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TWOW - Aeron I
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creato il 30 maggio 2016

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Alyn Velaryon
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Alyn Velaryon
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Inviato il 02 giugno 2016 12:18

Ma come non hanno problemi? :stralol: :stralol: Hanno incarcerato Margaery e non hanno problemi? :ehmmm:

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 02 giugno 2016 12:20

Margaery è libera..

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Alyn Velaryon
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Inviato il 02 giugno 2016 12:23

Non è libera, è stata data in custodia a Lord Tarly con la promessa di doverla restituire se il Credo la giudicherà colpevole. E' stata comunque imprigionata prima enon mi pare che la notizia sia stata presa bene da Mance Tyrell, visto che è tornato nella capitale, con buona parte del suo esercito dall'assedio di Capo Tempesta.


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Inviato il 02 giugno 2016 12:30

La libera visto che le prove contro di lei erano deboli, deve solo presenziare al processo. Di Cersei sanno che ha fatto uccidere il vecchio Alto Septon e che ha tradito Robert, di cui è anche accusata di averne causato la morte.. insomma, direi che i Lannister stanno messi parecchio peggio.


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Alyn Velaryon
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Inviato il 02 giugno 2016 12:45

Che i Lannister son messi male (anzi, molto peggio) sono d'accordo con te! Infatti per quello non mi meraviglierei di vedere un' alleanza con Euron. Resta il fatto che i rapporti sono tesi, infatti ho usato il verbo "potrebbero", perchè di problemi ce ne sono, visto che comunque non è stata presa bene la notizia dell'incarcerazione di Margaery. Poi su come finirà il processo non lo sappiamo, se finisce bene "amici" o quasi come prima, se finisce male mi aspetto un bel disastro. Non sottovaluterei quello che possono fare le Serpi mandate da Doran, ma qui si va OT e quindi lasciamo perdere.

Ripeto per me, l'alleanza Greyjoy-Lannister va considerata come probabile, non sicura, ma non mi sorprenderei di certo a sto punto.


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Inviato il 02 giugno 2016 12:59

Si certo non andiamo troppo OT con i Tyrell :yeah:

 

Euron con i Lannister io lo vedo difficile, sarebbe un cambio in corsa? Altrimenti perché mandare metà flotta da Daenerys?


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Alyn Velaryon
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Alyn Velaryon
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Inviato il 02 giugno 2016 13:11

Si possono fare delle ipotesi : Victarion è il comandante di quella flotta, che lo segue lealmente (da tradizione degli uomini di ferro) e non appoggerà mai Euron e nei suoi Pov lo dice chiaramente che sta facendo la propria corsa. In più si vede bene come Euron non si faccia problemi a tradire chi gli resta scomodo (lo fa persino con i fratelli). Potrebbe vedere l'alleanza con i Lannister come un'alleanza temporanea in attesa di Daenerys, gli sarebbero utili per avere una forza affidabile sulla terraferma, mentre lui conquista le coste.

Questa considerazione la faccio in base alle ipotesi uscite su chi sarebbe l'ombra femminile che ride al suo fianco e molti concordano su Cersei. Io altri personaggi femminili importanti, disposte ad allearsi con lui non ne vedo, poi tutto può essere ci mancherebbe. :)


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Inviato il 02 giugno 2016 13:39

A me l'ombra fa pensare subito a Cersei ma vedo troppo complicata un'alleanza anche temporanea con i Lannister.. potrebbe essere una visione di Euron e Dany che non si avvera, tipo quella che lei ha di suo figlio con alle spalle una città in fiamme.


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Alyn Velaryon
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Alyn Velaryon
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Inviato il 02 giugno 2016 13:46

Si può verificare se salta l'alleanza con i tyrell, solo per quello credo. L'omicidio di Kevan potrebbe influire in questo caso, d'altronde lo spiega anche Varys, il suo obiettivo è di dividere le due grandi casate.

Se succederà, Cersei si dovrà appoggiare a qualcun altro, sempre che Tommen e/o Myrcella ci lascino le penne e la profezia su Cersei sembra portare alla morte di tutti e 3 i suoi figli.

Aggiungici che entrambi non sono sposati e potresti avere anche un'alleanza matrimoniale.

Ripeto son tutte ipotesi, sia quelle favorevoli che quelle contrarie, ma secondo me ai fini della storia sarebbe un'alleanza interessante.


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 02 giugno 2016 14:29

Per me l'ombra di donna non è ne Cersei(troppo comune mortale), ne Dany(che vedo opposta ad Euron).

 

Con tutte le figure magiche che ci sono, potrebbe essere chiunque.

 

Io pensavo ad una "novella" compagna del re della notte che fu, che viene si definita una Other, ma di Esteanei donne non se ne vede una...

 

Poi ste "ramificazioni", confuse tra tentacoli del kraken e protuberanze varie...

 

E se fosse una sorta di fdf "comandante regina"? Del resto quei nani malefici... vabbeh un'idea come un'altra.

 

Il contraltare di Bloodraven e Bran, magari. Boh.



Neshira
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Guardiani della Notte
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Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 02 giugno 2016 21:23

nn vedo l'ora di una traduzione (il mio inglese nn è il massimo e leggerlo lentamente mi rovino tutta la lettura)

 

Traduzione (non rivista)

 

--edit---

rivisti i refusi e un po' di punteggiatura e due termini marinari - no, non lo so se la grassa scrofa di nave si può yradurre esattamente don 'galeone' XD

 

--riedit---

 

ok, ho riletto un pezzetto di AFFC e no, non mi pare che Euron abbia preso ostaggi o niente di simile al Kingsmoot, quindi mi sa proprio che i 'captives' del capitolo sono un errore di trascrizione. Chi ha registrato deve aver sentito 'captains' e toppato. Cambiato di conseguenza.

 

 

 

