Terminata la lettura del brevissimo La vita è uno stato mentale. Ovvero la conta dei frutti e delle azioni nel mondo evanescente secondo l'insegnamento di Phalu il Kashmiro a cura di Gianluca Magi, traduzione di un'opera di un Dalai Lama (ci sono molti dubbi su chi possa essere...cmq siamo tra il 1600 e il 1700).
E' una serie di brevi riflessioni tese a mostrare come quello che conta non siano le azioni tese al bene terreno, ma sia invece lo spirito e l'anima a dover essere nutriti. Sono quelle classiche verità che tendiamo a dimenticarci nel mondo moderno e che sono una piccola riscoperta.
Il libricino ha una piccola parte introduttiva, un pochino ridondante, ma per il resto si legge molto velocemente e piacevolmente.
Voto:7/10
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La Svastica sul Sole di Philip K. Dick
Il titolo originale è The Man in the High Castle, che, a mio parere, si adatta molto meglio al contenuto.
In un'America che ha perso la Seconda Guerra Mondiale, dominata da Giapponesi e Tedeschi, si intrecciano le vicende di vari personaggi. L'ebreo Frank Frink, ancora innamorato della ex moglie Juliana, fabbrica manufatti d'arte contemporanea americana e cerca di trovare il significato della propria vita, aiutato dal libro "oracolo" cinese, l'I-ching; anche il potente uomo d'affari giapponese Tagomi consulta l'I-ching, alla ricerca del proprio equilibrio interiore. Il signor Baynes, rappresentante di una ditta svedese, che deve incontrare il signor Tagomi per un'importante missione. Il signor Childan, antiquario che serve i giapponesi. Juliana Frink, che intraprende un viaggio con il suo amante Joe alla ricerca dello scrittore Abendsen, autore di un best seller proibito dai nazisti: La cavalletta non si alzerà più, in cui Abendsen descrive un mondo in cui la Germania è stata sconfitta dalle altre potenze mondiali durante la guerra...
Un bel romanzo, uno di quelli che "catturano", come si dice. Senza dubbio è affascinante gettare uno sguardo su un ipotetico mondo futuro in cui il Terzo Reich domina il mondo, ma mi sarebbe piaciuto molto di più che questo sguardo fosse lanciato su una nazione europea, la Germania o l'Inghilterra, per esempio, invece che sull'America.
Verso il finale ho trovato alcuni passaggi decisamente troppo lunghi e noiosi.
La vicenda che mi è piaciuta di più è indubbiamente quella di Baynes e Tagomi, mentre penso che la vicenda di Juliana sia oltremodo esagerata e, sì, anche squallida.
Il romanzo si legge in fretta, lo consiglio a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, si sono chiesti cosa sarebbe successo se Hitler avesse vinto la guerra...
Voto: 7/10
La Svastica sul Sole di Philip K. Dick
Il titolo originale è The Man in the High Castle, che, a mio parere, si adatta molto meglio al contenuto.
In un'America che ha perso la Seconda Guerra Mondiale, dominata da Giapponesi e Tedeschi, si intrecciano le vicende di vari personaggi. L'ebreo Frank Frink, ancora innamorato della ex moglie Juliana, fabbrica manufatti d'arte contemporanea americana e cerca di trovare il significato della propria vita, aiutato dal libro "oracolo" cinese, l'I-ching; anche il potente uomo d'affari giapponese Tagomi consulta l'I-ching, alla ricerca del proprio equilibrio interiore. Il signor Baynes, rappresentante di una ditta svedese, che deve incontrare il signor Tagomi per un'importante missione. Il signor Childan, antiquario che serve i giapponesi. Juliana Frink, che intraprende un viaggio con il suo amante Joe alla ricerca dello scrittore Abendsen, autore di un best seller proibito dai nazisti: La cavalletta non si alzerà più, in cui Abendsen descrive un mondo in cui la Germania è stata sconfitta dalle altre potenze mondiali durante la guerra...
