La versione di Barney di Mordechai Richler. Un vecchio e ricco ebreo, Barney Panofsky, cerca di raccontare la sua dissoluta e folle vita - o meglio, la sua versione della propria vita - prima che il morbo di alzeihmer abbia la meglio su lui. Tra improvvisi vuoti di memoria, confronti con quanto ricorda di Barney un potenziale amico/nemico morto di recente che parla di lui nei diari "segreti", ricordi deliranti e divertenti, la scena di sposta e ondeggia tra passato e presente, tra Parigi ed il Quèbec percorso da fremiti indipendentisti, mentre nell'intera storia aleggia l'ombra inquietante dei morti e di un crimine forse mai commesso dal protagonista...
E' un bel tomo, ma si legge d'un fiato. Non gli do voti, consiglio solo a tutti di leggerlo.
Ho appena terminato la lettura di "Gli eretici di Dune", quinto volume della monumentale saga creata da Frank Herbert.
Molti secoli sono trascorsi dalla morte di Leto II, l'Imperatore-Dio di Dune il cui dominio ha profondamente influenzato ciò che resta del vecchio Impero. La sua scomparsa ha provocato un generale esodo di una buona fetta di umanità verso lo spazio esterno. La Dispersione è però finita e ora i suoi figli stanno tornando, dotati di strani poteri, grande ricchezze e di mire dichiarate su Rakis, il pianeta un tempo noto come Arrakis. Le Matres Onorate, parodia oscura delle Bene Gesserit, sembrano in parte guidare, in parte combattere la gente della Dispersione. Contro di loro si ergono le sempre vigili Bene Gesserit, le quali devono però anche fare i conti con gli enigmatici Tleilaxu, signori dei mutaforma Volti Danzanti e padroni della tecnologia delle vasche di resurrezione axotl. Tutte e tre le fazioni lottano per il potere e la sopravvivenza, mentre le loro attenzioni si spostano sempre più su due figure chiave nell'evoluzione umana, la piccola Sheeana (nativa di Rakis, capace di controllare i vermi delle sabbie) e il giovane ghola Duncan Idaho (che racchiude in sè un segreto capace di spaventare tanto le Bene Gesserit quanto le Matres Onorate). Sarà una lotta senza esclusione di colpi.
A parte il primo libro, questo volume si conferma finora il migliore del ciclo, superiore persino al terzo (che sia il bello dei numeri dispari?). L'azione è qui maggiore che altrove, con continui cambi di scenario, fulminei combattimenti, complotti su altri complotti. Un tale ritmo richiede padronanza dei mezzi narrativi assoluta per non scadere in una sterile sequenza di esplosioni e sangue e l'autore possiede pienamente tale padronanza. I personaggi sono all'altezza di una tale storia, ognuno di loro si rivela ben costruito, con sfaccettature complesse, ma senza quella distanza che una figura titanica come Leto II o lo stesso Paul potevano avere: le sorelle del Bene Gesserit Odradre e Taraza, il giovane Duncan Idaho, il bashar Miles Teg e persino il tleilaxu Waff sono personaggi che rimangono a lungo impressi dopo la narrazione. L'ambientazione per la prima volta si stacca dal solo Dune e si allarga ad altri pianeti, con particolare attenzione per Gammu, noto ai tempi degli Harkonnen come Giedi Primo (che sia questa una delle cose che hanno ispirato Lucas per i suoi Jedi ^^ ?). Non mancano ovviamente gli elementi di riflessione, mistici, presenti costantemente nel ciclo, ma qui essi sono resi in maniera più immediatamente comprensibile al lettore (a patto ovviamente che abbia letto tutti i romanzi precedenti) ed acquistano maggiore forza proprio per il non indulgere in essi, lasciandoli invece aleggiare sullo sfondo.
In definitiva, un ottimo romanzo, con la giusta miscela di azione e riflessione, che naturalmente può essere goduto solo avendo letto i precedenti, il cui valore esso finisce per rinforzare.
a parte i complimenti a GdN per leggere un ciclo così immenso, passo alle mie ultime letture.
