solo un piccolo OT....
@gdn, la storia da come l'hai messa sembra quasi ricalcare parti del ciclo di Dune: veggenti, due fazioni in lotta, un imperatore.... le Sorelle guerriere fanatiche mi ricordano le Ittiointerpreti de L'imperatore-Dio di Dune...anche il pianeta di addestramento, mi ricorda il Salusa Secundus di Dune, o lo stesso Arrakis (aka Dune)...è solo un'impressione?
Terminato ieri L'ora delle streghe di Anne Rice , il primo libro della saga delle streghe Mayfair.
Che dire...è un libro che mi ha entusiasmato dall'inizio alla fine " />" />
La storia ruota attorno alla famiglia Mayfair in particolare attorno a Rowan e a Michael, destinati ad incontrarsi. La parte tuttavia che mi ha interessato di più è il racconto di tutta la famiglia Mayfair dalle origini, nel XV secolo fino all'epoca attuale. Il racconto è redatto da Aaron, membro del Talamasca, ordine che si occupa dei poteri occulti e interessato da sempre alla famiglia Mayfair dato che molti membri, sopratutto femminili hanno dei poteri, in particolare quello di vedere "l'uomo", Lasher.
Rowan, ignara fino ai 30 anni di tutto questo si trova ad affrontare questo "fantasma" che da sempre ha segnato diverse generazioni di donne Mayfair comprese la madre e la nonna.
Ho adorato tantissimo questo libro " /> non vedo l'ora di leggere il secondo. Solo il finale ha leggermente rallentato i ritmi, ma per poco
Voto 9/10
"Il Lupo", di Joseph Smith
Non c'è una vera e propria trama, è semplicemente la descrizione della vita di un Lupo. Vista con gli occhi del Lupo. L'inverno gelido, la difficoltà di trovare cibo, la fame che spinge fino a spingersi là, nel luogo di cui ogni Lupo ha il terrore: nella fattoria degli uomini...La stanchezza, la paura di non farcela, la disperazione e la speranza, l'eccitazione della caccia e del sangue... Insomma, è come leggere quei capitoli di ASoIaF in cui Bran "entra" in Estate...
Un libro breve, si legge in fretta, a tratti molto coinvolgente, a tratti un po' lentino e statico...Ma assolutamente consigliato, in particolare...agli Starkisti!! " />
Voto: 7/10
La solitudine dei numeri primi- Paolo Giordano
I protagonisti del libro sono Alice e Mattia, due rette parallele, che seguono le stesse traiettorie ma sono destinate a non toccarsi mai, ognuna inchiodata al suo binario. Oppure, come dice il libro, due numeri primi, divisibili solo per se stessi, vicini agli altri ma irrimediabilmente diversi e sterili. Un episodio dell’infanzia condiziona con le sue conseguenze fisicamente o psicologicamente i due protagonisti: Alice è zoppa a causa di un incidente avuto da bambina sugli sci. Sport che odiava e che faceva solo per compiacere il padre e le aspirazioni paterne. Mattia ha abbandonato la sua gemella ritardata in un parco per poter andare ad una festa e la gemella è scomparsa, forse annegata in un fiume. A quindici anni Alice è anoressica. Mattia invece è troppo intelligente, un genio matematico, ma è autolesionista e vive isolato nel suo mondo, incapace di comunicare con gli altri e di “vivere” e “sentire” come gli altri. Il libro segue le vite di Alice e Mattia per un decennio attraverso i loro tentativi (e fallimenti) di vivere esperienze normali come l’amicizia, l’amore, il sesso, lo studio, il lavoro.
Commento
Difficile esprimere un giudizio su questo romanzo perché nel libro ci sono due storie nella storia e una mi ha convinto (almeno in parte) e l’altra no. Il personaggio di Mattia l’ho trovato più convincente, più interessante e più coerente. Forse perché è più vicino all’autore del libro? Non so, ma è meglio descritto e articolato. Il personaggio di Alice invece non è assolutamente credibile (imho). L’episodio destinato a “pesare con le sue conseguenze” sulla sua intera vita non è abbastanza determinante a mio avviso. L’impulsività e l’incostanza di Alice mi stonano con il suo essere anoressica. Le anoressiche sono tutt’altro che impulsive, sono spesso persone ipercontrollate e ossessive. Alice mi risulta un personaggio fastidioso e irritante, molto più di Mattia e mi dà l'idea di essere molto artefatta ed idealizzata su preconcetti dell'autore.
