È un genio. Infatti è lei che mi ha fatto conoscere questo meraviglioso Forum. È un genio, no? " />AryaSnow : [...] Domanda: ma queste idee da dove ti vengono? " />
Io ancora non ho idee degne di questo nome. Ci penso tutto il giorno, ma niente... Eppure il tema mi piace da morire!!!Ragazzi...ma i prossimi saranno tutti su questi argomenti? " />
Che cosa vi ha ispirato il "quattro"??
Questo racconto è nato per essere una novella stile boccaccio ma simie alla favola, quindi ho deciso di essere vaga nell'ambientazione. L'importante era che emergesse l'idea, non l'ambiente. Quato allo stile, era da tempo che sognavo di raccontare con linguaggio pulito ma scurrile. Ora l'ho fatto! " />
La guerra è proprio la novità del racconto, la disgrazia finale. Se la fine del mondo era lontana, era proprio perchè l'uomo uccideva ma non aveva ancora concepito la guerra.
lysmaya: Non sono sicuro di avere capito: prima parola di ogni ultimo verso? Se è solo questo non mi ha colpito molto, e "Quattro" non mi sembra centrale... Comunque è scritto (per il mio gusto) mille volte meglio di tutti gli altri tuoi racconti.
mariateresa: niente affatto male! Mi piacciono le ragioni, mi piace il "razionale" di Morte, Carestia, e Guerra, cosí ben espresso. Non mi piace però che ti sei tolta l'incomodo di spiegare anche quello di Pestilenza... Inoltre l'ultima frase:
Ma Morte non volle stringere con lui nessuna amicizia, vuoi perchè era bello ma cattivo come Ombra, vuoi perchè agiva sempre per il piacere di fare del male. Fatto sta che, da quel giorno in poi, il quarto cavaliere fece più paura e più danni di tutti gli altri tre messi assieme.
non mi è piaciuta per nulla. Troppo "esplicativa", e persino con un tocco di facile moralismo. Forse basta semplicemente toglierla.
I dialoghi ti vengono bene - cosa non facile!
Non è che ti dovevi concentrare sull'ambiente, ma così sembrano tante cose buttate insieme giusto per creare un brodo, senza una logica.Questo racconto è nato per essere una novella stile boccaccio ma simie alla favola, quindi ho deciso di essere vaga nell'ambientazione. L'importante era che emergesse l'idea, non l'ambiente.
Anche in un raccontino umoristico un minimo di coerenza e logica nell'ambientazione ci dovrebbe essere.
Mica mi lamento del linguaggio scurrile. E' che alcune espressioni mi sembrano bruttine proprio tecnicamente.Quato allo stile, era da tempo che sognavo di raccontare con linguaggio pulito ma scurrile. Ora l'ho fatto! " />
Ad esempio...
i cui capelli sanguigni fecero rodere lo stomaco a Morte che era più brutto dei morbi infilitti da Pestilenza.
che senso ha questa frase?
Sì ma prima l'uomo non faceva guerre? Non mi sembra molto credibile, penso ne facesse da quando ha iniziato a dividersi in gruppi.La guerra è proprio la novità del racconto, la disgrazia finale. Se la fine del mondo era lontana, era proprio perchè l'uomo uccideva ma non aveva ancora concepito la guerra.
Poi presentarla alla fine è una bella idea, però non mi convince questo fatto che prima proprio non ci fosse.
Nonostante questo comunque è il tuo brano che mi è piaciuto di più e che trovo interessante come contenuto.
Non penso proprio che bisogna essere geni.È un genio. Infatti è lei che mi ha fatto conoscere questo meraviglioso Forum. È un genio, no? " />" />
I miei racconti sono spesso influenzati da altre opere, oppure da mie fantasie infantili personali (da piccoli la fantasia è più viva che da grandi). Questo racconto ad esempio è stato influenzato da una puntata dei Simpson vista da piccola (in cui gli insegnanti con scuse varie condicono i bambini in presidenza e li uccidono per mangiarseli), da Cuore d'Acciaio di Swanwick (SPOILER39f9e46d2c49bcf6550fa26da7f35f09'39f9e46d2c49bcf6550fa26da7f35f09
il tipo che viene impiccato, la tipa che corre a cercarlo e poi lo trova)
)e dai libri di metamatica per le elementari (ci sono spesso disegnini con omini che trasportano numerini... allora l'ho rielaborata nel boia che trasporta i numeri da usare per la condanna " /> ).
