Ah ok, così è più chiara la faccenda. Io invece non faccio caso all'innovatività o meno di un'opera. Se mi piace, bene. Se non mi piace, pace. In entrambi i casi, cerco di capire il perchè.
Non mi piace Martin perchè è una rielaborazione di Tolkien......mi piace perchè è un evoluzione di Tolkien.
In realtà non ne sono così sicuro. Secondary world a parte, in Martin c'è ben poco del metodo e degli elementi tolkieniani. In realtà, si può dire che Martin si colloca su un ramo totalmente diverso da quello di Tolkien nel grande albero della fantasy.
Tutt'altro: è una storia iniziata nelle retrovie della grande guerra, tra la musica dei grammofoni e ed il rumore delle bombe, che ha assorbito man mano gli impatti ed i significati di un mondo che cambiava. E' una cosmogonia iniziale che avrebbe dovuto fare da radice, ponte e tramite, e da cui è sorto quel capolavoro che è Il Signore degli Anelli. Modificata forse, ma sempre con estrema cura, dato che l'autore era pignolo di suo (terribile la lettera in cui spiega come correggesse i capitoli guardando le cartine). E' epica pura, e Feanor è una delle figure principali, almeno al suo inizio, sorta dai sostrati norreni di cui l'autore era esperto.
sarà anche stato accurato, ma si vede che è un lavoro imperfetto, incompiuto, e troppo rimaneggiato.
a un certo punto devi dire "ok, così va bene", non puoi star là 60 anni a scrivere e riscrivere sempre le stesse cose.
lo stile alla fine ne risente, non c'è verso.
questo, e il discorso delle cartine, dimostra che era leggermente bacato nella testa. Ossessionato ai limiti del patologico.
Quanto al rifinito...Christopher ha fatto ben poco: Il Silmarillion è tutto del padre, lui ha pubblicato successivametne la saga degli approfondimenti - e siceramente gliene sono grato, non fosse altro che ha lavorato come un dannato - . Se poi le case editrici sono state talmente fesse da non pubblicarlo prima perché non si fidavano ed avevano paura della mole, sarà mica colpa di Tolkien, no???
su wiki c'è scritto che in diversi punti l'intervento di Christopher è stato rilevante... vabbè.
Tenendo conto che il gusto è profondamente soggettivo, cosa rimane se non il maggior seguito e/o la durata nel tempo, per determinare il valore di un'opera?
le opere che sono sopravvissute nei secoli non lo hanno fatto perchè avevano successo tra le masse.
quasi nessuna opera ha un successo costante (si parla di secoli) tra il pubblico "comune"
la maggior parte di quelli che sono considerati capolavori sono giunti a noi in quanto capolavori perchè i critici, l'elité, li hanno difesi o riscoperti e "pubblicizzati".
tra 400 anni, il SdA non avrà più il successo di pubblico che ha oggi. Potete starne sicuri. I gusti cambiano e non c'è niente da fare. La sua unica sperenza è quella di riuscire a entrane in ciò che la critica letteraria colta considera "capolavoro".
Ora, il SdA ha una qualche speranza di farcela. Il Silmarillion, spiacente, ma non credo proprio
Non sono un grande amanti degli elfi, ma mi sembra che la tua sia la classica critica di chi ce l'ha con una certa immagine di elfi, piuttosto che con alcuni in particolare. Perchè chiunque abbia letto con un minimo d'attenzione le opere di Tolkien vedrà che non sono così.
ogni tanto si tolgono il manico di scopa dalle chiappe e lo usano per pestare a morte qualche orchetto. Questa è la massima variazione sul tema.
1) La letteratura non si riduce a Goethe, per la cronaca. Altrimenti, seguendo questo criterio, dovremmo cestinare anche Martin.
2) Se come AryaSnow prediligi personaggi dalla personalità complessa e squisitamente sviluppati, ok. Se ti piacciono personaggi anche appena accennati perchè il tuo interesse è soprattutto la trama allora direi che hai torto.
3) Ripeto che la trama esiste eccome. E persino quello che hai detto tu può configurarsi come una trama, se consideri il genere al quale è applicato, molto vicino all'epica. Del resto pure nell'Iliade la trama, a ben vedere, è molto banale: l'assedio alla città di T r o i a.
4) Goethe ha fatto riflettere le masse? E cmq forse non le masse, ma quelli che almeno amano Tolkien hanno tratto ampi spunti di riflessione dal libro. Personalmente, quel libro è stata una delle migliori descrizioni che io abbia mai visto di come l'onore possa a volte portare solo rovina e di come un po' d'umiltà sarebbe d'uopo.
