Joni Mitchell, Woodstock. 50 anni fa...
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
A furia di prendere canzoni da questo album, finisce che, prima o poi, sarà totalmente ascoltabile in questa sezione del forum
In realtà la scelgo perché la stavo ascoltando in macchina mentre andavo al lavoro stamattina; una ballad molto dolce, ma che parla di un'argomento triste e, purtroppo, attualissimo; la violenza sulle donne.
Degno di nota è il fraseggio della chitarra di Petrucci; molto emozionale e letteralmente da brividi!
Classico del Thrash Metal, canzone che mi ha colpito come un fulmine quando avevo 15 anni, e che mi ha fatto capire, che oltre ai Metallica, c'era un intero universo di metallo pesante li fuori, pronto per essere ascoltato.
Ero in Toscana, sulla spiaggia e un tizio aveva questo brano su una sua MC intitolata "musica da duri"
Aggiunta obbligatoria, i Megadeth di quel periodo (periodo in cui si nasceva Metallicofili e poi si diventava Megadethofili per partito preso) erano LA formazione metal, e Nick Menza (RIP) é stato il mio batterista-ispirazione negli anni a venire.
Restando in tema Megadeth, una delle mie canzoni preferite in assoluto, per del drumming particolarmente sontuoso, per via di uno dei suoni di chitarra più pesanti che conosco (sembra che Mustaine grattuggi del ferro) e per il singolare uso dell'armonica a bocca nel finale. Uno strumento che ogni poco fa capolino nella discografia dei Megadeth, ma che viene usato fin troppo poco nel metal, ed é un peccato, perché ogni volta che si nota, fa la sua sporca figura!
Ecco a voi Train of Consequences!
Questa settimana mi sono buttata negli anni 80.....ed un mio amico mi ha fatto ritornare alla mente una canzone che non ascoltavo più da una vita....
Vi ricordate l'hair metal ed i ritornelli accattivanti?.....ecco questa canzone è un po' il sunto di ciò che andava al tempo...
Belo Horizonte, Brasile 1985. Circondati da ritmi latinoamericani e dalla canzone popolare brasiliana, quattro teenager di 14 e 15 anni decidono di fare qualcosa di diverso e incidono il loro primo EP di Thrash Metal.
I testi di queste prime canzoni sono teneramente naiv. La traduzione dal portoghese all'inglese é stata fatta da un amico, ma anche lui aveva scarse nozioni linguistiche, per cui sia titoli, che testi di questi brani, oltre ad essere esageratamente "Evil" suscitano qualche sorriso di compassione .
Dal punto di vista strumentale invece i ragazzini danno già un'idea di quella che sarà una delle più devastanti realtà del metal degli anni 90.
Signore e signori, ecco i giovanissimi Sepultura con il brano Bestial Devastation
Intro pacchiano stile anni 80, voce narrante e poi via all'assalto delle chitarre, elevato dall'acuto di Morby. 20 anni dopo la sua uscita questa canzone (e questo album) ancora mi esalta. Mi ricordo di averla sentita come una delle prime canzoni del Gods of Metal, il superfestival rock italiano di fine/inizio millennio, e di come sia partita la bolgia al primo riff di chitarra. Ahhh, che tempi
I Domine per la cronaca sono un gruppo di Epic/Power Metal italiano, che ha dedicato parte della sua discografia alla trasposizione in musica della saga fantasy di Elric di Melniboné di Michael Moorcock. Il gruppo ebbe parecchio successo in quegli anni, tanto da suonare ripetutamente ai grandi festival metal europei come il già citato Gods of Metal, ma anche al Wacken Open Air e al Heineken Jammin' Festival.
45 anni fa è uscito Red, il leggendario settimo album della leggendaria band dei King Crimson.
