siamo coscienti del reale valore, ma io non avevo interesse a venderlo, e il compratore lo vuole al punto da aver proposto il doppio del valore). Viene tenuto in considerazione, nel calcolare l'indennizzo?


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Inviato il 25 agosto 2008 17:20 Autore

Domanda: ho un terreno del valore di duecentomila Euro, lo Stato vuole espropiarmelo, e io posso dimostrare che stavo per venderlo a quattrocentomila Euro (non come truffa: entrambi siamo coscienti del reale valore, ma io non avevo interesse a venderlo, e il compratore lo vuole al punto da aver proposto il doppio del valore). Viene tenuto in considerazione, nel calcolare l'indennizzo?

 

ti dirò, per farlo tenere in considerazione bisognerebbe andare dal giudice. cioè, il terreno di 200.000 euro ti verrebbe prima indennizzato, poniamo al valore di mercato (in realtà credo sia sempre qualcosa di meno, anche se dovrebbe essere in più, per le sentenza riportate sopra). perchè l'amministrazione non tiene conto delle tue aspettative di ricavo (in effetti, a meno che tu non avessi già firmato un precontratto, per esempio, i 400.000 sono solo un'aspettativa), ma il valore di mercato ed il parametro del serio ristoro (qst ultimo è auspicato solamente, purtroppo). il giudice, invece, potrebbe vederla diversamente, ma tutto è condizionato dalla natura dei 400.000: se sono solo una aspettativa, difficile che il giudice ne tenga conto. se sono una probabilità o, meglio, quasi una certezza, allora è più facile. qst se sei il venditore. se sei il compratore invece è diverso. poniamo che tu abbia effettivamente già acquistato il terreno per quei soldi, perchè vuoi costruirci un albergo sopra. qui è già l'amministrazione che terrà conto dell'effettiva spesa che hai sostenuto, ed il giudice terrà conto, se chiamato in causa, anche del tuo progetto (provato con documenti e tutto il resto), per configurare il serio ristoro che, teoricamente, terrà conto del valore attuale del terreno e del valore futuro che hai perso per colpa dell'esproprio


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Inviato il 25 agosto 2008 18:26

un'altra cosa... non è che ci abbia riflettuto molto, è un po' buttata lì, a caldo...

 

divisione tra giudice ordinario e giudice amministrativo (per diritti soggettivi e interessi legittimi)... non è una cosa un po' inutile tutto questo ripartire competenze, casi specifici ecc?

Non sarebbe più semplice che le controversie venissero giudicate dal solo giudice ordinario?

Cioè, se per esempio il mio diritto di proprietà è stato leso, cosa cambia se l'amministrazione agisce come un comune privato o come dotata di autorità? alla fin fine sempre un diritto leso rimane, comunque lo si volgia chiamare...


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Inviato il 25 agosto 2008 18:29 Autore

cambia cambia. perchè cambiano i rimedi che si possono porre: annullamento dell'atto, semplice risarcimento, e coì via..

il giudice amministrativo serve eccome, putroppo...


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Inviato il 25 agosto 2008 18:36

e questi rimedi non li potrebbe attuare anche il giudice ordinario?


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Inviato il 25 agosto 2008 18:40 Autore

in realtà ci avevano provato, già nel periodo post unitario, ma alla fine sono ritornati al giudice amministrativo, perchè altrimenti quello ordinario sarebbe stato sommerso di casi. diciamo che, in ogni caso, un giudice specializzato come quello amministrativo è meglio, perchè conosce una materia antipatica e vastissima, e poi limitata solo ai casi dei c.d. interessi legittimi, che non sono dei veri diritti, ma qualcosa di diverso. e anche le norme che si assumono violate hanno caratteri diversi.


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Inviato il 25 agosto 2008 18:58

certo, una divisione di compiti è irinunciabile... però quello che mi lascia perplesso è che giurisdizione amministrativa e ordinaria sono proprio slegate... tipo i Tar, o per dire, la dipendenza dal Consiglio di Stato non è che mi convince tanto...

 

 

non sarebbe meglio lasciare al giudice ordinario la competenza generale, e affidare solo i casi specifici a quello amministrativo (che poi, se l'amministrazione funzionasse come si deve, dovrebbe trascorre 3/4 delle sue giornate a grattarsi la panza)?

