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B di Blackfyre
creato il 23 maggio 2008

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Maynard
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Inviato il 06 settembre 2008 20:23

Intanto sembra che in Alitalia ci saranno poco più di 3000 esuberi i quali non saranno ripresi nella pubblica amministrazione ma, assicura Brunetta, troveranno impiego nel settore privato.

 

3.000 esuberi, ma quanti sono quelli che confluiranno nella pubblica amministrazione? Anche quelli saranno a spese dello Stato, assunti in uffici o enti dove non sono necessari e in ogni caso alla faccia dei polli che aspettano i concorsi pubblici.


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Inviato il 06 settembre 2008 20:41 Autore

Scusa ma...hai letto? Brunetta ha detto che gli esuberi non saranno riassorbiti dalla PA...


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Inviato il 07 settembre 2008 4:11

Scusa ma...hai letto? Brunetta ha detto che gli esuberi non saranno riassorbiti dalla PA...

 

Gli esuberi sono esuberi, questo è ovvio. Ma oltre agli esuberi ce ne sarà qualche migliaio che rimarrà in c**o alla compagnia fallimentare...e a quelli si è già detto ampiamente che si troverà posto nella pubblica amministrazione.


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Inviato il 07 settembre 2008 10:09

Scusa ma...hai letto? Brunetta ha detto che gli esuberi non saranno riassorbiti dalla PA...

 

Gli esuberi sono esuberi, questo è ovvio. Ma oltre agli esuberi ce ne sarà qualche migliaio che rimarrà in c**o alla compagnia fallimentare...e a quelli si è già detto ampiamente che si troverà posto nella pubblica amministrazione.

Avevo già posto la domanda ma era rimasta senza risposta. :figo:

Alitalia verrà divisa in una good-compay, senza debiti, dove confluiranno tutte le parti della vecchia compagnia di bandiera che generano utili, e sarà regalata alla mitica cordata italiana.

 

Poi ci sarà questa Bad-company in cui verrano assorbite tutte le attività che generano debito e che rimarrà alla Stato. Vi sono notizie più concrete su quest'ultima? C'è qualcuno che ne sa di più?

I 3000 esuberi di Brunetta si riferiscono solo alla good-c, solo alla bad-c, o sono la somma di entrambe?

Ho letto che riappianare i debiti della Bad-Company potrebbe portare allo Stato una procedura di infrazione europea. Che cosa c'è di vero, se il proprietario sarà davero lo Stato?


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Inviato il 07 settembre 2008 14:05

E' un po' lungo, ma per chi è interessato al caso Alitalia qui si leggono cose interessanti. L'articolo è di Marco Travaglio.

 

"Buongiorno a tutti, riprendiamo il nostro appuntamento settimanale dopo le vacanze. Spero che vi siate riposati, tutti o quasi tutti, perché quest'anno ci sarà molto da fare. Forse avete visto sul blog di Beppe Grillo che abbiamo raccolto le prime dieci puntate di "Passaparola" in un DVD: chi fosse interessato trova le istruzioni per procurarselo.

La notizia di oggi è che l'operazione Alitalia è un grandissimo successo per il governo. Chi l'ha detto? Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che si loda e si imbroda da solo, anche perché dagli esperti ha ricevuto soltanto pernacchie e critiche, per non parlare della stampa e di tutti operazioni internazionali che si misurano sul libero mercato e non sull'italietta autarchica che sta ritornando insieme ai rigurgiti di fascismo giustamente denunciati da Famiglia Cristiana. Non si capisce bene che cosa stia festeggiando questo signore visto che negli utlimi quindici anni è stato Presidente del Consiglio per circa sette, cioè la metà: in questi quindici anni, Alitalia ha perso quindi miliardi di euro di soldi nostri, quindi la metà dei soldi persi è colpa sua, dei suoi governi, e l'altra metà è colpa dei governi di centrosinistra perché la politica ha sempre tenuto le mani su Alitalia e, come vedremo, continuerà a tenercele anche dopo averla fatta fallire innumerevoli volte.

