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Romanzo multiautore: Topic generico
di Viserion
creato il 31 maggio 2010

Questa discussione è stata archiviata, non è più possibile rispondere.
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Ilyn Payne
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Ilyn Payne
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Inviato il 03 giugno 2010 22:17

Da questo punto di vista temo che l'urban fantasy sia molto suscettibile di cadute di stile di questo genere, mi ha un po' stupito chi lo ritiene lo scenario più semplice...

Io non riesco a capire come si possa ritenere più semplice il lavoro di ricerca e immedesimazione necessari per descrivere, in maniera credibile, un’epoca diversa dalla nostra, o addirittura la creazione, da zero, di un mondo nuovo (fantasy classico o space opera che sia). Qualcuno, qui, ha mai provato a farlo? E non dico da soli, ma assieme ad altra gente, che è peggio. Molto peggio :-P

 

su trama vs ambientazione... Stephen King consiglia di non cominciare nè con l'una nè con l'altra, ma pensare innanzitutto a una "situazione".

per esempio "cosa succederebbe se un gruppo di vampiri colonizzasse una cittadina del New England?"

 

Già così avresti individuato l’ambientazione, ovvero il New England (contemporaneo, immagino), e l’elemento fantastico, ovvero i vampiri. Questo esempio, per me, rientra a pieno titolo nel soggetto urban fantasy di cui parlavo all’inizio. Ci rientrerebbe anche Lost, per fare un altro esempio di cui si è discusso recentemente.

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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 03 giugno 2010 22:39

Io non riesco a capire come si possa ritenere più semplice il lavoro di ricerca e immedesimazione necessari per descrivere, in maniera credibile, un’epoca diversa dalla nostra, o addirittura la creazione, da zero, di un mondo nuovo (fantasy classico o space opera che sia).

è più difficile inserire in modo credibile e originale elementi fantastici nel mondo reale.

i rischi di "cadute di stile" sono molto maggiori, anche secondo me.

 

il mondo reale ha delle regole "sue", ci vuole più abilità a stravolgerle rispetto a "crearsene" ah hoc in un mondo nuovo.

 

x esempio, idee considerate abbastanza "semplici" ma efficaci come la comparsa degli Estranei, o il risveglio dei Draghi, nel fantasy classico di Martin sono passabili... se tali eventi fossero invece ambientati rispettivamente in Canada e in Mongolia rischierebbero di essere meno efficaci e credibili.

 

Già così avresti individuato l’ambientazione, ovvero il New England (contemporaneo, immagino), e l’elemento fantastico, ovvero i vampiri.

beh sì, ma in modo molto generico

 

prendendo, ad esempio, la storyline di Arya, Stephen consiglia di non partire né creando il mondo-background (terre dei fiumi, collinoso e boscoso, terra ricca e fertile con sistema feudale, eserciti che si scontrano nella grande guerra dei 5, ribelli, fuorilegge) nè dalla trama-fabula (introduzione personaggio-problema-fuga-aiutante-piccola battaglia-nuova fuga-presa prigioniera-incontro nuovo aiutante-evasione)

 

semplicemente "cosa succederebbe se una bambina di 9 anni si trovasse sola e braccata in un teatro di guerra e devastazione"? E da lì cominciare a elaborare tutto il resto.

 

 

 

 

 

P.S. Lost (la parte fantasy, intendo) è un mezzo ce**o, infatti.


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Idriel Stark
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Idriel Stark
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Inviato il 03 giugno 2010 22:43

La mia coscienza continua a porsi seri scrupoli sull'eventuale partecipazione, vista la mia naturale incostanza e la quantità di impegni che ultimamente non fa che aumentare.

 

Però, siccome siamo ancora ad una fase più che iniziale, mi fa piacere dire la mia almeno per ora, lasciando al poi la decisione sul lanciarsi o meno.

 

 

Per quanto riguarda l'ambientazione, credo che la cosa più interessante e probabilmente coinvolgente e stimolante - almeno per quanto mi riguarda - sarebbe abbandonare il mondo reale per crearne uno nostro. Concordo con chi dice che per rendere un po' più semplice quest'operazione basterebbe in fondo restringere il campo d'azione, perchè effettivamente non sta scritto da nessuna parte che i nostri personaggi debbano necessariamente essere dei giramondo e che quindi dobbiamo occuparci di mille paesi o mille razze con relativi usi e costumi e credenze. Certo, sarebbe immensamente fiqho, ma credo che effettivamente porterebbe via troppo tempo e richiederebbe troppo lavoro preliminare alla scrittura.