Un bel romanzo, uno di quelli che "catturano", come si dice. Senza dubbio è affascinante gettare uno sguardo su un ipotetico mondo futuro in cui il Terzo Reich domina il mondo, ma mi sarebbe piaciuto molto di più che questo sguardo fosse lanciato su una nazione europea, la Germania o l'Inghilterra, per esempio, invece che sull'America.
Verso il finale ho trovato alcuni passaggi decisamente troppo lunghi e noiosi.
La vicenda che mi è piaciuta di più è indubbiamente quella di Baynes e Tagomi, mentre penso che la vicenda di Juliana sia oltremodo esagerata e, sì, anche squallida.
Il romanzo si legge in fretta, lo consiglio a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, si sono chiesti cosa sarebbe successo se Hitler avesse vinto la guerra...
Voto: 7/10
l'ho letto anch'io un pò di tempo fa, affascinante l'idea ma noioso in generale, sempre sullo stesso genere ti consiglio vivamente Fafherland (Harris) ambientato nella Germania vittoriosa al temine degli anni 60 con l'imminente visita di JFK...se non l'hai letto....
ciao
La Chimera di Sebastiano Vassalli
E' la storia vera (documentata dagli atti processuali) di Antonia Spagnolini, una giovane, bellissima ragazza vissuta nel paese ora scomparso di Zardino (presso Novara), tra il 1590 e il 1610, accusata dall'ignoranza, dalla superstizione e dall'invidia popolari di essere una strega, e come tale condannata, per interessi politici, dal Tribunale dell'Inquisizione di Novara.
Questo romanzo storico offre un quadro estremamente preciso della vita nella bassa (la Pianura Padana) a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, soprattutto per quanto riguarda il mondo contadino (ma non solo). Personaggi reali, ritratti nella loro quotidianità, nella loro spontaneità, che tuttavia non risultano mai noiosi. Il romanzo si rifà ad un fatto storico, ma, essendo appunto un romanzo, le vicende reali sono raccontate con una narrazione romanzesca (senza mai esagerare, cercando sempre di mantenersi il più possibile fedele ai fatti attestati).
Un libro mai noioso (eccetto in pochi punti, soprattutto nella prima parte, in cui l'autore di dilunga un po' troppo in citazioni di leggi o fatti storici non strettamente legati alla vicenda della "stria di Zardino").
L'ambientazione è quella de "I Promessi Sposi", ma questo non tragga in inganno! Le vicende son ben più quotidiane e ordinarie, risultado comunque nel complesso, molto più leggere e verosimili. Il romanzo è scritto in italiano contemporaneo, scorrevole, sempre molto chiaro nella spiegazione di termini dialettali della bassa, spagnoli, tedeschi o latini.
Non sono un'amante di questo genere, ma questo romanzo mi è decisamente piaciuto!
Voto: 7/10
Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere , a cura di T. Leedom e M. Murdy.
E' una raccolta di articoli/piccoli saggi di diversi autori che hanno in comune l'avversità nei confronti delle religioni. Ovviamente ampio spazio viene dato al cristianesimo del quale vengono esaminati i vari elementi mettendo il luce le varie contraddizioni, gli aspetti chiaramente presi da altri culti ecc. Discorsi simili, anche se più brevi, vengono fatti per le altre religioni. Infine, nell'ultima parte del libro si dà spazio alle varie organizzazioni religiose presenti in America, dal mormonismo passando per Scientology.
E' un libro certamente interessante.
Sulle contraddizioni del cristianesimo non mi ha detto molto di nuovo, ma questo probabilmente dipende dal fatto che studiando archeologia ed essendo appasionata di storia antica, sono abbastanza consapevole di mio delle varie prese in prestito del cristianesimo. Tuttavia alcuni particolari non li conoscevo.
Ho notato, molto felicemente, che è scritto in maniera molto scorrevole e semplice quindi è leggibile anche per un "profano". La parte che forse può risultare più pesante è quella che esamina la situazione americana perchè si parla di cose che non tutti conosciamo bene.
L'unico altro problema che ho trovato (alla fine non è un problema vero e proprio, ma una mia impressione) è il punto di vista molto polemico (insomma, di attacco) di certi articoli. Non che le cose che dicono non siano giuste, il problema, a parer mio, è che rischiano di perdere il senso di oggettività che invece si ha nel resto del libro, ossia di dire le cose tranquillamente.
