Recentemente, ho letto due libri di quel genio (ne sono sempre più convinto) di Neil Gaiman.
Il primo di questi è "American Gods", considerato dai suoi fans come il capolavoro dell'autore inglese. Dopo averlo praticamente divorato, non posso che confermare l'opinione. Lo stile di Gaiman raggiunge qui le sue vette più alte, in un continuo caleidoscopio di azione, comicità, filosofia, letteratura (leggendario a mio giudizio lo scambio di battute del protagonista Shadow col corvo di Wednesday SPOILER f02d689ba5d17a0c673f7c8a569af5e3'f02d689ba5d17a0c673f7c8a569af5e3
Shadow al corvo: "Dì "mai più"" Corvo: "V********o"...chi ha letto Edgar Allan Poe capirà perchè io abbia riso per parecchio ">
). La trama non è solamente ben congegnata, è addirittura epica, se consideriamo che Gaiman scrive di "quisquilie" come scontro di divinità, conflitto vecchio VS nuovo, amore oltre la morte e altre amenità del genere, senza mai una caduta di tono o di stile.
In sintesi, un must per qualunque appassionato del genere fantastico.
Il secondo libro è lo spin off "I ragazzi di Anansi", nel quale si seguono le avventure dei figli di Anansi, divinità ragno africana incontrata nel precedente libro, maestro di truffe, inganni e savoir faire. L'incontro-scontro tra Ciccio Charlie (il figlio imbranato) e Ragno (il figlio degno erede del padre) è assolutamente spumeggiante, con dosi di comicità decisamente maggiori del primo libro, che si manteneva su un tono di solennità decisamente assente in quest'opera. Lo stile è come sempre eccellente, i personaggi ben caratterizzati, ma senza quella profondità psicologica (tranne alcune eccezioni, come Ciccio e Ragno) che caratterizzava il primo libro.
In sintesi, un libro consigliato agli amanti del fantastico e a chi apprezza le storie comiche, anche a chi non abbia letto il primo libro.
Terminata la lettura di un libro che avevo da parecchio in cantiere e che una volta riniziato, ho finito in pochi giorni:
Il regno dei gufi di Martin Hocke (pubblicato originariamente come "L'antico regno del silenzio"). E' il primo di una trilogia sul regno dei gufi ^^
Come dice il titolo parla di Gufi, divisi in razze ciascuno con le sue regole. In particolare riconosciamo i Gufi dei Granai, i Gufi delle Foreste e i Gufi piccoli (questi ultimi polpolo in genere emarginato e migratore).
LA prima parte del libro è dominata dalla figura di Hunter, gufo dei Granai che si ritrova, appena indipendente, ad affrontare la minaccia di un gufo reale. Il protagonista e i suoi amici, anche delle altre specie di gufi, dovranno unirsi, tralasciando le differenze, per combattere questo letale nemico.
La seconda parte si svolge un 6 anni dopo e stavolta a contendere la scena ad Hunter (che compare solo dopo qualche capitolo) c'è Quaver, suo fratello minore. Questa volta il problema da affrontare è il sovvertimento della società dei Gufi dei Granai (da secoli tradizionalista) in seguito all'arrivo di nuovi membri nel Consiglio. La minaccia sullo sfondo, tuttavia, è costituita dall'uomo con l'espandersi della sua città e l'inquinamento.
Si legge molto scorrevolmente ed è ben scritto. Le tematiche toccate sono certo interessanti.
In principio c'è l'evoluzione di Hunter che, venendo a contatto con i Gufi di altre specie, deve cercare di capire dove finiscono gli insegnamenti della tradizione e dove invece inizia la necessità di scendere a patti. Tuttavia l'intero sistema viene messo in discussione solo nella seconda parte, quando verrà sovvertito.
Ovviamente la minaccia dell'uomo e dell'inquinamento sono delle costanti.
Voto: 7/10
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Terminata la lettura di un libro che avevo da parecchio in cantiere e che una volta riniziato, ho finito in pochi giorni:
Il regno dei gufi di Martin Hocke (pubblicato originariamente come "L'antico regno del silenzio"). E' il primo di una trilogia sul regno dei gufi ^^
Serbo nel cuore il ricordo di questo bellissimo libro. L'ho letto molti anni fa, ero un ragazzo, ma ho amato la storia di Hunter. Hai tempi come giustamente sottolinei il suo titolo era "L'antico regno del silenzio".