L'Abbandonato
Era sempre mezzanotte nel ventre della bestia.
I muti lo avevano derubato di veste e mantello. Indossava capelli, catene e croste. L'acqua salata gli sciaguattava intorno alle gambe ogni volta che la marea saliva, sollevandosi fino ai genitali, solo per rifluire quando la marea recedeva. I suoi piedi si erano ingrossati ed erano molli e gonfi, cose informi grosse come prosciutti.
Sapeva di trovarsi in qualche prigione sotterranea, ma non dove o da quanto. C'era stato un altro sotterraneo prima di questo, e tra i due la nave, la Silenzio. La notte che lo avevavo spostato aveva visto la luna galleggiare su un mare nero come vino, che lo guardava di sbieco e gli ricordava Euron. Ratti nuotavano nell'acqua al buio, e ogni volta che si addormentava lo mordevano portandolo a gridare e agitarsi. Vermi e pidocchi strisciavano nella barba e sulla cute di Aeron: poteva sentirli muoversi tra i capelli e le punture prudevano in modo insopportabile. Le sue catene erano così corte che non riusciva a raggiungerle per grattarsi. I ceppi che lo tenevano al muro erano vecchi ed arrugginiti e gli tagliavano piedi e polsi; quando la marea si gettava a baciarli, il sale entrava nelle ferite e gli faceva trattenere il fiato.
Quando dormiva, l'oscurità saliva ad inghiottirlo, e dopo arrivava il sogno, ed Urri, e il cigolio di cardini arrugginiti. L'unica luce che entrava nel suo mondo umido arrivava dalle lanterne che i visitatori portavano con sè, e arrivava così di rado che cominciava a fargli male agli occhi. Un uomo senza nome dalla faccia acida gli portava il cibo. Del manzo, duro come ciottoli di legno, pane pieno di larve vive, pesce viscido e puzzolente. Aeron Capelli Bagnati lo buttava giù e sperava di averne ancora, anche se più spesso che no in seguito rigettava i pasti. L'uomo che gli portava il cibo era scuro, cupo, muto. Aeron non dubitava che la sua lingua non ci fosse più. Euron agiva così. LA luce se ne andava insieme al muto, e il suo mondo tornava ad essere un'oscurità fradicia, che odorava di salsedine muffa e feci.
A volte veniva Euron stesso. Aeron si svegliava da qualche sogno per trovare suo fratello, in piedi sopra di lui, la lanterna in mano. Una volta, a bordo della Silenzio, aveva appeso la lanterna ad un sostegno e aveva versato una coppa di vino per ciascuno.
"Bevi con me, fratello" disse.
Quella notte indossava una maglia a scaglie di ferro e un mantello di seta rosso sangue. La pezza per l'occhio era di pelle rossa, le sue labbra blu.
"Perché sono qui" aveva gracchiato Aeron nella sua direzione. Le sue labbra erano dure di croste, la sua voce dura. "Verso dove stiamo navigando?"
"Verso sud. Per conquistare. Bottino, draghi, uomini".
"Il mio posto è sulle isole."
"Il tuo posto è dove ti voglio io. Sono il tuo re".
"Che vuoi da me?".
"Cosa mi puoi offrire che io non abbia già avuto?" sorrise Euron. "Ho lasciato le isole in mano a Erik Forgiaferro il Vecchio e ho sigillato la sua lealtà con la mano della nostra piccola Asha. Non mi andava che ti mettessi a predicare contro il mio diritto a regnare, così ti ho portato con noi."
"Liberami. Il dio lo comanda"
"Bevi con me. Il re lo comanda"
Euron afferrò una manciata dei neri capelli arruffati del prete, gli tirò la testa indietro, e gli sollevò la sua coppa di vino alle labbra, ma quello che fluì nella sua bocca non era vino. Era denso e viscoso, con un gusto che sembrava cambiare ad ogni sorso. Ora amaro, ora acido, ora dolce. Quando Aeron cercò di sputarlo fuori, suo fratello strinse la presa e gliene forzò di più giù per la gola.
"Così prete. Avanti. Bevilo. Il vino degli stregoni. Più dolce della tua acqua di mare, e in esso più verità che in tutti gli dei della terra."
"Che tu sia maledetto" disse Aeron quando la coppa fu vuota. Liquido gli colava sul mento e sulla lunga barba nera.
Se avessi la lingua di ogni uomo che mi ha maledetto, potrei farne un cappotto."
Aeron tirò su il catarro e sputò. La saliva colpì la guancia di suo fraello e rimase appesa lì, lucida, nero-blu. Euron se la tolse con uno scatto dell'indice, poi se la leccò tutta dal dito.
"Il tuo dio ti perdonerà per stanotte. Un qualche dio, perlomeno."
E poi Capelli Bagnati dormì, accasciandosi nelle sue catene. Udì il cigolio di cardini arrugginiti.
"Urri," gridò.
Non c'erano cardini lì, nè porta, nè Urri. Suo fratello Urrigon era morto da tempo, eppure era lì in piedi. Un braccio era nero e gonfio, puzzolente per le larve, ma era ancora Urri. Ancora un ragazzo. Non più vecchio del giorno in cui era morto.
"Sai cosa aspetta sotto il mare, fratello?"
"Il Dio Affogato," disse Aeron, "In cavità d'acqua."
Urri scosse la testa. "Vermi. I vermi ti aspettano, Aeron."
Quando rise, la sua faccia scivolò via, e il prete vide che non era Urri, ma l'occhio ridente di Euron, quello nascosto. Egli mostrava al mondo il suo occhio sanguinoso ora. Scuro e terribile. BArdato dalla testa ai piedi in scaglie scure come l'onice. Sedeva su un cumulo di teschi anneriti, mentre dei nani saltellavano intorno ai suoi piedi e una foresta bruciava dietro di lui.
Poi Euron sollevò un grande corno alle labbra e soffiò, e draghi, e kraken, e sfingi accorsero al suo comando e si inchinarono davanti a lui.
"In ginocchio, fratello," ordinò Occhio di Corvo. "Sono il tuo re. Sono il tuo dio. Adorami, e ti eleverò al rango di mio sacerdote."
"Mai. Nessun uomo senza dio può sedere sulla Sedia di Pietra del Mare".
"E perchè dovrei volere quella roccia dura e nera? Fratello, guarda meglio e vedi dove sono seduto."
Aeron Capelli Bagnati guardò. Il cumulo di teschi era sparito. Ora sotto Occhio di Corvo c'era metallo. Un alto, grandioso seggio di lame e punte di ferro affilato come un rasoio e spade rotte, e da tutte colava sangue. Impalati sugli spuntoni più lunghi c'erano i corpi degli dei. La Vergine era là, e il Padre, e la Madre e il Guerriero e la Vecchia e il Fabbro, persino lo Straniero. Pendevano fianco a fianco con ogni sorta di curiosi dei forestieri, Il Grande Pastore e il Caprone Nero, Trios dalle Tre Teste e Bakkalon il Pallido Fanciullo, il Signore della Luce, e il Dio Farfalla di Naath, e più in là, gonfiati in salme verdi divorate dai granchi, il Dio Affogato andava in putrefazione con l'Ippocampo Rosso, ancora con i capelli gocciolanti.
Poi Euron Occhio di Corvo rise di nuovo e il prete si svegliò urlando nelle interiora della Silenzio mentre piscio gli correva giù per la gamba.
Era solo un sogno, una visione, nata da vile vino nero.
L'Acclamazione di Re era l'ultima cosa che Capelli Bagnati ricordava chiaramente.
Mentre i capitani sollevavano Euron sulle spalle per prenderlo come re, il prete era scivolato via per trovare suo fratello Victarion.
"La blasfemia di Euron porterà la collera del Dio Affogato ad abbattersi su tutti noi," aveva avvertito.
Ma Victarion aveva insistito testardo che il loro dio aveva innalzato il fratello e che gli dei lo avrebbero abbattuto.
Non agirà, aveva allora realizzato il prete. Devo farlo io.
L'Acclamazione di Re aveva scelto Euron Occhio di Corvo, ma l'Acclamazione di Re era costituita di uomini, e gli uomini erano cose deboli e sciocche che si facevano sviare troppo facilmente da oro e bugie.
"Li ho convocati qui, alle Ossa di Nagga, alla Sala del Re Grigio, li ho chiamati tutti insieme per scegliere un re di diritto, ma nella loro ubriaca follia essi hanno peccato."
Toccava a lui disfare quello che avevano fatto.
"I capitani e i re hanno innalzato Euron, ma la gente comune lo abbatterà," promise a Victarion. "Andrò a Grande Wyk, ad Harlaw, Oakmont, alla stessa Pyke. Le mie parole saranno sentite in ogni città e villaggio. Nessun uomo senza dio può sedere sulla Sedia di Pietra del Mare."
Dopo essersi separato dal fratello aveva cercato sollievo nel mare. Pochi dei suoi affogati avevano fatto il gesto di seguirlo, ma Aeron li aveva mandati via con poche parole taglienti. Non voleva altra compagnia che quella di dio. Giù, dove le lunghe navi erano state tirate in secca sulla spiaggia sassosa trovò le nere onde salate a drizzarsi in bianco spumoso, dove si rompevano su una roccia intricata mezza seppellita nella sabbia. L'acqua era gelida mentre vi si inoltrava, ma Aeron non si ritrasse dalla carezza del suo dio. Onde si abbattevano sul suo petto una dietro l'altra, facendolo traballare, ma egli si spinse più in profondità, e ancora più in profondità finchè il muro d'acqua arrivò ad infrangersi sopra la sua testa. Il sapore del sale sulle sue labbra era più dolce di qualunque vino. Mentre si muoveva, il ruggito della canzone di celebrazione saliva dalla spiaggia. Sentiva il cigolio leggero delle navi il cui peso si assestava sulla riva. Udiva il gemito del vento tra le loro cime e il battito delle onde, il martello dei suoi dei che lo chiamava in battaglia.
E in quel luogo e in quel momento il Dio Affogato lo aveva chiamato di nuovo, la sua voce rimbombante dalle profondità del mare, "Aeron, mio degno e fedele servitore, devi dire agli Uomini di Ferro che Occhio di Corvo non è un vero re. Che la Sedia di Pietra del Mare appartiene di diritto a...a...a..."
Non a Victarion. VIctarion si era offerto ai capitani ed essi lo avevano rifiutato. Non Asha. Nel suo cuore, Aeron l'aveva sempre amata più di tutti i figli di suo fratello Balon. Il DIo Affogato l'aveva benedetta con lo spirito guerriero, ma l'aveva anche maledetta con un corpo di donna. Nessuna donna aveva mai governato le Isole di Ferro. Non avrebbe mai dovuto presentarsi alla sfida, avrebbe dovuto parlare per Victarion, aggiungere la sua forza a quella di lui.
Non era troppo tardi, aveva deciso Aeron mentre raggrinziva nel mare. Se Victarion avesse preso Asha in moglie, avrebbero potuto regnare insieme, re e regina. Nei tempi antichi, ogni isola aveva il suo re di sale e il suo re di roccia. Che l'antica via tornasse in vigore.
Aeron Capelli Bagnati era tornato a fatica sulla spiaggia, pieno di sacro zelo. Avrebbe abbattuto Euron, non con spada o ascia ma con il potere della propria fede. Posando con leggerezza i piedi sulle pietre mentre i suoi capelli pesavano neri e zuppi lungo le sue guance, li aveva spinti indietro dagli occhi, ed era stato allora che lo avevavo preso. I muti che lo avevano osservato, aspettato, pedinato attraverso la riva e il vapore. Un mano premuta sulla sua bocca, e qualcosa di duro che si era spezzato sul retro del cranio.