Per il resto è un libro molto interessante, che aiuta davvero a pensare con la propria testa.
Voto: 8/10
Devo finire Il Battello del Delirio di Martin e per ora il mio giudizio è ottimo per uno che non è, per niente, appassionato del genere horror (Voto:8/10), ma contemporaneamente ho iniziato anche LA ROTTA DEI CORSARI di Tim Severin un romanzo d'azione che si dipana sui mari del Mediterraneo e dell'Atlantico un po' sullo stile dei libri di Patrick O'Brian. (Voto 7/10)
Gil Galad - Stella di radianza
Il Paese delle prugne verdi di "Herta Muller"
Il paese delle prugne verdi si srotola tra passato e presente, in una sorta di Bildungsroman della protagonista. Il passato con la madre, due nonne e un padre che era stato nelle SS e cantava ancora le canzoni inneggianti al Führer, in un paesino dall’atmosfera claustrofobica e oppressiva tanto quanto l’intera Romania di Ceauşescu che fa da sfondo alla narrazione principale del presente - l’amicizia di quattro studenti universitari, tre ragazzi e la scrittrice. C’era un’altra amica, Lola, e il libro si apre con la sua morte: Lola si suicida impiccandosi nell’armadio della stanza che condivide con altre tre ragazze. La morte come una via d’uscita da un paese senza libertà, in alternativa alla follia, oppure alla fuga.
Non è sempre naturalistica la prosa di Herta Müller nel «Il paese delle prugne verdi». È, piuttosto, poetica, procede per immagini non ovunque facilmente decifrabili, e che però si dipanano man mano che si procede nella lettura. Non sappiamo se questa prosa criptica sia frutto della fervida immaginazione dell'autrice, del clima di terrore e segretezza vigente nella Romania degli anni '80 sotto Ceausescu, o di entrambi.
Certo è che, questo clima, lo rende bene. Rende bene l'atmosfera di un paese dove tutto doveva diventare altro se si voleva sopravvivere. Dove, se uno dissentiva anche di poco dal pensiero ufficiale, non poteva più chiamare le cose col loro nome.
Il titolo del libro allude alla credenza che se si mangiano troppe prugne verdi si muore di febbre. La Romania di Ceausescu è un paese di morte, senza prospettive, fatto di campagne polverose, di campi di girasoli anneriti, di villaggi cenciosi. Né è meglio la città coi suoi dormitori per studenti, i tram bucati dal cui pavimento si intravede la strada, le fabbriche e i parchi incolti dove le ragazze si danno agli operai del mattatoio in cambio di poche frattaglie. L'immagine dominante del mattatoio e degli operai che bevono sangue di animali sgozzati non descrive solo ciò che è, è anche metafora di un paese dove si è costretti a bere il sangue del prossimo, dove chiunque può denunciare l'altro e diventare complice del potere, dove non ci si può fidare nemmeno dell'amico più caro. Strani suicidi decimano le menti migliori di una generazione, strane morti non cessano nemmeno dopo che si è riusciti a espatriare, così che sulle esistenze grava una spada di Damocle, un'oscura minaccia.
La prosa della Müller, irritante a tratti per eccesso criptico, riscatta con immagini limpide e potenti un materiale di per sé deprimente, una realtà a noi estranea o solo parzialmente nota.
Tra i meriti del libro quello di rivelarcela e farla toccare con mano.
Voto 7\10
NdLyra: quando invece di un commento proprio si inseriscono recensioni altrui, devono essere esplicitamente indicate come tali e devono essere citate le fonti, che in questo caso sono: WUZ e Gazzetta di Parma.
"I Signori dell'Armonia" di M. C Giordano, edizioni Sovera.
Finalmente ho ritrovato un romanzo di fantascienza "classico", con alieni, astronavi ed una minaccia terribile e sconosciuta da sconfiggere.
