Il secondo è una sorta di media pesata fatta da me e titolo unicamente personale per fare "smoothing", ovvero eliminare, mediando ogni valore con i precedenti e i seguenti (con pesi tarati sulla base della distanza dal valore di calcolo)
Non ho chiaro il procedimento che hai usato :blink:
Quella media pesata non ha alcuna pretesa scientifica, scusami
Figurati, nessun problema :figo:
Piuttosto banale... Dato il punto di ascissa X, ho deciso che il valore dell'ordinata Y era dato dalla media tra tutti i valori da X-5 a X+5, pesati sul seguente vettore: [0,1 - 0,3 - 0,5 - 0,7 - 0,9 - 1 - 0,9 - 0,7 - 0,5 - 0,3 - 0,1]. Come detto, scelta personale e priva di ogni pretesa di valore scientifico, fatta solo per creare linee di tendenza che rispecchiassero l'andamento generale ma fossero indipendenti dalla maggior parte dei picchi estemporanei.
A parte questo dettaglio, i grafici satellitari per gli ultimi 30 anni mostrano una crescita della temperatura di 0,13° per decennio a 3000 metri, e di 0,05° per decennio a 5000 metri, sempre in aria libera.
Potrebbe non essere tanto, ma è evidente che le anomalie al suolo sono molto maggiori, e inoltre non sappiamo ancora con precisione la correlazione tra la causa (aumento della temperatura) e gli effetti climatici (calotte polari, uragani, Corrente del Golfo, desertificazione) che da questa possono dipendere.
Un altro punto a favore del riscaldamento non dovuto al Sole è la localizzazione dell'incremento di temperatura: "curiosamente" le due aree più colpite sono la zona temperata boreale e la calotta artica, mentre gli effetti sulla zona tropicale e sulla zona temperata australe sono molto molto inferiori, e addirittura l'Antartide sta andando incontro ad un raffreddamento. Guarda caso la zona più popolosa della Terra è quella che ha subito il riscaldamento maggiore. Analogamente, un'analisi che tiene conto delle differenze tra terre emerse ed oceani ha svelato come l'aumento di temperatura sia stato molto più intenso nell'aria sovrastante le terre emerse rispetto a quella incolonnata sulle masse d'acqua.
Che questo fattore sia dovuto poi espressamente all'uomo, o ad altri misteriosi fenomeni, è da indagare.
Secondo me è innegabile che l'uomo ha una parte preponderante nell'incremento della CO2 verificatosi nel secolo scorso (e anche in quello precedente, imho). Tuttavia il legame tra l'aumento di CO2 (costante) e quello della temperatura (decisamente oscillatorio) fa pensare che il loro rapporto sia molto complesso, ed entrino in gioco numerosi altri fattori. Capire quali essi siano e il modo in cui interagiscono può essere interessante. A questo proposito, sto elaborando un grafico che contenga l'andamento dell'ENSO, forse il fenomeno con rilevanza climatica più famoso al mondo, messo in relazione con l'attività solare, l'incremento di CO2 e le temperature globali.
Scusandomi per il doppio post, qualcuno ha visto per caso la puntata di Matrix del 20 agosto, dedicata all'argomento e con un Mentana, mi hanno detto, per una volta degno del nome di giornalista?
BTW, allego qui il grafico dell'andamento dell'ENSO. Come si vede, i suoi legami con la temperatura globale sono molto più evidenti di quelli del ciclo solare... E si vede anche come, con il passare dei decenni, servano ENSO sempre più negative per abbassare la temperatura globale, segno che esiste un riscaldamento di fondo.
se non c'è il rischio che il fenomeno del cane che si morde la coda vada oltre un certo limite(+ caldo, + evaporazione, + cappa, + caldo), ed escludiamo l'ipotesi (per niente fantasceintifica) del violento riassestamento con ere glaciali ecc. (tipo the day after tomorrow) qualè l'ipotesi peggiore? Nel peggiore dei casi, di quanto potrebbe aumentare la temperatura (considerando che in caso di carestie mondiali e catastrofi naturali i processi industriali si arresterebbero)?