Ciao Bry " />
HYPERION, di Dan Simmons.
premessa: sentivo da tempo la lacuna enorme di non aver letto il ciclo di hyperion, per cui ho deciso, con colepvole ritardo, di cominciare a colmarla. di simmons ho letto il ciclo di ilium/olympos, e la scomparsa dell'erebus, entrambi ottimi, specialmente il secondo.
svolgimento: hyperion è, senza mezzi termini, UN CAPOLAVORO, e non ammetto contraddizioni! " />
per ora ho letto solo il primo, ed ho iniziato il secondo, forse una spanna al di sotto.
per chi, colpevole come lo ero io, non conosce la storia, un piccolo sunto: la Terra è solo un lontano ricordo, l'umanità si è espansa nello spazio nella colossale migrazione detta Egira, da cui è nata la Rete dei mondi, una rete di portali quantici che collegano istantaneamente mondi lontanissimi. al di fuori della rete, ci sono mondi colonia ai quali si giunge a bordo di navi spaziali, in una sorta di ibernazione, accumulando il cosiddetto debito temporale, in sostanza la differenza tra il tempo reale trascorso nei pianeti di provenienza e il tempo che il corpo sente, per effetto della ibernazione. fuori dalla rete, esistono 2 cose principalmente, anzi 3: gli ouster, coloni umani adattati alla gravità zero e bellicosi, il Tecnonucleo, un ammasso di intelligenze artificiali indipendenti, ed il pianeta hyperion.
orbene, su hyperion esistono un paio di cosette interessanti, la prima della quali è il ocmplesso delle Tombe del tempo, costruzioni misteriose avvolte in campi misteriosi; il labirinto, una cosa ancora più misteriosa, e lo shrike, una specie di robot organico che ha un passatempo eccentrico: scannare la gente ed impalarla in un albero pieno di spine all'interno delle Tombe....
sullo shrike è nata una religione, con pellegrinaggi periodici, con i pellegrini che si fanno beatamente squartare ed uno solo che ottiene il soddisfacimento di un deisderio.... questa è la premessa.
la storia:
alla vigilia dell'invasione ouster di hyperion, vengono inviati 7 pellegrini allo shrike: l'ex console del pianeta; un poeta; un'invesigatrice privata; uno studioso ebreo con la figlioletta piccola; un prete cattolico; un templare; un ex colonnello dell'esercito. ognuno di loro potrebbe essere una spia ouster. i 7, durante il viaggio, racconta agli altri la sua storia, racconto che si intreccia con il viaggio, fino ad arrivare allo shrike.
commento: che dire? magnifico. ogni storia è splendida, ogni personaggio è caratterizzato in modo speciale, ogni racconto, per quanto strano e fantasioso, racconta non solo le vicende del romanzo, ma i drammi interiori di ogni persona, i dubbi, i dolori e le speranze. ci sono pagine davvero commoventi, come quella dell'ebreo sol weintraub, o di una poesia tagliente ed incisiva, come quelle del poeta martin sileno...
non credo ci sia bisogno di altri commenti, se non che, diversamente dal solito, ho letto questo libro piano piano, preferendo gustarmelo, piuttosto che divorarlo. l'ho centellinato come un vino prezioso, e questo non mi era mai successo. consigliatissimo
voto: 9/10
Terminato Il libraio di Kabul di Asne Seierstad , una reporter di guerra norvegese.
Il libro si basa sull'esperienza fatta dalla giornalista presso la famiglia di Sultan (nome fittizio, come tutti gli altri della storia), uno dei maggiori librai di Kabul, appena dopo la liberazione della città. Affascinata infatti dalla numerosa e complessa famiglia, presso la quale era stata invitata a cena, propone al libraio di potersi stabilire da lui per circa un anno. La risposta è affermativa e Asne entra a far parte del complicato mondo familiare potendolo osservare da posizione privilegiata in quanto occidentale e quindi senza nessuna costrizione o divieto in genere imposto alle donne.
La giornalista narra solo prefazione e postfazione del libro, per il resto i capitoli sono in forma narrativa, basandosi su quanto visto e sui racconti degli stessi protagonisti.