Quando aveva riaperto gli occhi, Capelli Bagnati si era ritrovato incatenato nel buio. E poi era venuta la febbre, e il sapore del sangue in bocca mentre si contorceva tra le catene nelle profondità della Silenzio. Un uomo più debole avrebbe poturo piangere, ma Aeron Capelli Bagnati pregava. Sveglio, addormentato, persino nei suoi sogni febbricitanti, pregava. Il mio dio mi sta mettendo alla prova. Devo essere forte. Devo restare fedele.
Una volta, nel sotterraneo prima di questo, una donna gli aveva portato il cibo al posto del muto di Euron. Una cosina giovane, carina e formosa. Era vestita con il lusso di una signora delle terre verdi. Nella luce della lanterna, era la cosa più adorabile che Aeron avesse mai visto.
"Donna," aveva detto. "Sono un uomo di dio. Te lo ordino. Liberami."
"Oh, non potrei," aveva detto lei. "Ma ho del cibo per te. Porridge e miele."
Si era seduta accanto a lui su uno sgabello e lo aveva imboccato.
"Che posto è questo," aveva chiesto tra una cucchiaiata e l'altra.
"Il castello di mio padre ad Oakenshield."
Le Isole Scudo. Mille leghe da casa.
"E tu chi sei, bambina?"
"Falia Flowers"
"Sei sua figlia naturale?"
"Sarò la moglie di sale di Re Euron. Tu ed io saremo parenti."
Aeron Capelli Bagnati aveva sollevato gli occhi a quelli di lei, le sue labbra piene di croste coperte di porridge umido.
"Donna," e le sue catene tintinnarono quando si mosse. "Fuggi. Ti farà del male. Ti ucciderà."
Lei aveva riso. "Stupido. Non lo farà. Sono il suo amore, la sua signora. Mi fa dei regali. Così tanti regali. Sete e pellicce e gioielli. Stracci e rocce, li chiama."
"Occhio di Corvo non dà valore a certe cose."
Era una delle cose che attirava gli uomini al suo servizio. La maggior parte dei capitani si tenevano la quota maggiore del bottino, ma Euron non prendeva quasi nulla per sè.
"Mi dà ogni vestito che voglio," diceva la ragazza tutta felice e soddisfatta. "Le mie sorelle erano abituate a farsi servire da me a tavola, ma Euron le ha fatte servire tutta la sala nude. Perchè dovrebbe farlo se non per amor mio?"
Aveva posato la mano sul proprio ventre e aveva lisciato il tessuto del vestito. "Gli darò dei figli maschi. Tanti figli maschi."
"Ha già dei figli maschi. Di infima nascita e bastardi, dice Euron."
"I miei figli verranno prima di loro, ha giurato davanti al vostro Dio Affogato."
Aeron pianse per lei. Lacrime di sangue, pensò.
"Devi portare un messaggio a mio fratello. Non Euron ma Victarion, l'Ammiraglio della Flotta di Ferro. Sai di chi parlo?"
Falia fece un passo indietro.
"Si," disse. "Ma non potrei portargli messaggi, se n'è andato."
Andato. Quello era il colpo peggiore di tutti. "Andato dove?"
"Ad est," disse lei. "Con tutte le sue navi. Porterà i draghi a Westeros. Io sarò la moglie di sale di Euron, ma il mio amore deve anche avere una moglie di roccia, una regina per governare tutta Westeros al suo fianco. Dicono che è la donna più bella del mondo, ed ha dei draghi. Noi due saremo vicine come sorelle."
Aeron Capelli Bagnati la sentiva a malapena. Victarion se ne era andato, mezzo mondo lontano, o morto. Di sicuro il Dio Affogato lo stava mettendo alla prova. Questa era una lezione per lui. Non devo credere ancora negli uomini - solo la mia fede può salvarmi ora.
Quella notte quando la marea tornò prepotente nella cella, egli pregò che potesse salire tutta la notte, abbastanza da mettere fine al suo tormento. Sono stato il tuo fedele e leale servitore, pregò, inclinandosi nelle sue catene.
Ma nessun salvataggio era arrivato, solo i muti a liberarlo dai ceppi e a trascinarlo senza delicatezza su per una lunga scala di pietra, fino a dove la Silenzio fluttuava su un mare freddo e nero. E pochi giorni dopo mentre le sue fiancate rabbrividivano nella morsa di qualche tempesta, Occhio di Corvo scese di nuovo sottocoperta, lanterna in mano. Questa volta nell'altra mano teneva un pugnale.
"Ancora preghiere prete? Il tuo dio ti ha abbandonato."
"Ti sbagli."
"Sono io che ti ho insegnato a pregare, fratellino, hai dimenticato? Ti venivo a trovare in camera da letto di notte quando avevo bevuto troppo. Dividevi una camera con Urrigon su nella Torre del Mare. Potevo sentirti pregare da fuori la porta. Mi sono sempre chiesto, pregavi perchè scegliessi te, o che passassi oltre?"
Euron premete il coltello alla gola di Aeron.
"Prega me. Pregami di mettere fine al tuo tormento, e lo farò."
"Nemmeno tu oseresti," disse Capelli Bagnati. "Sono tuo fratello. Nessun uomo è più maledetto di chi uccide un consanguineo."
"Sia come sia, io indosso una corona, e tu marcisci in catene. Com'è che il tuo Dio Affogato lo permette, quando io ho ucciso tre fratelli?"
Aeron riuscì solo a guardarlo a bocca aperta.
"Tre?"
"Beh, se conti i fratellastri. TI ricordi il piccolo Robin? Creatura schifosa. Ti ricordi quella sua testa grossa, com'era morbida? Non faceva altro che miagolare e ca***e. E' stato il mio secondo. Harlon è stato il primo. Tutto quello che ho dovuto fare è stato stringergli il naso. Il morbo grigio gli aveva trasformato la bocca in pietra, così non ha potuto gridare. I suoi occhi erano frenetici mentre moriva. Hanno fatto il mio nome. Quando la vita lo ha abbandonato, sono uscito e ho pisciato nel mare ed ho pregato il dio di colpirmi. Nessuno lo ha fatto. Oh, e Balon è stato il terzo, ma questo lo sapevi. Non ho potuto farlo io stesso, ma è stata la mia mano che lo ha spinto dal ponte."
Occhio di Corvo. spinse il pugnale poco più a fondo, e Aeron sentì il sangue gocciolargli giù per il collo.
"Se il tuo Dio Affogato non mi ha abbattuto per aver ucciso tre fratelli, perchè dovrebbe darsi una mossa per il quarto? Perchè tu sei un suo sacerdote?"
Fece un passo indietro e rinfoderò il pugnale.
"No, non ti ucciderò stanotte, un uomo sacro con sangue sacro. Potrei aver bisogno di quel sangue più avanti. Per ora, sei condannato a vivere."
Uomo sacro con sangue sacro, Aeron pensò mentre suo fratello si arrampicava di nuovo sul ponte. Si prende gioco di me e si prende gioco del dio. Assassino di consanguinei. Blasfemo. Demone in veste umana. Quella notte egli pregò per la morte di suo fratello.
Fu nel secondo sotterraneo che gli altri uomini sacri cominciarono ad apparire, per condividere la sua tortura. Tre indossavano le vesti dei septon delle terre verdi, ed uno i paramenti rossi di un prete di R'Hllor. L'ultimo era a malapena riconoscibile come uomo. Entrambe le sue mani erano state bruciate fino all'osso e la sua faccia era un orrore annerito e carbonizzato dove due occhi ciechi si muovevano senza vedere sulle guance spaccate, colando pus. Era morto entro poche ore da quando era stato incatenato al muro, ma i muti lasciarono il suo corpo a gonfiarsi lì per altri tre giorni. Per ultimo, ci furono tre stregoni dell' Est, con la carne bianca come i funghi e le labbra del blu-viola di un brutto livido, entrambi così smunti e smagriti che rimanevano solo pelle e ossa. Uno aveva perso le gambe. I muti lo avevano appeso ad una trave.
"Pree," gridava mentre oscillava avanti e indietro. "Pree, pree." Forse era il nome del demone che adorava.
Il Dio Affogato mi protegge, si diceva il prete. Egli è più forte deglli altri dei che essi adoravano, più forte della loro magia nera. Il Dio Affogato mi libererà. Nei suoi momenti di maggiore sanità mentale, Aeron si chiedeva perchè Occhio di Corvo stesse collezionando preti, ma non pensava che la risposta gli sarebbe piaciuta.
Victarion se ne era andato, e con lui la speranza. Gli affogati di Aeron probabilmente credevano che Capelli Bagnati fosse nascosto a Vecchia Wyk, o Grande Wyk, o Pyke, e si chiedevano quando sarebbe venuto fuori a parlare contro il loro re senza dio. Urrigon infestava i suoi sogni febbrili.
Sei morto ora Urri, pensava Aeron. Dormi ora, bambino, e non darmi più problemi. Presto ti raggiungerò. Ogni volta che Aeron pregava, lo stregone senza gambe produceva degli strani rumori, e i suoi compagni balbettavano selvaggiamente nella loro strana lingua orientale, anche se il prete non avrebbe saputo dire se stavano supplicando o pronunciando maledizioni. Anche i septon di tanto in tanto producevano rumori leggeri, ma non parole che lui potesse capire. Aeron sospettava che gli fosse stata tagliata la lingua.
Quando Euron tornò, i suoi capelli erano tirati dritto indietro dalla fronte, e le sue labbra erano così blu da essere quasi nere. Aveva messo da parte la corona di legno portato dal mare. Al suo posto indossava una corona di ferro le cui punte erano costituite da denti di squalo.
"Quel che è morto non può morire," disse Aeron con forza. "Poichè ha gustato la morte una volta e non avrà mai più timore. E' annegato ma è tornato di nuovo con fuoco e acciaio."
"Farai lo stesso, fratello?" chiese Euron. "Penso di no. Penso che se ti dovessi affogare, resteresti affogato. Tutti gli dei sono bugie, ma il tuo è ridicolo. Una cosa pallida, bianca, dall'aspetto umano, le sue membra gonfie, i suoi capelli fluttuanti nell'acqua mentre i pesci gli mordicchiano la faccia - che razza di sciocco adorerebbe una cosa del genere?"
"E' anche il tuo dio," insistette Capelli Bagnati. "E quando morirai, ti giudicherà senza pietà, Occhio di Corvo. Passerai l'eternità come una lumaca di mare, strisciando sulla pancia e mangiando me**a. Se non temi di uccidere il tuo stesso sangue, tagliami la gola e falla finita con me. Sono stanco delle tue pazze vanterie"
Uccidere il mio fratellino, sangue del mio sangue, nato dai lombi di Quellon Greyjoy? E poi chi condividerebbe i miei trionfi? C'è più gusto con una persona che ami al tuo fianco."
"Le tue vittorie sono vuote. Non puoi tenere le Isole Scudo."
"Perchè dovrei volerle tenere?" L'occhio sorridente di suo fratello blillva nella luce della lanterna, blu e sfrontato e pieno di malizia. "Le Scudo hanno assolto il loro scopo. Le ho prese con una mano, e le ho date via con l'altra. Un grande re è generoso, fratello. Ora tocca ai loro nuovo signori tenerle. La gloria di aver conquistato quelle rocce sarà mia per sempre. Quando saranno perdute, la sconfitta apparterrà ai quattro ciocchi che hanno accettato i miei doni con tanto entusiasmo." Si spostò più vicino. "Le nostre navi lunghe stanno razziando su per il Mander, fino ad Arbor e agli Stretti dei Redwyne. La vecchia via, fratello."