Bella domanda...
In effetti quello che non sappiamo è tanto. Anche se feedback positivi paiono essere esclusi, non sappiamo se la temperatura possa salire oltre la soglia di sopravvivenza umana, né soprattutto in quanto tempo possa farlo.
Certamente sappiamo che la temperatura terrestre è stata più alta e anche di parecchio, rispetto ai valori attuali.
Tuttavia ignoriamo quale sia la velocità media dei cambiamenti climatici, non sappiamo se la nostra specie è biologicamente in grado di adattarsi ad eventuali effetti dei mutamenti climatici attuali, e dire che la Terra è passata indenne attraverso fasi glaciali e torride è di ben magra consolazione se ci poniamo come obiettivo la sopravvivenza di sei miliardi e passa di persone. :wacko:
Nel frattempo trovo essenziale segnalare l'assoluta quiescenza del Sole in questo 2008: un minimo solare decisamente intenso, tanto che l'attuale periodo "spotless" è ormai nella top ten storica. Le temperature medie terrestri per la prima volta dal 2000 si sono riportate sottomedia storica, aiutate anche da una fase di ENSO negativa che ha caratterizzato la prima parte dell'anno.
Tuttavia la domanda è d'obbligo: possiamo dire con questo che il Sole è l'unico, o comunque il principale, motore delle variazioni di temperatura sulla Terra, o dobbiamo pensare che in assenza di interventi umani le attuali anomalie negative dovute a minimo solare ed ENSO negativa sarebbero state molto più marcate?
Mi è stata infine segnalata una teoria piuttosto interessante, o meglio una constatazione: ogni 3 cicli solari abbiamo forti inversioni di tendenza nei due principali cicli oceanici, AMO e PDO; nel 1976 AMO e PDO divennero entrambe improvvisamente positive e il clima si riscaldò brutalmente; ora la PDO è negativa, e la AMO è, pur positiva, in forte calo rispetto ai massimi del 2005. Possibile un'inversione di tendenza? Se questo schema venisse rispettato, sarebbe un abbozzo di modello molto interessante di spiegazione delle variazioni termiche che "scagionerebbe" in buona parte l'uomo e la CO2 dalla responsabilità dell'incremento di temperatura.
Nel frattempo trovo essenziale segnalare l'assoluta quiescenza del Sole in questo 2008: un minimo solare decisamente intenso, tanto che l'attuale periodo "spotless" è ormai nella top ten storica. Le temperature medie terrestri per la prima volta dal 2000 si sono riportate sottomedia storica, aiutate anche da una fase di ENSO negativa che ha caratterizzato la prima parte dell'anno.
mi sembra un dato veramente importante... anche se probabilmente il sole non è l'unico "motore delle variazioni di temperatura sulla Terra", il suo ruolo finora è stato abbastanza sottovalutato... adesso le cose potrebbero cambiare.
ogni 3 cicli solari abbiamo forti inversioni di tendenza nei due principali cicli oceanici, AMO e PDO; nel 1976 AMO e PDO divennero entrambe improvvisamente positive e il clima si riscaldò brutalmente; ora la PDO è negativa, e la AMO è, pur positiva, in forte calo rispetto ai massimi del 2005. Possibile un'inversione di tendenza? Se questo schema venisse rispettato, sarebbe un abbozzo di modello molto interessante di spiegazione delle variazioni termiche che "scagionerebbe" in buona parte l'uomo e la CO2 dalla responsabilità dell'incremento di temperatura.
che dire? spero che sia così, perchè vorrebbe dire che la situazione climatica è decisamente meno nera di quel che sembrava.
Mi permetto di commentare l'articolo del Corriere della Sera. Scrivo naturalmente a titolo di opinione personale.
