Infatti fino a ieri Ilaria Capua ha affermato che ci stiamo perdendo una percentuale compresa tra la metà e i due terzi dei reali contagiati, perchè gran parte di chi effettivamente contrae il virus manco viene "tamponato", poichè la sintomatologia è lievissima o sono proprio asintomatici, quindi non si sottopongono a controlli.
E che quindi la guerra dei numeri e delle statistiche, al momento, è del tutto fuorviante e fuori luogo.
Eppure c'era pure chi inizialmente diceva che i dati e l'allarmismo erano esagerati perché facevamo troppi tamponi rispetto agli altri
Ad ogni modo riguardo alla mortalità che viene qui spesso citata: lo hanno detto in lungo e in largo che non si estinguerá l'umanità a causa di questo virus, tuttavia c'è una questione che secondo me molti non calcolano e che invece i medici lombardi hanno sottolineato piuttosto chiaramente. Il problema non è soltanto il coronavirus (che già di suo non è poco), ma il fatto che raggiungendo alti tassi di persone contagiate che necessitano di cure le strutture sanitarie entrano in sofferenza e i medici pure sono oberati di lavoro (se non in quarantena). Questo significa che non è possibile garantire le migliori cure a tutti come in una situazione normale e quindi che possono verificarsi decessi anche per altre patologie che invece normalmente potevano essere magari risolvibili.
Già in Lombardia (la regione col sistema sanitario direi migliore d'Italia) sono in difficoltà a raggiungere tutti con le ambulanze, anche senza che la causa di morte sia il coronavirus, per fare un esempio, un infartuato rischia molto di più adesso. E così vale per molte altre patologie o incidentati.
Direi che si potrebbe parlare di problemi collaterali.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Osservazione sacrosanta, @Lyra Stark. Per non dire che ci sono ospedali che, comprensibilmente, stanno dimettendo persone in modo, diciamo, un po' sospetto (apparentemente prematuro, insomma), per avere un margine di posti liberi per i casi che, ormai è solo questione di giorni o ore, presto arriveranno. Misura che non mi sento di disapprovare, ripeto: qui ormai si tratta di scegliere il male minore. Ma anche questo avrà le sue conseguenze, simili a quelle che citi tu.
Certo che mi viene da pensare che, tempo fa, in questa discussione mi sono sentita dare della fascistoide (sic!) ignorante disinformata allarmista, solo perchè ipotizzavo scenari molto meno catastrofici di questo. Sarebbe di cattivo gusto dire "visto che avevo ragione?", soprattutto su un argomento come questo: avrei preferito mille volte avere torto. Purtroppo, non lo avevo.
Cambiando discorso (che è meglio, se no mi va la mosca al naso), ho i miei dubbi -non da esperta, ma da semplice cittadina- su come a volte calcolano, o calcoliamo, la mortalità: si tende, almenoistintivamente, a fare il rapporto numero di decessi diviso numero di casi. Ma a buonsenso, penso si dovrebbe calcolare come numero di decessi diviso numero di guariti. Perchè coloro che sono attualmente malati teoricamente sono ancora aperti a qualsiasi evoluzione, non ha senso confondere "non ancora morti" con "guariti".
Poi è certamente da considerare che si tratta di una malattia a decorso lungo ed iniziata da poco, quindi è normale che i guariti siano ancora pochi. Però vorrei arrivasse il giorno (temo lontanissimo) in cui il totale dei guariti sarà davvero molto, ma molto maggiore di quello dei deceduti.
In ogni caso sono semplicemente esterrefatta per come, l'appello accorato del presidente della nostra regione, infetto, chiaramente scosso ma deciso a nascondere il proprio turbamento e dare un messaggio positivo e costruttivo, a rispettare le più basilari norme per limitare il contagio, almeno nella mia cittadina sia completamente ignorato.