Ecco che veniamo a conoscenza di Sultan, caparbio libraio che aveva sopportato prima il comunismo e poi i talebani: entrambi infatti gli avevano bruciato tantissimi libri. E' un personaggio autoritario, ossessionato dal lavoro (cerca sempre di espandere l'attività) e dalla passione per la lettura.
Opera in una terra che cerca di riprendersi, in mezzo a un popolo che cerca di risollevarsi dopo la guerra, di recuperare dignità.
A dominare la scena è tuttavia il mondo femminile. Tra matrimoni organizzati e mai per amore (anzi, le storie d'amore non hanno mai un lieto fine) con complicati rituali e modi di fare.
Emergono donne decise e forti, fragili e costrette...donne che sentono nel burka un senso di protezione. Donne che teoricamente potrebbero riguadagnare nuove libertà, ma che, in quella prima primavera, sono ancora troppo soggette a un mondo familiare troppo rigido.
E' un libro che si legge molto bene, lo consiglio caldamente.
Voto: 8/10
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Prima di procedere con le mie recensioni, vorrei fare un complimento a Skie per aver iniziato Hyperion. Bravo, è una delle mie serie preferite e la ritengo pure io uno dei capolavori della scifi. Per essere apprezzata al meglio, va letta con tutti e 4 i volumi (Hyperion,La caduta di Hyperion,Endymion,Il risveglio di Endymion).
E ora le recensioni. In questo periodo,causa problemi al pc, passo molto tempo sui libri.
Da pochi giorni ho terminato di leggere i primi due volumi delle avventure di Gotrek e Felix, due personaggi del mondo di Warhammer Fantasy. I due volumi sono "Trollslayer" e "Skavenslayer". Si tratta delle prime avventure della coppia più famosa del mondo fantasy pesantemente gotico di Warhammer, il nano sventratore (nani berserker che cercano la morte per espiare atti disonorevoli) Gotrek e il poeta spadaccino umano Felix, una coppia di avventurieri decisamente bene assortita che si trova coinvolta in avventure in lungo e in largo per l'Impero. Alla ricerca di una morte onorevole,il nano Gotrek costringe il poeta Felix a seguirlo per cantarne le gesta ed il povero umano, complice un'avventata promessa fatta sotto i fumi dell'alcool,non può rifiutarsi. Le avventure seguono il filo logico dei loro vagabondaggi,con sempre maggiori pericoli che l'autore scaglia senza pietà contro i due. L'opera è a volte fin troppo ridondante, ricca di dettagli spesso artificiosi e con dei dialoghi non sempre all'altezza della situazione. I personaggi sono tratteggiati in maniera monolitica, facilmente comprensibili in poche battute. L'unica eccezione è data da Gotrek e, soprattutto, da Felix, attraverso il cui punto di vista vengono viste le vicende.
L'opera può risultare di basso livello per un lettore abituato a Martin, ma è comunque godibile, un sano e onesto fantasy commerciale nel senso più puro del termine. Questi libri vengono infatti goduti al meglio da chi conosce il mondo di Warhammer, al quale questi libri sono primariamene rivolti.
Molto simile ai precedenti volumi, è il libro "Warhammer Age of Reckoning: L'Impero nel Caos". L'ambientazione è quella dei volumi di prima, il mondo fantasy di Warhammer, con particolare attenzione per l'Impero. Il tono (e la qualità) del volume è però superiore. Non più una coppia di picareschi avventurieri alle prese con avventure di ogni tipo, ma una guerra che minaccia di travolgere l'Impero e di annientare le ultime roccaforti dei Nani, senza rispariare nemmeno la superiore razza degli Elfi. In questo scenario apocalittico, dove la terra risuona del passo degli eserciti in marcia verso al fronte, mentre le forze del Caos si preparano a sferrare i colpi decisivi,un eterogeneo gruppo di eroi (una fanciulla prescelta dal dio guerriero dell'Impero, un ranger elfo votato alla sua protezione, uno spietato ma giusto cacciatore di streghe e un rude ma leale guerriero nano) finisce per diventare l'unica speranza di un Impero quasi condannato. Lo stile è sempre barocco e gotico,come nella tradizione di Warhammer,ma ora non vi sono più quelle ridondanze e quella povertà di approfondimento viste nelle opere prima descritte. Consigliato anche a chi ama i fantasy guerreschi pur senza aver frequentato il mondo di Warhammer.
Finito il primo libro del ciclo delle Spade di Tad Williams.