«Se il Sole continuerà a restare senza macchie, sulla Terra potrebbe arrivare un freddo glaciale». La fosca profezia arriva da alcuni astronomi americani della Nasa, preoccupati per quella che si profila come un’anomala assenza di attività energetica sulla superficie visibile della nostra stella. Inattività che potrebbe avere conseguenze dirette sul nostro clima, facendo addirittura compiere una retromarcia all’effetto serra, volgendo, in breve, il supercaldo in superfreddo. La prospettiva può apparire esagerata e basata su un’affrettata valutazione di una tendenza ancora tutta da verificare, tuttavia bisogna ammettere che nel recente passato della storia dell’uomo un fenomeno del genere si è già verificato. Era quella che gli storici chiamano la tarda età Barocca, cioè la seconda metà del XVII secolo, quando una prolungata mancanza di attività solare, nota cone il minimo di Maunder, dall'astronomo che la studiò, precipitò l’Europa in una Piccola età del ghiaccio, caratterizzata da carestie e epidemie che decimarono la popolazione.
Il minimo di Maunder durò circa 70 anni, nei quali praticamente il Sole restò senza macchie. Come si possa paragonare l'attuale periodo, pur sensazionale, con quella fase storica proprio non è chiaro.
Secondariamente, e proprio per il fatto che periodi senza macchie si sono già verificati in passato, definire l'attuale fase come "anomala" non ha assolutamente senso.
Infine, anche ammettendo che l'attuale fase solare sia paragonabile al minimo di Maunder, le condizioni del pianeta sono drasticamente differenti da quelle dell'epoca; e in un sistema complesso come il nostro pianeta, straordinariamente sensibile alle condizioni iniziali dell'esperimento, questa è una garanzia di macroscopiche differenze anche negli effetti. Anche se probabilmente un'assenza di macchie implica una temperatura terrestre più fresca, gli studi atti a determinare la portata della cosa (per isolare il fenomeno dai mille altri agenti in contemporanea) sono ben lungi dal dirci la sua intensità.
Basti dire che la famosa teoria secondo cui i raggi cosmici influenzavano la copertura nuvolosa sta ricevendo aspre smentite dai dataset di tutte le stazioni meteorologiche del mondo.
Ma che cosa c’entrano le macchie solari con le temperature terrestri? Il Sole, per nostra fortuna, è una stella stabile e fornisce alla Terra un flusso di energia abbastanza costante. Tuttavia, anch’esso ha dei piccoli alti e bassi che rispondono, sul breve periodo, a un ciclo di 11 anni. In questo arco di tempo, sulla fotosfera, la superficie visibile della nostra stella, si alternano delle fasi di intensa attività elettromagnetica che generano perturbazioni chiamate macchie, e periodi di quiete in cui la fotosfera è completamente o quasi libera da macchie. Tali massimi e minimi, secondo ipotesi ben fondate, avrebbero avere un’influenza diretta sul clima della Terra. Attualmente il Sole sta emergendo da un minimo di attività e molti astronomi si sarebbero aspettati un repentino ritorno delle macchie, come di solito si verifica. «Io ero fra questi –confessa, ammettendo l’errore, il professor David Hathaway, fisico solare del Nasa Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama- e due anni fa avevo predetto che la transizione dal minimo al massimo sarebbe stata molto turbolenta. La realtà, purtroppo, mi sta smentendo”. Infatti, il minimo si sta prolungando, tanto che sono stati superati i 200 giorni senza macchie solari, sfiorando un record che fu toccato alla metà degli anni ’50 dello scorso secolo (che, per inciso, furono un periodo insolitamente freddo). Come se non bastasse l’assenza di macchie, anche un altro fattore dell’attività energetica della nostra stella, il cosiddetto vento solare, è in netto calo. Il vento solare è un flusso di particelle elettricamente cariche che viene espulso in continuazione dalla nostra stella e che si espande a raggiera per milioni di km, investendo anche il nostro pianeta.