Prodi e Padoa Schioppa, una delle poche cose buone fatte dal governo di centrosinistra, avevano trovato la quadra: erano riusciti a convincere AirFrance a rilevare tutto. Il che avrebbe comportato niente fallimento, niente ricorso alla legge Marzano sulle aziende decotte, nascita di un polo europeo molto grosso, avrebbe compreso AirFrance, KLM e Alitalia, che si sarebbe potuto misurare sui mercati internazionali dove ormai le compagnie aeree sono grandi, consorziate, fondate su alleanze tra più Paesi. Ce la saremmo cava con 2150 esuberi: questo era il piano che era stato presentato da Messieur Spinetta, e così sarebbe stato se si fosse chiusa la trattativa con i francesi subito, all'inizio della primavera, mentre adesso ne avremo 6-7000, di esuberi, cioè il triplo. L'AirFrance avrebbe pagato un miliardo e settecento milioni per comprarsi le azioni dell'Alitalia e avrebbe investito 750 milioni, in pratica avrebbe sborsato e ci sarebbero arrivati dalla Francia la bellezza di due miliardi e seicento milioni. Ora vedremo che, invece, quei soldi glieli diamo noi. Non solo non li incassiamo, ma li perdiamo. In più sarebbe stata salvata e ristrutturata Malpensa e sarebbe stato potenziato l'aeroporto di Fiumicino. Questo, in sintesi, era ciò che era stato concordato tra il governo Prodi e l'AirFrance e che è saltato perché sono arrivati Berlusconi e suoi lanzichenecchi e perché i sindacati, completamente accecati dal breve periodo, non hanno saputo scegliere tra un piccolo sacrificio oggi e un enorme dissanguamento domani, quello che invece avremo.

Cosa non va in questo nuovo piano che è stato chiamato "Fenice", perché pare quasi l'araba Fenice che risorge dalle sue ceneri - è un truffa naturalmente: sono abilissimi a chiamare le cose con un nome diverso da quello reale per nascondere la realtà -? L'Alitalia viene divisa in due società. La Bad Company, la discarica, rimane a noi, allo Stato, con tutti i debiti. E' una società che contiene debiti. La Good Company, invece, è quella meravigliosa, profumata, balsamica. Quella va ai privati, sedici privati, scelti privatamente con trattativa privata da Berlusconi e dai suoi uomini, che hanno ottime armi per chiedere piccoli favori agli imprenditori in vista di restituirli in grande stile, come vedremo, con vari conflitti di interessi. Quindi noi ci teniamo i debiti e quel poco che vale di Alitalia lo regaliamo ai privati che fanno anche la figura dei salvatori della Patria, dei Cavalieri Bianchi.

La Bad Company, affidata a uno che si chiama Fantozzi perchè si capisca bene qual è il problema, è dunque piena di buchi e li ripianeremo noi. I conti pubblici verranno ulteriormente sfasciati, saranno più in rosso che mai e noi pagheremo progressivamente una "tassa Alitalia" anche se non la chiameranno così, ce la nasconderanno sotto qualche voce strana. Anche perchè Alitalia viene incorporata ad AirOne che a sua volta è piena di buchi. Oltre a non incassare, spenderemo, probabilmente, intorno al miliardo di euro - un terzo dei tagli alla scuola decisi da questo governo - e in più avremo 6-7000 persone per la strada che verranno messe in cassa integrazione a zero ore, avranno vari scivoli, ovviamente pagati con la cassa integrazione sempre con soldi nostri, e alla fine qualcuno verrà licenziato e - questi sono liberisti - vogliono infilare del personale in esubero nelle Poste. Un mese fa ci avevano detto che le Poste sono sovradimensionate e devono ridurre il personale, adesso ci raccontano che il personale delle Poste aumenterà perché arriveranno gli steward, le hostess, forse qualche pilota. Verranno travestiti da postini così risolveremo il problema. Naturalmente pagheremo noi.

La Good Company, quella buona che viene regalata ai privati nell'ambito della famosa usanza tutta italiana di privatizzare gli utili e statalizzare le perdite, è formata da sedici grandi e lungimiranti capitani coraggiosi che, tutti insieme, sono riusciti a mettere da parte la miseria di un miliardo di euro; che non basta, naturalmente, a rilanciare Alitalia. Basti pensare che il prestito ponte, fatto ad aprile dal governo Prodi morente su richiesta del nascente governo Berlusconi, era di 300 milioni e l'Alitalia in tre mesi se li è mangiati. Dove prenderanno questi soldi? Mica li tirano fuori dalle loro tasche: in gran parte arriveranno dalle banche che sono molto coinvolte, come vedremo, in questa cordata. Taglieranno tutto il tagliabile, ridurranno le rotte internazionali, squalificheranno ulteriormente Fiumicino, Malpensa resterà al palo con Bossi, la Moratti e Formigoni che ululeranno alla Luna: mentre prima se la prendevano col governo di centrosinistra adesso gli sarà un po' più difficile prendersela con il loro. In compenso abbiamo una caterva, un groviglio, una giungla di conflitti di interessi perché non c'è solo quello di Berlusconi. Il conflitto di interessi, non risolto da nessuno quando ce l'aveva soltanto lui, adesso è diventato un'epidemia e ce l'hanno in tanti.

Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne, che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare, evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia.

Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo.

Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in questa meravigliosa avventura.

Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company.

Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta.

Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni.

In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare.

Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito Democratico.

Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge.

Intanto la legge del mercato: vengono addirittura sospese le regole dell'Antitrust e i poteri del garante dell'antitrust perché bisogna dare tempo di consumare tutti questi conflitti di interessi e queste occupazioni del libero mercato. Intanto, il matrimonio Alitalia-AirOne che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia soprattutto sulla tratta Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa nuova Good Company dove c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà concorrenza, non si potrebbe e allora si sospendono le regole. Che sarà mai, una più una meno... un piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega a nessuno. La concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La condizione che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal governo europeo, per autorizzare il famoso prestito ponte che ha consentito all'Alitalia di fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro, era che l'Alitalia per un anno non si espandesse, restasse esattamente così com'era. Con questo accordo viene violata quella condizione perché Alitalia si mangia AirOne e quindi si espande, altroché! Ben prima di quell'anno che era stato imposto dalla Commissione Europea che quindi, se le parole e gli accordi hanno ancora un senso, dovrebbe condannarci e vietarci questa operazione.

In più viene cambiata un'altra legge italia, la legge Marzano sulle imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiand qualcosa: non rischiano niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che qualche creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla nuova, cioè chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Verranno tutelati in tutto e per tutto, saranno inattaccabili, anche loro anche uno scudo spaziale, il loro piccolo Lodo Alfano per cui se qualcuno gli chiede qualcosa fanno finta di niente, dicono "io non so chi sei, mi trovo qua per caso". Nessun rischio di revocatoria o di rivalsa da parte dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi? Naturalmente dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato: pagheremo tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga alla legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000 persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato raccontato spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte a questa fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di detassare le aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E' un'altra cosa spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di gente che finisce per la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre gli ex-lavoratori Alitalia avranno il privilegio di poter andare da alcune aziende che se li assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così: cittadini di serie A e cittadini di serie B.

L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in liquidazione in regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito di pagare tutti i creditori. Adesso, se la nuova società non li paga, quelli si rivalgono ma non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti gli aerei e gli slot dalla Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda - e rifare tutti i contratti dei dipendenti o almeno di quelli che terrà con sé. Quanto pagherà tutti questi beni la Good alla Bad? Se li pagassero per quello che valgono sulla carta, la vecchia Alitalia probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti, circa 2-2.5 miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i nuovi proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba è già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non avrà i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non potendo andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che dovrà tirare fuori i soldi. A questo punto ci arriva addosso l'Europa perché se lo Stato paga i debiti di un'azienda si configura come aiuto di Stato. Questo è vietato perché, altrimenti, tutte le altre aziende d'Europa si incazzano e dicono "perchè noi dobbiamo andare avanti con le nostre gambe e se non ce la facciamo falliamo mentre in Italia lo Stato interviene a rabboccare quando i conti delle sue società sono in rosso?". Ci arriverà addosso una procedura di infrazione, con condanna, con multa che aggraverà ancora la spesa di questa operazione folle e faraonica. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita di giro.

Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che succederà in futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi per cinque anni. Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della Good Company. Secondo voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei quali ha il minimo interesse e il minimo background per occuparsi di voli. Non gliene frega niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù delle contropartite. Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello che sta per diventare il partner industriale, quello che sa come si fa a volare, che sarà AirFrance se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà Gianni Letta che ha gestito questa operazione. Entro il 2013 questi possono rivendere. E che faranno? Svenderanno, come si sa, ai francesi o ai tedeschi, così i francesi dell'AirFrance si prenderanno la compagnia italiana, che diventerà compagnia francese - non ci sarà più nessuna bandierina da nessuna parte, è tutto finto che questa sia una cordata italiana - a condizioni migliori di quanto se l'avrebbero presa se si fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa. Pagheranno quattro lire invece che due miliardi e seicento milioni che si erano impegnati a pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non ci saranno più i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati a spese nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via molto presto il simbolino dalle ali degli aerei.

Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque anni potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia: potranno continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi imprenditori. Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che vorranno, sono tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel solco di quella tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in rosso: che la gestivano con criteri politici e non manageriali.

Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga tanto caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia, e ci tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che rimanga ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po' come il vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva fare lo svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa autostrada Roma-Gattico.

Ci resta un'altra consolazione, cioè il fatto che ritorna il comunismo: Berlusconi che convoca imprenditori, cambia leggi, organizza cordate, il governo che dirige gli affari dell'impresa privata, sistema debiti, sposta dipendenti, fa piani quinquennali, ecc. ricorda tanto la grande Unione Sovietica di Stalin, di Breznev, di Cernienko. Il modello Putin sta entrando in Italia e sta tornando il dirigismo, la pianificazione sovietica. Il Cavaliere, che non sa e non ha mai saputo cosa sia il libero mercato, ripristina, se Dio vuole, l'industria di Stato. L'ultimo vero comunista è lui. Passate parola." Marco Travaglio


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Inviato il 07 settembre 2008 16:17 Autore

Ho letto solo la prima parte, come al solito dice l'opposto di quello che dice il governo e quindi, per il momento, credere ad uno dei due è solo una questione di fiducia. Vedremo l'attuazione cosa prevederà e come si muoveranno i sindacati


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Inviato il 07 settembre 2008 16:32

Ho letto solo la prima parte, come al solito dice l'opposto di quello che dice il governo e quindi, per il momento, credere ad uno dei due è solo una questione di fiducia. Vedremo l'attuazione cosa prevederà e come si muoveranno i sindacati

Io lo avevo già letto. Cercavo qualche articolo di altri giornalisti, ma non credo che sarà facile trovare voci in disaccordo con l'attuale governo e che siano considerate super partes.

Se si vuole tenere un discorso "serio" comunque si dovrebbero tenere in conto le diverse posizioni e in attesa di trovare altro, questa è l'unica che abbiamo. Intanto spulcio su google in cerca delle varie proposte fatte dai ministri e delle reazioni del ministro ombra.


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Inviato il 07 settembre 2008 16:34 Autore

Ma infatti io ho detto che abbiamo 2 voci che dicono una il contrario dell'altra. Messa da parte la fiducia personale occorre aspettare.


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Inviato il 07 settembre 2008 16:52

Ma infatti io ho detto che abbiamo 2 voci che dicono una il contrario dell'altra. Messa da parte la fiducia personale occorre aspettare.

Ma che dicano l'una il contrario dell'altra non vuol dire che una sia la verità assoluta e l'altra la menzogna più nera.

Intanto su Yahoo ho trovato un articolo in cui si specificavano i 16 industriali che entreranno a far parte della cordata.

 

Per ora con 16 investitori è nata la cordata di imprenditori che vogliono dare vita alla nuova compagnia di bandiera italiana, rilevando asset di Alitalia e AirOne.

 

Lo ha detto nel pomeriggio una fonte vicina al dossier aggiungendo che presidente sarà Roberto Colaninno e ad Rocco Sabelli.

 

I soci sono Roberto Colaninno tramite Immsi, gruppo Benetton tramite Atlantia, Gruppo Aponte, Gruppo Riva, Gruppo Fratini tramite Fingen, gruppo Ligresti tramite Fonsai, Equinox, Clessidra, gruppo Toto, gruppo Fossati tramite Findim, Marcegaglia, Bellavista Caltagirone tramite Acqua Marcia, Gruppo Gavio tramite Argo, Davide Maccagnani tramite Macca, Tronchetti Provera e Intesa Sanpaolo.

 

[..]

 

LA DOPPIA OPZIONE

 

Due sono le opzioni. Una prevede la modifica della legge Marzano, con l'affidamento della società a un commissario, che la spacchetterebbe avviando al fallimento la bad company e affidando alla cordata la parte sana di Alitalia.

 

La seconda invece comporta che il cda di Alitalia deliberi la creazione della nuova società affidando la liquidazione della bad company a Fintecna, interamente controllata dal Tesoro.

 

Agli attuali azionisti verrebbero date azioni della nuova società in un concambio da definire, ma non di 1 a 1.

 

Secondo la fonte entrambe le soluzioni farebbero storcere il naso all'Unione Europea.

 

L'articolo prosegue indicando il numero degli esuberi ma è un pò vecchio. Porta ancora una cifra di 7000 esuberi. Da verificare. Qui l'articolo completo.

 

A questo punto sarebbe utile verificare quali sono dei 16, i gruppi che avrebbero interessi zero in Alitalia ma potrebbero ricevere delle contropartite a livello di concessioni edilizie per l'EXPO del 2015 Ad una prima impressione l'unico operatore che ha un vero interesse in questa operazione è Carlo Toto, di AirOne, però devo verificare.

Berlusconi disse che gli industriali sarebbero rimasti legati alla compagnia per 5 anni. Facendo due calcoli sarebbe a dire fino al 2013-2014. Giusto in tempo per vedere finiti i lavori per l'Expo, ma questa è solo cattiveria.


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Inviato il 07 settembre 2008 18:01 Autore

Principalmente io mi riferisco agli esuberi, se uno dice 3000 circa e l'altro 7000 aspetto per vedere come va a finire. Sui 5 anni direi che è un limite decente, va a sovrapporsi all'expo il che può essere anche stato calcolato diciamo in mala fede, ma comunque in 5 anni si vede se la compagnia fa qualcosa di buono oppure no.


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Inviato il 07 settembre 2008 18:45

Principalmente io mi riferisco agli esuberi, se uno dice 3000 circa e l'altro 7000 aspetto per vedere come va a finire. Sui 5 anni direi che è un limite decente, va a sovrapporsi all'expo il che può essere anche stato calcolato diciamo in mala fede, ma comunque in 5 anni si vede se la compagnia fa qualcosa di buono oppure no.

Ma infatti io prendo quelli definiti dal ministro durante l'incontro con le parti sociali, 3250 o 3950, a seconda che i 700 dei call center e dell'amministrazione a terra, finiscano nella Good-company o nella Bad-Company.

Se 3000-4000 siano un buon risultato, comunque è un dato relativo alla bravura di chi gestisce la crisi. Se qualcun altro, nelle stesse condizioni fosse riuscito a contenere gli esuberi nell'ordine di 1000 unità, allora non è decisamente accettabile. Io mi fido e dico che va bene per adesso, ma mi rimane sempre il dubbio del piano Air France (1750 esuberi) respinto solo perchè caldeggiato dal governo Prodi.

Invidio il tuo ottimismo, anche perchè leggendo i nomi degli imprenditori che formano la cordata, ci trovi molta gente che ha fatto fallire le aziende dove ha lavorato. L'unico spendibile a livello di immagine è Colaninno Senior. :figo:


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Inviato il 07 settembre 2008 19:04 Autore

Il mio non è ottimismo, è solamente dire "aspettiamo e vediamo come va"..perchè discutere su avvenimenti che ancora non ci sono stati è un po' difficile :figo:


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Maynard
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Inviato il 07 settembre 2008 20:06

 

Berlusconi disse che gli industriali sarebbero rimasti legati alla compagnia per 5 anni. Facendo due calcoli sarebbe a dire fino al 2013-2014. Giusto in tempo per vedere finiti i lavori per l'Expo, ma questa è solo cattiveria.

 

In Francia danno già per certo che tra 5 anni Air France comprerà le quote dai 16 virtuosi e volenterosi affaristi, per una frazione di quello che avrebbe pagato secondo il piano di qualche mese fa...staremo a vedere.



joramun
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Inviato il 07 settembre 2008 21:38

Accadde ieri..... :figo: Repubblica


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Benjen Stark
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Inviato il 08 settembre 2008 0:21

Quello che a molti sfugge,indipendentemente dagli esuberi, è che toccherà a tutti noi pagare parte dei debiti della Bad Company, oltre a quanto abbiamo già dato negli anni e ultimamente con il prestito ponte. La parte buona dell'azienda viene data ad un gruppo di imprenditori (che non rischiano praticamente niente,visto che hanno l'appoggio incondizionato del governo, della stampa e hanno già messo all'angolo i sindacati), la parte non buona rimane sulle spalle di tutti altri italiani.


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