Grazie per il tempo concesso! avevo ormai gettato la spugna, invece ne ho approfittato per raccogliere le fila sparse del mio racconto...
XXIX Contest di Scrittura Creativa
Titolo: Magazzini Generali
MAGAZNINI GENFRA_I
<< Sei solo un caxxsotto. L’ho sempre saputo che lo eri. >> il tono nella voce stridula di Ambrogio, un misto tra soddisfazione e derisione, non lasciava spazio ad alcuna replica.
Le medie erano finite, ed ora Giovanni doveva vincere la scommessa fatta con i suoi amici. E con Jessica, soprattutto con Jessica: attraversare l’immenso edificio abbandonato che una volta ospitava i Magazzini Generali della città. Entrare dalla diroccata porta centrale ed uscire dal buco nella recinzione del lato posteriore. Niente di più, niente di meno.
<< Dai Giova, caxxo! Andiamo, l’abbiamo fatto tutti, manchi solo tu! >> Vincenzo non era crudele come Ambrogio, era solo troppo grasso per stare sotto il Sole in quell'afoso pomeriggio di Giugno.
Giovanni se ne stava ancora lì, con gli occhi stretti per il riverbero dell’asfalto, intento a fissare l’insegna arrugginita in cima al cancello, dove l’edera contendeva la corona al filo spinato.
Un senso di nausea crescente e la bocca secca lo avevano costretto ad un silenzio prolungato.
Del rudere si intravedeva poco, solo le grigie mura del deposito centrale, una delle torri cisterna ed il tetto spiovente della vecchia cella frigorifera. Tutte le finestre che davano sulla strada erano state murate. Nessun lucchetto, nessun crimine, neanche un graffito. Un cadavere di cemento dimenticato ai margini del mondo.
“Devo dire qualcosa, devo fare qualcosa.” Pensò. Con la coda dell’occhio trovò Jessica, i suoi riccioli neri agitavano i suoi sogni. “Non posso fare una figura di mexxa davanti a lei.”
<< Ok. Vado. >> disse con ostentata sicurezza e si incamminò.
<< Coraggio Giovanni, alla fine è solo una passeggiata. Noi ti aspettiamo all'uscita dall'altra parte... e ricorda, il buio è solo assenza di luce, nient’altro. >> la voce di Jessica gli ricordava il pane col miele che gli preparava la mamma.
Accennò un sorriso come risposta, si asciugò il sudore dalla fronte con il dorso della mano ed entrò.
La prima sensazione fu di sollievo. Faceva fresco lì dentro. E non era un posto tanto buio, dominava piuttosto una penombra diffusa grazie alle numerose lamiere cadute dal soffitto.
Dallo sconfinato salone d’ingresso partivano tre corridoi, uno per parete, e Giovanni imboccò quello di fronte a lui. “Se c’è un uscita dev’essere da questa parte.” Tossì per la polvere sospesa nell’aria.
Stanza dopo stanza, l’interno dell’edificio si rivelò lo scheletro di quello che era un tempo: un susseguirsi di tubature e fili elettrici esposti, mensole di ferro vuote, pareti dall’intonaco ammuffito. E nessuna porta. Tutte le porte erano state rimosse da anni.
“Ma quand'è che finisce questo corridoio?” Giovanni camminava ormai da diversi minuti e l’oscurità si era fatta sempre più fitta sulla sua strada. Poi un rumore. Secco, indistinto. Lungo un battito.
Tese le orecchie, fermo. “Una goccia? Un calcinaccio? Qualcuno?” Gli venne di nuovo un colpo di tosse, ma si trattenne. Poi ricominciò a camminare, più velocemente. Ma la sua fretta di uscire sbatteva contro un muro d’ebano opprimente.
Ancora quel rumore, stavolta più vicino.
“’fancxxo a tutti. Me ne torno indietro e dico che una parete è crollata bloccando l’uscita.”
Una porta sbatté violentemente da qualche parte, davanti o dietro di lui. Ma non c’era vento, non c’erano porte.
