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AGW - Riscaldamento globale antropico
di Lord Beric
creato il 28 luglio 2008

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Il clima che cambia... 29 votanti
Il clima che cambia...
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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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7698 messaggi
Inviato il 06 gennaio 2009 0:08

una notizia che fa ben sperare... link



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
25171 messaggi
Lord Beric
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Guardiani della Notte

25171 messaggi
Inviato il 12 gennaio 2009 18:58 Autore

I satelliti non hanno mostrato quello che ci si aspettava: tutta la troposfera dovrebbe scaldarsi, no? Mi pareva di ricordare cosí... :(

 

A questo era riferita la mia domanda... Non ho mai saputo di una cosa del genere... ^_^

 

No, non è affatto in contraddizione: io dicevo che l'aumento di temperatura è provocato dal sole, e porta a un aumento della CO2. Questo non implica che la CO2 abbia un forcing lineare con la temperatura - e anzi, il forcing si riduce a zero oltre una determinata concentrazione. "Temperatura che rimane quella che è" significa che fa quello che fa indipendentemente dalla CO2.

 

Ma visto che le serie paleoclimatiche hanno mostrato temperature e concentrazioni di CO2 molto più alte dell'attuale, mantenendo la loro correlazione, il punto di saturazione in cui le due serie dovrebbero divergere dovrebbe essere ancora abbastanza lontano, no?

 

D'accordo su questo, ma se il sistema è caotico a questo livello allora c'è ben poco che noi si possa fare... :unsure:

 

Beh, se le previsioni del tempo sono migliorate dagli anni '60 ad oggi vuol dire che il miglioramento della conoscenza delle condizioni iniziali aiuta, per quanto possa essere incompleto.

 

Sempre sul valore della componente biologica, è uscito poco tempo fa questo articolo su Repubblica.

Prendendolo con le pinze in quanto mera divulgazione senza nemmeno una cifra, lascia comunque intendere che la fotosintesi del krill sia, in termini quantitativi, del tutto significativa ai termini di impatto globale.

 

una notizia che fa ben sperare... link

 

Buona notizia, anche se personalmente la ritengo una bufala enorme.

Seguo il sito dell'università dell'Illinois settimanalmente e dicembre si è chiuso con un deficit di circa 700.000 km2 nell'artico e un surplus di circa 600.000 nell'antartico. In generale una situazione "normale", comunque, per dire, peggiore di quella dell'anno scorso.

Inoltre il riferimento al '79 descritto dal Corriere è fuorviante. Lascia intendere che nel 1979 i ghiacci fossero al loro massimo e che poi si sia sempre andati in discesa. Falso pure questo. Ci sono state annate più recenti ben più "ghiacciose" del '79, quindi il riferimento a quell'anno, oltre ad essere fuori luogo, non è neppure lontanamente significativo come si vorrebbe far credere.

Infine, ben più dell'area dei ghiacci marini polari, conta lo spessore. Purtroppo gran parte della calotta artica è formata da ghiaccio "giovane", sotto i due metri di spessore, vulnerabile allo scioglimento estivo.

Insomma, la situazione resta critica, malgrado questa invernata costituisca un gradito respiro.

 

 

Infine, il motivo per cui ho atteso tanto a scrivere, pubblico i grafici aggiornati a dicembre 2008.

 

Delta temperatura a 3000 m.

 

3000qm5.th.jpg

 

Delta temperatura a 5000 m.

 

5000pz0.th.jpg

 

Macchie solari.

 

macchiemm2.th.jpg

 

Flusso solare.

 

flussoch1.th.jpg

 

ENSO.

