Mi sono rivisto Matrix e Matrix Reloaded con mia moglie nei giorni scorsi (il terzo a breve).
Due cose: la prima é che per la prima volta (sic!) mi sono reso finalmente conto del sottotesto "anarchico" presente nel primo film. All'epoca dell'uscita non ero certo un bambinello, ma il mio interesse politico era meno di zero ed in compenso quello per l'informatica e la fantascienza era "over 9000" (cit.) quindi é chiaro che la prospettiva con cui ho guardato il film mi aveva completamente reso cieco ad alcune sfumature, nonostante tutti ne parlassero.
La seconda cosa é che Matrix (ma anche il secondo!) é proprio un bel film. Guardando questo genere di pellicole al giorno d'oggi mi sono un pó dimenticato di com'era quando la storia era imprescindibile, di quando il successo di un film, si pensava, sarebbe arrivato se trama e personaggi fossero stati di qualitá. Difetti ce ne sono, ma, come per gli altri film di quegli anni, si vede che l'obbiettivo era fare il miglior film che si riusciva a fare.
Ho sempre apprezzato più di tutti il primo film della trilogia: per i sottotesti politici come dice Manifredde e per certi aspetti complottisti, il che era una novità per l'epoca dato che non era ancora arrivato Internet; per l'originalità della storia; per i richiami filosofici di fondo (di fatto Matrix è una metafora dell'Idealismo per cui la Realtà può coincidere con la percezione); per gli effetti speciali innovativi e per il magnifico cast, doppiatori italiani compresi. Anche togliendogli tutto il sottotesto ideologico rimane un magnifico film d'azione e una pellicola di fantascienza molto originale come non se ne facevano da tempo.
Il secondo film l'ho apprezzato ed è sicuramente divertente, ma lo considero anche meno riuscito: la trama diventa molto più confusa, anche le scene d'azione finiscono per essere troppo frenetiche e tutto diventa meno spontaneo rispetto al primo film. Il terzo invece diventa molto più tradizionale e quasi rassicurante, con la tradizionale battaglia tra l'Uomo e le Macchine e lo scontro finale tra Neo e l'Agente Smith, assicurando un finale meno coerente con quanto suggerito nel primo capitolo (alla fine Matrix non viene eliminata, viene solo detto che chi vuole uscirne può farlo) e piuttosto conformista. Sul discorso dell'importanza di trama e personaggi ovviamente condivido.
Ad Astra (James Gray, 2019)
Premetto che l'ho visto con un pó di distrazione: diviso in due serate, la seconda mentre facevo un pó di ginnastica e preparavo una nuova tela.
Il film non mi é piaciuto granché, ad essere onesto. Apprezzo il fatto che si tratta di un film di fantascienza originale, nel senso no sequel/prequel/spinoff/remake/reboot né tratto da altre opere o facente parte di un universo espanso.
Peró é lento e io l'ho trovato piuttosto confuso circa le intenzioni. Se voleva mostrare i vari aspetti di una colonizzazione dello spazio, allora il punto di vista cosí intimo e focalizzato sul protagonista non ha certo aiutato, visto che poi il resto é soltanto uno sfondo dato a pennellate grossolane. Se voleva essere una analisi dei problemi connessi con la vita solitaria nello spazio allora tutta l'azione e il conflitto mostrato sono solo una distrazione che allontana dall'obbiettivo. Se si voleva riflettere filosoficamente sulla natura umana e la presenza o assenza di altre forme di vita intelligente nello spazio, allora l'analisi risulta davvero semplicistica e superficiale.
Non si capiscono alcuni aspetti del film: perché viene dato tanto peso alla salute del protagonista, soprattutto in merito alla sua frequenza cardiaca? Che rilevanza ha per il film? Viene mostrato un sistema solare ben colonizzato, con ascensori spaziali, stazioni spaziali, razzi per il trasporto di persone, basi lunari e marziane, avamposti presso pianeti lontani, eppure ci sono difficoltá tecniche in ogni dove, incidenti continui.