Giovanni prese a correre finché non si ritrovò nel salone d’ingresso, solo che non c’era più un ingresso. Le tenebre lo avvolgevano come tentacoli.
La sua corsa divenne una serie di passi incerti, poi si fermò. Ma l’eco dei suoi passi proseguì, imperterrita.
Il sudore sul collo era gelido, il cuore martellava da dentro i timpani. L’oscurità attorno a lui era diventata così densa che sembrava respirare.
“Il buio è assenza di luce.” Soffocare la tosse era sempre più straziante.
L’eco dei passi cessò.
Le gambe gli cedettero, la vescica pure. S’inginocchiò. La vista di quel mondo senza luce era insostenibile, chiuse gli occhi, immaginando il Sole scivolare tra i neri ricci di Jessica.
“Il buio è assenza di luce, il buio è assenza di luce, il buio è assenza...”
<< Il Buio, è. >> disse una voce, più cupa della notte, da dietro le sue spalle.
Ma la testa di Giovanni era ormai rotolata troppo lontana per poter sentire.
Grazie per il tempo concesso! avevo ormai gettato la spugna, invece ne ho approfittato per raccogliere le fila sparse del mio racconto...
Figurati, era proprio questo il senso della dilazione di tempo. Ringrazia anche però chi ci ha chiesto privatamente di darvi più respiro per questo contest, ossia Maya, che da vincitrice del contest precedente non parlava certo per suo tornaconto. Evidentemente non tutti hanno gradito la scelta mia e di Emma, visti un paio di commenti nel topic, ma francamente di fronte a una simile mancanza di generosità e considerazione non mi resta che alzare le mani. Bravo Aeron!
Tra l'altro vi avvertiamo subito che il contest regolare andrà in vacanza fino a settembre e vorremmo tentare qualche soluzione alternativa per quanto riguarda il megacontest che coprirà tutto l'arco temporale di Agosto. Ci sono giunti spunti interessanti su cui stiamo ragionando e sia l'estate che il megacontest possono prestarsi alla sperimentazione. Vi faremo sapere durante le votazioni di questo contest. ">
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Cono ben contenta che Aeron sia riuscito a scrivere grazie al tempo in più, ma anche essere cazziata per aver espresso il mio disappunto mi pare poco simpatico. Mi sono lamentata perchè ho dovuto chiudere in fretta il racconto perchè poi sarebbe arrivato il week end e causa lavoro non sarei riuscita a postare. Dopo che ho corso per arrivare in tempo, mi ritrovo una settimana in più senza la possibilità, ormai di correggere qualsiasi cosa. Bhe si, ci sono rimasta male.
EDIT: Non capisco perchè il forum abbia tolto la mia citazione di Viserion O_o
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Speravo di fare in tempo a scrivere anche io, ma avevo proprio oggi l'ultimo esame e non ce l'ho fatta!
Almeno però stavolta ho tempo di leggere e commentare tutti i racconti
Speravo di fare in tempo a scrivere anche io, ma avevo proprio oggi l'ultimo esame e non ce l'ho fatta!
Almeno però stavolta ho tempo di leggere e commentare tutti i racconti
Noooo! Io aspettavo con ansia un capitolo delle avventure di Bimbina!!!
Bimbina! Devi scrivere qualcosa, daiii
uff " />
Ecco i miei commenti per gli ultimi due racconti:
senza volto
complimenti davvero! Un racconto molto bello, con dei dialoghi ben strutturati ed avvincenti. Con poche frasi hai saputo dare un tono e una dimensione al racconto, rendendo ogni descrizione superflua. Molto bello!
Aeron Plain
Un racconto avvincente, come sempre. Quel sapore di leggenda metropolitana é azzeccatissimo e i tempi del racconto sono stati ben dosati. L'unica cosa a non avermi convinto è stato il finale. Non so dire veramente il perché, visto che comunque mi piace, però mi da la sensazione che manchi qualcosa. Forse quel dettaglio in più sul proprietario di quella voce da rendere la storia più... spaventosa
Dai che manca poco! Dove sono i racconti last-minute?!