So da un amico che in un'altra cittadina, a 30 km da qui, c'è una specie di coprifuoco. Ma qui, nulla. Gruppi di ragazzi/e che incontrandosi si abbracciano e baciano, ressa nei bar di fronte al bancone dell'apericena (con tartine non protette da un vetro ma esposte al fiato e agli eventuali sputacchiamenti di tutti), genitori che portano i bambini a giocare allegramente in gruppo sullo scivolo davanti a casa mia; dalla strada sento i rumori di auto e traffico come sempre. Un mio amico questa mattina è andato a fare la spesa alla Li*l: un anziano gli ha tossito in faccia, la gente faceva ressa e sgomitava per frugare nei cassoni degli articoli in offerta. Perchè la salute pubblica è un conto, la tutela delle fasce più deboli (anziani, malati, dializzati, immunodepressi, malati di cancro o leucemia) anche; ma avere un asciugamano viso a soli 2 euro e 99, o che so io, è molto più importante, no?
Non ci estingueremo, d'accordo. Ma molte persone moriranno, se non a noi potrà succedere a persone a noi care. E concedetemi il pensiero estremista (è un'opinione, e come tale è libera): a ucciderle non sarà stato tanto il virus, quanto gli errori politici, prima, e l'idiozia, la mancanza di senso civico e l'irresponsabilità dei più, dopo.
Soprattutto direi l'egoismo di molte persone che ormai dilaga, basta vedere tutti quelli che appena nominato il decreto si sono precipitati dal Nord verso zone che per il momento sono ancora abbastanza salve. E così mettono a rischio non solo gli sconosciuti ma le loro stesse famiglie.
La tossita in faccia è capitata pure a me da signora che faceva pure le battute con la cassiera (non pretendo che si chiuda in casa ma almeno mettersi la mano! È maleducazione anche senza virus).
Ah e nel mio paese ci sono 2 casi noti ^^"
La storia delle dimissioni sospette la confermo, anche qui stessa storia.
Ad ogni modo per la conta dei decessi solo oggi 113 in più rispetto a ieri. Non proprio bazzecole.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
2 hours fa, Stella di Valyria dice:Cambiando discorso (che è meglio, se no mi va la mosca al naso), ho i miei dubbi -non da esperta, ma da semplice cittadina- su come a volte calcolano, o calcoliamo, la mortalità: si tende, almenoistintivamente, a fare il rapporto numero di decessi diviso numero di casi. Ma a buonsenso, penso si dovrebbe calcolare come numero di decessi diviso numero di guariti. Perchè coloro che sono attualmente malati teoricamente sono ancora aperti a qualsiasi evoluzione, non ha senso confondere "non ancora morti" con "guariti".
Puoi dirlo all'OMS.
Scrivigli e digli "guardate che secondo me, a buonsenso e almeno istintivamente , il conto dei morti si dovrebbe calcolare dividendo numero di decessi per il numero di guariti, e non come fate voi". Poi facci sapere cosa ti dicono.
Secondo me invece dovrebbero prendere te come consulente, così magari gli spieghi che quello che sta succedendo è un po' esagerato per qualcosa che è poco più di un'influenza, e che tanto anche se muoiono quelle 500 persone o giù di lì pazienza, tanto sono vecchi.
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Adesso, Lyra Stark dice:Secondo me invece dovrebbero prendere te come consulente, così magari gli spieghi che quello che sta succedendo è un po' esagerato per qualcosa che è poco più di un'influenza, e che tanto anche se muoiono quelle 500 persone o giù di lì pazienza, tanto sono vecchi.
Non avrei modo nè voglia di spiegarglielo, visto che non è quello che penso, nè che ho mai sostenuto. È quello che vorreste mettermi in bocca per far filare i vostri ragionamenti da catastrofisti col cappellino di stagnola in testa che vanno al ristorante con le posate portate da casa.
1 - Quando ho parlato di "paragoni con l'influenza" mi riferivo al tasso di mortalità, che attualmente l'OMS attesta al 2% su livello globale, e che, nel momento in cui saremo in grado di raccogliere in maniera efficiente tutti i dati che al momento non siamo in grado di raccogliere, potrebbe essere sensibilmente inferiore.