Alcuni aspetti scientifici, per come li vedo io, non hanno né capo né coda: come si fa a pensare che esplosioni di antimateria su Nettuno possano interferire con le attrezzature su terra e luna che sono schermate per i raggi cosmici? Abbiamo il sole qua a due passi: se non interferisce lui, quelle esplosioni dovrebbero essere cosí potenti da spazzare via la nave (che, infatti, viene disintegrata con una bomba atomica). Per non parlare del fatto che se la bomba atomica é in grado di spingere Pitt verso casa, allora quelle esplosioni di antimateria avrebbero dovuto sparare la nave di LIMA fuori dal sistema solare come niente...
Infine, il film sa di giá visto: da Solaris per alcune scelte estetiche e di atmosfera, a 2001 per alcune inquadrature spudoratamente referenziali, da Il Primo Uomo per alcuni aspetti del protagonista e del suo rapporto con lo spazio a Gravity per le scene finali, fino a The Martian e Moon per la solitudine e la necessitá di cavarsela.
Ho trovato particolarmente irritante le riflessioni fatte dalla voce fuoricampo: mi pare che non portassero a nulla, fossero monoideiste e, nonostante l'aspetto intellettuale e profondo, fossero in realtá banalotte. Il finale del film completa perfettamente questa impressione, con il protagonista che, "finalmente",
impara ad apprezzare la vita quotidiana
Come altri film fatti oggi, anche questo compete con un cinema completamente privo di idee: in questo scenario, puó pure funzionare (e infatti, proprio terribile non é, e risulta comunque piú originale di molti). L'aspetto tecnico é adeguato: quello audio meglio di quello visivo, ma anche quest'ultimo funziona quanto deve. I personaggi sono tutti buchi neri di carisma.
Ultimi film visti:
Black Widow
Fino all'ultimo indizio
Dune
No time to die
Akira (1988)
The last duel
Spendo due parole solo su Akira: bellissimo, ho appena iniziato ad avvicinarmi al cinema d'animazione giapponese d'autore (se escludiamo Miyazaki, ovviamente), ma l'impatto è stato folgorante. Si colgono così tanti riflessi di opere fastascentifiche e distopiche precedenti, ma anche - forse ancora di più - influssi su opere successive (tantissimi tratti ad esempio, sia nell'ambientazione che nella trama, mi hanno fatto pensare a Evangellion). Inoltre alcune immagini mi sono rimaste davvero impresse, anche grazie a questi disegni volutamente rozzi e a tratti quasi stilizzati, ma nell'insieme estremamente significativi.
Voto: 9
E su The Last duel? Io spero di andare a vederlo quanto prima.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
The last duel è molto carino, sicuramente tra i film migliori dell'ultimo periodo di Scott, è un peccato che non stia ingranando al botteghino (ma forse si spiega con Ben Affleck biondo ).
@Euron Gioiagrigiama sai che a me no time to die ha deluso? al di là dell'azione ho visto un bond troppo troppo sentimentale. e anche il ritmo per il genere di film era sbagliato. poi troppi cambi di location che non ti facevano neanche abituarti al contesto. boh non mi ha esaltato come i precedenti. film fatto bene ci mancherebbe ma non tanto 007.
Ieri ho visto the Last Duel.
Leggo floppone, non capito dalla critica, tragico ca**o, ma secondo me è un filmone. Nel suo genere arrivo a dire capolavoro sfiorato. 9
La struttura "pseudo-processuale" (viene mostrata in successione la visione degli eventi da parte dei 3 personaggi principali, accusatore, accusato e vittima) rallenta ovviamente il ritmo e a volte si cade in una certa ripetitività, ma ha un effetto secondo me spettacolare, unico e preziosissimo, ovvero mostrare come determinate persone "vedono sé stesse" vs come in realtà sono. A volte si tratta di differenze sottili, dettagli, ma che acquistano un peso enorme.