Disamina corretta in questa fase; c'è da aggiungere che il progresso tecnologico attuale permette di scovare macchie che probabilmente ai nostri predecessori sarebbero sfuggite; questo rende ulteriormente rimarcabile lo stato attuale della nostra stella, anche se, come detto, paragonare questo periodo ad un minimo di Maunder è decisamente prematuro. Occorrono almeno riscontri dal ciclo di Schwabe.
Un altro fisico solare, David McComas del Southwest Research Institute, San Antonio, Texas, dove vengono analizzati alcuni dati trasmessi dalla sonda spaziale Ulysses, realizzata apposta per tenere sotto controllo l’attività del Sole, ha potuto calcolare che attualmente la pressione esercitata dal vento solare è del 25% inferiore rispetto a quella misurata 11 anni fa, in coincidenza col precedente minimo di attività. «Putting all together», come dicono gli americani, cioè tutto considerato, se è vero che esiste una correlazione diretta fra i flussi energetici del Sole e il clima sulla Terra, e sempre che il fenomeno si protragga, di qui ai prossimi mesi dovremmo risentirne gli effetti sotto forma di un calo delle temperature medie. Magari non tornerà una Piccola età del ghiaccio, ma forse batteremo un po’ di più i denti per il freddo. Sempre che il nostro ben noto effetto serra non abbia la meglio e prevalga sulla inattività solare. Sarà un’interessante partita tutta da giocare e da valutare.
In primo luogo quel "nei prossimi mesi" mi lascia perplesso. Il 2008 è certamente l'anno, almeno per ora, più freddo del nuovo millennio, forse a pari con il 2000. In generale, è come se il GW avesse fatto un passo indietro di una decina d'anni. Si ritiene che questo effetto sia dovuto alla fase combinata dell'ENSO negativa e del minimo solare, tanto che settembre, mese in cui la Nina ha terminato il proprio effetto alle quote stratosferiche, si è messo in luce con uno scarto positivo dalla norma piuttosto secco rispetto agli altri mesi, anche se non a livello degli anni passati.
Ritenere che la parentesi fresca di quest'anno sia imputabile unicamente alla Nina e non al minimo solare, ovvero ritenere che gli effetti del minimo debbano ancora mostrarsi, mi pare un'idea interessante e piacevole. Tuttavia mi permetto di notare che in passato le fasi concomitanti di minimo solare e di Nina mostravano scarti termici anche di -0,30°, contro i -0,15° di questa fase... E senza che gli effetti del minimo solare tardassero anni a mostrarsi. L'idea non mi sembra campata in aria a fronte del funzionamento dell'effetto serra, ma presentare questo delay come una certezza a me sembra un'esagerazione.
Vedere infine il fenomeno come una "partita" mi pare allucinante a dir poco. ^_^
Grazie per il commento. ^_^
Se hai voglia, commenta pure quello del Corriere di oggi. Dice tutto il contrario. ^_^
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologi...44f02aabc.shtml
Facendo caso al linguaggio stavolta vede il fenomeno come "lotteria". ^_^
A quanto pare sono l'unico ad avere risposto:
Seguendo le indicazioni di Lord Beric, mi sono spostato qui dalla discussione "Stiamo modificando troppo il nostro pianeta". Ho letto tutto quello che avete scritto qui, e vi trovo davvero molto preparati... Tuttavia, continuo a pensare che l'uomo non abbia influito per nulla sul global warming. Riparto da quello che rispondevo a Mornon nell'altra discussione:
1) La quantità di CO2 emessa dall'uomo è piccola rispetto alle quantità in gioco nel ciclo della CO2 (liberata dalla decomposizione della materia organica, liberata/assorbita dagli oceani, assorbita dalle piante, eccetera). Le quantità in gioco indicano molto "spazio di manovra" entro il sistema per amministrare le piccole emissioni umane. Ad esempio, una maggiore quantità di CO2 nell'atmosfera implicherà un maggiore assorbimento da parte degli oceani e delle piante.
