3 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:i social a dosi eccessive sono una droga, e la ricerca di popolarità facile (ed effimera) fa dimenticare obiettivi un po' più profondi e duraturi come farsi una carriera e una famiglia.
In dosi eccessive fanno male anche gli spinaci (parlo per esperienza diretta ). Ma il punto non è quanto male fanno i social. Anche il Mein Kamf qualche danno lo ha fatto ed è un saggio. Il punto è: i social producono cultura? Se sì, quando e perché? Se no, perché?
7 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Scommetto che un operaio di un'acciaieria o un ricercatore di fisica teorica siano perfettamente d'accordo con questa afferrmazione
Scommetto che un operaio di un'acciaieria ritenga che un ricercatore di fisica teorica sia fortunato a fare un lavoro non massacrante come il suo ed un ricercatore di fisica teorica ritenga che un operaio di un'acciaieria fortunato a non fare un lavoro che abbia richiesto una preparazione così massacrante come la sua, è sempre questione di punti di vista e l'erba del vicino è sempre più verde.
Tutto ciò non toglie che clio MakeUp e ferragni la carriera se la sono costruita, il che smentisce la vostra affermazione sugli influencers fannulloni.
2 minuti fa, Maya ha scritto:Ma il punto non è quanto male fanno i social.
I social molto spesso hanno "solo" accentuato problemi pre esistenti, addossargli la colpa di ogni male del mondo è un buon modo per non risolvere mezzo problema.
I bisogni di attenzioni precedentemente citati esistevano anche prima di internet, spesso come conseguenza dell'incapacità di conciliare i valori morali vecchi con la loro evoluzione più moderna.
Ma infatti il problema è che amplificano spasmodicamente le problematiche della società di massa, dell'immagine e del consumo permettendo al contempo diffusione di contenuti ingannevoli quasi senza controllo. Scusate se è poco, e con questo prendo congedo che da un po' di tempo a questa parte si riesce a far polemica persino in una discussione come questa.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
32 minuti fa, Maya ha scritto:Tutti abbiamo bisogno di stima (è il penultimo gradino della piramide di Maslow), la seconda affermazione “perché altrimenti non valgo niente” non è necessariamente una riflessione conseguente. Implica che non è stato raggiunto l’ultimo gradino: “autorealizzazione”.
Ed è difficile raggiungerla se il messaggio più o meno implicito che passa in Rete è che senza like, senza follower e senza essere nelle mode del momento si è tagliati fuori dalla socialità e si vale poco, e se non vi è una famiglia dietro che ti guidi e ti insegni a discernere cosa è giusto o utile da cosa non lo è.
26 minuti fa, Maya ha scritto:Il punto è: i social producono cultura? Se sì, quando e perché? Se no, perché?
Dipende. YT è pieno di canali di scienza, tecnologia e cultura che offrono prodotti non banali, e credo che esista qualcosa anche su FB. Ma hanno gli stessi follower e la stessa visibilità di Fedez? In un univervo alternativo in cui i canali suddetti siano quelli che attirano pubblico e non quelli di cui si parla qui, avremmo i problemi che abbiamo? Non riesco a immaginarmi titoli del tipo gioventù sofferente perché passa troppo tempo a vedersi video sui SMR prodotti dalla Rolls-Royce, sul Modello Standard o sulla filosofia esistenzialistica.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
No il problema vero è a monte, devi risolvere i problemi che non son stati risolti nei decenni precedenti ad Internet, problemi non risolti anche perché era facile liberarsi la coscienza addossando la colpa al nemico di turno: la TV, i calciatori, le Vallette ed ora i social o gli influencers.
Questo lo fai proponendo qualcosa non cancellando qualcosa, anche perché questo qualcosa rimarrà comunque (non puoi pensare di cancellare il calcio, semmai promuovi delle iniziative culturali in modo che queste coesistano col pallone).
Edit:
@Euron Gioiagrigia "senza essere nelle mode del momento si è tagliati fuori dalla socialità e si vale poco"
Questo messaggio è esistito da ben prima dei social.
2 ore fa, Daenys The Dreamer ha scritto:Premesso che rispetto molto di più i calciatori rispetto agli influencers, entrambi i modelli non mi sembrano esattamente i paladini della cultura.
Perchè di questo stavamo parlando, giusto?
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A me però non viene in mente nulla di più anticulturale che tirare su barricate e dire "di qua Cultura" "di là non Cultura".