Fantasy piuttosto classico, l'influenza tolkeniana è evidente, ma a tratti riesce ad inserire elementi che poi a loro volta secondo me hanno influenzato in un certo modo il fantasy dagli anni 90 in poi.
Ho terminato qualche giorno fa "Il cuore dell'inverno" di Robert Jordan.
Che posso dire, per me Jordan è una vera malattia. Magari è terribilmente lento come molti dicono, ma i suoi libri me li mangio e ne esco sempre soddisfatto. In questo nono volume c'è una grossa sezione che riguarda Mat (il mio pg preferito) e quindi tra gli ultimi libri è sicuramente uno di quelli che ho apprezzato di più. Le vicende sono intriganti e inoltre quelle di Rand sono ambientate in un luogo inedito x il ciclo.
Il finale del libro, nonostante gli orrori della fanucci, è uno dei più belli degli ultimi tempi....rivaleggia con quello de "L'ascesa dell'Ombra".
Voto 4/5
Bry
terminato "La caduta di Hyperion", secondo libro dell'opera di Simmons.
di nuovo, capolavoro è il termine esatto, non ci sono storie. l'autore crea una costruzione magnifica e complessa, inserita in un mondo perfettamente coerente e vivace.
oddio, onestamente hyperion mi era piaciuto di più. infatti lì simmons dava spazio ai sette pellegrini allo shrike, alle loro storie ed alle loro aspettative, con punte di poesie entusiasmanti. nella "caduta", invece, torna ad affrontare una trama a livello generale, che si estende oltre i pellegrini stessi. sembra quasi che, nella caduta, l'autore sia quasi troppo compiaciuto di guardare la sua costruzione, perdendo un po'...solo un po'... di quelle splendide sensazioni che ha dato nel primo volume.
voto 8/10
Appena terminato di leggere "Il caso Imprimatur", di Simone Berni, edizioni Biblohaus.
Si tratta di un saggio dedicato al romanzo Imprimatur, uscito almeno 7 anni fa per i tipi della Mondadori e, dopo un buon successo iniziale,misteriosamente scomparso dal circuito librario italiano. Indagando a fondo nella vicenda, l'autore (noto per saggi su libri scomparsi misteriosamente) porta alla luce tutte le stranezze del mercato editoriale italiano, dominato da logiche spesso estranee al valore (letterario ma anche commerciale,sovente...cose da pazzi...) di un'opera.
La vicenda dei due autori di "Imprimatur", Francesco Sorti e Rita Monaldi (marito e moglie), occupa la prima parte del saggio. La seconda è dedicata al romanzo stesso,al suo successo nazionale e soprattutto internazionale (stiamo parlando di un libro che è stato ai primi posti delle classifiche di molti paesi, spodestando in alcuni casi il coevo "Codice Da Vinci"),proseguito poi con due seguiti che stanno riscuotendo successi all'estero e silenzi in patria. La terza e ultima sezione è dedicata a indagare le reazioni che il successo del libro ha provocato in Italia, reazioni di freddezza quando non di ostilità ai due autori.
Nel complesso,un saggio ben descritto, ricco di dettagli, preciso, sebbene inficiato dal mancato ascolto "dell'altra campana", cioè coloro che hanno avversato il romanzo. L'autore stesso se ne rammarica nell'introduzione,ma afferma tristemente di non aver potuto fare niente contro il muro di gomma che ancora circonda in Italia quest'opera.
Una lettura consigliata a chi è appassionato di editoria e a chi ama i saggi sull'argomento censura.
PS: Piccola nota (triste) finale...Se foste curiosi di leggere il romanzo in italiano, l'unica speranza che oggi avreste è quella di ordinare la versione italiana che hanno stampato IN OLANDA alcuni anni fa, proprio per supplire alle mancanze del nostro mercato editoriale...
Ho appena terminato di leggere "Dawn of War: Alba di Guerra", di C.S.Goto. Si tratta di un romanzo di fantascienza, ambientato nell'universo scifi/gotico del popolare gioco di miniature Warhammer 40000. Inoltre, esso è anche la versione romanzata dell'omonimo videogioco della THQ, che rese ottimamente in formato videoludico le avventure ed il background del gioco di miniature.