Come vedete, delle idee spesso hanno origine da qualcosa che si ha già visto prima
lysmaya: Non sono sicuro di avere capito: prima parola di ogni ultimo verso? Se è solo questo non mi ha colpito molto, e "Quattro" non mi sembra centrale... Comunque è scritto (per il mio gusto) mille volte meglio di tutti gli altri tuoi racconti.
Il "quattro" è lo schema di tutto il racconto (evidentemente Lord Mortarion non era l'unico a non aver colto la struttura... Peccato, voleva essere un piccolo "gioco", ma l'esperimento non è riuscito... " /> )...
La Dama mette la spiegazione sotto spoiler, così da lasciar la possibilità a chi volesse trovare la particolarità del racconto...
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Tanto per iniziare, se fai attenzione, messaggio a parte i capoversi sono sette... Se noti con l'iniziale (messa con carattere più grande apposta) di ciascun capoverso si forma la parola "Quattro"...
Per quanto riguarda la lettera: sette strofe, di quattro versi ciascuna, ogni verso della stessa strofa inizia con la stessa lettera, di nuovo a formar la parola "Quattro"... e la soluzione è sia la prima parola del quarto verso di ogni strofa (versione abbreviata) che tutto il quarto verso di ogni strofa (versione estesa)... Inoltre l'ultima strofa è tutta un riferimento alla morte...
Per cui, a aprte quest'ultima cosa, il quattro è davvero lo scheletro del racconto, ribadito anche dal fatto che sono passati quattro ani dall'abbandono del protagonista e passano quattro giorni tra l'arrivo del primo biglietto e quello della lettera.
Ciò detto, sebbene alla Dama faccia piacere il fatto che trovi questo brano scritto meglio, è un po' dispiaciuta nel constatare che vengono maggiormente apprezzati i brani in cui si allontana dal suo consueto stile... proprio vero che i gusti di chi "produce" e chi "consuma" non devono per forza coincidere " />
(spoiler racconto Lysmaya) 496882b20c05bc2fa16a14f6c5850736'496882b20c05bc2fa16a14f6c5850736
Fin qui c'ero...Tanto per iniziare, se fai attenzione, messaggio a parte i capoversi sono sette... Se noti con l'iniziale (messa con carattere più grande apposta) di ciascun capoverso si forma la parola "Quattro"...
... c'ero anche qui...Per quanto riguarda la lettera: sette strofe, di quattro versi ciascuna, ogni verso della stessa strofa inizia con la stessa lettera, di nuovo a formar la parola "Quattro"...
... e pure qui...e la soluzione è sia la prima parola del quarto verso di ogni strofa (versione abbreviata)
... questo invece me l'ero perso. Ma anche leggendola, la versione estesa mi sembra un po' zoppicante... Poi, insomma, mi sembra strano un indovinello per dire semplicemente "È giunta l'ora di morire". Un po' pomposo...che tutto il quarto verso di ogni strofa (versione estesa)...
Eh, ho capito, ma non basta questo a rendere "centrale" il quattro. Occorre anche sapere perché il quattro è un numero importante. Ad esempio, se il gruppo si fosse chiamato "La Banda dei Quattro" sarebbe stato qualcosa (anche se ancora pochino). Mah, non sono molto convinto.Inoltre l'ultima strofa è tutta un riferimento alla morte...
Per cui, a aprte quest'ultima cosa, il quattro è davvero lo scheletro del racconto, ribadito anche dal fatto che sono passati quattro ani dall'abbandono del protagonista e passano quattro giorni tra l'arrivo del primo biglietto e quello della lettera.