Oltre a riuscire a creare, finalmente, dei personaggi complessi, tridimensionali, non banali, ma uomini della loro epoca, con concezioni distorte - rispetto alle nostre - della vita e delle persone, ma non per questo spregevoli in ogni momento della loro esistenza (anzi, ammirevoli in alcune circostanze)
L'interpretazione di Matt Damon per me è da oscar, è esattamente così che mi immagino un lord di secondo rango medievale, un ossimoro vivente. Un bruto cavalleresco, un ipocrita autenticamente moralista, leggendariamente coraggioso con il nemico e imperdonabilmente codardo con sé stesso.
Ma tutti gli attori figurano bene.
Damon & Affleck hanno fatto una grandissima cosa con la sceneggiatura. Qualche piccola caduta di stile, qualche imperfezione, ma tratteggiare così 2 (anzi 3) personaggi in 2 ore e mezza secondo me è tanta roba.
Visivamente e tecnicamente, un Ridley ispirato. Una Francia autunnale e invernale, neve e fango, grigi castelli dai toni freddi, i luoghi della violenza e della morte, e interni ricchi, illuminati da candele e focolari, i luoghi dei rapporti personali, del detto e del non detto.
Infine, il duello finale... porca zzz, FINALMENTE un combattimento lungo e coreografato decentemente. Violento, crudo, ma spettacolare,. Con la camera che sta FERMA PER 5 CZZZZ DI SECONDI invece che continuare a sballonzolare e tagliare inquadrature ogni due frame e mezzo per dare la falsa impressione di caos e viulenza.
Peccato per l'ultima scena, totalmente fuori posto ma chiaramente fatta aggiungere dai produttori in stile blade runner v.o., ma basta staccare sulla penultima, molto potente secondo invece, che dice già tutto.
Bravissimo Ridley, consigliatissimo.
Uffi, io non riesco a convincere nessuno ad accompagnarmi a vederlo andró da sola oh
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Il 28/10/2021 at 16:21, rhaegar84 ha scritto:@Euron Gioiagrigiama sai che a me no time to die ha deluso? al di là dell'azione ho visto un bond troppo troppo sentimentale. e anche il ritmo per il genere di film era sbagliato. poi troppi cambi di location che non ti facevano neanche abituarti al contesto. boh non mi ha esaltato come i precedenti. film fatto bene ci ma
non tanto 007.
Aggiungi un cattivo che poteva essere spettacolare sfruttato troppo poco (come già Waltz in Spectre, a parer mio)... insomma, da Fukunaga mi aspetto molto di più.
Il 29/10/2021 at 16:19, Ser Balon Swann ha scritto:La struttura "pseudo-processuale" (viene mostrata in successione la visione degli eventi da parte dei 3 personaggi principali, accusatore, accusato e vittima) rallenta ovviamente il ritmo e a volte si cade in una certa ripetitività, ma ha un effetto secondo me spettacolare, unico e preziosissimo, ovvero mostrare come determinate persone "vedono sé stesse" vs come in realtà sono. A volte si tratta di differenze sottili, dettagli, ma che acquistano un peso enorme.
Purtroppo a me quella struttura ha ricordato quella noia allucinante de Il capitale umano, l'ho trovata estraniante e poco adatta e un film di ambientazione medievale.
Il 29/10/2021 at 16:19, Ser Balon Swann ha scritto:Visivamente e tecnicamente, un Ridley ispirato. Una Francia autunnale e invernale, neve e fango, grigi castelli dai toni freddi, i luoghi della violenza e della morte, e interni ricchi, illuminati da candele e focolari, i luoghi dei rapporti personali, del detto e del non detto.
Spettacolare, concordo.
Cita
Peccato per l'ultima scena, totalmente fuori posto ma chiaramente fatta aggiungere dai produttori in stile blade runner v.o., ma basta staccare sulla penultima, molto potente secondo invece, che dice già tutto.
A me ha ricordato il finale di Hunger Games ahahah, cadiamo proprio in basso. Poteva finire perfettamente con la sequenza precedente, epica e amara insieme. Invece hanno messo l'ultima scena per addolcire un po' il tutto, secondo me.