Il disco, che pare sia stato descritto dal compianto Kurt Cobain come il migliore album della storia del rock, è considerato uno dei capisaldi del rock progressivo e contiene una canzone capolavoro, spesso definita il "canto del cigno" dell'era classica del prog rock, la sontuosa e al tempo stesso angosciante Starless.
A mio parere, fa parte di quel gruppo di brani che più si avvicina alla definizione ideale di "best song ever". Una pura, parossistica magia sonora.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
Dato che la sto studiando e dato che qualcuno di mia conoscenza, senza fare nomi, non la conosce, oggi la mia canzone del giorno è Cochise degli Audioslave, nati dai "rimasugli" dei Soundgarden ad opera di Chris Cornell, poi scioltisi anch'essi dopo aver pubblicato due o tre album, se non sbaglio......
BTW, beccatevi questa botta di salute!
Si avvicina il periodo perfetto per ascoltare lenti tormentoni metallici, carichi di pathos e melanconia. E chi potrebbe centrare l'obiettivo meglio dei compianti Poisonblack, capitanati da Ville Laihiala, il frontman più depresso della storia, che ha raccolto l'enorme lascito di una band chiamata Sentenced, che negli anni 90 ha gettato le fondamenta del death metal melodico.
Il brano in questione infatti richiama parecchio i Sentenced. Da ascoltare rigorosamente al crepuscolo, mentre dalla finestra si osserva la umida nebbia autunnale che si innalza e si sente il caldo del camino scoppiettante della stanza
1981, gli Iron Maiden decidono di registrare il loro primo tour giapponese. L'EP che ne viene ricavato é l'ultima uscita discografica con il brillante singer Paul di Anno, che sarà esonerato poco dopo, in favore di Bruce Dickinson, tuttora titolare dietro al microfono dei Maiden.
Maiden Japan, questo il nome del platter (memorabile gioco di parole, la pronuncia é la stessa del ben più famoso ed epocale Made in Japan dei Deep Purple), mostra gli Iron Maiden all'apice della loro irruenza giovanile. Paul di Anno e il batterista Clive Burr lanciavano il gruppo a velocità folli, prima che la virata Dickinson/McBrain portasse il gruppo su coordinate più quadrate, ma più lente, con focus sui ritornelli epici, piuttosto che sugli assoli metallici al fulmicotone.
Maiden Japan (che ho trovato su eBay per "pochi" soldi, l'ho pagato una quarantina di €) quindi é il testimone del passaggio di consegna tra grinta adolescenziale e maturazione artistica definitiva.
Forse la canzone migliore dell'EP, che sto ascoltando in loop in questi giorni é Remeber Tomorrow:
Stamattina è uno di quei giorni in cui ti svegli con una canzone in testa e continui a cantartela imperterrito fino alla nausea....per la serie "quando mandi un riff in loop"
Una delle opere più importanti dell'artista e filosofo Matteo Colangelo:
Ahahaha maróóó, davvero orribile
Io invece volevo postare qualcosa di più pacato, che si concilia con la pioggia e il mood novembrino, ovvero la versione acustica di Fake Plastic Trees dei Radiohead.
Avevo in mente una versione precisa, tratta da Unplugged and Unreleased del 1999. Ebbene, cercandola su YouTube ho scoperto che l'album non esiste È un bootleg (per quanto fatto bene), e la canzone che cerco é introvabile sul tubo.
Mi accontenterò di una versione simile, sempre registrata nel 1995. Enjoy!
Raga è un periodo che, non so perché, mi sto fissando con Alannah Myles che, per chi non lo sapesse, è stata (non so se sia ancora in attività) una cantante, nonché autrice, piuttosto famosa a cavallo tra gli anni '80 ed i '90; è diventata famosissima dopo la pubblicazione del singolo Black Velvet, una ballad blueseggiante dedicata ad Elvis Presley. Oggi però vorrei farvela sentire in una versione più malinconica, parliamo sempre di una ballad, ma nell'accezione più classica del termine....poi guardate che viso e che occhi! Era una donna bellissima!