La mia intenzione non era di aprire un topic di lamentele, o di "vaffa" per i politici.
Ed il mio non era un "vaffa" gratuito: è che a fare la lista mi sono sentito montare la rabbia ed ho avuto bisogno di sfogarmi.
Da paarte mia ti so dire che in Francia non devono stare poi cosí bene: i costi sono molto alti, ci sono tabaccai che comprano dai nostri tabaccai sul confine le sigarette,
Beh, allora ti posso raccontare dei danesi che prendevano il traghetto per sbarcare a Rostock a comprare la birra, visto che costava meno; dei friulani che andavano a far benzina al primo distributore in slovenia (appena 300 mt dopo il confine)...e ci sono parecchi altri esempi.
Il fatto è che gli stipendi italiani non sono adeguati al costo della vita, e neppure alla realtà dei fatti: all'estero i generi primari costano poco, ed il prezzo sale sui generi di lusso - ossia, tu paghi poco la casa e il mangiare comune, poi se vuoi il televisore, la frutta esotica, il nanetto da giardino e via dicendo il costo sale. Qui perfino per il mangiare paghi uno sproposito...
Io non mi ritengo un bamboccione: ho fatto la mia carriera universitaria lunga, lo ammetto, ma nel mezzo ho lavorato, mi sono addottorato senza essere raccomandato, ed ora faccio tutt'altro. Ho un contratto a tempo idneterminato (cosa che non vuol dire che intenda farlo per tutta la vita), uno stipendio che si aggira intorno ai mille euro...ma il posto di lavoro sta a 40 km, e gli affitti e le spese erano spropositati. Abbiamo comprato casa adesso, in due, per un colpo di fortuna (era nuova e costava poco), e già stiamo rifacendo i conti con altri problemi.
E prima che qualcuno me lo domandi...perchè non sono andato all'estero? Ho scelto di stare con la persona cara che non voleva trasferirsi.
ti posso raccontare dei danesi che prendevano il traghetto per sbarcare a Rostock a comprare la birra, visto che costava meno; dei friulani che andavano a far benzina al primo distributore in slovenia (appena 300 mt dopo il confine)...e ci sono parecchi altri esempi
Certo, conosco degli svizzeri che per la benzina facevano lo stesso; ma nel caso del mercato si parla, per esempio, di vestiti, non di sigarette, birra o simili; poi non discuto, abbiamo avuto esperienze diverse in merito, ma a quanto so io la vita in Francia non è che sia economica, anzi...
Certo, conosco degli svizzeri che per la benzina facevano lo stesso; ma nel caso del mercato si parla, per esempio, di vestiti, non di sigarette, birra o simili; poi non discuto, abbiamo avuto esperienze diverse in merito, ma a quanto so io la vita in Francia non è che sia economica, anzi...
In effetti ho dei cugini che abitano in Svizzera e spesso mi raccontano di come moltissimi francesi facciano i "pendolari" tra Svizzera e Francia per guadagnare di più, dato che gli stipendi svizzeri in media sono più alti rispetto a quelli francesi. Ovviamente questo accade nelle zone di confine.......paesi o cittadine che si trovano a metà strada tra Svizzera e Francia....
Tornando in tema.....
E' bello sapere che ci sono persone come Iskall che riescono a vivere senza essere "bamboccioni" come la sottoscritta.....e noto purtroppo molti altri......la verità è che la situazione dovrebbe essere inversa; ovvero più gente come Iskall e meno "bamboccioni"......ma forse questa, tenuto conto della situazione attuale, è un'utopia.......
ciao a tutti!
mi permetto di dare il mio modesto parere su una questione tanto discussa in varie occasioni anche con genitori e amici.
premettendo che le parole di padoa schioppa non sono infondate concettualmente,ma più che altro perchè escono dalla bocca di una persona che ha avuto comunque strada facile viste le agiate condizioni familiari,è anche vero che conosco famiglie intere con 3 o 4 figli grandi che vivono con lo stipendio o con la pensione del padre e/o della madre e che si lamentano che non si trova lavoro,quando magari stanno tutto il giorno buttati al bar a giocare a carte o a fare niente dalla mattina alla sera.molto comodo,e la madre che dice:poverini,ma sono miei figli,non è colpa loro,ma trovano proprio lavoro... BALLE!
credo che la maggior parte degli italiani stiano troppo a lungo a casa dei genitori senza reali motivazioni(persone con buoni stipendi ecc che conosco che ammettono senza problemi che stare da mammà è più comodo)e le mamme iperprotettive che sono ben felici di tenersi i figli il più a lungo possibile attaccati alla gonna...