Fermo restando questo, tutti i personaggi del libro sono piuttosto monolitici e piatti (in particolar modo i genitori) non si evolvono nel tempo, rimangono tutti irrimediabilmente e stolidamente uguali a se stessi, privi di spessore. Spesso leggendolo mi dava l'impressione di una versione "depressa" di Tre metri sopra il cielo solo che i protagonisti invece di chiudure lucchetti si infliggono lesioni. Il finale del libro è ovviamente triste e deprimente, ma quello è giusto che sia così, un happy end non ci sarebbe stato in alcun modo, questo libro appartiene al filone iper-realista che va tanto in Italia in questo periodo, da Ammaniti in poi. Anche lo stile è molto ammanitiano così secco e volutamente distaccato.
Probabilmente il mio giudizio è particolarmente negativo perchè sinceramente mi aspettavo qualcosa di più interessante e ne sono rimasto deluso: 4,5/10
Questa costanza è la caratteristica principale delle nevrosi, però. E il finale (che non hai detto per non spoilerare, immagino), è allucinante. Questo libro mi ha fatto quasi rabbia, ma non mi è dispiaciuto leggerlo.Fermo restando questo, tutti i personaggi del libro sono piuttosto monolitici e piatti (in particolar modo i genitori) non si evolvono nel tempo, rimangono tutti irrimediabilmente e stolidamente uguali a se stessi, privi di spessore.
Ma a me il finale non è dispiaciuto, anzi come detto non avrei apprezzato il lieto fine.
Piccolo disclaimer: io adoro Ammaniti e fra i miei libri preferiti c'è Norwegian Wood (Tokyo Blues) di Murakami, ecco diciamo non sono un appassionato a tutti i costi delle storie allegre.
Quello che a me non è piaciuto del libro è una cosa diversa: io posso capire che l'autore voglia comunicare un senso quasi di "autismo affettevo" dei protagonisti ma credo che chiunque nel corso della propria vita (almeno dai 10 e 25 anni) tenda a cambiare come personalità e modo di essere almeno un poco e questo con Giordana non accade mai.
Non solo, potrei capire questo per Alice e Mattia ma tutti i personaggi del libro sono così.
C'è Viola, con il codazzo di amichette senza cervello.
Ci sono i genitori, (uno dei segni inequivocabile del passare degli anni per il sottoscritto è che ormai inizio ad immedesimarmi non con il protagonista, ma con il suo papà, siamo messi male): le madri praticamente assenti e sconfitte, i padri o "str***i" (licenza poetica) o comprensivi ma incapaci; tutti comunque inesorabilmente inadeguati; tutti i personaggi di questo libro, sono asserviti alla tesi della solitudine dei protagonisti. Ma è proprio questo che li rende inverosimili e senza tridimensionalità.
Insomma non pretendo un lieto fine, ma la vita non è solo grigia, le persone non sono solo tutte egoiste o distratte o incapaci di capire gli altri.
Insomma, a me per ora questi personaggi non sembrano veri, ma letterari.
Guarda che non volevo dire di essere in disaccordo con te: al contrario, concordo in tutto e per tutto. Volevo solo sottolineare un paio di altre cose (la "staticità" della nevrosi, e il finale allucinante). Ma la tua analisi è perfetta.Ma a me il finale non è dispiaciuto, anzi come detto non avrei apprezzato il lieto fine. [...]
Finito Guida galattica per autostoppisti e colmata un'enorme lacuna che avevo nella mia carriera di lettore di fantascienza...
Ho terminato qualche giorno fa "La nuova regina", ultimo libro del ciclo di Greg Keyes. " />
Nonostante abbia sentito di molti lettori delusi dal libro finale io ne sono rimasto molto soddisfatto. La storia si rivoluziona totalmente, soprattutto nelle ultime 100pagine, ma tutto sommato regge. Keyes ha dato un finale coerente ad una bella saga ricca di particolarità. Forse non è il finale che molti si aspettavano....forse è un pò buonista....forse è un pò affrettaato, meritava un libro ulteriore x essere chiarito di più....ma è UN finale valido. Bravo Keyes!
Questo autore avrebbe meritato + visibilità, dispiace che questa saga sia passata un pò in sordina...certo non è all'altezza di Erikson o Martin....ma se paragonata a Robin Hobb o Terry Brooks...secondo me è decisamente superiore.