In sostanza: se vogliamo evitare tempi martiniani ma divertirci a creare un'ambientazione, limitiamoci a due, tre aree al massimo, senza ammattire più del dovuto.

 

Volendo restare nel mondo reale, certo, elimineremmo una buona parte del lavoro e probabilmente ci renderemmo la vita più facile in fase di scrittura, ma saremmo, credo, meno liberi, e dovremmo puntare molto di più sull'originalità, o sulla "scintilla" di cui si diceva.

 

Sulla questione fantasy/fantascienza credo che il primo genere possa essere più semplice del secondo. Però penso anche che la scelta possa dipendere dalle nostre esperienze. Nel senso... gli interessati a partecipare hanno letto più fantasy o più fantascienza? In quale si sentono più "ferrati"? Con quale dei due hanno più familiarità? Perchè credo che questo influisca abbastanza sulle capacità di ideare un'ambientazione coerente, oltre che le competenze individuali di vario genere.

 

Tralascerei senza dubbio il romanzo storico, perchè comporterebbe una ricerca di materiali altrettanto lunga, imho, che la creazione di un'ambientazione complessa totalmente ex-novo.

 

 

Comunque credo, al di là di tutto, che l'importante sia solo e soltanto scegliere un punto di partenza. Finchè continuiamo ognuno a dire "secondo me è più facile il genere X" "no, l'Y è meglio!" "ma l'Y è banale, facciamo Z!" non andiamo da nessuna parte.. <img alt=" />

Almeno sarebbe il caso che ognuno esprima chiaramente la propria preferenza... no? La mia credo di averla espressa ;)

 

 

Ah, dimenticavo, un'ultima cosa. L'idea di una parodia sarebbe molto ma molto ma molto ma molto interessante e carina, ma... trovo che per scrivere una parodia sia necessaria una verve parodistica/comica/satirica che, almeno personalmente, non credo di possedere. E quanti possono dire di averla davvero? Ne fossi capace, sarebbe senza dubbio la mia prima scelta... ma non me ne sento capace éè


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Tyrion Hill
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Bannato
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Tyrion Hill
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Bannato
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Inviato il 03 giugno 2010 23:05

Ora tutto questo è facile se si è da soli...ma in 10?

 

Esatto. È impossibile. Accettatelo!

 

Dimenticatevi l'idea di "coerenza", di "documentarsi", di "ambientazione": non c'è speranza. Verrebbe una schifezza.

 

E allora l'unica soluzione possibile è questa: scrivete qualcosa che sia adatto a un lavoro a 10 mani!

 

Scrivete qualcosa che vuole, apposta, essere incoerente. Qualcosa che dell'incoerenza faccia una bandiera. Scrivete una cosa che si può scrivere solo a 10 mani. Che ha bisogno di essere scritta a 10 mani per venire meglio.

 

Insomma: scatenatevi. Inventatevi un universo incoerente, in cui tutto può succedere: anacronismi, impossibilità fisiche. Anche con intenzioni parodistiche. Ecco: a qualcosa del genere, che avrebbe un suo senso profondo, potrei effettivamente partecipare pure io.

 

So che non mi ascolterete, ma io intanto la butto lì! <img alt=" />


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 03 giugno 2010 23:08

mah, a me la parodia non dispiace affatto.

 

un south park fantasy sarebbe ganzo.


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Ilyn Payne
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Ilyn Payne
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Inviato il 03 giugno 2010 23:30

è più difficile inserire in modo credibile e originale elementi fantastici nel mondo reale.

Ti ripeto la domanda: hai mai provato a creare un mondo fantastico assieme ad altra gente?

Oppure, andiamo davvero sul concreto. Fammi (fatemi) un esempio di locazione fantasy molto ristretta, con un punto di partenza per gli eventuali personaggi che dovranno essere proposti, abbastanza interessante per costruirci un “libro a mosaico”.


S
Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 03 giugno 2010 23:56

Ti ripeto la domanda: hai mai provato a creare un mondo fantastico assieme ad altra gente?

non nel senso che intendi tu <img alt=" />

 

 

Oppure, andiamo davvero sul concreto. Fammi (fatemi) un esempio di locazione fantasy molto ristretta, con un punto di partenza per gli eventuali personaggi che dovranno essere proposti, abbastanza interessante per costruirci un “libro a mosaico”.

bah, guarda che non è mica così difficile...

