I miei complimenti per la scelta del brano, @Aegon il mediocre, e per il messaggio che lo accompagna. Una delle canzoni più intense dei MCR.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Non posso che unirmi a @porcelain.ivory.steel per i complimenti a @Aegon il mediocre per la scelta della canzone e del messaggio che lo accompagna. Mi piacerebbe aggiungere qualcosa, ma sei stato sufficientemente esaustivo da farmi desistere.
Porcelain invece volevo già citarla per la scelta di Ci sono molti modi degli Afterhours, sicuramente è la loro canzone a cui mi sento più legata.
E' quello che sai che ti
Uccide o quello che non sai
A mentire alle mani, al cuore, ai reni
Quindi scelgo di muovermi sulla stessa lunghezza d'onda, ma su qualcosa di più ruvido, perché oggi va così.
Come pararsi il c**o
E la coscienza è un vero sballo
Sabato in barca a vela
Lunedì al leonkavallo
Infine, due parole pure per @Stella di Valyria. Non vivi in un mondo musicale parallelo, oppure sì, ma spesso le nostre strade si incontrano, quindi ogni tanto ci abitiamo in due in questo fantomatico mondo parallelo. Detto tra noi, due Bjork di seguito fanno bene al cuore!
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Con un giorno di ritardo, per festeggiare il giorno delle donne (ok, una celebrazione discutibile) ho deciso di scomodare un'indimenticabile Rock Lady.
Con la sua voce roca ed inconfondibile ha incantato milioni di persone, risvegliato i loro cuori e toccato le loro menti. Ha amato e sofferto. Ha lottato per le sue idee e per i suoi sentimenti. Ha infranto tutte le regole. Se ne è data delle altre. E' caduta e si è rialzata innumerevoli volte, fino al giorno che non ce l'ha fatta più. Di lei ci restano la sua musica, la sua voce ed il ricordo di una donna a cui la vita ha dato e tolto senza tanti sconti.
Ladies & gentlemen, Janis Joplin.
Riflettevo circa l'evoluzione della musica italiana e gli influssi subiti dalla musica estera. Sia in campo "alternativo" che "mainstream".
Principalmente circa due aspetti: che, dopo tanto martellamento con hip hop e soul, inizia a radicarsi, nelle diffusioni mediatiche e nelle contaminazioni degli artisti, anche altro; in secondo luogo, che tutto quello che non si sa dove collocarlo diventa indie... pop o rock, indie... impegnato o leggero, indie... armonico o disarmonico, indie... crudo o cotto, indie...
Molte nuove produzioni col bollino indie in realtà provengono da esperienze assai diverse, ma poi ormai non ci sono più influenze geografiche o stilistiche ricorrenti, è tutto un minestrone.
In particolare "finalmente un merito che non sia di Manuel Agnelli" (cit) corrisponde ad una componente stilistica ben precisa, che è diventata aria nuova per produttori e artisti che devono riempire palazzetti, incontrare le nuove esigenze dei gusti del pubblico e incrementare qualche ricavo. Poi si sa che tutte le strade mainstream portano a Fedez e J-ax, se si vuole una controprova. Mi riferisco al post-punk e a Niccolò Contessa de I Cani (e nei miei ascolti il post-punk finisce qua), che all'inizio faceva trasversalmente schifo alla critica, ma che poi si è trovato a collaborare e a far trovare la propria strada a Calcutta e Coez, col risultato di fargli ottenere successo, notorietà e ulteriori collaborazioni nel panorama pop. Della serie "a noi la qualità ci ha rotto...", sembra che questo filone stia esplodendo, ponendo Contessa in rilievo nella storia contemporanea del panorama musicale italiano.
Forse ci vorrebbe un topic sull'evoluzione e gli influssi della musica italiana.