Unica nota stonata a parte questo - parere mio - il personaggio di Ben Affleck, troppo sopra le righe e delegato quasi a interesse comico (anche se direi più "grottesco"). Poi, no, quel parrucchino non si può vedere, è peggio di Trump e Conte messi insieme
Il 29/10/2021 at 16:19, Ser Balon Swann ha scritto:Peccato per l'ultima scena, totalmente fuori posto ma chiaramente fatta aggiungere dai produttori in stile blade runner v.o., ma basta staccare sulla penultima, molto potente secondo invece, che dice già tutto.
A me ha ricordato il finale di Hunger Games ahahah, cadiamo proprio in basso. Poteva finire perfettamente con la sequenza precedente, epica e amara ins
Ho rivisto Zack Snyder's Justice League. Conoscendo già la trama e le scene, questa volta mi sono concetrato sui significati religiosi e sui riferimenti ai fumetti. Per quanto riguarda i primi, mi sono sembrati ancora più evidenti: Superman/Clark Kent/Kal El presenta molte similitudini con la figura di Gesù Cristo, un messia proveniente da un altro mondo, mandato dal padre, che cerca di trasmettere un messaggio, non viene compreso dagli uomini e alla fine muore lottando contro il Male (da notare che la sua morte è accompagnata da delle onde sonore che si propagano per tutta la Terra il che ricorda molto il terremoto che segue la morte di Gesù sulla croce) per poi resuscitare; le tre scatole madri che insieme formano l'unità, un'unità però a differenza di quella cristiana malefica; la località russa dello scontro finale che ricorda una sorta di inferno dantesco. Per quanto riguarda i riferimenti ai fumetti, spicca su tutti l'equazione anti-vita, al centro della trama di Crisi Finale di Grant Morrison (che figura insieme a molti altri fumettisti nei ringraziamenti finali), la breve apparizione di Iris West, interesse amoroso di Barry Allen nei fumetti, e del manicomio criminale di Arkham nel finale. A proposito del finale, è un vero peccato
che il confronto finale tra Lex Luthor e Deathstroke in cui il primo rivela al secondo che Batman è Bruce Wayne
non abbia dato luogo al film su Batman che nelle intenzioni iniziali doveva essere diretto e interpretato da Ben Affleck, sarebbe stato un progetto davvero interessante. E infine
nel finale abbiamo il secondo knightmare, con il confronto tra Batman e il Joker, con il riferimento alla morte di Jason Todd che era già stato citato in BvS e compare nella saga cartacea Una morte in famiglia.
Non ho perso le speranze per dei seguiti diretti da Snyder, ma vedo che quest'ultimo si sta dedicando a progetti con Netflix, quindi nel breve-medio termine credo non vedremo nulla. La Warner Bros vuole fare ordine nel suo progetto dopo il fallimento di JL di Whedon e credo vedremo progetti tendenzialmente scollegati tra loro.
Freaks Out (2021) di Gabriele Mainetti
Secondo film di Mainetti, regista italiano e romano molto promettente che sembra stare affinando uno stile molto personale ed originale. Come il precedente film Lo chiamavano Jeeg Robot, questo film ha per protagonista delle persone con superpoteri, che sono per loro sia un'opportunità che un ostacolo, soprattutto per il personaggio di Matilda, vera protagonista del film. L'ambientazione è la Roma del 1943 post 8 settembre dopo l'invasione nazista, e il regista usa una narrazione molto classica e lineare in cui si segue il classico topos che le cose devono peggiorare prima che migliorare. In questo caso
il peggioramento è la morte di Israel e i nazisti che stanno per uccidere tutti i partigiani e i prigionieri del treno, e il miglioramento è lo "sblocco" di Matilda che dopo le ultime parole di Israel supera il suo trauma e usa i suoi poteri per fare del bene e salvare i suoi amici.
Molto bravo il cast che vanta attori collaudati come Claudio Santamaria, già presente come protagonista nel film precedente di Mainetti, e Giorgio Tirabassi; bravo anche Franz Rogowski nel ruolo del nazista che alla fine è a suo modo un freak come i quattro protagonisti. A tal proposito
la scena in cui Franz si taglia le dita in più delle mani per fingersi il fratello, da lui ucciso, l'ho interpretata (ma è un'interpretazione che può essere benissimo sbagliata) come lui che rinuncia alla sua natura freak, che paradossalmente era l'unica cosa che gli dava un minimo di umanità.