e non contesto chi dai genitori si fa aiutare per perseguire un obiettivo,che sia lavorativo o di studio(es.università) per poi raggiungere una indipendenza anche affrontando tutte le difficoltà che l'indipendenza comporta!
però ho avuto occasione di stare fuori tanti anni e di avere a che fare con persone di cultura e nazionalità diverse dalla mia,che quasi sempre pensavano di concludere il ciclo di studi il prima possibile per poi trovare l'indipendenza economica!è anche vero che in italia non c'è la cultura dello studio,soprattutto al sud lasciare la scuola anche alle superiori è una cosa normale,mentre in quasi tutto il resto d'europa è quasi impensabile non proseguire gli studi,università compresa..credo che la conseguenza sia poi quella di trovarsi a dover accettare lavori che non sono ovviamente così ben remunerati come altri dove è richiesto un titolo di studio o una specializzazione,con conseguente difficoltà poi a mantenersi,visto anche che l'italia è cara come poche,dai generi alimentari al superfluo,sempre più spesso ci si trova a dover rinunciare anche all'indispensabile.
però l'indipendenza non è impossibile.
sono andata via di casa a 23 anni,quindi quasi 2 anni fa,e ci sono stati mesi dove ho vissuto anche con 400 euro al mese pagandone 212 di affitto...lavoro e studio(sono al sec anno di giurisprudenza)e nonostante tutto non ho mai avuto difficoltà a trovare lavoro,che si trattasse di fare la cameriera,o la promoter,o fare le pulizie ecc...mi accontento perchè sto studiando ed i lavori che faccio sono volti solo a mantenermi,contando sul fatto che una volta laureata le mie possibilità di scelta saranno diverse(anche se mi aspetto cmq di sudare parecchio prima di raggiungere una certa stabilità...)
tutto ciò per dire che secondo me,ad un certo punto,bisogna anche lasciare che i genitori si facciano la loro vita e iniziare invece a rimboccarsi le maniche ed averne una propria indipendente dalla famiglia...ripeto salvo che non si stia perseguendo un obiettivo importante,allora penso che qualunque genitori si sacrifichi ben volentieri se un figlio è meritevole.ma pretendere di essere mantenuti quando si ha già una discreta indipendenza economica o quando si è nullafacenti perchè non si ha voglia di fare nulla,allora non ci vedo nulla di buono,e che poi i genitori non si lamentino se non sono capaci di mettere i figli che parassitano alla porta...ognuno ha ciò che si merita,e penso che anche chi non ha voglia di fare un bel niente messo alle strette si darà da fare se vuol mangiare ogni giorno...
scusate il post super lungo,ma è un argomento non facile,e trattasi ovviamente di opinoni personali maturate in base alle mie esperienze,senza per questo generalizzare,in quanto le situazioni possibili sono infinite...
ciao ciao! :) ^_^ ^_^
E' bello sapere che ci sono persone come Iskall che riescono a vivere senza essere "bamboccioni" come la sottoscritta.....e noto purtroppo molti altri......la verità è che la situazione dovrebbe essere inversa; ovvero più gente come Iskall e meno "bamboccioni"......ma forse questa, tenuto conto della situazione attuale, è un'utopia.......
Sinceramente non credo che CHIUNQUE viva a casa con i genitori a 30 anni sia automaticamente un "bamboccione"... parlerei di bamboccioni solo nel caso di persone che dalla casa di famiglia non hanno intenzione di schiodarsi pur potendolo fare, seppure a costo di qualche ovvio, naturale sacrificio.
E' proprio lì che è nato il mio sdegno per le parole di Padoa Schioppa: quell'ingiusto generalizzare, come se tutti i trentenni, potendo scegliere, scegliessero senza neanche esitare il guscio rassicurante della casa di famiglia.
Sono perciò assolutamente d'accordo con Nata dalla Tempesta quando parla di un permanere a casa "giustificato" da studio/seria ricerca del lavoro e simili, così come sono d'accordo - e gli esempi sotto ai miei occhi si sprecano - che in diversi casi il giovane in questione, adagiato nel pieno lassismo del "tanto non si trova lavoro, manco ci provo" meriterebbe un bel calcio nel sedere.
Ciò non toglie, come ho già detto in altri post, che a mio avviso la situazione generale resta grave, e la responsabilità del "bamboccionismo", a conti fatti, piuttosto limitata...
Sinceramente non credo che CHIUNQUE viva a casa con i genitori a 30 anni sia automaticamente un "bamboccione"... parlerei di bamboccioni solo nel caso di persone che dalla casa di famiglia non hanno intenzione di schiodarsi pur potendolo fare, seppure a costo di qualche ovvio, naturale sacrificio.