 

 

ripeto non è che mastichi bene la materia, ma a mio modestissimo modo di vedere la gerarchia ideale dovrebbe essere

 

Consiglio superiore magistratura (con compiti gestionali ecc... insomma quelli che ha)

Cassazione (ripartita in sezioni adibite a cause civili e penali, a loro volta con sottocategorie ecc...) a base nazionale

Appello (ripartita in sezioni adibite a cause civili e penali, a loro volta con sottocategorie ecc..) completamente a base regionale

Primo grado (ripartita in sezioni adibite a cause civili e penali, a loro volta con sottocategorie) completamete a base regionale... niente TAR, quindi.

giudice di pace, o comunque un istituzione simile per le cause stupide

 

in realtà come? forse la mia visione è un tantino semplicistica... :unsure:


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Inviato il 25 agosto 2008 20:26 Autore

più che semplicistica è confusa. l'attuale è questa:

 

GIUDICE ORDINARIO:

 

-Cassazione, unica in tutto lo stato, sede a roma

 

-Corte d'appello, distribuita su base territoriale (non regionale, per lo più provinciale), con con ocmpetenza civile e penale

 

-Tribunale, bistribuito su base territoriale, con distretti più piccoli dell'appello, con competenza civile e penale. svolge anche le funzioni di giudice d'appello per le cause che in primo grado erano per il GDP

 

GIUDICE AMMINISTRATIVO:

 

-TAR, distribuito su base regionale

 

-Consiglio di stato, con sede unica a roma, svolge le funzioni di appello per le cuase innanzi al TAR.

 

sono un po' fuori dal coro le Commissioni tributarie, che si occupano appunto di questioni legate ai tributi ed alle cartelle esattoriali in materia di fermo o ipoteca, poi ci sono alcuni tribunali speciali che sono minori e non vale la pena elencare qui.

 

Le 2 giurisdizioni, poi, sono indipendenti e non potrebbe essere diversamente, perchè si occupano di casi tra loro indipendenti. un paio di esempi.

caso 1: io proprietario ritengo che l'atto amministrativo sia illegittimo, nel senso che è stato emanato in violazione di norme di legge.

caso 2: io commerciante contesto il provvedimento che mi rifiuta una licenza.

nel caso 1 mi rivolgo al giudice ordinario. perchè? perchè voglio un risarcimento del DANNO subito a seguito di un atto illegittimo (il giudice non può annullare un atto d'imperio). è stato leso il mio diritto soggettivo di proprietà sulla base di un atto che non doveva essere emanato. il giudice mi riconosce un risarcimento, ben più alto del semplice indennizzo, e può invitare l'amministrazione a rivedere la sua decisione.

nel caso 2, io stesso non contesto la validità giuridica dell'atto, ma per esempio la sua opportunità. in questo caso, però, non abbiamo un DIRITTO, ma un interesse legittimo, che (lo so è una cosa antipatica da capire) è un interesse a che l'amministrazione agisca in perfetta conformità con le regole dell'atto. è una definizione un po' semplice, ma rende l'idea. cmq, in questo caso mi rivolgerò al TAR, il quale potrà riconoscermi un indennizzo, che è più basso di un risarcimento, e potrà annullare l'atto amministrativo viziato.

perchè in un caso si può annullare e nell'altro no? perchè nel primo caso l'amministrazione agisce con un atto di imperio, che non può, in quanto tale, sottostare al controllo giurisdizionale, perchè è fatto nell'interesse pubblico. nel secondo caso non è un atto di imperio, ma un vizio che ha portato ad un atto sbagliato.

vabbè mi fermo qui, il dir. amministrativo è quanto di più odioso ci possa essere, lo so...


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Mornon
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Inviato il 25 agosto 2008 20:36
nel caso 1 mi rivolgo al giudice ordinario. perchè? perchè voglio un risarcimento del DANNO subito a seguito di un atto illegittimo (il giudice non può annullare un atto d'imperio). è stato leso il mio diritto soggettivo di proprietà sulla base di un atto che non doveva essere emanato. il giudice mi riconosce un risarcimento, ben più alto del semplice indennizzo, e può invitare l'amministrazione a rivedere la sua decisione

Se l'amministrazione non la rivede, il danno continua a esserci, ed è stato riconosciuto da un giudice; a questo punto cosa capita?

 

 

un interesse legittimo, che [...] è un interesse a che l'amministrazione agisca in perfetta conformità con le regole dell'atto

Cioè che agisca come deve agire? :unsure:

 

 

perchè nel primo caso l'amministrazione agisce con un atto di imperio, che non può, in quanto tale, sottostare al controllo giurisdizionale, perchè è fatto nell'interesse pubblico

Ossia? Cosa intendi con "atto d'imperio"?


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Inviato il 25 agosto 2008 20:58

e nel caso in cui la pubblica amministrazione emana un provvedimento legittimo, ma che io comunque ritengo ingiusto e lesivo, a chi dei due mi rivolgo?

 

ad esempio, la pubblica amministrazione concede una licenza per aprire una tabeccheria in una certa via; io che ho una tabaccheria nella stessa via ritengo lesivo questo provvedimento... è diritto (concorrenza sleale, boh...) o interesse legittimo (la pubblica amministrazione forse non sta agendo per la pubblica utilità)?

 

 

 

a me sembra una differenza un po' troppo astrusa... infatti mi sa che c'è solo in Italia...

 

a questo punto non sarebbe meglio che il giudice amministrativo giudicasse in tutte le cause in cui sono coinvolti privato e pubblica amministrazione e la chiudiamo qui?


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