"Pazzia. Lasciami andare," ordinò Capelli Bagnati con al sua voce più severa. "O rischia la furia del dio."
Euron tirò fuori dal nulla una pelle inzuppata e una coppa di vino. "Hai l'aspetto assetato," disse mentre versava. "Hai bisogno di una bevuta. Un assaggio di ombra della sera."
"No." Aeron girò la faccia. "No, ho detto."
"E io ho detto si." Euron gli tirò indietro al testa per i capelli e gli forzò il vile liquore in bocca un'altra volta. Sebbene Aeron chiudesse la bocca con forza, girando la testa da una parte all'altra, alla fine dovette scegliere tra soffocare o inghiottire.
I sogni furono persino peggiori la seconda volta. Vide le lunghe navi degli Uomino di Ferro in fiamme e alla deriva su un mare ribollente, rosso sangue. Vide suo fratello di nuovo sul Trono di Ferro [NdT Trono di Spade versione Altieriana], ma Euron non era più umano. Sembrava più calamaro che uomo, un mostro generato da un kraken degli abissi, la sua faccia un massa di tentacoli che si contorcevano. Accanto a lui stava in piedi un'ombra a forma di donna, lunga e alta e terribile, le sue mani ravvivate da pallido fuoco bianco. Dei nani saltellavano per il loro divertimento, maschio e femmina, allacciati in atti carnali, mordendosi e lacerandosi l'un l'altro mentre Euron e la sua compagna ridevano e ridevano e ridevano.
Aeron sognò anche di annegare. Qualunque fosse la benedizione che sicuramente seguiva giù nelle cave acquose del Dio Affogato, era il terrore la cosa che persino i fedeli sentivano, quando l'acqua riempiva loro naso bocca e polmoni, e non potevano respirare.
Tre volte Capelli Bagnati si svegliò, e tre volte si rivelò non essere un vero risveglio, solo un altro capitolo entro il sogno.
Ma alla fine venne un giorno in cui la porta del sotterraneo si spalancò e un muto entrò rumorosamente senza cibo in mano; invece aveva in una mano un mazzo di chiavi e nell'altra una lanterna. La luce era troppo brillante per guardarla, ed Aeron aveva paura di quello che ciò poteva significare. Luminosa e terribile. Qualcosa è cambiato. Qualcosa è successo.
"Portateli," disse una voce quasi familiare nell'oscurità senza speranza. "Sbrigatevi, lo sapete come diventa."
Oh, io lo so. Lo so da quando ero un ragazzino.
Un septon fece un rumore terrificante [NdT terrificato? Refuso?] mentre gli toglieva le catene, un suono mezzo soffocato che poteva esser stato un tentativo di parlare. Lo stregone appeso senza gambe fissò in basso l'acqua nera, le sue labbra che si muovevano in silenziosa preghiera. Quando il muto venne per Aeron, egli cercò di lottare, ma la forza se ne era andata dalle sue membra, e tutto quello che servì per calmarlo fu un solo colpo. Il suo polso fu liberato dalla catena e l'altro scivolò libero da solo. Quando cercò di fare un passo, le sue gambe da vecchio si piegarono sotto di lui. Nemmeno uno dei prigionieri era in condizioni di camminare. Alla fine, i muti dovettero chiamare altri dei loro. Due afferrarono Aeron per ule braccia e lo trascinarono su per la scala a chiocciola. I suoi piedi battevano contro gli scalini mentre saliva, mandandogli fitte di dolore su per la gamba. Si morse le labbra per impedirsi di gridare. Il prete poteva sentire gli stregoni balbettare appena dietro di lui. Il septon era alla retroguardia, singhiozzante e ansimante. Ad ogni giro della scala, i gradini diventavano più luminosi finchè finalmente apparve una finestra nel muro a sinistra. Era solo una fessura nella pietra, non ci passava una mano nuda, ma era abbastanza larga da proiettare una lama di luce solare.
Così dorata, pensò Capelli Bagnati. Così bella.
Quando lo tirarono su per gli scalini entro la luce sentì calore sulla faccia e le lacrime gli rotolarono lungo le guance.
Il mare. Posso sentire l'odore del mare. Il Dio Affogato non mi ha abbandonato. Il mare mi renderà di nuovo integro. Quel che è morto non può morire, ma risorge di nuovo, più duro e più forte.
"Portatemi all'acqua," ordinò, come se fosse ancora nelle Isole circondato dai suoi annegati; ma i muti erano creature di suo fratello e non gli prestarono attenzione.
Lo trascinarono giù per un'altra serie di gradini di pietra attraverso una galleria illuminata da torce, e in una squallida sala di pietra dove una dozzina di cadaveri pendevano dalle travi, girando su se stessi e oscillando. Una dozzina dei capitani di Euron erano riuniti nella sala, e bevevano vino sotto i cadaveri. Lucas Codd Il Mancino sedeva al posto d'onore, indossando un pesante arazzo di seta come un mantello. Accanto a lui il Rematore Rosso, e più giù John Mayer Facciadipece, Manodipietra, e Ruggin Barbadisale.
"Chi sono questi morti," volle sapere Aeron. La sua lingua era così gonfia che le parole uscivano in un sospiro rugginoso, debole come la scorreggia di un topo.
"Sono quelli che hanno aiutato il signore a tenere questo castello, suoi parenti," la voce apparteneva a Torwald Dentemarrone, uno dei capitani di suo fratello, una creatura vile quasi quanto Occhio di Corvo stesso.
"Porci," disse un'altra vile creatura, quello che chiamavano il Rematore Rosso. "Questa era la loro isola. Un sasso, appena fuori dell'Arbor. Hanno osato grugnire minacce verso di noi. Redwyne, grugnito. Hightower, grugnito, Tyrell, grugnito grugnito grugnito. Così li abbiamo spediti a strillare all'inferno."
L'Arbor. Da quando il Dio Affogato lo aveva benedetto con la seconda vita Aeron Capelli Bagnati non si era mai avventurato così lontano dalle Isole di Ferro.
Questo non è il mio posto. Non dovrei essere qui. Dovrei essere in mezzo ai miei annegati, a predicare contro Occhio di Corvo.
"Son stati buoni con voi i vostri dei, giù al buio?" chiese Lucas Codd il Mancino.
Uno degli stregoni ringhiò una qualche risposta nella sua brutta lingua orientale.
"Io vi maledico tutti," disse Aeron.
"Le tue maledizioni non hanno potere qui, prete," disse Lucas Codd il Mancino. "Occhio di Corvo ha ben nutrito il tuo Dio Affogato e quello si è ingrassato con i sacrifici. Le parole sono vento, ma il sangue è potere. Ne abbiamo dati a migliaia al mare, e lui ci ha dato vittorie."
"Considerati benedetto, Capelli Bagnati," disse Manodipietra. "Torniamo al mare. La flotta Redwyn striscia sempre più vicino verso di noi. I venti gli sono stati contrari mentre doppiavano Dorne, ma finalmente sono abbastanza vicini da fare coraggio alla vecchietta in Vecchia CIttà, così ora i figli di Leyton Hightower si sono spostati giù lungo il Whispering Soung sperando di prenderci da dietro."
"Tu lo sai com'è esser presi da dietro, vero," disse il Rematore Rosso, ridendo.
"Portateli alle navi", ordinò Torwald Dentemarrone.
E così, Aeron Capelli Bagnati tornò al mare salato. Una dozzina di navi lunghe erano tirate in secca al molo sotto il castello, il doppio spiaggiate lungo la riva. Stendardi familiari fluivano dagli alberi maestri, il kraken dei Greyjoy, la luna di sangue dei Wynch, il corno da guerra dei Goodbrothers, ma ad ogni poppa batteva una bandiera che il prete non aveva ancora mai visto. Un occhio rosso con una pupilla nera sotto una corona di ferro, con due corvi che le facevano la guardia. Oltre di esse un esercito di navi mercantili fluttuavano in un tranquillo mare turchese. Galee, caracche, pescherecci, persino un galeone, una grossa scrofa di nave, grande come un leviatano. Bottino di guerra, Capelli Bagnati lo sapeva.
Euron Occhio di Corvo era in piedi sul ponte della Silenzio, bardato in un'armatura completa di scaglie nere, come Aeron non aveva mai visto. Era scura come fumo, eppure Euron la indossava con la stessa facilità della seta più sottile. Ogni scaglia era bordata in oro rosso che brillava e luccicava quando si muoveva. Era possibile vedere delle figure regolari nel metallo. Spire e glifi e simboli arcani fusi nell'acciaio. Capelli Bagnati sapeva, acciaio di Valyria. La sua armatura è acciaio di Valyria. In tutti i Sette Regni, nessun uomo possedeva un'intera armatura di acciaio di Valyria. Oggetti del genere erano noti quattrocento anni prima, nei giorni prima del Disastro, e anche allora sarebbero costati un regno.
Euron non mentiva. E' stato a Valyria. Non c'era da stupirsi che fosse pazzo.
"Vostra Grazia," disse Torwald Dentemarrone. "Ho qui i preti, Che ne volete fare?"
"Fissateli alle prue", ordinò Euron. "Mio fratello sulla Silenzio. Prendine uno per te. Gli altri se li giochino a dadi. Uno per nave. Che sentano la spuma, il bacio del Dio Affogato, umido e salato."
Questa volta i muti non lo trascinarono dabbasso. Invece lo legarono alla prua della Silenzio accanto alla polena, una ragazza nuda, sottile ma forte, con le braccia protese e i capelli mossi dal vento, ma senza bocca sotto il naso, Legarono stretto Aeron Capelli Bagnati con strisce di pelle che si sarebbero strette una volta inumidite, Vestito solo della barba e del perizoma.
Occhio di Corvo diede un comando. Una vela nera fu issata. Cime vennero gettate e la Silenzio retrocedette dalla spiaggia al battito lento del tamburo del capovoga. I remi salivano, e si immergevano, e salivano di nuovo, battendo l'acqua. Sopra di loro, il castello bruciava. Le fiamme balzavano fuori dalle finestre aperte.
Quando furono ben al largo, Euron tornò da lui.
"Fratello, sembri sentirti solo. Ho un regalo per te."
"Fece un cenno e due dei suoi figli bastardi trascinarono avanti una donna e la legarono alla prua dall'altra parte della polena. Nuda come la vergine senza bocca, il suo ventre liscio che appena cominciava a gonfiarsi per il figlio che portava, le sue guance rosse per le lacrime. Non lottò mentre i ragazzi stringevano i legami. I suoi capelli pendevano davanti alla sua faccia, ma Aeron sapeva lo stesso chi era.
"Falia Flowers" chiamò. "Fatti coraggio, ragazza. Tutto ciò sarà presto finito. E banchetteremo insieme nelle sale d'acqua del Dio Affogato."
La ragazza sollevò la testa ma non gli diede risposta. Capelli Bagnati sapeva che non aveva lingua con cui rispondergli. Si leccò le labbra, e sentì il gusto del sale.