Purtroppo queste tre settimane, per me sono state di magra scrittura.
Non avevo idee e oltretutto poco tempo e voglia. Ma alla fine sono riuscito a scrivere una scena, che però mi convince poco. Ero indeciso se fosse il caso di presentarla o meno, ma poi mi sono detto: perchè no? Almeno me lo potete smontare per bene.
E posso dare sfogo alle critiche.
Contest di scrittura creativa XXIX
Traccia: Il buio
battute: 4100 ca.
Titolo:
Il divoratore (1)
Il bosco odorava di muschio, terra bagnata e di cose che vivono nell'ombra.
Camminavano in quel ombra già da molte ore. Era solo pomeriggio inoltrato, ma il sole era ottenebrato dai pini e dai denti di roccia che li sovrastavano.
Waldur si sentiva infreddolito. Il suo mantello di feltro era ormai intorpidito dal fango. L'unico a dare un po di calore era Brun, il mulo che di tanto in tanto gli sbuffava sul collo.
“La mia bestia mi sta facendo impazzire.”, disse da dietro Till con voce straziata. “Perché non facciamo una sosta, mastro Aswold?”
Ma Aswold non rispose. Si limitava a fare strada lungo il sentiero che serpeggiava tra i pendii. Il maestro era l'unico dei tre in sella ad un cavallo. Montava una puledra magra e lenta, ma cavalcarla doveva essere meglio che farsi mangiare i piedi dal gelo.
“Giuro che se non la smette, la squarto e la cucino allo brace.”, imprecò di nuovo Till. Con la coda della lancia scoccò una bastonata contro la coscia della sua mula.
“Vacci piano con i giuramenti.”, lo ammonì Waldur. Si girò per sistemare le redini di Brun e squadrò Till con gli occhi. “E vacci piano con quella bestia. Se la fai crollare, il bagaglio te lo facciamo trasportare a te.”
“Ha di nuovo provato a mordermi.”, provò a giustificarsi lui.
Ma Waldur si limitò a scrollare le spalle. Till era il più giovane, un ragazzino con una peluria appena accennata sul viso. Toccava a lui condurre gli animali più difficili.
“Prova a darle un pezzo di mela invece.”
“Non è un problema di mele. Ma è quest'aria che fa gelare le ossa. Rende nervoso me, e rende nervoso gli animali.”
Era vero. Erano entrati nella foresta di prima mattina, e da allora, la stretta del gelo si era fatta sempre più asfissiante. Anche Brun era scosso da un tremito dopo l'altro.
Eppure non dovrebbe fare così freddo. Il terreno era morbido, vi erano pozzanghere, qua e la qualche rimasuglio di neve, ma non c'erano lastre di ghiaccio. “Tutta colpa di questo fiume.”, mormorò.
Dal fondo della scarpata si riusciva a scorgere il fragore dell'Aisack. Lo risalivano da tre giorni, quel fiume dalle acque scure. Il suo alito faceva venire i brividi.
“Non è il fiume a renderli nervosi, ma il vento.”, disse mastro Aswold. Furono le sue prime parole sin dal pasto del tardo mattino. “Se ieri, al villaggio ti fossi degnato ad ascoltare quella vecchia, avresti appreso molte storie a riguardo...”
“Mi guardo bene dall'ascoltare le storie delle streghe.”
“A si? Scelta poco saggia per uno che intende attraversare le montagne.”
“Io non mi sento neanche più i piedi.”, si intromise Till. “Perché non ci fermiamo per un po? Almeno il tempo di cambiarmi le pezze. Non sono accomodato come Voi, maestro.”
Aswold fermò la puledra e si girò verso Till. Lo inchiodò con quel unico occhio che gli era rimasto, un occhio in grado di mettere a disagio persino i signori.