Il nocciolo della cosa è qui: se hai possibilità economiche e non lo fai solo per comodità allora puoi essere considerato bamboccione, se non puoi e lo fai per ché sei in una situazione un pò precaria (universitario, neo laureato o senza lavoro, ma non sfaticato) allora non puoi essere considerato un bamboccione.
personalmente ho 27, laureato da 11 mesi domani, il mio primo contratto (un bando finanziato dal fondo sociale europeo) scade dopo domani e siamo in discussione con la ditta sul proseguimento del rapporto: vivo coi miei e l'idea è di farlo ancora per un annetto sperando che per quella data la situazione lavorativa si sia meglio stabilizzata.
Non credo di essere un bamboccione!
se hai possibilità economiche e non lo fai solo per comodità allora puoi essere considerato bamboccione
Cosa intendi con "per comodità"? Perché da parte mia non vedo il passaggio come automatico... mi spiego: se vado fuori di casa, pagherò un affitto (o delle tasse); telefono; riscaldamento; gas; acqua; canone; magari avrò bisogno di un'auto; ecc. Questo senza considerare questioni di supporto reciproco. Se resto in casa, magari l'auto di famiglia basta per tutti; non pago l'affitto, si paga un solo telefono, un solo riscaldamento, un solo canone, un solo gas, ecc. Tradotto, soldi risparmiati. Ora, se parte del mio stipendio la do per contribuire alle spese, se mi pago quello che mangio, ecc., di fatto è (quasi, la casa non è mia) come se fossi indipendente. Quello che risparmio, lo metto in banca.
A questo punto, se non ho motivo di vivere separato dai miei genitori (per esempio, voglio andare a vivere con la mia ragazza), perché devo sprecare quei soldi?
poi non discuto, abbiamo avuto esperienze diverse in merito, ma a quanto so io la vita in Francia non è che sia economica, anzi...
Bè, il mio discorso era riferito a Parigi, testimonianze riportate da una persona che ha metà famiglia che vive lì :P
Poi, parliamo chiaro, le possibilità di trovare lavoro dipendono anche dalle dimensioni della città in cui si vive. Dubito che a Potenza una persona abbia le possibilità di trovare lavoro di chi vive in un qualsiasi capoluogo lombardo...io faccio la grafica e metà degli annunci di lavoro che trovo sono collocati a Milano. Le possibilità cambiano a seconda delle disponibilità, del sesso e del carattere della persona, della prestanza fisica e della situazione familiare.
Ora, se parte del mio stipendio la do per contribuire alle spese, se mi pago quello che mangio, ecc., di fatto è (quasi, la casa non è mia) come se fossi indipendente. Quello che risparmio, lo metto in banca.
Mornon questo è un passo avanti gigantesco, rispetto alla "mia" idea di bamboccione.... certo che così ha un senso, e ci mancherebbe che uno non sia libero di vivere con i genitori per scelta o finchè non subentrano motivazioni tali da fargli lasciare la casa di famiglia!
Personalmente, vivo da sola da parecchi anni (ma non avrei potuto fare diversamente anche se avessi voluto, visto che ho studiato e lavoro dall'altra parte del Paese rispetto a casa mia; dico sinceramente che, pur essendo legatissima alla mia famiglia, avrei scelto di stare per conto mio anche se fossi rimasta nella città d'origine, perchè lo trovo giusto... ma è una scelta personale, di certo non mi aspetto che tutti la pensino come me!!).
Molte persone però - e ne conosco davvero tante, credimi - vivono con i genitori senza neanche porsi il probema di un contributo alla gestione domestica, sia esso economico o di lavoro casalingo, ponendosi come veri e propri parassiti che non hanno la benchè minima voglia di crescere, con il pieno avallo di mamma e papà.... e lì forse risulta più difficile non parlare di bamboccioni....
Questo è soprattutto un problema di educazione, in fondo. La questione dei bamboccioni è soprattutto una questione di educazione, oltre che una questione economica
Dietro ogni bamboccione c'è un papaccione e una mammacciona, mi vien da dire citando V. Zucconi. ;)
A parte tutto, Navarre ha perfettamente ragione, a mio parere, a citare l'esempio di persone che vivono a casa dei genitori senza porsi minimamente il problema del loro "peso" (che per dei genitori non sarà mai tale, ma tanto vale parlare sinceramente) sul nucleo familiare. Mi riferisco a persone che a trent'anni vanno ancora all'università, che vestono firmato per non sfigurare con gli amici e nel frattempo danno due esami all'anno... Perché tanto sanno che i soldi, in saccoccia, gli arrivano sempre dall'alto. Questione di educazione, come dice Calinn.
Poi ci sono le persone che fanno la scelta ragionata di restare in casa, come dice Mornon, ed effettivamente è un caso diverso.