Mi è piaciuta molto la figura della protagonista, Jay Sun, una donna normale che sa compiere imprese via via più coraggiose e quasi disperate, serbando sempre la sua femminiltà e la sua fragilità. Non una superdonna, quindi, ma sempre e comunque una donna che ci coinvolge nelle sue scelte, per lei ho fatto il tifo come se fosse la mia sorellina minore.
Molto ben rappresentata la razza degli Helt, gli alieni dominanti, con la loro mentalità ultrarazionale che viene messa in crisi allorchè incontrano l'umana Jay e la sua umanissima emotività.
Il mondo, o meglio l'universo in cui è ambientato il romanzo, è ricco di razze diverse, ognuna con le sue regole, i suoi valori, la sua storia ed è davver ointeressante scoprirlo insieme alla protagonista. Anche il linguaggio degli Helt contribuisce a creare un'atmosfera particolare.
Un libro che consiglio a tutti gli amanti del genere.
Il sito è www.helt.it
Winterbirth - Bloodheir - Fall of Thanes
In realtà sono i tre volumi della trilogia del Mondo senza Dèi di Brian Ruckley, inedita in Italia ma reperibilissima (per chi legge l'inglese) via internet.
In un mondo abbandonato dagli dèi, la lunga lotta tra i clan delle Stirpi Pure e e quelli aderenti al credo eretico della Strada Nera giunge al culmine, e mentre i Thanes supremi portano avanti un doppio gioco letale per i clan da sempre coinvolti negli sconti di confine nella speranza che questi si spazzino via a vicenda, un folle mezzosangue si impossessa e fa travolgere da un potere antico e terribile, capace di stravolgere il mondo. In un lungo intreccio di intrighi e tradimenti, di scontri furiosi tra armate e disperati dispersi, in una ragnatela dove ogni piccolo atto può rivelarsi il sassolino che fa principiare una frana spaventosa, si sviluppa e conclude una storia che potrebbe essere un ottimo misto tra Paul Edwin Zimmer e George Martin.
Ho terminato la lettura de "Il Silmarillion" di JRRTolkien.
Nel libro vi è la storia del mondo (Arda), dalla sua creazione ad opera di Iluvatar e degli Ainur, sino alla guerra dell'anello (narrata nel SdA). In particolare si parla degli Eldar (gli elfi) e dei Silmaril, ma anche dei Re di Numenor sino a Isildur.
Lettura davvero complessa (a tratti anche un poco soporifera...solo pochi momenti però!!). L'autore con questo libro dimostra tutta la sua grandezza e la profonda conoscenza dell'Epica antica e medievale, creando complesse basi mitiche ai libri cronologicamente successivi, tra tutti Lo hobbit e Il Signore degli anelli.
Il libro sembra più il racconto di un menestrello sulle basi di leggende popolari, piuttosto che un romanzo (ovviamente questa è la mia opinione) e certe parti non brillano proprio in quanto a coerenza...ma d'altronde le leggende,quelle vere, sono proprio così e il maestro JRRT è riuscito appieno nell'intento di dare al libro questo alone di antico, di mito e di perduta memoria.
Il Silmarillion è un must per qualunque lettore fantasy (adulto...x i ragazzi direi che è meglio aspettare la maturità) e in particolare per chi ha amato i libri Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
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Ieri ho finito di leggere "Un regalo dalle stelle", di James Gunn, edito da Mondadori, collana Urania.
L'ingegnere spaziale Adrian, appassionato cacciatore di libri, scova nella libreria dell'anziana Frances uno strano libro, nel quale riconosce disegni tecnici in grado, se eseguiti, di permettere la costruzione di un'astronave. Il dono di una razza aliena? E perchè l'autore del libro sembra essere misteriosamente scomparso? Quali sono gli scopi dietro quei progetti, se davvero sono stati gli alieni ad inviarli? Le risposte a queste domande arriveranno solamente quindici anni dopo, in un mondo ormai profondamente cambiato da quel libro, pronto a vedere decollare la prima astronave costruita seguendo quegli schemi.