Gli imperatori di Roma (Grant): una serie di piccole biografie di quasi tutti gli imperatori dell'impero, da augusto a romolo (ovviamente solo impero di occidente, dopo un po'). Una lettura che, prima di tutto, toglie la curiosità di conoscere quali e quanti imperatori si sono succeduti al trono, e poi dà un'idea dei vari personaggi. una bella lettura di tipo divulgativo.
Re Tarquinio ed il divino bastardo: la ricostruzione della vita di tarquinio prisco e del suo successore servio tullio, raccontata alla luce dei ritrovamenti archeologici, specialmente quello di una tomba etrusca, e delle opinioni di etruscologi illustri e più vicini a quel tempo come gli imperatori claudio ed augusto. alla fine dei giochi, a quanto sembra i re di roma non furono meri personaggi leggendari. quanto meno possiamo dire con certezza che furono reali tarquinio prisco, servio tullio e tarquinio il superbo, alla luce proprio dei ritrovamenti archeologici. e forse, a questo punto, anche anco marzio potrebbe essere davvero esistito (se non lui quantomeno un re della gens marzia, che in ogni caso a roma esisteva ed era importante, una Marzia era la nonna di giulio cesare). una buona lettura su un periodo oscuro.
Dunque, aggiorniamo un po'... in questo periodo ho letto parecchio:
Bel-ami di Maupassant. libro vecchio di oltre cent'anni, ma attualissimo nel ritrarre la figura del classico arrampicatore sociale spregiudicato. è il primo che leggo di quest'autore e sono stato letterlamente illuminato da uno stile descrittivo così preciso, diretto, tanto che talvolta pareva di star guardando un film, che certamente approfondirò il caro Guy. 9/10
La signora delle Camelie di Dumas (figlio). Buon sangue non mente! storia di una commovenza suprema, ma assolutamente non patetica. Magnifico. 9/10
Il tulipano Nero di Dumas (padre). storiella che non è male, ma decisamente di molto inferiore al grande Dumas del conte di Montecristo e della trilogia del moschettieri. 7/10
I Viceré di De Roberto. Un piccolo lavoro squisito, che non ha molto da invidiare al Manzoni, ma che purtroppo non è molto conosciuto. 8/10
Ora ho già deciso di affidare tutta la mia lettura estiva a Alla ricerca del tempo perduto, grande capolavoro di fronte al quale, dicono, tutti gli altri romanzi sembrano semplici racconti.... Spero di arrivarci in fondo!
Ieri ho terminato di leggere "La rifondazione di Dune", sesto e ultimo volume del monumentale ciclo scritto da Frank Herbert.
Odradre, Madre Superiora del Bene Gesserit, si trova a difendere le ultime sparute forze del Bene Gesserit dal progressivo annientamento operato dalle sempre più potenti Matres Onorate. Nascosta sul pianeta della Casa Capitolare, ella assiste progressivamente alla desertificazione del pianeta, attuata nel disperato tentativo di ricreare l'ormai distrutto Dune e di ridare ad un'umanità sempre più schiacciata dal tallone delle Matres Onorate un nuovo Dio da seguire. La giovane Sheeana, l'unica in grado di controllare i futuri vermi delle sabbie, è ormai una Bene Gesserit e quindi pronta ad obbedire alla sua maestra. Il suo destino è però intrecciato misteriosamente con quello di due potenti ghola, il grande bashar Miles Teg e il leggendario Duncan Idaho, ormai legato da un vincolo potente a Murbella, un tempo Matres Onorata e ora aspirante Bene Gesserit.
Questo volume conferma le migliori qualità mostrate da Herbert nei volumi precedenti: ambienti magistralmente resi in tutti i loro dettagli (sebbene si senta la mancanza di Dune, se non come leggenda), personaggi vivi e pulsanti, miscela perfetta di azione (un po' meno di quanto io ami) e riflessione e un disegno direi quasi divino che aleggia costante sullo sfondo. Tuttavia, l'opera lascia parecchi interrogativi sospesi, a cominciare dal destino di personaggi fondamentali come Duncan, Miles Teg e Sheeana. L'autore avrebbe voluto portare a compimento il ciclo, ma non ci è riuscito, motivo per il quale sarebbe necessario leggere i due volumi scritti dal figlio Frank Herbert jr e da Kevin Anderson: "Hunters of Dune" e "Sandworms of Dune" (inediti in italiano).