Sui social, come diceva giustamente il Lord prima, è pieno di gente che sforna quotidianamente contenuti interessanti sugli argomenti più svariati, da Dario Bressanini a Sabaku no Maiku, da Roberto Recchioni a Gipi. Quale sarebbe la loro colpa? Quella di aver saputo aggiornare gli stilemi ed il linguaggio del proprio settore di riferimento per raggiungere una platea più ampia?
O ancora...ma davvero siamo di nuovo alla retorica del "buon libro", inteso come oggetto culturale implicitamente e a prescindere positivo?
Per un genitore mettere il proprio figlio davanti a giochi come It Takes Two o Child of Light è quanto di meglio si possa fare dal punto di vista educativo, molto più che ficcarlo davanti, senza filtri e senza contesto, alle opere di uno scrittore profondamente razzista come Lovecraft (che adoro, sia chiaro).
Una delle opere narrativamente più rilevanti e "alte" degli ultimi 20 anni è proprio un videogioco (e parlo ovviamente dei due The Last of Us).
Quindi di cosa stiamo parlando esattamente?
7 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Ma infatti il problema è che amplificano spasmodicamente le problematiche della società di massa, dell'immagine e del consumo permettendo al contempo diffusione di contenuti ingannevoli quasi senza controllo.
Questo è assolutamente vero. Come sono assolutamente veri è preoccupanti fenomeni come il cyberbullismo e il cybernarcisismo (per discutere dei quali esistono però topic dedicati per cui non approfondirei qui).
Resta che Internet e i social sono media che non possono essere ignorati, né schiacciati e che, a parere mio, contribuisco a creare fenomeni culturali, oltre che economici e di costume, che possono essere buoni come cattivi. Non condivido la demonizzazione tout court dello strumento anche se c’è molto che non mi piace di quello che produce.
4 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Ed è difficile raggiungerla se il messaggio più o meno implicito che passa in Rete è che senza like, senza follower e senza essere nelle mode del momento si è tagliati fuori dalla socialità e si vale poco.
Credo che, anche qui, non sia giusto generalizzare. Sicuramente la pressione è molto forte.
11 minuti fa, Il Lord ha scritto:Questo lo fai proponendo qualcosa non cancellando qualcosa, anche perché questo qualcosa rimarrà comunque
assolutamente vero: più che una “caccia alle streghe” volta a scovare i “cattivi maestri” in ogni epoca (salvo rivalutarli decenni dopo come vintage culturale o interessati fenomeni di costume), si dovrebbe lavorare su una differente proposta di modelli, su un migliore utilizzo di media e linguaggi, su una maggiore valorizzazione dei contenuti degni di attenzione quando ci sono. E ci sono.
26 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:YT è pieno di canali di scienza, tecnologia e cultura che offrono prodotti non banali, e credo che esista qualcosa anche su FB. Ma hanno gli stessi follower e la stessa visibilità di Fedez?
Quanti sono gli ascolti di Quark rispetto a C'è posta per te? Quanto incassa e quanto spazio espositivo occupa in libreria un libro di Fabio Volo rispetto ad un finalista dello Strega? Quanto incassa un film di Boldi e De Sica rispetto a uno di Nanni Moretti?
6 minuti fa, joramun ha scritto:O ancora...ma davvero siamo di nuovo alla retorica del "buon libro", inteso come oggetto culturale implicitamente e a prescindere positivo?
implicitamente, no. Certo però che non sarebbe male incoraggiare la lettura di qualsiasi libro (basta con le distinzioni preconfezionate tra letteratura di serie A e serie B!)
5 minuti fa, Maya ha scritto:Resta che Internet e i social sono media che non possono essere ignorati, né schiacciati e che, a parere mio, contribuisco a creare fenomeni culturali, oltre che economici e di costume, che possono essere buoni come cattivi. Non condivido la demonizzazione tout court dello strumento anche se c’è molto che non mi piace di quello che produce.
Ma chi l'ha fatta?
Poi veramente levo le tende, ma dato che da 2 pagine alcuni sono partiti con una filippica vorrei capire da dove esce questo pensiero. Peraltro state parlando con una che per insegnare usa i media digitali, la gamification, genially, le escape room e quant'altro...
7 minuti fa, Maya ha scritto:Credo che, anche qui, non sia giusto generalizzare. Sicuramente la pressione è molto forte.