E l'ambientazione della Middle-Earth si, è un capolavoro. E' viva, in una maniera che finora nessuna terra fantasy ha mai avuto. E dato che l'ambientazione pesa parecchio in un romanzo del genere, direi che essa sia un elemento positivo. Può non piacere ad alcuni lettori che essa sia così dettagliata, ma del resto il romanzo stesso andrebbe letto (come voleva Tolkien) insieme al LOTR. I due si completano a vicenda.
Quanto al "banalotto" del messaggio del LOTR, mi dispiace che tu la pensi così. Si tratta di una delle riflessioni più interessanti sul rapporto bene-male, che nel fantasy (ma anche nella vita reale) è centrale come elemento.
beh, quelli sono i criteri che solitamente si adottano per decidere se un libro è un capolavoro oppure no... diciamo che non occorre che tali condizioni siano tutte "verificate" (es. uno stile eccelso e personaggi straordinari possono compensare una trama poco brillante).
nel Silmarillion sono insufficiente sia lo stile, che i personaggi, che la trama, che il messaggio. Solo l'ambientazione è "da capolavoro".
imho è un po' poco per definire l'intera opera "un capolavoro".
sulla trama: c'è una differenza fondamentale tra la trama dell'Iliade e la trama del Silmarillion, che poi è la stessa differenza che c'è tra la trama del SdA e quella del Silmarillion.
Nell'Iliade e nel SdA ciò che esula dalle vicende e dall'intreccio (es. canzoni, rimandi storici, digressioni sui costumi, ecc.) resta al servizio della vicenda. Ha il proposito di rendere la vicenda più completa, profonda, interessante, i personaggi più comprensibili ecc..
Nel Silmarillion (e nella genesi, e nei libri di storia) le due cose sono separate ed equivalenti. Sullo stesso piano. C'è una vicenda (ascesa e declino degli elfi, appunto, o le orgini del popolo ebraico) ma ciò che non fa parte della "trama" non è "al servizio" di questa. E' una qualcosa di indipendente, che si autogiustifica, anzi spesso la trama è al servizio dell'approfondimento (es. precetti religiosi, o linguaggio elfico)
non è un impressione, è un fatto che nel Silmarillion ci sia una vicenda, e a fianco, coordinata (e non subordinata) tutta una serie di dettagli di ambientazione e cosmogonia.
questo lo rende diverso dell'epica. C'è una parte che può essere definita epica, ma è fortemente contaminata da cosmogonia e descrizi geografiche/culturali ecc. Per me in questo caso non si può parlare di una vera trama... e in ogni caso è una trama mutilata, appesantita e al servizio di altri elementi. Che poi era quello che voleva Tolkien, ok, però resta il fatto che come trama siamo a livelli bassi. Non per incapacità dello scrittore, ma per sua scelta, sottolineo.
Questo lo rende, imho, paragonabile all'Antico Testamento, e non all'Iliade.
Quanto al "banalotto" del messaggio del LOTR, mi dispiace che tu la pensi così. Si tratta di una delle riflessioni più interessanti sul rapporto bene-male, che nel fantasy (ma anche nella vita reale) è centrale come elemento.
appunto, non mi sembra un tema particolarme originale.. bene contro male, insomma.
ho detto che il messaggio del SdA NON è da disprezzare, semplicemente non ci vedo una grande originalità o genialità, sia nel tema che nelle conclusioni a cui arriva.
Proprio per questo potresti votare Feanor, perché tra quelli descritti è arrogante, vendicativo, pieno di genio e carisma, insomma non è lo stereotipo dell'elfo buono e tranquillo. Però evidentemente molta gente qui parla per partito preso criticando e basta perché si vuol criticare l'autore, senza avere una minima idea del soggetto in questione.Troppo "perfetti", troppo "divini". Io ho interesse per cose più imperfette, terrene, "sporche" e... appunto "umane".
x Arya:
Giusto per curiosità, come mai questa ostilità per gli elfi?
Il modo ultrapomposo con cui nel SdA vengono descritti peggiora ancora di più le cose. Le parti della Compagnia dell'Anello che parlano degli elfi per me sono state quasi interamente una gran palla.
Poi vabbè, istintivamente li associo anche a tutto quel filone di fantasy classico che non fa proprio per me.
Vabbé, istintivamente mi fa pena.
Specialmente poi confrontare con Goethe... non so quanti di voi hanno letto il suo Faust, io l'ho trovato di una noia assurda.