In definitiva, un buon libro, ricco di pathos e di epicità.
Ho finito THOR, primo libro della Asgard Saga.
Per chi non lo sapesse, la Asgard Saga é un progetto multimediale che coinvolge soprattutto lo scrittore fantasy tedesco Wolfgang Hohlbein (autore del capolavoro Hagen di Tronje) e il gruppo musicale Manowar, autori di un Heavy Metal Epico e pomposo.
Ho messo soprattutto in grassetto, perché la Asgard Saga é un progetto che promuove la fan fiction, inoltre si vocifera di una graphic novel in preparazione, poi c'é l'idea del film, del videogioco ecc ecc ecc. Insomma Manowar e Hohlbein cercano di fare quello che sta facendo Martin con le cronache...
Dopo il fantastico EP dei Manowar che ha (IMHO) magistralmente aperto la saga, in Marzo é uscito il primo romanzo (il secondo, LOKI, é gia in lavorazione), chiamato THOR, appunto, che dovrebbe fare da base a tutto il progetto.
La trama é questa: un uomo si risveglia in una tempesta di ghiaccio non sa chi é, ma é subito braccato da lupi e da guerrieri in maschere dorate. Scopre che sa combattere, e anche molto bene e di avere dei poteri particolari.
Dopo una serie di vicissitudini troverá rifugio nella mitica valle di Midgard, il regno degli uomini, dove la gente inizia a venerarlo come il dio Thor.
È qui che Thor inizierá ad avere sogni strani e visioni di tempi passati, di eserciti dorati, di sale immense, e di flotte, e infine scopre di aver ricevuto il compito di distruggere l'umanitá.
Sconvolto, decide di fuggire lontano dagli umani assieme alla sua compagna/guerriera/druida Urd (un personaggio molto ambiguo, non si capisce da che parte stia).
Comunque non riuscirá a sfuggire al suo destino, e dovrá decidere da che parte stare: se proteggere gli umani dagli eserciti divini (i guerrieri dorati di Asgard), oppure unirsi a loro, come Thor, come dio del tuono e della guerra, per annientare l'umanitá.
Ok, forse mi sono dilungato un po, ma la trama é davvero il punto forte di questo libro.
I personaggi, Thor incluso, se confrontati a quelli delle cronache, sono caratterizzati in modo discreto e a volte addirittura un po piatto, ma tra l'altro quali personaggi si trovano oggigiorno a livello delle cronache? I personaggi principali si salvano peró perché continuano a riservare delle sorprese, e perché non si sa mai bene da che parte stiano. Urd é una strega che manipola Thor, oppure una rinnegata guerriera che lo ama? Thor é veramente un dio? Magari é un umano dotato da poteri dagli dei, oppure un semidio? Poi ci sono alcuni personaggi secondari davvero spassosi e degni di nota, come Sverig, guerriero vichingo dotato di ascia bipenne, e sempre ansionso di usarla. Spassoso.
Il punto debole, e quello che purtroppo toglie qualitá al romanzo, sono i dialoghi e le parti pensate (le pare, per intenderci) di certi personaggi. Spesso troppo lunghi ed estenuanti, troppi doppi sensi anche negli scambi piu semplici, danno il senso di forzatura, e di voler allungare il brodo a tutti i costi. Questi sono elementi che fanno da sempre parte della scrittura di Hohlbein, (che non é un pivello, insomma, ha venduto quasi 40 milioni di titoli fantasy), ma mi pare che questa volta abbia davvero esagerato.
Riassumendo, l'idea é fantastica, la trama é resa bene, i personaggi, sono tutti molto "Manowar" e ogni tanto ci si accorge dello zampino di DeMaio, che ha elaborato il concept della saga. Purtroppo ogni tanto dialoghi e pensieri che tolgono suspence e ti fanno faticare a chiudere certi capitoli, specialmente nella parte centrale del libro.