Ma seriamente? Vogliamo solo ricordare cosa è successo qui sul forum riguardo i like e che decisioni sono state prese in merito? Tutte le argomentazioni fornite (che condividevo peraltro, così come la decisione) sulla fruibilità dei contenuti e quant'altro... è anzi un ottimo esempio della deriva cui portano certe tendenze. Poi per carità tornando al mio pensiero espresso prima bisogna sempre considerare anche la responsabilità personale, l'uso che si fa delle cose che vale per tutto. Certo in una società sempre più virtuale forse il concetto di responsabilità viene depotenziato e alterato.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Dimmi tu era così difficile dire: "in effetti gli influencers, quelli veri, non sono esattamente un esempio di fanca##ismo, esattamente come in passato non lo erano i calciatori, abbiamo sbagliato esempio, riformuliamo il pensiero."?
29 minuti fa, Maya ha scritto:Certo però che non sarebbe male incoraggiare la lettura di qualsiasi libro
Su questo non concordo del tutto. Penso che sarebbe più sano incoraggiare la fruizione di opere ben fatte, che suscitano domande, riflessioni, che divertono, emozionano, creano relazioni, provocano, generano dibattito eccetera.
E questo a prescindere dal format o dal linguaggio che si sceglie di utilizzare. Mettendo un quindicenne davanti ad un libro "sbagliato" per X motivi è lo stesso errore che metterlo davanti a un GTA per un intero pomeriggio.
@joramunUhm, fammi un esempio di “sbagliato”. In generale, io sono per “ti metto di fronte a: la letteratura universale. Che tipo di storie ti piacciono? Che serie tv, piece teatrali, film ecc.? Vediamo se c’è un libro che potrebbe piacerti allo stesso modo”. Pazienza se la scelta non sarà Verga o Dostoevskji, Woolf o Deledda, ecc. Niente allontana dalla lettura come l’obbligo di leggere in generale e qualcosa in particolare. Ma forse non ho capito cosa intendi.
33 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Vogliamo solo ricordare cosa è successo qui sul forum riguardo i like e che decisioni sono state prese in merito? Tutte le argomentazioni fornite (che condividevo peraltro, così come la decisione) sulla fruibilità dei contenuti e quant'altro... è anzi un ottimo esempio della deriva cui portano certe tendenze.
E infatti il problema è la deriva non lo strumento in sé. Vedo che siamo più o meno tutti d’accordo e quindi semplicemente c’è stato un fraintendimento.
Innanzitutto ringrazio Il Lord e Joramun per il caloroso benvenuto!
Pur rendendomi conto di non aver saputo esprimere nella sua completezza il mio pensiero, mi scuserete certamente se declinerò il piacere di replicare, non dobbiamo certo convincerci reciprocamente .
Torno a rispondere a questa discussione unicamente per valorizzare, a mo’ di chiusura,
due interventi che mi sono piaciuti molto.
Mi ritrovo molto nella esperienza condivisa da Lyra
2 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Io non so se è stato per merito dei miei genitori, o dei miei insegnanti, ma ho avuto sempre la granitica certezza che senza un'istruzione non sarei andata da nessuna parte. E infatti è stato questo che mi ha salvato quando la vita ha deciso di dare la famosa "botta". La mia strada me la sono dovuta sudare tutta, ma per fortuna alla fine qualcosa di buono ho raccolto.
e concordo con Euron quando afferma
1 ora fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:la ricerca di popolarità facile (ed effimera) fa dimenticare obiettivi un po' più profondi e duraturi come farsi una carriera e una famiglia.
Ed ora, col vostro permesso, sono attesa al Castello Nero.
Au revoir!
La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre.
Italo Calvino
It’s gonna be legend… wait for it… dary!
Challenge accepted!
Barney Stinson
The person, be it gentleman or lady, who has not pleasure in a good novel, must be intolerably stupid.
Jane Austen
Le piccole cose hanno la loro importanza: é sempre per le piccole cose che ci si perde.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Bien sûr je te ferai mal. Bien sûr tu me feras mal. Bien sûr nous aurons mal. Mais ça c’est la condition de l’existence. Se faire printemps, c’est prendre le risque de l’hiver. Se faire présent, c’est prendre le risque de l’absence.
Antoine de Saint-Exupéry
C’é una vergogna positiva, che prima di aprire bocca ti fa chiedere se hai veramente titolo per dire quello che stai per dire. É la grande assente di questo secolo.
Zerocalcare
Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di sé e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si é portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa é la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
Jorge Luis Borges