Mah...quando l'ho letto a me il personaggio è parso "tagliato con l'accetta",per usare le parole di Beric,ma potrei essermi sbagliato.Ci sono talmente tanti nomi in quel libro..... " />Proprio per questo potresti votare Feanor, perché tra quelli descritti è arrogante, vendicativo, pieno di genio e carisma, insomma non è lo stereotipo dell'elfo buono e tranquillo
Trattieni la tua pena,te ne prego....c'è il rischio che qualcuno possa pensare che il Death Match sia qualcosa di più di un semplice gioco....Però evidentemente molta gente qui parla per partito preso criticando e basta perché si vuol criticare l'autore, senza avere una minima idea del soggetto in questione.
Vabbé, istintivamente mi fa pena.
Tanto più che il romanzo in questione è molto famoso tra chi legge fantasy,quindi immagino siano in pochi a parlare per partito preso.
Inoltre non ho debiti di devozione verso Tolkien,per cui se ritengo che sotto alcuni punti sia uno scrittore piuttosto carente,lo dico senza problemi
sarà anche stato accurato, ma si vede che è un lavoro imperfetto, incompiuto, e troppo rimaneggiato.
a un certo punto devi dire "ok, così va bene", non puoi star là 60 anni a scrivere e riscrivere sempre le stesse cose.
lo stile alla fine ne risente, non c'è verso.
questo, e il discorso delle cartine, dimostra che era leggermente bacato nella testa. Ossessionato ai limiti del patologico.
Dove si vede che è imperfetto, incompiuto e troppo rimaneggiato?
In che modo lo stile di un'opera ne risente? Al contrario, non dovrebbe essere forse più accurato lo stile se l'autore vi torna più volte? Goethe, tanto per fare un esempio puramente casuale, ha scritto il Faust in 60 anni, tra il 1772 e il 1831. Due pesi e due misure?
La passione per la geografia cosa ha a che fare con la bacatezza? Misuriamo la sanità mentale degli scrittori sulla base della loro abilità cartrografica? Perchè in tal caso uno dei più sani di mente sarebbe la Troisi...
su wiki c'è scritto che in diversi punti l'intervento di Christopher è stato rilevante... vabbè.
Inevitabile, considerato lo stato del materiale del padre. Ma è anche vero che le Histories of Middle-Earth dimostrano come il compito fosse mastodontico, data la mole di materiale. Christopher stesso afferma che, se fosse venuto a conoscenza prima di quel materiale, il Silmarillion non avrebbe avuto tutte queste differenze con le HoME.
le opere che sono sopravvissute nei secoli non lo hanno fatto perchè avevano successo tra le masse.
quasi nessuna opera ha un successo costante (si parla di secoli) tra il pubblico "comune"
la maggior parte di quelli che sono considerati capolavori sono giunti a noi in quanto capolavori perchè i critici, l'elité, li hanno difesi o riscoperti e "pubblicizzati".
tra 400 anni, il SdA non avrà più il successo di pubblico che ha oggi. Potete starne sicuri. I gusti cambiano e non c'è niente da fare. La sua unica sperenza è quella di riuscire a entrane in ciò che la critica letteraria colta considera "capolavoro".
Ora, il SdA ha una qualche speranza di farcela. Il Silmarillion, spiacente, ma non credo proprio
L'opera della critica è certamente fondamentale, ma viene dopo il seguito dell'opera da parte del pubblico. Shakespeare è oggi immortale perchè ai suoi tempi riempiva i teatri. Cervantes scrisse un romanzo talmente popolare che dovette addirittura scriverne la seconda parte perchè un altro scrittore aveva pubblicato le presunte "avventure successive di Don Chisciotte".
Quanto alla tua previsione, lascia il tempo che trova, talmente avanti nel tempo si spinge. E mi permetto inoltre di contraddirla perchè il Silmarillion, come più volte detto, va letto insieme al LOTR. Ergo, se quello viene "preso" dalla critica, anche per il Silmarillion sarà così.
ogni tanto si tolgono il manico di scopa dalle chiappe e lo usano per pestare a morte qualche orchetto. Questa è la massima variazione sul tema.
Mah, no comment .
beh, quelli sono i criteri che solitamente si adottano per decidere se un libro è un capolavoro oppure no... diciamo che non occorre che tali condizioni siano tutte "verificate" (es. uno stile eccelso e personaggi straordinari possono compensare una trama poco brillante).
nel Silmarillion sono insufficiente sia lo stile, che i personaggi, che la trama, che il messaggio. Solo l'ambientazione è "da capolavoro".
imho è un po' poco per definire l'intera opera "un capolavoro".
sulla trama: c'è una differenza fondamentale tra la trama dell'Iliade e la trama del Silmarillion, che poi è la stessa differenza che c'è tra la trama del SdA e quella del Silmarillion.
Nell'Iliade e nel SdA ciò che esula dalle vicende e dall'intreccio (es. canzoni, rimandi storici, digressioni sui costumi, ecc.) resta al servizio della vicenda. Ha il proposito di rendere la vicenda più completa, profonda, interessante, i personaggi più comprensibili ecc..
Nel Silmarillion (e nella genesi, e nei libri di storia) le due cose sono separate ed equivalenti. Sullo stesso piano. C'è una vicenda (ascesa e declino degli elfi, appunto, o le orgini del popolo ebraico) ma ciò che non fa parte della "trama" non è "al servizio" di questa. E' una qualcosa di indipendente, che si autogiustifica, anzi spesso la trama è al servizio dell'approfondimento (es. precetti religiosi, o linguaggio elfico)
non è un impressione, è un fatto che nel Silmarillion ci sia una vicenda, e a fianco, coordinata (e non subordinata) tutta una serie di dettagli di ambientazione e cosmogonia.
questo lo rende diverso dell'epica. C'è una parte che può essere definita epica, ma è fortemente contaminata da cosmogonia e descrizi geografiche/culturali ecc. Per me in questo caso non si può parlare di una vera trama... e in ogni caso è una trama mutilata, appesantita e al servizio di altri elementi. Che poi era quello che voleva Tolkien, ok, però resta il fatto che come trama siamo a livelli bassi. Non per incapacità dello scrittore, ma per sua scelta, sottolineo.
Questo lo rende, imho, paragonabile all'Antico Testamento, e non all'Iliade.
Non sono d'accordo.
Per quanto riguarda stile, personaggi, trama e messaggio, si tratta di criteri ben resi. Alcuni forse meno degli altri (per le sue esigenze, cosmogonia ed epica tendono ad avere personaggi necessariamente tagliati con l'accetta, ma questo non vuol dire necessariamente che siano brutti; è l'eterno discorso "personaggi centrali VS personaggi non centrali"), ma in ogni caso sono tutti ben trattati.
Per quanto riguarda poi il fatto che LOTR e Iliade siano radicalmente diversi dal Silmarillion, sono d'accordo solo in parte. Il Silmarillion se è più vicino all'Antico Testamento per la prima parte, a partire da Feanor in poi diventa decisamente più simile all'Iliade. Il fatto che la cosmogonia influenzi molto la vicenda "epica" non vuol dire necessariamente che la nega. E quello che Tolkien voleva non era una trama mutilata, cosa che sarebbe negativa, voleva semplicemente raccontare la storia di quel mondo. E se devi raccontare una cosa così grande inevitabilmente finirai per fare lunghe digressioni. Pesante, ma non appesantita perchè la vicenda, nella sua successione di battaglie, sconfitte, amori e quant'altro fila comunque e il filo generico si capisce benissimo.
appunto, non mi sembra un tema particolarme originale.. bene contro male, insomma.
ho detto che il messaggio del SdA NON è da disprezzare, semplicemente non ci vedo una grande originalità o genialità, sia nel tema che nelle conclusioni a cui arriva.
Trovami un tema originale allora. Lotta per il potere (ASOIAF), opposizione ad un destino apparentemente scritto (Elric), viaggio (La storia infinita), bene VS male (LOTR), pericoli di magia/poteri (Brooks)... Questi e altri sono temi che ormai viaggiano DA SECOLI nella letteratura, s'intrecciano, trovano nuovi modi di esprimersi, ma alla fine sono sempre questi. Qualcuno da qualche parte ha scritto (devo ritrovare quel brano) che al mondo non esisterebbero più trame originali, ma solo 12 archetipi nei quali si possono riassumere tutte le altre trame. Ecco perchè l'originalità è una chimera, imho. Ci può essere originalità di sviluppo della trama, non della trama stessa.
Mi viene inoltre da sorridere (non è un sorriso di scherno nei tuoi confronti, bada bene), pensando che, per uno scrittore fedele alla tradizione come Tolkien, la definizione di "poco originale" sarebbe stato probabilmente un complimento .
Comunque sia, se tu preferisci cose affrontate in maniera più innovativa, allora in effetti Tolkien non è l'autore che fa per te. Ritengo comunque che, anche in questo caso, non si possa prescindere da lui. Come disse un saggio una volta "Per violare le regole le devi conoscere": in tal senso, Tolkien influenza il fantasy come pochi altri, in positivo (per seguirlo) o in negativo (per fare qualcosa di diverso). Sono pochi altri gli scrittori del genere che hanno questo peso.
Mah.....se il "taglio" è cosi grossolano,è ovvio che ci si ritrova ad avere quella decina di temi....Questi e altri sono temi che ormai viaggiano DA SECOLI nella letteratura, s'intrecciano, trovano nuovi modi di esprimersi, ma alla fine sono sempre questi. Qualcuno da qualche parte ha scritto (devo ritrovare quel brano) che al mondo non esisterebbero più trame originali, ma solo 12 archetipi nei quali si possono riassumere tutte le altre trame.