Un film decisamente promosso, e seguirò con attenzione la carriera di Mainetti.
Voto: 8
Eternals (Chloé Zhao, 2021)
Nutrivo parecchie riserve circa questo film, in parte perché temevo di trovarmi di fronte all'ennesima brutta copia di un film degli Avengers, in parte perché credo che nessun film Marvel sia mai stato gonfiato così tanto (parlo di mire sedicenti "intellettuali" e "filosofiche", non di audience o di recensioni positive in generale).
Alla fine il film mi è piaciuto abbastanza, non c'entra effettivamente nulla con lo spirito di Avengers (o di qualunque altro film della Saga dell'Infinito), assumendo toni più seri - nonostante la Marvel non rinunci alle consuete gag/personaggi comici - e un assetto grafico e visivo che ricorda più film di fantascienza tradizionali (registicamente un po' di influsso di Villeneuve, che in questo momento è un po' il guru del genere, c'è stato secondo me, da Arrival a Dune).
Nonostante il numero imponente di protagonisti, i personaggi principali sono quasi tutti ben riusciti; ho qualche riserva solo su Thena, a cui è stato dato tutto quel risalto palesemente solo perché era interpretata da Angelina Jolie: insomma, è vero che il suo personaggio è particolare per via di quei piccoli "problemini di memoria" - per non fare spoiler - però alla fine questo elemento non porta a nulla, non risolve nulla, non conduce a nessuna grande scoperta. Quello che dovevano scoprire lo scoprono in tutt'altro modo.
Circa l'aspetto più "impegnato" del film, ossia tutta la storia dei Celestiali, delle loro vere intenzioni, ecc... pongo una domanda, non rivolta a voi del forum, ma in generale: davvero c'è gente che ancora si lascia impressionare da queste cose? Nel senso, ho sentito gridare al capolavoro in virtù del contenuto cosmogonico e cosmologico del film, ma davvero nel 2021 - quindi dopo l'uscita di film come Il quinto elemento, dopo esserci goduti tutti gli Assassin's Creed, dopo i vari film tipo Prometheus (che a me ha fatto schifo, ma qui il concetto è un altro), e con tutte le teorie di quegli studiosi pazzerelli tipo Biglino - davvero c'è gente che trova sconvolgente e filosoficamente inaudita l'idea degli dei/alieni onnipotenti che avrebbero creato la vita nell'universo, incluso quindi l'uomo, e mandato dei loro sottoposti a sorvegliarlo e guidarlo, e che tutte le religioni terrestri in realtà si rifacciano fin dall'antichità alla visione di queste creature? A me pare di averla già sentita diverse volte questa solfa.
Voto: 8=
Ps: so che la prima apparizione di Eterni e Celestiali nei fumetti risale agli anni '70, ma in questa sede sto facendo un discorso cinematografico, o comunque calato nel settore audiovisivo.
2 ore fa, Corvina ha scritto:ho sentito gridare al capolavoro in virtù del contenuto cosmogonico e cosmologico del film, ma davvero nel 2021 - quindi dopo l'uscita di film come Il quinto elemento, dopo esserci goduti tutti gli Assassin's Creed, dopo i vari film tipo Prometheus (che a me ha fatto schifo, ma qui il concetto è un altro), e con tutte le teorie di quegli studiosi pazzerelli tipo Biglino - davvero c'è gente che trova sconvolgente e filosoficamente inaudita l'idea degli dei/alieni onnipotenti che avrebbero creato la vita nell'universo, incluso quindi l'uomo, e mandato dei loro sottoposti a sorvegliarlo e guidarlo, e che tutte le religioni terrestri in realtà si rifacciano fin dall'antichità alla visione di queste creature? A me pare di averla già sentita diverse volte questa solfa.
A parte il contenuto dei film ma è una solfa che a ben vedere è contenuta in ogni mitologia quella di entità superiori legate al cielo come creatori.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi