Ti assicuro che io sono un grande estimatore di Everett e dell'interpretazione a molti mondi,e sono convinto che esistano innumerevoli realtà oltre alla nostra.....ma mi sento di affermare che in nessuna di esse "ripetitivo" e "approfondito" sono sinonimi.Il punto 1 è già soggettivo (a tuo favore) per il semplice fatto che chiami ridondanza e ripetizione ciò che in realtà sono descrizione e approfondimento.
La lingua italiana è molto precisa,quindi quando dico che lo stile di Tolkien è (in numerosi frangenti) "ripetitivo",intendo dire proprio che è ripetitivo,non che è estremamente approfondito.Quanto poi all'affermazione conseguente,e cioè...
....io dissento dalla seconda parte dell'affermazione:per me il Silmarillion fa parte di quei generi letterari in cui le ripetizioni e i manierismi diventano elementi validi.Il punto è che a me non frega una mazza se in questi generi letterari va bene scrivere cosi,perchè questi generi letterari non comprendono il romanzo fantasy.Punto.Il Silmarillion ha uno stile ridondante e ripetitivo, cosa negativa, e dato che non fa parte di quei generi letterari dove tale stile è un pregio, ne consegue che è brutto.
Poi che possa piacere è pacifico....basta che non mi ribatta (come è stato fatto) che i manierismi e le ripetizioni di Tolkien vanno bene "un tizio di 3000 anni fa ha fatto lo stesso in due opere epiche molto famose,quindi va bene!"....perchè mi cascano veramente le braccia
Un ultima cosa:per determinare se un romanzo è un buon romanzo,non esiste solo il gusto soggettivo (relativo per definizione) o il successo tra il pubblico (che giustamente andrebbe oggettivato con percentuali e dati)......esistono anche decine e decine di regole di buona scrittura che è opportuno seguire.Qui c'è un articolo in cui ne vengono citate un paio....trovi anche vari link a una serie di manuali:lì suppongo troverai i dati oggettivi che tanto desideri.
E prima che tu possa esprimere la tua obiezione "ma un modo di scrivere non diventa sbagliato solo perchè ne siete convinti tu,Balon o Gamberetta".......le chiacchiere stanno a zero:esitono specifiche regole per descrizioni,dialoghi e caratterizzazione dei personaggi che bisogna seguire se si vuole scrivere un buon romanzo.Si tratta regole e tecniche narrative conosciute e globalmente accettate.....alla stessa maniera in cui nel cinema è accettata la regola secondo cui un attore non deve guardare mai direttamente la camera,o la scena si ripete.
Errore: qui si confonde la tecnica con lo stile.
Credo sia impossibile affermare che Tolkien scrive MALE.
Ci sono fior di scrittori passati alla storia come maestri assoluti che risultano estremamente impegnativi, addirittura ostici alla lettura...persino noiosi.
Tolkien ha il suo stile, che come ho già detto è datato ed anche pesante, ma è assolutamente PERFETTO per ciò che lui ha inteso creare.
Un Silmarillion scritto con uno stile agile e leggero farebbe ridere i polli.
Non è che esista UN tipo di Romanzo Fantasy, ne esistono a decine; provate a comparare Martin con Howard o Moorcock e vedrete che non c'azzeccano niente l'uno con gli altri, e allora vuol dire forse che uno di questi tre grandi autori NON SA scrivere Fantasy? Non credo proprio.
Per non parlare di King, che ha uno stile a sua volta COMPLETAMENTE diverso eppure ha scritto una Saga Fantasy di tutto rispetto, la Torre Nera.
In conclusione, per narrare le vicende mitologiche ed epiche di un intero mondo/universo, lo stile di Tolkien è quello giusto da usare.
Se non vi piace l'Epica, sacrosanto diritto di chiunque, semplicemente NON leggetela.
Ti assicuro che io sono un grande estimatore di Everett e dell'interpretazione a molti mondi,e sono convinto che esistano innumerevoli realtà oltre alla nostra.....ma mi sento di affermare che in nessuna di esse "ripetitivo" e "approfondito" sono sinonimi.
La lingua italiana è molto precisa,quindi quando dico che lo stile di Tolkien è (in numerosi frangenti) "ripetitivo",intendo dire proprio che è ripetitivo,non che è estremamente approfondito.Quanto poi all'affermazione conseguente,e cioè...
Se scegli "ripetitivo", stai usando una parola con una specifica connotazione negativa, che corrisponde, in versione positiva ad "approfondito". E' una questione di scelta.
...io dissento dalla seconda parte dell'affermazione:per me il Silmarillion fa parte di quei generi letterari in cui le ripetizioni e i manierismi diventano elementi validi.Il punto è che a me non frega una mazza se in questi generi letterari va bene scrivere cosi,perchè questi generi letterari non comprendono il romanzo fantasy.Punto.
Qui non stiamo facendo il Romanzo Fantasy Death Match, stiamo facendo il Fantasy Death Match, ovvero un match tra opere che facciamo rientrare sotto il genere fantasy. E tra queste c'è anche il Silmarillion, che ti piaccia o no.
Poi che possa piacere è pacifico....basta che non mi ribatta (come è stato fatto) che i manierismi e le ripetizioni di Tolkien vanno bene "un tizio di 3000 anni fa ha fatto lo stesso in due opere epiche molto famose,quindi va bene!"....perchè mi cascano veramente le braccia
Te le raccolgo se vuoi, ma resta il fatto che le cose stanno così, perchè sono quelle le caratteristiche del genere. Del resto, stiamo parlando di un genere antico che non ha avuto evoluzioni nella storia. Per il romanzo è diverso, siamo ad un livello ben diverso rispetto all'800, tanto per dire, ma per la mitopoiesi/epica/cosmogonia non mi pare che si sia registrata una qualche evoluzione. A meno che non sia uscita un'opera del genere che ha rivoluzionato le regole, dimostrando che quelle vecchie non vanno più bene. Se è così, mi scuso per la mia ignoranza, ma francamente non ho ancora sentito parlare di un'opera del genere.
Un ultima cosa:per determinare se un romanzo è un buon romanzo,non esiste solo il gusto soggettivo (relativo per definizione) o il successo tra il pubblico (che giustamente andrebbe oggettivato con percentuali e dati)......esistono anche decine e decine di regole di buona scrittura che è opportuno seguire.Qui c'è un articolo in cui ne vengono citate un paio....trovi anche vari link a una serie di manuali:lì suppongo troverai i dati oggettivi che tanto desideri.
E prima che tu possa esprimere la tua obiezione "ma un modo di scrivere non diventa sbagliato solo perchè ne siete convinti tu,Balon o Gamberetta".......le chiacchiere stanno a zero:esitono specifiche regole per descrizioni,dialoghi e caratterizzazione dei personaggi che bisogna seguire se si vuole scrivere un buon romanzo.Si tratta regole e tecniche narrative conosciute e globalmente accettate.....alla stessa maniera in cui nel cinema è accettata la regola secondo cui un attore non deve guardare mai direttamente la camera,o la scena si ripete.
E chi le ha scritte le regole? Non è che sono state calate dall'alto da una qualche volontà imperscrutabile. Sono state elaborate in base ai Critici (con i loro studi) o derivate dalla Massa (in base a ciò che piace ad essa). Esempio banale: Shakespeare abbondava in scene truculente in alcune sue opere perchè le convezioni del tempo volevano un teatro fatto così, perchè al pubblico piaceva ed il pubblico pagava. All'epoca era quindi considerata regola indiscutibile fare ciò, ma le regole non le aveva portate Mosè su qualche tavola sacra.
Ergo, le regole che tu dici non si possono applicare al Silmarillion perchè il Silmarillion fa parte di quelle opere dove certe regole non vengono applicate, ma ne vengono applicate altre. E' quindi sbagliato se giudicato secondo le regole del romanzo fantasy, giusto se giudicato secondo le altre. Questo è ovvio e nemmeno io mi sognerei mai di discuterlo.
In conclusione, nemmeno tu hai ragione se non dimostri che il Silmarillion non fa parte di quel genere che va sotto il nome di mitopoiesi. E dato che non puoi dimostrarlo (l'unica cosa che hai detto è che ti fa cascare le braccia seguire quelle vecchie regole, non che non riconosci la loro esistenza), hai torto.
Se Rand fosse il sempliciotto dei primi libri non lo voterei manco morto....ma si evolve, in modi che possono non piacere, ma almeno si evolve.
Inoltre la saga di Jordan è qualcosa di imprescindibile nel fantasy degli ultimi quindici anni, piaccia o non piaccia.
Voto Rand
Se Rand fosse il sempliciotto dei primi libri non lo voterei manco morto....ma si evolve, in modi che possono non piacere, ma almeno si evolve.
In effetti me lo immaginavo, da come si erano messe le cose verso la fine del primo libro (l'unico che ho letto). Non è che potresti citarmi qualche pezzo significativo?
Se Rand fosse il sempliciotto dei primi libri non lo voterei manco morto....ma si evolve, in modi che possono non piacere, ma almeno si evolve.
In effetti me lo immaginavo, da come si erano messe le cose verso la fine del primo libro (l'unico che ho letto). Non è che potresti citarmi qualche pezzo significativo?
Dunque, io ho letto undici libri della saga (avrebbero potuto essere 3 o 4 in meno).
A grandi linee Rand si evolve così (per forza di cose devo spoilerare)
Acquisisce graduale consapevolezza dei propri poteri e del suo essere il Drago Rinato (colui che deve guidare il mondo all'Ultima Battaglia contro il tenebroso). Inizia ad assumere su di sè varie corone e esige la sottomissione dei regni, alla guida degli Aiel del deserto (da cui si scopre che proviene) conduce campagne militari. Al contempo manifesta sempre più difficoltà nel gestire i propri poteri e rasenta la follia. Anche nei rapporti con i suoi vecchi compagni si trova spesso in difficoltà.
A grandi linee questa è l'evoluzione...in alcuni punti criticabile, ma nel complesso buona. Tieni conto che vista la mole di eventi (non abbastanza per giustificare 11 libri eh) è difficile rendere l'idea.
Mmm, interessante. Mi ricorda vagamente
, per questo suo destino e il legame col deserto, la figura di Paul Atreides, che mi era piaciuto moltissimo come personaggio
.
Mmm, interessante. Mi ricorda vagamente
, per questo suo destino e il legame col deserto, la figura di Paul Atreides, che mi era piaciuto moltissimo come personaggio
.
Non ho mai letto Dune ma questo paragone l'ho già sentito. Dal poco che so:
Diventa Imperatore Supremo, contro il quale lottano i protagonisti della seconda saga
Questi popoli del deserto (gli Aiel e gli abitanti di Arrakis) sono anche stati collegati all'Israele biblico
Dei due conosco solo Anton Gorodetsky, e lo voto, perché mi piace il personaggio e soprattutto mi piace Lukyanenko e il ciclo dei Guardiani!
Rand non ha classiche s***e mentali. Rand ha LE s***e mentali. È il mister universo delle s***e mentali. Tuttavia é un grande personaggio, non si puó non adorare uno cheRand al'Thor non lo sopporto, classico personaggio con destino già scritto e ancora più classiche seghe mentali al riguardo, il prescelto blablabla
indi voto Anton Gorodetsky
dovesse impazzire, avrebbe il potere di distruggere il creato, e sapere di avere questo potere lo fará impazzire. ">
.
DI Lukjanenko ho solo visto i film, che dicono siano parecchio differenti dai libri, ma li ho adorati. In particolar modo la figura di Anton Gorodetsky. Classico poveraccio abitante di un qualche sobborgo di Mosca, scopre di essere diverso e sceglie di diventare un guardiano della luce (ovvero di controllare il buio). Ma gli elementi fantasy del suo essere finiscono qui. Anton é rozzo, sporco, con forti tendenze all'alcool. Nonostante tutto é emotivo e ha una (molto) velata sensibilitá. Cerca di essere, nel limite del possibile - e viste le sue condizioni sociali ed economiche, complicate dall'eterna lotta con il buio, un buon padre di famiglia e un buon amante.Tra un personaggio che detesto ed uno che non conosco... se qualcuno volesse delucidarmi su Anton lo ringrazierei molto.
Insomma, il ragazzo di fondo delle pulci che annaspa per rimanere a galla. Grande ">
Piangeró per chi verrá eliminato in questo match.
OK, Timett mi ha convinto. Anton.
Dunque, io ho letto undici libri della saga (avrebbero potuto essere 3 o 4 in meno).
A grandi linee Rand si evolve così (per forza di cose devo spoilerare)
Acquisisce graduale consapevolezza dei propri poteri e del suo essere il Drago Rinato (colui che deve guidare il mondo all'Ultima Battaglia contro il tenebroso). Inizia ad assumere su di sè varie corone e esige la sottomissione dei regni, alla guida degli Aiel del deserto (da cui si scopre che proviene) conduce campagne militari. Al contempo manifesta sempre più difficoltà nel gestire i propri poteri e rasenta la follia. Anche nei rapporti con i suoi vecchi compagni si trova spesso in difficoltà.
A grandi linee questa è l'evoluzione...in alcuni punti criticabile, ma nel complesso buona. Tieni conto che vista la mole di eventi (non abbastanza per giustificare 11 libri eh) è difficile rendere l'idea.
Beh l'evoluzione descritta così in breve non rende completamente l'idea di come sia descritta in maniera magnifica.
Piccoli passi, Da un libro all'altro poche differenze. Ma poi leggendo l'ultimo libro e il primo ti rendi conto di avere davanti un uomo quasi totalmente diverso, cambiato dal destino, dalle vicissitudini, dai dolori fisici e psichici e naturalmente dalla contaminazione che lo stà facendo lentamente cadere nella follia.
Perfetto, non conosco nessuno dei due, ma da quanto ho letto uno mi sta già antipatico, l'altro non mi dice nulla....convincetemi o corrompetemi, altrimenti mi astengo.
Anton Gorodetsky
Mi è abbastanza indifferente come personaggio, ma l'altro non lo conosco proprio.