La causa di questo pippozzo è la seguente canzone, una bella canzone, da un album molto interessante, di un cantante che già ha mostrato precocissima incoerenza di intenti, di un genere per cui nutro amore e odio.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
C'era una passeggiata, che facevo (e faccio spesso, in questi giorni) quando, per vari motivi, non posso fare la "vera" passeggiata in collina. Tristissima, nella cosiddetta "zona artigianale" che in reltà vuol dire l'orrore estetico di capannoni, magazzini e piccole fabbriche ammassati alla cavolo. Con tre soli aspetti positivi: il fatto che è tranquillissima, non incontri mai nessuno (perchè nessuno è così masochista da andare in un posto del genere); il cane di un mio conoscente, nel cortile di una casa davanti a cui passo, che mi fa un sacco di feste e, con una fiducia incrollabile, da due anni quando mi vede cerca di porgermi attraverso la cancellata fitta -cosa per niente semplice- una pallina da lanciargli (per la cronaca: ci siamo riusciti per la prima volta ieri, dopo due anni di tentativi. Dicasi due anni. E' stato un bel momento. Quasi sono stata più contenta io di lui); e un prato. Niente di che, ma grande, molto. Se guardavi da quella parte anzichè dal lato dei capannoni, il posto sembrava quasi bello. Verso sera le persone ci portavano i cani, a correre liberi; di giorno a volte ho visto qualche giovane idealista (ne esistono ancora, a quanto pare, anche tra i ventenni) che se ne stava seduto lì con un libro. Qualche settimana fa, un airone cinerino. Poi, sono comparsi due cartelloni: la zona verrà completamente edificata. Un bricocenter, un supermercato ed un altro grosso edificio imprecisato, tutti con i relativi megaparcheggi. Di quell'oasi di verde in mezzo allo squallore non resterà nulla. Hanno già iniziato; ogni giorno c'è qualche macchinario in più, qualche tubo di cemento in più, bandierine, segni di vernice sull'erba, prefabbricati di lamiera che faranno da base operativa. Ogni giorno, per me, è una ferita in più.
Ieri, passando di là sempre più sconfortata, ho pensato improvvisamente al Ragazzo della via Gluck: non mi è mai piaciuto Celentano, ma per la prima volta ho capito quella canzone. La genialità, quasi, con cui in quella che sembrava una canzonetta leggera è riuscito a raccontare il cambiamento e la fine di un mondo.
Però non vi linko quella ma un'altra, che è più vicina ancora a quello che sento:
Ieri al telegiornale ho visto il servizio sui nuovi parlamentari del M5S alla loro prima riunione. Così come nel 2013 il loro atteggiamento mi ha sempre lasciato perplesso: nessuno è autorizzato a parlare, manco si presentano e prendono ordini da uno non eletto e da una società privata.. Mi è tornato in mente la absolute beginners di david bowie.
Non posto da troppo tempo in questo topic. Ci vuole una chicca. Ecco Ronnie Rising Medley, un omaggio ad un album del 1976, di un gruppo, che oggi i meno ricorderanno o conosceranno, i Rainbow.
I Rainbow, per quanto caduti nel dimenticatoio hanno avuto una parte importante nello sviluppo del rock, facendo uno step deciso dall'Hard Rock verso il Heavy Metal più classico, e dettando a loro insaputa, le coordinate per la NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal, per i profani), che segnerà la fine del movimento punk e l'esplosione dell'Heavy Metal anni 80.
Oltre ad aver fatto la storia della musica, i Rainbow, hanno portato alla notorietà un musicista importantissimo per il panorama di genere, tale Ronnie James Dio, oppure solo Dio. Un nome d'arte blasfemo (sicuramente in italiano, meno in inglese), che racchiude peró in sé tutta la tamarra voglia di farsi notare dell'Heavy Metal patinato e luccicante ottantiano, che aveva una forte matrice espressionistica. Un artista magnifico, che ha guidato le più importanti band della sua epoca (tra gli altri anche i Black Sabbath) e ha avuto un notevole successo anche come musicista solista, con la sua band, Dio.
Il brano, eseguito dai Metallica, e contenuto sia nel loro ultimo album, che in un album tributo a Ronnie James Dio, contiene un medley di diversi titoli dall'album più significativo dei Rainbow, Rising.
Dopo essersi soffermati un bel po' sugli Afterhours e Manuel Agnelli. Inevitabilmente, la mente non può che saltare a un vecchio album, da lui prodotto, un bel po' di anni fa. Uscì nel 2001 e mi piacque molto. Solo un grande sasso ha segnato una svolta nel sound dei Verdena. Si passa dal Seattle sound a un qualcosa di più europeo sempre so 90s. Un'ispirazione che arriva dal profondo Nord, soprattutto dai Motorpsycho, ma anche dal post-rock strumentale à la Mogwai (non a caso Centrifuga è una delle mie preferite).
Tutte le strade portano ai Mogwai.
Tutto in fondo è così semplice.
E inutile.
Ma non è solo or... ehm... 90s quello che luccica. Si scorgono anche riferimenti al suono anni 70, non a caso Solo un grande sasso è considerato l'album psichedelico dei Verdena.