 

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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 13 gennaio 2009 0:44

I satelliti non hanno mostrato quello che ci si aspettava: tutta la troposfera dovrebbe scaldarsi, no? Mi pareva di ricordare cosí... :(

A questo era riferita la mia domanda... Non ho mai saputo di una cosa del genere... ^_^

Andavo a memoria, ma ricordavo bene - lo trovo confermato da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Satellite_tem...re_measurements):

Climate models predict that as the surface warms, so should the global troposphere. Globally, the troposphere should warm about 1.2 times more than the surface; in the tropics, the troposphere should warm about 1.5 times more than the surface. For some time the only available satellite record was the UAH version, which showed cooling globally. A longer data series and several corrections to the UAH method leaves the UAH series showing warming, though less than RSS version. [...] However, as detailed in CCSP SAP 5.1
Understanding and Reconcilling Differences
, neither Regression models or other related techniques were reconcilable with observed data. The use of fingerprinting techniques on data yielded that "Volcanic and human-causedfingerprints were not consistently identifiable in observed patterns of lapse rate change." As such, issues with reconciling data and models remain.

Ora, i tuoi grafici mostrano chiaramente che la troposfera si scalda meno della superficie, e questo è in conflitto con le predizioni dei modelli climatici del "global warming".

No, non è affatto in contraddizione: io dicevo che l'aumento di temperatura è provocato dal sole, e porta a un aumento della CO2. Questo non implica che la CO2 abbia un forcing lineare con la temperatura - e anzi, il forcing si riduce a zero oltre una determinata concentrazione. "Temperatura che rimane quella che è" significa che fa quello che fa indipendentemente dalla CO2.

Ma visto che le serie paleoclimatiche hanno mostrato temperature e concentrazioni di CO2 molto più alte dell'attuale, mantenendo la loro correlazione, il punto di saturazione in cui le due serie dovrebbero divergere dovrebbe essere ancora abbastanza lontano, no?

Evidentemente non mi sono spiegato: le due serie non devono divergere. Perché, come ho detto, la temperatura fa aumentare la CO2. La correlazione rimane intatta, anche se il "forcing" della CO2 sulla temperatura tende ad appiattirsi per saturazione delle bande di assorbimento infrarosse.

D'accordo su questo, ma se il sistema è caotico a questo livello allora c'è ben poco che noi si possa fare... :unsure:

Beh, se le previsioni del tempo sono migliorate dagli anni '60 ad oggi vuol dire che il miglioramento della conoscenza delle condizioni iniziali aiuta, per quanto possa essere incompleto.

Ma io parlo di clima, non di tempo. :) E il clima non mi pare che lo sappiamo prevedere molto bene... fondamentalmente, quando si osserva un periodo di calo delle temperature si tirano fuori modelli che spiegano il raffreddamento, mentre in un periodo di salita delle temperature si tirano fuori modelli sche spiegano il riscaldamento. Quei modelli hanno almeno 400 parametri liberi, e fittano tutto quello che ti pare... Non sto parlando a vanvera: ho due conoscenti climatologi che hanno lavorato a progetti riguardanti il "global warming" (e ho anche intervistato ufficialmente climatologi americani e inglesi, per un giornale italiano), e riguardo a questi modelli... quello che ne dicono in una discussione privata... beh... diciamo che quasi si vergognano di averci lavorato. Nonostante pensino che un'influenza dell'uomo sul clima ci sia, parlando dei modelli dicono che si tratta di una immensa buffonata: con i modelli si potrebbe dimostrare tutto e il contrario di tutto (i climatologi intervistati ufficialmente, ovviamente, erano molto più cauti: ma onesti... dicevano frasi del tipo "Abbiamo ancora molto da capire", "Abbiamo fatto molti errori"...).

 

Riguardo ai grafici aggiornati: io continuo a non vederci un aumento della temperatura. Ripeto: nella parte sinistra del grafico ci sono due grandi buconi, causati da due eruzioni vulcaniche (una è il Pinatubo, l'altra continuo a non ricordarla). Se riempi quei buchi, portantoli a livello dei punti circostanti, il trend sparisce del tutto. Inoltre, come detto, la troposfera si scalda meno della superficie, e questo è l'opposto di quello che prevedono i modelli in caso di effetto serra.

 

EDIT Aggiunto il link alla pagina di Wikipedia citata - avevo dimenticato...



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
25171 messaggi
Lord Beric
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Guardiani della Notte

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Inviato il 13 gennaio 2009 9:27 Autore

Andavo a memoria, ma ricordavo bene - lo trovo confermato da Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Satellite_tem...re_measurements):

Climate models predict that as the surface warms, so should the global troposphere. Globally, the troposphere should warm about 1.2 times more than the surface; in the tropics, the troposphere should warm about 1.5 times more than the surface. For some time the only available satellite record was the UAH version, which showed cooling globally. A longer data series and several corrections to the UAH method leaves the UAH series showing warming, though less than RSS version. [...] However, as detailed in CCSP SAP 5.1
Understanding and Reconcilling Differences
, neither Regression models or other related techniques were reconcilable with observed data. The use of fingerprinting techniques on data yielded that "Volcanic and human-causedfingerprints were not consistently identifiable in observed patterns of lapse rate change." As such, issues with reconciling data and models remain.

Ora, i tuoi grafici mostrano chiaramente che la troposfera si scalda meno della superficie, e questo è in conflitto con le predizioni dei modelli climatici del "global warming".

 

Ma ci sono svariate teorie che spiegano questo fenomeno, per questo non capisco il problema... :unsure:

La più comune è quella che spiega la differenza dell'incremento di temperatura con l'irraggiamento della copertura nuvolosa verso il basso, ma ve ne sono altre maggiormente dettagliate e sofisticate.

 

Inoltre i dati che io ti ho portato sono quelli UAH. Se tu prendi i dati RSS sono, alla bassa troposfera, del tutto paragonabili con i dati NASA della superficie.

Se poi a tuo parere il delta di riscaldamento dovrebbe essere identico a 0 come a 10000 metri, secondo me è un'assurdità. ^_^

 

Evidentemente non mi sono spiegato: le due serie non devono divergere. Perché, come ho detto, la temperatura fa aumentare la CO2. La correlazione rimane intatta, anche se il "forcing" della CO2 sulla temperatura tende ad appiattirsi per saturazione delle bande di assorbimento infrarosse.

 

Ho capito il tuo ragionamento, anche se francamente, anche ammettendo che sia vera la tua idea sul rapporto causa-effetto tra CO2 e temperatura, l'immissione di "nuova" CO2 dovrebbe impedire la saturazione di cui parli, no?

 

Ma io parlo di clima, non di tempo. ^_^ E il clima non mi pare che lo sappiamo prevedere molto bene... fondamentalmente, quando si osserva un periodo di calo delle temperature si tirano fuori modelli che spiegano il raffreddamento, mentre in un periodo di salita delle temperature si tirano fuori modelli sche spiegano il riscaldamento. Quei modelli hanno almeno 400 parametri liberi, e fittano tutto quello che ti pare... Non sto parlando a vanvera: ho due conoscenti climatologi che hanno lavorato a progetti riguardanti il "global warming" (e ho anche intervistato ufficialmente climatologi americani e inglesi, per un giornale italiano), e riguardo a questi modelli... quello che ne dicono in una discussione privata... beh... diciamo che quasi si vergognano di averci lavorato. Nonostante pensino che un'influenza dell'uomo sul clima ci sia, parlando dei modelli dicono che si tratta di una immensa buffonata: con i modelli si potrebbe dimostrare tutto e il contrario di tutto (i climatologi intervistati ufficialmente, ovviamente, erano molto più cauti: ma onesti... dicevano frasi del tipo "Abbiamo ancora molto da capire", "Abbiamo fatto molti errori"...).

 

Se da Lorenz ad oggi si fosse creato il modello perfetto mi sarei stupito, suvvia. ^_^

Che lo sviluppo di modelli climatologici sia in fase embrionale a me pare ovvio; non per nulla ho sempre fatto riferimento ai dati osservati, e non a "i modelli dicono che". :)

È ovvio che con i dati attuali ci possono essere milioni di modelli diversi che "fittano". Abbiamo serie troppo brevi e troppo imprecise per poter dare certezze in questo senso. Il famoso aumento di temperatura entro la fine del secolo non per nulla varia da 1 a 6 gradi. :(

Il mio era un esempio per dire che, pur data la caoticità del sistema, una migliore comprensione delle condizioni iniziali aiuta ad ottenere risultati qualitaticamente migliori.

I sistemi complessi hanno in genere invarianza di scala, quindi associare la climatologia alla meteo non è così azzardato.

 

Riguardo ai grafici aggiornati: io continuo a non vederci un aumento della temperatura. Ripeto: nella parte sinistra del grafico ci sono due grandi buconi, causati da due eruzioni vulcaniche (una è il Pinatubo, l'altra continuo a non ricordarla). Se riempi quei buchi, portantoli a livello dei punti circostanti, il trend sparisce del tutto. Inoltre, come detto, la troposfera si scalda meno della superficie, e questo è l'opposto di quello che prevedono i modelli in caso di effetto serra.

 

Beh, che gli anni 2000 siano stati mediamente più caldi degli anni '90 e '80 è vero anche senza vulcani. E dati meno diretti ci dicono che gli anni '50, '60 e '70 sono stati ancora più freddi, anche se non essendoci le serie satellitari tendo a non prenderli in considerazione. ^_^

Il tutto a fronte di un'atticità solare calante: gli ultimi 3 cicli sono stati di intensità decrescente.

Quindi, a meno di non dover inventarci un modello con inerzia climatica circa quarantennale (e sarebbe possibilissimo, suppongo), da dove proviene il riscaldamento, o se preferisci negarlo, il mancato raffreddamento?


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Inviato il 14 gennaio 2009 22:51

Ma ci sono svariate teorie che spiegano questo fenomeno, per questo non capisco il problema... :lol:

La più comune è quella che spiega la differenza dell'incremento di temperatura con l'irraggiamento della copertura nuvolosa verso il basso, ma ve ne sono altre maggiormente dettagliate e sofisticate.

Boh, non lo sapevo. Ma mi fido, ovviamente: è chiaro che ne sai più di me.

Inoltre i dati che io ti ho portato sono quelli UAH. Se tu prendi i dati RSS sono, alla bassa troposfera, del tutto paragonabili con i dati NASA della superficie.

Se poi a tuo parere il delta di riscaldamento dovrebbe essere identico a 0 come a 10000 metri, secondo me è un'assurdità. :blink:

Anche a me pare assurdo, ma è quello che è scritto su Wikipedia. Non precisa i 10000 metri, ma dice che alle alte quote si dovrebbe scaldare di più. Comunque la Wikipedia è quello che è... :wacko:

Evidentemente non mi sono spiegato: le due serie non devono divergere. Perché, come ho detto, la temperatura fa aumentare la CO2. La correlazione rimane intatta, anche se il "forcing" della CO2 sulla temperatura tende ad appiattirsi per saturazione delle bande di assorbimento infrarosse.

Ho capito il tuo ragionamento, anche se francamente, anche ammettendo che sia vera la tua idea sul rapporto causa-effetto tra CO2 e temperatura, l'immissione di "nuova" CO2 dovrebbe impedire la saturazione di cui parli, no?

Ci ho pensato 5 minuti, e non ci arrivo. Perché l'immissione di nuova CO2 dovrebbe impedire la saturazione? La saturazione è raggiunta proprio per la nuova immissione di CO2...

Se da Lorenz ad oggi si fosse creato il modello perfetto mi sarei stupito, suvvia. ^_^

Che lo sviluppo di modelli climatologici sia in fase embrionale a me pare ovvio; non per nulla ho sempre fatto riferimento ai dati osservati, e non a "i modelli dicono che". ^_^

È ovvio che con i dati attuali ci possono essere milioni di modelli diversi che "fittano". Abbiamo serie troppo brevi e troppo imprecise per poter dare certezze in questo senso. Il famoso aumento di temperatura entro la fine del secolo non per nulla varia da 1 a 6 gradi. ^_^

Il mio era un esempio per dire che, pur data la caoticità del sistema, una migliore comprensione delle condizioni iniziali aiuta ad ottenere risultati qualitaticamente migliori.

I sistemi complessi hanno in genere invarianza di scala, quindi associare la climatologia alla meteo non è così azzardato.

Accetto senz'altro questa giusta osservazione! ^_^

Beh, che gli anni 2000 siano stati mediamente più caldi degli anni '90 e '80 è vero anche senza vulcani.

Ma di cosí poco... Mi sa che abbiamo raggiunto la famosa saturazione. :figo:

E dati meno diretti ci dicono che gli anni '50, '60 e '70 sono stati ancora più freddi, anche se non essendoci le serie satellitari tendo a non prenderli in considerazione. :)

Beh, certo, e poi negli anni '70 la temperatura addirittura scendeva... però poi è salita più di prima... Beh, vedremo! :blink:

Il tutto a fronte di un'attività solare calante: gli ultimi 3 cicli sono stati di intensità decrescente.

Quindi, a meno di non dover inventarci un modello con inerzia climatica circa quarantennale (e sarebbe possibilissimo, suppongo), da dove proviene il riscaldamento, o se preferisci negarlo, il mancato raffreddamento?

Io dico che verrà (il raffreddamento).



Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 15 gennaio 2009 9:23 Autore

Boh, non lo sapevo. Ma mi fido, ovviamente: è chiaro che ne sai più di me.

 

Mi documento da appassionato, purtroppo, non essendo del ramo, riesco magari a cogliere se una teoria ha dei buchi matematici, ma nel momento in cui te la fanno piovere dall'alto dicendo "si può dmostrare che" sono allo stesso livello dell'ignaro telespettatore di Studio Sterc... Aperto. ^_^

 

In ogni caso, una teoria che reputo interessante è quella che tratta il riscaldamento "a strati" in questo modo: secondo questa teoria gli strati alti non si stanno scaldando "di meno", ma "più lentamente".

Fissata una sorgente di calore, è ovvio che inizialmente si scalderanno le zone più vicine alla sorgente stessa, e solo in seguito ci sarà un rimescolamento tale da uniformate la T.

Ponendo come fonte del riscaldamento la superficie terrestre, si avrebbe quindi la formazione di una sorta di "isola di calore urbana" colossale nella fascia più vicina alla superficie, e lentamente l'aumento di temperatura si propaga poi al resto della troposfera.

 

Un po' come l'altro ieri che a Linate c'erano -10° e a Milano 0° (record italiano di fenomeno di isola di calore, almeno che io sappia).

 

Un'altra teoria è la seguente.

Dal momento che, come avviene nelle serre, l'assorbimento della CO2 avviene "in uscita", quindi attraverso il flusso di riflessione, e supponendo credo a ragione che la concentrazione di CO2 sia maggiore negli strati bassi dell'atmosfera, se non altro per le attività umane, è lì che tende ad avvenire l'assorbimento. La CO2 negli strati alti avrebbe quindi un numero minore di fonti da cui assorbire l'energia, e qiundi per riscaldare.

 

 

Quale poi sia vera, e se ce ne sia almeno una vera tra queste e tutte quelle che girano attualmente nell'ambiente dei climatologi non ne ho per niente idea, però il fenomeno non è di per sé inspiegabile, ecco. :wacko:

 

Ci ho pensato 5 minuti, e non ci arrivo. Perché l'immissione di nuova CO2 dovrebbe impedire la saturazione? La saturazione è raggiunta proprio per la nuova immissione di CO2...

 

Allora sono probabilmente io che continuo a non capire il tuo ragionamento.

Se tu intendi "saturazione di CO2 nell'aria", allora sicuramente immettere CO2 vuol dire muoversi verso la saturazione. Però il limite è ancora parecchio lontano, insomma. Siamo a poco meno di 400 ppm, ci sono scenari apocalittici stile IPCC che prevedono anche 900 ppm. Non li considero probabili, ma il dato in sé vuol dire che concentrazioni simili possono essere raggiunte.

Se invece intendi "saturazione delle molecole di CO2 in stato eccitato", il discorso cambia. In quel caso, ntauralmente, nel momento in cui tutta la CO2 è in stato eccitato la CO2 smette di avere impatti sulla T. Però l'immissione di nuova CO2 "vergine" fa sì che queste nuove molecole possano assorbire energia, impedendo di fatto che il "sistema CO2" nel suo complesso sia da considerarsi saturato.

Ho capito male? :lol:

 

Io dico che verrà (il raffreddamento).

 

Pensando all'Italia, direi che posso solo sperarlo. :figo:

 

 

 

 

 

 

 

A parte tutto, ma qui entro nell'opinione personale, concentrarsi sui legami "diretti" tra composizione chimica atmosferica e temperatura temo sia limitante.

Soprattutto nel breve periodo (decenni) gli effetti indiretti sono imho preponderanti.

Ad esempio, le polveri sottili delle industrie cinesi portate dalle correnti atmosferiche a posarsi sui ghiacci della Groenlandia e nella zona di calotta artica delle Svalbard, diminuendone l'effetto albedo e accelerandone lo scioglimento rispetto all'andamento normale. Questo ha un effetto diretto sull'Europa meridionale: le irruzioni fredde artico-marittime arrivano proprio da lì sulle nostre zone, e se l'aria è meno fredda perché invece di ghiaccio c'è acqua, anche le irruzioni saranno meno fredde sulle nostre regioni, e di minore intensità.

Al tempo stesso, gli aerosol immessi sempre dalla Cina (la famosa nube gialla), ostacolano la formazione dell'anticiclone termico siberiano, rendendolo generalmente più piccolo e meno intenso. E quell'anticiclone è la base del freddo continentale durante la stagione invernale. E la base delle irruzioni fredde continentali in Europa. Ondate di freddo storiche come quella del 1956, o le più semplici burianate che di tanto in tanto affliggono le nostre regioni adriatiche, derivano generalmente da lì.

Quindi, ai fini della mera compilazione dei dataset, ritengo decisamente più significativo che, per dire, ci sia una sola ondata fredda invernale contro le due o tre consuete, dell'aumento di 1 ppm della CO2 atmosferica.


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 15 gennaio 2009 10:23
Mi documento da appassionato

Puoi darmi qualche fonte?

 

 

Se invece intendi "saturazione delle molecole di CO2 in stato eccitato"

Cosa intendi esattamente con l'espressione tra virgolette? :wacko:


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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T

Bannato
3429 messaggi
Inviato il 17 gennaio 2009 12:25

Mi documento da appassionato, purtroppo, non essendo del ramo, riesco magari a cogliere se una teoria ha dei buchi matematici, ma nel momento in cui te la fanno piovere dall'alto dicendo "si può dmostrare che" sono allo stesso livello dell'ignaro telespettatore di Studio Sterc... Aperto. ;)

Io mi sono documentato molto una decina di anni fa, poi mi sono "convinto" che non stava succedendo nulla e mi sono messo l'animo in pace... :sbav: Ma la cosa che mi ha realmente smontato è che non sono molto attratto dalla "confusione" del sistema climatico: mi trovo molto più a mio agio con la meravigliosa e armoniosissima semplicità della MQ! :D

In ogni caso, una teoria che reputo interessante è quella che tratta il riscaldamento "a strati" in questo modo: secondo questa teoria gli strati alti non si stanno scaldando "di meno", ma "più lentamente".

Fissata una sorgente di calore, è ovvio che inizialmente si scalderanno le zone più vicine alla sorgente stessa, e solo in seguito ci sarà un rimescolamento tale da uniformate la T.

Ponendo come fonte del riscaldamento la superficie terrestre, si avrebbe quindi la formazione di una sorta di "isola di calore urbana" colossale nella fascia più vicina alla superficie, e lentamente l'aumento di temperatura si propaga poi al resto della troposfera.