La trama è incentrata sul capitano degli Space Marines (soldati umani potenziati nel corpo e nello spirito, dotati di armature e armi di incredibile potenza,pochi ma tosti) Gabriel Angelos, comandante della Terza Compagnia del Capitolo (i vari gruppi di Space Marines sono divisi in Capitoli) dei Corvi Sanguinari. Il valoroso capitano, tormentato dai suoi demoni interiori, giunge sul pianeta Tartarus insieme ai suoi Space Marines in risposta alla richiesta d'aiuto del governatore planetario, duramente impegnato a contenere una massiccia invasione di Orki (razza aliena brutale ma tremenda). Come scoprirà poco dopo l'atterraggio sul pianeta, gli Orki non sono che una delle fazioni impegnate a guerreggiare su Tartarus...Alle spalle di orki e space marines, si muovono infatti gli infidi Marines del Caos (ex space marines,corrotti nel corpo e nello spirito) e gli elusivi Eldar (sorta di elfi scifi), entrambi impegnati a portare a termine una personale cerca, una cerca incentrata su un male ancestrale dimenticato da tempo, una cerca che coinvolgerà anche i Corvi Sanguinari e che sarà decisiva per il futuro del pianeta e per quello del capitano Gabriel...
La trama del romanzo è semplice ma ben congegnata, sebbene alcuni passaggi logici possano suonare semplicistici. Lo stile non è niente di eccezionale, anche se le scene di battaglia (vero punto di forza di quello che è pur sempre un romanzo di guerra d'ambientazione scifi) sono ben rese. Tra i personaggi, spiccano il capitano Gabriel (il tipico Space Marine implacabile e fanaticamente devoto all'Imperatore, ma anche tormentato da un evento passato che non gli da tregua) e il bibliotecario (space marine dotato di poteri psichici) Isador (che riserva interessanti sorprese...), come anche la veggente eldar Macha (interessanti i suoi punti di vista sugli umani, utili per capire il setting del romanzo).
Detto ciò, l'opera non è cmq di alto livello, assestandosi su un livello decisamente medio. A goderne maggiormente sono coloro che abbiano giocato al videogame o al gioco di miniature, per quanto non escluderei un certo interesse anche per coloro interessati ad una lettura semplice e poco impegnativa.
PS: detto ciò...The Emperor protects! Morte ai Caotici! ">
Allora, in questo periodo ho letto:
La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne
Il libro narra delle vicende di Hester Prynne che in seguito ad un adulterio dal quale ha una figlia, Pearl, viene emarginata dalla gente della città di Salem che le impone di portare al petto una A rossa, segno della sua vergogna. La storia oltre che Hester e la bambina, ha come protagonisti il marito di Hester, giunto in città in incognito giusto in tempo per vedere sua moglie condannata, il quale decide di dedicarsi a una lenta e vendicativa ricerca dell'amante della moglie. L'altro protagonista è proprio l'amante della donna.
Mi è piaciuto parecchio
Voto: 7/10
Terminato pochi minuti fa Mandato di cattura di K. Albin
E' la storia, narrata in prima persona, dell'autore che nella Polonia occupata dai Tedeschi, viene arrestato in quanto insieme al fratello cerca di raggiungere l'esercito polacco che si stava costituendo in Francia. Dopo diversi passaggi in varie prigioni, venne portato ad Aushwitz dove ricevette il numero 118.
Il libro si divide in due parti: la prima parla del suo viaggio insieme al fratello e della cattura. Si narra la vita nel campo di concentramento ancora agli albori, tanto che sono ancora pochi i prigionieri ebrei. Questa parte si conclude con la sua fuga dal campo nel febbraio del 1943.
La seconda parte parla della sua vita clandestina a Cracovia (e in parte a Varsavia) dove entra a far parte del movimento di resistenza. Si tratta più che altro di una serie di episodi che narrano le azioni più importanti in cui è stato coinvolto.
E' un libro molto diverso da Se questo è un uomo. Sopratutto la prima parte risulta molto "fredda" e cruda (Primo Levi non mi ha mai fatto questo effetto). Tuttavia è molto interessante vedere il punto di vista di un non-ebreo nel campo (infatti Albin è un prigioniero accusato di resistenza) soprattutto perchè si entra in contatto con quelle categorie di prigionieri e con quei reparti ai quali gli ebrei erano esclusi.
La seconda parte è meno interessante, ma si legge lo stesso molto scorrevolmente.