2 - Se qualcuno ignora statistiche e proporzioni, io mi sento in dovere di far presente che la morte di un 61enne o il fatto che uno zio di un amico del cugino che abita vicino al pronto soccorso di un paese limitrofo e dice che "muoiono anche i 40enni" non sono argomentazioni, e di ribadire i dati statistici sulla mortalità per fasce d'età. Punto. Dedurre da questo che io farei in qualche modo spallucce al fatto che possano morire un gran numero di anziani o di soggetti immunodepressi, o che abbia una qualche intenzione di minimizzare la cosa, è un atto di totale malafede o di profonda incapacità di comprendere un testo scritto.
Mode MOD ON
Cerchiamo solo di mantenere equilibrio nei toni e di evitare le provocazioni.
Lo stato d’animo generale è teso per tutti - è perfettamente comprensibile -, ma cerchiamo di non trasformare questa finora interessante discussione da costruttiva a distruttiva, dando vita a inutili battibecchi. L’invito è rivolto a tutti.
Come sempre, per eventuali chiarimenti e contestazioni specifiche vi ricordiamo di utilizzare i canali che ben conoscete (MP, segnalazioni ecc.) e di evitare di rispondere qui a questo messaggio.
Buona continuazione.
Mode MOD OFF
In Cina si registrano il più basso numero di contagiati dall'inizio della crisi.
15 hours fa, Lyra Stark dice:Soprattutto direi l'egoismo di molte persone che ormai dilaga, basta vedere tutti quelli che appena nominato il decreto si sono precipitati dal Nord verso zone che per il momento sono ancora abbastanza salve. E così mettono a rischio non solo gli sconosciuti ma le loro stesse famiglie.
Sì, appunto. Si spera che la gente si informi il più possibile e agisca di conseguenza, anche sulle sanzioni previste in caso di violazioni delle norme sugli spostamenti .
Purtroppo la mia fiducia verso il buon senso degli italiani è limitata, più che altro ho paura che finchè l'Italia non diventerà un'unica "zona rossa", le persone che vivono nelle zone per ora meno colpite continuino più o meno a fregarsene allegramente.
Nel frattempo crescita del numero dei casi a livello esponenziale...
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Però poi i cinesi Wuhan l'hanno isolata sul serio, hanno davvero chiuso tutto, comprese le persone in casa.
Francia, Spagna e Germania seguono la progressione italiana e, nonostante l'esempio italiano mostra che c'è da prendere misure drastiche preventive, cincischiano.
Confronto Italia-Germania:
Calo in Corea del Sud.
La Lombardia è già la nuova Hubei. Per fortuna Milano non è ancora Wuhan, diciamo.
Comunque a questo punto che ci siano migliaia di casi sommersi è più una cosa da sperare che da temere, perché una mortalità del 6% in Lombardia (e di un numero variabile tra il 4% e il 4,75% in Emilia, a seconda che si vogliano considerare o meno i lombardi deceduti in ospedali emiliani) è un dato decisamente allarmante.
L'importante in ogni caso è non far collassare il SSN, perché, pur con tutto il cinismo del caso, ad ora i numeri e le modalità dei decessi non sono tragici (al netto della regionalità lombarda), mentre lo sono quelli delle terapie intensive.
Vero è che la Lombardia non brilla particolarmente per i dati che consegna: prima l'errore sugli isolamenti domiciliari, poi Brescia che salta un giorno, insomma, diventa anche difficile venirne fuori.
Sia come sia, scorporando i dati per provincia, emerge che le misure di isolamento stanno dando i loro frutti.
Lodi, Cremona e Piacenza mostrano un trend di crescita in deciso rallentamento.
Ora ad tenere sotto osservazione ci sono Bergamo (dove la situazione è critica e dove è trapelato il terrificante "intubate chi pensate possa farcela", ma dove ora dovrebbero arrivare notevoli potenziamenti di personale e macchinari), in misura minore Brescia e poi Parma.
Il tutto con l'incognita Milano.
Regge bene il nord della regione, così come l'est, e la sorprendente Pavia (anche se è di stamane la notizia di un medico di base positivo che potrebbe far schizzare a breve i casi).
Ottime notizie dal Veneto invece, dove il trend si sta assestando sul 10%. Non è il momento di abbassare la guardia come vorrebbe Zaia, ma se veramente in Veneto il trend dovesse continuare, potrebbero diventare la riserva della Lombardia in termini di assistenza ospedaliera.