A naso, mi convince pochissimo: non credo che il tempo di rimescolamento debba essere cosí lento. La troposfera è tutto un ribollire di correnti ascensionali e discen...sionali (si dice cosí?)... Anche se è vero che ci sono un paio di "strati di inversione" dove il gradiente (verticale) di temperatura cambia di segno, segnando zone che comunicano poco fra di loro... Boh. Seriamente, dovrei stare zitto, perché ripeto queste cose sono molto distanti dal mio campo.

Un'altra teoria è la seguente.

Dal momento che, come avviene nelle serre, l'assorbimento della CO2 avviene "in uscita", quindi attraverso il flusso di riflessione, e supponendo credo a ragione che la concentrazione di CO2 sia maggiore negli strati bassi dell'atmosfera, se non altro per le attività umane, è lì che tende ad avvenire l'assorbimento. La CO2 negli strati alti avrebbe quindi un numero minore di fonti da cui assorbire l'energia, e qiundi per riscaldare.

Questo mi torna parecchio di più: se la CO2 assorbisse lo dovrebbe fare a percentuali costanti, strato atmosferico dopo strato atmosferico - cioè la radiazione infrarossa sarebbe assorbita in modo esponenziale con l'altezza - per dire: nei primi 100 metri ne viene assorbita metà, nei secondi cento metri la metà della metà sopravvissuta, e cosi via. In questo modo si scalderebbero molto di più gli strati inferiori di quelli superiori (dipendendo dalla velocità dell'esponenziale, in effetti...). Inoltre ci sarebbe un effetto (ugualmente di natura esponenziale) che agirebbe nello stesso senso: la densità d'aria diminuisce con l'altezza, e quindi anche la CO2 (a parità di concentrazione) diminuirebbe allo stesso modo - quindi di nuovo la maggior parte della radiazione infrarossa dovrebbe essere assorbita negli strati più bassi. Non capisco davvero come dei modelli climatici possano giungere a un risultato diverso da questo...

Allora sono probabilmente io che continuo a non capire il tuo ragionamento.

Se tu intendi "saturazione di CO2 nell'aria", allora sicuramente immettere CO2 vuol dire muoversi verso la saturazione. Però il limite è ancora parecchio lontano, insomma.

Già! :figo: No, ovviamente non parlo di saturazione della CO2 nell'aria (siamo a 400 parti su un milione, da questo punto di vista è un nulla).

Siamo a poco meno di 400 ppm, ci sono scenari apocalittici stile IPCC che prevedono anche 900 ppm. Non li considero probabili, ma il dato in sé vuol dire che concentrazioni simili possono essere raggiunte.

Se invece intendi "saturazione delle molecole di CO2 in stato eccitato", il discorso cambia. In quel caso, ntauralmente, nel momento in cui tutta la CO2 è in stato eccitato la CO2 smette di avere impatti sulla T. Però l'immissione di nuova CO2 "vergine" fa sì che queste nuove molecole possano assorbire energia, impedendo di fatto che il "sistema CO2" nel suo complesso sia da considerarsi saturato.

Ho capito male? ;)

Dovresti vederlo come un sistema a strati: secondo me l'analogia migliore è quella dello specchio. Lo specchio è un vetro, con uno straterello di argento o alluminio su una delle superfici. Più questo straterello è spesso, e meglio lo specchio riflette. Ma fino a un certo punto, oltre il quale è inutile aggiungere argento - lo specchio riflette altrettanto bene con uno strato di un millimetro o di un chilometro di spessore. "Saturazione" significa, in questo caso, che praticamente tutta la radiazione infrarossa assorbibile dalle bande molecolari (infrarosse) dalla CO2 è di fatto assorbita. Se le bande molecolari si saturano (diciamo nei 12 chilometri di troposfera), allora aggiungere altra CO2 non avrà alcun effetto: la radiazione sarà assorbita in 10 chilometri invece di 12, ma chissenefrega, il punto è che è tutta assorbita, come prima. Quindi non c'è più aumento di "forcing" anche se la CO2 aumenta.

A parte tutto, ma qui entro nell'opinione personale, concentrarsi sui legami "diretti" tra composizione chimica atmosferica e temperatura temo sia limitante.

