Vabbè dai...ma non sono due saghe paragonabili, come stile, come target, come originalità, come tutto.
Martin è un Fantasy medievaleggiante ed adulto, HP è una favola reinventata con molti clichè del fantasy.
Non che poi non possa piacere, intendiamoci, ma non si possono mettere a confronto.
Martin Vs Rowling?
E come mettere a confronto Umberto Eco e Federico Moccia... " />
A parte gli scherzi concordo anche io con chi sostiene che si tratta di generi diversi con ben distinti target.
L'opera di Martin mi pare decisamente più matura, complessa, accattivante per tutte le fasce di età, nonchè più impegnativa nella sua ricchezza di sotto trame ed intrighi e nella sua visione non manicheista; senza nulla togliere ai lavori della Rowling, che ho trovato molto scorrevoli e piacevoli da leggere anche sotto l'ombrellone.
Sarà anche difficile, ma se il connubio scuola contemporanea + elementi fantastici possiamo definirlo filone, allora questo filone esiste da più di 25 anni: sin dagli anni '70 i cartoni giapponesi erano stracolmi di bambini dai poteri speciali, maghetti in erba e scuole infestate da mostri. La storia, i personaggi e l'ambientazione sono un miscuglio di cose già viste e riviste migliaia di volte, forse è questo il motivo di tanto successo.la Rowling ha scelto un'impostazione del racconto molto attuale, contemporanea quasi (HP é nato nel 1980, e la storia si conclude nel 97-98), ed é riuscita a amalgamare al mondo e ai contesti reali, che noi tutti i giorni incontriamo, elementi tipici del Fantasy piú puro, piú antico (maghi, streghe, draghi, giganti, goblin,...), operazione che a parer mio é molto difficile, e che ha indubbiamente aperto un nuovo filone letterario che va a collocarsi tra il Fantasy e la Fantascienza
Poi che i libri possano risultare gradevoli anche per gli adulti è vero: l'umorismo dei personaggi (tutti caricaturali e privi di spessore) può esserne una causa, un'altra la struttura quasi da libro giallo, soprattutto nei primi episodi (perché alla fine diventa il classico fantasy copia-e-incolla, alla Brooks).
Insomma sono d'accordo anche io che il paragone non sia fattibile, ma solo perché Martin vincerebbe troppo facilmente :-)
Dimmene uno che non sembri una caricatura allora :-)ma parliamo della stessa saga??l'umorismo dei personaggi (tutti caricaturali e privi di spessore)
Hanno tutti una sola caratteristica portata all'eccesso e la mantengono sino alla fine. Tanto per non uscire dall'argomento, sono un po' come i GdN che ronzano attorno a Jon Snow, ma almeno questi ultimi non hanno la pretesa di essere personaggi importanti o da sviluppare.
Dimmene uno che non sembri una caricatura allora :-)ma parliamo della stessa saga??l'umorismo dei personaggi (tutti caricaturali e privi di spessore)
Hanno tutti una sola caratteristica portata all'eccesso e la mantengono sino alla fine.
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cioè, tu non ne vedi nemmeno uno che cambi da libro a libro e anche all'interno dello stesso libro man mano che HP (la 'voce narrante') lo conosce meglio - o si toglie il prosciutto dagli occhi?
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Se non li vedi da solo non so proprio come indicarteli ">
Piuttosto è facile il contrario, cioè isolare i pochi, pochissimi che non hanno effettivamente un'evoluzione degna di nota; ma essendo personaggi dichiaratemente negativi io ho sempre pensato che la cosa fosse voluta:
zio Vernon, Rita Skeeter e lo stesso Voldy - ovviamente
Facendo i nomi e spiegandone l'evoluzione ;-)Se non li vedi da solo non so proprio come indicarteli
Dai, sono come i Puffi o i personaggi di Walt Disney, più o meno sai sempre cosa diranno o come reagiranno. Magari il burlone diventa serio in un momento tragico, o il fifone nel bisogno trova il coraggio per agire, o ancora l'antipatico alla fine ha un moto di generosità. Ma questi presunti cambiamenti sono solo dei colpi a effetto che non potrebbero nemmeno esistere se il personaggio fosse davvero a tutto tondo. L'unico interessante mi sembrava Piton... fino a poco prima della fine.
Non è proprio una critica la mia. Dico solo che ho trovato la lettura piacevole proprio perché semplice in maniera disarmante, e quindi mi sono astenuto dall'usare gli stessi strumenti con cui analizzerei per esempio Martin. Da Martin mi aspetto un minimo di coerenza e rigore (narativi, non scientifici); dalla Rowling so già in partenza che sono degli optional e chiudo un occhio.
Concordo con la Giustizia del Re " />
cavolo... ora ho focalizzato..
sembr proprio un cartone animato nippo anni '70... dove c'è il protagonista, il bambino secchione, il grasso bonaccione, l'imbranato etc. e ognuno ha il suo stereotipo che continua a seguire per poi stupire ribaltandolo in un momento di estrema decisione o di pericolo.
comunque è un libro che sto portando avanti ma rimango della stessa idea.. un librettino da ombrellone che non merita il successo che ha avuto.
Facendo i nomi e spiegandone l'evoluzione ;-)Se non li vedi da solo non so proprio come indicarteli
Ah...ok allora ">
Come già detto, secondo me i personaggi piatti sono la minoranza quindi non mi metto a fare lo stesso lavoro per tutti, sarebbe pazzesco.
Prendiamone tre (spoiler generici senza troppi riferimenti)
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Hermione, che parte dalla piccola insicura che vive in un mondo ordinato di compiti svolti e arriva a dire 'ci sono cose più importanti dei voti', e ad occuparsi di una cosa grande e reale come la schiavitù.
Dumbledore, che parte dal saggio nonnino protettivo onnisciente e mostra poi (ok tardi, dal 5to in poi...) una convincente freddezza quando si tratta del 'bene superiore', umana capacità di sbagliare e anche qualche difetto messo li così, senza 'scopo' di trama. E meno male, sono personaggi, non strumenti per far procedere libro...
Sirius, che parte come il perfetto eroe, magari incompreso ma geniale e si rivela più fragile e incapace di adattarsi -grande forma di intelligenza secondo me :p - di tutti gli altri
E per non limitarsi solo ai personaggi che si vedono in molti capitoli, chè sarebbe troppo facile...io adoro il personaggio di Petunia! Si indovina dopo un po' un mondo interiore che non si limita certo al clichè della casalinga isterica del primo libro.
Perchè proprio questi? Perchè sono tra quelli a me poco simpatici e quindi
uno- spero di non sovrastimarli come creature letterarie causa atteggiamento da character-fan. "> e due- perchè già il fatto che un personaggio resti antipatico (non odioso, quello è un trucco facile) in genere dice che è ben fatto: è più facile 'affezionarsi' a figure meno complesse - diverso dall'apprezzarle come personaggi riusciti eh! -, e infatti mi pare di capire che ci siano parecchi estimatori dei gemelli...
Però mi hai fatto venire un dubbio sul tuo e mio concetto di 'personaggio in evoluzione' quindi mettiamo i puntini sulle 'i': lo so che nessuno di loro - nessuno degli altri! - tira mai fuori un vero e proprio voltafaccia, ma non è quella l'evoluzione che intendevo ">
Le trasformazioni radicali sono raramente decenti, anzi, la prima che mi viene in mente è 'da sfigato a supereroe in dieci semplici passi' del protagonista di Eragon, e quello si che è un personaggio inutile...per me ovviamente ">
I personaggi di HP invece hanno gia dall'inizio, dentro, tutta la loro complessità; però il protagonista - e i lettori con lui- la scopre poco a poco e il ritratto diventa, come dici tu (anzi come dici che NON succede ">)
'a tutto tondo'. Le azioni restano giustificabili, anche prevedibili, proprio perchè non sono piatti e le motivazioni per ogni reazione c'erano già, quello che le porta fuori sono le situazioni esterne. E lì in effetti l'autrice si diverte a buttar giù colpi di scena anche azzardati.
E per aumentare la confusione...è la stessa identica qualità che io vedo in molti personaggi di Martin, fatta salva la differenza dei molti pdv; poi non li confrontrei come autori perchè sono troppo distanti come stile (Martin NON è adatto ai bambini dal prologo del primo libro!) non perchè uno dei due sia troppo semplice
Uff...basta...davvero i temi di critica letteraria non sono mai stati i miei preferiti...
/me rilegge tutto, coregge i refusi ma se ne frega della poca chiarezza perchè già così è stata una fatica!
P.S. ho googolato Federico Moccia ma ho trovato solo titoli che non ho letto (anzi, mai sentiti nominare fino ad ora) quindi non posso apprezzare appieno l'offensività del paragone! Peccato ">
Da come l'hai descritta, Hermione sembra la copia sputata di Lisa Simpson (nel caso di Silente invece non voglio sparare sulla croce rossa). E, tanto per rimanere in tema, un "idolo" che entra in crisi mostrandosi molto più fragile del previsto possiamo tranquillamente associarlo a Krusty il clown, con tanto di puntata in cui viene accusato ingiustamente di omicidio :-P
Se accetti il mio paragone (sicuramente sacrilego per chi ama HP) tutto sta nel decidere se i cambiamenti a cui assistiamo sono indice di un effettivo spessore psicologico, o sono piuttosto le naturali e fisiologiche conseguenze dovute alla serialità di una storia, in cui per forza di cose i personaggi sperimentano situazioni nuove o si arrichiscono di eventi passati curiosi ma di fatto poco incisivi. Io, s'è capito, propendo per la seconda spiegazione.
Questo è un insulto bello e buono :-PMa confronti del genere si possono fare per ogni autore ed ogni personaggio: non è che Sansa sia di un punto diversa dall'amichetta bruna di Candy Candy per esempio
Sansa è un personaggio estremamente significativo, è stata plasmata a mo' di enorme cartello con su scritto "Attenzione, non siamo a Disneyland". E infatti sta sottilmente sviluppando un guscio protettivo che i personaggi paciocconi della Rowling non troverebbero di alcuna utilità, visto l'uso esagerato di deus ex machina e la presenza di figure confortanti sempre a portata di mano. Non basta far piangere o urlare per qualche capitolo il protagonista per creare un clima d'angoscia e pericolo. Per farlo bisogna necessariamente abbandonare il registro espressivo in cui la Rowling eccelle e adottarne uno che purtroppo non sembra affatto possedere.
E comunque sul piano drammatico la tanto derisa Candy Candy, come tante altre "soap" giapponesi dell'epoca, è molto meglio di HP. Non c'è proprio storia.
Vabbè dai...ma non sono due saghe paragonabili, come stile, come target, come originalità, come tutto.
Martin è un Fantasy medievaleggiante ed adulto, HP è una favola reinventata con molti clichè del fantasy.
Non che poi non possa piacere, intendiamoci, ma non si possono mettere a confronto.
Io ho chiesto quale libro piace di più, non un confronto degli stili.
Dunque è normale che tu mi possa dire quale libro ti ha coinvolto maggiormente, ti ha più appassionato... senza pensare che un libro è una favoletta e uno un fantasy mediavale. Se ti piace di più allora pensa a un confronto Fantasy medievale-favoletta.
Ah ok, allora è semplice: preferisco il Medieval-Fantasy di Martin " />
Motivi?
Una marea, per dirne uno Martin è molto più "adulto" della Rowling, ed io ormai non ho più 12 anni.