 

ci sono delle ambientazioni "ristrette" che sono spesso sfondo di grandissimi romanzi.

 

1. una città sotto assedio... vite che si incrociano sullo sfondo della grande catastrofe.

2. un metropoli, ricca viva e turbolenta... intrighi, complotti, duelli.

3. un viaggio in nave... l'equipaggio, i passeggeri, un paio di porti di mare.

4. una valle... qualche paesino, boschi, il fiume, le secolari tradizioni, il quotidiano tran-tran. La vita scorre tranquilla finchè... chennesò, arriva un drago e improvvisamente alla valle arrivano famosi cacciatori, studiosi, maghi, wwf, giornalisti e curiosi.

5. on the road... sulla strada dei pellegrini in un Midwest fantasy. Niente location lussureggianti e diversificate, solo un paesaggio sconfinato, monotono, crudele. Qualche locanda, qualche casa isolata... incontri lungo la via.

 

il difficile è trovare una bella storia da piazzare e scriverla bene.


E
emanuele83
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emanuele83
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E

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Inviato il 04 giugno 2010 1:36

[...]

un south park fantasy sarebbe ganzo.

 

GANZO al pari di TOGO non lo sentivo da quando andavo all'oratorio 15 anni or sono <img alt=" />

 

è più difficile inserire in modo credibile e originale elementi fantastici nel mondo reale.

Ti ripeto la domanda: hai mai provato a creare un mondo fantastico assieme ad altra gente?

[...]

 

Ragazzi non so... quello che ho detto torno a dire: ci vuole una guida forte. Sono per la democrazia ma in un contesto del genere una gerarchia è d'obbligo. Gerarchia alla quale tutti devono sottostare: si decide a maggioranza sull'ambientazione (mondo nuovo, urban fantasy, medievaleggiamento, etc etc) ed una trama di massima, ok... ma poi da qui non se ne esce. Mica che a metà dell'opera perchè la maggioranza decide che arrivano gli alieni, si parte tutti per plutone arco in mano e spada nel c**o...

non dico che non ci debbano essere cambiamenti in corso d'opera, ma qualcuno che regga le fila (anche una cerchia ristretta) ci seve essere. una specie di moderazione, coadiuvata da responsabili di sezione/razza/mondo. insomma un po come si regola un forum in cui gli autori (la bassa manovalanza -.-'' ) sono gli utenti che postano, spammano, flammano, vengono messi in jail, etc etc...

 

 

Per la mia idea, datemi qualche dì.


S
Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 04 giugno 2010 1:47

Gerarchia alla quale tutti devono sottostare: si decide a maggioranza sull'ambientazione (mondo nuovo, urban fantasy, medievaleggiamento, etc etc) ed una trama di massima, ok... ma poi da qui non se ne esce. Mica che a metà dell'opera perchè la maggioranza decide che arrivano gli alieni, si parte tutti per plutone arco in mano e spada nel c**o...

e perchè non potrebbero essere i "gerarchi" a decidere che arrivano gli alieni e si parte per plutone?

cosa li rende più affidabili "della maggioranza"?


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Manifredde
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Manifredde
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Inviato il 04 giugno 2010 7:56

Gerarchia alla quale tutti devono sottostare: si decide a maggioranza sull'ambientazione (mondo nuovo, urban fantasy, medievaleggiamento, etc etc) ed una trama di massima, ok... ma poi da qui non se ne esce. Mica che a metà dell'opera perchè la maggioranza decide che arrivano gli alieni, si parte tutti per plutone arco in mano e spada nel c**o...

e perchè non potrebbero essere i "gerarchi" a decidere che arrivano gli alieni e si parte per plutone?

cosa li rende più affidabili "della maggioranza"?

 

Niente immagino, ma suppongo che almeno le discussioni non durerebbero ere geologiche <img alt=" />


E
emanuele83
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Inviato il 04 giugno 2010 9:07

Beh, gerarca fa molto regime...

 

In ogni caso imposto il fine di creare un romanzo, nel momento in cui gli autori non sono d'accordo sul mandare cani e gatti su plutone e questo impedirebbe all'opera di continuare, sta al gerarca fare un passo indietro, pena la fine della collaborazione... Questo è un caso estremo, certo, ma con una gerarchia "illuminata" se pòffà, dai...

 

Oppure si può fare tutto a maggioranza ma con qualche figura chiave che in caso di forti scontri i differenze di opinioni, decida tra le opzione messe in gioco... forse è meglio così, evitiamo un regime :P


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zack86sq
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Inviato il 04 giugno 2010 9:23

Oppure, andiamo davvero sul concreto. Fammi (fatemi) un esempio di locazione fantasy molto ristretta, con un punto di partenza per gli eventuali personaggi che dovranno essere proposti, abbastanza interessante per costruirci un “libro a mosaico”.

bah, guarda che non è mica così difficile...

 

ci sono delle ambientazioni "ristrette" che sono spesso sfondo di grandissimi romanzi.

 

1. una città sotto assedio... vite che si incrociano sullo sfondo della grande catastrofe.

2. un metropoli, ricca viva e turbolenta... intrighi, complotti, duelli.

3. un viaggio in nave... l'equipaggio, i passeggeri, un paio di porti di mare.

4. una valle... qualche paesino, boschi, il fiume, le secolari tradizioni, il quotidiano tran-tran. La vita scorre tranquilla finchè... chennesò, arriva un drago e improvvisamente alla valle arrivano famosi cacciatori, studiosi, maghi, wwf, giornalisti e curiosi.

5. on the road... sulla strada dei pellegrini in un Midwest fantasy. Niente location lussureggianti e diversificate, solo un paesaggio sconfinato, monotono, crudele. Qualche locanda, qualche casa isolata... incontri lungo la via.

 

il difficile è trovare una bella storia da piazzare e scriverla bene.

 

Balon secondo me tra le ambientazioni che hai proposto ce ne sono diverse che non si prestano ad un libro scritto a 10 o più mani perchè presuppongono una forte interazione dei personaggi ed una trama con una coerenza interna molto elevata..sono "troppo ristrette".

La 1 e la 2 già sono più varie e i personaggi posso agire indipendentemente uno dall'atro anche se sullo sfondo accadono le stesse vicende.

 

Sul fatto delle "gerarchie", secondo me gli eventi principali, quelli importanti che non coinvolgono i personaggi, dovrebbero essere noti dall'inizio. In base a questi, ogni autore decide come far procedere la storia del suo personaggio e i "moderatori" dovrebbero solo accertarsi che gli eventi del singolo non cozzino con quelli degli altri autori o con gli avvenimenti macroscopici



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
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Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri



Guardiani della Notte

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Inviato il 04 giugno 2010 10:35

Nei post di Viserion e Starcatcher mi pare che il tema degli organizzatori, di coloro che dovrebbero tenere le fila del romanzo, sia stato affrontato.

 

Genere, trama, ambientazione, gradi di libertà dei singoli autori, tutto quello che è in-book verrà deciso dai partecipanti e con i partecipanti, coordinati da un team di "organizzatori" capitanati da Starcatcher.

Se si vuole creare una storia coerente come si fa? Come minimo ci vorrebbero uno o anche più supervisori che tengano un po' le fila del progetto... O dite che gli scrittori stessi possano essere in grado di autoregolarsi?

 

Sono previste, ovviamente, delle figure che tengano le file, che si assicurino che la storia rimanga coerente. Ma queste figure non parteciperanno alla scrittura del romanzo. Supervisioneranno, semplicemente.

Credo quindi che la figura richiesta da emanuele83 sia stata in qualche modo già prevista. Forse può essere opportuno che si scenda nei dettagli del reale potere di questi misteriosi personaggi definiti "organizzatori", ma la loro esistenza credo sia da prendere come qualcosa di accertato. ;)

 

 

Riguardo i differenti approcci sul punto di partenza per la stesura (l'ambientazione, il messaggio, la trama, la situazione, ecc. ecc.), io mi ricondurrei ancora a quanto detto da Starcatcher:

 

Come e chi decide chi parteciperà al progetto?

 

Per adesso, stiamo cercando di capire quante persone sono effettivamente interessate.

 

[cut]

 

Che ambientazione si vuole porre come base?

 

Non è ancora stato deciso. Verrà deciso dai partecipati e dagli organizzatori, insieme, non appena avremo definito la “squadra”.

 

Che tipo di storia o tema centrale?

 

Idem come sopra.

Da qui, credo emerga chiaramente che il primo passo è capire chi è realmente interessato a partecipare (in qualità di autore, precisa poi Viserion).

La definizione della trama e dell'ambientazione era prevista come un passaggio successivo.

Posso capire la bontà di questo ragionamento nell'idea che a ben pochi piacerebbe scrivere qualcosa in un mondo interamente inventato da altri e/o con trama decisa da altri. A ben pochi piacerebbe fare lo scrivano invece che lo scrittore, per capirci.

 

Alcune esternazioni di diversi utenti, che hanno posto degli aut-aut in termini di trama e/o ambientazione hanno in qualche modo rovesciato il paradigma, e abbiamo - mi ci metto in pieno - iniziato a parlare di ambientazioni.

 

Il punto, però, credo resti in ogni caso la formazione del team. Come accennato sempre da Viserion nel post di apertura, 7-8 scrittori sarà la massa critica con la quale si potrà avviare il progetto, e 10 è stato ritenuto il numero massimo di partecipanti oltre il quale gli organizzatori non si sentono di andare.

 

L'idea degli organizzatori era radunare queste 7-8 persone e riuscire ad arrivare assieme a loro ad un'ambientazione ed una trama condivise. Difficile, forse impossibile, tentare non costa nulla. Cosa significa questo? Significa che uno si deve offrire volontario, si confronta alla pari con tutti gli altri altri volontari e con gli organizzatori fino ad arrivare ad una sintesi il più possibile condivisa. C'è sempre il rischio che determinate idee non passino, per questo, come sottolineava sempre Starcatcher, le qualità richieste da un lavoro di équipe sono fondamentali. È possibile che questo freni diverse adesioni, ma sicuramente chi sceglie di partecipare seguendo questa strada è una persona che veramente desidera provarci.

 

Un'alternativa è la formazione spontanea di un gruppo affiatato dinanzi ad una qualche idea lanciata in fase di brainstorming. Visti certi "io partecipo se..." sono un po' scettico su aggregazioni di questo genere, che di fatto rischiano di essere costruite intorno all'aut-aut di una o più persone, ma se si arrivasse ad un team seguendo questa via...

La variante a questa strada è una serie di proposte e temi da sviluppare che vengono dagli organizzatori, e il tentativo di creare una squadra partendo da lì. Però da quanto ho capito è esattamente il contrario di quello che gli organizzatori avevano in mente.

 

Di certo l'inaspettata partecipazione alla discussione ha complicato la vita alla povera Starcatcher... <img alt=" />

 

 

 

Tornando per un secondo sul discorso dell'ambientazione, credo che la mia battuta sui maghi alla D&D nel centro di New York sia stata presa un po' troppo alla lettera. <img alt=" /> Un urban fantasy non vuol dire necessariamente una cosa del genere, ma è una tipologia narrativa che a mio parere più di altre si presta a cadute di stile di questo stampo. E non intendo in senso letterale, ma intendo dire che delle figure fantasy inserite nel mondo reale prendendolo tale e quale sarebbero assolutamente fuori luogo. O si fa come Martin, che genera l'elemento fantastico a partire da un determinato evento (ma dopo che l'elemento fantasy è stato generato, la storia del mondo cambia pesantemente), oppure si devono re-interpretare eventi storici del passato in modo che l'elemento fantasy sia plausibile.

Proprio il lavoro di dover riarrangiare gli eventi del passato in questa chiave è quello che trovo complesso, sicuramente - almeno per le mie caratteristiche - più complesso che creare qualcosa da zero.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Ser Lostdream
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Ser Lostdream
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Inviato il 04 giugno 2010 11:18

Insomma: scatenatevi. Inventatevi un universo incoerente, in cui tutto può succedere: anacronismi, impossibilità fisiche. Anche con intenzioni parodistiche. Ecco: a qualcosa del genere, che avrebbe un suo senso profondo, potrei effettivamente partecipare pure io.

L'idea è interessante, ma forse ancora più difficile che qualsiasi altra ambientazione o trama. La comicità è qualcosa di molto personale e avere 7-10 persone diverse che la intendono in modo completamente diverso... bè, non so quanto possa funzionare...

 

 

Ser Balon Swann Inviato il Oggi, 01:47 AM

Gerarchia alla quale tutti devono sottostare: si decide a maggioranza sull'ambientazione (mondo nuovo, urban fantasy, medievaleggiamento, etc etc) ed una trama di massima, ok... ma poi da qui non se ne esce. Mica che a metà dell'opera perchè la maggioranza decide che arrivano gli alieni, si parte tutti per plutone arco in mano e spada nel c**o...