Ecco, se vi siete letti tutta sta solfa, potete tranquillamente andare a leggervi anche il libro, verrá pubblicato in inglese ancora quest'anno, e probabilmente anche in italiano a data da definirsi.
Voto per chi non conosce i Manowar 3,5/5
Voto per chi conosce i Manowar e sa cosa aspettarsi 4,5/5 ">
Ho appena terminato "Le mura d'aria", secondo volume della trilogia di Darwath di Barbara Hambly. Si tratta di un ciclo dei primi anni '90, del quale per anni ho posseduto solo il primo volume. Recentemente mi sono messo seriamente alla ricerca dei restanti volumi e quindi eccomi qua per recensire il secondo volume (trovare il terzo sarà un'impresa "> ).
La forze del Buio, riemerse dal loro sonno millenario per distruggere l'umanità, hanno costretto gli ultimi superstiti del regno di Gae a rifugiarsi nel leggendario Torrione di Renweth. Tra questi, anche due persone del nostro mondo, portati in questo universo di magia e guerra dal potente mago Ingold Inglorion: Gil Patterson (studiosa di storia alla UCLA, ora spadaccina delle Guardie) e Rudy Solis (motociclista californiano, aspirante Mago). Dopo aver messo in salvo i resti del regno, Ingold e Rudy partono alla volta della favoleggiata città nascosta di Quo, dove vivono i Maghi di tutto il mondo, per chiedere il loro aiuto. Nel mentre, Gil deve vedersela con i misteri ed i pericoli del Torrione, antico residuo di una misteriosa era passata. Nessuno dei tre ha però idea di quello che lo aspetta...
Il romanzo è piacevole alla lettura, con ricche descrizioni degli ambienti e una trama accattivante. I personaggi principali (Ingold, Gil e Rudy) sono ben caratterizzati e la loro evoluzione risulta essere uno dei motivi di maggiore interesse nel proseguire la lettura. Ben riuscita la resa del Buio, l'antagonista principale di tutti i personaggi e uno dei migliori esempi mai visti di nemico alieno: si percepisce quasi fisicamente l'ancestrale paura dell'uomo davanti ad un qualcosa di totalmente estraneo al suo mondo.
Detto questo, sono però ben evidenti anche i difetti di un'opera che in fin dei conti fu la prima della sua autrice. I dialoghi, se generalmente sono ben fatti, a volte risultano troppo artificiosi, mentre le scene di azione soffrono a volte di un dettaglio fin troppo eccessivo. Al di fuori dei personaggi principali, tutti gli altri risultano costruiti con l'accetta, un difetto meno presente nel primo volume della trilogia ma qui decisamente evidente. A proposito dell'edizione italiana dell'opera (premettendo che non ho letto quella originale), va inoltre aggiunto che una mappa all'inizio del libro sarebbe stata molto utile per seguire meglio il cammino di Ingold e Rudy. Inoltre, la traduzione non è delle migliori: non so se la traduttrice era alle sue prime esperienza (o se la Fanucci stravolse come al solito il lavoro del traduttore), ma "Fortezza del Keep di Renweth" non si può sentire "> (e così altre cose). Senza contare i vari termini stranieri tradotti in italiano ma resi in corsivo.
In definitiva, un'opera piacevole che però non mantiene tutte le promesse del primo volume della trilogia, il migliore "Il tempo del buio".
Stamattina ho terminato di leggere "Libraio per caso", di Romano Montroni, edito da Marsilio. Si tratta di una simpatica miscela tra autobiografia, romanzo di formazione e saggio. Montroni è una figura fondamentale nell'ambiente, avendo lavorato con le Librerie Feltrinelli dal 1963 al 2005 ed essendone stato il direttore dal 1982 al 2000. Nel corso delle circa trecento pagine scorrono un gran pezzo di storia italiana e figure importanti come Giangiacomo Feltrinelli, Umberto Eco, Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli, Carlo Del Bo e altri ancora. Soprattutto, emerge potente il senso di chi debba essere, per Montroni, un libraio: un operatore della conoscenza, non un semplice commesso. Il senso della sua vita e della sua carriera, aspetti a ben vedere molto vicini, sta tutto qua.