Voto: 7/10
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I sentieri delle tenebre:
- La lama silente
- L'ora di Wulfgar
- Il mare delle spade
Ho finito da qualche giorno di leggere quest'ennesima trilogia. Dopo tredici libri, posso ormai affermarlo con certezza: R.A. Salvatore mi ha stancato.
Anzi, meglio precisare per non essere frainteso: non sopporto più Drizzt & Company.
Lo stile di Salvatore non mi dispiace poi molto, alla fine comunque le pagine dei suoi libri scivolano via che é un piacere (ultimamente si é un po'affievolito a dire il vero), però... insomma, la storia é scontata, i protagonisti fanno sempre le stesse cose. Si aggiunge magari qualche personaggio, ma poi tutto ruota attorno ai soliti famosi, alle solite cose. Miseria!
Francamente il finale de "Il mare delle spade" mi ha stupito.
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Muore l'elfa, non me l'aspettavo.
Diamine, la Trilogia degli Elfi Scuri mi era davvero piaciuta all'epoca (ormai é passato parecchio tempo), ma ora vado avanti giusto per inerzia, per vedere come finisce... se finisce. Cioè boh, forse fra qualche anno se mi ricapiterà l'occasione proseguirò nuovamente, però... preferisco altri autori, decisamente. Non voglio bocciarlo in maniera definitiva più che altro per i "ricordi", ma R.A. Salvatore mi ha davvero stancato. E un po'sono dispiaciuto di questo.
Ho appena terminato di leggere "Dawn of War: l'Ascensione", di C.S.Goto. Seguito di quel "Dawn of War: Alba di Guerra" che ho già avuto modo di recensire alcuni giorni fa, anche questo romanzo vede al centro della storia il coraggioso ed inquieto capitano Gabriel Angelos e la sua Terza Compagnia dei Corvi Sanguinari. Questa volta, la storia si svolge sul pianeta di Rahe, un mondo sotto la protezione dei Corvi Sanguinari, che lo usano come fonte di reclutamento per potenziali candidati degni di entrare nelle loro fila. Il mondo è sotto attacco da parte di gruppi ben addestrati di scorridori eldar, apparentemente guidati dalla stessa veggente che Gabriel ha già avuto modo d'incontrare in passato, l'enigmatica Macha. Gabriel, spinto dalle sue visioni tormentate, si reca sul pianeta ben in anticipo sull'arrivo della stessa Macha, ed il confronto diretto tra i due leader sembra inevitabile. Ma le cose non sono sempre come sembrano e ben presto un nemico molto più potente (e antico...) si profila all'orizzonte, scombussolando i piani di Space Marines ed eldar...
Rispetto al romanzo precedente, questo rivela uno stile decisamente più maturo. Gli orpelli narrativi sono sempre presenti, ma in misura minore rispetto a prima. Questo, combinato con un approfondimento psicologico dei personaggi decisamente superiore rispetto al passato, rende la storia ancora più cupa e gotica, il che è un bene sia per il lettore medio che per quello più abituato al mondo di WH40K. Non solo Gabriel e Macha vengono approfonditi più di prima (soprattutto la veggente eldar), ma stavolta anche i personaggi secondari cominciano ad emergere dalle nubi della bidimensionalità. Particolarmente interessante è poi l'approfondimento del background narrativo, sia per quanto riguarda gli Space Marines che, soprattutto, gli eldar. I contrasti politici e i tumultuosi rapporti personali tra le diverse fazioni dell'arcamondo eldar di Biel Tan costituiscono uno dei maggiori pregi dell'opera. Le battaglie, come sempre, sono ben rese: epica la scena del combattimento tra un terminator dei Corvi Sanguinari e l'esarca dei Tetri Mietitori degli eldar, così come lo scontro tra le rispettive flotte stellari.
Tra le pecche, segnalo una scarsa attenzione per la terza fazione presente in quest'opera, le Sorelle Guerriere (esseri umani ben addestrati ed equipaggiati quasi bene come gli Space Marines, fanaticamente devote al culto dell'Imperatore), che avrebbe invece potuto costituire un interessante polo narrativo. Così come sono messe, sembrano più un peso che altro.
Nel complesso, un'opera decisamente migliore della precedente, che fa ben sperare per il futuro.
PS: "Knowledge is power. Guard it well." (motto dei Corvi Sanguinari, mai come in questa storia adatto all'occasione "> )