 

e perchè non potrebbero essere i "gerarchi" a decidere che arrivano gli alieni e si parte per plutone?

cosa li rende più affidabili "della maggioranza"?

 

L'arrivo degli alieni in un ambientazione medievaleggiante non è affatto male, chi lo ha detto che debbano sempre arrivare a rompere le paxxe ai giorni nostri? Mettete un'astronave di pirati alieni fuorilegge che per un guasto sono costretti ad un atterraggio d'emergenza in un'ambiente medievaleggiante nel mezzo di una grande guerra tra regni e venissero scambiati dai più per Dei venuti dal cielo. Certo, non devono poi prendere su e partire

tutti per plutone arco in mano e spada nel c**o...

.. però lascerebbe un'ampia liberta all'immaginazione <img alt=" />

 

 

Significa che uno si deve offrire volontario, si confronta alla pari con tutti gli altri altri volontari e con gli organizzatori fino ad arrivare ad una sintesi il più possibile condivisa. C'è sempre il rischio che determinate idee non passino, per questo, come sottolineava sempre Starcatcher, le qualità richieste da un lavoro di équipe sono fondamentali. È possibile che questo freni diverse adesioni, ma sicuramente chi sceglie di partecipare seguendo questa strada è una persona che veramente desidera provarci.

Pienamente d'accordo, sono dell'idea che qualunque sia l'ambientazione e la trama. Questa sia una sfida molto stimolante e che valga la pena tuffarcisi in ogni caso. ;)



AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
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AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera



Guardiani della Notte

17764 messaggi
Inviato il 04 giugno 2010 12:00

Tornando per un secondo sul discorso dell'ambientazione, credo che la mia battuta sui maghi alla D&D nel centro di New York sia stata presa un po' troppo alla lettera. <img alt=" /> Un urban fantasy non vuol dire necessariamente una cosa del genere, ma è una tipologia narrativa che a mio parere più di altre si presta a cadute di stile di questo stampo. E non intendo in senso letterale, ma intendo dire che delle figure fantasy inserite nel mondo reale prendendolo tale e quale sarebbero assolutamente fuori luogo.

Che significa "figure fantasy"? Una "figura fantasy" (non certo per forza umana o vivente) è semplicemente un elemento di fantasia di qualsiasi tipo, ci si può inventare ciò che si vuole. Basta inventarsi qualcosa non costituisca una caduta di stile.

 

si fa come Martin, che genera l'elemento fantastico a partire da un determinato evento (ma dopo che l'elemento fantasy è stato generato, la storia del mondo cambia pesantemente), oppure si devono re-interpretare eventi storici del passato in modo che l'elemento fantasy sia plausibile.

Proprio il lavoro di dover riarrangiare gli eventi del passato in questa chiave è quello che trovo complesso, sicuramente - almeno per le mie caratteristiche - più complesso che creare qualcosa da zero.

Non ho mica capito... perchè un elemento di fantasia deve per forza coinvolgere tutta la storia passata/futura?

Non è nemmeno detto che tale elemento debba essere noto pubblicamente e toccare l'umanità intera.

Nè è obbligatorio che la trama riguardi per forza questioni storiche e politiche di ampio respiro.

 

Comunque basta, decidete un po' voi.

Io metto che in chiaro che, se decidessi partecipare, tutto il lavoro del world building non lo vorrei fare. Non è una cosa per cui mi attira impiegare il mio tempo. Quindi mi auguro che in tal caso altri abbiano questa gran voglia di sbattersi a creare qualcosa di ben coerente e con solide basi di documentazione :-P

Se c'è questa grande passione in qualcuno, benissimo! Basta che faccia le cose bene.

 

Quindi chiedo: chi precisamente, tra quelli che sono fortemente propensi a partecipare e che vogliono la creazione di un mondo nuovo, è disposto a prendersi il peso di tale incarico e portarlo a termine con diligenza?

 

Un'altra idea sarebbe quella di ambientare la storia in una città molto simile alla nostra (in cui riusciamo senza problemi e calarci), ma che non corrisponde a nessuna città realmente esistente. Un mondo molto simile alla realtà, ma che non sia vincolato da qualcosa di particolare a cui attenersi. Boh.

Anche le ambientazioni di Balon sono carine. Bisogna poi vedere quanto esse si prestino a un romanzo con così tanti protagonisti (ma con la fantasia si possono inventare un sacco di cose, non so se queswto è un problema...) e quali conoscenze comporti comunque ciascuna di esse.


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