Tanto per fare un esempio...quando si avvio il progetto del romanzo multiautore di Barriera,ricordo perfettamente che furono proposti almeno 7-8 ipotesi di trama assolutamente originali e interessanti.E se ci siamo riusciti noi utenti di Barriera,che non facciamo questo di professione,figurati se non può riuscirci uno scrittore competente e strapagato.
Non esiste nessunissima differenza tra "trama" e "sviluppo della trama".....ma proprio nessuna nessuna.Ci può essere originalità di sviluppo della trama, non della trama stessa.
Possiamo girarci attorno finchè vuoi:l'espressione "personaggio tagliato con l'accetta",è un espressione che nel 99,99% dei casi esprime una critica negativa.Quindi si....un personaggio "tagliato con l'accetta" è (nel 99,99% dei casi ),un pessimo personaggio.per le sue esigenze, cosmogonia ed epica tendono ad avere personaggi necessariamente tagliati con l'accetta, ma questo non vuol dire necessariamente che siano brutti;
Boh, io non so se chi parla di bene contro male ha letto una critica su qualche rivista o se questi libri se li è letti sul serio. Ma il Silmarillion ben difficilmente può essere classificato come un libro di lotta tra il bene e il male. Per prima cosa c'è la generazione del mondo, posto in maniera originale. Un coro tra divinità create dall'uno, i Valar. In questo coro una delle voci più possenti cercava di avere il sopravvento, giungendo a influenzare notevolmente il canto degli altri. Dal canto venne creato un pianeta dove divennero concrete le caratteristiche infuse dalle divinità alla melodia. Alla fine le divinità si ritrovarono a ripercorrere su quella terra quanto avevano cantato...
Feanor poi non so per quale motivo classificarlo come buono, giusto per poter parlare di lotta fra buoni e cattivi. Disobbedisce al volere delle divinità, porta in esilio un popolo per la smania di recuperare i propri capolavori, getta una maledizione che vincola tutti i propri seguaci a brancolare per la terra di mezzo, condanna un popolo a una vita di lotte continue... insomma, di tacciare quel libro di lotta tra bene e male non lo capisco.
PS Joramun, prima di rispondere a vuot per lo meno leggi i messaggi che sto commentando. Troverai che le persone che criticano per partito preso ci sono (almeno non preghi a vuoto )
PS2 la passione di Tolkien per la Geografia va a suo favore, detesto quando aspetti già fissati vengono stravolti per far girare la storia. Non so se vi è capitato di leggere dei guardiani della notte. Nel secondo libro, i guardiani del giorno, vengono scritte alcune cose in pieno contrasto con quanto scritto in precedenza. Io lo trovo orribile perché sa di presa in giro, sa di brodo allungato per scrivere pagine. Invece mi piace la coerenza interna, cosa che nelle opere di Tolkien c'è.
Voto Il Matto
A tutti piace la coerenza interna,e indubbiamente una tale scrupolosità è prova di un grande rispetto verso il lettore....non è questo il punto.la passione di Tolkien per la Geografia va a suo favore, detesto quando aspetti già fissati vengono stravolti per far girare la storia. Non so se vi è capitato di leggere dei guardiani della notte. Nel secondo libro, i guardiani del giorno, vengono scritte alcune cose in pieno contrasto con quanto scritto in precedenza. Io lo trovo orribile perché sa di presa in giro, sa di brodo allungato per scrivere pagine. Invece mi piace la coerenza interna, cosa che nelle opere di Tolkien c'è.
Il puntò è che,come diceva giustamente Balon,tale attenzione per l'ambientazione deve essere al servizio della storia,non costituire la storia stessa.
A me della genealogia degli elfi del Bosco Oscuro o della storia dell'erbapipa in quanto tali non frega nulla.Mi interessa nella misura in cui esse sono funzionali alla storia.Se ciò non avviene non abbiamo più un romanzo,ma una sorta di genesi in salsa fantasy.....e di Genesi me ne devo già sciroppare una.
Però evidentemente molta gente qui parla per partito preso criticando e basta perché si vuol criticare l'autore, senza avere una minima idea del soggetto in questione.
Vabbé, istintivamente mi fa pena.
Specialmente poi confrontare con Goethe... non so quanti di voi hanno letto il suo Faust, io l'ho trovato di una noia assurda.
Dove si vede che è imperfetto, incompiuto e troppo rimaneggiato?