2) La CO2 e la temperatura sono già aumentate anche in passato, e senza che ci fosse industrializzazione. La variabilità di CO2 nell'atmosfera, cioè, è dovuta ad altre cause (legate al cambio di posizione di equilibrio dei vari sottosistemi).
3) Nel record paleoclimatico l'aumento di temperatura precede, e non segue, l'aumento di CO2 nell'atmosfera.
Per il primo punto, in un sistema non lineare può bastare quella piccola quantità per fare casini, e inoltre piante e oceani dovrebbero avere un massimo d'assorbimento, massimo diminuito dalla deforestazione. Per il resto, ho girato la questione a chi ne sa piú di me, se avrò risposta provvederò a riportarla qui :D
Per il primo punto, in un sistema non lineare può bastare quella piccola quantità per fare casini,
Storicamente (record paleoclimatico) si vede che non è cosí. Se fosse cosí, il clima sarebbe completamente pazzo - ma non lo è. Inoltre, se l'aumento di CO2 nell'atmosfera aumentasse la temperatura, non si capisce come la temperatura potrebbe tornare successivamente a scendere (come risulta dai dati paleoclimatici)... Il solo modo di spiegarlo è che è la temperatura a variare la concentrazione atmosferica di CO2, e non viceversa.
e inoltre piante e oceani dovrebbero avere un massimo d'assorbimento, massimo diminuito dalla deforestazione.
Certo, ma la capacità di assorbimento da parte degli oceani dipende dalla temperatura. Come esperimento, prova a lasciare una bottiglia di acqua gasata al sole, e poi aprila... Se la temperatura sale, gli oceani possono contenere meno CO2. Quindi la CO2 nell'atmosfera aumenta. Riguardo alla deforestazione, se le foreste sono sostituite da coltivazioni non vedo il problema... le piante coltivate non assorbono CO2?
Si, e il mais ne assorbe anche molta di CO2.
Essendo perito agrario, l'abbiamo studiato il fenomeno a scuola.
Oltre al mais ci sono moltissime altre coltivazioni che assorbono CO2.
1ha di mais assorbe più CO2 di 1ha di foresta! Starbiliante.
1) La quantità di CO2 emessa dall'uomo è piccola rispetto alle quantità in gioco nel ciclo della CO2 (liberata dalla decomposizione della materia organica, liberata/assorbita dagli oceani, assorbita dalle piante, eccetera). Le quantità in gioco indicano molto "spazio di manovra" entro il sistema per amministrare le piccole emissioni umane. Ad esempio, una maggiore quantità di CO2 nell'atmosfera implicherà un maggiore assorbimento da parte degli oceani e delle piante.
Ai punti 2 e 3 non sono preparato per ribattere, ma su questo qualcosa posso dire: è piccola, ma si tratta di un aumento netto in un ciclo che di per sé al tirare delle somme è un ciclo, ossia sarebbe naturalmente bilanciato (nb: naturale per me è contrario di culturale, e non è vero che tutto è naturale, se tutto fosse naturale non servirebbe avere la parola naturale). L'aumento netto è un percento sufficientemente alto da avere un'importanza sul bilancio energetico del pianeta terra.
Lo spazio di manovra non è grande a sufficienza per assorbire l'aumento repentino della CO2. Se smettessimo di colpo di bruciare petrolio, il sistema assorbirebbe pian piano il surplus, e lo sta effettivamente facendo, ma lentamente. Naturalmente il punto di tutto questo sta nel fatto che l'immissione di CO2 è stato troppo rapido per l'adattamento del complessissimo sistema mondo, ci vorranno secoli per tornare a un equilibrio.
Inoltre, ci sono anche altri gas serra creati o incrementati dall'uomo: metano, CFC e altri, che non appartengono a cicli naturali e vengono quindi smaltiti molto piu lentamente.