Ora ho iniziato I re di sabbia, la raccolta di racconti di Zio Martin. " /> ciao.Bry
Ci sono tanti libri letti ultimamente dei quali vorrei lasciare un piccolo commento, partiamo dall'ultimo:
L'ospite di Stephenie Meyer. Qualcuno potrebbe chiedersi perché mi ostini a leggere la Meyer dopo la saga di Twilight... il fatto è che mi avevano fatto una bella recensione e la trama sembrava accattivante, a grandi linee: una specie aliena che chiama sé stessi 'anime' ha scoperto il modo di espandersi su numerosi pianeti come parassiti delle specie autoctone con un certo grado di intelligenza. Ovviamente sono arrivati anche sulla Terra e la storia è narrata dal punto di vista di un'anima, Viandante, che però scopre di sentire ancora i pensieri e le emozioni della sua ospite, Melanie. Le premesse per una storia interessante potrebbero esserci tutte. Ma dopo i primi capitoli, i migliori, la storia prende la piega del classico triangolo amoroso e, non ci crederete, non succede nient'altro di rilevante. Molto deludente, una bella idea come questa nelle mani di un altro narratore poteva diventare qualcosa di molto diverso.
Più brevemente do i commenti positivi:
Trilogia delle Guardie e del Piccolo Popolo dei Grandi magazzini di Terry Pratchett: sto cominciando ad adorare quest'autore, inverosimile, dissacrante, divertentissimo. Ora ho iniziato il Colore della Magia, voglio leggere tutto!
Ciclo di Tr oia di David Gemmell: attendo con ansia l'edizione economica dell'ultimo libro, i primi due mi hanno pienamente soddisfatta, una rivisitazione inedita e piacevolmente fantasy di un classico, con personaggi ben delineati e bellissime scene d'azione. Finita la serie voglio assolutamente leggere altro di Gemmell.
Nessun problema, ho preferito provare a spiegare meglio quello che volevo dire, perchè spesso quando rileggo i post che ho scritto riesco a non essere chiaro neppure a me stesso " />Guarda che non volevo dire di essere in disaccordo con te: al contrario, concordo in tutto e per tutto. Volevo solo sottolineare un paio di altre cose (la "staticità" della nevrosi, e il finale allucinante). Ma la tua analisi è perfetta.
Ma a me il finale non è dispiaciuto, anzi come detto non avrei apprezzato il lieto fine. [...]
vendo invece ad una nuova recensione:
MIO FRATELLO SIMPLE, Marie-Aude Murail, Giunti ed.
Trama
Simple ha 23 anni anagrafici ma soltanto 3 celebrali, è appassionato di playmobil e ha un pestifero alter-ego di peluche, il coniglio Signor MiglioTiglio. Ha un fratello, Kléber, che vorrebbe difenderlo dal mondo, ma soprattutto dall’istituto a cui era stato destinato da loro padre, ma che ha solo diciassette anni e vorrebbe anche vivere una vita semi normale e scegliere se amare la disinvolta Beatrice o la generosa Zhara. Quando i due fratelli trovano una sistemazione in un appartamento di giovani universitari (fra i quali c'è anche una Arya), Simple stravolge le vite dei suoi coinquilini con la sua ingenua e spietata sincerità, facendoli crescere e maturare molto al di là delle loro aspettative.
Commento
Giudizio positivissimo, questo libro ha tutto ciò che si può desiderare, fa divertire e commuovere, la figura di Simple conquista e innamora anche il lettore, che si trova a sorridere per le sue ingenuità e a rabbrividire per i suoi dolori ingiusti e terribili. La Murail sa creare personaggi che coinvolgono e conquistano, che tengono compagnia durante la lettura del libro e “mancano” una volta finito. Il suo stile a metà tra Pennac e Lemony Snicket è piacevole e originale. Il libro parla di amore e amicizia, di ragazzi, ma anche di diversità, di paura o accettazione del diverso, e riesce a fare tutto ciò senza essere mai stucchevole o pedante.
Voto 8/10
Ho appena finito di leggere "L'orda del vento", di Alain Damasio, pubblicato dall'Editrice Nord.
Una sola parola: capolavoro.
Capolavoro nell'ambientazione, articolata e originale come mai mi è capitato di vedere. In un mondo dominato da forti venti che soffiano da est verso ovest, venti in grado di spazzare via tutto tranne le opere dell'umano ingegno più resistenti e che meglio sfruttino la scienza aereologica, vive un'umanità il cui scopo principale è la sopravvivenza. In questo mondo percorso da carri a vela, meduse volanti, croni (alterazioni dello spazio-tempo in grado di mutare materia,sentimenti, spazio e tempo) e altro, periodicamente viene formata un'Orda: un gruppo di specialisti in varie discipline (il tracciatore che guida l'Orda, le ali che la riparano dai flussi di vento laterali, l'aeromastro che studia le correnti aeree, il guerriero-protettore che la difende da ogni nemico, lo scriba che tutto annota, ecc) incaricato di attraversare il mondo da ovest verso est. Un viaggio effettuato contro il vento, da cui il titolo originale dell'opera, "La Horde du Contrevent". Scopo del viaggio di questi eroi, che da secoli tentano e falliscono, è raggiungere l'Estrema Vetta, il luogo dal quale si originerebbero tutti i venti, e scoprire le 9 forme del vento (solo 6 sono state scoperte finora dall'umanità).