Su quella che è una trama ben costruita e dal messaggio profondo, si innesta una narrazione che raramente cattura il lettore, complice una psicologia dei personaggi appena sbozzata e uno stile piatto. Citazioni letterarie e spiegazioni tecniche a volte fuori luogo finiscono per appesantire la narrazione, che procede solamente in virtù del desiderio di scoprire l'origine del messaggio inviato agli umani. Spicca il capitolo dedicato al viaggio nel buco nero, con un'ottima resa narrativa degli strani effetti temporali a cui si va incontro in un simile luogo.
In definitiva, un libro che si può anche evitare, a meno di non essere appassionati al genere del viaggio stellare.
Dopo averlo iniziato ieri, oggi ho terminato di leggere uno dei capolavori della fantascienza, "Dune", di Frank Herbert.
Il giovane Paul Atreides, figlio del duca Leto, si prepara al trasloco che la sua potente famiglia sta per fare sul pianeta Arrakis. Pianeta desertico con un ambiente ed un clima tra i più duri dell'universo, Arrakis è però l'unico luogo conosciuto dove sia possibile trovare la preziosa "spezia", indispensabile per i viaggi interstellari, per affinare i poteri mentali e per garantire una forte longevità. La gente di Arrakis, i Fremen, sono altrettanto duri e misteriosi, ma sarà proprio grazie a loro che il destino di Paul si compirà, quando la lotta tra la sua casata e quella rivale degli Harkonnen per il controllo di Arrakis cambierà per sempre la sua vita...e quella dell'intero Impero.
Opera considerata a buon diritto tra i classici della fantascienza, "Dune" conquista il lettore per la chiarezza della narrazione (assolutamente impeccabile), per lo stile ricco (ma mai barocco), per i personaggi ottimamente caratterizzati (Paul su tutti, ma notevoli sono anche la madre Jessica, il padre Leto, il crudele barone Vladimir Harkonnen, l'inquietante Alia), per la trama avvincente, ma soprattutto per Arrakis, vero gigante della scena. Herbert ha creato un pianeta dove ecologia, cultura e religione si fondono in un modo forse insuperato. Leggendo le pagine del libro, sembra di essere veramente tra le dune di Arrakis, torturati dalla sete (vi giuro, durante la lettura mi dovevo alzare per bere, tanta era la suggestione della storia "> ), oppressi dalla sensazione dell'imminente arrivo di una tempesta di sabbia o di uno dei "creatori", i giganteschi vermi così tipici del pianeta. Un pianeta così ben caratterizzato da essere non solo sfondo della vicenda, ma anche suo motore principale. I personaggi, ottimamente caratterizzati come già detto, finiscono per essere profondamente mutati (quando già non lo sono, vedi Chani, Stilgar e gli altri Fremen). Lo stile acquista in misticismo, man mano che il destino di Paul si lega sempre più a quello di Arrakis.
Primo di un ciclo comprendente sei volumi (secondo alcuni, il solo "Dune" sarebbe sufficiente), quest'opera si rivela in definitiva uno dei capisaldi della fantascienza e una lettura che consiglio sinceramente a tutti quanti, specialmente a quegli appassionati di scifi che, come me fino a poco fa "> , non abbiano ancora letto questa pietra miliare del genere.
Primo di un ciclo comprendente sei volumi (secondo alcuni, il solo "Dune" sarebbe sufficiente)
mi hai fatto venir voglia di leggere questo capolavoro, ma imbarcarmi in un ciclo di 6 libri proprio no... " />
quanto è autoconclusivo? trame e sottotrame si chiudono o restano domande/vicende concretamente irrisolte?
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Le varie trame/sottotrame si concludono degnamente ed il libro può quindi essere letto anche da solo. Tuttavia, esso è impostato in maniera tale da presupporre un "dopo", nel quale magari alcuni dettagli minori del primo libro vengano chiariti o che comunque mostri l'evoluzione della vicenda narrata nel primo libro. In pratica, puoi tranquillamente leggere il solo Dune e la storia sarà godibilissima al 100%. Però, potresti anche chiederti (come me "> ) "Fico, e dopo cosa accadrà?". Se alla fine del libro ti farai questa domanda, beh...ci saranno altri 5 libri per soddisfarla ^^.