Ad esempio, nel racconto di Erin il quattro è molto importante. Cioè, il lettore non può fare a meno di percepire che l'autore, quando pensa a "quattro", pensa istintivamente "È l'ora di Bimbumbam": guarda che è molto potente, come idea. Almeno, per me lo è. Nel caso di AryaSnow l'idea è forse più debole, ma lo stesso qualcosa c'è (il collegamento fra "insegnante" e "ti do' un quattro" è quasi un luogo comune, e sicuramente una libera associazione dell'autore - e valida in quanto tale). Il "quattro" meno significativo è forse quello di Mortarion, e tuttavia il suo gioco si basa tutto sul sottolineare l'enigmaticità del tema, quasi assurdo: "Quattro"... per poi prendersene gioco. Ma la voce che sibila "quattro..." alle spalle del tipo fa rizzare i capelli in testa. È tutto nell'aspettativa che ha il lettore, che l'autore sfrutta consapevolmente. Ma nel caso del tuo racconto "quattro" è solo una particolare struttura grafica che hai imposto allo scritto: dopotutto la storia narra solo di uno che lascia una banda di assassini per vivere una vita normale, e che poi viene assassinato per vendetta. Che c'entra il "quattro"? O forse mi è sfuggito qualcosa...
@Tyrion Hill: la Dama ha evidenziato la parte rilevante...
Ovviamente non dovrete relegare questo quattro sullo sfondo, deve essere una parte importante della storia o dell'impalcatura del vostro pezzo."
Inoltre 5ae159f9146f796281699303d389dcc1'5ae159f9146f796281699303d389dcc1
se noti sono quattro i membri rimasti del gruppo e hanno lasciato passare un anno per ciascuno prima di vendicarsi (e un giorno tra il primo messaggio e il secondo)... Inoltre il messaggio non indica semplicemente che è "giunta l'ora di morire": letto nel suo complesso fa capire come un tempo il gruppo lo ritenesse davvero un membro importante, mentre se si fa attenzione solo alla "soluzione" spiega anche chi lo ucciderà, quando, il fatto che non ha scampo, che la sola pace (e dunque la sola normalità) che può trovare è la morte... se rileggi ciascuna di quelle righe, ti dirà qualcosa in merito al personaggio...
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Sì ma prima l'uomo non faceva guerre? Non mi sembra molto credibile, penso ne facesse da quando ha iniziato a dividersi in gruppi.
Poi presentarla alla fine è una bella idea, però non mi convince questo fatto che prima proprio non ci fosse.
questa mi sembra una critica tanto per...
insomma stiamo parlando dei cavalieri dell'apocalisse " /> , cioè un allegoria, cosa c'entra se era plausibile o meno che l'uomo non si facesse la guerra? perchè i cavalieri dell'apocalisse sono plausibili?
in molti miti e leggende ricorre il tema dell' "età dell'oro", qui ripreso da mariateresa (non so se volutamente o meno, comunque non stona con il tono fanta-mitologico del racconto).
in molti miti e leggende ricorre il tema dell' "età dell'oro", qui ripreso da mariateresa (non so se volutamente o meno, comunque non stona con il tono fanta-mitologico del racconto).
Ma questa "età dell'oro" viene rovinata da quei famosi elfi che ogni tanto si sgozzavano tra loro...
sì beh ormai era assodato che gli elfi stonavano... ma se togli gli elfi un riferimento all'età dell'oro è molto efficace e si intona perfettamente con il tema
comunque io sono dell'idea che gli elfi rovinino sempre e comunque ogni cosa... " />
Se c'è uno o più elementi irrealistici non significa che si debba apprezzare/giustificare qualsiasi cosa non-credibile. Un conto è la presenza di creature fiabesche, sovrannaturali o magia di vario tipo, un altro è la scarsa credibilità nella caratterizzazione del comportamento umano e della società.
Poi non è che lo ritenga un difetto terribile, però è una cosa che mi ha fatto venire dubbi e non mi ha convinta del tutto. Se nella lettura una cosa non mi convince la segnalo.
Il tema dell'età dell'oro potrebbe in effetti essere una buona giustificazione, ma nel leggere il racconto tale età dell'oro non l'ho sentita molto. Forse perchè un mondo con pestilenza, carestia (da wikipedia: L'età dell'oro o età aurea è il nome di un tempo mitico di prosperità ed abbondanza) e gente che si sgozza non mi viene tanto da associarlo a questo.