Capolavoro nella trama, che scorre fluida senza mai un intoppo, come un fuorvento che tutto prende e devasta. Per farla breve, il romanzo altro non è se non il diario della 34a orda, attraverso i cui membri il lettore vede la storia. Ogni capitolo è diviso in tanti paragrafi, ognuno dei quali rappresenta il punto di vista di uno dei membri dell'orda (ma non ci sono i nomi all'inizio come in Martin, bensì il simbolo del personaggio di turno, quindi il segnalibro allegato all'opera, che contiene simbolo-nome-ruolo dei personaggi, è indispensabile), attraverso i cui occhi (sono sempre in prima persona i paragrafi) il lettore vive l'Orda, ride con lei, respira con lei, piange con lei.
Capolavoro nei personaggi, mai banali, vivi come solo un vivo sa esserlo (citazione per chi ha già letto il libro). Golgoth il tracciatore, Erg il guerriero-protettore, Sov lo scriba, Pietro il principe, Oroshi l'aeromastra, Calliroe la focaia, Caracollo il trovatore e tutti gli altri...A lungo rimarranno vivi in me, lo so.
Capolavoro per lo stile, che passa senza difficoltà dalle elevazioni metafisiche dei discorsi di Oroshi al brutale realismo schietto di Golgoth, dagli esperimenti grafici (tanto per dirne una, le pagine vanno dalla 625 alla 0)) ad una prosa sobria ma allo stesso tempo struggente nell'intensità emotiva che poche frasi sanno dare.
Capolavoro, infine, per il vento e per come questo elemento è stato reso. Il vento è la cifra dominante di questo romanzo, un elemento che l'autore sa rendere vivo come non mai. Leggendo il libro, mi sono sentito a volte sopraffatto dall'immensità di un qualcosa che solo raramente considero in una giornata normale.
In sintesi, un'opera che merita sicuramente di essere letta, non tanto dai lettori di scifi (il genere nel quale si può far ricadere l'opera), ma da chi ama le belle storie, quelle che ti entrano dentro e non ne escono più.
Appena terminato di leggere "Il caso Imprimatur", di Simone Berni, edizioni Biblohaus.
Si tratta di un saggio dedicato al romanzo Imprimatur, uscito almeno 7 anni fa per i tipi della Mondadori e, dopo un buon successo iniziale,misteriosamente scomparso dal circuito librario italiano. Indagando a fondo nella vicenda, l'autore (noto per saggi su libri scomparsi misteriosamente) porta alla luce tutte le stranezze del mercato editoriale italiano, dominato da logiche spesso estranee al valore (letterario ma anche commerciale,sovente...cose da pazzi...) di un'opera.
La vicenda dei due autori di "Imprimatur", Francesco Sorti e Rita Monaldi (marito e moglie), occupa la prima parte del saggio. La seconda è dedicata al romanzo stesso,al suo successo nazionale e soprattutto internazionale (stiamo parlando di un libro che è stato ai primi posti delle classifiche di molti paesi, spodestando in alcuni casi il coevo "Codice Da Vinci"),proseguito poi con due seguiti che stanno riscuotendo successi all'estero e silenzi in patria. La terza e ultima sezione è dedicata a indagare le reazioni che il successo del libro ha provocato in Italia, reazioni di freddezza quando non di ostilità ai due autori.
Nel complesso,un saggio ben descritto, ricco di dettagli, preciso, sebbene inficiato dal mancato ascolto "dell'altra campana", cioè coloro che hanno avversato il romanzo. L'autore stesso se ne rammarica nell'introduzione,ma afferma tristemente di non aver potuto fare niente contro il muro di gomma che ancora circonda in Italia quest'opera.
Una lettura consigliata a chi è appassionato di editoria e a chi ama i saggi sull'argomento censura.
PS: Piccola nota (triste) finale...Se foste curiosi di leggere il romanzo in italiano, l'unica speranza che oggi avreste è quella di ordinare la versione italiana che hanno stampato IN OLANDA alcuni anni fa, proprio per supplire alle mancanze del nostro mercato editoriale...