Alla fine, come sempre, si tratta di una questione di valori.
Mi spiego meglio: oggi, in Italia, il dire "vado a vivere da solo perché voglio essere indipendente a tutti i costi e voglio far vedere al mondo che ce la posso fare" non è più un valore, o meglio non è un valore così sentito. Era un valore che un po' nasceva dal boom economico degli anni '60, un po' venne esasperato dal '68, fatto sta che oggi, invece, credo vi sia un ritorno alla mentalità "contadina" della vecchia Italia, con più generazioni ad abitare magari nella stessa casa (o in appartamenti adiacenti), non più per darsi una mano nei campi, ma comunque per risparmiare e, sempre citando Mornon, per darsi sostegno reciproco.
È invece ancora un disvalore il non essere membri produttivi della società, e il pesare sulle spalle dei genitori quando in teoria si dovrebbe avere l'età per non farlo più. Chissà, magari tra cent'anni non sarà più così.
Come inquadrare le parole del ministro in quest'ottica? Personalmente non so se Tommy abbia parlato a nome suo o nell'esercizio delle sue funzioni. Nel primo caso, ci ha detto come la pensa; trovo che sia un'osservazione giusta ma superficiale, che correttamente denuncia casi di menefreghismo totale verso il lavoro e il sacrificio dei genitori, ma al tempo stesso non tiene conto di tutte quelle situazioni (numerosissime oggi) in cui, semplicemente, non si riesce... E anche alcune situazioni, maliziosamente penso io, in cui si dovrebbe abbassare troppo il proprio tenore di vita. :D
Se ha parlato nel suo ruolo di ministro, quindi di esponente delle istituzioni, devo pensare che lo Stato Italiano disdegni e biasimi coloro che si comportano da "bamboccioni". Mi sta bene. Laddove si tratta di un fattore puramente culturale, non ritengo spetti allo Stato intervenire. Laddove si tratta di un fatto economico, mi aspetto coerenza e attendo provvedimenti in merito...
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Sinceramente non credo che CHIUNQUE viva a casa con i genitori a 30 anni sia automaticamente un "bamboccione"... parlerei di bamboccioni solo nel caso di persone che dalla casa di famiglia non hanno intenzione di schiodarsi pur potendolo fare, seppure a costo di qualche ovvio, naturale sacrificio.
E' proprio lì che è nato il mio sdegno per le parole di Padoa Schioppa: quell'ingiusto generalizzare, come se tutti i trentenni, potendo scegliere, scegliessero senza neanche esitare il guscio rassicurante della casa di famiglia.
Completamente daccordo con te.....il mio discorso stava a significare che sarebbe più ovvia una situazione che vedrebbe una maggioranza di persone che come Iskall riescono ad essere indipendenti e vivere del proprio stipendio (ovviamente dovrebbero concorrere tutte le circostanze per cui questo si possa avverare)....
Io ho 31 anni e mio malgrado vivo ancora a casa dei miei, ma perché purtroppo non posso permettermi di fare altrimenti.....sono due anni che io ed il mio moroso siamo in ballo a cercar casa....ora l'abbiamo trovata. La stiamo comprando, grazie esclusivamente alla sua possibilità economica di poterlo fare....
Detto per inciso, la sottoscritta, tra le altre ragioni più o meno importanti, ha dovuto rinunciare a continuare gli studi per potersi accasare.....leggasi o pagavo le tasse dell'università o (per quel poco che posso fare) la casa......
Kisses :D
La mia opinione è che in molti casi la colpa debba risalire ai genitori. Io ancora studio e quindi magari non sono la persona più adatta a parlare...però vedo mia sorella. Ha 32 anni, e potrebbe mantenersi bene con le sue risorse. Ha presentato una volta l'idea di prendersi un monolocale ed i miei si sono quasi arrabbiati. Certo casa mia è grande e spaziosa, però non capisco l'eccessiva protettività.
Dai però a 32 anni sinceramente non starei a chiedere il permesso ai miei genitori per andare a stare x i fatti miei,anche se capisco che possa dare dispiacere,(quando invece a parer mio dovrebbero essere molto contenti e soddisfatti che tua sorella sia una donna capace di mantenersi e di avere una sua indipendenza!)
questo però conferma ciò che ha detto Lord Beric,che spesso e volentieri dietro ogni "bamboccione" c'è un papaccione o una mamacciona...
ps.Blackfire non vederla in modo negativo verso i tuoi ovviamente,nn li conosco e non mi permetto,è solo un mio commento al tuo post dove li citi come esempio comunque di genitoi protettivi nei confronti dei figli(o così mi è parso di capire!)
:D ;)