Da dove si capirebbe allora che si trattava dell'età dell'oro? Solo dalla fine? Beh, però intanto prima c'è stata tutta una caratterizzazione dell'embientazione che mi fa pensare ad altro e l'effetto del discorso finale sulla novità della guerra per me non è stato bello.
secondo me non è del tutto campato in aria.
pensiamo ad esempio agli indiani d'america, o agli indios del sud-america.
certo conoscevano pestilenze e carestie, e qualche scaramuccia se la facevano anche loro, ma le vere pestilenze e le vere carestie sono giunte proprio quando, con l'uomo bianco, è arrivata la Guerra con G maiuscola.
l'idea che il quartetto infernale trovi completezza con la guerra (ovviamente io intendo guerra come qualcosa di ben diverso dalla semplice lotta per la sopravvivenza o dalle piccole faide tra tribù, qualcosa che non c'entra con l'istinto o con la passione, ma un freddo e calcolato sterminio) è a mio avviso assai azzeccata.
Il punto è che qui mi sembra che la pestilenza e la carestia ci fossero già state prima e che la guerra arrivi dopo. Poi a me viene proprio da considerare "guerra", "pestilenza", "carestie" anche le cose a livello "più piccolo", quindi anche senza per forza grandissssimi stermini.certo conoscevano pestilenze e carestie, e qualche scaramuccia se la facevano anche loro, ma le vere pestilenze e le vere carestie sono giunte proprio quando, con l'uomo bianco, è arrivata la Guerra con G maiuscola.
Non dico che sia per forza "del tutto campata in aria", semplicemente a me non convince tanto, o comunque per com'è scritto durante lettura mi fa sorgere questa perplessità.
Una cosa riguardo al racconto di lysmaya: io del 4 avevo colto la scritte sul biglietto "quattro è la chiave", le lettere iniziali dei paragrafi e dei versi, il fatto che i membri del gruppo fossero 4. Le altre cose no, non le avevo notate. Però già queste personalmente mi sono bastate.
Ma anche se tu avessi ordinato il testo in modo da formare un gigantesco 4, ancora non avrei capito perché il 4 è cosí significativo. Voglio dire che il 4, nel tuo racconto, mi sembra significativo solo nella misura in cui lo hai scritto dappertutto.@Tyrion Hill: la Dama ha evidenziato la parte rilevante...
Ovviamente non dovrete relegare questo quattro sullo sfondo, deve essere una parte importante della storia o dell'impalcatura del vostro pezzo."
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Sí, ma anche leggendo solo le parti indicate non viene fuori un linguaggio chiaro: il tono oracolare rimane. È come se dopo avere decodificato il messaggio, mi ritrovassi con un altro messaggio dal tono sibillino - il che mi stona, forse perché mi sembra irrealistico, non mi prende, non lo trovo credibile:Inoltre se noti sono quattro i membri rimasti del gruppo e hanno lasciato passare un anno per ciascuno prima di vendicarsi (e un giorno tra il primo messaggio e il secondo)... Inoltre il messaggio non indica semplicemente che è "giunta l'ora di morire": letto nel suo complesso fa capire come un tempo il gruppo lo ritenesse davvero un membro importante, mentre se si fa attenzione solo alla "soluzione" spiega anche chi lo ucciderà, quando, il fatto che non ha scampo, che la sola pace (e dunque la sola normalità) che può trovare è la morte... se rileggi ciascuna di quelle righe, ti dirà qualcosa in merito al personaggio...
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Leggendo le prime lettere: Quattro.
Leggendo le prime parole: Quando Ultima Arriva Tenebra Troverai Rapidamente Oblio.
Leggendo gli ultimi versi:
Quando hai deciso di abbandonar la tua vita…
Ultima missione: sparire per sempre…
Arriva la morte di ogni speranza, di ogni ricordo.
Tenebra inghiotte ogni suono ed ogni gioia.
Troverai la pace che sempre si è negata.
Rapidamente si nascondevano tutte le prove della nostra colpevolezza.
Oblio: sei come morto.
Hai capito quello che voglio dire? Francamente, non capisco nemmeno se a uccidere sarà Tenebra o Oblio.
ehm, veramente120a6c161c12aa9504997ff66c0c3f4b'120a6c161c12aa9504997ff66c0c3f4b0919f5470f789dc5e5ac900c8d4adaf2'0919f5470f789dc5e5ac900c8d4adaf2
Francamente, non capisco nemmeno se a uccidere sarà Tenebra o Oblio.
Oblio è il protagonista... E' Tenebra che uccide...
" /> Ecco, questo alla Dama sembrava di averlo chiaramente esplicitato...