 

 

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Neshira
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Guardiani della Notte
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Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 02 giugno 2016 21:27

Note di traduzione (e non):

1)ci son oparecchi salti di tempo magari poi Martin li cambierà. In italiano è molto più fastidioso, ma non ho voluto appiattire il trapassato prossimo sul passato remoto nè viceversa, perchè lo stacco tra la condizione semionirica di Aeron quando è solo, e il ricordo sempre orribile ma più concreto quando parla con Euron, comunque mi pare meritare! Qui ci starebbe bene che un traduttore professionista ci passasse lo swiffer.


2) 'L'Abbandonato' in italiano non si dice, lo so. Avrei dovuto scrivere almeno 'L'uomo abbandonato'. Ma 'forsaken' in inglese è più forte, poteva starci benissimo la traduzione 'il Dannato', al neutro e non al maschile, riferito a qualcuno che non è più qualcuno ma qualcosa. E leggendo, come era già successo in 'Il principe di Grande Inverno', mi è sembrato che l'aggettivo potesse riferirsi non solo al POV. Si adatta ad Aeron, ok, ma a volte si adatta al suo dio, sicuramente alla povera Flower, a volte imho ad Euron stesso. Che grazie a Martin si conferma come l'unica doverosa eccezione di pazzo-malvagio-nero-dentro-senza-scusanti nella regola di malvagi-si-ma-si-capisce-perchè...ma comunque in questo capitolo a me sembra tenersi costantemente sopra le righe di una disperazione e di una solitudine assurda (magari gradita e meritata eh, ma profonda). Tantissimi passaggi (la fascinazione per i primi omicidi dei fratellastri 'difettati', il non-attaccamento così estremo a persone e cose...) mi hanno fatto pensare alla condizione emotiva stranissima in cui devono vivere i Senza Volto, soprattutto dei primi di cui racconta L'Uomo Gentile. Se fossimo in un libro della Hobb direi senza dubbi che l'uno e gli altri sono malvagi perchè forgiati :P. Onore a chi già dai libri passati diceva che a questo qui non importa nulla di regnare, e che serve un proposito di distruzione molto più oscuro e vasto.

3) 'Red Sea Horse': beh, letteralmente è Cavallo Rosso di Mare o Cavallo del Mare Rosso. Ma in tutta la letteratura martiniana non ho mai visto un accenno di una creatura del genere (o l'ho rimosso), quindi ho pensato che non fosse un secondo dio marino, ma la cavalcatura del Dio Affogato - tra l'altro sono vicini. L'ho tradotto come fosse stato scritto Red Seahorse, cioè Cavalluccio Marino Rosso. Però boh, se qualcuno si ricorda che è un dio delle Isole dell'Estate...

4) La traduzione del passaggio dell'ombra vicino ad Euron è assolutamente letterale: troppo rischioso fare qui qualunque interpretazione, anche se mentre scrivevo a me è venuta in mente Shireen (ignorando alla grande la serie TV): stanno salendo più o meno lì! E le teorie Macchia-Malattia di Pietra-Dio Affogato-Dio Estraneo dopo questo capitolo sembrano meno pazze! E Melisandre ha visto senza dubbio Occhio di Corvo nel futuro!

5) Whispering Soung: non lo trovo nemmeno in AWOIAF. E' un refuso? L'ho lasciato così...

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rhaegar84
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Inviato il 02 giugno 2016 23:06

Ottimo grazie!


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The Sun's Son
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The Sun's Son
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T

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Inviato il 03 giugno 2016 10:55

"Whispering Soung" dovrebbe essere un errore di battitura, infatti ha più senso che sia "whispering sound" che è il nome della baia di fronte a vecchia città

 

http://awoiaf.westeros.org/index.php/Whispering_Sound


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Pilbur
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Pilbur
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Inviato il 03 giugno 2016 15:10

 

nn vedo l'ora di una traduzione (il mio inglese nn è il massimo e leggerlo lentamente mi rovino tutta la lettura)

 

Traduzione (non rivista)

 

--edit---

rivisti i refusi e un po' di punteggiatura e due termini marinari - no, non lo so se la grassa scrofa di nave si può yradurre esattamente don 'galeone' XD

 

--riedit---

 

ok, ho riletto un pezzetto di AFFC e no, non mi pare che Euron abbia preso ostaggi o niente di simile al Kingsmoot, quindi mi sa proprio che i 'captives' del capitolo sono un errore di trascrizione. Chi ha registrato deve aver sentito 'captains' e toppato. Cambiato di conseguenza.

 

 

 