“Con tutto il rispetto, maestro.”, aggiunse Till e abbassò lo sguardo.
Aswold non parlò subito. Alzò il volto verso il cielo, sembrava stesse annusando l'aria.
Il vento soffiava loro in faccia. Arrivava da settentrione, non bruciava come il vento degli uomini di ghiaccio, eppure scavava sotto ogni strato di lana e di pelle.
Infine Aswold tornò a guardare Waldur.
“Si sposta con il vento.”, continuò. “E questo quello che dicono al villaggio.”
La sua voce era roca e profonda, ma in quel momento era ridotta ad un ronzio. Per un secondo, persino Brun rizzò le orecchie come per ascoltare. “Faremo meglio ad essere sotto un tetto sicuro, prima dell'imbrunire.”, disse e rimise in moto la puledra.
La sera prima, Waldur aveva appreso solo qualche frammento di quella storia. Qualcosa di antico, aveva detto la vecchia, qualcosa che divora la luce...
“Sono d'accordo con il maestro.”, disse Waldur e diede uno strattone a Brun. “Faremo bene a muoverci.”
“A che cosa si riferiva?”, volle sapere Till.
Il maestro era già andato avanti. Non era da lui avere tutta quella fretta.
“Draghi? Giganti? Nani? Dietrich il Glorioso li ha sconfitti tutti.”
“Lo so. È quello che narrano le storie...”
“E allora di che cosa ha paura il maestro?”
“Di cose che non possono essere uccise con la spada.”
–
Lo so. Poco concludente, o meglio, per tutta la scena non succede niente. " />
Il fatto è che mi sono reso conto presto di dover fare una scelta: o concentrarmi sullo stile, e provare a trovare una formula che userei per questo genere di racconto, oppure concentrarmi sulla storia (così come l'avevo in mente nell'idea iniziale), operando però tagli radicali sulle battute, gesti e riferimenti ambientali, e snaturalizzando così il modo in cui questa storia la volevo raccontare.
Dal momento che io sto prendendo il contesto un po come una palestra, alla fine ho deciso per la prima opzione, sperando di riuscire a suscitare nel lettore un po di curiosità su quello che succede dopo. Non dico di esserci riuscito, ma volevo giusto spiegarvi il mio intento.
Prima di oggi avevo 4 nomi in mente (Brezza, kinginthenorth, Ser Matthews, Ser Lostdream), e già 2 favoriti...ma anche gli ultimi due mi sono piaciuti tanto, anche se forse mi sembra manchi qualcosina in entrambi (sensazione da prima lettura, poi li rileggerò)
E devo dire che credo che uno dei miei voti sarebbe andato a senza volto, mi è piaciuto tanto
Misterpirelli
È scritto bene e incuriosisce. I dialoghi funzionano e l'ambientazione é descritta al punto giusto. Anche la caratterizzazione dei personaggi, sebbene molti, è davvero buona. Come hai detto tu stesso, manca però una storia. Lo stile è comunque molto scorrevole e piacevole da leggere.
Ebbene, ci siamo. Scusate il ritardo, ma la connessione stasera non collaborava! ">
Da adesso sono aperte le votazioni. Avete 2 voti a disposzione, quindi spendeteli bene!! Prossimamente mi farò vivo per il prossimo tema.
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Ottimi anche gli ultimi scritti
Senza Volto fuori concorso(peccato), molto ironico " />
Aeron Plain con un bel racconto sul "buio" vero e proprio
e Misterpirelli, con uno spezzone ben descritto, uno squarcio su un mondo fantasy... che vien voglia di poter visitare ancora e ancora
Votare, come sempre sarà cosa ardua!
ps
Mi sono mancati certi scritti e certi scrittori però... " />
Ok.. Ho deciso. I miei voti vanno a:
La sposa del re
e
Albert Stark
Menzione speciale per Lady Robin Snow, Ser Matthews e Aeron Plain.
Primo voto a Kinginthenorth.