In che modo lo stile di un'opera ne risente? Al contrario, non dovrebbe essere forse più accurato lo stile se l'autore vi torna più volte? Goethe, tanto per fare un esempio puramente casuale, ha scritto il Faust in 60 anni, tra il 1772 e il 1831. Due pesi e due misure?
che palle con 'sto Faust... mica ha scritto solo quello, e io non l'ho neppure letto.
di Goethe ho letto diverse poesie e i dolori del giovane werther (alquanto pallosetto, lo confesso) e lo stile, la capacità tecnica, è straordinaria.
non ti piace Goethe? era per fare un esempio, sostituiscilo con "lo stile sublime di Shakespeare" o chessò io.
lo stile del Silmarillion sinceramente mi sembra abbastanza scadente, decente a voler essere buoni, ripetitivo, ridondante, incapace di trasmettere emozioni con sufficiente continuità.
poi che a te piaccia la ridondanza e la ripetitività l'ho capito, ma ho già spiegato nella trascorso discussione che, quanto faccio le mie affermazioni di merito (es. stile scadente) mi baso sui criteri che oggigiorno sono accettati dal 99% della comunità degli scrittori, lettori e critici.
se tu non accetti tali criteri, ciao, ho già spiegato che il confronto diventa assai problematico
Dove si vede che è imperfetto, incompiuto e troppo rimaneggiato?
non ho la minima voglia di fare un analisi testuale del Silmarillion, ma mi sembra proprio che lo stile non sia affatto il punto forte. Già il SdA non è certo considerato eccezionale da questo punto di vista, e il Silmarillion ha avuto critiche ancora più pesanti sull'aspetto stilistico.
poi, certo, chissenefrega se metà del mondo della letteratura stilisticamente lo ritiene orrendo e illeggibile, l'altra metà tra il sufficiente e il discreto (o l'indifferente) e solo una manciata di fan tolkeniani ritiene che il Silmarillion abbia uno stile eccezionale. L'opinione di 500 fanboy vale quanto quella dell'intera umanità.
andando fuori tema ed esulando da persone e tematiche... io credo che questa apoteosi del soggettivismo (la mia opinione vale in fatto di musica vale quella di Abbado... chi sono mai miliardo di persone per dire che questo libro è copiato se a me non sembra tale?) in molti casi (non il tuo) serva per nascondere e giustificare a sé stessi l'inadeguatezza delle proprie opinioni.
Inevitabile, considerato lo stato del materiale del padre. Ma è anche vero che le Histories of Middle-Earth dimostrano come il compito fosse mastodontico, data la mole di materiale. Christopher stesso afferma che, se fosse venuto a conoscenza prima di quel materiale, il Silmarillion non avrebbe avuto tutte queste differenze con le HoME.
ecco, appunto, lo stesso Chris ci dice che il Silmarillion è imperfetto e incompleto strutturalmente.
Il Silmarillion se è più vicino all'Antico Testamento per la prima parte, a partire da Feanor in poi diventa decisamente più simile all'Iliade. Il fatto che la cosmogonia influenzi molto la vicenda "epica" non vuol dire necessariamente che la nega. E quello che Tolkien voleva non era una trama mutilata, cosa che sarebbe negativa, voleva semplicemente raccontare la storia di quel mondo.
no, voleva raccontare di quel mondo (storia compresa, ma non esclusivamente).
Questa è la differenza sostanziale con l'Iliade. L'Iliade narra la storia della guerra di tr**a, e tutte le digressioni sono sempre e comunque inserite nella storia, giustificate dalla storia, al servizio della storia.
Nel Silmarillion non è così. La storia delle batteglie delle sconfitte e dei tradimenti (che concordo, assume talvolta caratteri epici) è solo una delle "anime" del libro. Importante, ma non dominante.
Questo secondo me esclude di poterla definire epica. E' uno strano mix di cosmogonia, con diversi parti simil-ditattiche (in cui ti spiega la geografia, la cultura, la lingua ecc.) e con alcune parti di epica. Ma non "epica" tout court.
L'opera della critica è certamente fondamentale, ma viene dopo il seguito dell'opera da parte del pubblico. Shakespeare è oggi immortale perchè ai suoi tempi riempiva i teatri. Cervantes scrisse un romanzo talmente popolare che dovette addirittura scriverne la seconda parte perchè un altro scrittore aveva pubblicato le presunte "avventure successive di Don Chisciotte".
è vero, succede spesso come dici. Ma avere successo ai propri tempi non è garanzie di immortalità; e non essere particolarmente famosi e apprezzati da vivi non esclude di poterlo diventare in un tempo successivo (vedi Salieri e Mozart, per fare un esempio molto noto; o Van Gogh)
Quanto alla tua previsione, lascia il tempo che trova, talmente avanti nel tempo si spinge. E mi permetto inoltre di contraddirla perchè il Silmarillion, come più volte detto, va letto insieme al LOTR. Ergo, se quello viene "preso" dalla critica, anche per il Silmarillion sarà così.
anche l'Iliade e l'Odissea andrebbero letti insieme (anzi, dopo) tutta la mitologia greca, della guerre tra dei alle imprese dei primi eroi.
però sono l'Iliade e l'Odissea ad essere capolavori immortali e universali, le altre sono solo gran belle storie lette da un pugno di appassionati.