L'Abbandonato
Era sempre mezzanotte nel ventre della bestia.
I muti lo avevano derubato di veste e mantello. Indossava capelli, catene e croste. L'acqua salata gli sciaguattava intorno alle gambe ogni volta che la marea saliva, sollevandosi fino ai genitali, solo per rifluire quando la marea recedeva. I suoi piedi si erano ingrossati ed erano molli e gonfi, cose informi grosse come prosciutti.
Sapeva di trovarsi in qualche prigione sotterranea, ma non dove o da quanto. C'era stato un altro sotterraneo prima di questo, e tra i due la nave, la Silenzio. La notte che lo avevavo spostato aveva visto la luna galleggiare su un mare nero come vino, che lo guardava di sbieco e gli ricordava Euron. Ratti nuotavano nell'acqua al buio, e ogni volta che si addormentava lo mordevano portandolo a gridare e agitarsi. Vermi e pidocchi strisciavano nella barba e sulla cute di Aeron: poteva sentirli muoversi tra i capelli e le punture prudevano in modo insopportabile. Le sue catene erano così corte che non riusciva a raggiungerle per grattarsi. I ceppi che lo tenevano al muro erano vecchi ed arrugginiti e gli tagliavano piedi e polsi; quando la marea si gettava a baciarli, il sale entrava nelle ferite e gli faceva trattenere il fiato.
Quando dormiva, l'oscurità saliva ad inghiottirlo, e dopo arrivava il sogno, ed Urri, e il cigolio di cardini arrugginiti. L'unica luce che entrava nel suo mondo umido arrivava dalle lanterne che i visitatori portavano con sè, e arrivava così di rado che cominciava a fargli male agli occhi. Un uomo senza nome dalla faccia acida gli portava il cibo. Del manzo, duro come ciottoli di legno, pane pieno di larve vive, pesce viscido e puzzolente. Aeron Capelli Bagnati lo buttava giù e sperava di averne ancora, anche se più spesso che no in seguito rigettava i pasti. L'uomo che gli portava il cibo era scuro, cupo, muto. Aeron non dubitava che la sua lingua non ci fosse più. Euron agiva così. LA luce se ne andava insieme al muto, e il suo mondo tornava ad essere un'oscurità fradicia, che odorava di salsedine muffa e feci.
A volte veniva Euron stesso. Aeron si svegliava da qualche sogno per trovare suo fratello, in piedi sopra di lui, la lanterna in mano. Una volta, a bordo della Silenzio, aveva appeso la lanterna ad un sostegno e aveva versato una coppa di vino per ciascuno.
"Bevi con me, fratello" disse.
Quella notte indossava una maglia a scaglie di ferro e un mantello di seta rosso sangue. La pezza per l'occhio era di pelle rossa, le sue labbra blu.
"Perché sono qui" aveva gracchiato Aeron nella sua direzione. Le sue labbra erano dure di croste, la sua voce dura. "Verso dove stiamo navigando?"
"Verso sud. Per conquistare. Bottino, draghi, uomini".
"Il mio posto è sulle isole."
"Il tuo posto è dove ti voglio io. Sono il tuo re".
"Che vuoi da me?".
"Cosa mi puoi offrire che io non abbia già avuto?" sorrise Euron. "Ho lasciato le isole in mano a Erik Forgiaferro il Vecchio e ho sigillato la sua lealtà con la mano della nostra piccola Asha. Non mi andava che ti mettessi a predicare contro il mio diritto a regnare, così ti ho portato con noi."
"Liberami. Il dio lo comanda"
"Bevi con me. Il re lo comanda"
Euron afferrò una manciata dei neri capelli arruffati del prete, gli tirò la testa indietro, e gli sollevò la sua coppa di vino alle labbra, ma quello che fluì nella sua bocca non era vino. Era denso e viscoso, con un gusto che sembrava cambiare ad ogni sorso. Ora amaro, ora acido, ora dolce. Quando Aeron cercò di sputarlo fuori, suo fratello strinse la presa e gliene forzò di più giù per la gola.
"Così prete. Avanti. Bevilo. Il vino degli stregoni. Più dolce della tua acqua di mare, e in esso più verità che in tutti gli dei della terra."
"Che tu sia maledetto" disse Aeron quando la coppa fu vuota. Liquido gli colava sul mento e sulla lunga barba nera.
Se avessi la lingua di ogni uomo che mi ha maledetto, potrei farne un cappotto."
Aeron tirò su il catarro e sputò. La saliva colpì la guancia di suo fraello e rimase appesa lì, lucida, nero-blu. Euron se la tolse con uno scatto dell'indice, poi se la leccò tutta dal dito.
"Il tuo dio ti perdonerà per stanotte. Un qualche dio, perlomeno."
E poi Capelli Bagnati dormì, accasciandosi nelle sue catene. Udì il cigolio di cardini arrugginiti.
"Urri," gridò.
Non c'erano cardini lì, nè porta, nè Urri. Suo fratello Urrigon era morto da tempo, eppure era lì in piedi. Un braccio era nero e gonfio, puzzolente per le larve, ma era ancora Urri. Ancora un ragazzo. Non più vecchio del giorno in cui era morto.
"Sai cosa aspetta sotto il mare, fratello?"
"Il Dio Affogato," disse Aeron, "In cavità d'acqua."
Urri scosse la testa. "Vermi. I vermi ti aspettano, Aeron."
Quando rise, la sua faccia scivolò via, e il prete vide che non era Urri, ma l'occhio ridente di Euron, quello nascosto. Egli mostrava al mondo il suo occhio sanguinoso ora. Scuro e terribile. BArdato dalla testa ai piedi in scaglie scure come l'onice. Sedeva su un cumulo di teschi anneriti, mentre dei nani saltellavano intorno ai suoi piedi e una foresta bruciava dietro di lui.
Poi Euron sollevò un grande corno alle labbra e soffiò, e draghi, e kraken, e sfingi accorsero al suo comando e si inchinarono davanti a lui.
"In ginocchio, fratello," ordinò Occhio di Corvo. "Sono il tuo re. Sono il tuo dio. Adorami, e ti eleverò al rango di mio sacerdote."
"Mai. Nessun uomo senza dio può sedere sulla Sedia di Pietra del Mare".
"E perchè dovrei volere quella roccia dura e nera? Fratello, guarda meglio e vedi dove sono seduto."
Aeron Capelli Bagnati guardò. Il cumulo di teschi era sparito. Ora sotto Occhio di Corvo c'era metallo. Un alto, grandioso seggio di lame e punte di ferro affilato come un rasoio e spade rotte, e da tutte colava sangue. Impalati sugli spuntoni più lunghi c'erano i corpi degli dei. La Vergine era là, e il Padre, e la Madre e il Guerriero e la Vecchia e il Fabbro, persino lo Straniero. Pendevano fianco a fianco con ogni sorta di curiosi dei forestieri, Il Grande Pastore e il Caprone Nero, Trios dalle Tre Teste e Bakkalon il Pallido Fanciullo, il Signore della Luce, e il Dio Farfalla di Naath, e più in là, gonfiati in salme verdi divorate dai granchi, il Dio Affogato andava in putrefazione con l'Ippocampo Rosso, ancora con i capelli gocciolanti.
Poi Euron Occhio di Corvo rise di nuovo e il prete si svegliò urlando nelle interiora della Silenzio mentre piscio gli correva giù per la gamba.
Era solo un sogno, una visione, nata da vile vino nero.
L'Acclamazione di Re era l'ultima cosa che Capelli Bagnati ricordava chiaramente.
Mentre i capitani sollevavano Euron sulle spalle per prenderlo come re, il prete era scivolato via per trovare suo fratello Victarion.
"La blasfemia di Euron porterà la collera del Dio Affogato ad abbattersi su tutti noi," aveva avvertito.
Ma Victarion aveva insistito testardo che il loro dio aveva innalzato il fratello e che gli dei lo avrebbero abbattuto.
Non agirà, aveva allora realizzato il prete. Devo farlo io.
L'Acclamazione di Re aveva scelto Euron Occhio di Corvo, ma l'Acclamazione di Re era costituita di uomini, e gli uomini erano cose deboli e sciocche che si facevano sviare troppo facilmente da oro e bugie.
"Li ho convocati qui, alle Ossa di Nagga, alla Sala del Re Grigio, li ho chiamati tutti insieme per scegliere un re di diritto, ma nella loro ubriaca follia essi hanno peccato."
Toccava a lui disfare quello che avevano fatto.
"I capitani e i re hanno innalzato Euron, ma la gente comune lo abbatterà," promise a Victarion. "Andrò a Grande Wyk, ad Harlaw, Oakmont, alla stessa Pyke. Le mie parole saranno sentite in ogni città e villaggio. Nessun uomo senza dio può sedere sulla Sedia di Pietra del Mare."
Dopo essersi separato dal fratello aveva cercato sollievo nel mare. Pochi dei suoi affogati avevano fatto il gesto di seguirlo, ma Aeron li aveva mandati via con poche parole taglienti. Non voleva altra compagnia che quella di dio. Giù, dove le lunghe navi erano state tirate in secca sulla spiaggia sassosa trovò le nere onde salate a drizzarsi in bianco spumoso, dove si rompevano su una roccia intricata mezza seppellita nella sabbia. L'acqua era gelida mentre vi si inoltrava, ma Aeron non si ritrasse dalla carezza del suo dio. Onde si abbattevano sul suo petto una dietro l'altra, facendolo traballare, ma egli si spinse più in profondità, e ancora più in profondità finchè il muro d'acqua arrivò ad infrangersi sopra la sua testa. Il sapore del sale sulle sue labbra era più dolce di qualunque vino. Mentre si muoveva, il ruggito della canzone di celebrazione saliva dalla spiaggia. Sentiva il cigolio leggero delle navi il cui peso si assestava sulla riva. Udiva il gemito del vento tra le loro cime e il battito delle onde, il martello dei suoi dei che lo chiamava in battaglia.
E in quel luogo e in quel momento il Dio Affogato lo aveva chiamato di nuovo, la sua voce rimbombante dalle profondità del mare, "Aeron, mio degno e fedele servitore, devi dire agli Uomini di Ferro che Occhio di Corvo non è un vero re. Che la Sedia di Pietra del Mare appartiene di diritto a...a...a..."
Non a Victarion. VIctarion si era offerto ai capitani ed essi lo avevano rifiutato. Non Asha. Nel suo cuore, Aeron l'aveva sempre amata più di tutti i figli di suo fratello Balon. Il DIo Affogato l'aveva benedetta con lo spirito guerriero, ma l'aveva anche maledetta con un corpo di donna. Nessuna donna aveva mai governato le Isole di Ferro. Non avrebbe mai dovuto presentarsi alla sfida, avrebbe dovuto parlare per Victarion, aggiungere la sua forza a quella di lui.
Non era troppo tardi, aveva deciso Aeron mentre raggrinziva nel mare. Se Victarion avesse preso Asha in moglie, avrebbero potuto regnare insieme, re e regina. Nei tempi antichi, ogni isola aveva il suo re di sale e il suo re di roccia. Che l'antica via tornasse in vigore.
Aeron Capelli Bagnati era tornato a fatica sulla spiaggia, pieno di sacro zelo. Avrebbe abbattuto Euron, non con spada o ascia ma con il potere della propria fede. Posando con leggerezza i piedi sulle pietre mentre i suoi capelli pesavano neri e zuppi lungo le sue guance, li aveva spinti indietro dagli occhi, ed era stato allora che lo avevavo preso. I muti che lo avevano osservato, aspettato, pedinato attraverso la riva e il vapore. Un mano premuta sulla sua bocca, e qualcosa di duro che si era spezzato sul retro del cranio.