Un libro che consiglio a chiunque sia interessato al mondo del libro e delle librerie, come anche a chi sia curioso di conoscere una persona molto interessante come è sicuramente Romano Montroni.
Dopo la trilogia dei Robot, la serie dell'Impero e quella delle Fondazioni, ho letto Tutti i miei Robot, antologia di racconti di Isaac Asimov.
Che dire in proposito? Tanti racconti brevi uno migliore dell'altro, una serie di personaggi indimenticabili, le Tre Leggi della Robotica sviscerate in tutto il loro potenziale.
Asimov è un genio.
La caduta di Malazan (o il libro dei caduti di Malazan) - MEMORIE DI GHIACCIO (Parte 1)
Erikson, in tutta la sua grandezza, sbaraglia la concorrenza in campo di fantasy (unico scoglio a resistergli ovviamente é lo zio Martin).
Memorie di Ghiaccio é un libro brutale, profondo e ampio. Ogni tanto si aprono dei vuoti temporali di centinaia di migliaia di anni, che lasciano senza fiato.
Mi ha fatto piacere rivedere qualche personaggio del primo libro, per quanto mistici siano diventati. La novitá del libro, é che finalmente si inizia ad intuire una trama piu grande, i vari dei iniziano a scendere in campo, e le guerre dei Malazan diventano piu piccole ed insignificanti (ma comunque restano l'argomento principale del libro).
"La Dimora Fantasma", il secondo della serie IMHO per ora resta il miglior libro di Erikson, ma probabilmente dovró aspettare solo di leggere la seconda parte di "Memorie di Ghiaccio" per ricredermi. ">
cancella quel "probabilmente" e mettici un "sicuramente"."La Dimora Fantasma", il secondo della serie IMHO per ora resta il miglior libro di Erikson, ma probabilmente dovró aspettare solo di leggere la seconda parte di "Memorie di Ghiaccio" per ricredermi.
Io ho appena completato la seconda parte del sesto, secondo me il terzo resta il milgiore in assoluto, ma il sesto e il quinto (in ordine di preferenza) lo tallonano " />
Io sto leggendo la seconda parte di Memorie di Ghiaccio e sono a circa 150 pagine. Per ora continuo a preferire la Dimora.
Io sto leggendo la seconda parte di Memorie di Ghiaccio e sono a circa 150 pagine. Per ora continuo a preferire la Dimora.
Credo sia una questione soggettiva in fin dei conti. Anch'io pur avendo amato Memorie di Ghiaccio ho preferito a quello La Dimora Fantasma...diciamo che preferisco i personaggi e l'ambientazione di Sette Città piuttosto ke Genabackis.
Ora sono impegnato nella lettura di Cacciatori di Ossa...chissà a che punto della classifica Eriksoniana si piazzerà " />
Ok, allora mi rimangio tutto " />" />" />
Adesso sto leggendo Auto da fè, appena lo finisco posto il mio parere " />
Il guardiano degli Innocenti di Andrzej Sapkowski.
Come si capisce dal nome, l'autore è polacco, ed il suo libro si riconosce come "slavo" sia per i nomi (città che si chiamano Novigrad e Vyzema, ad esempio), sia dalle figure mostruose derivate direttamente dalla mitologia slava. Ha uno stile piacevole, scorrevole, ma la costruzione a metà tra il flashback ed il montaggio stile pulp-fiction non aiuta a individuare precisamente il filo cronologico degli avvenimenti, al punto che, talvolta, le vicende vissute da Geralt di Rivia sembrano dei singoli racconti ricuciti insieme. Perlatro, per quanto apparentemente libro unico ed autoconclusivo, lascia in sospeso parecchie domande, al punto da far sperare in un secondo capitolo; il ricorso alle vicende favolistiche semplifica a volte un po' troppo il tema (ma niente paragoni con la Troisi, per favore), che nonostante tutto regge bene.