Comunque sia, se tu preferisci cose affrontate in maniera più innovativa, allora in effetti Tolkien non è l'autore che fa per te. Ritengo comunque che, anche in questo caso, non si possa prescindere da lui. Come disse un saggio una volta "Per violare le regole le devi conoscere": in tal senso, Tolkien influenza il fantasy come pochi altri, in positivo (per seguirlo) o in negativo (per fare qualcosa di diverso). Sono pochi altri gli scrittori del genere che hanno questo peso.
guarda, io ho letto il SdA e mi è piaciuto parecchio. Ha i suoi difetti (tipo la visione un po' manichea e ingenuotta del bene e del male) ma nel complesso è da inchinarsi e dire bravo. Non lo critico per essere troppo classico o tradizionale, non avrebbe senso, visto che è lui il paramentro sul quale gli scrittori fantasy sono giudicati originali o tradizionalisti.
poi, sull'onda dell'entusiamo, ho letto lo hobbit. E' un bel libro per ragazzi, molto meno profondo del SdA, ma nel suo genere leggerino è un piccolo gioiello.
poi sono passato al Silmarillion, a racconti perduti, ritrovati e riciclati.
beh, e lì mi sono fermato, abbastanza schifato. Lo stile era nettamente peggiorato... da lento era diventanto semplicemente pesante. I personaggi avevano perso spessore, e la storia aveva perso centralità e compattezza a scapito di elenchi di nozioni, informazioni e digressioni.
Non mi piacciono i suoi emuli pedissequi, questo sì. Non sono all'altezza del suo genio, della sua cultura e sì, della sua ossessione/motivazione. Si limitano a rielaborare e rifinire cose già dette e fatte dal Maestro.
Sono in tutto e per tutto paragonabili al classicisti di fine '700 contro cui si scagliava Madame de Stael.. sterili, ripetitivi, prevedibili.
insomma, di tacciare quel libro di lotta tra bene e male non lo capisco.
guarda che stavo parlando del SdA... forse Joramun non fa attenzione ai tuoi post, ma tu non la fai ai miei
il tema del Silmarillion è... beh, IL MONDO IMMAGINARIO di Mr Tolkien.
dalla creazione, alle geografia, al clima, alle razze che lo popolano, e poi la cultura, la lingua e la storia di tali razze, fino al suo futuro destino.
Voto per il matto, ovvero Feanor! (beh, non ditemi che è sano di mente!) " />
L'elfo più tamarro dell'epopea tolkieniana, la risposta elfica a Chuck Norris. Colui che calcioroterà chiunque abbia avuto l'ardire di votargli contro, dopo esser uscito dalle pagine del libro, of course! " />
A tal proposito ho uno stralcio di un'ipotetica conversazione tra lui e Lord Tywin Lannister, che in barba alle polemiche sulle intercettazioni, vi propongo in versione integrale.
ATTENZIONE: SPOILER SUL SILMARILLION E SULLA SAGA FINO A I PORTALI DELLA GUERRA.
Feanor e Lord Tywin seduti attorno ad un tavolinetto in una locanda. Il primo sorseggia birra nanica (è troppo tamarro per il vino elfico...), il secondo rosso di Arbor.
Feanor: "E dimmi un pò, cosa fai tu nella vita?"
Tywin: "Beh sai -fa ruotare il liquido nel bicchiere, con fare spocchioso- un pò di questo e un pò di quello...all'età di vent'anni ho distrutto Castamere e Tarbeck Hall solo perchè avevano osato sfidare il mio dominio, poi ho fatto per anni il primo cavaliere del re, almeno fino a quando non ne ho avuto abbastanza. Poi quello stesso re l'ho fatto ammazzare, ho fatto sterminare la sua famiglia dai miei uomini e ho dato mia figlia in sposa al nuovo re. Ho ordinato ai miei uomini di farsi la contadinotta di cui era innamorato il mio figlio deforme davanti a lui, anni dopo ho fatto in modo che quel marmocchio seccatore di Robb Stark avesse il fatto suo assieme a quella lagnosa della madre, e ora sono impegnato a mantenere quel piccolo mostro di mio nipote Joffrey sul trono. Cosa mi dici di te, invece?"