Quando aveva riaperto gli occhi, Capelli Bagnati si era ritrovato incatenato nel buio. E poi era venuta la febbre, e il sapore del sangue in bocca mentre si contorceva tra le catene nelle profondità della Silenzio. Un uomo più debole avrebbe poturo piangere, ma Aeron Capelli Bagnati pregava. Sveglio, addormentato, persino nei suoi sogni febbricitanti, pregava. Il mio dio mi sta mettendo alla prova. Devo essere forte. Devo restare fedele.
Una volta, nel sotterraneo prima di questo, una donna gli aveva portato il cibo al posto del muto di Euron. Una cosina giovane, carina e formosa. Era vestita con il lusso di una signora delle terre verdi. Nella luce della lanterna, era la cosa più adorabile che Aeron avesse mai visto.
"Donna," aveva detto. "Sono un uomo di dio. Te lo ordino. Liberami."
"Oh, non potrei," aveva detto lei. "Ma ho del cibo per te. Porridge e miele."
Si era seduta accanto a lui su uno sgabello e lo aveva imboccato.
"Che posto è questo," aveva chiesto tra una cucchiaiata e l'altra.
"Il castello di mio padre ad Oakenshield."
Le Isole Scudo. Mille leghe da casa.
"E tu chi sei, bambina?"
"Falia Flowers"
"Sei sua figlia naturale?"
"Sarò la moglie di sale di Re Euron. Tu ed io saremo parenti."
Aeron Capelli Bagnati aveva sollevato gli occhi a quelli di lei, le sue labbra piene di croste coperte di porridge umido.
"Donna," e le sue catene tintinnarono quando si mosse. "Fuggi. Ti farà del male. Ti ucciderà."
Lei aveva riso. "Stupido. Non lo farà. Sono il suo amore, la sua signora. Mi fa dei regali. Così tanti regali. Sete e pellicce e gioielli. Stracci e rocce, li chiama."
"Occhio di Corvo non dà valore a certe cose."
Era una delle cose che attirava gli uomini al suo servizio. La maggior parte dei capitani si tenevano la quota maggiore del bottino, ma Euron non prendeva quasi nulla per sè.
"Mi dà ogni vestito che voglio," diceva la ragazza tutta felice e soddisfatta. "Le mie sorelle erano abituate a farsi servire da me a tavola, ma Euron le ha fatte servire tutta la sala nude. Perchè dovrebbe farlo se non per amor mio?"
Aveva posato la mano sul proprio ventre e aveva lisciato il tessuto del vestito. "Gli darò dei figli maschi. Tanti figli maschi."
"Ha già dei figli maschi. Di infima nascita e bastardi, dice Euron."
"I miei figli verranno prima di loro, ha giurato davanti al vostro Dio Affogato."
Aeron pianse per lei. Lacrime di sangue, pensò.
"Devi portare un messaggio a mio fratello. Non Euron ma Victarion, l'Ammiraglio della Flotta di Ferro. Sai di chi parlo?"
Falia fece un passo indietro.
"Si," disse. "Ma non potrei portargli messaggi, se n'è andato."
Andato. Quello era il colpo peggiore di tutti. "Andato dove?"
"Ad est," disse lei. "Con tutte le sue navi. Porterà i draghi a Westeros. Io sarò la moglie di sale di Euron, ma il mio amore deve anche avere una moglie di roccia, una regina per governare tutta Westeros al suo fianco. Dicono che è la donna più bella del mondo, ed ha dei draghi. Noi due saremo vicine come sorelle."
Aeron Capelli Bagnati la sentiva a malapena. Victarion se ne era andato, mezzo mondo lontano, o morto. Di sicuro il Dio Affogato lo stava mettendo alla prova. Questa era una lezione per lui. Non devo credere ancora negli uomini - solo la mia fede può salvarmi ora.
Quella notte quando la marea tornò prepotente nella cella, egli pregò che potesse salire tutta la notte, abbastanza da mettere fine al suo tormento. Sono stato il tuo fedele e leale servitore, pregò, inclinandosi nelle sue catene.
Ma nessun salvataggio era arrivato, solo i muti a liberarlo dai ceppi e a trascinarlo senza delicatezza su per una lunga scala di pietra, fino a dove la Silenzio fluttuava su un mare freddo e nero. E pochi giorni dopo mentre le sue fiancate rabbrividivano nella morsa di qualche tempesta, Occhio di Corvo scese di nuovo sottocoperta, lanterna in mano. Questa volta nell'altra mano teneva un pugnale.
"Ancora preghiere prete? Il tuo dio ti ha abbandonato."
"Ti sbagli."
"Sono io che ti ho insegnato a pregare, fratellino, hai dimenticato? Ti venivo a trovare in camera da letto di notte quando avevo bevuto troppo. Dividevi una camera con Urrigon su nella Torre del Mare. Potevo sentirti pregare da fuori la porta. Mi sono sempre chiesto, pregavi perchè scegliessi te, o che passassi oltre?"
Euron premete il coltello alla gola di Aeron.
"Prega me. Pregami di mettere fine al tuo tormento, e lo farò."
"Nemmeno tu oseresti," disse Capelli Bagnati. "Sono tuo fratello. Nessun uomo è più maledetto di chi uccide un consanguineo."
"Sia come sia, io indosso una corona, e tu marcisci in catene. Com'è che il tuo Dio Affogato lo permette, quando io ho ucciso tre fratelli?"
Aeron riuscì solo a guardarlo a bocca aperta.
"Tre?"
"Beh, se conti i fratellastri. TI ricordi il piccolo Robin? Creatura schifosa. Ti ricordi quella sua testa grossa, com'era morbida? Non faceva altro che miagolare e ca***e. E' stato il mio secondo. Harlon è stato il primo. Tutto quello che ho dovuto fare è stato stringergli il naso. Il morbo grigio gli aveva trasformato la bocca in pietra, così non ha potuto gridare. I suoi occhi erano frenetici mentre moriva. Hanno fatto il mio nome. Quando la vita lo ha abbandonato, sono uscito e ho pisciato nel mare ed ho pregato il dio di colpirmi. Nessuno lo ha fatto. Oh, e Balon è stato il terzo, ma questo lo sapevi. Non ho potuto farlo io stesso, ma è stata la mia mano che lo ha spinto dal ponte."
Occhio di Corvo. spinse il pugnale poco più a fondo, e Aeron sentì il sangue gocciolargli giù per il collo.
"Se il tuo Dio Affogato non mi ha abbattuto per aver ucciso tre fratelli, perchè dovrebbe darsi una mossa per il quarto? Perchè tu sei un suo sacerdote?"
Fece un passo indietro e rinfoderò il pugnale.
"No, non ti ucciderò stanotte, un uomo sacro con sangue sacro. Potrei aver bisogno di quel sangue più avanti. Per ora, sei condannato a vivere."
Uomo sacro con sangue sacro, Aeron pensò mentre suo fratello si arrampicava di nuovo sul ponte. Si prende gioco di me e si prende gioco del dio. Assassino di consanguinei. Blasfemo. Demone in veste umana. Quella notte egli pregò per la morte di suo fratello.
Fu nel secondo sotterraneo che gli altri uomini sacri cominciarono ad apparire, per condividere la sua tortura. Tre indossavano le vesti dei septon delle terre verdi, ed uno i paramenti rossi di un prete di R'Hllor. L'ultimo era a malapena riconoscibile come uomo. Entrambe le sue mani erano state bruciate fino all'osso e la sua faccia era un orrore annerito e carbonizzato dove due occhi ciechi si muovevano senza vedere sulle guance spaccate, colando pus. Era morto entro poche ore da quando era stato incatenato al muro, ma i muti lasciarono il suo corpo a gonfiarsi lì per altri tre giorni. Per ultimo, ci furono tre stregoni dell' Est, con la carne bianca come i funghi e le labbra del blu-viola di un brutto livido, entrambi così smunti e smagriti che rimanevano solo pelle e ossa. Uno aveva perso le gambe. I muti lo avevano appeso ad una trave.
"Pree," gridava mentre oscillava avanti e indietro. "Pree, pree." Forse era il nome del demone che adorava.
Il Dio Affogato mi protegge, si diceva il prete. Egli è più forte deglli altri dei che essi adoravano, più forte della loro magia nera. Il Dio Affogato mi libererà. Nei suoi momenti di maggiore sanità mentale, Aeron si chiedeva perchè Occhio di Corvo stesse collezionando preti, ma non pensava che la risposta gli sarebbe piaciuta.
Victarion se ne era andato, e con lui la speranza. Gli affogati di Aeron probabilmente credevano che Capelli Bagnati fosse nascosto a Vecchia Wyk, o Grande Wyk, o Pyke, e si chiedevano quando sarebbe venuto fuori a parlare contro il loro re senza dio. Urrigon infestava i suoi sogni febbrili.
Sei morto ora Urri, pensava Aeron. Dormi ora, bambino, e non darmi più problemi. Presto ti raggiungerò. Ogni volta che Aeron pregava, lo stregone senza gambe produceva degli strani rumori, e i suoi compagni balbettavano selvaggiamente nella loro strana lingua orientale, anche se il prete non avrebbe saputo dire se stavano supplicando o pronunciando maledizioni. Anche i septon di tanto in tanto producevano rumori leggeri, ma non parole che lui potesse capire. Aeron sospettava che gli fosse stata tagliata la lingua.
Quando Euron tornò, i suoi capelli erano tirati dritto indietro dalla fronte, e le sue labbra erano così blu da essere quasi nere. Aveva messo da parte la corona di legno portato dal mare. Al suo posto indossava una corona di ferro le cui punte erano costituite da denti di squalo.
"Quel che è morto non può morire," disse Aeron con forza. "Poichè ha gustato la morte una volta e non avrà mai più timore. E' annegato ma è tornato di nuovo con fuoco e acciaio."
"Farai lo stesso, fratello?" chiese Euron. "Penso di no. Penso che se ti dovessi affogare, resteresti affogato. Tutti gli dei sono bugie, ma il tuo è ridicolo. Una cosa pallida, bianca, dall'aspetto umano, le sue membra gonfie, i suoi capelli fluttuanti nell'acqua mentre i pesci gli mordicchiano la faccia - che razza di sciocco adorerebbe una cosa del genere?"
"E' anche il tuo dio," insistette Capelli Bagnati. "E quando morirai, ti giudicherà senza pietà, Occhio di Corvo. Passerai l'eternità come una lumaca di mare, strisciando sulla pancia e mangiando me**a. Se non temi di uccidere il tuo stesso sangue, tagliami la gola e falla finita con me. Sono stanco delle tue pazze vanterie"
Uccidere il mio fratellino, sangue del mio sangue, nato dai lombi di Quellon Greyjoy? E poi chi condividerebbe i miei trionfi? C'è più gusto con una persona che ami al tuo fianco."
"Le tue vittorie sono vuote. Non puoi tenere le Isole Scudo."
"Perchè dovrei volerle tenere?" L'occhio sorridente di suo fratello blillva nella luce della lanterna, blu e sfrontato e pieno di malizia. "Le Scudo hanno assolto il loro scopo. Le ho prese con una mano, e le ho date via con l'altra. Un grande re è generoso, fratello. Ora tocca ai loro nuovo signori tenerle. La gloria di aver conquistato quelle rocce sarà mia per sempre. Quando saranno perdute, la sconfitta apparterrà ai quattro ciocchi che hanno accettato i miei doni con tanto entusiasmo." Si spostò più vicino. "Le nostre navi lunghe stanno razziando su per il Mander, fino ad Arbor e agli Stretti dei Redwyne. La vecchia via, fratello."