Il pezzo forse più sorprendente e catchy - per il mio gusto, quindi non in assoluto - è Starless, che bene incarna la tendenza alla dilatazione e divagazione strumentale. Per alcuni sarà soltanto un album di pezzi troppo lunghi e ridondanti, ma la riterrei una lettura superficiale.
E ancora spero come non mai
di renderti ogni perché
ma è ancora così normale il male che vorrei
per te.
E sarò così falso
io sarò così solo per te
è giusto che sia immorale il male che vorrei
per te
per te
per te
PER TE.
Riconfermano anche l'uso della lingua, come strumentale alla canzone stessa: il suono delle parole si unisce al tappeto strumentale per essere con esso in completa armonia, senza porsi come parte preponderante ad un qualsivoglia "accompagnamento". E anche in questo ambito, si sente la maggior cura derivante dalla collaborazione con Manuel Agnelli.
Per concludere, questa mini-digressione, scelgo quella che forse, per più tempo, è stata la mia preferita tra le preferite di questo album. Un album che, come dissi già post fa per Without you I'm nothing dei Placebo, non ha una traccia fuori posto. Oggettivamente selezionerei il quote che ho in firma, ma, in questo momento, questa è la scelta migliore:
Mi spremi e inventi nuvole.
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
Dopo il post punk e la "musica da cameretta", si passa all'altra sponda del fiume (sia tematica, che musicale, che politica, che sociale)
Proseguendo l'intervento di @***Silk***, in questo casuale recap sulla scena indie e postrock, i Verdena sono un punto di incontro tra i 2 maggiori influencers della scena "alternativa" italiana: Manuel Agnelli e Giorgio Canali.
Se il noise rock ha avuto diffusione nelle produzioni italiane è merito loro. Agnelli come capacissimo scrittore e Canali come tecnico e ingegnere del suono. Si sono anche trovati a duettare e a condividere la passione per i Joy Division nella loro rispettiva produzione. Pur provenendo da esperienze diverse. Gli Afterhours sono riusciti a far uscire il panorama underground italiano alla luce del sole, con le loro canzoni e le loro collaborazioni, Canali proviene dai CCCP e ne è il solo erede, che ha saputo trovare una sua strada ed un suo rinnovamento.
Se si guarda alle innumerevoli collaborazioni di Canali, si trova un filo conduttore nel panorama post rock italiano, arrivando ad esperienze anche estranee all'influsso degli Afterhours e spesso Agnelli ha permesso una svolta compositiva in autori e cantautori di cui Canali stesso aveva seguito gli esordi, come fonico e produttore. Per fare alcuni nomi che devono a Canali qualcosa della loro vita artistica, PFM, Litfiba, Timoria, Tre allegri ragazzi morti, Le luci della centrale elettrica, Marlene Kuntz, Noir Desir, Zen Circus, Nobraino, Lo Stato Sociale e gli stessi Afterhours.
E per concludere propongo anch'io un'altra sintesi tra i 2, Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica, di ampio successo presso la critica, che in realtà ha iniziato a collaborare alla pari con Agnelli, anche per progetti degli Afterhours, dopo aver ricevuto il tutorato di Canali. Oltre a questi influssi è anche erede della tradizione cantautorale italiana e del panorama folk, per cui andiamo su sonorità diverse dal noise e su testi molto meno ermetici.
La critica lo ha paragonato a nomi pesantissimi nella nostra storia cantautorale. Per me la sua è musica etnica, dove l'etnia siamo noi oggi.
L'ultimo album, Terra, offre l'imbarazzo della scelta. La mia canzone del giorno è la prima.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Dopo aver postato i Metallica con la loro cover/medley dei Rainbow, mi sono messo a riascoltare la loro ultima fatica in studio, che avevo liquidato tempo fa, dopo un paio di ascolti disinteressati. Ora, sarà, che qualche brano ormai ce l'ho nell'orecchio, sarà, che ero un loro fanatico durante la mia adolescenza, ma qualche pezzo di questo album, é riuscito finalmente a trasmettermi qualcosa.
Nel caso di Spit Out The Bone, é la grinta, non facile da trovare, per dei musicisti, che da un pezzo hanno lasciato dietro di se i 50 anni di età. Invece questo pezzo é una vera piccola perla, e nei suoi tiratissimi 7 minuti di lunghezza, riesce a non togliere il piede dall'acceleratore per neanche un secondo. Le linee vocali di James Hetfield sono veramente tese e sono un ottimo contrappunto ai riff thrashy e taglienti delle chitarre. Lars Ulrich alla batteria da il meglio che é in grado di dare, per una prestazione non particolarmente ispirata ma almeno coerente con l'andatura del pezzo. Il video (i Metallica ne hanno fatto uno per tutti i brani di questo album) non l'ho ancora mai visto. Me lo guardo adesso.