Soprattutto nel breve periodo (decenni) gli effetti indiretti sono imho preponderanti.

Ad esempio, le polveri sottili delle industrie cinesi portate dalle correnti atmosferiche a posarsi sui ghiacci della Groenlandia e nella zona di calotta artica delle Svalbard, diminuendone l'effetto albedo e accelerandone lo scioglimento rispetto all'andamento normale. Questo ha un effetto diretto sull'Europa meridionale: le irruzioni fredde artico-marittime arrivano proprio da lì sulle nostre zone, e se l'aria è meno fredda perché invece di ghiaccio c'è acqua, anche le irruzioni saranno meno fredde sulle nostre regioni, e di minore intensità.

Al tempo stesso, gli aerosol immessi sempre dalla Cina (la famosa nube gialla), ostacolano la formazione dell'anticiclone termico siberiano, rendendolo generalmente più piccolo e meno intenso. E quell'anticiclone è la base del freddo continentale durante la stagione invernale. E la base delle irruzioni fredde continentali in Europa. Ondate di freddo storiche come quella del 1956, o le più semplici burianate che di tanto in tanto affliggono le nostre regioni adriatiche, derivano generalmente da lì.

Quindi, ai fini della mera compilazione dei dataset, ritengo decisamente più significativo che, per dire, ci sia una sola ondata fredda invernale contro le due o tre consuete, dell'aumento di 1 ppm della CO2 atmosferica.

Mah, mi trovo fondamentalmente d'accordo riguardo l'erraticità del sistema, ma non molto sulla sua fragilità. Se gli aerosol cinesi possono sconvolgere (permanentemente) il clima, allora lo può fare anche l'esplosione del Krakatoa: il sistema è "robusto" rispetto a queste cose, quindi proprio non riesco a preoccuparmene. Mi va bene che si discuta per eliminare il petrolio e il carbone, in ogni caso (e anche se non se ne volesse discutere, finiranno comunque). L'aumento di 1ppm (annuale, mensile, quello che vuoi) ha senso unicamente nello studio dell'influenza della concentrazione di CO2 sulla temperatura (o viceversa) sul lunghissimo termine.



Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 19 gennaio 2009 8:55 Autore

Mah, mi trovo fondamentalmente d'accordo riguardo l'erraticità del sistema, ma non molto sulla sua fragilità. Se gli aerosol cinesi possono sconvolgere (permanentemente) il clima, allora lo può fare anche l'esplosione del Krakatoa: il sistema è "robusto" rispetto a queste cose, quindi proprio non riesco a preoccuparmene. Mi va bene che si discuta per eliminare il petrolio e il carbone, in ogni caso (e anche se non se ne volesse discutere, finiranno comunque). L'aumento di 1ppm (annuale, mensile, quello che vuoi) ha senso unicamente nello studio dell'influenza della concentrazione di CO2 sulla temperatura (o viceversa) sul lunghissimo termine.

 

Beh, se ci fosse un Krakatoa ogni tre anni, di certo gli impatti sarebbero permanenti.

Il problema non è "immettiamo in un anno X tonnellate di inquinanti", ma "immettiamo ogni anno X tonnellate di inquinanti".

La robustezza del sistema la interpreto come la possibilità di tornare allo stato iniziale una volta terminato l'effetto delle forzanti - esattamente come nel caso del Krakatoa.

Se le forzanti non smettono di certo il sistema non può tornare indietro, e, opinione mia, diminuiscono le possibilità che sia in grado di farlo una volta terminato l'effetto delle cause modificanti... O quantomeno aumenterà il tempo di risposta.

 

 

 

 

 

Riguardo la saturazione della CO2, l'esempio dello specchio l'ho capito... Ma non mi è chiaro per quali ragioni chimico-fisiche dovrebbe applicarsi all'atmosfera. :figo:

Voglio dire... Fino a che ci sarà radiazione solare alla frequenza giusta, la CO2 sarà in grado di assorbirla, no? ;)


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