Riguardo alla deforestazione, se le foreste sono sostituite da coltivazioni non vedo il problema... le piante coltivate non assorbono CO2?
Ecco... ne assorbono. Un milioncino di volte meno.
La CO2 assorbita viene impiegata per produrre biomassa: la biomassa di un km quadrato di foresta è molto, molto, molto maggiore che la biomassa di un km di campo di grano. Inoltre la biomassa delle colture viene costantemente distrutta per produrre cibo o altro, che quindi torna rapidamente all'atmosfera.
C'è anche da dire che una pianta che ha smesso di crescere, quindi di produrre biomassa, non assorbe più CO2. Ma una pianta del genere pesa diverse tonnellate che corrispondono a diverse tonnellate di CO2 non presenti nell'aria. Se quella pianta viene bruciata per far posto a un'aiuola di fiori, la CO2 viene liberata. Insomma, le foreste tropicali dal punto di vista del bilancio di CO2 sono piuttosto accumulatori che consumatori. Il problema per le foreste sono altri, mille altri :D biodiversità, assorbimento di radiazioni, di pioggia, ecc ecc...
1) La quantità di CO2 emessa dall'uomo è piccola rispetto alle quantità in gioco nel ciclo della CO2 (liberata dalla decomposizione della materia organica, liberata/assorbita dagli oceani, assorbita dalle piante, eccetera). Le quantità in gioco indicano molto "spazio di manovra" entro il sistema per amministrare le piccole emissioni umane. Ad esempio, una maggiore quantità di CO2 nell'atmosfera implicherà un maggiore assorbimento da parte degli oceani e delle piante.
2) La CO2 e la temperatura sono già aumentate anche in passato, e senza che ci fosse industrializzazione. La variabilità di CO2 nell'atmosfera, cioè, è dovuta ad altre cause (legate al cambio di posizione di equilibrio dei vari sottosistemi).
3) Nel record paleoclimatico l'aumento di temperatura precede, e non segue, l'aumento di CO2 nell'atmosfera.
1) La quantità messa in gioco dall'uomo è piccola, ma è un surplus che annualmente si accumula nell'atmosfera. Il dato della Banca Mondiale riferito al 2007 era di 50000 tonnellate al minuto, e, con pochi calcoli, si vede chiaramente che questo aumento riempie circa il 99% dell'aumento della CO2 registrato annualmente a Mauna Loa.
2) Certo. ci sono mille mila cause per l'aumento di CO2 nell'atmosfera. Ma il fatto che esistano non mi pare che possa scagionare l'uomo dall'essere la causa di questo aumento, a meno di non vederle all'opera. :D
3) Se ti riferisci ai carotaggi antartici, purtroppo hanno un intervallo di visualizzazione di circa 1500 anni, dei quali riportano un valore medio. Questo rende impossibile usarli con certezza per capire il valore di CO2 atmosferica dell'epoca misurata. Scorretto sia quello che dice Al Gore, quindi, che afferma che negli ultimi 600000 anni la CO2 non ha mai superato le 300 ppm, scorretto dire il contrario. Abbiamo indicazioni di massima, che ci dicono che su media millenaria la CO2 non ha mai superato le 300 ppm. Credo pertanto che utilizzare questi record per capire se la CO2 segue o precede la temperatura non sia molto adeguato. Meglio farlo con la serie trentennale satellitare... Ho postato i grafici nei post addietro, ed è evidente come ad un incremento costante della CO2 vi sia un andamento delle temperature molto più altalenante. Anche volendo raggruppare i dati in maniera più opportuna, diversa dalla scadenza mensile, non appare evidente una correlazione diretta. Questo a mio parere nega un legame così diretto tra i due elementi in questione. D'altro canto, gli stessi grafici di Vostok usati per "scagionare" la CO2 sono una smoking gun puntata sul metano... E sull'antropicità dell'aumento del metano (allevamento, riscaldamento) direi che non ci sono troppi dubbi.