Feanor: "Beh, io ho creato tre magnifiche gemme; quando me le hanno rubate ho, nell'ordine, fomentato la mia gente a seguirmi, con l'unico fine di riottenere ciò che era mio, ho massacrato i Teleri solo perché non mi volevano dare le loro navi, ho abbandonato mio fratello e la sua gente tra i ghiacci mentre io, tranquillo tranquillo me ne navigavo verso la Terra di Mezzo, e dulcis in fundo ho lanciato una giuramento che ha rovinato l'esistenza a tutti i miei figli, fino al giorno della loro morte..."
Tywin (pensieroso): "Vabbé, hai vinto te..."
Vabbè non c'è storia.
A livello globale, l'unico Elfo più figo di Feanor è suo fratello Fingolfin, che spero sia a sua volta uno dei contendenti.
Quindi voto Feanor senza pensarci due volte, il personaggio della Hobb non so neanche chi sia ma contro un tale gigante in pochi avrebbero delle chances.
Ah, Il Silmarillion sta al Fantasy come la Bibbia sta alla religione cristiana.
E' un testo imprescindibile e necessario, negarne il valore equivale a bestemmiare " />
Voto Il Matto, che non conosco ma che almeno dalla descrizione sembra carino. Sarà che a me il fantasy classico proprio non va giù, ma Tolkien non l'ho mai digerito in nessuna salsa. Mi avevano regalato la compagnia dell'anello e non sono mai andato oltre una cinquantina di pagine, del Simarillion me ne aveva parlato un amico grande fan di ISDA e pure lui ne ha parlato male ("sì, interessante... però nel complesso è pallosissimo"), ho visto i tre film e mi hanno annoiato a morte. E, giusto per finire in bellezza, dire che gli elfi hanno un manico di scopa infilato nelle chiappe secondo me è un eufemismo, non rende davvero quanto siano insopportabili.
Eh, comunque pure per il signore degli anelli voler mettere come tema centrale la lotta tra il bene e il male sa di manicheo. Per cui, il tuo messaggio l'avevo letto bene. Il tema centrale non è la lotta tra il bene e il male, quanto la smania di possesso, la brama di potere che offusca le menti e corrompe i cuori. Certo, c'è Sauron, ma come c'è la caduta di Saruman e di Boromir. Saruman, uno degli stregoni inviati dalle divinità per difendere la terra di mezzo da Sauron, cade anche lui vittima del potere dell'anello. L'ho sempre trovato da faciloni parlare di bene e di male nel signore degli anelli. Sauron è il male incarnato? Beh, vorrei vedere Ditocorto con il dono del'immortalità come diventerebbe nell'arco di due secoli " />guarda, io ho letto il SdA e mi è piaciuto parecchio. Ha i suoi difetti (tipo la visione un po' manichea e ingenuotta del bene e del male) ma nel complesso è da inchinarsi e dire bravo. Non lo critico per essere troppo classico o tradizionale, non avrebbe senso, visto che è lui il paramentro sul quale gli scrittori fantasy sono giudicati originali o tradizionalisti.
poi, sull'onda dell'entusiamo, ho letto lo hobbit. E' un bel libro per ragazzi, molto meno profondo del SdA, ma nel suo genere leggerino è un piccolo gioiello.
poi sono passato al Silmarillion, a racconti perduti, ritrovati e riciclati.
beh, e lì mi sono fermato, abbastanza schifato. Lo stile era nettamente peggiorato... da lento era diventanto semplicemente pesante. I personaggi avevano perso spessore, e la storia aveva perso centralità e compattezza a scapito di elenchi di nozioni, informazioni e digressioni.
Sul resto, il problema di fondo è che si sta delineando una battaglia Tolkien si, tolkien no (e poi ce l'avete con i manichei " /> ), affermando di non votare per Feanor perché gli elfi sono monotoni etc.
Ebbene, vi invito all'intercettazione di Lyga (da ridere " /> ) per almeno provare a comprendere che la faccenda non è propriamente come si vuole far passare.
Circa il discorso del SdA veramente bello, lo Hobbit un gioiellino, Silmarillion tutto sommato palloso (a prima vista mi aveva dato questa impressione, poi l'ho divorato e l'ho adorato, sugli altri racconti concordo che non sono granché)... ma non stavamo votando per i personaggi? O mi sono perso qualcosa?
PS Joramun, la parte sull'erba pipa fa parte della caratterizzazione del mondo, è una delle cose che adoro di questi libri. Se ci si lamenta di cose simili non vedo come si possa leggere Martinn, che, pur non scrivendoci sopra appendice, ci fa due scatole quadratiche in ogni libro su non so quante cose che non c'entrano proprio nulla col resto. Ma servono per entrare nell'atmosfera.