Uhm, io il libro Imprimatur ce l'ho, nell'edizione cartonata mondadori...lo comprai all'Iper di Grandate un bel pò di anni fa...è quello con la copertina tutta nera, giusto? Che poi è anche molto interessante nonchè un pò ambiguo come romanzo (che poi, diciamolo, l'ho letto a tipo 16 anni, non capivo un accidenti a quel tempo, a parte che ero interessatissima alla peste, motivo per cui lo comprai).
Uhm...non posso fare un intervento più IT perchè "il libro che ho appena letto" risale ad almeno 4 mesi fa, e non mi ricordo quale fosse.
Ho appena terminato "Dawn of War: La tempesta", terzo volume del ciclo delle avventure del capitano Gabriel Angelos e dei suoi Corvi Sanguinari, ambientato nel sanguinario 41esimo millennio.
Come già avvenuto per il secondo volume della serie, anche questo si innalza rispetto al precedente. Non solo i personaggi sono descritti con più accuratezza (Gabriel diventa sempre più completo, ad esempio), ma i personaggi interessanti abbondano, a cominciare da un cattivo degno di questo nome, l'astuto e crudele Ahriman. Il perfido space marine del Caos, stregone di grande potere, è la faccia oscura di Gabriel, quello che il buon Corvo Sanguinario potrebbe diventare se cedesse alla sete di conoscenza fine a se stessa (un motivo ricorrente in questo volume) ed è interessante vedere appunto il confronto tra i due.
La storia, in breve, parte da dove era terminato il secondo volume del ciclo. Al centro dell'attenzione c'è ora il pianeta di Arcadia, dove un tempo una potente fazione degli eldar, gli Arlecchini, nascose segreti importanti, che dovevano restare celati in eterno. Nascosto per eoni nelle pieghe del warp, il pianeta è ora stato ritrovato e la sua superficie desertica è ora percorsa dalle forze del Caos, dai Corvi Sanguinari e dagli enigmatici Arlecchini, custodi solerti ed enigmatici sapienti. Il tutto mentre le forze necron si preparano a tornare alla carica nel sistema di Lorn V...
Insomma, c'è parecchia carne al fuoco, forse troppa per raggiungere risultati eccellenti, ma C.S.Goto se la cava ed aggiunge un importante tassello al quadro delle avventure dei Corvi Sanguinari e del loro capitano Gabriel Angelos.
Allora, è da parecchio che non aggiorno le mie letture, direi che è ora di darsi una mossa:
Il demone incarnato secondo libro della saga delle streghe Mayfair di Anne Rice
In questo libro vengono approfondite due figure del primo libro: lo spirito Lasher, di cui finalmente sentiamo narrare la storia da lui stesso, e quello di Julien Mayfair. Si viene inoltre a conoscenza di una profezia relativa alla famiglia che interesserà tutta la trama del libro. La storia ovviamente riparte da dove l'avevamo lasciata nell'ora delle steghe SPOILER DA L'ORA DELLE STREGHE 2da0585aa587dae0f6c4384303774090'2da0585aa587dae0f6c4384303774090
con la scomparsa di Rowan e Lasher.
Mi è piaciuto, su questo non ci sono dubbi. Forse non mi ha entusiasmato come il primo, ma di poco. Ora non vedo l'ora di leggere il terzo
Voto: 8/10
Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne
L'eccentrico gentiluomo inglese Philip Fogg stipula con i suoi colleghi una singolare scommessa: fare il giro del mondo il 80 giorni. Ad accompagnarlo c'è il servo, appena assunto, Passepartout. Inizia così il viaggio, tra navi e treni...Purtroppo il caso vuole che proprio il giorno della partenza da Londra venga commesso un furto alla banca nazionale e che i sospetti di un investigatore, Fix, ricaddano proprio su Fogg che, per il viaggio, ha portato con sè una considerevole somma: ventimila sterline.
E' un bel libro, scorrevole e simpatico. L'ho letto molto più volentieri di 20.000 leghe sotto i mari. Di certo i personaggi rimangono più leggeri e comici, in certi casi e la lettura ne risulta meno pesante.
Voto: 7/10
Poi, per passione personale:
Vita quotidiana nell'antica Roma dello storico e filologo Karl-Wilhem Weeber
Si tratta di un dizionario, infatti è diviso per voci in ordine alfabetico, che tratta appunto i caratteri principali della vita quotidiana a Roma. In diversi casi si tratta certo di curiosità, ma per altri fa ottimi sunti con diverse citazioni da parte di autori antichi.
L'ho letto con molto piacere, anche se posso capire che per altri sarebbe una lettura pesante/noiosa
Voto: 7/8
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