Mi prendono spesso di te
confusi sensi di lontananza
distanza vacua che allunga le immagini,
le schernisce in tremolanti icone di poveri sorrisi.
E così ti deformi in parole e frasi incompiute,
in sguardi e visi che offrono alle mie dita
una carne impalpabile.
Ed è come tirarsi dietro la memoria
in una notte così vuota e lunga
da sembrare un'eternità di stagioni.
Mille stelle nel cielo non mostrano altro,
che niente risulta diverso,
seppur possa, ognuna di esse, brillare.
L'oscurità è a dettarne l'intenso.
Il fuoco pulsante e la luce splendente.
Togli l'abisso più nero, e infinite bellezze cadranno,
senza valore.
Spegnile tutte, anche una per una,
Finalmente vedrai quanto buio rimane.
Ho scoperto ora questa discussione, molto interessante...
Qualche tempo fa scrivevo poesie, cercando di sperimentare, facendo il più possibile labor limae e cercando di usare un linguaggio semplice e chiaro per spingere maggiormente sulla musicalità e i livelli di significato... ahimè chissà dove ho ficcato i miei lavori.
L'unica che mi ricordo, proprio perché è brevissima è la seguente...
Guarisco se filtro dal suono
una nota, un'immagine viva.
Se non mi mandate a quel paese magari ogni tanto scrivo qualcosa ahahah.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
No tutt'altro
Scrivi! XD Hahahahaha
No veramente, ben vengano le tue poesie!
Specie se cerchi la musicalità poi... molto interessato :)
Ahahah ok, allora quando ho tempo mi metto sotto e condivido qualcosa
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Dolce,
è riposo
lento
che scivola
nei pensieri.
Tenero,
è piatto
e pur sembra
che sinuoso
si muova
tra le onde
tenui
della notte,
calmo
il tuo abbraccio
che ai tuoi
attimi
mi lega
con morbidi
lacci
d'argento
e malva.
Lì,ove
lo sguardo
del mare
l'orlo
non scorge,
lì sotto
le nostre
anime,
sai che
ti è accanto.
Spiragli
d'amore
o scherzi
del destino,
il silenzio
della notte
ci avvicina.
C'è un chiaro
silenzio
che si illumina
sulle tue parole
e nella notte
il tiepido
calore
del nostro
abbraccio
d'amaranto
risplende
nei sordi
sentieri
opachi
del tempo.
E sfiori
una struggente
perfezione
quanto questo
infinito
specchio
s'innalza
agli angoli
più remoti
delle stelle
Od il sole
infiamma,
o sei mio
soltanto.
E quale
autentica
armonia
rapisce
i nostri sguardi
e frantuma
il respiro,
sconvolge
l'animo
fino al tuo
volto,
corpo
che amo.
Voce
di petali
sinuosi.
Oceano
a braccia
aperte...
gridi.
Come quel senso di risveglio perso appena aperti gli occhi,
come quel soffio di respiro dato senza prender fiato,
restare a esistere per chi vuole vedere,
non trasmettendo tracce che sul niente a ricordare.
Che cosa poi sia il vivere davvero?
Che a chi non ne capisce, non c'è posto ad arrivare?
E cosa sia il battito più forte in petto,
o che di sguardo acceso sconosciuto nei riflessi?
non saper guardare,
ma scrivere parole e sogni, per poterne traspirare,
o non vedere dentro a motivare,
ma a illudere se stessi per volare.
E voi,
voi che più di tutti gli altri guardate in faccia,
avrete sempre da mostrare quel che dio vi ha regalato,
e inconcepibile rimane tutto quel che vi è diverso,
forse che vi disturbi quanto dico?
Forse che vi prospetti un dubbio mai pensato?
Io vi consiglio almeno questa volta,
ridete verso chi vita non ha mai imparato.
E la ragione è vostra, non c'è che dire,
se quanto esce da viscere rose dal sangue,
angeli non riescono a dar nome.
Seppure,
a ben vedere, gli angeli
son genere d'amore.
Sono scappati i cavalli azzurri
dalle stalle dei tuoi pensieri, corrono liberi
sulle tue dita, sulle mie, sugli occhi
che aprono piste, lanciano ponti, passerelle
di emozioni, sudori, tremori.
Chiudi le porte, non lasciare che tornino
all'oscurita'delle greppie, alle foibe
delle angosce, ai silenzi inattivi di mute
attese.Lasciali, sentili nel galoppo, nel tumulto
della vittoria, là dove si corre un palio
che non conoscevi, neanche immaginavi.
Senti come corrono, mandrie
di impronte volanti, di segni ventosi,
di ansiti ritmati su lunghe distanze,
di sbuffi e narici dilatate nei sogni
che poi la notte riordini
con labbra umide di tremante fantasia.
Nell'urlante ippodromo che dentro
tambureggia,corro una scandalosa felicità.
Nell'aria annuso piogge bracconiere
e brecce-immagini-a solleticanti
moti,scorrerie ad arrischiare
mete,e il delirio di una lunghezza
infine,sull'ebbrezza del traguardo.
È Dioniso,
che scortica
che corre
che morsica.
Ebbene l'ispirazione è riuscita a tornare. Tra qualche giorno pubblico uno scritto. Giusto il tempo di scrivere e dare una letta.
Nuovo estratto dalla saga...:) Buona lettura!
Getta
in alto
l'essenza
dell'attimo
perfetto
e le rose
mai colte
ed il sogno
della luce.
Voleranno,
si confonderanno,
vivranno
finché tu vorrai.
Raccogli
l'eterno
negli occhi
chiari,
spoglialo
dei rancori,
rendilo
struggente.
Puro.
Parlerà
del tuo tempo
e dell'amore
che fra noi vive.
Per sempre.
questo è quello che ritengo il prologo della mia saga. Buona lettura!
Questa è abbastanza particolare. Si chiama "silenzio"
Silenzio