Quella sulla "musica da cameretta" me la devi spiegare... XD
A parte questo inciso, @Aegon il mediocre, ricevi nuovamente il mio plauso per la tua conoscenza della scena indie e il modo in cui la esponi. Noi, forse, all'epoca la chiamavamo più alt, ma non sono mai stata un granché con la definizione dei generi.
Hai messo un sacco di carne al fuoco e la tua citazione dei Joy Division mi tenta terribilmente. Ma mi ero già prefigurata una trilogia italiana che vorrei portare a compimento prima di andare oltre, per cui, per adesso, mi limto a mettere Candidate in firma.
Ammetto che è molto dura venire dopo il tuo post, quindi non cercherò affatto di competere sullo stesso piano, perché si potrebbe rivelare una battaglia persa. XD
Meglio buttarla più sulla simpatia. Anche se ci si potrebbe chiedere: quale?
Facciamo che la cambio con stream of consciousness.
Con questo post finale, chiudo quindi la trilogia ispirata a Manuel Agnelli in una serata su youtube. Una trilogia che assume sempre più insistentemente una sfumatura negativa con la mia ultima scelta. Siamo partiti dagli Afterhours, di cui mi ricordo ancora una citazione di Bianca che, tempo fa, mi fece @SerGult:
Se c'è una cosa che è immorale
È la banalità.
E saltando di palo in frasca, come fece lei nella giornata dei Beatles per postarmi i Doors, uso l'immoralità per passare al male:
È giusto che sia immorale il male che vorrei
Per te.
E il male deriva dall'odio:
Non hai mai avuto a che fare con la fissa cruciale,
Cagna fedele come l'edera?
Un rampicante del cuore in dirittura finale:
La cattura dell'anima?
Bene nutri l'odio migliore con assiduità
Dagli ambascia e rancore, lui t'accecherà
Nutri l'odio migliore con felicità
Dagli ambascia e rancore e ti ripagherà
Tra le molte band che devono qualcosa a Giorgio Canali citavi anche i Marlene Kuntz. Se per i Verdena le parole sono al servizio del suono, con Cristiano Godano, invece, ci troviamo di fronte ad una grande ricercatezza linguistica e stilistica: chi mai userebbe il termine ambascia?
Ma non è solo forma, anche contenuti. Cristiano ci regala una poetica esistenziale, fortemente costellata da riferimenti all'Amore (con la A maiuscola, come idea), ma anche impregnata di nichilismo. Tematiche che, quando incontri Cristiano, puoi leggergli in faccia, senza bisogno di tante parole. Oltre alle parole, i suoni: i loro che amo di più sono quelli che rimandano al noise rock à la Sonic Youth.
Per non togliermi un altro riferimento ai Joy Division, concludo citando, in maniera riveduta e corretta, una battuta di Rob Gretton in Control: I am a believer in noise rock. Fucking hallelujah.
Ho ucciso Paranoia, la mia concubina cocciuta
e l'ho accoppata, giuro, come di schianto
Ora si prepari il compianto: la vergogna del Golgota
e' una volta ancora emblema nel vento
Lo meritava davvero, è tutto cio' che so
mi torturava, non mento, e non puoi dirmi di no
Mi si notifichi pure oscena gratuità,
ma lei mi torturava e questa è la verità
questa è la verità
questa è la verità
questa è la verità
questa è la verità
Lo meritava davvero, è tutto ciò che so
mi torturava, non mento, e non puoi dirmi di no
Lo meritava davvero, è tutto ciò che so
mi torturava, non mento, e non puoi dirmi di no
non puoi dirmi di no, non puoi dirmi di no...
"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”
She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.
“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”
***
"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor.
In realtà @***Silk***, mi sono limitato ad aspetti "storici", nello specifico, parlando di ascolto, mi pare di capire che tu ne sappia molto più di me di post rock, specie in ambito internazionale. Comunque grazie dei complimenti, li faccio anche a te.