"Pazzia. Lasciami andare," ordinò Capelli Bagnati con al sua voce più severa. "O rischia la furia del dio."
Euron tirò fuori dal nulla una pelle inzuppata e una coppa di vino. "Hai l'aspetto assetato," disse mentre versava. "Hai bisogno di una bevuta. Un assaggio di ombra della sera."
"No." Aeron girò la faccia. "No, ho detto."
"E io ho detto si." Euron gli tirò indietro al testa per i capelli e gli forzò il vile liquore in bocca un'altra volta. Sebbene Aeron chiudesse la bocca con forza, girando la testa da una parte all'altra, alla fine dovette scegliere tra soffocare o inghiottire.
I sogni furono persino peggiori la seconda volta. Vide le lunghe navi degli Uomino di Ferro in fiamme e alla deriva su un mare ribollente, rosso sangue. Vide suo fratello di nuovo sul Trono di Ferro [NdT Trono di Spade versione Altieriana], ma Euron non era più umano. Sembrava più calamaro che uomo, un mostro generato da un kraken degli abissi, la sua faccia un massa di tentacoli che si contorcevano. Accanto a lui stava in piedi un'ombra a forma di donna, lunga e alta e terribile, le sue mani ravvivate da pallido fuoco bianco. Dei nani saltellavano per il loro divertimento, maschio e femmina, allacciati in atti carnali, mordendosi e lacerandosi l'un l'altro mentre Euron e la sua compagna ridevano e ridevano e ridevano.
Aeron sognò anche di annegare. Qualunque fosse la benedizione che sicuramente seguiva giù nelle cave acquose del Dio Affogato, era il terrore la cosa che persino i fedeli sentivano, quando l'acqua riempiva loro naso bocca e polmoni, e non potevano respirare.
Tre volte Capelli Bagnati si svegliò, e tre volte si rivelò non essere un vero risveglio, solo un altro capitolo entro il sogno.
Ma alla fine venne un giorno in cui la porta del sotterraneo si spalancò e un muto entrò rumorosamente senza cibo in mano; invece aveva in una mano un mazzo di chiavi e nell'altra una lanterna. La luce era troppo brillante per guardarla, ed Aeron aveva paura di quello che ciò poteva significare. Luminosa e terribile. Qualcosa è cambiato. Qualcosa è successo.
"Portateli," disse una voce quasi familiare nell'oscurità senza speranza. "Sbrigatevi, lo sapete come diventa."
Oh, io lo so. Lo so da quando ero un ragazzino.
Un septon fece un rumore terrificante [NdT terrificato? Refuso?] mentre gli toglieva le catene, un suono mezzo soffocato che poteva esser stato un tentativo di parlare. Lo stregone appeso senza gambe fissò in basso l'acqua nera, le sue labbra che si muovevano in silenziosa preghiera. Quando il muto venne per Aeron, egli cercò di lottare, ma la forza se ne era andata dalle sue membra, e tutto quello che servì per calmarlo fu un solo colpo. Il suo polso fu liberato dalla catena e l'altro scivolò libero da solo. Quando cercò di fare un passo, le sue gambe da vecchio si piegarono sotto di lui. Nemmeno uno dei prigionieri era in condizioni di camminare. Alla fine, i muti dovettero chiamare altri dei loro. Due afferrarono Aeron per ule braccia e lo trascinarono su per la scala a chiocciola. I suoi piedi battevano contro gli scalini mentre saliva, mandandogli fitte di dolore su per la gamba. Si morse le labbra per impedirsi di gridare. Il prete poteva sentire gli stregoni balbettare appena dietro di lui. Il septon era alla retroguardia, singhiozzante e ansimante. Ad ogni giro della scala, i gradini diventavano più luminosi finchè finalmente apparve una finestra nel muro a sinistra. Era solo una fessura nella pietra, non ci passava una mano nuda, ma era abbastanza larga da proiettare una lama di luce solare.
Così dorata, pensò Capelli Bagnati. Così bella.
Quando lo tirarono su per gli scalini entro la luce sentì calore sulla faccia e le lacrime gli rotolarono lungo le guance.
Il mare. Posso sentire l'odore del mare. Il Dio Affogato non mi ha abbandonato. Il mare mi renderà di nuovo integro. Quel che è morto non può morire, ma risorge di nuovo, più duro e più forte.
"Portatemi all'acqua," ordinò, come se fosse ancora nelle Isole circondato dai suoi annegati; ma i muti erano creature di suo fratello e non gli prestarono attenzione.
Lo trascinarono giù per un'altra serie di gradini di pietra attraverso una galleria illuminata da torce, e in una squallida sala di pietra dove una dozzina di cadaveri pendevano dalle travi, girando su se stessi e oscillando. Una dozzina dei capitani di Euron erano riuniti nella sala, e bevevano vino sotto i cadaveri. Lucas Codd Il Mancino sedeva al posto d'onore, indossando un pesante arazzo di seta come un mantello. Accanto a lui il Rematore Rosso, e più giù John Mayer Facciadipece, Manodipietra, e Ruggin Barbadisale.
"Chi sono questi morti," volle sapere Aeron. La sua lingua era così gonfia che le parole uscivano in un sospiro rugginoso, debole come la scorreggia di un topo.
"Sono quelli che hanno aiutato il signore a tenere questo castello, suoi parenti," la voce apparteneva a Torwald Dentemarrone, uno dei capitani di suo fratello, una creatura vile quasi quanto Occhio di Corvo stesso.
"Porci," disse un'altra vile creatura, quello che chiamavano il Rematore Rosso. "Questa era la loro isola. Un sasso, appena fuori dell'Arbor. Hanno osato grugnire minacce verso di noi. Redwyne, grugnito. Hightower, grugnito, Tyrell, grugnito grugnito grugnito. Così li abbiamo spediti a strillare all'inferno."
L'Arbor. Da quando il Dio Affogato lo aveva benedetto con la seconda vita Aeron Capelli Bagnati non si era mai avventurato così lontano dalle Isole di Ferro.
Questo non è il mio posto. Non dovrei essere qui. Dovrei essere in mezzo ai miei annegati, a predicare contro Occhio di Corvo.
"Son stati buoni con voi i vostri dei, giù al buio?" chiese Lucas Codd il Mancino.
Uno degli stregoni ringhiò una qualche risposta nella sua brutta lingua orientale.
"Io vi maledico tutti," disse Aeron.
"Le tue maledizioni non hanno potere qui, prete," disse Lucas Codd il Mancino. "Occhio di Corvo ha ben nutrito il tuo Dio Affogato e quello si è ingrassato con i sacrifici. Le parole sono vento, ma il sangue è potere. Ne abbiamo dati a migliaia al mare, e lui ci ha dato vittorie."
"Considerati benedetto, Capelli Bagnati," disse Manodipietra. "Torniamo al mare. La flotta Redwyn striscia sempre più vicino verso di noi. I venti gli sono stati contrari mentre doppiavano Dorne, ma finalmente sono abbastanza vicini da fare coraggio alla vecchietta in Vecchia CIttà, così ora i figli di Leyton Hightower si sono spostati giù lungo il Whispering Soung sperando di prenderci da dietro."
"Tu lo sai com'è esser presi da dietro, vero," disse il Rematore Rosso, ridendo.
"Portateli alle navi", ordinò Torwald Dentemarrone.
E così, Aeron Capelli Bagnati tornò al mare salato. Una dozzina di navi lunghe erano tirate in secca al molo sotto il castello, il doppio spiaggiate lungo la riva. Stendardi familiari fluivano dagli alberi maestri, il kraken dei Greyjoy, la luna di sangue dei Wynch, il corno da guerra dei Goodbrothers, ma ad ogni poppa batteva una bandiera che il prete non aveva ancora mai visto. Un occhio rosso con una pupilla nera sotto una corona di ferro, con due corvi che le facevano la guardia. Oltre di esse un esercito di navi mercantili fluttuavano in un tranquillo mare turchese. Galee, caracche, pescherecci, persino un galeone, una grossa scrofa di nave, grande come un leviatano. Bottino di guerra, Capelli Bagnati lo sapeva.
Euron Occhio di Corvo era in piedi sul ponte della Silenzio, bardato in un'armatura completa di scaglie nere, come Aeron non aveva mai visto. Era scura come fumo, eppure Euron la indossava con la stessa facilità della seta più sottile. Ogni scaglia era bordata in oro rosso che brillava e luccicava quando si muoveva. Era possibile vedere delle figure regolari nel metallo. Spire e glifi e simboli arcani fusi nell'acciaio. Capelli Bagnati sapeva, acciaio di Valyria. La sua armatura è acciaio di Valyria. In tutti i Sette Regni, nessun uomo possedeva un'intera armatura di acciaio di Valyria. Oggetti del genere erano noti quattrocento anni prima, nei giorni prima del Disastro, e anche allora sarebbero costati un regno.
Euron non mentiva. E' stato a Valyria. Non c'era da stupirsi che fosse pazzo.
"Vostra Grazia," disse Torwald Dentemarrone. "Ho qui i preti, Che ne volete fare?"
"Fissateli alle prue", ordinò Euron. "Mio fratello sulla Silenzio. Prendine uno per te. Gli altri se li giochino a dadi. Uno per nave. Che sentano la spuma, il bacio del Dio Affogato, umido e salato."
Questa volta i muti non lo trascinarono dabbasso. Invece lo legarono alla prua della Silenzio accanto alla polena, una ragazza nuda, sottile ma forte, con le braccia protese e i capelli mossi dal vento, ma senza bocca sotto il naso, Legarono stretto Aeron Capelli Bagnati con strisce di pelle che si sarebbero strette una volta inumidite, Vestito solo della barba e del perizoma.
Occhio di Corvo diede un comando. Una vela nera fu issata. Cime vennero gettate e la Silenzio retrocedette dalla spiaggia al battito lento del tamburo del capovoga. I remi salivano, e si immergevano, e salivano di nuovo, battendo l'acqua. Sopra di loro, il castello bruciava. Le fiamme balzavano fuori dalle finestre aperte.
Quando furono ben al largo, Euron tornò da lui.
"Fratello, sembri sentirti solo. Ho un regalo per te."
"Fece un cenno e due dei suoi figli bastardi trascinarono avanti una donna e la legarono alla prua dall'altra parte della polena. Nuda come la vergine senza bocca, il suo ventre liscio che appena cominciava a gonfiarsi per il figlio che portava, le sue guance rosse per le lacrime. Non lottò mentre i ragazzi stringevano i legami. I suoi capelli pendevano davanti alla sua faccia, ma Aeron sapeva lo stesso chi era.
"Falia Flowers" chiamò. "Fatti coraggio, ragazza. Tutto ciò sarà presto finito. E banchetteremo insieme nelle sale d'acqua del Dio Affogato."
La ragazza sollevò la testa ma non gli diede risposta. Capelli Bagnati sapeva che non aveva lingua con cui rispondergli. Si leccò le labbra, e sentì il gusto del sale.

 

 

 

 

Ha ragione, "captives" è certamente un errore. I personaggi in questione sono i "captains" di Euron. Il Rematore Rosso è tra i suoi principali sostenitori all'Acclamazione.


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sharingan
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