Ora si potrebbe generare un loop infinito, perché parlando di Marlene Kuntz (Godano scrive testi stupendi), di Manuel agnelli e di Giorgio Canali, mi viene in mente Gianni Maroccolo. Primo e storico bassista dei Litfiba, poi nei CSI, poi proprio nei Marlene Kuntz risollevandoli sulla soglia dello scioglimento, è stato un protagonista della new wave italiana dagli anni '80. Anche lui ha collaborato sia come musicista che come produttore con alcuni degli artisti che ci siamo detti, artisti che compaiono nel suo primo album solista ( come tale ha prodotto poco) "A.C.A.U.La nostra meraviglia". In questo album vi è un brano, "End coming over action bird", dove Agnelli e Canali sono le voci. Però non trovo un un video degno da linkare. Ah poi è della mia zona.
Dunque passo oltre e mi limito a mettere una canzone che ho risentito spesso in questi giorni, sempre de Le luci della centrale elettrica, sempre dell'album "Terra". Come Godano è ricercato e a tratti onirico ed ermetico nei testi (più simile ai primi Afterhours), Brondi è semplice e ordinario nella scelta dei termini e delle immagini. In entrambi però occorre un minimo impegno individuale per passare dal significante al significato generale. Le sonorità sono completamente differenti. Brondi va verso un world sound, mischiando etnico e urbano e tematicamente è allo stesso modo "globale", mantenendo il retaggio impegnato della scuola bolognese. Altro denominatore che ha col post rock sono le armonie, sento una semplicità ed una ripetitività tipica delle canzoni di Canali più influenzate dai Joy Division. Seppure il risultato ed i messaggi derivino appunto da un modo di scrivere molto differente.
"Coprifuoco" è una poesia in musica che si riferisce al popolare contemporaneo, delle generazioni cresciute nell'Europa e nell'iperconnessione, le immagini sono direttissime. E le nostre vite, in questo mondo che mette tutti in contatto, mentre erige barriere, sono le protagoniste, ormai divise tra dimensioni interstellari ed interpersonali, dove il proprio posto non è più ricercato in un fazzoletto di terra, ma nell'universo e la storia e la conoscenza livellano le differenze e rendono tutto più semplice, più banale, ma per questo più complicato da vivere.
...
E dove c'era un minareto, un campanile
c'è un albero in fiore tra le rovine
ci siamo noi due accecati dal sole
mentre cerchi di spiegare
cos'è che ci ha fatto inventare
la Torre Eiffel, le guerre di religione
la stazione spaziale internazionale
le armi di distruzione di massa
le canzoni d'amore.
...
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Mamma mia che bravi siete...
Dato che non posso avvicinarmi neanche lontanamente alla vostra competenza, continuo col mio mondo parallelo.
E posto una curiosità: costui è (o meglio, era, perchè qui lo vedete qualche anno fa) Edson Cordeiro. Da noi sconosciuto, ma considerato da alcuni una delle voci più spettacolari, atipiche ed uniche del mondo. Un portento di uomo, con quattro ottave di estensione: da note basse maschili (penso controtenore) al soprano. Qui, nei suoi tempi d'oro, in una canzone (penso quasi impossibile) di Nina Hagen.
Purtroppo (ma questa è solo una mia opinione) con gli anni ha perso molto: oltre ai capelli (ora rasati a zero, che lo fanno sembrare un'altra persona) e quella bellezza intensa e selvaggia, anche la voce mi sembra invecchiata e diventata più opaca, molto meno limpida e smagliante. A meno che abbia solo cambiato repertorio... Non so: ho sentito alcune cose sue più recenti, e mi sembrano un'ombra di ciò che era da giovane. Per dirla tutta, proprio, vocalmente, la triste caricatura di quello che era ai tempi d'oro, quelli di questo video.
Che dire? Se avete voglia di ascoltare il video (fino alle ultime note, perchè lì cambia qualcosa)... buona sopresa
Non ricordo in che posizione della classifica di rolling stone sia john mclaughlin ma si fa sempre sentire. In questo caso era invitato da eric clapton al crossroad 2007.
Tempo fa, giorni o un paio di settimane, "si parlava" di canzoni di stampo melanconico o comunque che esprimessero un "blue feeling" come lo definiscono gli anglofoni.....
Ieri, mentre ascoltavo la canzone che sto per proporvi, mi è tornato alla mente quel "ciclo di video" e mi parso che ci potesse stare alla grande.....anche se, in effetti, questo brano non solo è melanconico è proprio triste; ma è una delle più belle ballads scritte dai DT ed il testo è uno dei pochi scritti da James LaBrie.